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Io sono perfettamente d'accordo sull'invio dell'ESERCITO nelle regioni più colpite dalla mafia es. SICILIA e CALABRIA per sostenere la rivolta dei cittadini contro il pizzo permettendo allo STATO di controllare il territorio e destinando le forze di polizia alle indagine e alla repressione della mafia.
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BENVENUTO!!!!!!!!!
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prodi: mio governo muore per corruzione
Graziani ha risposto a Leviathan nella discussione Discussioni a tema
Prodi sta distruggendo l'ITALIA con la sua ostinazione a non mollare la poltrona, ormai per la sinistra è finita ed è giunta l'ora che la destra ritorni in sella per far ripartire il paese che da troppo tempo è fermo. Prodi dovrebbe ringraziare i senatori a vita che gli hanno salvato il C.... molte volte permettendogli così di continuare a distruggere insieme ai suoi COMPAGNI la nostra PATRIA!!!!!!!! Prodi vattene vattene vattene vatteneeee -
Scusate ho risposto due volte
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Fu il massimo stratega della guerra-lampo, il suo inventore, Liddell Hart lo definì "il miglior generale tedesco della seconda guerra mondiale" In un'epoca in cui una nazione militarmente avanzata come la Francia fondava ancora la propria difesa sulle imponenti fortificazioni della Maginot, egli codificò il metodo per evitare le secche della guerra di posizione e imporre quella di movimento mediante l'impiego di masse di carri armati combinato col bombardamento in picchiata dell'aviazione da combattimento e col lancio di paracadutisti e con l'azione aerea devastatrice sulle retrovie del nemico. Da allora la guerra-lampo, la "blitzkrieg", ebbe il suo nome: Fritz Erich Georg Eduard von Lewinski, meglio conosciuto come feldmaresciallo Erich von Manstein. Nel primo conflitto mondiale combatté soltanto pochi mesi perché già nel novembre 1914 venne ferito gravemente e, divenuto capitano alla sua guarnigione, fu addetto a vari Stati Maggiori di grandi unità. Secondo la biografia ufficiale, quando Hitler salì al potere (1933) Manstein, che era comandante del battaglione cacciatori del 40° Reggimento di fanteria a Kolberg, ebbe violenti scontri con i funzionari del partito e lottò energicamente contro l'allontanamento dalle forze armate di ufficiali di origine ebrea. Ma di lì ad una decina di anni mutò opinione e durante la campagna di Russia rivolse ai propri reparti una ordinanza in cui era detto che "il soldato tedesco nei territori dell'Est non è soltanto un combattente secondo le regole della guerra ma anche il portatore di una inesorabile idea nazionalistica razziale, il quale deve capire perfettamente la necessità della dura ma giusta espiazione della razza inferiore degli ebrei". Maggior generale nell'ottobre 1936, Manstein ebbe la carica di Primo Quartiermastro e di sostituto del capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale Beck. Cinquantunenne, ambizioso, di buona cultura e brillante ufficiale particolarmente versato nei problemi strategici ed organizzativi, Manstein accolse favorevolmente l'energia risoluta del nuovo regime nazionalsocialista, la sua responsabilità nazionale che appariva così efficace dopo l'atteggiamento rinunciatario della repubblica di Weimar, la sua politica in fatto di riarmo e, pertanto, la valorizzazione della propria classe. Ma, fedele al geloso potere della casta degli ufficiali fino ad allora, con von Seeckt, "Stato nello Stato", prese posizione contro alcune iniziative imposte dall'OKW e dai progetti nazisti di espansione armata; così, all'inizio del 1938, venne allontanato dallo Stato Maggiore e gli venne lasciata una nomina di secondo piano, quella di comandante della 18^ Divisione, a Liegnitz. Si trattò di un vero e proprio esilio e, prima di lasciare quel modesto servizio di truppa, dovette attendere l'estate del 1939 quando, in vista dell'aggressione alla Polonia, Hitler costituì in Slesia il gruppo di armate Sud formato dalla XIV (List) , dalla X (von Reichenau) e dall'VIII (Blaskowitz) e posto al comando di von Rundstedt. Manstein, promosso tenente generale, divenne suo capo di Stato Maggiore ed elaborò i piani per dar battaglia, nella grande ansa della Vistola, all'Armata Lodz, batterla e giungere con l'ala destra del proprio schieramento sul tergo delle forze polacche. Foto: Manstein, vicino al gen.Erich Hoepner, aspetta di stringere la mano ad Hitler, dopo la campagna di Polonia. A pranzo con Hitler Il suo capolavoro lo realizzò, pochi mesi più tardi, sul fronte occidentale dando corpo, con un progetto per molti aspetti rivoluzionario , alle teorie della guerra-lampo. Forse anche perché insoddisfatto dal ruolo relativamente modesto che nell'operazione Fall Gelb veniva riservato alla sua unità, Manstein, in un documento sottoposto all'OKW, criticò aspramente Fall Gelb scrivendo che "il piano non contiene l'indicazione chiara di condurre la campagna ad una conclusione vittoriosa". Il suo scopo è una vittoria parziale (la sconfitta delle forze alleate nel Belgio settentrionale) e il raggiungimento di conquiste territoriali (il possesso della costa come base per le future operazioni). Von Brauchitsch respinse il documento e così fece Halder. Tuttavia l'uomo era testardo e sicuro di sé e un mese più tardi, quando partecipò al pranzo che Hitler offriva alla Cancelleria di Berlino a cinque comandanti di corpo di nuova nomina, non esitò un istante ad esporre al Fuhrer le critiche al Fall Gelb e a tracciargli un altro piano, il proprio, che aveva già denominato Colpo di falce. Hitler, subito convinto anche perché da parecchio tempo si trastullava con un'idea del genere (nel diario di Jodl, alla data del 30 ottobre 1939, è scritto: "Il Fuhrer ha una nuova idea: attaccare a Sedan, via Arlon,con una divisione corazzata e una divisione motorizzata"), invitò Manstein nello studio privato e, per una delle poche volte nella sua vita, ascoltò l'interlocutore senza interromperlo. Manstein gli disse chiaramente, e seccamente, che con il Fall Gelb a parte il fatto che era già venuto a conoscenza degli alleati si sarebbe soltanto sconfitto il nemico ("E questo, Mein Fuhrer, non è il nostro obiettivo"); invece bisognava annientarlo, cosa ben diversa. Per far questo, e con l'identico sforzo, era necessario che il colpo principale venisse sferrato dal gruppo di armate A (von Rundstedt) attraverso le Ardenne, su entrambi i lati di Sedan per poi scavalcare ("veloci come il fulmine") la Mosa e giungere, attraverso la Francia settentrionale, fino al mare, ad Abbeville, tagliando fuori le forze alleate ammassate nelle Fiandre. Dopo la distruzione di queste forze, il resto dell'esercito francese sarebbe stato circondato e sbaragliato con una massiccia conversione a destra. Hitler approvò. Processato come criminale di guerra Durante la prima parte della campagna di Francia, Manstein non ebbe occasione di dimostrare quel che poteva fare come comandante di una grande unità perché i suoi reparti vennero relegati semplicemente fra quelli che seguirono la penetrazione delle forze corazzate di sfondamento, e non bisogna neanche dimenticare che Hitler aveva detto agli intimi, parlando di lui: "Quest'uomo sa il fatto suo ma non è proprio quello che fa per me". Comunque, nella fase conclusiva, Manstein operò il primo sfondamento ad oriente di Amiens: " I carri armati di Rommel sfruttarono la breccia" ha scritto Liddell Hart, "ma Manstein gareggiò in velocità coi carri nell'inseguimento, impiegando la sua fanteria come truppa mobile. Il suo corpo fu il primo a raggiungere e a passare la Senna il 10 giugno 1940 compiendo quel giorno una marcia di oltre 65 chilometri". Foto: Erich Von Manstein consulta una carta militare al Quartier Generale tedesco In possesso di grande senso strategico e di una profondissima conoscenza delle possibilità delle unità meccanizzate, Manstein apparve così d'improvviso sulla scena bellica europea come l'ideale condottiero delle rapide e mortali penetrazioni coordinate dai carri in terra e dall'aviazione da combattimento in cielo; fu forse per questo che, divenuto nel febbraio 1941 generale di fanteria e comandante del LVI Corpo corazzato, venne 'scelto per la campagna di Russia e posto alle dipendenze del gruppo di armate Nord (feldmaresciallo von Leeb) che, dalla Prussia orientale, doveva puntare su Leningrado. Manstein sfondò il fronte nemico nella stretta vallata della Dubissa e corse innanzi così veloce che raggiunse Dvinsk, distante oltre 300 chilometri, in soli quattro giorni e mezzo impadronendosi dei ponti principali sulla Dvina prima che i sovietici potessero farli saltare. Ma la guerra di Russia gli riserbò anche un ruolo inatteso. Richiamato a settembre nel sud per prendere il comando dell'XI Armata, ebbe il compito di conquistare, con la Crimea, la piazzaforte marittima di Sebastopoli, sicché il seguace della guerra-lampo si trasformò in tecnico di materiali e il condottiero di corpi corazzati in stratega dell'artiglieria. Ma fra lui ed Hitler i rapporti non erano buoni (in realtà, non erano mai stati cordiali): al Fuhrer l'ottuso professionalismo di Manstein non bastava, voleva la consapevole adesione politica e, sul piano militare, l'antica obbedienza cadaverica, e poi come confessava agli intimi gli dava anche fastidio il carattere del neo feldmaresciallo (ironia corrosiva e critiche dure, aperte). Soprattutto, i due erano divisi da diverse, e insanabili, concezioni strategiche: Hitler credeva ancora nel principio del "Nessuna ritirata" che aveva dato miracolosi frutti davanti a Mosca nel dicembre 1941-gennaio 1942; Manstein sosteneva che l'unico modo per neutralizzare la sempre crescente pressione russa era un arretramento profondo. Il dissidio divenne acuto nel marzo 1944: il 30 di quel mese Hitler convocò Manstein e Kleist all'Obersalzberg, li decorò della Croce di cavaliere con fronde di quercia e spade, tolse ad entrambi il comando e li sostituì con altri due feldmarescialli che, in seguito, sarebbero stati definiti i suoi fedelissimi, Schorner e Model. Manstein, ufficialmente sofferente di gravi disturbi agli occhi, si trasferì a Celle - elegante località mondana e di villeggiatura - col pretesto di sottoporsi ad una lunga cura. In realtà, passò il suo tempo a scrivere un libro che, pubblicato dopo la fine della guerra, sarebbe diventato un best seller di cose militari (Verlorene Siege, Vittorie perdute). La sua carriera finì a questo punto: il nome di Manstein non fu più udito. Arrestato alla fine del conflitto dagli inglesi, Manstein venne processato quattro anni più tardi ad Amburgo come criminale di guerra: l'accusa si riferiva al 1942, in Crimea, quando aveva ospitato senza dir verbo una Einsatzgruppe, venuta a ripulire la regione dagli ebrei. Dei diciassette capi di imputazione che gli piovvero addosso ne rimasero solo due. Manstein fu condannato, per non essere intervenuto mentre sotto la sua giurisdizione avvenivano massacri ed orrori, a 18 anni da scontarsi nelle carceri di Werl. Invece rimase in prigione soltanto 4 anni: a causa del suo cattivo stato di salute ottenne la grazia nel maggio 1953 e si ritirò a vivere, con l'unica compagnia di una bella e giovanissima fantesca, in una grande e quieta villa di Irschenhausen, in Baviera.
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Secondo me è nettamente superiore ROMMEL e meno male che non si sono scontrati perchè PATTON le avrebbe prese. Patton era forte perchè l'asse era in crisi e poi non aveva problemi di carburante e quant'altro
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E cosa mi dite della classe RICHELIEU???????
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Voi per caso sapete darmi qualche informazione sul sistema GIOVE francese che a sede nei sotteranei dell'ELISEO e funge da comando dell'arma atomica francese?????????????
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C'era anche la potentissima corazzata HMS VANGUARD (23) della ROYAL NAVY!
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Prova a visitare il sito corpidelite.altervista.org
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Grazie a tutti
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Ma i più silenziosi non sono mica i nuovissimi SSBN francesi classe LE TRIOMPHANT???????????
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Qualcuno mi potrebbe spiegare come era strutturato il cosiddetto VALLO ATLANTICO??????
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Voi per caso sapete quale sarà la classe di SSBN che sostituiranno quelli della classe OHIO????????? GRAZIE
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SIERRA LEONE / 10 SETTEMBRE 2000 OPERAZIONE " BARRAS " Il 25 agosto del 2000, in Sierra Leone, undici militari appartenenti al 1st Battallion, Royal Irish Regiment ed un ufficiale di collegamento delle forze armate locali (il Caporale Mousa Bangura), vengono catturati mentre si trovano in viaggio alla volta della propria base. I militari fanno parte di una task-force inviata dal governo britannico al fine di addestrare l' esercito governativo della Sierra Leone ed acquartierata presso Camp Benguema (dieci miglia a sud-est della capitale Freetown). Il convoglio (di ritorno da un meeting con le forze giordane delle Nazioni Unite, tenutosi presso la base Jordbat2 di Masiaka) e' al comando del Maggiore Alex Martial (comandante di Camp Benguema) ed e' composto da tre veicoli (una WMIK, una Land Rover standard ed una terza equipaggiata quale stazione radio). I mezzi, avventuratisi nell' area delle Occra Hills, sono presto bloccati nella parte sud del villaggio di Magbeni dai ribelli antigovernativi appartenenti alla fazione dei West Side Boys, guidati da Foday Kallay e sotto i quali ricade il controllo dell' intera zona. Gli undici militi britannici vengono rinchiusi all' interno di una casupola ubicata nella parte nord del villaggio (abitazione del Colonnello "Cambogia"), mentre il Caporale Bangura e' gettato all' interno di una buca nel terreno ed orrendamente torturato. A seguito del rapimento, vengono mosse marcate rimostranze da parte dell' esercito inglese, ma lo stesso generale dei Caschi Blu nigeriani pone in evidenza come effettivamente il convoglio viaggiasse in un area ad alto rischio e senza aver preventivamente allertato il comando nigeriano delle proprie intenzioni. Le dichiarazioni secondo le quali la pattuglia non avesse mai incontrato le forze giordane, risulteranno successivamente null' altro che illazioni, originatesi in seguito al clima di forte tensione instauratosi tra i comandi britannici e nigeriani. I pattugliamenti aerei, predisposti nei giorni successivi al fine di localizzare i militari scomparsi, si rivelano ben presto inutili, probabilmente per la presenza di una fitta vegetazione che ricopre la maggior parte del territorio della zona. Anche se negato da ambienti ufficiali, sembra che il 27 agosto, una pattuglia costituita da una dozzina di uomini dello S.A.S., sia stata incaricata di eseguire una serie di ricognizioni avanzate nell' area dove si sospettava fossero nascosti i ribelli. Lo stesso giorno i miliziani autori del rapimento fanno pervenire alle autorità una richiesta di scarcerazione per il loro leader detenuto nei carceri governativi, il generale Papa (detto "Bomb Blast"), in cambio delle vite degli ostaggi. Vengono inoltre avanzate richieste per cibo e medicinali. Il 29 agosto, un team di negoziazione ostaggi viene fatto incontrare con due dei prigionieri (il Maggiore Alex Martial ed il Capitano Flaherty), ricevendo in tal modo rassicurazioni sull' umanità del trattamento loro riservato dai ribelli e sul fatto che nessuno dei militari britannici fosse ferito. Il meeting ha luogo sull' arteria che congiunge Benguema e Masiaka e ad esso presiedono il Comandante del Royal Irish Regiment, il Tenente Colonnello Simon Fordham, ed altri ufficiali. Le trattative vengono affidate ad una coppia di negoziatori della Metropolitan Police londinese, accompagnati da due elementi dell' Hostage Negotiation Team dello S.A.S. A presiedere il negoziato dalla parte dei ribelli, lo stesso Foday Kallay ed il Colonnello "Cambogia", scortati da miliziani armati. Alle precedenti richieste per cibo e medicinali, si aggiungono ora quelle relative ad un telefono satellitare, cosi' da permettere ai West Side Boys di contattare i media internazionali. In qualche modo, nel corso dell' incontro, i due ostaggi riescono a passare ai negoziatori una mappa (precedentemente da loro preparata) riguardante le difese del campo ribelle, il tipo di terreno e l' ubicazione dei prigionieri. Il giorno successivo, i West Side Boys ricevono il telefono satellitare, rilasciando cinque degli ostaggi: il Sergente Maggiore Head, i Caporali Sampson e Ryan, ed i Ranger McVeigh e McGuire. Con l' apparato di comunicazione nelle proprie mani, Foday Kallay puo' adesso liberamente contattare i mass media. Il Colonnello "Cambogia", chiede inoltre che, oltre alla scarcerazione del loro leader, si giunga ad una revisione del trattato di pace della Sierra Leone, che lo porti a divenire il Presidente del Paese e che i miliziani facenti parte dei West Side Boys vengano quanto prima reintegrati nell' esercito. Il primo contatto fra Kallay ed il BBC World Service (avvenuto il 30 agosto) venne seguito dai restanti sei ostaggi tramite una radiolina data loro dai ribelli. E fu proprio nel corso della trasmissione che un evento inaspettato avrebbe rialzato il morale dei militari. Una scarica di statica interferi' infatti brevemente con la trasmissione. Non essendovi alcuna fonte in grado di provocare un' interferenza del genere nel bel mezzo della giungla, gli ostaggi capirono che qualcuno, nell' oscurita' intorno alla base era probabilmente in attesa. Nel frattempo, fervevano in preparativi per la missione di salvataggio. Grazie alle immagini satellitari raccolte, viene costruita una replica del campo ribelle, grazie alla quale le Forze Speciali avrebbero provato senza sosta il piano d' assalto. Nessun intervento effettuato fino ad allora dallo S.A.S., avrebbe potuto essere paragonata all' operazione "BARRAS" in termini di complessita' logistica, segretezza e velocita' nell' esecuzione, fungendo quale banco di prova per i dispiegamenti che di li' a pochi anni avrebbero visto le forze speciali britanniche in prima linea nella guerra al terrore post 11 settembre. "BARRAS" avrebbe visto in azione circa 250 uomini, inclusi gli equipaggi degli elicotteri, oltre ad una cinquantina di operatori del "D" Squadron (rientrato il 29 agosto precedente da un' esercitazione tenutasi presso Nanyuki in Kenya e durante la quale, a seguito di un incidente stradale, avevano perso la vita il Caporale Martin Halls ed il Soldato Adrian Powell, entrambi appartenenti al Boat Troop) e a due dozzine di uomini dello Special Boat Service (S.B.S.), i quali (per la prima volta) avrebbero combattuto accanto allo S.A.S. in squadre completamente integrate (soluzione successivamente adottata in Aghanistan ed Iraq anche dalle Forze Speciali italiane). A costoro sarebbero andati ad aggiungersi circa 150 para' del 1st Battalion del Parachute Regiment, anche questi mai impiegati cosi' a stretto contatto con gli uomini delle forze speciali. In tutto, quasi 200 militari sarebbero stati impegnati a terra, con il supporto di sette elicotteri. Il successo dell' operazione sarebbe stato affidato al contributo di tutte e tre le armi delle forze armate di Sua Maesta'. L' Esercito avrebbe posto a disposizione lo S.A.S., il Parachute Regiment e due elicotteri da attacco AH7 Lynx; la Marina il suo S.B.S., la nave ausiliaria Sir Percival, la HMS Argyll ed il suo AH7 Lynx; la R.A.F. avrebbe contribuito con i propri Hercules e tre elicotteri da trasporto CH47 Chinook. Il supporto del Sierra Leonean Army e della truppe gia' presenti nel Paese sotto mandato O.N.U. sarebbe inoltre stato vitale. Qualora fosse stato dato il via all' intervento, lo S.A.S. e lo S.B.S. si sarebbe dovuto assicurare che, oltre ad effettuare il recupero di tutti gli ostaggi, nessun guerrigliero dei West Side Boys sarebbe sopravvissuto al raid, circostanza questa, sottolineata agli uomini del "D" Squadron dall' allora Comandante del Reggimento. "Se questa operazione ottiene il via libera- aveva precisato l' ufficiale - voglio che sia ben chiaro che andrete all' interno di quel campo per impartire a questa gente una lezione che non dimenticheranno. E non ho alcun dubbio che questo e' proprio quello che farete".Ma cio' che avrebbe determinato piu' di tutti il successo o meno dell' intera operazione, sarebbe stata la capacita' di far muovere questo nutrito dispositivo fuori dalla Gran Bretagna in assoluta segretezza, onde non allertare la stampa (e quindi i West Side Boys) riguardo ad una imminente missione di recupero degli ostaggi. Uomini e mezzi vennero fatti affluire sotto la copertura del dispiegamento britannico attivo oramai da tre mesi in Sierra Leone e soprannominato operazione "PALLISER". Un quartier generale interforze di stanza a Freetown (denominato Joint Forces Head Quarters, J.F.H.Q.) si sarebbe occupato degli aspetti logistici, disponendo che gli uomini del "D" Squadron arrivassero passando attraverso Dakar (Senegal), per giungere alla propria destinazione finale, Camp Waterloo, a sud est di Freetown ed ubicato in mezzo al nulla. Magbeni (la base principale) era posta sul lato sud del fiume Rokel Creek, accessibile solo tramite una stretta strada sterrata attraverso la giungla, mentre Gberi Bana (l' insediamento secondario ove erano tenuti gli ostaggi) si trovava invece a nord del fiume ed era accesibile solamente per via fluviale o tagliando direttamente attraverso la giungla. Il terreno non lasciava quindi che tre opzioni per l' assalto: un approccio via terra, uno dal fiume od un ultimo per mezzo di elicotteri, direttamente nel centro dell' obiettivo. Tre furono quindi i piani ad essere sviluppati e valutati sulla probabilita' di portare a terminare con successo l' obiettivo primario: riportare a casa incolumi tutti gli ostaggi. I tre piani d' intervento si sarebbero basati sugli elementi della silenziosita' e della sorpresa, attraverso l' infiltrazione notturna nell' area ed un assalto improvviso all' alba. Secondo quanto delineato nel piano A, le squadre sarebbero state infiltrate attraverso il fiume su dei battelli, per proseguire successivamente a piedi nella giungla e stabilire delle L.U.P. (Lying-up Position) in attesa dell' attacco programmato per l' alba. Tale piano prevedeva un ruolo fondamentale per lo S.B.S. e per il Boat Troop dello S.A.S., i quali avrebbero trasportato parte della forza d' assalto attraverso il Rockel Creek. Il piano B prevedeva invece un attacco terrestre, con inserimento notturno tramite Land Rover ed avvicinamento all' obiettivo a piedi. Anche in questo caso, l' assalto sarebbe stato effettuato alle prime luci dell' alba. Il piano C prevedeva invece un vero e proprio assalto aviotrasportato, un' opzione che, mancando totalmente dell' elemento sorpresa, venne posta da parte quale ultima risorsa, nel caso i piani A o B non potessero essere adottati. E' a questo punto che il Parachute Regiment venne chiamato in causa. Era chiaro infatti come un' operazione del genere necessitasse del supporto di una forza adeguata. Anche se i circa settanta operatori delle Forze Speciali si fossero concentrati solamente sul villaggio di Gberi Bana e fossero riusciti ad individuare gli ostaggi, i ribelli a Magbeni avrebbero avuto il tempo di contrattaccare con le mitragliatrici GPMG e cal.50 delle Land Rover catturate ai militari, oltre che con mortai da 51 ed 81mm. Una simile potenza di fuoco avrebbe decimato la forza d' assalto, rendendo rischioso il recupero dell' intero dispositivo. Era necessario quindi disporre di una ulteriore forza in grado di scatenare fuoco di soppressione su Magbeni. Gli uomini del "D" Squadron avrebbero voluto i colleghi del "B" Squadron come forza d' appoggio ma, con soli cinquanta elementi, quest' ultimo non disponeva di una forza numericamente adeguata. Inoltre, i para' avevano in precedenza affrontato il R.U.F. (Revolutionary United Front, dal quale provenivano buona parte dei West Side Boys), in missioni seek-and-destroy le quali avevano avuto risultati piu' che soddisfacenti. Fu cosi' che ad Aldeshot Barracks, sede del 1st Battalion del Parachute Regiment, il Maggiore Lowe della A Company, 1st Para, ed il suo vice, il Capitano Matthews, misero in moto la propria macchina da guerra. Furono selezionati tra i centoventi ed i centoquaranta para' in grado di entrare immediatamente in azione a supporto delle Forze Speciali. WMIK Land Rovers, quad bikes, R.H.I.B. (Rigid Hull Inflatable Boat) e camion Pinzgauers sarebbero stati disponibili, oltre a due CH-47 Chinook gia' dispiegati in teatro. Al fine di mantenere la segretezza, alla forza venne detto di prepararsi ad un' esercitazione in ambiente tropicale. Nel mentre, giovedi' 31 agosto, elementi dell' advanced party S.A.S. / S.B.S. partirono alla volta del Prince Leopold International Airport di Dakar, onde preparare il campo all' imminente arrivo del resto della forza. Il 2 settembre, la forza d' attacco mista ed il suo equiaggiamento, vengono trasportati in Sierra Leone a bordo di tre C-130 Hercules. Nel contempo, informazioni pervenute al J.F.H.Q. di Freetown da parte di due informatori dei West Side Boys, gettarono ulteriore luce sui folli piani di Foday Kallay, incluso il tentativo di fare della Sierra Leone per i britannici, quello che fu la Somalia per le forze statunitensi. Venerdi' 1 settembre, i para' si mossero presso l' Operational Mounting Centre di South Cerney (Gloucestershire). Quando tutti i telefoni cellulari furono requisiti e gli uomini posti in fase di isolamento, tra i militari iniziarono ad aleggiare sospetti che ci si preparasse ad un vero e proprio dispiegamento operativo. Tali sospetti vennero spazzati via con il primo briefing operativo, nel quale venne spiegato ai para' il loro ruolo nell' operazione "BARRAS". I para' avrebbero agito in veste di forza di soppressione contro i circa mille ribelli presenti nella base di Magbeni. I militari sarebbero stati inoltre in inferiorita' numerica di cinque a uno. Nel frattempo giungono i primi rapporti dalla pattuglia dello S.A.S. inviata in ricognizione fra le paludi delle colline Occra. Individuato il campo base dei guerriglieri, con l' ausilio probabilmente di microfoni direzionali, i militari apprendono dell' imminente spostamento dei sette ostaggi in una zona collinare elevata, dove la presenza di una vegetazione maggiormente folta e di un fiume (il Rokel) avrebbero costituito un ulteriore ostacolo per un eventuale attacco. I rapporti pervenuti dalla squadra fanno inoltre presagire un aumento di nervosismo ed instabilità fra i "West Side Boys", i quali cominciano ad eliminare alcuni dei loro prigionieri (ma non i britannici) ponendoli dinnanzi a veri e propri plotoni d' esecuzione. Con il definitivo "semaforo verde" dato dal premier britannico Tony Blair, ha ufficialmente inzio l' operazione "BARRAS". 10 SETTEMBRE, ORE 0616 ZULU: tre elicotteri da trasporto pesante Chinook decollano dall' aeroporto di Lungi, preceduti da due elicotteri d' attacco a terra Westland Lynx, per dirigersi alla massima velocità verso il campo ribelle sito sulle rive del fiume Rokel, presso Gberi Bana, sulle colline Occra. A sud dell' obiettivo (in località Magbeni), una squadra dello S.A.S. attende nascosta fra la giungla l' arrivo dei parà, per guidarli sul punto inizio attacco. ORE 0630 ZULU: due Chinook atterrano a Gberi Bana, in prossimità dell' accampamento ove sono tenuti prigionieri i sette ostaggi, rivelando il loro carico di paracadutisti e S.A.S.. I team si fanno strada fra i ribelli, mentre uno dei Westland Lynx fornisce fuoco di soppressione per i militi a terra. Probabilmente in questo momento si colloca l' uccisione del soldato Brad Tinnion dello Special Air Service, colpito dal fuoco di una mitragliatrice GPMG (General Purpose Machine Gun). Il combattimento infuria anche a Magbeni, dove una sessantina di ribelli è stata posta a difesa del lato sud dell' obiettivo. In poco più di un' ora, la postazione viene neutralizzata dal fuoco incrociato di elicotteri e truppe di terra, mentre a Gberi Bana i militi dello S.A.S. portano in salvo gli ostaggi. ORE 0700 ZULU: dopo aver assicurato l' area, gli uomini del Reggimento scortano gli ostaggi verso i Chinook in attesa, i quali si dirigono immediatamente verso la nave ausiliaria Sir Percival, in stand-by al largo di Freetown . ORE 0800 ZULU: Foday Kallay, leader sul campo dei "West Side Boys", viene catturato mentre, assieme ad alcuni suoi uomini, tenta la fuga verso nord. Sarà successivamente consegnato al governo della Sierra Leone. ORE 1600 ZULU: gli ultimi elementi della forza di recupero effettuano l' esfiltrazione dalla zona operazioni, a bordo di elicotteri da trasporto Chinook. L' operazione "BARRAS" ha quindi termine con un bilancio di un operatore dello Special Air Service caduto in azione, un ferito grave, undici feriti lievi, 25 ribelli abbattuti e 18 arresti. Nessuno degli ostaggi risulta aver subito traumi fisici nel corso dell' operazione.
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Scusate ma mi sembra strano che la GERMANIA abbia intenzione di dotarsi in futuro di una componente corazzata di soli 350 LEO 2A6, inferiore persino alla componente corazzata britannica che ne conterà 380. Fino ad oggi la GERMANIA ha posseduto l'esercito più numeroso in termini di uomini e mezzi proprio perchè era lo stato che più degli altri era soggetto all'invasione sovietica. Attualmente credo che se l'esercito tedesco subirà tutti questi tagli è perchè la futura politica di difesa tedesca sarà incentrata sulla parificazione fra le tre forze armate, quindi probabilmente in futuro potremmo vedere anche una BUNDESMARINE degna delle migliori marine EUROPEE. QUESTO E' IL MIO PENSIERO!!!!!!!
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Prodi: via alle riforme costituzionali
Graziani ha risposto a Leviathan nella discussione Discussioni a tema
Non si può mettere a confronto una forma presidenziale con un premierato, comunque io rimango del parere che la proposta che fece il governo berlusconi sia stata una buona proposta anche se migliorabile -
Prodi: via alle riforme costituzionali
Graziani ha risposto a Leviathan nella discussione Discussioni a tema
Secondo me per l'ITALIA andrebbe bene una forma semipresidenziale alla francese oppure un premierato tipo quello proposto dal governo BERLUSCONI che a mio parere se andava in porto sarebbe stata la cosa migliore -
Voi per caso sapete cosa propongono per la difesa i CONSERVATORI britannici visto le immediate elezioni?????????
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Il REGNO UNITO comprerà un certo numero di bombe termobariche per la neutralizzazione di bunker e bersagli interrati!!!!!!!! Voi dite che la RAF si stia preparando per un eventuale attacco aereo all'IRAN insieme agli USA?????
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quanti future lynx comprerà la GRAN BRETAGNA??????????
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Fatti & Misfatti: Finanziaria, governo restituisce poco e toglie di più È un gigantesco bluff, è la “Finanziaria delle mance”. Una pioggia di spiccioli elettorali che gli italiani devono ancora incassare, ma che già da oggi cominciano a spendere con l’aumento della tariffe elettriche (+ 2,4%) e del gas (+2,8%): naturalmente in prossimità della stagione invernale e dei massimi consumi con l’accensione degli impianti di riscaldamento. La Finanziaria delle ”cento buone notizie per gli Italiani” (slogan degno di Vanna Marchi) non servirà neppure a coprire un terzo dell’aumento dei prezzi della stangata d’autunno, quantificata dalle associazioni dei consumatori nella bellezza di mille euro l’anno. Prima di fare festa, i proprietari di case che risparmieranno sull’Ici da cento a 200 euro l’anno (cioè da 8 a 16 euro al mese), si facciano bene i loro calcoli. Novanta euro se ne vanno soltanto con l’aumento di elettricità (15 euro), gas (30 euro), acqua (20 euro), nettezza urbana (25 euro). Ma le quattro associazioni dei consumatori (Aduc, Adubef, Codacons e Federconsumatori) si trovano d’accordo nel calcolare un esborso monstre, per le famiglie, di 420 euro a seguito degli aumenti dei beni alimentari, in particolare quelli di prima necessità: pane, latte, pasta, frutta. Aggiungiamo benzina, ferrovie e trasporti (+140 euro), spese per l’auto (benzina, assicurazione, bollo e revisione, in tutto 95 euro), costi bancari e mutui (+ 168 euro per oltre tre milioni di famiglie) e si arriva ai mille euro di cui sopra. E pensare che questa sinistra, in campagna elettorale, aveva cavalcato la presunta inefficienza del governo Berlusconi nel controllo dei prezzi e la cosiddetta crisi della “quarta settimana”. Secondo il leader della Fiom, Giorgio Cremaschi (a Ballarò), le famiglie ai tempi dell’Unione sono già in crisi alla terza settimana. E al latte di prodiana memoria si aggiungono il pane, la pasta e quant’altro. Cento, ma dobbiamo ancora vederle, piccole “buone notizie” non bastano a ingannare gli Italiani. E soprattutto non bilanciano quelle cattive: una pressione fiscale che è e resterà la più alta degli ultimi dieci anni (43%, se va bene, nel 2008), lo sperpero dei “tesoretti”, il rallentamento dei consumi, la spesa pubblica fuori controllo, al pari dei prezzi. Questa Finanziaria delle cento piccole cose e del piccolo consenso elettorale ha il fiato corto. Questo governo restituisce qualcosa e toglie di più. È alla frutta e, per di più, la mette in conto agli italiani: +5,6% ai prezzi di ieri. 1/10/2007