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Straordinaria (e inusuale) attività della flotta russa
Rick86 ha risposto a Rick86 nella discussione Marina Militare
Forse ho capito male io Picpus ma non definirei la marina russa "costiera" EDIT: scusa, ho letto ora che ti riferivi al post di Lev: Beh.... ce ne vuole di fantasia per definire un incrociatore da battaglia a propulsione nucleare grosso quanto la Cavour "Marina costiera". E poi, scusami Lev, gli SSK sono le armi di una marina costiera, non gli SSN. Ah, lasciando stare gli Slava, i Kara, gli Udaloy, i Sovremny, la Kuznetov..... -
Forze aeree russe - discussione ufficiale
Rick86 ha risposto a lender nella discussione Aeronautica Militare
Secondo Globalsecurity, questa dovrebbe essere la situazione dell'aeronautica russa al 2010: Bombers 625 Ground Attack 1,100 Fighters 1,390 ECM 60 Airborne Early Warning and Control 20 Reconnaissance 405 ASW 50 Tankers 30 Transport 1,430 Training 1,120 Naturalmente in mezzo c'è un po di tutto, da vecchi aerei di risibile valore bellico agli ultimi (e temibilissimi) derivati dei Flanker. Andando a curiosare sulla lista scopriamo che questi sono i veicoli più rappresentativi: 321 Su-27 Flanker 266 Mig-29 188 Mig 31 In fondo compare questa nota: ------------------------------------------------------------------------------------------ Cambiamo sito e passiamo a quello per eccellenza di fonte russa, warfare.ru: Su-27: 449 Su-30: 9 Su-35: 12 Mig-29 / Mig-35: 380 (purtroppo sono mischiati) Mig-31: 286 Tu-160 (i backfire): 18 Questo sito pare più aggiornato di globalsecurity; iniziano ad apparire i primi Su-30 e Su-35 in servizio (0 sul sito americano) ma i numeri dei Flanker e dei Fulcrum in servizio sono molto più alti. A livello generale mi da: 1177 caccia (notare che sono meno di quelli segnalati da globalsecurity, anche se di qualità migliore; un altro indizio che questo sito è più aggiornato) 666 Bombardieri 256 aerei d'attacco Per chi ha voglia di leggere, segue la lista con tutti i reparti attualmente attivi, il numero di aerei in dotazione, base e, a volte, addirittura il nome del comandante. State of the russian air force -
Straordinaria (e inusuale) attività della flotta russa
Rick86 ha risposto a Rick86 nella discussione Marina Militare
Ok Lev il discorso è un po più complicato. La Marina russa non poteva e sopratutto non voleva effettuare Sea Control e proiezione dal mare come le marine occidentali. Non poteva perchè il distacco dalla marina americana sommata a quella inglese, francese ed italiana era incolmabile. Non voleva perchè non ne aveva necessità. Loro confinano o possono facilmente raggiungere via terra qualsiasi paese dove avrebbero ragione di intervenire. Gli americani per arrivare in Europa dovevano attraversare l'Atlantico. Lo stesso vale per il Medio Oriente, mentre tra San Francisco e il Giappone c'è il Pacifico. De facto sono un'isola, esattamente come la Gran Bretagna. Da qui la necessità di controllare il mare. Il compito della marina russa era opposto, ovvero quello di impedire (interdire è il termine corretto) agli americani l'uso del mare. Impedire ai rinforzi USA di raggiungere l'Europa Occidentale (REFORGER) avrebbe significato la vittoria dei sovietici nel giro di un paio di settimane. Da qui l'enormità della flotta sottomarina sovietica (l'arma d'eccellenza per il sea denial). Per quel che riguarda le grandi navi di superficie la ragione era identica: non attaccare dal mare un territorio (la ragion d'essere di una portaerei americana) ma distruggere il naviglio alleato. Pensa che la Kuznetov, unica PA russa, non è neanche in grado di impiegare aerei d'attacco al suolo ma solo Suckoi con missili aria/aria; serviva solo come nave scorta di lusso ai Kirov. E i Kirov, fondamentalmente, servivano per mandare ai pesci una CV americana. -
Concordo, salvo casi particolari dettati dal rifiuto politico di un aereo "offensivo" (Austria) l'F-35 è un'ottima scelta in caso di monolinea, anche se non l'unica possibile. Ma il mix Hi/lo (che in America si chiama F-22/F-35, da noi e in Inghilterra EF-2000/F-35) mi pare la scelta migliore per le aeronautiche maggiori.
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La Lockheed può fare tutti i proclami trionfalistici che vuole, ma chiunque abbia la pazienza di dare una occhiata alla caratteristiche dell'F-35 può facilmente rendersi conto del contrario. Potenza del motore, velocità massima e, sopratutto rateo di salita (che, anche se non dichiarato ufficialmente è facilmente ipotizzabile) non ne fanno un intercettore. Certo, ha un gran radar e gli AMRAAM ma non è che ogni missile BVR lanciato è un aereo distrutto. Se così fosse le aeronautiche si limiterebbero a costruire tanti bei concorde invece di spendere cifre astronomiche nello sviluppo degli ipermanovrabili F-22, EF-2000 e Suckoi solo per citare i principali contendenti. Di più, una volta lanciato un missile BVR l'aereo, stealth o no, cessa di essere invisibile in quanto il missile, a guida radar attiva, viene rilevato dall'aereo avversario che, prima di effettuare manovre evasive, ha il tempo di lanciare un missile di risposta. Sull'argomento, da ausairpower, (Russian philosophy of BVR air combat) traggo: L'F-35 è uno straordinario aereo per l'attacco al suolo, e perfettamente in grado di difendersi se attaccato da un altro aereo; ma da qui a vederlo come un caccia per la superiorità aerea ne passa di strada
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Sottomarino sconosciuto in acque giapponesi
Rick86 ha risposto a picpus nella discussione Marina Militare
Al 99% dei casi era cinese il sottomarino. Comunque quest'episodio mostra un paio di cose: - la pochezza delle capacità ASW della Marina Giapponese (e dei suoi DDG simil-Burke sui quali è centrata) - la difficoltà di individuare un som diesel-elettrico. Dico diesel-elettrico perchè, per quanto incompetenti, non posso credere che i giapponesi non siano in grado di rilevare un Han, uno tra i sottomarini peggio costruiti e più rumorosi che esistano -
Sentite so che è difficile ma, per favore, invece di criticare in toto i sindacati, potete usare la parola CGIL? La UIL e la CISL l'hanno firmato il contratto e secondo me ne usciranno notevolmente rinforzati da questa crisi. Idem per l'UGL che per la prima volta è riuscita a farsi ammettere nel club dei sindacati maggiori. Ripeto, comportamento, giudizio ed opinione della CGIL sono una cosa. Comportamento, giudizio ed opinione di CISL-UIL sono cosa ben diversa
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Ecco quello che succederà. Nel giro di 3 - 7 giorni la verranno terminate le scorte di liquidità. Stando alle dichiarazioni di Fantozzi si dovrebbe riuscire a superare il week-end. Il 22 l'ENAC revocherà ad Alitalia la licenza per volare e Fantozzi sarà obbligato ad avviare la procedura fallimentare. E' probabile che l'esaurimento delle liquidità e la revoca dell'ENAC arriveranno nello stesso giorno, Lunedì 22 Settembre 2008. Quel giorno Alitalia morirà. Gli aeroplani resteranno a terra, dipendenti non riceveranno più lo stipendio e migliaia di passeggeri non partiranno. A quel punto il curatore fallimentare sarà obbligato a svendere gli asset della compagnia per far cassa con cui pagare i debitori, secondo un preciso ordine di precedenza. La società verrà letteralmente smembrata, chiunque avrà contante potrà farsi avanti e comprare anche un solo aereo. Sicuramente le maggiori compagnie europee si butteranno come falchi sugli slot migliori, in particolare quelli internazionali. E' probabile che particolari rotte verranno comprate con la sola intenzione di lasciarle vuote per obbligare i passeggeri a partire da altri aeroporti, come per esempio il Charles de Gaulle di Parigi. Malpensa e Linate perderanno il grosso del loro traffico aereo e questa sarà una catastrofe per l'intero nord Italia. C'è il rischio che si riducano (sopratutto Malpensa) a meri aeroporti di collegamento infra-europei con voli da e per i maggiori aeroporti comunitari, oltre ovviamente ai voli nazionali. I danni saranno pesanti anche per Fiumicino, ma, vista la sua posizione defilata, le istituzioni politiche della capitale (ambasciate, FAO, ecc.) e l'attrattività turistica di Roma, saranno molto minori rispetto allo tsunami che colpirà il Nord Italia. Quanto agli aeroplani verranno venduti a bocconi: i pezzi migliori andranno via rapidamente, i vecchi MD-80 saranno svenduti per un tozzo di pane. C'è anche la possibilità che l'AMI ne compri qualcuno (specialmente i 767-ER). Degli altri asset, ci sono tenui possibilità che due strutture ausiliarie (Alitech e la divisione cargo) vengano comprate "tutte insieme" da un unico compratore: briciole comunque rispetto alla polverizzazione del grosso della compagnia. E in quanto ai lavoratori che oggi festeggiano.... ci ritroveremo con 20.000 persone a spasso e sarà una catastrofe nazionale visto che dovremo garantire un'adeguata copertura sociale a queste persone. E' paradossale, ne siamo usciti abbastanza bene dalla catastrofe del sistema bancario americano e guarda che va a succedere. E fra 20 anni a mio figlio che mi chiederà "Papà perchè tutti i paesi hanno la loro compagnia aerea e noi no?" a me toccherà raccontagli la storia di una grande compagnia con una grossa A verde sulla coda dei suoi jet, dei suoi momenti di gloria, dei suoi killer e dei suoi becchini. Signori, con Alitalia se ne va un pezzo del paese, è un po la fine di un epoca, e non avete idea dell'amarezza che provo nel sapere che è finita così, a mezzo metro dalla salvezza. -------------------------------------- Mi scuso sopratutto con Paperinik per questo post crudo (mi sembra un film horror, solo che è tutto vero) ma è necessario che la gente capisca la catastrofe a cui stiamo andando incontro. :pianto:
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Non ho bisogno di aggiungere altro
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CRISI FINANZIARIA 2008 - Topic Ufficiale -
Rick86 ha risposto a Leviathan nella discussione Discussioni a tema
Continuo imperterrito a parlare dell'argomento del topic Vedi Pap non è solo la banca in se il problema, quanto le conseguenze che tale tracollo avrà. I 100 miliardi di euro di liquidità immessi dalla sola BCE (aggiungendo la Banca d'Inghilterra e la FED sfioriamo i 200mld) saranno anche un toccasana per gli investitori e le banche ma rischiano di peggiorare l'inflazione (4.1% più di 10 anni che non si vedeva qualcosa di simile, vado a memoria col dato ma circa siamo li). E poi l'effetto catena di tutti quegli istituti di investimento e banche esposte magari anche pesantemente con la Lehman. E non parlo solo dei giganti come l'AGI ma anche di una miriade di istituti medio-piccoli. Quanti sopravvivranno? Ma anche i 50.000 lavoratori per strada, problema non solo sociale ma anche economico visto che senza reddito non consumi e senza consumi c'è la recessione; e tutta quella gente che aveva i risparmi in Lehaman (e non sono solo squali dell'alta finanza, oggi al TG2 hanno intervistato un poveraccio disperato perchè ha visto volatilizzarsi tutti i suoi risparmi, ovvero (soli) 25.000 dollari)? Che facciamo di loro? La FED doveva dargli una stampella anche perchè, da quello che è dato sapere, la situazione non era catastrofica. -
La cooperazione delle forze armate italiane
Rick86 ha risposto a Naifer nella discussione Marina Militare
Mah secondo me le Canadian Forces funzionano per paesi medio-piccoli e/o senza la necessità di una marina di grosse dimensioni. E, a dirla tutta, invece di creare improbabili formazioni joint tipo la FPM (Forza di proiezione dal mare) io darei tutti gli assetti ad una delle due/tre FF.AA. coinvolte senza creare inutili duplicazioni di poltrone/reparti. Per esempio tutta la fanteria da sbarco la darei in gestione alla Marina, obbligandola però ad utilizzare le strutture dell'esercito per quegli addestramenti comuni con i soldati di terra. Allo stesso modo darei tutti gli F-35B a MMI (non si capisce perchè anche l'AMI li voglia, bassa politica a parte) sempre col caveat di sfruttare al massimo quella comunanza logistica che c'è con AMI. Più che una jointness così spinta da risultare innaturale per tutte quelle forze di una certa dimensione, penso che l'obiettivo migliore per combattere gli sprechi sia eliminare le duplicazioni assegnando chiaramente compiti e responsabilità ad una delle tre FF.AA. e, di contro, obbligandole a creare strutture comuni di logistica, supporto e manutenzione quando possibile. -
One of the most beautiful fighter jet of all times.The skies will never be the same without them. F-14 TRIBUTE Quanto al tacchino...... :sm: quale animale associ all'hornet allora? Uno di quegli uccelli con le ali ma che non vola al massimo...
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CRISI FINANZIARIA 2008 - Topic Ufficiale -
Rick86 ha risposto a Leviathan nella discussione Discussioni a tema
Tornando In Topic, prima che i moderatori ci spazzolino, vorrei dire la mia. Odio ammetterlo ma Tremonti su questo punto ha ragione, il libero mercato puro senza freni ne controlli da parte statale produce disastri; se lasciata a se stessa, il fallimento di quella banca potrebbe produrre cataclismi sia qua che in USA; ormai l'unica, a meno di improbabile salvatori, è una sia pure temporanea nazionalizzazione (come è già stato fatto per altre due banche coinvolte nella crisi dei mutui sub-prime). -
No molto semplicemente precedentemente nella discussione erano state postate alcune note teorie complottiste. Mi ero limitato a citare Crono911 e guarda un po che mi dicono.
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Picpus, c'è anche l'editoriale di Andrè Glucksman sul Corriere. Ne consiglio la lettura a tutti e a te in particolare Corriere - articolo
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GRANDE PAPERINIK!!!
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Dal forum di PdD, discussione sulla Georgia (QUA). Post del 15 settembre, h 12.50AM di Vacanziaro
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Tomahawk per la Spagna: e noi ?
Rick86 ha risposto a eagle spotters nella discussione Marina Militare
Are u mental? -
Questa è la migliore risposta possibile a quell'articolo, bravo picpus. Di inesattezze, "maliziosità" e, semplicemente, bugie (EFA alla pari di F-16 p.e.) quell'articolo è pieno. Ho come il sospetto che l'autore si sia fatto un giro qui e su Pagine di Difesa, abbia riassunto tutti i post critici relativi a questo o quell'altro sistema d'arma e abbia scritto il suo pezzo. La risposta, comunque è una sola: LE FORZE ARMATE SERVONO A DIFENDERE GLI INTERESSI DEL PAESE, NON SEMPLICEMENTE I CONFINI NAZIONALI. CERTO, L'INDIPENDENZA E' L'INTERESSE PRINCIPALE PER QUALSIASI PAESE, MA NON E' MAI L'UNICO. Per l'Italia, altri interessi possono essere: - l'apertura delle SLOC - la tranquillità dei paesi confinanti o comunque mediterranei (pensate solo all'albania o al kosovo e a dove i relativi profughi / immigrati illegali potrebbero volere andare in caso di guerra) - garantire paesi a noi amici, come Libano o Malta - rispettare gli impegni NATO
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Moderatori, ma un bel topic dedicato all'EFA su cui far confluire quella decina di discussioni oggi aperte? In ogni caso, sperando di non sbagliare, posto qua la notizia: 24 EFA T1 italiani sono ufficialmente in vendita, con l'obiettivo (dichiarato) di far cassa per poter comprare i T3. Fonte: rassegna stampa di Difesa.it
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Straordinaria (e inusuale) attività della flotta russa
Rick86 ha risposto a Rick86 nella discussione Marina Militare
Concordo, ma con un altro in riparazione destinato ad entrare in servizio con la flotta del pacifico (Warfare.ru e wiki sulla flotta russa). Altre fonti invece dicono che le riparazioni sono già state completate e che la nave è in servizio nella flotta dell'atlantico (wiki quahttp://en.wikipedia.org/wiki/Soviet_battlecruiser_Kalinin e globalsecurity). Morale se non oggi a breve i kirov sono/saranno due Da warfare.ru: (penso la più affidabile) Da Globalsecurity Quindi, correzione, 2010 o 2011 sarà in servizio ma non lo è ora -
Straordinaria (e inusuale) attività della flotta russa
Rick86 ha pubblicato una discussione in Marina Militare
Lasciamo perdere i fatti politici (alla base di molte delle operazioni descritte) e cerchiamo di fare il punto sulla condizione attuale della flotta russa. E' notizia di pochi giorni fa che in Venezuela i russi spediranno un incrociatore nucleare classe Kirov (per la precisione il Piotr Veliki) scortato da un Udaloy II: praticamente il meglio del meglio della loro flotta da combattimento; il Pietro il Grande è l'ultimo entrato in servizio dei Kirov mentre l'Udaloy è l'ultimo grande DDG varato dalla Russia (e, addirittura, l'esemplare in questione pare essere il più giovane del gruppo). Allo stesso tempo (mese più mese meno) la loro più grande unità di superficie (la portaerei Kuznetsov) sarà impegnata in visita ufficiale in Siria e già si parla di un ridispiegamento permanente in un porto siriano di questa grande unità. Infine non dimentichiamoci l'intensa attività in mar nero del Moskva (CG classe Slava) e relativa scorta a giocare al gatto e il topo con l'Us Navy. E' una operatività (per i disastrosi standard post sovietici) che penso non si sia mai vista in più di 15 anni; in pochi mesi hanno messo in mare, a volte con scarsissimo preavviso come col Moskva (a testimonianza di un ottimo livello di combat readiness) un intero gruppo da battaglia. Pensateci: nel giro di 3 - 4 mesi almeno un esemplare di tutte e tre le loro classi di maggiori unità di superficie è stato o sarà impegnato in lunghe e complicate crociere in mare, e stiamo parlando di navi costosissime da muovere, non di piccole fregate o caccia delle marine europee, ma di incrociatori e della più grossa portaerei dopo i giganti USN. Sicuramente c'è stata una grossa contrazione numerica ma, azzarderei, la notte è finita e ad est già si vedono le avvisaglie di una nuova alba. PS: stranamente la voce italiana di wiki è fatta meglio di quella inglese (storia a parte): consiglio di darci un'occhiata PS II: eccellente sito: State of the russian navy (warfare.ru) -
Alcuni Sea Harrier FA2 sono stati conservati e, in teoria, potrebbero venire rigenerati. Una parte è conservata alla RNAS Culdrose School of Flight Deck Operations (SFDO) In pratica trattasi di una riproduzione in scala 1:1 del ponte di volo di una CV classe Invincible. Scopo della scuola è insegnare agli studenti a gestire le operazioni di volo sul ponte e, per rendere più realistica la cosa, utilizzano aerei ed elicotteri veri e con motore funzionante. Alcuni esemplari sono stati invece messi in naftalina al RAF Aircraft Storage flight di Shawbury 13 sono in totale gli aerei sopravvissuti: - 9 a Culdrose (matricole XZ440, ZD611, ZE690, ZE69x, ZH796, ZH803, ZH813, ZH812, ZH809 (probabilmente non funzionante)) - 4 a Shawbury (matricole ZH811, ZH798, ZH804, ZD579)
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Gli SSN russi della classe Akula Giovanni Martinelli, 8 settembre 2008 Pagine di Difesa (www.paginedidifesa.it) Tra le tante conseguenze derivanti dalla dissoluzione dell’Unione sovietica nel 1991, una delle più note è rappresentata dai pesanti riflessi sulle condizioni delle Forze armate dei Paesi che sono nati all’indomani di quell’evento. Una sorta di regola alla quale non si è certo sottratto neanche chi può essere considerato l’erede diretto di quanto scomparso, e cioè la Russia. La grave crisi economica che precedette e fece seguito a quell’evento - e che, almeno in parte, ne costituì anche una delle cause - fini così con il coinvolgere anche il suo apparato militare, ivi compresa la componente navale ex-sovietica, in larga parte ereditata dalla neonata Voyenno-morskoy flot (Vmf) rossii, la Marina militare della federazione russa. E all’interno di quest’ultima, particolarmente colpita fu quella componente subacquea che dovette fare i conti soprattutto con gli elevati costi di costruzione e di gestione tipici delle unità a propulsione nucleare; fu così che la costruzione di non pochi sottomarini venne interrotta e diversi di quelli già in servizio furono gradualmente fermati. Sorte alla quale non è sfuggita neanche la classe Akula e i battelli che la compongono. È tuttavia preferibile fare subito una precisazione: quando si parla di sottomarini russi, una delle regole da utilizzare è rappresentata dall’esteso uso del condizionale. La segretezza, per certi versi il mistero, che da sempre avvolge questo settore, impedisce spesso di ricostruire il numero di unità effettivamente costruite, il loro nome e/o distintivo ottico di fiancata, le loro caratteristiche o anche il loro attuale status operativo. A ogni modo, il progetto dei sottomarini Project 971 Shuka B - il nome Akula è quello utilizzato in ambito Nato - risale alla fine degli anni 70; all’epoca l’Unione Sovietica era impegnata in un consistente processo di potenziamento del proprio strumento militare. E quello subacqueo era uno dei settori privilegiati in termini di ricerca tecnologica e di risorse, con l’obbiettivo di disporre di nuove piattaforme in grado di reggere il confronto con le analoghe realizzazioni americane. Silenziosità, prestazioni elevate e armamento poderoso erano i tratti salienti di questo sforzo e proprio gli Akula, nel settore dei sottomarini d’attacco a propulsione nucleare, e i Typhoon, in quello delle unità lanciamissili balistici, ne diventano i simboli. La loro apparizione fece, all’epoca, molto scalpore in Occidente, destando anche non poche preoccupazioni viste le notevoli capacità. Fu il Malakhit Design Bureau a occuparsi della progettazione delle unità, la cui costruzione venne poi affidata ai cantieri Amur di Komsomolsk-on-Amur e a quelli Sevmash di Severodvinsk; a partire del 1993, solo questi ultimi proseguiranno con l’allestimento delle successive piattaforme. Da un punto di vista tecnico, l’elemento distintivo degli Akula è rappresentato dalla presenza di un doppio scafo: in quello interno - suddiviso a sua volta in sette compartimenti - sono posizionati gli alloggi e i locali operativi, la camera di lancio dei siluri e l’apparato propulsore, mentre tra quello interno e quello esterno sono posizionate le casse di zavorra e il riduttore. I pregi di una tale soluzione consistono in un significativo aumento della riserva di galleggiabilità e in una maggiore robustezza, sia nel caso di impatto di un siluro sia in termini di profondità massima raggiungibile (stimata in oltre 500 metri, 600 quella di rottura). D’altro canto esso richiede una maggiore potenza installata, oltre a un possibile aumento del rumore in corrispondenza dei passaggi d’acqua fra i due scafi; a tale scopo, gli Akula sono dotati di apposite coperture flessibili. Da notare come al tempo fosse in fase di realizzazione di un’altra classe di Ssn, i Sierra; anche’essi presentavano la soluzione del doppio scafo che però era realizzato in leghe di titanio. Proprio le difficoltà incontrate con i Sierra, legate alla produzione in quantità sufficienti di tali leghe, alle relative tecniche di lavorazione nonché ai costi elevati, condussero alla realizzazione degli Akula, per i quali venne invece usato acciaio a elevata resistenza. Ma un'altra caratteristica importante di questi sottomarini è la silenziosità, raggiunta grazie a un accurato disegno delle linee esterne (con forme avanzate per la vela), a un affinamento delle componenti meccaniche, all’uso di piastrelle anecoiche nonché, solo sugli ultimi esemplari e non confermato, a un sistema di riduzione del rumore. Anche in questo caso tuttavia, i giudizi divergono; alcune fonti li ritengono - soprattutto gli ultimi realizzati - paragonabili agli Ssn americani delle classi Improved Los Angeles e Seawolf, mentre altri sostengono che questi ultimi conserverebbero un certo margine, confermato pure dai più recenti Virginia. Si accennava ad alcune differenze tra i vari sottomarini; in effetti, si distinguono tre diverse sottoclassi: quella iniziale e cioè gli Akula I, gli Impoved Akula I (Project 971U) e gli Akula II (Project 971A o M). In totale ne dovrebbero essere stati completati - indicativamente tra il 1985 e il 2001 - almeno 15; sette della prima serie (di cui due ancora in servizio), cinque della seconda e due della terza (tutti in servizio). Un numero imprecisato di piattaforme (da due a quattro) sarebbero ancora in fase di allestimento, ma non è chiaro se è quando verranno completate; dei nove sottomarini operativi, sei sono assegnati alla Flotta del nord e i restanti a quella del Pacifico. Gli elementi comuni a tutte le unità sono rappresentati dall’apparato di propulsione e dalla suite di sensori. Il primo risulta composto da un reattore nucleare - inizialmente si pensava che fossero due - ad acqua pressurizzata con una potenza di 190 Mw; il vapore così prodotto alimenta una turbina che sviluppa 32 Mw e due turbogeneratori da 2.000 Kw, ai quali si aggiungono altrettanti generatori ausiliari diesel da 750 Kw. Ne risultano prestazioni di assoluto rilievo, con una velocità massima in immersione stimata in 33/35 nodi, impressa da un’elica a sette pale; l’autonomia operativa è valutata in almeno 80 giorni. I sensori comprendo una suite attiva/passiva per la navigazione, sorveglianza e attacco con un sonar a prua e altri laterali; a questi se ne aggiunge uno per la scoperta delle mine e uno rimorchiato - per la sorveglianza nel settore poppiero - contenuto nel caratteristico alloggiamento posto sulla superficie di controllo di poppa; completa la dotazione un radar di scoperta di superficie. Anche in questo caso, sembra che le prestazioni dei sonar e del sistema di combattimento non siano pari a quelle dei battelli americani, con una capacità di tracciamento limitata a pochi bersagli. Da segnalare anche la suite di sistemi di comunicazione, con apparati in Vlf (very low frequency), subacquei e satellitari. Ciò che accumuna invece le prime due serie sono le dimensioni: 108 metri di lunghezza, e 13,5 di larghezza, per un dislocamento in immersione che dovrebbe essere di circa 9.100 tonnellate. La differenza consiste invece nel numero di tubi lanciasiluri, quattro da 533 mm e altrettanti da 650 sugli Akula I, ai quali se ne aggiungono altri 6 da 533 mm - ma in posizione esterna, non ricaricabili in immersione - sulla versione Improved. In dotazione vi sono almeno 40 ordigni fra missili nucleari da crociera Ss-n-21 Granat, antinave Ss-n-15 Starfish e 16 Stallion e siluri Ugst o Uset-80 e 65-76 per il contrasto, rispettivamente, di bersagli subacquei e di superficie; è inoltre presente un lanciatore spalleggiabile per missili antiaerei Sa-n-10 Igla. A questi si aggiungono i decoys per l’inganno dei siluri (che utilizzano gli stessi tubi per il lancio delle armi), un sistema di intercettazione dei sonar e un apparato Esm/Ecm (Electronic support/counter measures). Gli Akula II, infine, hanno le stesse dotazioni degli Improved ma differiscono per la presenza di un’ulteriore sezione di scafo lunga 3,7 metri, con il dislocamento in immersione che dovrebbe salire a 9.500 tonnellate. In tale sezione sarebbe contenuto proprio quel sistema di riduzione del rumore già menzionato, senza che in realtà vi siano mai state conferme in proposito. Anche il dato sul numero di uomini di equipaggio diverge a seconda delle fonti; quelle più attendibili lo indicano in poco più di 60 uomini, con differenze minime tra le varie versioni. Ma gli Akula sono tornati alla ribalta proprio di recente; l’India ha infatti da poco annunciato che il prossimo anno riceverà dalla Russia, in leasing, un battello nella versione II. L’obbiettivo è evidente: accumulare esperienza - da un punto di vista tecnologico, operativo e di addestramento dell’equipaggio - per l’Advanced technology vessel (Atv), il primo di una classe di tre sottomarini nucleari lanciamissili balistici completamente realizzati in India. E così, a distanza di 30 anni dall’inizio del suo sviluppo, la classe Akula continua a destare un certo interesse; interesse più che giustificato di fronte alle sue capacità operative che, sebbene ritenute complessivamente inferiori a quelle raggiunte in campo occidentale, restano pur sempre di tutto rilievo. Tanto che, nonostante i molti problemi, gli Akula rappresentano ancora oggi la ‘spina dorsale’ della componente subacquea d’attacco della Marina russa.
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Portaerei Cavour - discussione ufficiale
Rick86 ha risposto a typhoon nella discussione Marina Militare
Ho ricopiato, a mano da un libro, l'intera storia: 1 May - The war begins Fifteen minutes after the ships had left, the main Task Force come under attack from the air. Two French-built Dassault Mirage IIIs were homing in on us from a hundred and thirty miles out to the west. We had two Harriers at fifteen thousands feet over Port Stanley, but the incoming raiders were higher and they dived towards the two british naval pilots, firing one radar-homing Matra missile from four miles away, and another from two. The Harrier pilots, at a serious disadvantage, took evasive action and the missiles passed close by. The two pilots were also treated to a first-hand view of just how swiftly the Argentinian pilots could make their getaway, flying at supersonic speed. (...) Nonethless that had been the very first dog-fight of the war and altough it had ended indecisively, the incident had apparently show us the general tactic the Mirage pilots intended to use against the Harriers. It looked as though they planned to patrol at high altitude in order to conserve fuel, using their height and superior speed to choose their moment to attack and subsequently get away. (...) The afternoon was, however not over for theese two particular Harriers and they had to survive at a high speed pass from two further Mirage both of wich fired their missiles, happily inaccurately (...) At around 18.30Z (Zulu time = Greenwich time NdR), I was to learn much later, the High Command of the Argentinian Air Force elected to launch a full-blooded attack on the British Battle Group, much as we had originally hoped they would. They launched a fleet of some forty aircrafts against us - a flight of Canberra bombers, with Daggers, Skyhawk fighter-bombers and Mirages in support. (comunque non tutti questi aerei riuscirono a trovare la TF; i primi ad arrivare furono i Mirage) Two Harriers from 801 Squadron, piloted by flight lieutenant Paul Barton and Lieutenant Steve Thomas under the control of Glamorgan (vecchio DDG classe County, NdR), were directed on to two Mirages at around twelve thousand feet over the north coast of the islands. The first dual missile dog fight of the war thus took place high above the clouds and, thankfully, the argentinians missed again. Paul Barton's american built Sidewinder, however, blew one of the Mirage in half and he watched the two sections burst into flames. The pilot ejected to safety but it represented our first air success. Lieutenant Thomas just missed with his Sidewinder but it detonated so close to the other Mirage as to cause severe damage. Captain Garcia Cuerva nursed his aircraft back towards Port Stanley, only to be mistakenly shot down and killed by his own possibly over excited troops. (l'attacco poi, per la cronaca, continuò pochi minuti dopo con 2 o 3 formazioni da tre aerei ciascuna di Dagger coperti, in quota, da altri 2 Dagger e, due ore dopo, con 6 bombardieri Canberra. Ecco il risultato della giornata:) So far, slightly to our surprise, everyone was still alive, and the Harriers were more or less intact. (...) We had removed from the Arg's inventory one Pucara, one Mirage, one Dagger and one Canberra, with another damaged Mirage shot down by the Args themselves. -------------------------- Admiral Sandy Woodward One hundred days Harper Collins - London 2003 Pag 192 e ss.