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Ciao, prova a dare un'occhiata Quì
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FRANCO BORDONI BISLERI (Robur) Atene-Tatoi in October 1941. Franco Bordoni Bisleri (Robur), milanese purosangue, che era stato riformato alla visita di leva, aveva conseguito privatamente e a proprie spese, il brevetto di pilota nel 1936 e aveva successivamente fatto domanda per entrare in aeronautica. Nel 1937 aveva ottenuto il brevetto militare e nel 1938 era entrato a far parte del 3° stormo come sottotenente pilota di complemento. Poi era tornato alla vita civile: era un giovane dinamico e sportivo, anche se l'aspetto fisico poteva indurre a pensare diversamente, e un provetto automobilista che aveva già al suo attivo la vittoria di numerose competizioni sportive. Bordoni collaborava anche attivamente alla conduzione della azienda familiare che sin da allora produceva un celebre tonico e proprio da questo avrebbe derivato il soprannome di Robur. Nella primavera del 1940 Bordoni chiese di essere richiamato, effettuò il passaggio sul CR 42 e raggiunse il 3° Stormo Caccia ad Albenga, in attesa di passare al 18° gruppo del 56° Stormo destinato al fronte della Manica con il Corpo Aereo Italiano. No si trattò, come è noto, di un episodio particolarmente brillante per La regia Aeronautica, i cui reparti furono costretti ad operare con mezzi scarsi ed inadeguati nelle difficili condizioni autunnali di quella zona. Bordoni partecipò comunque a diverse azioni di scorta ai bombardieri BR 20, sostenendo frequentemente impari duelli con i più veloci e ben armarti caccia inglesi. Alla conclusione delle operazioni del CAI Bordoni venne trasferito, sempre con il 18° Gruppo, a Tripoli; in Africa settentrionale il 10 marzo 1941 ottenne la sua prima vittoria contro un bimotore Blenheim che si stava dirigendo verso il campo di Tamet. Seguirono altri due abbattimenti, uno il 10 aprile e l'altro il 17. Nella prima quindicina di maggio, a Bendasi, Bordoni ricevette la comunicazione della sua promozione a tenente, la prima medaglia d'argento e la croce di guerra tedesca, e fu ancora a Bendasi che il giovane ufficiale ottenne la sua quarta e quinta vittoria con una magistrale doppietta contro due Blenheim, che si difesero bene ma finirono per soccombere entrambi, uno davanti al porto e l'altro qualche chilometro più al largo. Nell'agosto 1941 venne l'ordine di rimpatrio e solo un anno più tardi il tenente Bordoni tornò in Africa dopo avere imparato a pilotare il FIAT G 50 ed i Macchi 200 e 202. Con quest'ultimo velivolo il reparto di Bordoni ottenne buoni successi nei cieli del deserto africano, ma gli avversari erano ormai così forti, numerosi ed agguerriti da soverchiare senza eccessive difficoltà i pochi reparti dell'Asse prima dell'offensiva dell'8^ armata e da non concedere loro il minimo respiro. Malgrado la critica situazione delle forze aeree italiane, il 1° novembre Bordoni (in volo col collega Castani) riuscì a fare la seconda doppietta, due Curtiss P 40 tra Sidi Barrani e Marsa Matruh e si meritò così un'altra medaglia d'argento. Chiuse la campagna africana con ben 12 vittorie. Un banale incidente d'auto lo mise "fuori uso" il 19 novembre e riuscì a riprendere i voli solo l'11 giugno 1943. Nel frattempo lo Stormo si trasferì a Cerveteri, dove Bordoni il 18 luglio decollò, con grande soddisfazione, su un Messerschmitt Bf 109. Due settimane dopo il suo reparto riceveva i primi Macchi MC 205 V e quantunque fossero della prima serie, cioè senza cannoncini, il reparto riuscì il 30 luglio ad intercettare una formazione di fortezze volanti scortati da P - 38 e colse una clamorosa vittoria abbattendo quattro quadrimotori e due caccia; Bordoni sparò 88 colpi e gli fu attribuito l'abbattimento di un quadrimotore. Per la straordinaria attività svolta e per i risultati conseguiti, oltre a una terza medaglia d'argento Bordoni ottenne ufficialmente, il 20 agosto 1943, il comando dell'83^ Squadriglia; che, per un giovane tenente di complemento, poteva considerarsi un riconoscimento eccezionale. Nella zona di Napoli, dalla sua relazione compilata dopo il combattimento stralciamo "�con la mia formazione composta da 4 MC 202 raggiunsi la quota di 6500 metri ed avvistai una grossa formazione di un centinaio di bombardieri nemici scortati da caccia sulla verticale della foce del Volturno. Portandomi in posizione favorevole di quota e di sole, iniziai l'attacco al fianco destro della formazione. Dopo la seconda affondata il quadrimotore da me collimato si staccava dalla formazione; in quell'istante subii l'attacco di due Spitfire. Ripresa quota vidi il bombardiere ormai isolato tentare di dirigersi verso il mare; lo attaccai allora decisamente ed al mio secondo passaggio il quadrimotore si piegò improvvisamente sul lato sinistro avvitandosi.Poco dopo una violenta esplosione spaccò l'aereo in due e tre paracadute si aprirono nel cielo. Durante il combattimento vidi altri apparecchi nemici cadere sotto i colpi di caccia italiani e tedeschi �" La diciottesima vittoria Bordoni la ottenne il 30 agosto nel corso di un attacco durante il quale il suo reparto un quadrimotore e tre bimotori. Con questo successo Bordoni in testa alla classifica degli assi italiani davanti al serg.magg. Gorrini, del suo stesso Stormo, e veniva proposto per la concessione della quarta medaglia d'argento (che però non arrivò mai). Nell'euforia del momento il suo comandante di gruppo incluse nel conteggio dei successi dell'asso milanese anche quattro apparecchi probabilmente abbattuti, registrando ufficialmente la cifra di ventitre vittorie (anche se Bordoni fu il primo a sostenere che quelle sicure erano 19). Occorre a questo proposito precisare che i totali relativamente modesti delle vittorie attribuite ai cacciatori italiani sono dovuti anche al fatto che all'inizio della guerra gli abbattimenti ottenuti da più di un pilota venivano attribuiti al reparto e che soltanto in seguito il criterio venne modificato. Finita la guerra Franco Bordoni Bisleri fu a capo dell'azienda del "tonico" la cui notorietà si era estesa nel mondo. Nel 1947 fu tra i sottoscrittori di una raccolta di fondi Per l'acquisto dei primi due aerei dell'Aero Club Milano, da poco risorto dalle ceneri. Per anni collaborò attivamente come consigliere alla gestione dell'ente e nel 1972 ne assunse la presidenza. Sotto la guida di Bordoni l'Aero Club milanese riuscì a risolvere molti dei suoi problemi, non ultimo quello logistico con la costruzione della nuova palazzina all'aeroporto di Bresso. Il 16 sett. 1975, ritornando in volo da Roma, precipitò col suo F 81 Falco sulle falde del monte Anchetta vicino a Zoagli. Perirono con lui il figlio di dodici anni, Francesco, e un socio dell'AeroClub, Giovanni Allegri. La 23^ vittoria venne aggiudicata soltanto qualche anno dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale. L'ambito riconoscimento giunse infatti al pilota proprio da coloro che nei cieli d'Europa e d'Africa gli erano stati avversari diretti per oltre tre anni: era lo stato maggiore della Royal Air Force che gli riconosceva ufficialmente l'abbattimento del 23° aereo.(Recensione Mario Petrullo)
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Panorama Difesa -
Assolutamente C47 Dakota
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Barone, l'ambientazione dello Stuka pur essendo molto semplice è bellissima!
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grazie a tutti quanti ohmy.gif thumbsupsmileyanim.gif . ora stò facendo (papà permettendo, visto che lui stà facendo l' f 16) l'f4u Corsair e l' elicottero che mi piace più di tutti: l'apache tongue.gif Aspettiamo con impazienza le foto delle tue creazioni!
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Grazie della rettifica non capita tutti i giorni un luminare dell'Accademia della Crusca ! :asd: Inoltre, se si rilegge il tuo primo post, si avverte una marcata ironia nei confronti delle realizzazioni sovietiche, quindi, si poteva dedurre tutt'altra cosa rispetto a quello che volevi comunicare P.S. Quoto Pablo!
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English Electric Lightning
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MMH.. Per la verità si potrebbe utilizzare (Come insegna Barone) una basetta di quelle che ci sono dietro alle cornici per foto, ed incidere a nostro piacimento la strada, utilizzando poi le tecniche illustrate Quì
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Significa che in questo topic, non tutti i post, enfatizzavano le caratteristiche tecniche dei velivoli sovietici, ma si limitavano solo a presentarli visto che si parlava di Aviazione sovietica P.S. La prossima volta ti faccio un Disegnino, magari è più esplicito!
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:pianto: Non toccate il Gattone, per carità!
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L'Importante è che non hai cominciato con il La-5 (Overmodell all'inverosimile) oppure con lo Spit, infatti, i suddetti, sono relativamente facili da pilotare, mentre il 109 ti dà possibilità di conoscere la dinamica del gioco, anche io (Adoro il 109) iniziai con questo aereo, ti consiglio anche l'FW 190, anche se personalmente non mi ci trovo più di tanto (Magari, quando avrai fatto un pò di pratica, ti cimenterai col Mustang che nella sim. non è proprio il massimo)
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Anche questo niente male Iscandar, Grazie della segnalazione!
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Guardando i video delle prove, si rimane impressionati dalla capacità d'arresto di questo Giubbotto antiproiettili, inoltre , la sua flessibilità permette di avere una modularità senza precedenti, infatti sono allo studio protezioni per vari parti del corpo!
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Assolutamente, appena finisco di lavorare mi precipito dal giornalaio di fiducia! -
Dai su Marvin, non sempre le citazioni sono state accompagnate dal plauso generale degli spettatori, tranne che in qualche caso sporadico, di solito ci sono state citazioni imparziali Su questo non ci piove, ma non bisogna generalizzare su tutto il parco macchine, anche perchè alcuni aerei non erano tanto male! (Personalmente li ritengo di gran lunga inferiori alla contromparte germanica) Il Tu-4 naque dai 3 bombardieri costretti ad atterrare in territorio sovietico durante la campagna contro il Giappone: gli equipaggi vennero rilasciati ma gli aerei, essendo l'URSS neutrale, vennero trattenuti. I sovietici subito compresero che l'aereo in questione era molto più moderno di quanto potessero costruire autonomamente. Stalin non riuscì ad acquistare i B-29 dagli statunitensi, né ottenne progetti su cui lavorare in maniera autorizzata: ordinò così di copiare le macchine in loro possesso. Il lavoro venne svolto con grande priorità e impegno, e le difficoltà non mancarono: basti pensare alla necessità di convertire tutte le dimensioni della macchina USA da anglosassoni a metriche, con la necessità di appesantire l'aereo perché le correzioni dovevano essere in generale al rialzo, altrimenti il nuovo velivolo rischiava di ritrovarsi con insormantabili problemi di debolezza strutturale. Nonostante tutto riuscirono nell'intento di peggiorarlo, inoltre come ho riportato prima, si avvalsero di molte tecnologie tedesche nel periodo post-bellico, per cercare di colmare il divario con l'occidente per quanto riguarda la nuova frontiera degli aerei a reazione
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Airbus A319-111
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KLM!
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Il miglior asso della caccia notturna tedesca fu il maggiore Heinz Wolfgang Schnaufer, che venne trasferito alla Nachtjagdverband nella primavera del 1942. Durante il suo primo anno di servizio presso il II/NJG 1 riuscì ad abbattere solo 21 aerei della Raf, ma negli ultimi due anni di guerra aggiunse al suo bottino esattamente altri 100 bombardieri in sole 164 sortite. Il suo operatore radio, Fritz Rumpelhardt, condivise con lui tutte le vittorie ed il suo mitragliere, Wilhelm Gansler, ben 98. Entrambi gli aviatori (Rumpelhardt e Gansler) furono decorati con la Croce di Cavaliere, mentre Schnaufer si fregiò della Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti (La Massima onoreficenza militare germanica). Tabella Abbattimenti!
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In queste frasi Marvin, incarni perfettamente il mio pensiero, ed è quello che effettivamente sostenevo in qualche post precedente!
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Dragon Skin Body Armor: Questo giubbotto antiproiettili è utilizzato dai servizi segreti e da altri gruppi ad alto rischio, ma non è stato accettato dai Marines dopo la prova preliminare. È conformato da piccoli dischi circolari fatti di un carburo di silicio ceramica sovrapposti come le scaglie. La particolare disposizione dà alla protezione un'alta flessibilità che le permette di attutire colpi multipli. Io ho trovato qualcosa di interessante Quì e Quì Quì invece ci sono i test effettuati dalla Pinnacle Armor Articolo inerente allo stop posto dai Marines al Prodotto della Pinnacle Armor Quì
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Certo che si! Born to be wild!