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Blue Sky

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Tutti i contenuti di Blue Sky

  1. Blue Sky

    il canto del 104g

    F-4 Phantom Blue Angels & Thunderbirds (Chiudo OT)
  2. Blue Sky

    Mostra Modellismo Statico

    Mi sembra una trovata a dir poco geniale!
  3. Blue Sky

    Nose Art

    "Wiked Woman" Playmate "Comin Over Hun" "Tondelayo" "In The Mool" (Mi scuso nell'eventualità di un Nose Art già postato, in quanto tenere il conto ormai è diventata un'impresa )
  4. Blue Sky

    Aerei da trasporto

    :asd: :asd:
  5. Blue Sky

    World War II Aces

    GIORGIO GRAFFER Giorgio Graffer (Trento, 14 maggio 1912 – Albania, 28 novembre 1940) è stato un aviatore italiano. Capitano della Regia Aeronautica, fu un asso della seconda guerra mondiale decorato con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria. Proveniente dal corso Leone della Accademia Aeronautica, venne assegnato al 53° Stormo caccia e nel 1940 era il capitano comandante della 365a Squadriglia del 150° Gruppo che utilizzava i Fiat C.R.42. Inizialmente di base sull'Aeroporto di Torino-Caselle iniziò ad operare dal 15 giugno 1940 nelle operazioni contro la Francia, contribuendo inizialmente ad abbattere 4 aerei Morane-Saulnier M.S.406. La notte tra il 13 e il 14 agosto 1940, nel corso di una missione notturna, tentò di abbattere un bombardiere Armstrong Whitworth AW.38 Whitley con il fuoco delle mitragliatrici, non riuscendovi, si lanciò con il suo aereo contro quello nemico, salvandosi con il paracadute e causando gravi danni all'aereo nemico che, dopo un lungo volo attraverso la Francia di ritorno verso l'Inghilterra, finì per precipitare in mare davanti alle coste del Kent. L'episodio è considerato il primo esempio di combattimento aereo notturno della Regia Aeronautica e fruttò la medaglia di bronzo al valor militare a Graffer Il 23 ottobre 1940, il 150° Gruppo si rischierò in Albania come unità autonoma. Il 2 novembre Graffer venne accreditato dell'abbattimento di 3 PZL P.24 portando così il suo totale a 5 aerei abbattuti più altri 4 condivisi Il 28 novembre sei Gloster Gladiator si scontrarono con i dieci CR.42 della squadriglia comandata dal capitano Graffer sui cieli di Delvinakion. Nel combattimento che ne risultò, vennero abbattuti 3 CR.42 italiani e su uno di essi perse la vita Giorgio Graffer.[1] Venne decorato con la massima onorificenza militare con la seguente motivazione: Medaglia d'oro al valor militare «Capitano Pilota, cacciatore audacissimo, Comandante di Squadriglia distintosi già in precedenti azioni di guerra, partiva volontariamente in voli, in piena notte, in caccia di velivoli nemici che stavano bombardando una nostra importante città. Avvistato un apparecchio lo attaccava decisamente, persistendo nella lotta fino a che, con il proprio apparecchio danneggiato e le armi inutilizzate dal fuoco avversario, deciso a vincere ad ogni costo, faceva della sua macchina e del suo corpo l'arma suprema per distruggere il nemico con l'urto. Con disperata volontà fallito il primo tentativo, ritentava la prova e mentre il suo apparecchio precipitava al suolo, trovava nel paracadute la salvezza che aveva superbamente disdegnato durante la lotta. Successivamente, nei cieli di Albania, in aspra lotta con nemici superiori, precipitava in combattimento alla testa della formazione che da lui guidata aveva abbattuti già tre velivoli nemici. Leggendario esempio di virtù guerriere.» Cielo di Albania, 28 novembre 1940.(Wiki) Biplane Fighter Aces (Contiene tabella abbattimenti!)
  6. Blue Sky

    Nose Art

    Grandioso Legolas! Assolutamente! :asd: :asd: Devi sapere Lender, che ho sempre avuto un debole per le infermierine! Questa è per Pap. (Non sbavare sulla tastiera mi raccomando! ) Code-One-Candy!
  7. Blue Sky

    Aerei da trasporto

    E' Vero Chaffe, può capitare involontariamente di volare su un aereo con il quale è stato scritto un pezzo di Storia!
  8. Blue Sky

    un nuovo p51 nascerà

    Spiegazione Accademica!
  9. Blue Sky

    Nose Art

    Wow Legolas, Liberty Belle è Favolosa! Tornado GR 4 (Non ricordo se già postato) Tornado GR4 Tornado F3 Nimrod Mr 2
  10. Blue Sky

    Nose Art

    In tutti i sensi!!! :asd:
  11. Blue Sky

    info insegne Sabre

    Vedi Iscandar, fino a quando si tratta della coda si può rimediare, ma per il tettuccio, non si può fare gran che considerando anche la scala in cui sono riprodotti!
  12. Aspettiamo tutti con le dita incrociate
  13. Blue Sky

    Nose Art

    Questa è per te Legolas, ti presento "Emma" :asd: Tornado Nose Art!
  14. Blue Sky

    un nuovo p51 nascerà

    Puoi sempre comprarne delle altre!
  15. Blue Sky

    Nose Art

    Ciao Pablo!!!! It's Show Time!
  16. Blue Sky

    Nose Art

    Wonderous Wanda
  17. Blue Sky

    U2

    Grazie a te!
  18. Blue Sky

    U2

    Non male! Anche se per poche € di differenza ti consiglio il Kit SR-71 della Hasegawa
  19. :asd: :asd: :asd: Sei incorreggibile Pap. :sm:
  20. Blue Sky

    Aerei da trasporto

    DC-3-65TP, N145RD has been modified with turbo-prop engines and five-bladed propellers.
  21. Blue Sky

    World War II Aces

    Luigi Caneppele Macchi della squadriglia "Gigi tre Osei" Il distintivo del 150° Gruppo Caccia è di quelli che non possono essere compresi se non se ne conosce la storia. E la storia è questa: "Gigi tre osei" era un ufficiale di complemento. Era precisamente il sottotenente pilota Luigi Caneppele, un aliantistica olimpionico che, dopo essersi laureato in ingegneria aeronautica, aveva deciso che l’allora Regia Aeronautica Militare poteva offrirgli qualcosa di più e di ben diverso dal comodo impiego di Ufficiale tecnico a cui il titolo di studio gli avrebbe dato diritto. Aveva dunque conseguito il brevetto di pilota militare ed era capitato al 150° Gruppo quando questi si trovava a Caselle Torinese. S'era presentato al reparto portando sulla tuta il distintivo di aliantista in possesso del brevetto Con Tre aquile stilizzate, ma stilizzate al punto che avevano dovuto chiedergli che cosa diavolo fossero. "Tre osei" aveva risposto Caneppele nel suo bel dialetto. E da quel giorno era diventato per tutti "Gigi tre osei". Quando a un reparto un nomignolo sostituisce il cognome, vuol dire che il più è fatto. Gigi era trentino, era biondo, era alto, era sempre pronto al volo, al canto e all’amore come le creature felici. Gigi era tanto in gamba che, qualche tempo dopo, dovettero trasferirlo ad un Gruppo di nuova formazione perchè addestrasse i giovani piloti. Col nuovo Gruppo partì per la guerra, combattè in Tunisia, prese la prima medaglia, poi fu trasferito in Africa col 2° Stormo, continuò a combattere e tornò infine a Caselle per un periodo di riposo. Ma durante il riposo si lasciò un giorno prendere la mano dal cavallo rosso dell’entusiasmo e, salito su un biplano, si mise a fare a gara con le rondini. Le rondini, lo sapete, volano basse e si posano sui fili; Gigi cercò di posarsi sui fili a sua volta, ma era più pesante delle rondini e ne venne fuori una scassata, un rapporto incidente di volo, una busta gialla di arresti e un trasferimento ad un reparto di idrovolanti in cui bisogna volare piatti per forza. In questi casi non si transige. Chi giudica e punisce, dimentica che ai suoi tempi ha fatto anche lui le puntate, o ricorda di averle fatte e di essere andato a finire dentro. Pensa che quelli erano bei tempi, si lascia per un momento prendere dalla nostalgia, poi si scuote, ridiventa burbero e prende "i provvedimenti del caso". Sotto sotto però sorride al pensiero che, se quell’altro non è un pollo, alla caccia ci tornerà lo stesso. E Gigi ci tornò. Ci tornò qualche tempo dopo nella maniera meno ortodossa e più impensata, ma ci tornò. Il suo vecchio Gruppo, il 150°, si trasferiva in Africa. Su uno dei campi tappa il comandante era sceso dall’apparecchio, era andato a far pipì, aveva dato disposizioni per il rifornimento e stava attendendo l’ordine di partenza, quando si vide arrivare davanti Gigi. Un Gigi irriconoscibile, demoralizzato e abbattuto che si dava pugni in testa e diceva che lì sarebbe morto d’inedia. "Comandante, mi porti con lei in Africa". "In Africa? Ma che sei matto?". "Comandante, sono matto. Mi porti con lei in Africa; rinsavirò". "Ma come vuoi che faccia?". "Faccia come vuole, comandante, ma non mi lasci qui". "No senti: adesso tu rimani qui. Vuol dire che ti richiederò e raggiungerai il Gruppo laggiù". "Comandante non chieda niente, mi porti via subito". "Subito? E’ una parola!". "Si comandante; è una parola, una sola, bellissima. Subito! Sente come è bella?". "Eh, lo sento! Ma poi chi li sente i signori superiori?". "Comandante, li sentiremo insieme, li sentiremo con tutto il Gruppo schierato, li sentiremo come vorrà lei, ma adesso mi porti in Africa!". E così per ore intere, al circolo, a mensa, in cameretta, sul prato, al comando, dovunque il comandante andasse, l’altro gli stava dietro e continuava quella lagna. A volte, lo sapete, ci si mette di mezzo il diavolo. Mentre il Gruppo è lì in attesa di spiccare l’ultimo balzo, si ammala uno degli ufficiali, il comandante lotta con se stesso, riflette, scuote la testa, vede che l’ufficiale non guarisce, ci ripensa, poi di colpo decide e dice a Gigi di tenersi pronto a partire. Gigi si schiaffa sull’attenti di fronte al comandante, lo abbraccia con gli occhi, lo bacia con il pensiero, schizza in cameretta, fa fagotto e l’indomani all’alba parte per l’Africa. La bomba scoppia qualche mese dopo, mentre il 150° è in piena attività di guerra. Gigi, che porta sempre il suo vecchio distintivo di aliantista, è il più audace, il più instancabile, il più valoroso pilota del reparto. I "tre osei" sono sempre in volo con lui e attaccano, mitragliano, giostrano, s’impennano, picchiano, battono ormai qualsiasi tipo di rondine che sorvoli la gialla crosta del deserto. Quando scoppia la bomba, Gigi è preoccupato per il comandante. Va a finire che se fanno tanto di impuntarsi, lo trasferiscono un’altra volta. In ogni modo non può far altro che continuare a fare la guerra, scrivere una dichiarazione giustificativa, attaccarsi a tutte le maniglie possibili. La guerra continua, il suo gruppo fa miracoli, ottiene una citazione sul bollettino e finalmente la burrasca si placa. Gigi rimarrà con loro. Rimarrà con loro continuando a combattere con quell’entusiasmo che non può essere descritto a parole, perchè con certe cose non ci si può misurare a parole. Rimarrà con loro fino a quando, durante un volo di trasferimento su un campo avanzato, volo per il quale si era offerto volontario perchè era indispensabile trasportarvi subito gli specialisti del gruppo, cadrà nel tentativo di portare a termine a qualunque costo la missione che gli era stata affidata. Buona parte degli specialisti si salva grazie al suo sacrificio. Dopo la sua scomparsa, il sottotenente Di Robilant, che era l’ufficiale sul cui apparecchio Gigi si era trasferito in Africa e sul quale aveva combattuto, volle ricordarlo facendo disegnare sull’apparecchio stesso i famosi "tre osei". Subito dopo, con l’aggiunta di un nome, di una palma e di qualche duna, nacque spontaneo e bellissimo il distintivo del 150° Gruppo, i cui piloti hanno voluto fare in modo che "Gigi tre osei" rimanesse sempre con loro, anche dopo l’ultimo, definitivo trasferimento.(Franco Pagliano) (Tratto dal Giornale "Le Vie dell'Aria" 21 Marzo 1943)
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