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VIDEO Sezione Pattuglie Acrobatiche
Blue Sky ha risposto a admin nella discussione Pattuglie Acrobatiche
I meno giovani ricorderanno sicuramente le seguenti riprese, mi sembrava doveroso quindi riportare i link in questione per permettere a chi non lo avesse ancora visto di condividere le emozioni che scaturiscono dalla visione del film "Forza G" -
"L'Aeronautica Militare Italiana negli anni della guerra fredda"
Blue Sky ha risposto a Blue Sky nella discussione Eventi Storici
Contributi Video Nei seguenti Video verranno mostrate delle sequenze dei nostri reparti nel periodo trattato in questa discussione. Buona Visione F84F Aerobatic Team "GETTI TONANTI" 5° Aerobrigata PART.1 F84F Aerobatic Team "GETTI TONANTI" 5° Aerobrigata PART.2 F84F Aerobatic Team "GETTI TONANTI" 5° Aerobrigata PART.3 F86E Aerobatic Team "Lanceri Neri" 2° Aerobrigata F86E -
"L'Aeronautica Militare Italiana negli anni della guerra fredda"
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Più di 1000 aviogetti 2° Cap. La missione di difesa aerea del territorio e di eventuate scorta diretta del caccia-bombardieri sarebbe stata invece assicurata dalle Aerobrigate 2a e 4a, dotate di Canadair F-86E Mk.IV, copia prodotta su licenza in Canada del North American F-86E "Sabre", di cui arrivarono in Italia esemplari ceduti quasi tutti dalla RAF britannica che li aveva avuti in carico per breve tempo, in sostituzione degli obsoleti de Havilland "Vampire". Se ne sarebbe infatti integralmente privata con l'ingresso in linea degli Hawker "Hunter" di costruzione nazionale. Sul territorio britannico non sarebbe restato nessun esemplare del prestigioso caccia americano, tanto che il "Sabre" attualmente visibile presso il museo della RAF di Hendon e stato riceduto all'utente originate dalla stessa Aeronautica Militare Italiana. Gli F-86E da caccia diurna erano integrati dagli intercettori ognitempo F-86K del 1° Stormo Caccia, versione costruita su licenza in Italia in circa 221 esemplari, anche per conto di altri paesi europei della NATO, tra i quali Germania e Francia; in un secondo tempo la Francia ne ricedette all'AM altri 40 esemplari. Le capacita operative di questi reparti da combattimento venivano mantenute ad un elevatissimo livello grazie al continuo svolgimento di grandi manovre interalleate cui partecipavano reparti messi a disposizione da tutti i membri della NATO, con continui trasferimenti e riallineamenti sulle basi europee settentrionali oltre che su quelle greche e turche. La loro efficienza militare veniva inoltre periodicamente verificata dagli alti ufficiali della stessa NATO e da membri del governo e del Congresso americani. Quest' ultimo, avendo stanziato i fondi per fornire anche al nostro paese sia gli aeroplani che la maggior parte dei relativi equipaggiamenti e materiali di consumo, verificava attentamente che i soldi del contribuente statunitense fossero ben spesi e lo, furono certamente, grazie anche all'elevato contributo umano ed organizzativo dell'AM, i cui uomini dettero sempre prova di una altissima professionalita. Tali capacità furono rese evidenti presso il pubbico solo grazie alle esibizioni delle pattuglie acrobatiche che ognuna delle Aerobrigate operative doveva mettere, a turno, annualmente a disposizione. L'aspetto spettacolare di tali manifestazioni contribuì, per molti versi, a far passare in secondo piano quello militare effettivo. A partire dal successivo 1959 i programmi MDAP di assistenza militare diretta si esaurirono ed i velivoli a disposizione cominciarono ad essere progressivamente superati nelle loro prestazioni per l'introduzione in servizio, sia presso le aeronautiche occidentali che in quelle orientali, delle nuove generazioni di caccia-bombardieri largamente supersonici e di caccia intercettori bisonici. L'avvento del processo di distensione Est-Ovest, che mitigò l'aspro clima di scontro permanente del periodo precedente, e la necessità di rimpiazzare i vecchi aviogetti con altri di nuova costruzione, assai costosi da acquistare e da mantenere, portò ad un ridimensionamento della consistenza numerica della nostra aviazione militare. Le Aerobrigate vennero gradatamente ritrasformate in Stormi costituiti da uno o due gruppi operativi ed il numero degli aeroplani disponibili si ridusse progressivamente, fino a stabilizzarsi verso la seconda meta degli anni Sessanta su un totale all'incirca costante di 300-330 aerei da combattimento. La nuova linea sarebbe stata costituita essenzialmente dai caccia bisonici Lockheed F-104G, costruiti su licenza da un consorzio di imprese europee comprendente la FIAT come capocommessa italiana: questi sarebbero stati utilizzati sia come caccia-bombardieri convenzionali e nucleari che come intercettori ognitempo. Con gli F-104G e i G.91 l'AM sostitui i caccia Classe 80, istituendo una "hi-lo mix", cioe un insieme di aeroplani relativamente semplici ed economici (i G.91) e sofisticati e costosi (gli F-104), anticipando (come impostazione) quella che poi divenne la prima linea da caccia dell'US Air Force, con la componente "lo" costituita dagli F-16 e quella "hi" sugli F-15. Giuseppe Ciampaglia (Aeronautica & Difesa) Esemplare di RF-84F con in mostra il sistema di fotocamere "Trimetrogon". Una delle poche immagini a colori dei Sabre "Mk.4" F-86K Versione ampiamente rirpogettata e adattata al combattimento in assenza di visibilità. F-84G "Thunderjet" restaurato con i colori della pattuglia acrobatica "Tigri Bianche". Largamente diffusi nell'Aeronautica Militare Italiana ed impiegati per le missioni più disparate, dal collegamento veloce, all'addestramento avanzato, anche i Lockheed T-33A furono molto longevi. -
"L'Aeronautica Militare Italiana negli anni della guerra fredda"
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Più di 1000 aviogetti 1° Cap. In termini numerici questo deterrente era stato costituito con l'acquisizione di 179 caccia per superiorità aerea diurni Canadair CL-13A "Sabre" Mk.4 (piu conosciuti come F-86E), rimasti in servizio dal 1956 al 1964; 128 caccia-bombardieri leggeri diurni FIAT G.91R-1 "Gina/Romeo" (dall'agosto 1958 all'aprile 1992); 103 G.91T-1 "Tango/Virus", versione biposto del precedente; circa 130 addestratori avanzati e ricognitori tattici Lockheed T-33A ed RT-33A (in linea dal 1952 al 1982); 93 caccia intercettori ognitempo North American/FIAT F-86K "Sabre/Kappone" (utilizzati dal novembre 1955 al luglio 1973): 254 caccia-bombardieri diurni Republic F-84G "Thunderjet, con limitate capacità di bombardamento tattico nucleare (in servizio dal marzo 1952 al luglio 1957); 150 caccia-bombardieri Republic F-84F "Thunderstreak" con piene capacità di "strike" nucleare (in linea dal gennaio 1956 al maggio 1972) e 78 caccia-ricognitori fotografici tattici Republic RF-84F "Thunderflash" con possibilità di combattimento in emergenza (novembre 1955-luglio 1973). A conti fatti, si tratta di oltre 1.000 macchine, alcune delle quali (come l'F-84F), dotate di un reale e consistente potenziale operativo. La missione tipica di tali forze sarebbe stata quella d'interdizione aero-tattica, sia convenzionale che nucleare, svolta nei confronti delle forze motocorazzate di prima e seconda linea appartenenti all'Unione Sovietica ed ai paesi del Patto di Varsavia. Queste, in caso di un ipotetico conflitto, sarebbero entrate in movimento lungo le direttrici d'invasione aventi come meta finale i "paesi europei occidentali dell'area centrale e meridionale", in parole povere le prime nazioni ad essere invase sarebbero state l'Italia e la Germania Occidentale. Nel 1958 questo potente nucleo di forze dell'Aeronautica Militare era costituito da tre Aerobrigate di caccia-bombardieri: la 5a, la 6a e la 51a, dotate degli F-84F, giunti in Italia per sostituire gli F-84G che erano stati gia forniti in precedenza e che vennero man mano riversati alle aeronautiche greca e turca. II relativo armamento atomico era conservato presso le stesse basi aeree sotto il controllo congiunto americano ed italiano, seguendo la procedura rigidamente codificata detta "della doppia chiave". In base ad essa, l'attivazione e l'uso degli ordigni sarebbero potuti avvenire solo a seguito del consenso contemporaneo di entrambi i governi. L'eventuale missione d'interdizione nucleare tattica sarebbe stata svolta da velivoli isolati che avrebbero effettuato la parte iniziale del volo verso l'obiettivo prescelto tutta ad alta quota, per minimizzare i consumi e consentire una buona autonomia operativa. A partire dalla distanza di un centinaio di chilometri dal bersaglio, il velivolo sarebbe sceso a bassissima quota per effettuare l'avvicinamento finale, minimizzando la possibilità d'essere individuato dai radar avversari ed essere abbattuto dalle difese missilistiche. Giunto in prossimità dell'obiettivo, il caccia-bombardiere avrebbe cabrato improvvisamente effettuando una veloce salita fino a qualche centinaio di metri, sganciando l'ordigno nucleare quasi all'apice di questa traiettoria e riabbassandosi subito dopo, secondo una tecnica di lancio detta "sopra la spalla" . Dopo la separazione dal velivolo lanciatore, l'ordigno avrebbe raggiunto l'area del bersaglio seguendo una parabola balistica nettamente piu lunga di quella derivante da uno sgancio effettuato in volo livellato, per dare al vettore il tempo sufficiente per allontanarsi dall'area della gigantesca esplosione. Viene illustrata la tecnica del lancio "Sopra la spalla" (Over the Shoulder), o Low Altitude Bombing System "LABS" (Definizione USAF) La Manovra viene mostrata anche nel seguente Contributo video al Minuto 13.48 -
"L'Aeronautica Militare Italiana negli anni della guerra fredda"
Blue Sky ha risposto a Blue Sky nella discussione Eventi Storici
Un rapido ammodernamento Iniziò quindi per l'Aeronautica Militare un rapido processo di ammodernamento e rafforzamento che la portò, nella seconda metà di tale decennio, a disporre di ben sette aerobrigate dotate ciascuna di circa 75 moderni aerei da combattimento, che venivano costantemente mantenute al massimo stadio di approntamento operativo. Tale processo raggiunse il suo apice intorno al 1958 quando la nostra Forza Aerea giunse ad avere in carico oltre 500 caccia e caccia-bombardieri a reazione, tutti di quella che poi sarà chiamata Classe 80 (F-84G, F-84F, F-86E in versione canadese ed F-86K), larga parte dei quali era stata posta, a partire dal 1951, sotto il comando della 56th TAF (Tactical Air Force) della NATO, dipendente dal Comando Aereo Alleato del Sud Europa (Airsouth) e successivamente, dal 1955, a quello della V ATAF (Allied Tactical Air Force), che sarebbe stata costantemente comandata da un generale di squadra italiano. Tutti questi caccia, pur non essendo presenti in linea di volo contemporaneamente, per gli ovvi periodi di revisione e messa a punto e per le inevitabili perdite dovute ad incidenti di volo, costituirono per alcuni anni la più potente forza aerea da combattimento dell'Europa Occidentale continentale basata su aeroporti ampliati ed ammodernati secondo standards stabiliti anch'essi dalla NATO; all'AM poteva paragonarsi solo l'Armee de l'Air che, tuttavia, non aveva ancora beneficiato della politica di "grandeur" voluta dal generale De Gaulle che la portera poi a rivaleggiare con la Gran Bretagna e ad essere una delle tre uniche potenze della NATO dotata di strumenti per il bombardamento strategico nucleare; d'altra parte, proprio in coincidenza con la creazione della sua famosa Force de Frappe la Francia assunse una posizione "a latere" che ne faceva un'importante alleata del blocco occidentale ma non direttamente rispondente alla NATO. Negli anni Cinquanta, però, la Francia era infatti pesantemente impegnata in Algeria, mentre la Luftwaffe tedesca, cancellata dalla sconfitta subita nella Seconda Guerra Mondiale, cominciava solo allora ad essere concretamente ricostruita. Anche la RAF britannica, che era allora la massima Forza Aerea Europea, manteneva una consistente parte dei propri reparti operativi in Medio ed Estremo Oriente. Essa procedette inoltre, in quello stesso periodo, ad un ridimensionamento dei propri effettivi per motivi di carattere finanziario, riducendone la consistenza di circa ii 30%. In tale congiuntura le sette aerobrigate da combattimento italiane, provviste di armi atomiche tattiche e concentrate tutte su basi aeree poste nell'area centro-settentrionale della penisola per gravitare sulla parte centrale dell'area balcanico-danubiana, costituirono it piu potente contributo europeo alle capacita belliche dissuasive della NATO. In sequenza nelle foto vengono ritratti alcuni momenti della consegna dei "Thunderjet", trattati con una speciale vernice protettiva spray chiamata "Cocoon" (Bozzolo). -
"L'Aeronautica Militare Italiana negli anni della guerra fredda"
Blue Sky ha pubblicato una discussione in Eventi Storici
Una Potente forza aerea Considerando gli anni di vita della Forza Aerea italiana, inquadrata oggi nell'Aeronautica Militare e prima del 2 giugno 1946 nella Regia Aeronautica (con le brevi parentesi dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana e dell'Italian Co-belligerent Air Force), si tende in genere ad assumere che essa abbia raggiunto il massimo storico della sua potenza operativa nel quinquennio compreso tra it 1935 ed il 1940, nel periodo che va dalla Campagna d'Etiopia all'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Se questo concetto pub essere ritenuto valido sul piano della consistenza numerica, dato che all'ingresso nel seconda conflitto mondiale la Regia Aeronautica disponeva di circa 3.479 aeroplani, dei quali però solo 1.569 considerati bellicamente efficienti, esso non é tale se viene invece riferito alle capacita belliche reali. Alla fine degli anni Cinquanta l'Aeronautica Militare, infatti, raggiunse un potenziale senza precedenti, tale da risultare una delle più importanti dell'Europa Occidentale e la più importante dello scacchiere meridionale della NATO. Erano gli anni detti della Guerra Fredda, per indicare l'esistenza di un permanente stato di tensione politica e strategica, fortunatamente privo di scontri diretti, che si era instaurato tra il blocco europeo atlantico (filoamericano) e quello orientate (filosovietico), subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Quello stesso periodo fu in realta molto caldo in diverse altre parti del mondo, come la Corea, dove tra il 1950 ed il 1953 infuriò un conflitto ad alta intensità tra it Sud del paese, appoggiato dagli Stati Uniti, ed il Nord comunista, sostenuto in maniera diretta dai cinesi ed indiretta dai sovietici. Altre dure guerre furono combattute in quegli stessi anni dai francesi in Indocina ed Algeria, mentre nel 1956 ci fu il secondo dei brevi ma intensi scontri militari più volte intercorsi tra i Paesi Arabi, allora sostenuti militarmente dall'Unione Sovietica, ed Israele, appoggiata dagli occidentali. Se in occasione dei momenti critici, il primo dei quali fu il blocco di Berlino mentre quello più grave fu la crisi dei missili cubani, tale stato di tensione non sfociò in guerra aperta anche in Europa fu grazie all'avvenuta affermazione del concetto strategico di "Deterrenza Nucleare" reciproca. Essa si basava allora, sul mantenimento di una elevata capacita di colpire in maniera massiccia il possibile avversario con armi nucleari strategiche, aventi potenze distruttive variabili da alcune centinaia di kiloton (un kiloton o KT equivale a 1.000 tonnellate di esplosivo convenzionale come il trinitrotoluene) fino a diversi megaton (un megaton o MT corrisponde a un milione di tonnellate di TNT), e con armi nucleari tattiche, di potenza limitata a qualche decina di kiloton. La bomba atomica "Little Boy" lanciata su Hiroshima nel 1945, sarebbe stata considerata, 15 anni dopo, solo di tipo tattico. Fu in tali contingenze politiche e militari che la consistenza numerica e le capacita belliche dell'Aeronautica Militare italiana, rimaste ad uno stadio minimo nel quinquennio 1946-1950, salirono rapidamente ad un livello molto elevato, senza che l'opinione pubblica nazionale, duramente impegnata nell'opera di ricostruzione del paese, se ne rendesse mai pienamente conto. La delicatezza della situazione politica interna, che vedeva la presenza del Partito Comunista Italiano (PCI), molto forte sul piano numerico e organizzativo, ancora allineato su posizioni ideologico-strategiche vicine a quelle dell'Unione Sovietica, impose infatti che a tale processo di marcato rafforzamento non venisse data alcuna pubblicità, restando un fatto noto solo ai militari, ad una ristretta cerchia di uomini politici della Democrazia Cristiana (il partito di maggioranza relativa che controllava in maniera esclusiva il Ministero della Difesa) ed a pochi giornalisti della stampa aeronautica, che aveva allora, per numero di testate e di lettori, una diffusione assai meno ampia di quella odierna. La massiccia crescita numerica dell'Aeronautica Militare e la sua riorganizzazione in Aerobrigate composte da tre gruppi operativi di 25 velivoli ciascuno, seguendo un'impostazione organizzativa assai simile a quella dei Wings da combattimento dell'USAF iniziarono a partire dal 1952. Questo potenziamento rientrava nell'attuazione dei piani MDAP (Mutual Defence Assistance Program), di fornitura diretta di materiali bellici moderni (o abbastanza moderni), che vennero attuati dagli Stati Uniti per rafforzare adeguatamente sul piano militare i loro deboli alleati europei della NATO in vista di un possibile confronto bellico con l'Unione Sovietica ed i paesi, allora chiamati "satelliti", del Patto di Varsavia. Il generale Matthew Ridgway, comandante in capo delle Forze Alleate in Europa, giunse infatti a pronosticare l'inizio di questo ipotetico scontro per il maggio del 1953.Nell'ambito di tali programmi, nel corso dei restanti anni Cinquanta, gli Stati Uniti cedettero a titolo gratuito all'Italia ed agli altri stati europei alcune migliaia di moderni velivoli da combattimento a reazione di prima, seconda e terza generazione: andavano dai Lockheed T-33 "Shooting Star" da addestramento avanzato e dai caccia-bombardieri Republic F-84 "Thunderjet" con ala dritta e velocità subsonica, ai caccia per superiorità aerea con ala a freccia North American F-86 "Sabre", capaci di raggiungere la velocità del suono in affondata, fino ai caccia-bombardieri North American F-100 "Super Sabre", ampiamente supersonici (peraltro accettati solo da alcune delle Forze Aeree europee). Republic F-84F "Thunderstreak", impiegati per il bombardamento tattico nucleare. F-84F del 50° Stormo, che li ebbe in linea fino al 1972 -
Scusami Alberto, queste foto di un Mk.4, mostrano alcuni vani e portelloni dipinti in un'altra tonalità, c'è un errore o mi sono perso qualcosa???
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Ben fatto, complimenti anche per l'iniziativa del diorama, l'ambientazione si presenta veramente completa ed attinente al tema!
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Un Nick del genere non può far altro che attirare simpatie
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Vi consiglio la visione di questo video sul Singapore Air Show (Preparativi) , se avete uno schermo che supporta la risoluzione 1920x1080 apprezzerete al meglio l'esibizione
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Finmeccanica: Contratti per Selex Galileo e DRS Il Ministero della Difesa britannico ha firmato un contratto, del valore di 19 milioni di sterline (22 milioni di euro), con Selex Galileo relativo ad un programma di sviluppo tecnologico (TDP – Technology Demonstrator Programme) di un radar a scansione elettronica per diverse applicazioni, che verrà in futuro montato a bordo degli Eurofighter inglesi. Il contratto prevede lo sviluppo e la produzione di un primo prototipo di Radar AESA (Active Electronically Scanned Array) multifunzione, con un ampio campo di visione, più performante rispetto ai modelli convenzionali. La decisione inglese giunge in anticipo rispetto le discussioni ufficiali del consorzio sulla questione, e si configura come un avanzamento indipendente nel progetto comune a tutti i partner di programma di dotare i Typhoon di radar AESA. Il radar sarà basato sul Raven ES-05, scelto per il Gripen NG, basato a sua volta sul Vixen 1000 ES. Il modello includerà la funzionalità innovativa del piatto inclinato installato su base girevole, che aumenta in modo significativo le prestazioni del radar ad alti angoli d’incidenza o contro obiettivi fuori asse. Ciò permetterà di migliorare la consapevolezza situazionale attraverso una più ampia area di copertura della scansione (± 100°) e fornisce immagini SAR (Synthetic Aperture Radar) di migliore qualità ad angoli più ampi, oltrechè vantaggi tattici nel combattimento BVR (Beyond Visual Range). SELEX Galileo è anche a capo del consorzio EuroRADAR (SELEX GalilEo, EADS e Indra Sistemas) responsabile del radar Captor attualmente montato sul Typhoon.Selex inoltre si è aggiudicata un altro contratto, del valore di 10 milioni di sterline, riguardante la fornitura al Ministero della Difesa Nazionale Canadese (DND) dei sistemi di controllo del fuoco DGMS (Digital Gun Management Systems), variante del sistema LINAPS (Laser Inertial Artillery Pointing System), e utilizzato per l’obice M777, in grado di migliorare in modo sostanziale le potenzialità dell’artiglieria canadese durante le missioni in teatri operativi, assicurando agganciamenti del bersaglio tempestivi e accurati. Il sistema è di rapida installazione e può operare in tutte le condizioni meteo e di luce. L’ultimo contratto di Selex, del valore di 10 milioni di dollari, riguarda invece la fornitura di radar a scansione elettronica AESA (Active Electronically Scanned Array) Seaspray 7500E da integrare a bordo dei velivoli multi-ruolo King Air 350 ER, del Dipartimento della Homeland Security (DHS) e dell’Agenzia per la protezione delle coste (US CBP), per facilitare la sorveglianza e le intercettazione di piccoli velivoli all’interno dello spazio aereo. SELEX Galileo fornisce già i radar Seaspray 7500E per i velivoli da pattugliamento marittimo HC-130H della US Cost Guard, mentre il radar Vixen 500E è stato scelTo dalla US Customs e Border Protection (US CBP) per i velivoli Citation 550. L’integrazione sui velivoli sarà realizzata dal prime contractor Sierra Nevada Corporation (SNC) di Sparks, nel Nevada. DRS Technologies si è aggiudicata infine una commessa per 13 milioni di dollari, nell’ambito di un contratto da 124 milioni di dollari della durata di cinque anni con la Northrop Grumman Corporation. DRS Technologies fornirà nuovi Sistemi di Controllo Ambientale (ECS) per le apparecchiature elettroniche installate presso le basi di lancio e le strutture di allarme missilistico degli ICBM (Intercontinental Ballistic Missile) Minuteman III, oltre a servizi di addestramento all’assistenza e alla manutenzione delle apparecchiature. www.difesanews.it 17 feb, 2010
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Ottimo risultato Vorty, molto ben fatto inoltre ora appare più completo!
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Solo ora ho dato un'attenta occhiata al tuo lavoro, e devo ammettere che è venuto un bel diorama, magari metterei qualche accessorio in più tipo casse o cose simili, ma l'effetto generale è molto convincente!
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Fantastico, non c'è nulla da fare sono pochi gli aerei che possono esercitare il fascino del Tomcat!
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[AGGIORNAMENTO] Armamenti: AIM-54 Phoenix
Blue Sky ha risposto a admin nella discussione INFO sito & segnalazione errori
Ottima recensione continua così Gian! -
Anche quest'anno è giunto il momento di scambiarsi gli auguri, ma stavolta ho un motivo in più nell'assolvere quella che può sembrare una semplice pratica di routine, ebbene dal profondo del cuore auguro un felicissimo 2010 a tutti voi che partecipate con passione e devozione alla nostra comunità cercando ogni giorno di far si che le nostre conoscenze possano arricchirci l'un l'altro nel rispetto reciproco e nella totale serenità.....
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Penso che sia meglio rimanere cauti nell'esprimere giudizi prima del dovuto, i russi più di una volta hanno sorpreso il resto del mondo con le loro realizzazioni, quindi aspetterei l'uscita di questo fantomatico Pak-Fa con rispettoso riserbo su possibili pareri o sentenze...
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Miglior simulatore di volo da combattimento
Blue Sky ha risposto a Snu7z nella discussione Simulatori di volo
Come Sopra Chiudo! -
E' passato molto tempo ma ne è valsa la pena, i lavori procedono egregiamente!
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Serie molto interessante! M16 vs AK47 (1) M16 vs AK47 (2) M16 vs AK47 (3)
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Auguri a tutti!
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Ufficiale: nel 2007 i primi Pak-Fa
Blue Sky ha risposto a tanino nella discussione Prototipi ed Aerei Sperimentali
Grazie della tua attendibilissima testimonianza Tanino! -
Problemi di percorso Barone???