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Russia lanciato Missile Balistico
Siberia ha risposto a fennek nella discussione Armi superficie-superficie
Una precisazione. 1. Il test di Bulava' e' stato effettuato con successo e confermato dai militari russi. Presunta non separazione del "bus" dal terzo stadio e' una voce nata da uno dei "esperti militari" russi, come Felgenhauer, ecc, che sono "esperti" dalla scrivania nel gabinetto, pagati dalle ONG americane (come sempre in tali casi). A proposito, il successo e' stato ufficialmente apprezzato dalla presidenza russa. 2. E' vero. Bulava' ha una portata >8000 km. Se si tratta di lancio di Sineva' (RSM-54) durante le esercitazioni, allora si, questo missile ha una portata >10000 km (secondo WiKi 8300km ). In caso particolare ha fatto 11547 km. -
Russia lanciato Missile Balistico
Siberia ha risposto a fennek nella discussione Armi superficie-superficie
Dovrei dire che le esercitazioni in questione sono davvero di enormi proporzioni. Ci sono decine di migliaia delle truppe che partecipano e sono coinvolti tutti i tipi di forze armate che possiede Russia, cominciando dalle Forze di Terra e finendo con le Forze Missilistiche Strategiche, senza esclusioni. Il lancio di missili balistici (il tema del topic) fanno parte di queste esercitazioni. Posso anche confermare che ultima volta le esercitazioni delle proporzioni simili sono state effettuate in URSS in 1982. In USA magari ancora prima. Per cio', secondo me, Su-35 non e' off topic, quando parla delle esercitazioni. Vorrei aggiungere che in grande linea sono d'accordo con Dominus, quando dice che molti aerei russi non sono operativi o si trovano in stato di conservazione. Ultimamente, pero', la situazione e' molto cambiata. Il parco aereo si sta aggiornando in modalita' molto rapide. Parte di aerei, che erano in stato di conservazione, ora sono in processo di aggiornamento o gia' aggiornati, mentre iniziano arrivare a decine nuovi modelli, come Su-34, Mi-28, Ka-50/52 (link). In confronto con un paio d'anni fa e' un grande balzo avanti. Le Forze Aeree Russe considerano l'acquisto di una grande partita di nuovi Su-25UBM e Su-25TM che sono mostrati in ottimo modo (Su-25SM) nel conflitto in Georgia (link in russo). Ricominciata la produzione di serie di nuovi Tu-160. Gia' in parte aggiornato e continua ad aggiornarsi il parco di Tu-160 e Tu-95 in servizio. Entrato in servizio un nuovo missile di crocera Kh-101/102 con raggio d'azione di 5000 km, che sostituera' precedenti Kh-55 e Kh-55SM. E questo solo una parte di quello che si puo' trovare dai sorgenti d'informazione aperti. Diciamo, che le Forze Aerei Russe oggi giorno non stanno cosi' male, come si puo' pensare. Le cose migliorano ogni giorno. Lo stesso riguarda altri reparti dell'Esercito Russo. -
1. Un pò di storia della questione gas tra Ucraina e Russia. In novembre 2004 la Corte Suprema ucraina violando le sue competenze e la Costituzione Ucraina permette (per motivi di presunti brogli, mai confermati in nessun processo) di effettuare il terzo turno delle elezioni presidenziali (invece delle elezioni nuove) dove vince Yushchenko. Nel maggio dell'anno successivo (2005) il governo "arancione" dichiara che vuole rivedere il contratto gas con la Russia. Il contratto corrente prevedeva vendita di gas russo in Ucraina con il prezzo $50 al 1000 m3 in cambio del prezzo di transito attraverso Ucraina e barter delle merce ed era valido fino al 2009. Il prezzo di mercato di gas allora era di $200 al 1000 m3. Quindi Ucraina acquistava il gas russo ad un quarto del suo prezzo. La proposta ucraina prevedeva acquisto del gas russo direttamente in dollari invece di barter. La Russia ha accordato di trattare un nuovo contratto con Ucraina. Verso la fine del 2005 sono iniziate le trattative. Visto che il vecchio prezzo era un quarto del prezzo di mercato e che Ucraina con nuovo governo ha preso la posizione ostile nei rapporti con la Russia, e visto che la Russia non intendeva di sussidiare il regime ostile, il Gazprom ha richiesto $90 al 1000 m3. L'Ucraina ha respinto la richiesta. E quindi il Gazprom ha chiuso i rubinetti per Ucraina dal 1 Gennaio 2006. L'Ucraina, invece di pagare, ha cominciato a rubare il gas russo venduto ai paesi dell'UE, ammettendo pubblicamente il fatto. Il risultato sono interruzioni delle forniture verso l'UE. Dopo una settimana delle pressioni dei governi UE sull'Ucraina il governo "arancione" finalmente ha deciso di accettare il prezzo di $90 e pagare (dopo tanti mesi) il gas rubato. Quindi. La Russia, comunque, vende gas all'Ucraina a metà prezzo. E allora, chi è il ricattatore e quali sono i prezzi maggiorati? Se tu non paghi l'elettricità, o gas, o telefono in Italia, cosa succede? Giusto. Te lo tagliano. Ultima notazione. Oggi il gas costa $500 al 1000 m3 e Ucraina lo compra con il prezzo di $190. Devi informarti un pò. Ad esempio perchè Yulia Timoshenko era la settimana scorsa a Mosca e quali trattati ha firmato con Putin. 2. Ripeto ancora una volta che la British Petroleum non ha mai dichiarato dei danneggiamenti del BTC. Il sorgente di queste notizie è il ministro delle informazioni "iracheno" che si chiama Saakashvili. Tu consideri la reazione russa sull'attacco massiccio con uso delle armi di distruzione di massa e uccisione di 15 militari di forze di pace e di centinaia di civili (molti di quali sono cittadini russi) in Sud Ossezia come sproporzionata. Quando l'attacco e coordinato dalla zona che si trova fuori del campo di battaglia, cosa si fa? Chiaramente vanno distrutti i centri di commando e punti di concentrazione delle truppe dell'aggressore per fermarlo e non permettere di ripetere simili azioni criminali in futuro. E se la reazione russa era sproporzionata, allora come giudicare le azioni della NATO e Israele in ex Yugoslavia, Afganistan, Iraq e Libano? Come le carezze amorose? In Gori, Poti, Senaki, ecc. erano centri di comando e basi militari. Più precisamente fuori delle città. E le truppe russe hanno occupato e distrutto proprio quei centri militari e non le città. Per quanto riguarda le proteste e condanne russe contro aggressioni e occupazioni dalla NATO dei paesi sovrani. C'erano e come... E se la stampa più libera del mondo non vi ha informato di questo, sono problemi della stampa più libera. Ciò non toglie la esistenza delle proteste e condanne russe e non solo. E lasciamo perdere la "voglia" di Ucraina di difendersi dalla Russia entrando nella NATO. Perchè questa "voglia" riguarda solo il presidente Yushcheno e il suo partitino con sostegno popolare di circa 5%. 3. Sono stati pubblicati alcuni riferimenti sul fatto raccontati dai funzionari dei paesi UE ai giornalisti (occidentali) e anche ai stessi russi durante i colloqui con l'UE. Lo anche hanno dichiarato più volte sia Medvedev che Putin alle conferenze stampe in presenza di capi governo di alcuni paesi UE senza ne anche una minima smentita di quelli capi governo (ad esempio Merkel, Sarkozy e altri). Vorrei aggiungere, che sento doveroso da parte mia precisare alcuni fatti e anche difendere la posizione russa. I fatti, che sono stati completamente falsati dai media occidentali (in particolare anglo-sassoni), durante il conflitto e subito dopo, come non mai prima. Con queste clamorose bugie e falsità, che sono stati riversati sulla Russia ultimamente, l'Occidente ha perso dentro la Russia milioni di cittadini con buoni sentimenti verso di lui. E li ha persi per molti decenni in futuro. Il popolo russo in sua quasi totale maggioranza non crede più nelle dichiarazioni amichevoli occidentali e non ci fida più. State producendo potenziali nemici con le vostri propri mani. E' una cosa molto triste.
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CRISI FINANZIARIA 2008 - Topic Ufficiale -
Siberia ha risposto a Leviathan nella discussione Discussioni a tema
Sembra che la notizia è vera. Il ministro delle finanze russo Kudrin ha dichiarato che la Russia considera positiva la possibilità di dare un prestito all'Islanda. Link (in russo) -
1. Leggendo i post precedenti non ho visto nessun fatto che conferma tesi di ricatto, eccetto le dichiarazioni di alcuni rappresentanti di governo americano e una marea dei giornalisti main stream (ripetuti da alcuni forumisti), senza ne anche una cifra che conferma presunto ricatto. 2. Per prima cosa, l'oleodotto non è stato minimamente danneggiato in nessun punto. E lo ha smentito ufficialmente più volte durante e dopo il conflitto la stessa British Petroleum (che è il gestore del BTC). Secondo. Da quando la distruzione di un solo cementificio e di una casa a Gori (danneggiata non dal bombardamento, ma dall'esplosione di un deposito di munizioni vicino), si chiama la demolizione della Georgia? La Sud Ossezia in confronto è stata quasi completamente rasa al suolo dai georgiani. E ci sono i parlamentari europei, rappresentanti di OSCE ed ONU che sono stati in Sud Ossezia e hanno confermato la quasi totale devastazione della città di Tskhinvali e villaggi ossezi intorno. Mentre le stesse delegazioni non hanno visto distruzioni a Gori, Poti, ecc. Terzo. Le truppe russe hanno lasciato Poti già da tempo, e le zone cuscinetto stanno lasciando adesso come hanno promesso e come anche io dicevo in uno di post al inizio di conflitto (dicevo che la Russia punirà i georgiani per i loro crimini e non resterà in Georgia). A proposito. A te risulta che paesi NATO hanno avuto un mandato ONU per creare i No Fly Zone in Iraq? E Israele ha avuto il mandato ONU per creare le zone cuscinetto nel territorio libanese prima di uscirne da li in 2003? Quarto. Mi dici, per favore, quale avallo della comunità internazionale mai esistito prima degli attacchi contro la Yugoslavia in 1999, Afganistan in 2001, Iraq in 2003 e Libano in 2006? Così detti "avalli" sono stati applicati a posteriori di fronte al fatto già compiuto dai aggressori. Quelli stati sovrani sono stati attaccati dalla NATO e altri paesi "democratici", bombardati per mesi o decine di giorni distruggendo infrastrutture civili e provocando migliaia di vittime civili in ogni paese attaccato. E questo si chiama un modo più discreto? Non ho parole. 3. Non ti preoccupare, una ventina di paesi li riconoscerà. Tanto la Russia a differenza dagli USA non costringe nessuno a farlo.
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1. Sarei molto curioso di sapere in che cosa in particolare consistono e consistevano i ricatti energetici russi verso paesi in questione? Quali sono i prezzi maggiorati e quali sono non maggiorati? Chi sono i famosi opinionisti, nonchè economisti e politologi di mezzo mondo e se hanno al meno le conoscenze della scuola media? 2. Vorrei sapere come e' stata demolita la Georgia e le sue infrastrutture (a parte quelli militari) e quante sono le vittime di guerra georgiane ufficialmente ammesse dallo stesso governo georgiano? Inoltre vorrei sapere cosa deve fare un paese in caso che le sue forze di pace (con il mandato ONU) vengono attaccati e uccisi insieme con i cittadini di questo paese? E come fanno in casi simili i paesi democratici? 3. Nei paesi della CSI non sono ancora preferiti gli USA come garanti per i propri interessi. Se intendi i paesi come Belorussia, Ucraina, Armenia, Azerbaijan, Kazakhstan, Tadjikistan, Uzbekistan e Kirghizistan. Nei paesi elencati solo in Ucraina e Azerbaijan i governi (non popoli) considerano USA come garanti per i propri interessi.
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Un Tu-160 passa a 20 miglia dalla costa GB inosservato
Siberia ha pubblicato una discussione in News Aviazione
Da Daily Mail (GB): Russian nuclear bomber flies undetected to within 20 miles of Hull A Russian nuclear stealth bomber was able to fly within 90 seconds of the British coast without being picked up by radar, it was revealed today. The supersonic ‘Blackjack’ jet flew completely undetected to within just 20 miles from Hull in one of the worst breaches of British security since the end of the Cold War. RAF radar eventually picked up the plane, but the only two pairs of fighter jets used for air alerts were on other duties. The embarrassing breach late last year has called into question Britain's defence capabilities after four jet squadrons were cut from the RAF’s budget four years ago. One senior RAF pilot told The Sun: ‘The Russians made us look helpless. It was a disaster - it basically gave the Russians the green light to fly wherever they want.’ The supersonic jet had taken off from Engel's Air Base near Saratov on Russia's Volga delta. The Ministry of Defence confirmed the incursion took place but said it had a ‘multi-layered’ approach to deterring enemy aircraft. A spokesman said in a statement: ‘We are satisfied we have the flexibility to launch as many aircraft as the situation requires.’ Link P.S. Poveri britannici. Per spavento hanno chiamato Tu-160 "A Russian nuclear stealth bomber". -
Azioni di pirateria a largo delle coste somale
Siberia ha risposto a paperinik nella discussione Discussioni a tema
Il marinaio morto (cittadino russo) era il capitano. E' morto d'attacco al cuore. Lo riferito ieri in diretta TV (al telefono) un altro marinaio della nave. Ha aggiunto anche, che la morte era naturale e che i pirati, per ora, si comportano bene con equipaggio e non usano la violenza. P.S. Per quanto riguarda la nave militare russa. La decisione di mandarla nella zona è stata presa già da qualche settimana. Lo scopo della missione: la scorta delle navi russi e difesa dei cittadini russi in una zona infestata dai pirati. La nave è partita un giorno prima della cattura di mercantile ucraino. E quindi, non ha un legame diretto con evento in questione. -
Azioni di pirateria a largo delle coste somale
Siberia ha risposto a paperinik nella discussione Discussioni a tema
Grazie per correzione. -
Azioni di pirateria a largo delle coste somale
Siberia ha risposto a paperinik nella discussione Discussioni a tema
Prego. Come ho detto nel messaggio precedente, la nave è ucraina (più precisamente battente la bandiera panamese e affittata dall'Ucraina) con equipaggio ucraino (eccetto tre russi) e con un carico militare ucraino. La Russia in questo caso non ha nessun rapporto con la missione della nave. Lo stesso riguarda anche la nave militare russa che sta per arrivare nella zona per difendere mercantili russi che passano li. Questo non vuol dire che russi non possono aiutare agli ucraini a liberare la nave presa in ostaggio. Ci sono 3 cittadini russi su quel mercantile. -
Azioni di pirateria a largo delle coste somale
Siberia ha risposto a paperinik nella discussione Discussioni a tema
I carri armati e altri armi sulla nave non sono russi, ma ucraini. Come sempre, i giornalisti hanno sbagliato (casualmente?) quasi tutto. Quindi sono affari di Yushchenko & Co. E visto che Yushchenko è comandato direttamente da Washington, spunta lo zampino americano che vuole destabilizzare uno dei paesi "canaglia". Immagino che tra un po potrebbe seguire una protesta di Sudan contro gli USA. -
SPAZIO: CINA, VIA ALLA MISSIONE PIU' DIFFICILE PECHINO - Tre astronauti cinesi sono partiti a bordo della navicella Shenzhou VII per una passeggiata nello spazio che segnera' un importante progresso del programma spaziale di Pechino. I tre - Zhai Zhigang, Liu Boming e Jing Haipeng - sono stati salutati personalmente dal presidente Hu Jintao poco prima della partenza dal poligono di Jiquan, nella provincia nordoccidentale del Gansu. Il resto dell'articolo... Complimenti e auguri ai cinesi!
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Soggiorno in Italia recandomi 1-2 volte l'anno dalle parti mie. Inoltre sono in contatto settimanale con diverse persone in Ucraina e in Russia. La situazione in Ucraina in due parole e' seguente: Yushchenko ha rotto le scatole a tutti (ha consenso popolare di circa 5%) e la gente non vede l'ora quando se ne andra' o al meno sara' privato delle suoi poteri dalla parte di Yulia Timoshenko. La stragrande maggioranza (oltre 65%) non vuole entrare nella NATO e considera la Russia come un paese amico. Per quanto riguarda la crisi economica russa. Il fatto non sussiste. E' tutto al incontrario. Solo oggi le borse russe sono schizzati in su di 28,69% (MMVB) e di 22,73% (RTS). E come ha dovuto ammettere (con dispiacere ) il senatore americano Lugar e molti economisti occidentali: la Russia ha tenuto la crisi su Caucaso e quella finanziaria americana senza conseguenze economiche e del sistema finanziario russo. L'economia invece va alla grande, come prima, perche' la borsa in Russia non ha tale influenza sull'economia come in Occidente. Farei una precisazione: Attaccare una forza di pace e' un CRIMINE DI GUERRA.
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Bravo. Non e' degno di un Zar (Medvedev o Putin) parlare di persona (non dico recarsi) con i barboncini dell'altro Zar (Bush).
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Ma questo poveraccio Stefano Magni dove vive? Su Marte? Medvedev non e' mai stato a Varsavia come presidente. Magari come turista quando era giovane. Come ho capito la liberta' di stampa - e' la liberta' di inventare le cose senza un minimo controllo delle informazione usate. Serebbe utile per lui dare ogni tanto un'occhiata al meno sul sito di Ansa. Scoprirebbe che in visita ufficiale a Varsavia era Lavrov (ministro degli esteri russo).
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Per sapere punto di vista della Russia, il modo migliore e' sentire quello che dicono i suoi governanti, non ti pare? Se hai un sorgente d'informazione in italiano relativo a Valdai Forum con le citazioni di Medvedev e Putin piu' complete, sei benvenuto di fornirlo.
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COME E PERCHE' STA CAMBIANDO LA RUSSIA L'Occidente nel suo complesso, tanto la sua componente americana, quanto quella europea, fanno fatica a rendersi conto della profondità del cambiamento provocato in Russia dalla cosiddetta “crisi georgiana”. Cosiddetta perchè il termine giusto per definire l'accaduto è invece un altro: “attacco georgiano contro la Russia”. Non che io voglia dire che tutto si racchiude in quella forsennata aggressione. Al contrario mi pare di poter dire che Tzkhinvali è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Un momento topico, a suo modo fatale, in cui tante cose che giacevano appena sotto la superficie, sono state violentemente evidenziate. Un momento che spezza la continuità e espone lo stato delle cose con cruda brutalità. Ricavo molte di queste impressioni dalla privilegiata posizione di partecipante al Valdai Forum, un gruppo di discussione che esiste da qualche anno e che consente a un certo numero di esperti internazionali, di “sovietologi” di antica e fresca data, di politologi, di giornalisti, di andare a diretto contatto con i maggiori leader della Russia, con uno scambio di idee molto franco (garantito dalle condizioni di “off the record”) e a tutto campo. Tre ore con Vladimir Putin, il Premier, a Sochi, sul Mar Nero, il 10 settembre, e quasi tre ore con Dmitrij Medvedev , il Presidente l'11, a Mosca, in un grande salone del GUM, proprio di fronte al Cremlino. Con un intermezzo assai denso, tra il primo e il secondo, insieme al ministro degli esteri Lavrov. Due uomini su cui il mondo intero si interroga, due stili sicuramente. Ma - per quanti sforzi i colleghi, specie quelli inglesi e americani, abbiano fatto per evidenziare le differenze, per verificare “chi comanda al Cremlino” - una linea unica, molto chiara, molto netta, molto nuova. Del resto c'era poco da aspettarsi in questo senso, visto che Putin e Medvedev, pur sapendo perfettamente cosa avrebbero voluto tirare fuori gli ospiti stranieri, pur essendo ben chiaro che si sarebbe scatenata la caccia all'errore dell'uno o dell'altro, delle differenze di accenti, di toni, si sono sottoposti alla prova, in rapida successione, apparentemente molto sicuri del fatto loro. Riassumo alcuni dei passaggi cruciali, restando fedele alla norma concordata della citazione non letterale, cioè dell'uso delle cose ascoltate “in forma di background”. Eccone uno, di Dmitrij Medvedev: “l'8 agosto è stato per noi la fine delle illusioni a proposito dell'Occidente”. Lo spirito delle cose dette da Putin, poche ore prima, era stato identico. E l'argomentazione non poteva essere più chiara. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica – così entrambi - per molte ragioni che conosciamo, la Russia fu debole, incerta. L'11 settembre e negli anni successivi, abbiamo sopportato con fatica la pressione che è stata esercitata, su di noi e contro di noi, dai vincitori della Guerra Fredda. L'abbiamo subita non solo perchè eravamo deboli, ma anche perchè coltivavamo delle illusioni a proposito dell'occidente, delle sue libertà, della sua sincerità nei nostri confronti. Così abbiamo dovuto subire l'incomprensibile, per noi, continua estensione dei confini della Nato. Ce l'avete portata fin sotto il naso, fino all'interno dei confini che furono dell'URSS ma anche della Russia pre-rivoluzionaria. Abbiamo protestato ma non reagito. Non avremmo potuto. Poi ci fu l'11 settembre, e demmo una mano per aiutarvi nella lotta contro il terrorismo internazionale, per poi scoprire che gli Stati Uniti piazzavano basi militari e contingenti in diversi paesi dell'Asia Centrale. Il tutto mentre procedeva l'estensione dell'area di influenza americana in Georgia, e in Ucraina, cioè molto lontano dai confini degli Stati Uniti e molto vicino ai nostri. Due guerre, in Afghanistan e Irak, sono state scatenate e noi non abbiamo messo il naso. Con l'Iran abbiamo dato una mano. Ma in Serbia l'occidente ha fatto quello che ha voluto, contro Belgrado ma anche contro di noi e le nostre rimostranze, fino alla violazione dei patti che la sovranità serba sul Kosovo non sarebbe stata messa in discussione. Questa storia dei patti che non si rispettano – ha detto Medvedev - ricorre troppe volte dalla fine della guerra fredda. Fossero stati più esigenti i leader sovietici che trattarono la ritirata dell'89 (allusione molto critica a Gorbaciov, pur senza nominarlo) , avrebbero chiesto che fosse firmato l'impegno a non allargare la Nato. E questo impegno, sebbene non scritto, ci fu. Ma anche dopo la guerra della Nato contro la Jugoslavia era rimasto l'impegno a non riconoscere unilateralmente l'uscita del Kosovo dalla Serbia. Poi, insieme alle provocazioni della dirigenza ucraina e georgiana, ecco arrivare i nuovi missili in Polonia e il radar in Repubblica Ceca, che ficcherà il naso, del tutto indebitamente, in profondità nei confini russi. Fino all'offensiva di Saakashvili contro le nostre forze d'interposizione che si trovavano del tutto legalmente in Ossetia del Sud. Cosa ci si aspettava a Washington – ha esclamato Putin a un certo momento – che non reagissimo? Che non difendessimo i nostri soldati, alcuni dei quali erano già caduti sotto i primi attacchi della notte tra il 7 e l'8 agosto? Ci dite che abbiamo esagerato nella risposta. Ma non ci si può difendere da un attacco di quelle dimensioni senza colpire i centri di comando, quelli di comunicazione, gli aeroporti da dove partivano gli aerei che bombardavano l'Ossetia e le nostre truppe. Avete scritto e ripetuto che la Russia stava invadendo la Georgia. Completamente falso: questo non era nelle nostre intenzioni e non è avvenuto. Ogni parallelo con il '68 cecoslovacco era ed è senza alcun senso. Questo il quadro. E questo quadro “ha modificato le nostre priorità” (Medvedev) Fine del dialogo? Niente affatto, ma attenzione (Putin) che la nostra ritirata è finita. Noi “non vogliamo tornare al clima bipolare” (Medvedev), ma “ci vuole una nuova architettura della sicurezza internazionale” (Putin) perchè quella attuale non ci soddisfa per niente. Il sistema bipolare non ha prospettiva, ma anche l'idea unipolare è morta e defunta. La Russia non è l'URSS. Smettetela di prolungare questo equivoco. Smettetela di allargare la Nato includendo paesi divisi al loro interno, elites impreparate e piagate dai ricordi del passato, sistemi istituzionali instabili. Questo aumenta l'insicurezza di tutti. Pensate cosa sarebbe successo in agosto se la Georgia avesse già avuto accesso alla Nato. “io – ha detto Medvedev – non avrei comunque esitato un secondo a prendere le decisioni che ho preso quella notte, ma le conseguenze sarebbero state di un ordine di grandezza superiore”. Insomma, la crisi è stata un catalizzatore che “ha modificato tutto il quadro delle relazioni esterne della Russia”. Adesso si cambia. Meglio che gli Stati Uniti e l'Europa se ne rendano conto. Ad ogni azione seguirà una reazione, anche se non uguale e contraria, anche se non simmetrica, di analoga forza. Sanzioni contro la Russia? Putin più sferzante, Medvedev più pacato, hanno detto “non provateci”. Bisogna ancora vedere chi pagherebbe maggiori prezzi. I vostri uomini d'affari sarebbero i primi a non gradire tali decisioni. Ed è stato Putin, propriamente nella sua posizione di capo del governo, a illustrare puntigliosamente la situazione economica della Russia, i suoi vantaggi strategici di risorse, prima di tutto energetiche, ma anche finanziarie, naturali, tecnologiche, umane. “Noi non abbiamo ambizioni espansionistiche in nessuna direzione“ (Medvedev) e siamo interessati a vendere le nostre risorse come abbiamo fatto, senza problemi, in tutti questi anni. Ma se l'Occidente “continua a spintonarci” (Putin), allora sappiate che noi, in primo luogo, non ci faremo più spintonare e, in secondo luogo, che abbiamo molto spazio per volgerci altrove. “Noi non dimentichiamo le nostre profonde radici europee” - ancora Medvedev – ma possiamo (in una certa misura dovremo) muovere il baricentro del nostro interesse verso l'oriente, altrimenti le nostre immense regioni a est non potranno svilupparsi”. Il segnale è chiaro e Putin non ha mancato di ricordare che il primo terminale di un nuovo gasdotto è stato inaugurato ai confini con la Cina. Vale in primo luogo per l'Europa, la cui posizione realista , interpretata da Sarkozy, presidente di turno, non è dispiaciuta a Mosca. Ma all'Europa, divisa tra l'opzione americana e quella “europea”, sono andati anche rimbrotti pesanti. Chi vuole l'Ucraina nella Nato si rende conto di cosa potrebbe accadere? Avete valutato l'eventualità di un paese che si spacca in due? Avete chiaro che la maggioranza degli ucraini non vuole entrare nella Nato? Avete ben chiaro che la flotta russa è dislocata a Sebastopoli, in Crimea, e che esiste un accordo con il governo di Kiev per mantenervela fino al 2017? E che navi russe e navi Nato si troverebbero a stretto contatto in un'area altamente sensibile per la sicurezza russa? E' ovvio che faremo tutto ciò che è possibile per impedire una tale soluzione. Qualcuno s'indigna perchè lo diciamo? Qualcuno strilla che noi poniamo veti, che noi vogliamo limitare le scelte di un paese sovrano ai nostri confini? Allora (Medvedev e Putin, all'unisono) noi vi chiediamo: perchè mai gli Stati Uniti possono premere su Kiev per farla entrare nella Nato, loro che stanno a migliaia di miglia distanza, mentre noi non potremmo esercitare i nostri diritti di sicurezza? Parole chiare e dure. E anche difficilmente contestabili. Sottovalutarle significa accrescere a dismisura l'eventualità di un innalzamento del pericolo di guerra al centro dell'Europa. E' giunto il momento della massima responsabilità e del massimo realismo. In questo frangente coincidono. Link
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Grazie.
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Complimenti, Maxtaxi. E' uno dei pochi articoli in italiano che da una corretta interpretazione di quello che è successo su Caucaso e delle conseguenze geopolitiche del conflitto. Hai per caso il link su originale? Grazie.
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Esatto. I Tu-160 sono stati portati in Venezuela in grandi scatoloni di naftalina con i cargo portacontainer cinesi noleggiati dalle forze armate russe. P.S. Ah! Dimenticavo. Il pilota di Tu-160 e' uno solo - ottantenne veterano di WWII che sa pilotare solo un IL-2. Era in una piccola scatoletta di naftalina anche lui.
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Non e' velata. E' un avvertimento: "Voi entrate nella nostra pozzanghera (Mar Nero), e noi nella vostra (Golfo di Messico)".
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Venezuela: giunti bombardieri russi Il ministero della Difesa: compiranno voli di addestramento (ANSA) - MOSCA, 10 SET - Due bombardieri russi strategici a lungo raggio, Tu-160, sono atterrati oggi all'aeroporto militare di Libertador, in Venezuela. Compiranno ''voli di addestramento'' nella zona, riferisce una fonte del ministero della Difesa russo. L'agenzia Ria precisa che i due bombardieri rimarranno in Venezuela alcuni giorni per voli di addestramento in acque internazionali, prima di fare rientro in Russia. http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//t..._110266232.html RIA Novosti (in inglese): http://en.rian.ru/russia/20080910/116695660.html
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L'esercito della Georgia spara sulle case dei civili di Tskhinvali l'8 agosto 2008 dopo essere entrato nella citta'. Alcune ore dopo la Russia ha dovuto intervenire militarmente per fermare questa aggressione. http://ru.youtube.com/watch?v=Qe_-ubW98m0
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Ecco l'intervista di Vladimir Putin alla televisione tedesca ARD con le sue valutazioni sulla questione dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia e sulle loro conseguenze internazionali. --- D. Egregio signor primo ministro, dopo l’escalation della situazione in Georgia nell’opinione pubblica occidentale, cioe’ non solo a livello dei circoli politici, ma anche della stampa, la gente ha l’idea che voi con la violenza abbiate creato una situazione per la quale la Russia è contro il mondo intero. R. Lei cosa pensa? Chi ha iniziato la guerra? D. L’ultimo dei motivi e’ stata l’aggressione della Georgia a Tskhinvali. R. Grazie per la sua risposta. Questo e’ vero. E’ stato proprio cosi’. E di questo parleremo ancora piu’ tardi. Voglio semplicemente rilevare che non siamo stati noi a creare questa situazione. E ora per quanto riguarda la questione dell’autorita’ della Russia. Io sono convinto che l’autorita’ di qualunque Paese, capace di proteggere la vita e la dignita’ dei suoi cittadini, di un Paese, capace di avere una politica estera indipendente, nel lungo e nel medio termine avra’ un’autorita che potra’ solo crescere. Al contrario, l’autorita’ di quei Paesi, che hanno assunto come regola quella di servire gli interessi esteri di altri Stati, senza tener conto dei propri interessi nazionali, indipendentemente da ogni loro giustificazione, calera’ nel tempo. D. E pero’ lei non ha risposta alla domanda: perche’ voi siete andati incontro al rischio di isolare il vostro Paese? R. Mi pareva di aver risposto. Ma se ha bisogno di ulteriori spiegazioni, gliele darò. Io ritengo che un Paese, in questo caso la Russia, che può difendere l’onore e la dignità dei suoi cittadini, proteggere le loro vite, ottemperare ai propri obblighi giuridici internazionali nell’ambito di un mandato internazionale, un Paese cosi’ non sarà isolato, checchè ne dicano, con una mentalita’ da “blocco”, i nostri partner in Europa o negli Stati Uniti. Il mondo non finisce in Europa e negli Stati Uniti. Anzi, voglio affermare ancora una volta che se ci sono Stati che possono trascurare gli interessi nazionali propri servendo quelli esteri di altri, l’autorità di simili Stati, per quali sforzi non facciano per giustificarsi, la loro autorità nel mondo calerà di continuo. In questo senso se gli Stati europei vogliono servire gli interessi internazionali degli Stati Uniti, secondo me, non ci guadagneranno niente. Adesso prendiamo i nostri obblighi giuridici internazionali. Come da accordi internazionali, i contingenti di pace russi hanno acconsentito all’obbligo di difendere la popolazione civile dell’Ossezia del Sud. E ora ricordiamoci del 1985. La Bosnia. Come sappiamo bene, il contingente di pace europeo, rappresentato da soldati olandesi, non ha ritenuto di reagire contro uno degli aggressori rendendo possibile in questo modo la rasatura al suolo di una intero Paese. Ci sono stati dei morti e hanno sofferto centinaia di persone. Il problema e la tragedia di Serebreniza sono ben noti. Lei per caso voleva che noi facessimo la stessa cosa? Che ce ne andassimo lasciando il campo all’esercito giorgiano perchè ammazzasse gli abitanti di Tskhinvali? D. I suoi critici dicono che lo scopo della Russia in realtà non fosse la difesa della popolazione civile di Tskhinvali, ma il tentativo di rovesciare il presidente Saakashvili, contribuire ad una ulteriore destabilizzazione della Georgia e in questo modo ostacolare la sua entrata nella NATO. E’ così? R. No, non e’ così. Questa e’ semplicemente una alterazione dei fatti. E’ una bugia. Se questo fosse stato il nostro scopo, evidentemente avremmo iniziato noi il conflitto. Invece, come ha detto anche lei, il conflitto l’ha iniziato la parte georgiana. Ora voglio ricordare alcuni fatti di storia recente. Dopo la decisione illegale del riconoscimento del Kosovo, tutti hanno atteso che la Russia riconoscesse l’indipendenza e la sovranità dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia. E' vero, fu così, tutti hanno atteso questa decisione da parte della Russia. Noi ne avremmo avuto il diritto morale, ma noi non l’abbiamo fatto. Noi ci siamo comportati in modo più che contenuto, cosa che non vorrei nemmeno commentare, in effetti abbiamo “ingoiato” la questione. E cosa abbiamo ottenuto? Un escalation del conflitto, l’aggressione dei nostri soldati di pace, l’aggressione e l’uccisione della popolazione civile nell’Ossezia del Sud. Lei conosce i fatti, come sono avvenuti, cosa di cui si è già parlato. Il ministro degli Esteri della Francia è stato nell’Ossezia del Nord, e si è incontrato con i profughi. I testimoni oculari hanno raccontato che parti dell’esercito georgiano con i carri armati sono andati contro donne e bambini, hanno spinto la popolazione nelle case e poi gli hanno dato fuoco con la gente viva dentro. E i soldati georgiani quando sono entrati a Tskhinvali, tra l’altro, passando vicino alle case, vicino agli scantinati dove si nascondevano donne e bambini, ci buttavano dentro le granate. Che cos’e tutto questo se non genocidio? Ora, per ciò che riguarda il governo della Georgia. gente, che ha portato alla catastrofe il proprio Paese – e con le proprie azioni il governo della Georgia ha fatto saltare la propria integrità territoriale e statale, - certo che gente del genere, secondo me, non può governare Stati ne piccoli, ne grandi. Se queste fossero persone per bene, si sarebbero immediatamente dovute dimettere. D. Questa non è la sua decisione, ma la decisione georgiana. R. Certo. Ma noi conosciamo anche precedenti di altro tipo. Ricordiamoci come i soldati americani sono entrati in Iraq e come si sono comportati con Saddam Hussein per il fatto che lui avesse annientato alcuni Paesi sciiti. E qui nelle prime ore della battaglia sono stati eliminate dalla faccia della terra dieci paesini ossetini nell’Ossezia del Sud. D. Signor primo ministro, lei crede in virtù di ciò che sia vostro diritto invadere il territorio di un Paese sovrano, cioè non rimanere nella zona del conflitto, ma bombardarlo? Io stesso oggi siedo accanto a lei grazie per un caso perchè in un quartiere abitativo di Gori, a 100 metri da me, sono scoppiati degli ordigni, una bomba lanciata da un vostro aereo. Non è questa una violazione del diritto internazionale, cioè proprio del fatto che voi di fatto occupate un piccolo Paese? Da dove vi viene questo diritto? R. Certamente che noi abbiamo diritto… D. Preciso ancora una volta, che la bomba è stata gettata su una abitazione civile. R. Certmente, noi abbiamo agito in base al diritto internazinale. Le aggressioni alle nostre postazioni del contingente di pace, l’uccisione dei nostri soldati e dei nostri cittadini, tutto ciò senza ombra di dubbio, l’abbiamo considerate come una aggressione alla Russia. Nelle prime ore dell’azione bellica con i propri colpi l’esercito georgiano ha ucciso subito alcune decine di soldati del contingente di pace. Hanno circondato la nostra cittadella “del Sud” ( zona sud) (lì c’erano le cittadelle della “zona Sud” e della “zona Nord”), con carri armati e hanno iniziato a sparare con colpi diretti. Quando i nostri soldati hanno fatto il tentativo di tirare fuori l’apparecchiatura dai garage, sono stati sferrati i colpi con sistemi “Grad”. Dieci persone che sono entrate nell’angar sono morte sul posto, arsi vivi. Dopo di che l’aviazione georgiana ha inferto colpi in più luoghi nel territorio dell’Ossezia del Sud, non a Tskhinvali, ma nel bel mezzo dell’Ossezia del Sud. Noi siamo stati costretti a rispondere punto per punto al fuoco, punti che si trovavano nelle zone dei combattimenti e nella zona di sicurezza. Ma questi sono stati i punti dai quali operava l’esercito che ha colpito i soldati russi e i contingenti di pace. D. Ma io ho già detto che sono state bombardate zone abitative. Forse lei non è in possesso di tutte le informazioni? R. Io, forse, non ho tutte le informazioni. E’ possible che vi siano stati anche degli errori nel corso delle operazioni militari. Per l’appunto proprio ora in Afganistan l’aviazione americana ha inferto un colpo, si dice ai talebani e con un colpo solo ha fatto fuori quasi cento civili. Questa è la prima delle possibilità. Ma la seconda è piu’ verosimile, e cioè che i punti di comando del fuoco dell’aviazione e delle stazioni radio la parte georgiana li ha dislocati proprio nelle abitazioni civili per ridurre la possibilità che noi usassimo l’aviazione prendendo la popolazione e lei medesimo in ostaggio. D. Il ministro degli Esteri della Francia, presidente di turno della UE, signor Kuchner ha recentemente manifestato la sua preoccupazione che il prossimo conflitto potrebbe riguardare l’Ucraina, e in particolare la Crimea e Sebastopoli, come anche la base della flotta russa. Rientrano la Crimea e Sebastopoli nei piani della Russia? R. Lei ha detto, il prossimo scopo. Noi non abbiamo neanche qui scopo alcuno. Per cui penso che dire prossimo scopo non sia corretto. Questo come prima cosa. D. Lei lo esclude? R. Se Lei mi permette di risponderLe, sara’ soddisfatto. La Crimea non rappresenta una zona di contestazione. Lì non c’è mai stato un conflitto etnico, a differenza del conflitto tra Ossezia del Sud e Georgia. La Russia ha da tempo riconosciuto gli attuali confine dell’ Ucraina. Noi di fatto riguardo ai confini abbiamo terminato le nostre trattative. Si parla di demarcazione, ma questa è una faccenda tecnica. La domanda su scopi simili per la Russia, ritengo cha abbia carattere provocatorio. Lì, in Crimea, all’interno della società, hanno luogo processi complicati. Ci sono i problemi dei tatari di Crimea, della popolazione ucraina, della popolazione russa e in generale della popolazione slava. Ma questo è un problema interno dell’Ucraina. Noi abbiamo un accordo con l’Ucraina riguardo alla nostra flotta valido fino al 2017 e noi terremo fede a questo accordo. D. Un altro ministro degli Esteri, questa volta della Gran Bretagna, il signor Millibend ultimamente ha espresso preoccupazione per l’inizio di una nuova “Guerra fredda”, ricomincia la corsa agli armamenti. Come giudica lei la situazione? Siamo noi adesso sulla soglia di un nuova “era glaciale”, di una nuova “Guerra fredda”, di una nuova corsa agli armamenti? Qual’e’ il suo punto di vista? R. La Russia non promuove nessun inasprimento, o tensione con chicchessia. Noi desideriamo dei rapporti buoni, di buon vicinato e di partnership con tutti. Ma se permette dirò cosa penso di tutto ciò. C’era l’URSS e il Patto di Varsavia. E c’erano le truppe sovietiche in Germania, per la verità, bisogna essere onesti, quelle erano contingenti di occupazione, le truppe che sono rimaste in Germania dopo la seconda Guerra mondiale, con il fregio di truppe alleate. Queste forze di occupazione sono andate via. L’Unione Sovietica si e’ sciolta, il Patto di Varsavia non c’e’ piu’. Minaccie dall’Unione Sovietica non ce ne sono. Ma la NATO, le truppe americane sono rimaste in Europa. Come mai? Per richiamare e fare ordine nel proprio Paese, per richiamare all’ordine i propri alleati, per mantenerli nei limiti della disciplina del blocco ci vuole una minaccia esterna. L’Iran in questo senso non è abbastanza credibile. E si vorrebbe molto resuscitare l’idea del nemico russo. Ma in Europa non ha più paura nessuno. D. Lunedi si terrà la riunione del Consiglio della UE a Bruxelles. Lì parleranno della Russia, delle sanzioni nei confronti della Russia, perlomeno queste questioni saranno all’ordine del giorno. Come vi ponete in confronto a tutto ciò? Vi è indifferente? Lei pensa comunque che l’Unione Europea parla in molte lingue? R. Se dicessi che ci sputiamo sopra, che la cosa ci è indifferente, direi una bugia. Ovviamente la cosa non ci è indifferente. Ovviamente seguiremo con attenzione tutto ciò che succederà. Speriamo semplicemente che prenda il sopravvento il buon senso. Speriamo che non verrà data una valutazione politicizzata, ma una valutazione oggettiva di quanto è accaduto in Ossezia del Sud e in Abkhazia. Noi speriamo che l’azione del contingente di pace russo trovi sostegno, mentre le azioni della parte gieorgiana, che ha portato avanti questa azione criminale, venga messa a giudizio. D. Ecco, in rapporto a questo vorrei chiederle. Come vi apprestate a risolvere il seguente dilemma? Da una parte la Russia è interessata a continuare la sua collaborazione con l’Unione Europea. E non può agire diversamente in virtù dei compiti economici che si è posta. Dall’altra la Russia vuole portare avanti il gioco con sue regole proprie, russe. Cioè da una parte c’è l’attenersi a valori europei e dall’altra quello di comportarsi con regole russe. Ma non è possible soddisfare contemporaneamente le due posizioni. R. Sappia che noi non abbiamo intenzione di avere regole del gioco nostre. Noi desideriamo che tutti lavorino con regole comuni, che si chiamano diritto internazionale. Ma noi non vogliamo che qualcuno manipoli questi concetti. In una regione del mondo ci saranno regole del gioco di un certo tipo e in un altra, altre. Tanto per soddisfare i nostri interessi. Noi vogliamo che ci siano regole uniche, che soddisfino gli interessi di tutti i membri del dialogo internazionale. D. In questo modo, lei vorrebbe dire che nelle distinte zone del mondo l’Unione Europea si comporta in modi diversi, che non corrispondono alle regole del gioco internazionale? R. Eccome! Come hanno riconosciuto il Kosovo? Hanno dimenticato tutto sull’integrita’ dello Stato. Hanno dimenticato la risoluzione 1.244, che loro stessi avevano sanzionato e sostenuto. Liì questo si poteva fare, ma in Abkhazia e in Ossezia del Sud non si può! Perchè? D. Cioè la Russia è l’unico arbitro del diritto internazionale? Tutti gli altri fanno manipolazioni. Ma non ne sono coscienti. Essi hanno altri interessi e non gli importa. L’ho capita bene? R. Lei non mi ha capito bene. Voi siete stati d’accordo con l’indipendenza del Kosovo? Si o no? D. Io personalmente…, io sono un giornalista R. No, I Paesi occidentali. D. Si R. Fondamentalmente tutti l’hanno riconosciuto. Ma se avete riconosciuto lì, riconoscete allora l’indipendenza della Abkhazia e dell’Ossezia del Sud. Non c’è nessuna differenza. Non c’è alcuna differenza in queste due posizioni. E’ una differenza inventata. Lì c’era un conflitto etnico, e qui c’è un conflitto etnico. Lì c’erano azioni violente praticamente da ambo le parti, e anche qui probabilemente si possono trovare. Se si cercano, probailmente si trovano. E’ verosimile. Lì è stata presa la decisione che quei popoli non possono vivere insieme in uno Stato unico, e qui non vogliono vivere insieme in uno Stato unico. Non c’è nessuna differenza, lo capiscono tutti. Sono tutte chiacchiere. Per coprire decisioni illegali. E’ il diritto della forza. Il diritto del pugno forte. E con tutto ciò la Russia non può trovarsi d’accordo. Signor Roth, lei vive in Russia già da molto tempo. Lei parla molto bene il russo, quasi senza accento. Che lei personalmente mi abbia capito, non è una sorpresa. Ma io vorrei che mi capissero anche i nostri, i miei colleghi europei, quelli che si riuniranno il primo e penseranno a questo conflitto. Fu presa la risoluzione 1.244? Lo fu. Lì era scritto e sottolineato: l’integrità territoriale della Serbia. Hanno buttato nell’immondizia quella risoluzione, l’hanno dimenticata. Hanno tentato di svincolarsi. E non era possible svincolarsi L’hanno semplicemente dimenticata. Perchè? Alla Casa Bianca hanno comandato così e tutti hanno ubbidito. Se i Paesi europei continueranno così la propria politica, allora delle questioni europee ci toccherà parlare direttamente con Washington. D. Vorrei farle una domanda, che riguarda lo sviluppo dei rapporti russo-germanici indipendentemente dalle valutazioni e proposte fatte qui. Ma, considerando i rapporti particolari tra i nostri due Paesi, può la Germania in questa situazione avere un ruolo di mediazione speciale? R. Noi con la Germania abbiamo rapporti molto buoni, di grande fiducia, nel campo della politica e della sfera economica. Quando abbiamo parlato con il signor Sarkozy durante la sua visita a Mosca, gli abbiamo detto in faccia che noi non abbiamo intenzione di annetterci alcun territorio georgiano e che ovviamente andremo via da quei punti nei quali ci troviamo ora. Ma andremo nella zona di sicurezza, quella designata precedentemente negli accordi internazionali. E nemmeno lì abbiamo intenzione di rimanere in eterno. Noi riteniamo che quello sia territorio georgiano. Il nostro scopo è unicamente quello di provvedere alla sicurezza in quella regione, non permettere che di nuovo si collochino, segretamente, come è stato fatto questa volta, armi, strumenti, per impedire il ripetersi di nuove occasioni di conflitto armato. E dirò che la partecipazione lì di osservatori internazionali, osservatori dell’OSCE, della Comunita’ Europea verranno salutati positivamente. Bisogna solo accordarsi sui principi del lavoro comune. D. E questo significa che voi comunque porterete via i vostri contingenti militari? R. Certamente. Per noi la cosa importante è garantire la sicurezza in questa zona. Nella tappa successiva, aiutare l’Ossezia del Sud a salvaguardare i propri confini. E non avremo altri motivi per restare in questa zona di sicurezza. Nel corso di questo lavoro, saluteremo con piacere la collaborazione con le strutture europee e anche con l ‘OSCE. D. Rispetto alla crisi di rapporti che ora, senza ombra di dubbio, è sorta (rapporti con gli USA e con l’Europa), quale contributo potete dare perchè questa crisi si concluda? R. Intanto di tutto ciò, ne ho parlato ieri con i suoi colleghi della CNN. Mi pare che sostanzialmente la crisi sia stata provocata anche dai nostri amici americani durante la campagna elettorale, proprio per garantire un vantaggio a uno dei candidati, in questo caso quello del partito reggente. D. Lei ha dei fatti? R. Noi sappiamo che li, c’erano molti consiglieri americani. E’ molto male armare una delle parti, tra due che si trovano in conflitto etnico per poi spingerla a risolvere questi problemi etnici con le armi. A prima vista sembrerebbe piu’ semplice che condurre trattative per anni e cercare compromessi, ma è un modo molto pericoloso. Lo sviluppo dei fatti, l’ha dimostrato. Ma gli istruttori, i “maestri”, in senso largo, il personale insegna a lavorare con l’apparecchiatura bellica fornita nei poligoni e nei “centri di istruzione”, e dove si trovava invece? Nelle zone di scontro. E ciò fa pensare al fatto che il governo degli Stati Uniti sapeva dell’azione che si andava per compiere e anzi ha partecipato a tutto ciò, semplicemente perchè senza il comando dei ranghi superiori dei cittadini americani nella zona del conflitto non avevano il diritto di trovarsi. Nella zona di sicurezza si potevano trovare solo cittadini del luogo, si potevano trovare osservatori dell’OSCE e forze del contingente di pace. Ma lì noi abbiamo trovato tracce di cittadini americani, che non rientravano nè nella prima, nè nella seconda e nè nella terza categoria. E qui sorge la questione. Perchè i governanti americani hanno permesso che lì si trovassero dei propri cittadini, che non avevano il diritto di trovarsi in questa zona di sicurezza? E se loro lo hanno permesso allora a me viene il dubbio che tutto questo sia stato fatto appositamente per organizzare una piccolo guerra vittoriosa. E siccome non è riuscita, ora si deve fare della Russia un nemico e su questo terreno di cultura unire l’elettorato attorno a uno dei candidati alla presidenza. Ovviamente intorno al candidato del partito al potere. Ecco le mie riflessioni e le mie supposizioni. Sarà affar suo, essere o non essere d’accordo con quanto detto. Ma tutto ciò ha diritto di esistere, poichè noi abbiamo trovato tracce di cittadini americani nella zona del conflitto. D. Un’ultima domanda. Non crede lei, che lei personalmente si trovi nella trappola di un regime autoritario? Nel sistema attuale lei riceve l’informazione dai vostri servizi segreti. Lei riceve informazioni da varie fonti, e anche dall’ambiente economico, ma a volte perfino i mezzi di informazione hanno paura di dire qualcosa di diverso, che contraddica ciò che lei vuole sentire. Non puo’ essere succeso che il sistema che lei ha creato, le chiude la possibilita’ di avere una visione piu’ larga, non le dia la possibilità di vedere per davvero ciò che succede oggi in Europa e in altri Paesi? R. Egregio signor Roth. Lei ha caratterizzato il nostro assetto politico come un sistema autoritario. Lei, nel corso di questa nostra odierna discussione, ha ricordato diverse volte i valori comuni. Dov’è la lista di questi valori? Ci sono dei princìpi fondamentali. Diciamo, il diritto della persona alla vita. Ecco, per esempio in America c’è la pena di morte, da noi in Russia non c’è e in Europa non c’è. Significa questo che voi state per uscire dalla NATO perchè non c’è una perfetta coincidenza dei valori tra europei e americani? Adesso prendiamo questo conflitto, di cui stiamo parlando oggi con lei. Non Le è per caso noto quello che è successo in Georgia negli ultimi anni? La misteriosa morte del primo ministro Khvani. Il boicottaggio contro l’opposizione. La dispersione fisica delle manifestazione dell’opposizione. La gestione delle elezioni nazionali in una situazione di emergenza. Dopo di che questa azione criminale nell’Ossezia del Sud con molte vittime umane. E questo, naturalmente è un Paese democratico, con cui bisogna avere un dialogo e che bisogna prendere nella NATO, e magari anche nella Comunita’ Europea. Ma se un altro Paese difende i propri interessi, semplicemente il diritto dei cittadini alla vita, cittadini che hanno subito un’aggressione, ci hanno ammazzatto subito 80 persone. 2.000 pacifiche persone come risultato sono state uccise. E noi non possiamo difendere le vite dei nostri cittadini, li’? E se noi difendiamo le nostre vite, ci portano via le salsicce? Che scelta abbiamo noi tra la vita e le salsicce? Noi scegliamo la vita, signor Roth. E ora, per cio’ che concerne un altro valore, la libertà di informazione. lei guardi un po’ come viene data l’informazione su questi fatti, sulla stampa degli Stati Uniti, che viene ritenuta il faro della democrazia. E’ iniziata la fucilazione di massa a Tskhinvali, erano già iniziate le operazioni di terra delle truppe georgiane, già c’erano molte vittime e nessuno ha detto una parola. La sua televisione ha taciuto e tutti canali americani hanno taciuto, come se non fosse successo niente, il silenzio. Ma come l’aggressore le ha beccate sul muso e gli hanno spaccato i denti, come ha abbandonato subito tutte le armi americane ed è fuggito senza neanche girarsi, tutti si sono ricordati del diritto internazionale e della Russia cattiva. Tutti hanno ritrovato la voce. Ed ora a proposito di salsicce e di economia. Noi desideriamo dei normali legami economici con i nostri partner. Noi siamo un partner molto affidabile. Noi non abbiamo mai ingannato nessuno. Quando noi abbiamo costruito il condotto nella Repubblica Federale di Germania all’inizio delgi anni ’60, li’ i nostri partner di oltreoceano hanno consigliato ai tedeschi di non concludere quel progetto. Lei queste cose le deve sapere. Ma allora il governo della Germania prese la decisione giusta e con l’Unione Sovietica quel sistema fu costruito. Oggi quello è una delle fonti sicure di approvvigionamento di idrocarburi per l’economia tedesca. La Germania ne riceve annualmente 40 miliardi di metri cubi. Idem, l’anno scorso e quest’anno e garantiamo che riceverà tutto ciò. Ma adesso vediamo come stanno le cose più globalmente. Qual’è la struttura del nostro export nei Paesi europei, e anche nell’America del Nord? Per l’80% è merce che appartiene alla categoria della materia prima: petrolio, gas, prodotti chimici della raffinazione del petrolio, legname, metalli vari, concimi chimici. Questo è tutto, tutto ciò di cui ha estremamente bisogno l’economia mondiale ed europea. E’ merce estremamente richiesta sui mercati mondiali. Noi abbiamo possibilità anche nel campo della alta tecnologia, ma per ora esse sono limitate. E oltre a tutto ciò, perfino avendo un accordo con l’Unione Europea, diciamo, nel campo delle forniture del combustibile atomico, non ci danno uguale diritto di presenza in Europa sul mercato dei combustibili. Guarda caso, per la posizione di nostri amici francesi. Loro lo sanno e noi con loro abbiamo discusso a lungo. Ma se qualcuno vuole distruggere questi legami, noi non possiamo farci niente. Noi questo non lo vogliamo. Noi speriamo vivamente che i nostri partner ottemperino in modo uguale ai loro obblighi come noi abbiamo ottemperato ai nostri e come siamo intenzionati a fare in futuro. Questo, per ciò che riguarda il nostro export. Ma per ciò riguarda il vostro export, cioè il nostro import, in Russia esiste un mercato grande e sicuro. Io adesso non ricordo le cifre, ma le forniture, diciamo, nel settore della metalmeccanica tedesca sul mercato russo crescono da un anno all’altro. E oggi sono molto grandi. Qualcuno vuole smettere di effettuare queste forniture? E noi le compreremo da altre parti. Chi ha bisogno di tutto questo, non capisco? Noi richiamiamo a una analisi obiettiva di quello che è successo. Noi speriamo che vincano il buon senso e la giustizia. Noi siamo vittima di una aggressione. Noi speriamo nel sostegno dei nostri partner europei. D. La ringrazio cordialmente per questa intervista, signor primo ministro. R. Grazie molte.
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Con le vostre teorie (intendo Intruder, Maxtaxi e altri) confermate per l'ennesima volta che l'Occidente non capisce della Russia e Ucraina proprio niente. Ogni volta che si arriva al parossismo di confusione sulla Russia, l'Occidente cerca di attaccarla in modo diretto e ogni volta riceve una pesante batosta (Crociati, Napoleone, Hitler, ecc). Ma non vi imparate mai i vostri errori? Ma da dove vengono fantasie di poveri Komi, Yakuzi e altra popolazione nativa siberiana che soffrono sotto occupazione russa? Veramente, sembra un'ignoranza che non ha i limiti.