Vai al contenuto

picpus

Membri
  • Numero contenuti

    4224
  • Iscritto il

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    3

Tutti i contenuti di picpus

  1. Dal link http://www.libero-news.it/articles/view/554624 riporto un articolo di Magdi Allam: Shalit, prigioniero di Hamas e dell’indifferenza del mondo Magdi Cristiano Allam* Pubblicato il giorno: 28/06/09 Alziamo la voce È ora di dire basta all’atteggiamento vergognoso dell’Italia, dell’Europa, degli Stati Uniti, della Croce Rossa e delle Nazioni Unite sul caso di Gilad Shalit, il soldato israeliano, che è anche cittadino francese, rapito tre anni fa in territorio israeliano dai terroristi di Hamas quando non aveva ancora vent’anni. A fronte di un gesto efferato ispirato dalla negazione del diritto alla vita del popolo ebraico, assistiamo proprio in queste ore allo svolgimento dei Giochi del Mediterraneo a Pescara con la partecipazione di tutti i paesi arabi ed islamici che predicano l’annientamento di Israele e che pertanto non vogliono averci nulla a che fare. E noi italiani, europei e occidentali, noi patria dei diritti fondamentali dell’uomo che ci facciamo in quattro per accogliere e difendere tutte le vittime vere o presunte delle dittature, delle guerre e della disperazione, che facciamo? Ci prostriamo agli ordini dei terroristi e dei tiranni islamici escludendo la presenza di Israele. Abbiamo confermato per l’ennesima volta questa sudditanza ideologica con la dichiarazione del vertice dei ministri degli Esteri del G8 conclusosi a Trieste il 26 giugno in cui, da un lato, non si è condannato il regime nazi-islamico iraniano per la sanguinosa repressione della rivolta popolare esplosa all’indomani delle elezioni presidenziali e, dall’altro, si è sostenuto la volontà di continuare a dialogare con Ahmadinejad, come se non sapessimo che da anni il nuovo Hitler viola sfacciatamente le risoluzioni dell’Aiea, l’Agenzia Internazione per l’Energia Atomica, mirando alla costruzione della bomba nucleare ed affermando pubblicamente l’intenzione di eliminare Israele dalla carta geografica. Eppure noi più di altri, noi che abbiamo sì partorito la democrazia ma anche prodotto l’Olocausto, dovremmo sapere che a furia di dialogare con chi disconosce i valori non negoziabili che sostanziano l’essenza della nostra umanità e della nostra civiltà, finiamo inesorabilmente per soccombere di fronte all’arbitrio di chi ha una concezione formalistica e strumentale del dialogo e della convivenza, perseguendo l’obiettivo di imporre la propria visione ideologica del mondo e della vita costi quel che costi. Gaza evacuata È importante ricordare che quando nel 2006 fu rapito Gilad, Gaza era già stata totalmente evacuata sia dall’esercito israeliano sia dai coloni ebraici. Era quindi un territorio palestinese libero, sottomesso per libera scelta dei palestinesi alla dittatura dei terroristi di Hamas che, se avessero avuto veramente a cuore le sorti del proprio popolo, avrebbero potuto e dovuto utilizzare i generosi aiuti internazionali, tra cui primeggiano quelli dell’Unione Europea, per emanciparlo dalla miseria favorendo la costituzione di un sistema economico produttivo che valorizzi la piccola e media impresa e diffonda l’occupazione. Invece i terroristi di Hamas, accecati dall’odio ideologico nei confronti di Israele e degli ebrei, che trae ispirazione dal Corano e dalla lettura distorta della storia recente, si sono preoccupati essenzialmente di dotarsi di migliaia di razzi Kassam con cui hanno bombardato le città israeliane e di costruire dei tunnel sotterranei lungo la frontiera con l’Egitto per contrabbandare le armi e gli esplosivi. L’operazione Fu così che il 25 giugno 2006 Gilad, che compirà 23 anni il prossimo 28 agosto, venne rapito a Kerem Shalom, in territorio israeliano, da terroristi di Hamas che partendo da Gaza, fecero irruzione sbucando da un tunnel sotterraneo, uccidendo due soldati israeliani e ferendone altri quattro. Diciasette giorni dopo dal Libano meridionale, anche in questo caso territorio libero e sovrano interamente evacuato dall’esercito israeliano, un commando di terroristi libanesi sciiti dell’Hezbollah si spinsero in territorio israeliano e rapirono i soldati Eldad Reghev e Ehud Goldwasser. I loro corpi sono stati restituiti il 16 luglio 2008 in cambio di terroristi detenuti nelle carceri israeliane. Nelle tanto deprecate carceri israeliane la Croce Rossa internazionale accede regolarmente e stila dei rapporti infuocati che hanno convinto l’Unione Europea che Israele sarebbe lo Stato che più di altri al mondo violerebbe i diritti fondamentali dell’uomo, affiancato - guarda caso - dallo Stato del Vaticano! Eppure l’Unione Europea tace sul fatto che da tre anni i terroristi di Hamas non abbiano consentito alla Croce Rossa internazionale di visitare Gilad. E tace anche la Croce Rossa assumendo un comportamento quantomeno sbilanciato, in cui ciò che si richiede e si ottiene da Israele non vale per i suoi nemici. Una disparità di trattamento che accredita il presupposto che da una nazione civile si può pretendere tutto e si può al tempo stesso denunciarla anche se infondatamente dei peggiori crimini contro l’umanità, mentre da gente incivile che disconosce aprioristicamente la sacralità della vita, la dignità della persona e la libertà di scelta, ci si deve limitare ad assecondarla. Siamo arrivati al punto in cui collochiamo Israele sul banco degli imputati accusandolo delle peggiori nefandezze mentre siamo dialoganti e disponibili con i terroristi e i tiranni islamici. Osserviamo con disincanto il fatto che Israele accetta e favorisce lo scambio dei corpi senza vita dei propri connazionali assassinati dai terroristi, pur di garantire loro una degna sepoltura e consentire ai propri cari di ricongiungersi seppur in un abbraccio spirituale, con la scarcerazione di migliaia terroristi che hanno le mani sporche del sangue di innocenti. È accaduto ripetutamente in passato e sembra che anche per il rilascio di Gilad si stia trattando in questa direzione con la mediazione dell’Egitto. Mi domando come facciamo noi, che coltiviamo il valore dell’inalienabilità del bene della vita come il pilastro della nostra umanità e della nostra civiltà, a non identificarci totalmente nella posizione di Israele e a schierarci dalla parte di chi oltraggia la sacralità della vita? Che orrore leggere ieri sulle pagine di Libero che nei siti dei terroristi islamici si è legittimato il cannibalismo se si tratta di mangiare la carne dei soldati americani catturati, a condizione che prima vengano sgozzati e dissanguati come si fa con l’animale da macello, ispirandosi a quanto disse il condottiero islamico Khalid bin Al Walid durante la battaglia di Yarmuk: «Siamo un popolo che beve sangue e sappiamo che non c’è sangue più prezioso di quello bizantino». Mostri disumani Basta! Diciamo basta alla connivenza con questi mostri di disumanità! Affranchiamoci dalla schiavitù ideologica che ci ha fin qui portato a consegnarci in pasto alla ferocia di persone trasformate in robot della morte. Plaudo all’iniziativa del sindaco di Roma Gianni Alemanno che mercoledì prossimo in Campidoglio conferirà la cittadinanza onoraria a Gilad, sostenendo «Roma ha un cittadino in più, un cittadino prigioniero». Gilad è un cittadino prigioniero di tutte le nostre città, la sua causa ci appartiene profondamente. Lancio un appello al Parlamento Europeo affinché consideri Gilad, che ha il passaporto francese, cittadino onorario dell’Europa, affinché adotti la sua causa come emblema del diritto inalienabile alla vita e alla libertà. Salviamo il soldato Gilad per salvare noi stessi dal baratro del nichilismo in cui siamo sprofondati, facciamo dell’impegno a salvare la vita a Gilad l’occasione per recuperare il valore della sacralità della vita, salvando la nostra umanità e la nostra civiltà. *Deputato Udc al Parlamento Europeo -------------------- Dal link http://moked.it/blog/2009/07/01/gilad-cittadino-di-roma/ riporto: Gilad, cittadino di Roma Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha conferito la cittadinanza onoraria a Gilad Shalit. Alla fine di una giornata densa di appuntamenti con le istituzioni italiane e capitoline, Noam Shalit, padre del soldato israeliano rapito, ha ritirato la pergamena simboleggiante il conferimento onorario per il figlio. Un lungo applauso ha accompagnato il momento della consegna. Alla cerimonia, come anche agli altri appuntamenti della giornata, presenti, fra gli altri, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e l’ambasciatore di Israele Gideon Meir. Alemanno, nel suo intervento ha affermato di provare “un’emozione da sindaco e una da uomo e padre”. Conferire la cittadinanza a Shalit, per il primo cittadino, “é un gesto di alto valore simbolico con cui Roma sceglie di salutare i valori della vita, della solidarietà, del rispetto dei diritti della persona umana”. Dall’altra parte rappresenta un mezzo per rilanciare il messaggio che “non si può vincere usando la violenza, il rapimento e il ricatto”. Quello espresso nell’aula Giulio Cesare, ha sottolineato il sindaco, “é il severo giudizio di Roma nei confronti dei rapitori”. Noam nel ringraziare i presenti ha mosso un appello: “Non dobbiamo mollare, continuiamo la lotta perché Gilad torni a casa”. -------------------- Inserisco pure il link ad un articolo del sito francofono ebreo "Guysen International News" che dà risalto all'iniziativa di Gianni Alemanno: http://www.guysen.com/topnews.php?tnid=487...e=Guilad-Shalit e non dalla parte dei terroristi!!!
  2. La forza, la prosperità e, in ultima analisi, l'esistenza stessa dello Stato d'Israele, dipendono dalle immense doti di coraggio, individuale e collettivo, e dalle straordinarie capacità civili e militari di un popolo, quello israeliano, veramente "eletto", ma non per scelta divina, ma per virtù acquisite e fatte proprie, nel corso di secoli e secoli di persecuzioni subite, da parte degli "integralisti" cattolici, prima e da parte degli "integralisti" islamici, ora! A ciò si aggiunga, per comprendere appieno il valore del popolo ebreo, che gli israeliani sono 7 milioni, contro qualche centinaio di milioni di arabi confinanti ricchi, peraltro, di petrolio, con il quale possono "comprare" tutto, dalle armi alla dignità dei vili occidentali! e non dalla parte dei terroristi!!!
  3. E con questo?!?!?! Cosa intendi dire?!?!?! Spiegati bene!!!
  4. 1) Grazie! 2) Qualsiasi post esprime l'opinione di chi lo inserisce nel forum: NESSUNO è detentore della verità assoluta! 3) "COMUNISTA" è chiunque, in una maniera qualsiasi, vuole tappare la bocca agli altri!
  5. Scusami, nel paese della "dittatura mediatica berlusconiana" è vietato esprimere da parte di un giornalista e condividere da parte mia, l'idea che si voglia nuovamente "far fuori" Berlusconi con un "golpe", sia esso giudiziario e/o mediatico?!?!?! Considerando che, peraltro, sarebbe un "déjà vu"?!?!?!
  6. Nell'"EUROCORPS" vi sono delle unità predesignate, dalle varie nazioni. Eccovi il link in francese: http://www.eurocorps.org/fr/organisation/u...s_predesignees/ ed il link in inglese: http://www.eurocorps.org/en/organisation/earmarked_units/
  7. Madmike, tu hai replicato all'articolo da me riportato al post n° 999, dove si parla di "metodi" di lotta politica (ed io stesso ho fatto riferimento a ciò!), tipo Napoli 1994, e NON di singoli personaggi politici: cerchiamo di non divagare!!!
  8. Di comunista, a mio parere, c'è l'anteporre l'interesse di parte a quello nazionale! Come ebbi modo di scriverti in un MP, i comunisti riconoscevano (e gli orfani nostalgici, riconoscono tuttora) una sola Patria, l'URSS, una sola bandiera, quella rossa, un solo inno, l'internazionale! Che poi tu sia un fiero anticomunista è una tua asserzione della quale, come tale, prendo atto.
  9. Il modo "democratico" di fare "politica", tipico della più pura metodologia "COMUNISTA"!!! Dal link http://www.affaritaliani.it/politica/g8-si...bari020709.html riporto: Far fallire il G8 a L'Aquila per mettere in crisi il governo Giovedí 02.07.2009 10:32 di Antonio Galdo E' un antico e consolidato vizio del nostro costume politico: piegare le questioni internazionali alle ragioni della battaglia tra i partiti di maggioranza e di opposizione. In passato abbiamo visto ministri degli Esteri che concludevano le loro missioni in giro per il mondo con dichiarazioni che si riferivano alle polemiche nazionali. Uno spettacolo deprimente. Adesso l'Italia ospita un importante G8, che con una scelta azzardata ma coraggiosa si celebra in Abruzzo, in un clima infuocato dall'affaire Villa Certosa e dintorni. E' inutile girare attorno alla verità: negli ambienti più impegnati in questa campagna, che coinvolge innanzitutto alcuni organi di stampa e settori della magistratura, non si nasconde l'obiettivo di sferrare un colpo frontale per mettere il governo al tappeto attraverso l'obiettivo di un fallimento del G8. Silvio Berlusconi ha capito bene i rischi che corre, è consapevole di quanto la sua immagine all'estero sia stata appannata dalle inchieste in corso, ed è impegnato a giocare d'anticipo puntando, invece, a un successo pieno del summit ed a un'intensificazione della sua azione diplomatica. Un suo prezioso alleato è il presidente della Repubblica che, con molta responsabilità istituzionale, proprio ieri ha ricordato la "delicatezza dell'appuntamento" chiedendo a chiare lettere "una tregua nelle polemiche". Il G8 che ci vede nei panni dei padroni di casa non è una riunione di ordinaria amministrazione. I venti della crisi economica soffiano ancora molto forti, le azioni dei governi non sono mancate, ma servono regole nuove e una governance globale del sistema finanziario che soltanto una sede di questo livello può discutere e magari decidere. Ci sono poi i dossier aperti che riguardano la stabilità geopolitica e anche su questo versante l'aria che tira è molto preoccupante. Bisogna fissare una linea comune rispetto alla deriva dell'Iran, affrontare le incertezze che seguiranno all'abbandono dei soldati americani dell'Iraq, rafforzare una presenza in Afghanistan dove i talebani continuano a conquistare intere aree del paese. Pessime notizie arrivano dall'Africa e dal Sud America, e certo non possiamo continuare ad assistere ad un divario Nord-Sud del mondo che si sta traducendo in un miliardo di persone sull'orlo della fame. Insomma: il G8 dell'Aquila ha in agenda la sicurezza e il futuro del mondo, laddove scontiamo un pesante deficit di una politica in grado di fare risposte globali a problemi planetari. Di fronte a questo scenario, rischiamo veramente di essere un paese irresponsabile se non riusciamo a distinguere i momenti di un legittimo scontro politico dalle necessaria serietà che serve quando è in gioco non l'immagine di una singola persona, ma il ruolo dell'Italia nel club dei paesi più sviluppati dove rischiamo di fare la parte delle comparse. Infine, è bene ricordare un precedente che risale al 1994. Durante un vertice del G7, che si teneva proprio a Napoli, il presidente di turno, anche all'epoca era Berlusconi, ricevette, a mezzo stampa, un avviso di garanzia dal pool di Mani Pulite di Milano. Il bersaglio fu centrato in pieno: da quel momento Berlusconi fu un premier dimezzato, il suo governo durò molto poco e si arrivò allo scioglimento delle Camere ed a una nuova maggioranza politica. Peccato che l'Italia fece una figuraccia e la sua credibilità internazionale venne azzerata. Se qualcuno coltivasse l'idea di ripetere il film, a quindici anni di distanza, gli suggerirei di dare uno sguardo, come a una tabellina, agli attuali rapporti di forza in Parlamento ed ai risultati elettorali, compresi gli ultimi. Basterebbe questo esercizio di elementare buon senso per rendersi conto che l'Italia politica del 2008 non è quella del 1994 e scorciatoie per un cambio di governo appartengono al mondo del velleitarismo. In una parola, con un G8 stravolto dallo scontro in atto, Berlusconi non andrebbe a casa e per gli italiani resterebbe solo l'amaro risultato della figuraccia internazionale. Dal sito http://www.nonsprecare.it/
  10. picpus

    Forze armate europee

    Nuova dottrina di difesa svedese (e contestuale sospensione del servizio di leva e passaggio al professionismo). Eccovi il link all'articolo in francese: http://bruxelles2.over-blog.com/article-32959517.html ed il link alla traduzione automatica in inglese: http://translate.google.com/translate?u=ht...Flanguage_tools
  11. Dal sito ufficiale della Marina Militare Italiana, il link ad un articolo di aggiornamento, sull'attuale dispiegamento delle unità della nostra Marina, in attività antipirateria: http://www.marina.difesa.it/diario/2009/0630_aden/index.asp
  12. Effettuato un lancio di prova di un "Minuteman III". Dal link http://www.dedalonews.it/it/index.php/07/2...-minutemen-iii/ riporto: 1 Luglio 2009 - di: P. Varriale USAF: lancio prova Minuteman III L’aviazione degli Stati Uniti ha effettuato un lancio di prova di un missile ICBM Minuteman III dalla Vandenberg Air Force Base. I tre veicoli di rientro sono arrivati sull’atollo di Kwajalein, nelle isole Marshall, come previsto.
  13. Per rispondere a qualche bello spirito che frequenta questo forum!!! Dal link http://www.fiammanirenstein.com/articoli.a...a=6&Id=2182 riporto: Ora l’Occidente mostri se ha coraggio Il Giornale, 29 giugno 2009 Fra poco, se da Teheran promanerà solo il silenzio e i ragazzi spariranno dai tetti e dalle piazze, sarà colpa nostra. Perché avremo fatto mancare loro la bandiera con la nostra mancanza di coraggio. Il leader di quei giovani non è Moussavi, né chiunque altro dal 12 giugno si sia atteggiato a difensore della loro libertà. Il loro leader, ovvero l’icona libertaria in cui essi si rispecchiano, su cui proiettano i loro desideri, la parte da cui deve venire lo squillo di tromba, siamo noi. È il nostro modo di vivere arioso che li guida, i luoghi di lavoro misti, energici e frenetici, le serate dell’estate cittadina al concerto, i ragazzi e le ragazze che camminano allacciati, le palestre, le donne con le maniche corte e la gonna al ginocchio, l’aperitivo, le letture, i film, la musica. La libertà di andare per la strada preferita, di «leggere Lolita a Teheran». Siamo anche, ai loro occhi carichi di utopia, quelli che sanno far funzionare l’economia, redistribuire la ricchezza, buttar giù inflazione che là è al 30 per cento e la disoccupazione, a più del 20 per cento. Moussavi non è mai stato per la rivolta democratica e liberale. La sua storia di clerico promotore del programma atomico è nota. Semmai Zahra, sua moglie, una voce femminile nel buio di una società in cui la donna non ha volto, ha fatto la differenza. Ma se noi occidentali siamo l’idealtipo della rivoluzione iraniana, siamo anche responsabili del suo andamento: e in queste ore di ripiegamento i ragazzi di Teheran devono essere molto tristi, anzi, disperati e anche stupiti perché siamo un leader in stato di choc, arreso, impaurito. Sanno che Ahmadinejad e Khatami ci vedono già piegati, e sentono piegarsi anch’essi le ginocchia. Li abbatte, quanto la repressione fisica, il G8 della prudenza, perché l’Europa condanna a mezza bocca ma non sanziona, Miliband tuona per i suoi otto impiegati imprigionati ma non richiama l’ambasciatore, Solana ripete di non volere interferire negli affari interni dell’Iran anche se non gli piace la repressione e promette di riprendere i colloqui sul nucleare, mentre Obama alza appena il tono dopo giorni fatali di silenzio; ed è logico dunque che Ahmadinejad stringa gli occhi infuriati e minacci di nuovo gli Usa e l’Europa accusandoli di intromissione mentre Ahmed Khatami dice, galvanizzante suggerimento concettuale, che allo slogan «abbasso l’America» bisogna aggiungere «abbasso l’Inghilterra». Nelle stesse ore, non a caso, Moussavi disdice le manifestazioni, dagli ospedali le Guardie della Rivoluzione trascinano via i feriti verso il carcere e la tortura. Abbiamo saputo fino dalle prime ore di questa rivoluzione quanto era importante l’Occidente per la gente in piazza: non per dare un aiuto materiale consistente, che per decenni i dissidenti hanno aspettato invano. È lo spirito che è mancato fin dai primi momenti, quelli in cui ancora Obama credeva - e si vede che non ha gli esperti giusti - che lo scontro mettesse in piazza la gioventù dorata di Teheran e si trattasse, quanto ai leader, di un breve contrasto interno. La verità è che la rivoluzione è basilare, radicale, e non c’entra con i leader in campo. I leader iraniani, come scrive Amir Taheri, sono spaccati a metà ovunque, ma sempre dentro il regime islamista fino al collo. Oggi hai con l’opposizione Montazeri, Moussavi, Youssef Sanei... e con Khamenei invece trovi, guarda un po’, nello scontro di potere insieme a tanti altri, persino Khatami. Nell’esercito il generale Ali Fazli, capo del Corpo Islamico Rivoluzionario militare più duro, è stato destituito per essersi rifiutato di attaccare la folla; il capo stesso del programma nucleare, Gholam Reza Aghazadek, è all’opposizione. Nell’Alto Consiglio della Difesa Nazionale così come nell’Assemblea degli Esperti, quella che ha il potere di destituire Khamenei, la divisione è casuale e durissima. Ma una cosa è chiara: ambo le parti vogliono conservare il regime. La stella polare è fuori, siamo noi, il leader siamo noi. Ma non abbiamo un messaggio, non crediamo in noi stessi, ed è il nostro silenzio che li perderà. Reagan alla Porta di Brandeburgo gridò a Gorbaciov: «Butta giù questo muro». Gorbaciov dovette ascoltarlo.
  14. Dal sito ufficiale della Marina Militare Italiana, eccovi il link all'articolo relativo, con notizie e foto: http://www.marina.difesa.it/diario/2009/06...perto/index.asp e da "YouTube", il link ad un video con una serie di decolli e di appontaggi, da e sulla portaerei "Garibaldi", di "AV-8B HARRIER II PLUS":
  15. ... nonché a rivendicare il ritorno all'epoca delle diligenze!!!
  16. picpus

    Marine Nationale

    Eccovi il link ad un video di presentazione delle "Forze Sottomarine" francesi: http://www.corlobe.tk/article14970.html
  17. Date uno sguardo al post n° 59 al link che segue: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=229879
  18. Eccovi i link a 2 gallerie fotografiche che mostrano l'appontaggio di un NH-90 sul caccia francese "Chevalier Paul" (seconda unità francese del programma "Horizon"): http://www.corlobe.tk/article14939.html http://www.corlobe.tk/article14941.html Ed il link ad un articolo: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=110687
  19. picpus

    "Spazio, difesa e sicurezza"

    Eccovi il link ad un interessante filmato: http://it.euronews.net/2009/06/11/spazio-difesa-e-sicurezza/ Riporto la presentazione: "Dalle cittadelle fortificate alle nuove tecnologie satellitari. Lo scopo è lo stesso: garantire la sicurezza dei cittadini. Le missioni duali fanno cadere le barriere tra il settore civile e militare inaugurando un nuovo sistema con doppio fine, strategico e scientifico-ambientale."
  20. Della Guardia Costiera?! Nei sogni o nella realtà?!?!?!
  21. Il link ad un altro articolo: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=110660
  22. Sì, 3 sistemi "Simbad", http://www.netmarine.net/armes/simbad/index.htm , prelevati dalla "Minas Gerais".
  23. A partire da ottobre, la "Sao Paulo" sarà di nuovo operativa!!! Cambiati chilometri di tubi d'acqua, di vapore e di combustibile, revisionati l'apparato motore e le catapulte, ammodernati i sensori ed il sistema di condizionamento dell'aria (potenziato), risolti i problemi di vibrazione rilevati in una linea d'asse, installati 3 sistemi missilistici antiaerei "Simbad". Eccovi il link ad un articolo in francese: http://www.corlobe.tk/article14907.html ed il link ad un articolo in portoghese: http://www.naval.com.br/blog/?p=12890
  24. picpus

    Blog anti-sito

    Non posso che condividere l'opinione di galland, sul fatto che l'estromissione dal forum di intruder, a mio parere, non adeguatamente spiegata e motivata, lasci in me e, ritengo, in molti altri forumisti, quanto meno, molte perplessità!
  25. picpus

    Blog anti-sito

    A questo punto, peraltro anch'io, seppur marginalmente, ho avuto l'onore, se così si può chiamare, di essere citato in quel blog, a questo punto, dicevo, non sarebbe male esser portati a conoscenza di tutti i particolari della vicenda.
×
×
  • Crea Nuovo...