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Graziani

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Tutti i contenuti di Graziani

  1. Bhe si potrebbe inviare un maggior numero di organizzazioni civili come la sinistra vuole per l'iraq!!!!!!!!!
  2. A questo punto secondo me bisognerebbe inviare una decina di mangusta, almeno 10 cacciabombardieri, 20/30 MBT ARIETE, 5 obici semoventi e uno svariato numero di veicoli corazzati di ogni tipo. Il tutto deve essere supportato da una forte coordinazione tra forze speciali e servizi segreti. Se fosse per me diminuirei la nostra presenza in kossovo e aumenterei di circa 2000 soldati il contigente in AFGHANISTAN. Non possiamo più stare fuori dalla trincea, è ora di andare in prima linea ad aiutare BRITANNICI CANADESI e AMERICANI e così dovranno fare pure gli altri paesi NATO, se no rischiamo di rimanerci li a vita senza aver concluso più di tanto.
  3. No bisogna contare solo le vittime del regime non le vittime provocate da una guerra per comprendere quanto un regime sia sanguinario. In tutte le guerre ci sono le vittime ed ogni paese fa i suoi morti basti pensare al bombardamento vergognoso sulle città tedesche in particolare DRESDA.
  4. Io sono filomonarchico e non posso non condividere quello che hanno detto anche se devo ammettere che queste dichiarazioni possano risultare un pò troppo pretenziose ma daltronde quei beni erano di proprietà dei SAVOIA.
  5. Non sono 10 milioni ma 6 milioni le vittime del nazismo!! Comunque quello che più è vergognoso è che la storia condanna pesantemente solo il sanguinario regime nazista e lascia indenne la altrettanto crudele storia comunista. In Italia come anche in altri paesi c'è ancora gente che inneggia al comunismo, immaginatevi cosa succederebbe se così tanta gente inneggiasse al nazismo e parte di quella gente facesse parte del governo!!!!!!!
  6. Casomai sono neofascisti e comunque la MUSSOLINI non mi sembra tanto un estremista.
  7. Chi sarebbero i neonazisti di cui parli??????????? Il mio obbiettivo non è ricreare il MSI ma di fondere tutte le forze politiche decenti appartenenti alla destra, quindi niente forzanuova. Azione sociale della MUSSOLINI si è riavvicinata molto ad ALLEANZA NAZIONALE e credo però che dovrebbe staccarsi da forzanuova e la fiamma tricolore ultimamente è stata ed è in contatto con il centrodestra. In poche parole mi piacerebbe un partito tipo la destra francese.
  8. Alleanza Nazionale non scomparirà, anzi credo che possa arrivare al 15% dei voti. L'elettorato di AN è molto identitario e poi non dimentichiamoci che il Pdl di Berlusconi potrebbe essere solo un evoluzione di forza italia e se così fosse credo che le percentuali possano rimanere invariate. Se devo essere sincero non mi dispiacerebbe creare un grande partito conservatore che comprenda le forze politiche di AN, AZIONE SOCIALE, LA DESTRA e FIAMMA TRICOLORE.
  9. AN A MILANO PER DIRE SI' AL BIPOLARISMO E MAI CON LA SINISTRA Parte da piazza San Babila la sfida per la ricostruzione del centrodestra "Non si può fare un partito all'improvviso e pensare che An, che è una grande forza politica, possa sciogliersi e annettersi". E' questo un passaggio dell'intervento di Andrea Ronchi che, insieme a Ignazio La Russa e Gianni Alemanno, ha partecipato alla manifestazione di An in piazza San Babila a Milano per dire 'Mai con la sinistra'. "Noi - ha aggiunto il portavoce di An - rispettiamo le identità di tutti ma vogliamo siano rispettate le nostre. Nelle prossime settimane organizzeremo una serie di iniziative programmatiche per preparare questo grande programma culturale e politico. Tutto ciò per creare una vera alternativa strutturale al centrosinistra. Vogliamo creare un centrodestra più forte in grado di vincere con la sinistra". "Un partito come An non entra in un altro partito via fax". Ha detto invece Ignazio La Russa. Il presidente dei deputati di An rimane convinto che "sia possibile che la vecchia Cdl traslochi in una nuova casa, con più stanze, sale riunioni in cui parlare di valori, di contenuti, magari con meno sale da pranzo". Per La Russa, tuttavia, tutto passa, prima di tutto, nel conservare "al popolo italiano la possibilità di poter scegliere prima delle elezioni chi sia il candidato premier, quale coalizione lo appoggia, quali sono i programmi. Se si vuole togliere questo, abolendo il bipolarismo, questo diritto agli italiani è difficile non immaginare inciuci, non immaginare la divisione del popolo del centrodestra". "E' necessario che ci sia un centrodestra unito - ha concluso Alemanno - e, soprattutto, una destra molto forte perchè solo An rappresenta il cambiamento". Se questo non ci sarà e "se c'è la volontà di emarginarne una parte allora c'è il rischio dell'inciucio. Sono sicuro che l'inciucio non ci sarà, ma per questo c'è bisogno che An sia forte". Alemanno ha quindi ricordato gli errori commessi in questi anni: "E' necessario non commetterne più come, per esempio, l'indulto. Quando Fi e Udc lo hanno votato hanno commesso un grave errore perché hanno votato con la sinistra". Secondo l'esponente di An il centrodestra deve rimanere ancorato ai suoi valori che sono: "l'identità nazionale, la giustizia sociale, il rispetto dell'autorità e il senso dello Stato. Questi sono i valori per costruire la nuova Italia. Chiederemo conto di questo agli alleati e costruiremo un'alternativa a sinistra su questi valori".
  10. Sai che non te lo so dire quale intanzione abbia AN. cOMUNQUE OGGI VADO IN Paizza San Babila a Milano alla manifestazione di AN.
  11. Adesso spero solo che la classe politica non si metta a dicutere se restare o meno in Afghanistan ma si unisca nel decidere di inviare risorse ingenti per rispondere pesantemente a questo VILE attacco contro i nostri compatrioti.
  12. ONORE A QUESTO ITALIANO CHE CON GRANDE SENSO DEL DOVERE HA EVITATO UNA STRAGE ANCORA PIU' GRANDE. TUTTA L'ITALIA DEVE ESSERE ORGOGLIOSA DI QUESTO GRANDE EROE ITALIANO, VIVA DANIELE PALADINI
  13. FINI LANCIA IL 'PROGETTO PER L'ITALIA, UN'ALLEANZA PER LA NAZIONE' Gianfranco Fini mobilita Alleanza nazionale, annunciando una serie di manifestazioni su tutto il territorio nazionale, per i prossimi due mesi, a partire da sabato 24 novembre. "An - afferma il presidente di An - è fortemente intenzionata a continuare il suo percorso politico rivolgendosi a tutto il popolo di centrodestra e far conoscere ‘Il progetto per l'Italia, una alleanza per la nazione'. Un progetto volto a garantire al Paese un governo alternativo a quello delle sinistre, a difendere il bipolarismo e il diritto dei cittadini di scegliere chi li deve governare". Si comincia sabato a Milano, in Piazza San Babila. Il primo dicembre sarà la volta di Napoli, il 9 dicembre ci sarà l'Assemblea nazionale del partito, mentre il 12 Fini terrà a Roma un dibattito sulle riforme. Il 14 dicembre il leader di An sarà a Verona mentre prima di Natale, An darà il via ad un' iniziativa di solidarietà a sostegno delle forze di polizia e a favore dei cittadini vittime della criminalità". Per il mese di Gennaio, invece si svolgeranno le assemblee regionali per preparare la conferenza programmatica che si terrà i primi tre giorni di febbraio a Milano.
  14. Complimenti, forse questa volta potremmo non essere gli ultimi della classe!
  15. ai perfettamente ragione, i regimi sanguinari sono tutti uguali sia che questi siano rossi o neri!!!!!
  16. NO purtroppo non è stato l'unico regime sanguinario della storia però è stato IL PIU' VERGOGNOSO E MALVAGIO DELLA STORIA. Meno male che non sei rosso
  17. Grazie per il mitico Leviathan non dovresti esprimerti così perchè sembra che tu voglia "minimizzare" la questione della tragedia comunista buttando sul piatto altri regimi dittatoriali, sembra quasi che tu voglia dire: NOI ROSSI ABBIAMO FATTO I NOSTRI MORTI MA NON SIAMO GLI UNICI AD AVERLI FATTI.
  18. Il sogno sarebbe 2 Cavour e 1 LHD da 20/25000 t. L'Italia deve capire che per contare nel mondo oltre ad una diplomazia forte ci vuole anche un'apparato militare altrettanto forte, insomma oltre alla carota ci vuole anche il bastone!!!
  19. Graziani

    La grande tragedia

    Novant’anni fa cominciava la più grande tragedia dell’umanità In questi giorni, e in particolare, il 7 novembre, è ricaduto un anniversario importante, ma nefasto, per l’umanità. 90 anni fa, il 7 novembre 1917 mentre Stalin si ubriacava in una taverna, le guardie rosse, assaltavano il Palazzo d’Inverno. Iniziò, così, il fatidico ottobre rosso (e non novembre, perché a quel tempo in Russia si utilizzava ancora il calendario giuliano e non quello gregoriano), la più grande opera di macelleria sociale, sotto l’egida politica di Vladimiro Ilyich Ulyanov, meglio noto come Lenin. Da quel giorno, tanto si è detto e molto si è scritto, personaggi che fino al giorno prima avevano appoggiato in pieno questa Rivoluzione e che avevano intrattenuto rapporti politici ed economici con gli assassini di turno, all’improvviso, scoprono di essere comunisti ma non stalinisti, comunisti ma non maoisti, comunisti ma non pol potisti, o khmeristi, o titini. La cosa triste, però, è che lo scoprono sempre dopo, quando, ormai, questi regimi hanno già messo in opera la loro azione di ingegneria sociale. Lo scoprono dopo aver “saputo” che con un tratto di penna, Stalin, aveva condannato a morte 6.600 persone in una sola sera; e con le facce da imbambolati, come i bambini che vengono scoperti con le mani sporche di marmellata, sono pronti a fare marcia indietro, a rinnegare tutti i rapporti che fino alla sera prima avevano intessuto, abiurando anche il compagno Togliatti, carnefice di italiani e compagno onorario del Partito Comunista Sovietico. C’è, però, chi resta sincero e coerente come l’onorevole Oliviero Diliberto che il 7 novembre sarà sulla Piazza Rossa, per ricordare i 90 anni della Rivoluzione d’Ottobre. Che grande uomo! Continuano a chiamarsi comunisti, continuano ad utilizzare quel simbolo, quando ormai è accertato che la conta dei morti di questo regime è impossibile. C’è chi dice che siano stati 80 milioni, altri parlano di 120 milioni. Ma che c’entra? Diranno che la Rivoluzione d’Ottobre non è stato una rivoluzione proletaria, che gli orrori di cui si sono macchiati Lenin, Stalin e i suoi compagni sono accaduti perché ci si è allontanati dall’idea del comunismo, che l’inveramento della dottrina è stata sbagliata, ma l’ideale resta giusto. Si, talmente giusto che ovunque sono andati al potere, con “Il Capitale” sotto al braccio, è stata una carneficina, e ciò vuol dire che tutto questo è intrinseco all’ideologia. Tutti i regimi comunisti nominati in precedenza, prima appoggiati e poi denigrati, avevano un unico comune denominatore: l’eliminazione di una classe, potevano essere borghesi, contadini agiati, preti, intellettuali (sì, Pol Pot eliminò tutti coloro che portavano gli occhiali, perché ritenuti tali), ma il succo resta sempre lo stesso e cioè che dopo 90 anni quella data segna l’inizio della più grande tragedia antropologica dell’umanità. Forse un giorno spegneranno anche il sigaro e si diranno comunisti ma non castristi, ma ovviamente dopo aver scoperto le nefandezze e gli orrori compiuti da Fidel Castro. Ah, dimenticavo, dopo, ovviamente…dopo!
  20. IO sono fiducioso, la nostra NAZIONALE è molto forte e può VINCERE e infatti VINCEREMO FORZA ITALIA ( non il partito ) PS: FORZA INTER VIVA MATERAZZI
  21. Veltroni democratico? Macchè, solo stalinista… Piero Sansonetti, direttore di “Liberazione”, il quotidiano di Rifondazione Comunista, a proposito del neosegretario del Partito Democratico, scrive: «Nel Pd di Walter Veltroni non c’è più traccia del vecchio Pci? Credo che Veltroni assomigli molto più ad Amintore Fanfani che ad Enrico Berlinguer. Veltroni (che conosco da una vita, da quando aveva 17 anni, e per il quale nutro anche un certo dissennato affetto) è un leader che considera la politica come una tecnica per il controllo del consenso e per la conquista e la difesa del potere. Non ha mai avuto una considerazione esagerata per i principi, o per le idee e i grandi progetti. O meglio, ha sempre giudicato gli ideali come strumenti di battaglia, come mezzi, duttili e mutevoli, da usare con parsimonia e senza mai farsene condizionare». «Veltroni ritiene che la politica sia la capacità di appiattire il conflitto, metterlo in silenzio, ridurre il dissenso, creare ordine e gerarchia tra i vari interessi collettivi ed inviduali, in modo che ciascun interesse dipenda da un interesse superiore, e tutto costituisca una piramide, al vertice del quale c’è il potere, cioè la politica, cioè il bene: cioè lui. Del vecchio Pci credo che Veltroni non abbia ereditato né i valori (l’aspirazione all’uguaglianza, l’impegno sociale, la difesa dei più deboli, l’internazionalismo…) né una certa idea di battaglia politica, né la continua e sofisticata ricerca culturale. Ha ereditato un metodo politico (formidabile, ma un pò odioso) che allora andava sotto il nome di stalinismo. […] Degli ex dirigenti del Pci che ancora oggi hanno un ruolo nella vita politica italiana Walter sicuramente è quello più profondamente legato alla vecchia visione stalinista. Ha traghettato questa visione nel Partito Democratico. Walter, scusate il paradosso, è il fondatore dello stalinismo democratico». In sintesi cosa è successo? Che il comunista duro e puro ha dato dello stalinista al figlio prediletto del Pci. Dunque quale interpretazione dare a questo scontro interno alla sinistra? Al diavolo i soliti tromboni della politologia italiana, da Sartori a Scalfari, sempre tutti impegnati a giustificare l’ingiustificabile. Basta invece la saggezza popolare: il bue non smetterà mai di dare del cornuto all’asino…
  22. la sfida infinita BOTTA E RISPOSTA
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