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Pescara
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Obiettivi di wingrove
Generale di divisione aerea (9/11)
10
Reputazione Forum
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Mi duole vedere come si sia ridotto questo posto. Vorrei ricordare ai moderatori che il forum, nella sua accezione più comune, è un luogo in cui si scambiano idee. Mi duole vedere censure e minacce (alla stregua dell'assurda politica estera degli USA) da parte di chi dovrebbe invece garantire e favorire il libero scambio di idee (Mi ricorda l'ONU e l'adagio imperialista: esportiamo la democrazia). Una paternale moralista l'ho anche per i forumers, non crediate. Son venuto qui come mi capita alle volte da non loggato, nella speranza di vedere una lunga discussione, super partes e rispettosa. Delle 6 parole scritte prima del punto, si salva solo "lunga". Avrei voluto parlare con voi delle scelte (a mio parere scellerate soprattutto per quanto riguarda l'UE) militari ed economiche attuate dal mondo occidentale e di quanto sembri, invece, essere proprio Putin l'ago della bilancia che possa evitare un conflitto disastroso per il vecchio continente. Purtroppo sembra che il mio desiderio non potrà realizzarsi.
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Passaggio tornado a bassa quota
wingrove ha risposto a PJ83 nella discussione Bombardieri & Attacco al suolo
Un Tornado è la punta dell'iceberg. É ovvio fossero esperti ed altrettanto ovvio che il brevetto, per l'età divulgate e i gradi ricevuti, era da un pezzo che l'avevano. In più sarebbero andati in rappresentanza dell'AM in una esercitazione NATO e non mandi due fringuelli a far magre figure in quei contesti. Testimoni a iosa, chi dice il contatto ortogonale, chi uno schianto, chi uno scontro frontale...il prossimo avrá visto la stella cometa. Questa gente mi pare anche piuttosto spaventata e restia a dire la propria versione dei fatti nelle interviste dei TG, sarà che pressioni varie e tutte queste autorità civili e militari accorse (AMI, Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Protezione Civile) li stiano provando un bel pò. Quindi la suggestione è ai massimi livelli. L'unica verita è nelle scatole nere: una giá definita quasi illegibile. Esercitazioni a bassissima quota su centri abitati? È contro ogni logica. Mi spiace ma anche alla luce di ciò che mi è capitato ultimamente, credo che la mania top gun debba essere duramente sanzionata in AM perchè è quella che fa crepare i piloti (e abitanti) su suolo di non belligeranza. -
Passaggio tornado a bassa quota
wingrove ha risposto a PJ83 nella discussione Bombardieri & Attacco al suolo
Anche l'altro ieri c'è stato un passaggio a bassa quota con conseguente rombo assordante. Ho saputo solo oggi dello scontro in volo, non avendo visto i TG e se si preparavano ad un'esercitazione mi chiedo quale fosse l'area adibita a tale scopo. In volo da Ascoli Piceno si raggiunge il paesino dove mi trovavo in una dozzina di minuti. @ Germanico: non li ho visti, ma sono sicuro al 99% che ne fossero 2 -
Passaggio tornado a bassa quota
wingrove ha risposto a PJ83 nella discussione Bombardieri & Attacco al suolo
Proprio pochi minuti fa ce stato un sorvolo piuttosto basso (esageratamente basso) di un paio di caccia, in Val di Sangro, la cui performance ha fatto tremare per una decina di secondi i vetri di tutto il paese in cui mi trovo. È la prima volta che mi capita di assistere ad un evento simile da queste parti. Non credo fossero supersonici, credo solo fossero troppo troppo bassi. Ma per quale motivo transitare da queste parti? Non so nemmeno dirvi che roba fossero, se italiani o meno...di sicuro bimotore e di scuro belli grossi... -
Conseguenze uscite dall'unione monetaria
wingrove ha risposto a PJ83 nella discussione Discussioni a tema
Non è nemmeno così semplice Davide: Il progetto dell'Europa unita nasce dalla fine della Guerra. La Guerra è stato fattore necessario affinchè L'UE potesse farsi strada nelle menti dei popoli del continente. Nel 2050, se non avessimo iniziato subito come è successo, saremmo ancor più disuniti dal "secolo senza guerre". Perchè, a quel punto dover rinunciare alla propria indipendenza nazionale se non vi è nessuna minaccia all'orizzonte? Ma non è nemmeno detto che, senza un'Europa unita almeno economicamente, non ci sarebbero state altre scaramucce militari intraeuropee. Quindi la crescita degli anni '50 e '60 probabilmente avrebbe potuto presentarsi in modo molto più attenuato, la libera circolazione di merci e persone non si sarebbe avuta come nemmeno il progresso tecnologico avutosi con i benefici degli enormi bacini di utenti ottenibili tramite la globalizzazione. Mosse giuste perchè basate sul principio federalista. Sul governo comune. Sulla percezione di Francia e Germania quali unico stato con lo stesso interesse. Non come due soggetti separati. L'Europa, se vuol funzionare, come è stato dimostrato da quelle due agenzie, dev'essere governata in quel modo. Ma governare in quel modo significa rinunciare all'identità nazionale di governo. All'autonomia di governo. E qui nessuno c'è voluto stare. Ringraziamo De Gaulle che convinse gli altri membri fondatori ad un approccio al governo d'europa di tipo intergovernativo. Ossia di tot membri separati da barriere istituzionali, militari, economiche con una loro dignità ed autonomia governativa che si mettono d'accordo tentando di far combaciare interessi DIVERSISSIMI. Il risultato è quel che abbiamo ancora oggi: una marea di gente che sbraita, fa convegni, sedute comuni, riunioni d'urgenza e....non ne cava fuori un ragno dal buco. Perchè non c'è la coesione necessaria. Perchè si pongono, col processo sponsorizzato da De Gaulle, gli interessi nazionali PRIMA di quelli della comunità. (E ringraziamo per l'ennesima volta il revanscismo francese) Che è stato l'unico possibile. L'unico punto d'accordo era quello economico. E probabilmente anche il più importante: Come eliminare il rischio di azioni armate tra paesi? Come eliminare l'eterna rivalità Germania-Francia, che solo per l'Alsazia e la Lorena non si sa quante vite di giovanissimi figli della patria hanno spezzato? Imbrigliandoli in profondi legami economici. Il tempo poi avrebbe sanato ogni ferita. Quello che si è fatto con la CECA. Negli altri settori poi c'erano troppi scontri ideologici e pratici: Esercito: C'erano paesi che di tutto avrebbero fatto (Francia) pur di non "perdere" le proprie "gloriose" forze armate ...mescolate a quelle degli sconfitti traditori. Politica: Abbiamo appena accennato all'approccio intergovernativo quindi questa unione era stata bocciata in partenza. Ridotta partecipazione: "l'Europa" 1.0 era formata da soli sei paesi. Molto diversi fra loro: 1- un'Italia la cui credibilità era pari a quella di un traditore d'alleanze, 2- una Francia "vittoriosa" che ancora non voleva capacitarsi della fine del suo ruolo primario d'attore mondiale poichè la guerra, alla fin fine, l'aveva persa anche lei ed in un modo piuttosto "disonorevole"; 3- una Germania divisa e sconfitta, 4- da 3 attori minori fortemente provati dalla guerra: Lussemburgo, Olanda e Belgio. In partenza mancava già un grande protagonista: l'UK. Perciò si decise di perseguire l'azione nell'unico settore (l'economico) in cui nessuno aveva troppo da ridire e solo da guadagnare. E nacque il mercato unico (CEE - che poi si fuse con CECA ed Euratom nel 1965 creando la CE). E si soppressero le dogane. E si limitarono i dazi. E si cominciò (seppur molto vagamente) a fissare dei limiti alle proprie politiche economiche al fine di muoversi armoniosamente tutti assieme. Nacque lo scimmiottamento dell'EFTA7, che però nulla aveva a che vedere con l'aerea di libero scambio e di politca economica più accentrata. Il tutto funzionò tanto bene che tutti i paesi EFTA si precipitarono nella CEE. Prima fra tutte l'UK. Il punto sta nel fatto che per arrivare al fatidico 1965 tanti avevano cominciato a "scordarsi" del brutto quarto d'ora passato durante la guerra. Tutto girava troppo a gonfie vele. E se le cose vanno bene la cinghia si allarga, le preoccupazioni svaniscono e guarda caso saltano fuori i primi scissionisti e conservatori. La cosa migliore sarebbe stato chiudere tutto e subito. Nel giro di 10 anni dal 1945 dovevano nascere questi benedetti USE. Ma di fatto è stato impossibile, come lo è tutt'ora. Come nel 2009 è stata abbandonata l'unica bozza di Costituzione Europea mai creata. Come il senso di Unità si fà forte nei momenti di magra e di troppo nei tempi di vacche grasse. Quella costituzione se fosse stata valutata nel 2011 probabilmente non sarebbe stata accartocciata e buttata in un angolo. Troppe differenze, troppo orgoglio, troppa vanità e poco amor di sè. E per fortuna che non tutti l'abbiamo! Prima di poter entrare nella moneta unica ogni paese deve dimostrare carte alla mano di avere i requisiti d'entrata nell'UE e passare nel purgatorio dell'ERM per almeno 2 anni (accordo per mantenere la fluttazione del cambio euro-valuta entrante nello SME all'interno dei limiti di un +/- 15%) senza mai aver svalutato la propria moneta e rispettare al momento dell'adozione dell'euro ben 5 criteri: tra i quali i ben mediaticamente noti rapporti deficit/pil e tasso inflazionistico medio. Pensa se dessimo l'euro alla Polonia o alla Repubblica Ceca in questo preciso istante. Ci sarebbe una catastrofe. Probabilmente identica a quella Greca che, sinceramente, non avrebbe mai dovuto organizzare quelle benedette Olimpiadi, origine di tutti i mali. L'Italia al contrario di quel che dicono M5S e Lega...dovrebbe andare fino a Lourdes a ringraziare chi di dovere di far parte dell'euro. Perchè solo grazie ad una rigida disciplina (autonoma ed indipendente dai governi) garantita dalla BCE si può star tranquilli. L'unica brutta strada la si può imboccare PERSEVERANDO in quella italiana: PA allo sfascio, evasione fiscale, tassazione da sfiato, tessuto industriale non supportato da servizi reali, detassazione, mercato del lavoro dinamico, fluid, dove un disoccupato una volta cacciato dall'azienda (che ha tutto il diritto di farlo pena la sua salute e redditività) tempo 3 mesi è già bello contento in un'altra azienda. Magari non in italia. in Belgio. Perchè seguendo i dettami europeisti, non si scoraggia, pensa in grande, coltiva le lingue e si costruisce la sua strada. Spero di applicare ogni singola parola detta fin qui alla mia vita professionale. Ed ho finalmente capito su COSA bisogna insistere attraverso lo studio, su quali valori bisogna contare, quali pensieri difendere. O.T. Il problema italiano più grande in assoluto è la mentalità degli italiani stessi. In particolare di quelli del centro-sud. Perchè quelli settentrionali, come ho avuto modo di vedere, vivono la propria vita a dimensione europea. Non si preoccupano, non vedono la vita perennemente nera, non la passano a far la formichina dando credito ai luoghi comuni dell'investimento del ceto medio, ritrovandosi nei momenti di magra con un pugno di mosche in mano e l'acqua alla gola, aggrappandosi al primo sindacato che trovano pregandolo di costringere l'azienda (povera malcapitata) per cui lavorano a scucire più soldi o a riassumerli. Ed ancora: L'Italia non ha il problema della fuga di cervelli. Tecnicamente non se ne dovrebbe nemmeno parlare. Perchè i "cervelli" fuggono dove c'è bisogno di loro. La preoccupazione è se escono al di fuori dell'europa. Perche non vi sono ritorni di alcun tipo in quel modo. Tutto ciò che l'italia deve fare è sponsorizzare al massimo grado quei meravigliosi ed unici al mondo agglomerati di aziendine, che alla faccia degli "economisti da salotto tv" sono il meglio che possiamo offrire: in termini di innovazione, qualità, flessibilità. E questo "meglio che possiamo offrire" non deve essere confuso col "non c'è niente di più che possiamo fare" ma con "è il meglio che si possa trovare girando per il mondo". Non troverai mai un'azienda italiana che sappia inventarti un prodotto da zero e venderlo su scala mondiale. Troverai quelle aziende che però sapranno riprendere un prodotto già inventato e migliorartelo fino a farti stropicciare gli occhi dalla meraviglia (mobili, vestiti, auto, meccanica di precisione, biomedicale, gioielleria) Quindi cari "cervelli" mi spiace tanto se le vostre invenzioni e ricerche prenderanno vita negli USA...ma è meglio così...perchè altrimenti qui non sarebbero mai sorte...appunto perchè il nostro tessuto industriale e sociale non si sposa minimante con le imprese innovative...quelle capital-intensive e non dovremmo tentare di stravolgerlo buttandoci in una scommessa già persa (se si fosse potuta vincere fabbriche come Olivetti non starebbero dove sono ora) distruggendo quel che di buono invece c'è e funziona. Mi scuso se l'ultima parte non è pertinente con la discussione ma mi è valso come "sfogo" -
Conseguenze uscite dall'unione monetaria
wingrove ha risposto a PJ83 nella discussione Discussioni a tema
Il fine ultimo dell' "allargamento a tutti i costi" è la costituzione di una sorta di Stati Uniti d'Europa, come l'avevano progettata i padri fondatori dell'Europa, uno scimmiottamento statunitense sotto certi aspetti, ma per altri un traguardo che, se portato a compimento, dovrebbe passare alla Storia per i millenni a venire. Ma non sono d'accordo sull'espressione "allargamento a tutti i costi". Il più importante allargamento che l'UE ricordi dal trattato di Roma è l'annessione dei paesi ex-sovietici nel 2004. Contando poi che dalla dissoluzione URSS erano trascorsi 13 anni, questo lasso di tempo mi pare essere molto più attendista di quanto si dica in giro. La frattura generazionale non è tanto dovuta al concetto d'Europa in sè, quanto ai movimenti politici, pseudo-politici e alla concezione della vita dei nostri nonni o bisnonni ed anche dei genitori a volte (se più che 40enni). La vita dei nostri antenati più lontani, spesso, era di estrazione rurale. Una volta finita la Guerra (fattore scatenante del movimento Europeista) sono tornati alle loro case ed hanno continuato a far quel che facevano prima: lavorare, metter al mondo i figli e morire. Sempre nello stesso posto, facendo andare a scuola i bambini sempre nello stesso paesello o cittadina, facendosi seppellire sempre nello stesso paesello. In italia poi, c'è un campanilismo da paura. Non ci si schioderebbe dal proprio habitat di nascita nemmeno se calasse il Padre eterno. La generazione dei "mammoni" come la si chiamava ha fatto storia: nemmeno ci si costruiva la casa a fianco dei genitori pur di rimanere nella propria cameretta e farsi servire e riverire (come hanno fatto tutti i 35/40enni che conosco vergognosamente cacciati di casi alla veneranda età di 33 anni). Ora, invece si parla della generazione bamboccioni, quella che non esce per studiar fuori, quella che è perennemente in balia degli avvenimenti, che non sa e non vuole nè studiare nè lavorare e non dà nemmeno peso alla cosa. (escludo dal discorso quella minima parte -ma proprio minima- che non ha alcun tipo di mezzo da sfruttare nemmeno dopo essersi documentato approfonditamente da istituzioni, enti, agenzie, associazioni). Ora: Il principio Europeista è questo: unificare sotto uno stesso tetto, tutte le genti del continente europeo, il quale più di tutti nel corso della sua storia, è stato oggetto delle più atroci guerre fratricide. E ciò è possibile solo unificando moneta, politica ed istituzioni, settore militare, sotto un'unica bandiera attraverso il federalismo. (La scusa del controllo intergovernativo è la panzana più grossa di tutte) Ma cosa significa: "sotto il profilo politico ed istituzionale"?. Che vi siano due partiti per tutta europa? che vi siano regioni, province, comuni in tutta europa? No. Significa che una qualsiasi persona con cittadinanza europea debba avere la possibilità concreta di nascere in Portogallo, lavorare in Grecia, metter su famiglia in Germania e passare la vecchiaia in Estonia. In che modo? 1- Perchè l'UE (nel suo stadio finale) permette a qualunque bambino europeo lo stesso grado di istruzione. 2- Perchè l'UE permetterà di far imparare oltre a quella natia una lingua ufficiale comune (l'inglese) ed almeno una terza lingua del continente. 3- Perchè l'UE permetterà, ed in parte già permette, di muoversi liberamente da una parte all'altra del continente in aereo (spazio aereo comune), in treno (con le TAV), in auto (con i percorsi europei - ossia le autostrade contrassegnate con la E- che valicano ogni confine permettendo di raggiungere Santa Maria di Leuca da Capo Nord) 4- Perchè l'UE permetterà, ed in parte già permette, l'unificazione del mercato finanziario (già in atto), del mercato immobiliare (stiamo ancora a "Caro amico"), del mercato bancario (già avvenuto) in modo tale che tu possa comprare casa in Francia mentre lavori in Polonia, possa investire in Bot Portoghesi e acquistare azioni delle spa quotate svedesi, perchè il tuo assegno non sia più "di viaggio" ma un comunissimo "non trasferibile" e valido per la riscossione in ogni paese europeo. Così che tu possa portare tutte le tue ricchezze da una parte all'altra del continente. 5- Perchè l'UE permetterà di avere tassazioni, aliquote, imposte sul valore aggiunto uniformi ed un giorno una volta pagate nel peloponneso saranno valide anche nel Galles. 6- Perchè l'UE permetterà che tutto questo avvenga attraverso il rispetto dei diritti dell'uomo, sociali e civili, con una sua propria costituzione, difenderà la pace acquisita e il quieto vivere dei suoi abitanti con forze armate coese, professionali, aggiornate. 7- Perchè l'UE permetterà alla vita politica di svolgersi rappresentando ogni parte del continente cercando di azzerare gli interessi personali degli europarlamentari. 8- Perchè l'UE permetterà l'adzione, in fin dei conti, del meglio delle tradizioni di ciascun paese (giustizia, qualità vita, mercato del lavoro) per migliorare le stesse aree che in altri paesi (quali l'Italia) bisogna vergognarsi. 9- Perchè le politiche economiche comuni saranno in grado di fronteggiare qualsiasi evento grazie ad un vero Mercato Unico dei beni e del lavoro che conterebbe più di 800 milioni di persone. E far ciò in una zona che ancor più del medio oriente è la "culla dell'umanità", che ha dominato in lungo e in largo la storia dell'umanità, che rappresenta la massima espressione della civiltà (anche morale), che è formata da quasi 50 paesi con tradizioni, lingue, storie diverse, sarebbe un evento EPOCALE per il mondo intero! Quindi uscire dall'euro (passando a termini molto più pragmatici) non significherebbe soltanto fare un passo indietro rispetto a questo perfetto disegno teorico, ma significherebbe cancellare 30 anni di sforzi e fallimenti (che sono stati davvero troppi) per giungere ad una moneta unica. Significherebbe tornare al feudalesimo, all'ognuno per sè, al parlamento che decide di svalutare la propria moneta per "calmierare" e solo temporaneamente gli effetti disastrosi dell'unica verità: una struttura industriale ed istituzionale arretrata e pietosa. Si aggirerebbe il problema facendolo ripresentare 2 anni dopo al successivo Governo con effetti sulle famiglie e le industrie, ancora peggiori. Ma con in più: una moneta cronicamente debole (come lo è sempre stata la lira) poco richiesta nelle riserve bancarie e non accettata in tutto il mondo (come ora lo sono euro e dollaro) e soggetta non solo al rischio di cambio ma anche al rischio interno di una banca centrale suddita del governo che non è in grado di far rispettare una politica economica. Attualmente la BCE è rinomata come una banca "coi fiocchi e coi maroni" che quando esprime un pensiero nei Round del WTO tutti la stanno a sentire perchè sanno che ciò che promette, fà. L'ha dimostrato in questa lunga e strisciante crisi. Quindi alla luce di quanto scritto, bisogna discernere: Dall'europa quale unione di genti, eserciti, economie, mercati,stabili e forti, dalla cocente delusione del "Andiamo a Madrid!" "Che palle non è nemmeno estero!"; "Hai sentito? siamo a Praga e quello parla Italiano" "Uffa ma che vacanza è allora?" Da un folle (in verità da più folli) scissionisti che gridano al ritorno dell'italietta post 2a GM, alla lira, all'indipendenza (ma da cosa?), alla demarcazione Nord-Sud. A chi continua a dire che la crisi è lunga e non c'è ripresa. (Soprattutto all'ISTAT che, se venissero mai fuori sui TG le notizie sulle forme di calcolo iperpenalizzanti della disoccupazione e della crescita da lei adottate e che rappresentano però ufficialmente le condizioni del nostro Paese al mondo intero, Grillo & Co. avrebbero un nuovo e più vero avversario, non l'UE.) Quindi, per piacere, evitate di farvi portatori dei messaggi vuoti e pessimisti dei servizi da TG, i quali sono i primi essendo giornalisti, a non sapere un beneamato c*** di ciò di cui parlano. Essendo la loro la laurea dei riportatori di fatti e non degli interpreti di questi ultimi. -
Ho la vaga sensazione che nell'ultimo secolo ci abbiano preso tutti per il naso...e che gli antichi monarchi europei nonchè gli antichi Papa siano stati angioletti in confronto agli esponenti della patria "dell'uomo libero ed autodeterminato". Ed è una strana sensazione leggere della Chiesa nel XIX secolo in cui il Papa ancora "voleva", ed i giorni nostri in cui il Papa "supplica". Il mondo non è incredibile. Probabilmente è molto razionale e funziona divinamente. Siamo noi che ci ostiniamo a guardarlo nel verso contrario...
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Velivolo AMI evita collisione (on-board)
wingrove ha risposto a wingrove nella discussione Aeronautica Militare
Quel che mi sconcerta, e perdonatemelo, è che quei cupolini a vetri blindati costano una miriade di quattrini...e in volo IFR davvero si lascia stare quel che c'è li fuori? cioè l'errore è sempre in agguato come abbiamo visto. Ora sposterei però l'attenzione sull'interfaccia dei cockpit del velivolo: La maggior parte sono equipaggiati con MFD (uno o più), l'F-35 è il primo "a tutto schermo" tra l'altro touch screen. Data l'immensa mole d'informazioni a cui sono sottoposti i piloti per un volo sicuro (o per una missione) penso si sia lavorato parecchio sull'interfaccia uomo-macchina e la presentazione delle informazioni (una specie di passo in avanti dall'insieme di formule da digitare su commodore 64 all'avvento delle icone e mouse con windows)...c'è qualche informazione a riguardo? Ricordo il cockpit di un tornado (il cui unico display era quello del radar) a confronto di quello di un F-16 (egualmente incomprensibile per me ma vari passi avanti erano stati fatti) o con quello dell'F-22 (ho partecipato alla stesura della pagina in wiki traducendola dall'inglese e avevo scoperto tante cose interessanti) il cockipt dell'F-35 invece non ho mai potuto vederlo "acceso". Col nuovo HMD sia possibile sopperire a "lacune" informative? Cioè avere sempre tutto sott'occhio (guardando fuori) senza che vi siano schermate che si sovrappongono nei MFD? Lo so chiedo troppo -
Velivolo AMI evita collisione (on-board)
wingrove ha risposto a wingrove nella discussione Aeronautica Militare
Mh..."dislivello" si capisce meglio? -
Velivolo AMI evita collisione (on-board)
wingrove ha risposto a wingrove nella discussione Aeronautica Militare
Robby, non studio aerotecnica e non ho nemmeno un brevetto di volo, perciò ti chiedo: è possibile che un F-16 (pur vecchio e scassato che sia) abbia un radar che non segnali l'altitudine/distanza verticale di un altro velivolo tracciato? -
Velivolo AMI evita collisione (on-board)
wingrove ha pubblicato una discussione in Aeronautica Militare
Non so se questo video sia stato già postato, poichè di qualche anno fa...nel caso, lo ripropongo. http://www.youtube.com/watch?v=P7DygPsJ_sA E' un velivolo biposto dell'AMI, probabilmente in volo sul Tirreno settentrionale (il primo controllore di volo ha l'accento francese) e diretto verso lo spazio aereo romano. Tuttavia, al minuto 3:45, ci si accorge che i cieli non sono così grandi a quanto pare... Però mi chiedo: sono tutti così svogliati i nostri piloti? E' così semplice fare disastri? Alla faccia dei radar, HUD, link16 e compagnia bella.... -
Ma la domanda di mercato può essere facilmente influenzata. Apro un OT di cui si può anche non calcolarne l'esistenza: varie teorie seppur del "complotto" ritengono che l'utilizzo di idrocarburi sia stato indotto e sponsorizzato da determinati enti/soggetti ad inizio 20esimo secolo, nonostante vi fossero già basi per sviluppo di motori elettrici di cui a distanza di 100 anni sapremmo più che ben sfruttarli, nonchè propulsori ad aria compressa già esistenti più di un secolo fa. Non dico che queste tecnologie siano utili e/o applicabili al mondo dell'ala fissa, (siamo ancora allo stadio del Project Zero di AgustaWestland) ma sicuramente ci si è cullati (o si è fatto in modo che lo fossimo) sfruttando una tecnologia (motori a combustione interna) che ha dei limiti abbastanza stretti...e ormai li vediamo ad occhio nudo. (motivazione: fare più soldi con spese minime) Potrei anche mettermi a confutare l'eticità della moneta segno/bancaria/elettronica e additarla come principio di tutti i mali, ma siamo su un altro tipo di forum!
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Beh sai, se il problema è sempre, puramente economico, si dovrebbe guardare alla riduzione dei cosi detti "costi fissi" dell'attività cioè quei costi che sussistono indipendentemente dall'esercizio, saltuario o continuato, dell'attività. Se si escludessero le classiche "strade" dell'informatizzazione ed automazione dei servizi informativi e ricreativi all'interno degli aeroporti o della compagnia stessa (quindi meno costi legati al lavoro dipendente) rimarrebbero: 1-la riduzione dell'incidenza del carburante sui conti societari 2-la riduzione dei tempi di volo 3-la riduzione dei costi manutentivi 4-la riduzione delle operazioni a terra del velivolo 5-alta affidabilità ed efficienza dello stesso (semprechè me ne siano sfuggite diverse) -La prima strada potrebbe essere percorsa come già detto tramite forme maggiormente aerodinamiche e non convenzionali, l'utilizzo di propellenti alternativi su propulsori tradizionali, l'uso di motori innovativi. In vari casi (tranne quello di utilizzare etanolo o carburanti alternativi in percentuali crescenti su motori identici ai tradizionali) credo non si possa fare affidamento sui soliti due papocchi cilindrici subalari come propulsori. O anche attraverso l'aumento del numero di passeggeri a parità di dimensioni dell'aeromobile e di lunghezza della tratta coperta. Utilizzando perciò i profili alari come sezioni di posti a sedere e non "solo" come serbatoi di propellente. - La seconda strada verrebbe percorsa in modi simili. Sfruttando magari profili adatti al volo transonico. - La terza, quarta e quinta via riguarderebbe l'uso di materiali d'avanguardia (evitare microfessurazioni come sul'A380), sviluppare software più efficienti che possano gestire in autonomia decolli ed atterraggi mantenendo in cabina un solo pilota, diminuendo i tempi di rullaggio con tecniche d'atterraggio non convenzionali. Ovviamente qui si sfocia anche nella "rivoluzione" delle infrastrutture di terra e del funzionamento degli aeroporti nella fase di "accoglienza" del velivolo. Vorrei rimanere, però, più abbottonato al tema centrale: la forma del velivolo. Confutando la tua equazione dell'aereo mezzo vuoto = conto in rosso (ritengo che le compagnie pensino anche a queste eventualità nell'elaborazione dei prezzi del biglietto nonchè di strategie di yield management per farvi fronte) credo che ripensare la forma del velivolo (come le immagini da me postate in apertura) sia l'ottimizzazione fondamentale per poter giungere a traguardi ancora maggiori ed impensabili. La domanda, ancora una volta è: vi sono limiti tecnologico-manufatturieri o, in vostra opinione, sono i principi capitalistici che si ritorcono contro al prosperare dell'evoluzione tecnica?
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Non è la risposta che cercavo.
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C'era un bell'articolo su RID di aprile circa quest'argomento se non sbaglio.