-
Numero contenuti
1238 -
Iscritto il
-
Ultima visita
-
Giorni Vinti
1
Tutti i contenuti di Graziani
-
Naturalmente mi sentirei meglio se dalla mia parte avessi i GIGANTI USA. Il motivo per cui ho detto il CAVOUR è perche mi piace molto e ne sono molto orgoglioso, mentre il motivo della CHARLES DE GAULLE è per il semplice fatto che è il frutto dell'ingenieria navale EUROPEA e non americana.
-
La migliore è il CAVOUR seguito dalla PA CHARLES DE GAULLE!!!!!!!
-
Russia, i sottomarini classe Typhoon e Delta IV Le unità impegnate nella fallita esercitazione strategica del 16 e 17 febbraio appartengono alle più moderne classi di sottomarini lanciamissili balistici (SSBN) in servizio con la Marina russa. I Typhoon e i Delta IV, infatti, costituiscono la terza (ed ultima) generazione di battelli nucleari progettati dall'allora Unione Sovietica. I sottomarini classe Typhoon, cui appartiene il TK-17 Arkangelsk, sono in assoluto i più grandi mai costruiti e sono stati ampiamente celebrati in "Caccia all'Ottobre Rosso". Il loro dislocamento in superficie è di 21.500 tonnellate, che salgono a 26.500 in immersione. La lunghezza è di 172 metri, mentre la larghezza sfiora addirittura i 25 m. L'apparato motore, su due reattori nucleari da 40.000 hp con altrettante turbine a vapore e assi, consente velocità di 19 nodi in superficie e 26 in immersione. Ma le fonti non sempre sono concordi nel riportare i dati. Ad esempio, per la quota di immersione si parla di 300 o anche di 500 metri. L'armamento è costituito da 20 missili SS-N-20 in pozzi di lancio sistemati su due file a proravia della falsatorre, che per questo motivo risulta essere in posizione piuttosto arretrata. Siluri o missili antinave SS-N-15 ed SS-N-16 possono essere lanciati attraverso i 6 tubi lanciasiluri da 650 e 533 mm di cui sono dotati i battelli. A bordo dei Typhoon sono stati registrati lanci simultanei di 4 SS-N-20, la cui portata (8.300 km) consente alle unità di operare anche a ridosso delle acque metropolitane. Per mettersi nelle condizioni di lancio anche in ambiente artico, i sottomarini di questa classe hanno il cielo della falsatorre corazzato per poter sfondare la banchisa polare. L'emersione tra i ghiacci è resa inoltre possibile dalla "riserva di spinta" che è pari al 35% del dislocamento. Ciò vuol dire che, svuotando le casse di zavorra, i battelli dispongono in emersione di una spinta verso l'alto di 7.500 tonnellate in grado di frantumare spessori di ogni tipo. L'aspetto più caratteristico della classe Typhoon è sicuramente la forma inconfondibile, decisamente tozza (gli SSBN americani classe Ohio hanno identica lunghezza ma una larghezza pari alla metà). Pare che questo sia dovuto all'inedita architettura interna, con due scafi resistenti affiancati e collegati tra loro e destinati al sistema propulsivo, più un terzo scafo più piccolo sistemato sopra gli altri due e riservato alla componente operativa. Lo scafo esterno, ricoperto di piastrelle anecoiche, è separato dallo/dagli scafo/i resistente/i con un'intercapedine di almeno un metro, a garanzia di una discreta protezione contro i siluri leggeri. Il progetto 941 (Typhoon per la NATO), partito nel 1972, doveva comprendere in origine un numero imprecisato di battelli, forse non più di una decina. Di questi, sei sono stati realizzati tra il 1977 e il 1989, mentre una settima unità è stata demolita quando era ancora sugli scali. A causa degli alti costi di gestione, tra il 1998 e il 1999 sono state ritirate dal servizio quasi tutte le unità. Addirittura si pensava che tra queste dovesse esservi il TK-17, che nel 1992 era stato danneggiato da un incendio a bordo. Come il TK-17, anche il TK-20 risulta essere assegnato alla Flotta del Nord. Il sottomarino K-407 Novomoskovsk e il gemello K-18 Karelia appartengono invece alla classe Delta IV. Si tratta di unità più piccole rispetto ai giganteschi Typhoon, avendo un dislocamento in immersione di 13.500 tonnellate e una larghezza di 164 metri per 12 metri di larghezza. L'armamento strategico imbarcato è costituito da 16 missili SS-N-23. Considerato il destino incerto che avvolge ciò che rimane della classe Typhoon, il deterrente nucleare subacqueo russo ha nei sette Delta IV in servizio la sua componente essenziale.
-
BENVENUTO A BORDO!!!!!
-
SOMMERGIBILI O SOTTOMARINI ? Molti pensano che questi due termini esprimano lo stesso significato, e forse nel linguaggio corrente non hanno torto. Ma in realtà la dottrina sommergibilistica italiana associa a queste due parole due tipi di unità subacquee profondamente differenti. "Il SOMMERGIBILE è un'unità subacquea studiata, progettata e realizzata per navigare principalmente in superficie e che, quando necessario, è in grado di immergersi e di permanere in immersione per periodi medio-brevi" "Il SOTTOMARINO è un'unità subacquea studiata, progettata e realizzata per navigare sempre in immersione e che, quando assolutamente necessario, è in grado navigare in superficie" La differenza tra Sommergibile e Sottomarino nasce dall'evoluzione che ha subito l'impiego strategico di questi mezzi militari nel tempo. Da sempre, la grande efficacia delle unità subacqueee consiste nella sua capacità di occultarsi (di sparire agli occhi del nemico), di tendere agguati senza essere soperto. Ebbene queste capacità, nel corso della storia, sono via via state sfruttate in maniera nettamente differente. Fino alla fine della II Guerra Mondiale, queste unità navigavano quasi sempre in superficie spostandosi abbastanza velocemente per raggiungere zone di pattugliamento assegnate o per posizionarsi nel modo migliore nei confronti del nemico da attaccare. Ricorrevano all'immersione, solo per brevi periodi, per attaccare il nemico (spesso si attaccava anche in superficie, con l'ausilio del cannone) o per fuggire alla sua caccia. Stiamo parlando di SOMMERGIBILI che, in relazione a questo tipo di requisito, venivano costruiti in modo da essere molto veloci in superficie, adatti a reggere il mare agitato, dotati di una notevole stabiltà. Con l'evoluzione tecnologica che portò ad un uso sempre più intenso degli AEREI da ricogniizione e sopratutto con l'avvento del RADAR alla fine della II G.M., i Sommergibli diventarono via via sempre più vulnerabili e la navigazione in superficie sempre più pericolosa. Queste considerazioni e il ritardo nell'avvento dello SNORKEL (prima della scoperta del quale i sommergibli dovevano necessariamente emergere per ricaricare la batteria di accumulatori) furono le principali ragioni della sconfitta dei mitici U-Boot tedeschi e degli oltre 100 sommergibili italiani. Da allora è nato il concetto di SOTTOMARINO. Le unità subacquee per continuare a godere dei loro vantaggi strategici, dovettero abbandonare completamente la superficie; questo causò uno stravolgimento progettuale e costruttivo dei battelli. Furono rivisti: • il dimensionamento strutturale; aumentarono nettamente le quote operative e, di conseguenza, lo studio della robustezza degli scafi. • gli impianti propulsivi; questi seguirono essenzialmente due strade: quella convenzionale basata sull'impiego dell Snorkel (che permette, in immersione, l'impiego dei gruppi diesel-generatori per la ricarica delle batterie) e quella nucleare che rendeva il battello assolutamente indipendente dall'aria. • le forme idrodinamiche; presero piede le forme "a goccia" molto più efficaci dal punto di vista idrodinamico immerso (forme che in immersione offrono resistenze all'avanzamento minime). Molto evidente, in questo senso, la forma della prora che nei sommergibili era tipicamente "navale" (a spigolo, adatta per penetrare le onde) e che nei sottomarini diventava quasi sferica. • la distribuzione dei pesi e dei volumi; fu necessario variare la posizione del baricentro e del centro di spinta e fu nettamente ridotta la "riserva di spinta" (volume del battello che è necessario allagare per immergerlo e portarlo in equilibrio Peso-Spinta, una volta immerso). Dagli anni '50 sono stati costruiti solo sottomarini: balistici, convenzionali, nucleari, SSK, e oggi anche A.I.P. (Air Indipent Propulsion; sottomarini convenzionali dotati di impianti di propulsione che non richiedono l'uso continuo dello snorkel, e che quindi possono rimanere in immersione profonda per lunghi periodi. Es. Fuel Cells.)
-
Per Tutta quella roba, se mai arriverà tutta, bisognerà aspettare almeno fino al 2025.
-
BENVENUTI A BORDO!!!!!!
-
Gli SSGN Ohio della Us Navy ________________________________________ ________________________________________ Non capita spesso che piattaforme concepite per compiti e missioni ben specifiche possano trovare come una sorta di nuova vita in contesti completamente diversi: eppure, questo è proprio ciò che è accaduto ai sottomarini Ssbn (Ship Submersible Ballistic missile Nuclear) della classe Ohio o, per esser più precisi, ad alcuni di essi. Costruite tra la seconda metà degli anni 70 e quella degli 90 dalla General Dynamics- Electric Boat corporation (GD-EB), tutte e 18 le unità di questa classe erano state progettate e costruite per un unico scopo; costituire cioè la componente navale del deterrente nucleare strategico degli Stati uniti con l’imbarco dei nuovi missili intercontinentali Trident, uno per ciascuno dei ben 24 pozzi di lancio. Ma con la scomparsa dell’Unione Sovietica e del patto di Varsavia, la fine della Guerra Fredda e la firma degli accordi Start (Strategic arms reduction treaty) per la riduzione delle armi nucleari, la situazione cambia radicalmente al punto che nel 1994, l’allora presidente americano Clinton approva una Nuclear posture review che stabilisce la riduzione da 18 a 14 degli Ssbn della classe Ohio. Tuttavia, insieme alla scomparsa delle vecchie minacce provenienti dal blocco comunista, di nuove e non meno pericolose ne stavano sorgendo sotto forma di una conflittualità su base locale ma molto diffusa, mentre una rinnovata enfasi interessava le operazioni in ambiente costiero e, sia pure in un momento successivo, si assisteva alla comparsa a grandi livelli del fenomeno terrorismo. Nuovi scenari operativi per i quali erano necessarie delle piattaforme altrettanto nuove. E se a ciò si aggiunge che le quattro unità in soprannumero presentavano un discreto margine di vita utile residua, nonostante fossero le prime varate, e che le caratteristiche nonché le prestazioni di queste rimanevano di assoluto rilievo, ecco farsi strada all’interno della Us Navy l’ipotesi di procedere a una loro modifica al fine di renderle in grado di svolgere nuove missioni. Modifiche importanti, che hanno riguardato in particolare due elementi: i pozzi di lancio per i missili e una parte degli spazi interni. Per ciò che riguarda i primi, 22 di questi possono ora ricevere altrettanti Mac (Multiple round canister), contenitori che accolgono sette missili Tomahawk ciascuno; questo fa sì che sia possibile imbarcare fino ad un massimo di 154 di questi missili. L’altra novità significativa è costituita dalla creazione degli spazi utili ad accogliere 66 operatori delle Forze speciali - 102 per brevi periodi - che disporranno dei rimanenti due pozzi appositamente trasformati in locali per la loro fuoriuscita in immersione e, in caso di necessità, di altri otto pozzi normalmente destinati ai missili, per eventuali equipaggiamenti aggiuntivi. Da notare come per la gestione delle operazioni speciali sia stato anche predisposto un centro di comando, controllo e comunicazioni dedicato. Un’altra trasformazione di un certo rilievo è data dalla predisposizione per l’aggancio di un Asds (Adanced seal delivery system), un vero e proprio mini-sottomarino per la condotta di operazioni coperte da parte dei Seal della Us Navy. Non solo, gli stessi pozzi di lancio, così come anche i tubi lanciasiluri già presenti, potranno essere ulteriormente modificati per consentire il lancio di veicoli unmanned di superficie, subacquei ma anche aerei. Nascono in questo modo gli Ssgn (Ship Submersible Guided missile Nuclear), unità in grado di svolgere, grazie ai cambiamenti apportati, un’ampia gamma di missioni quali l’attacco in profondità sulla terraferma con i Tomahawk ma anche di raccolta informazioni e azioni dirette con le Forze speciali. E che, oltretutto, non perdono quelle tipiche di ogni sottomarino: la presenza discreta in zone di crisi, così utile per la raccolta di informazioni di ogni tipo. Apportare tali e tante modifiche è stato possibile grazie alle intrinseche qualità di una piattaforma ben riuscita. Gli Ohio sono prima di tutto unità dalle dimensioni importanti, quasi 171 metri di lunghezza per dieci di larghezza, con un dislocamento in immersione di quasi 19mila tonnellate; valori che le rendono seconde solo agli omologhi Ssbn russi della classe Typhoon e che hanno consentito l’imbarco di un così temibile arsenale e, ancor più in particolare, di ricavare gli spazi per gli uomini da imbarcare, i loro equipaggiamenti e le strutture dedicate, oltre a un certo margine per sviluppi futuri. Ma altre sono le caratteristiche che hanno portato a scegliere gli Ohio per questi nuovi compiti. Il riferimento va in particolare alla silenziosità che è garantita non solo dall’utilizzo di materiali anaecoici ma anche dal tipo di reattore nucleare adottato e cioè l’S8g a circolazione naturale; in questa configurazione e a basse velocità, tale reattore fornisce il vapore necessario senza l’utilizzo delle pompe di raffreddamento molto rumorose. La potenza massima installata è comunque di ben 60mila hp che grazie ai due gruppi turboriduttori consente agli Ssgn di sviluppare una velocità massima che dovrebbe aggirarsi sui 25 nodi e una di crociera di 20, mentre la profondità massima è stimata in 300 metri. Interventi importanti, anche se già previsti nell’ambito della natura evoluzione delle piattaforme subacquee della Us Navy, sono stati effettuati anche nel campo del sistema di combattimento e dei sensori; per quanto riguarda il primo è prevista l’installazione dell’An/byg-1, un sistema destinato a diventare standard per l’intera flotta sottomarina americana e che permetterà l’integrazione di sonar, radar, periscopi, Electronic support measures (Esm), sistemi di navigazione, di comando, controllo e comunicazione nonché delle armi imbarcate. La caratteristica principale dell’An/byg-1 è dato dall’ampio utilizzo di componenti Cots (Commercial off the shelf) e dall’adozione di standard aperti; ciò consente una spiccata facilità di aggiornamento e potenziamento, la possibilità di reperire agevolmente sia hardware che software proprio di provenienza commerciale, oltre alla garanzia di una semplice integrazione di nuove funzioni, sensori o armi. Si tratta della stessa filosofia applicata ai sensori acustici installati; il grande sonar sferico passivo di prua An/bqq-10 e quello lineare rimorchiato, anch’esso passivo, Tb-29 e impiegati per la scoperta a lungo raggio, così come gli altri sonar per la scoperta e la navigazione, sia attivi che passivi. Anche in questo caso, grazie all’inserimento di un sempre maggior numero di componenti commerciali, i miglioramenti in termini di prestazioni ed economicità di gestione sono rilevanti. Il sistema di combattimento integra, come detto, anche le armi e quindi non solo i Tomahawk - qui nella loro versione più evoluta, la Block IV o Tactical Tomahawk - ma anche i siluri pesanti Mk. 48 che impiegano i quattro tubi lanciasiluri da 533 mm. posti a prua; non solo, esso integra pure gli altri sensori che contribuiscono a rendere, come detto, questi Ssgn degli eccellenti e discreti strumenti di raccolta informazioni. E così, sia i radar di ricerca e di scoperta, sia gli apparati Esm o gli stessi periscopi diventano degli elementi in grado di fornire dati che possono poi essere integrati anche con quelli provenienti da fonti esterne grazie alla presenza di sistemi di comunicazione avanzati. Al fine di contenere i costi poi, l’intera trasformazione degli Ssgn si è svolta in coincidenza delle fasi di sostituzione del combustibile nucleare presso la base di Norfolk della Us Navy, in collaborazione con i tecnici della GD-EB. Ad un costo stimato di circa 400 milioni di dollari per unità, la Marina americana disporrà in questo modo di sottomarini che resteranno in servizio ben oltre il 2020; un investimento tutto sommato contenuto a fronte di capacità così interessanti. Le prime due unità trasformate - Ohio e Michigan - sono ora dislocate presso la base di Bangor per la flotta che opera negli oceani Pacifico e Indiano mentre le seconde due - Florida e Georgia - su quella di Kings Bay per l’oceano Atlantico e il mar Mediterraneo. Ma gli elementi di interesse non finiscono qui; dal vecchio ruolo di Ssbn infatti, i nuovi Ssgn mutuano la presenza di due equipaggi (blue e gold). Questo particolare accorgimento permette di aumentare la disponibilità operativa delle unità, consentendo il cambio degli equipaggi stessi - composti da 159 uomini ciascuno - anche in una delle basi avanzate presenti in diverse parti del mondo. E del resto, quanto importanza rivestano queste unità per la Us Navy lo dimostra il fatto che nell’ambito della riorganizzazione delle proprie forze navali, accanto ai Carrier strike group (Csg), composti da una portaerei d’attacco, più unità di scorta -di superficie e subacquee - e navi da rifornimento, agli Expeditionary strike group (Esg), con unità anfibie e di scorta - anche in questo caso sia di superficie che subacquee - e ai Surface action group (Sag), con sole unità di superficie, ogni singolo Ssgn costituirà una sorta di formazione navale a parte; un’eloquente dimostrazione di quale e quanto affidamento la Marina americana faccia su questi sottomarini e sulle loro capacità. Sono un pò in ritardo e quasi sicuramente avrai già la risposta, però non si sa mai non sono sicuro ma questo testo mi sembra di averlo già postato in un altro topic
-
Mi spieghereste per favore cos'è questa nuova soluzione della propulsione ibrida?????????????
-
Il Comandante Carlo Fecia dei Conti di Cossato, alla cui memoria dal 1966 è dedicata una via della nostra città, nacque a Roma il 25 settembre 1908 e, rispettando la tradizione familiare, intraprese la carriera militare nella Marina, in quanto già il padre era stato Capitano di Vascello. Carlo Fecia frequenta l'Accademia Navale con pieno merito ed allo scoppio del secondo conflitto mondiale, il 10 giugno 1940, lo troviamo al comando del sommergibile atlantico Enrico Tazzoli di 1550 tonnellate, di base a Bordeaux, comandato dal C.C. Vittore Raccanelli. Quest'ultimo capisce subito che Carlo Fecia è un uomo fuori dal comune, con una spiccata tempra di cacciatore, dote indispensabile nella tremenda partita iniziata in atlantico dai sommergibili italiani a fianco degli U-Boote tedeschi. Il 5 aprile 1941 il Comandante Raccanelli è trasferito sull'incrociatore Bande Nere ed il comando del Tazzoli è assunto dal neo capitano di Corvetta Carlo Fecia. Già in quei giorni però, questo irrequieto ufficiale è forse l'unico ad avere perso ogni illusione di vittoria. Confida ad uno dei suoi intimi amici:"La nostra sconfitta è certa ed inevitabile, ma tutto questo non può avere conseguenza sull'impegno d'onore che abbiamo. Il mio dovere di ufficiale è di battermi fino a che avrò gli ordini e i mezzi per farlo". Dal 15 aprile al 9 maggio 1941 affonda due piroscafi ed una cisterna per un totale di 17.850 tonnellate, a conferma delle sue innate doti di cacciatore. Nella sua seconda crociera atlantica, svoltasi nel marzo 1942 nel Mar dei Caraibi, i siluri del Tazzoli fanno altre sei vittime per un totale di 29.200 tonnellate. Nell'estate del 1942 la "mattanza" dei mercantili alleati ad opera dei sommergibili italiani e tedeschi registra una delle punte più alte. Carlo Fecia vi contribuisce con 15.000 tonn. affondate nel corso della sua terza missione durata ben 71 giorni, con 10.300 miglia percorse. L'ultima missione in Atlantico di Fecia si svolge dal 5 novembre 1942 al 1 febbraio 1943, durante la quale coglie altri quattro brillanti successi per un totale di 20.600 tonnellate affondate. Al rientro dalla missione, mentre naviga nel canale della Gironda, i mitraglieri del Tazzoli abbattono un quadrimotore inglese che attacca il sommergibile. Per quest'ultima missione oceanica gli sarà in seguito conferita la medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: " Valente ed ardito Comandante di Sommergibile, animato,fin dall'inizio delle ostilità,da decisa volontà di successo,durante la sua quinta missione di guerra in Atlantico affondava quattro navi mercantili per complessive 20.516 tonnellate ed abbatteva,dopo dura lotta,un quadrimotore avversario. Raggiungeva così un totale di 100.000 tonnellate di naviglio avversario affondato stabilendo un primato di assoluta eccezione nel campo degli affondamenti effettuati da unità subacquee. Successivamente Comandante di Torpediniera,alla data dell'armistizio dava nuova prova di superbo spirito combattivo,attaccando con la sola unità,sette unità germaniche con armamento prevalente che affondava a cannonate dopo aspro combattimento,condotto con grande bravura ed estrema determinazione. Esempio fulgidissimo ai posteri di eccezionali virtù di Comandante e di combattente,e di assoluta dedizione al dovere". Inoltre durante la sua permanenza a Betasom (base dei sommergibili atlantici italiani a Bordeaux) viene decorato da parte della Kriegsmarine Tedesca della Croce di ferro di Prima e di Seconda Classe; della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro. Altre tre medaglie d'argento e tre di bronzo gli vengono conferite da parte italiana. Il 23 febbraio 1943 il Comandante annuncia mestamente all'equipaggio il suo rientro in Patria,dove assume il comando della torpediniera Aliseo. Le lunghe fatiche sopportate in molti mesi di missione hanno intaccato la sua salute,nonostante la forte fibra. Il Tazzoli,trasformato in sommergibile da trasporto per collegare Bordeaux a Singapore,si perdette nell'oceano Indiano tra il 18 e il 24 maggio 1943. Fecia di Cossato condusse brillantemente l'Aliseo nei mesi successivi come scorta ai convogli nel Mediterraneo. Strano destino il suo,visto che le navi da scorta le aveva combattute per quasi due anni nell'Atlantico. L'8 settembre lo coglie nel porto di Bastia in Corsica. Fedelissimo al Re obbedisce al suo ordine di consegnare la nave al nemico,convinto di non dovere ammainare la bandiera. Ingaggia anche un conflitto a fuoco contro un cacciasommergibile ed alcune motozattere armate tedesche,che sono affondate. Carlo Fecia era convinto che il Re avesse dato questo assurdo ordine nel pieno rispetto dell'onore militare e per il "bene inseparabile" che doveva unire il Re alla Patria. Ma, una volta giunto a Malta,prese conoscenza della triste realtà:le nostre navi da battaglia alla fonda,completamente disarmate trasformate in campo di concentramento per l'equipaggio. Da puro idealista qual era capì subito che il suo amato Re,nel quale aveva sempre creduto,se n'era infischiato dei valori dell'onore e della Patria e aveva solo pensato a salvare la pelle. Nonostante ciò gli rimase ancora fedele. Ne è prova un episodio in cui Carlo Fecia fu protagonista a fine di maggio 1944 quando,sempre al comando dell'Aliseo, si trovava a Taranto. In quei giorni si formò nel provvisorio "Regno del Sud" un nuovo governo, i cui ministri si rifiutarono di prestare giuramento nelle mani del Re. La regia marina era intransigente su ciò e, quando questa notizia giunse a Taranto,moltissimi ufficiali,che già si erano rassegnati alla resa di Malta solo per tener fede al loro giuramento, minacciarono di lasciare la marina. Intervenne l'Ammiraglio Nomis di Pollone e chiamò a rapporto gli ufficiali esortandoli ad obbedire,sostenendo che la marina era ancora l'unica forza compatta della nazione ed era loro compito mantenerla tale. Fecia di Cossato si alzò e di fronte all'Ammiraglio disse: "No,signor Ammiraglio, il nostro dovere è un altro. Io non riconosco come legittimo un governo che non ha prestato giuramento al re. Pertanto non eseguirò gli ordini che mi vengono da questo governo. L'ordine è di uscire in mare domattina al comando della torpediniera Aliseo. Ebbene l'Aliseo non uscirà". E su questa decisione fu irremovibile. Nella serata l'Ammiraglio si mise a rapporto dal Ministro della marina De Courten. Durante la notte Fecia fu fatto sbarcare dall'Aliseo e messo agli arresti in fortezza. Ma la mattina successiva sui muri ell'arsenale comparvero molte scritte "Abbasso De Courten", "Viva Di Cossato", "Viva il Re". Gli equipaggi si rifiutarono di prendere il mare. De Courten si arrese e Carlo Fecia fu rimesso in libertà,ma venne rimosso dal comando dell'Aliseo. Se ne andò in licenza a Napoli dove venne ospitato da un amico. I suoi sentimenti, la sua coscienza di uomo d'onore erano completamente sconvolti. Il pur forte animo, ormai sfiduciato e angustiato non resse più al dramma iniziato l'8 settembre dell'anno precedente ed il 27 agosto 1944, a Napoli, si sparò un colpo di pistola alla tempia. Ma prima scrisse alla madre una lettera-testamento, che pubblichiamo di seguito. Essa rappresenta il più spietato atto di accusa contro chi consegnò la flotta nelle mani del nemico. " Napoli, 21 agosto 1944 Mamma carissima, quando riceverai questa mia lettera saranno successi dei fatti gravissimi che ti addoloreranno molto e di cui sarò il diretto responsabile. Non pensare che io abbia commesso quello che ho commesso in un momento di pazzia,senza pensare al dolore che ti procuravo. Da nove mesi ho molto pensato alla tristissima posizione morale in cui mi trovo, in seguito alla resa ignominiosa della Marina, a cui mi sono rassegnato solo perchè ci è stata presentata come un ordine del Re, che ci chiedeva di fare l'enorme sacrificio del nostro onore militare per poter rimanere baluardo della Monarchia al momento della pace. Tu conosci che cosa succede ora in Italia e capisci come siamo stati indegnamente traditi e ci troviamo ad aver commesso un gesto ignobile senza alcun risultato. Da questa constatazione me ne è venuta una profonda amarezza, un disgusto per chi ci circonda e, quello che più conta ora,un profondo disprezzo per me stesso. Da mesi, Mamma, rimugino su questi fatti e non riesco a trovare una via d'uscita, uno scopo alla mia vita. Da mesi penso ai miei marinai del Tazzoli che sono onorevolmente in fondo al mare e penso che il mio posto è con loro. Spero, Mamma, che mi capirai e che nell'immenso dolore che ti darà la notizia della mia fine ingloriosa, saprai capire la nobiltà dei motivi che mi hanno guidato. Tu credi in Dio, ma se c'è un Dio, non è possibile che non apprezzi i miei sentimenti che sono sempre stati puri e la mia rivolta contro la bassezza dell'ora. per questo, Mamma, credo che ci rivedremo un giorno. Abbraccia papà e le sorelle e a te, Mamma, tutto il mio affetto profondo e immutato. In questo momento mi sento molto vicino a tutti voi e sono sicuro che non mi condannerete. Carlo "
-
Qualcuno di voi sa percaso se le FORZE ARMATE FRANCESI compirono delle imprese militari degne di nota anche dopo la loro immediata sconfitta??????????
-
Sondaggio fine anno per il governo
Graziani ha risposto a Leviathan nella discussione Discussioni a tema
Sono molto contento per il 48% di ALLEANZA NAZIONALE. -
Che schifo non pagare quelli che in parole povere non voltarono le spalle all'ONORE dell'ITALIA ma anzi combatterono per esso!!!!! ONORE AI REDUCI DELLA RSI!!!!
-
SULLA STORIA DEI NOSTRI SOMMERGIBILI Ettore Bravetta: “Sottomarini, Sommergibili e Torpedini” - Treves, Milano, 1917 Enzo Campagna: “La nave subacquea – Sottomarini e Sommergibili” – Hoepli, Milano, 1915 Ettore Bravetta: “L’insidia sottomarina” – Treves, Milano, 1919 P.(?) Berardi: “Sommergibili moderni” – Livorno, 1931 Ubaldo degli Uberti: “La Marina da guerra” – Salani, Firenze, 1941 Junio Valerio Borghese: “Decima Flottiglia MAS” – Garzanti, Milano, 1950 Antonio De Giacomo: “Sommergibili italiani nell’Atlantico” – l’Arnia, Roma, 1950 Antonio Maronari: “Un sommergibile non è rientrato alla base” – Milieri , Milano, 1951 – RCS, Milano, 1999 L. (?) Vainigli: “Il sommergibile” – Tipografia Moderna, La Spezia, 1952 Mario Leoni: “Sangue di marinai” – Edizioni Europee, Milano, 1954 Aldo Cocchia: “Sommergibili all’attacco” – Rizzoli – Milano, 1955 Giuseppe Fioravanzo: “Sommergibili in guerra” – Ufficio Storico della Mar. Mil., Roma, 1956 Enzo Grossi: “Dal Barbarigo a Dongo” – Due Delfini, Roma, 1959 I.Battigelli-L.Raffo: “Sottomarini e Sommergibili” – Università di Genova, Genova, 1965 Giulio Raiola: “Quelli di BETASOM” – Volpe, Roma, 1965 Alberto Donato: “I sommergibili emersero all’alba” – Baldini & Castoldi, Milano 1966 Antonio Trizzino: “Sopra di noi l’oceano” – Longanesi, Milano, 1967 Marcello Bertini: “I Sommergibili in Mediterraneo” – U.S.M.M., Roma, 1967/68 Armando Boscolo: “Il Comandante Salvatore TODARO” – Volpe, Roma, 1970 Paolo M.Pollina: “I Sommergibili Italiani 1895-1971” – U. S. M. M., Roma, 1971 Riccardo Nassigh: “Guerra negli abissi” – Milano, 1971 Giulio Raiola: “Uomini dell’Atlantico” – Longanesi, Milano, 1973 Erminio Bagnasco: “I Sommergibili della 2^ G.M.” – Albertelli, Parma, 1973 Walter Ghetti: “Storia mondiale del sommergibile” – De Vecchi, Milano, 1975 Ubaldino Mori Ubaldini: “I Sommergibili negli oceani” – U.S.M.M. – Roma, 1976 Giulio Raiola: “Timoni a salire” – Mursia, Milano, 1978 Teucle Meneghini: “Cento sommergibili non sono tornati” – C.E.N., Roma, 1980 Sergio Bernacconi: “Da testimone” – SATE – Ferrara, 1984 Tomasso Tommaso Facchini: “Sempre Dandolo, mai prendendolo…!” – edito in proprio, Bologna, 1985 Gino Galuppini: “Guida ai sommergibili dalle origini a oggi” – Mondadori, Milano, 1985 Gino Galuppini: “Lo snorkel italiano” – U.S.M.M., Roma, 1986 Sergio Nesi: “Decima Flottiglia Nostra…” – Mursia, Milano, 1987 Aurelio Scardaccione: “Il delfino dorato” – Schena, Fasano, 1988 G.(?) Maioli: “Squali d’acciaio” – F.lli Melita, La Spezia, 1989 Antonio Flamigni-Tullio Marcon-AlessandroTurrini: “Sommergibili Italiani – Cento anni tra storia e leggenda” – Riv. Mar., Roma, 1990 Carlo De Risio: “Quota periscopio” – S.M.M./UDAP – Roma, 1990 Nino Bixio Lomartire: “Taranto e i suoi sommergibili” – Schena, Fasano, 1990 Antonio Casali-Marina Cattaruzza: “Sotto i mari del mondo” – Laterza, Bari-Roma, 1990 Alessandro Turrini: “Sommergibili italiani fra le due guerre” – S.M.M./UDAP, Roma, 1990 Carlo De Risio: “I mezzi d’assalto” – U.S.M.M., Roma, 1992 Mario Frandi: “Le avventure di un marinaio di BETASOM” – Erga, Genova, 1992 Franco Bargoni: “L’impegno navale italiano durante la guerra civile spagnola (1936-39)”U.S.M.M., Roma, 1992 Raffaele De Courten “Le Memorie dell’Amm. De Courten ” U.S.M.M., Roma, 1993 Pier Filippo Lupinacci: “Attività in Mar Nero e Lago Ladoga” – U.S.M.M., Roma, 1993 Giuseppe Fioravanzo: “La Marina dall’8.9.43 alla fine del conflitto” – U.S.M.M., Roma, 1993 Francesco Mattesini: “BETASOM – La guerra negli oceani” – U.S.M.M., Roma 1993 Erminio Bagnasco-AchilleRastelli: “Sommergibili in guerra” – Albertelli, Parma, 1994 Giorgio Giorgerini: “Uomini sul fondo” – Mondadori, Milano, 1994 Corrado Capone: “Siamo fieri di voi!” – Ist. Grafico Editoriale Italiano – Napoli, 1996 Giancarlo Fagioli: “Un sommergibile per giocattolo” – Marzocchi, Forlì, 1996 Alessandro Turrini: “La conquista degli abissi” – Vittorelli, Gorizia, 1996 Elio Andò: “BETASOM – I sommergibili italiani negli oceani” – Italia Ed., Campobasso, 1997 Renato Cépparo: “Fuori Uno!” - CInehollywood, Milano, 1998 Pietro Caporilli: “Guerra negli abissi” – Settimo Sigillo, Roma, 1998 Alessandro Turrini: “Gli squali dell’Adriatico” – Vittorelli, Gorizia, 1999 Enrico Cernuschi: “Il sottomarino italiano” – Rivista Marittima, Roma, 1999 Achille Rastelli: “Caproni e il Mare” - Museo Aeronautico Caproni & G. Apostolo Ed., Milano, 1999 L.(?) Ridolfi: “Lo SCIRÉ - Un sommergibile … un uomo …” - Ed. Copy Express, 1999 Alessandro Turrini – Ottorino Miozzi: “Sommergibili Italiani” - U.S.M.M., Roma, 1999 Alessandro Turrini: “K-141 - La tragedia del KURSK” – Vittorelli, Gorizia, 2000 Nicolò Genovese – A. Turrini (a cura di): “Nell’oceano immenso – Diario del Rt. Enrico Galli, Smg. DA VINCI, 2^GM” – Vittorelli, Gorizia 2001 Achille Rastelli: “Carlo Fecia di Cossato – L’uomo, il mito e il marinaio” – Mursia, Milano, 2001 Luciano Barca: “Buscando per mare con la Decima Mas” – Editori Riuniti, Roma, 2001 Mario Rossetto : “Missione - NON ATTACCARE -” – Vittorelli, Gorizia, 2002
-
No scusa Leviathan la mia era solo una battuta che riguardava la sua comunanza con te riguardo l'antiberlusconismo.
-
Hai perfettamente ragione infatti ho detto che anche questa volta imparerò qualcosa. Nella mia teoria ho considerato il GARIBALDI come una portaelicotteri e il CAVOUR come pura portaerei. Io adesso non so come funziona però non sarei tanto sicuro a mandare in zona di guerra es: IRAN da solo un indifeso gruppo di cacciamine, comunque se vuoi spiegarmi come funziona la cosa sarò ben lieto di ascoltarti. In caso di guerra vera come dici tu cambierebbe tutto e le navi verrebbero costruite in brevissimo tempo ma resta il fatto che gli SSN in breve tempo non li fai perciò bisogna sfruttare al meglio le capacità degli SSK. Bhè se l'IRAN è così debole come dici te allora anche l'ITALIA sola potrebbe sicuramente vincere una ipotetica guerra?????????????
-
Sommergibile "TAZZOLI" (1°) Il Smg. TAZZOLI apparteneva alla classe “CALVI”, composta da tre battelli (CALVI, FINZI e TAZZOLI) costruiti negli anni trenta presso i Cantieri del Muggiano (La Spezia). Il TAZZOLI era stato impostato il 16 settembre 1932, varato il 13 ottobre 1935 ed era entrato in servizio il 18 aprile 1936. Le sue caratteristiche tecniche erano: - costruzione a doppio scafo completo - dislocamento: 1.530 t (in superficie) - 2.032 t (in immersione) - dimensioni: 84,3 m (lungh.) - 7,71 m (largh.) – (5,14 m (pescaggio medio) - profondità di collaudo: 100 m (con coefficiente di sicurezza 3) - potenza app. motore: 4.400 HP (in sup.) - 1.800 HP (in imm.) - velocità max.: 17,1 nd (in sup.) - 7,9 nd (in imm.) - autonomia: 11.400 mg a 8 nd - 5.600 mg a 14 nd (in sup.); 7 mg a 7,9 nd - 120 mg a 3 nd (in imm.) - armamento: 8 TT.LL.SS. da 533 mm (4 a prora e 4 a poppa); 12 siluri in dotazione; 2 cannoni da 120/45 (uno a proravia e uno a poppavia della falsa torre); 4 mitragliere binate da 13.2 mm (in plancia, a poppavia); 2 lanciamine nell’intercapedine a poppa, con 14 mine (solo il TAZZOLI) - equipaggio: 7 Ufficiali, 14 S/Ufficiali, 46 Sottocapi e Comuni Ecco, di seguito, una sintesi della sua storia. Durante la guerra di Spagna (1936-39), al comando del C.C. Mario LEONI, compie tre missioni: una di nove giorni, a dicembre del ’36, nelle acque di Cartagena, dove ha modo di effettuare tre attacchi, ma senza esito; una seconda di 15 giorni, nel gennaio successivo, sempre nelle stesse acque, con un solo lancio contro unità militari, ancora senza esito (nell’ultimo giorno di missione si ha la perdita di un uomo in mare); una terza, di soli 5 giorni perché subito interrotta. Allo scoppio della II GM, dopo una missione infruttuosa in Mediterraneo, viene assegnato a BETASOM (Bordeaux). Parte dalla Spezia il 2.10.40, al comando del C.C. Vittore RACCANELLI, e giunge a Bordeaux il 24 dello stesso mese. Durante la traversata, il giorno 12, al largo di Capo San Vincenzo, affonda il P.fo jugoslavo ORAO di 5.135 t. Fra dicembre ’40 e gennaio ‘41 il TAZZOLI compie una missione di trentadue giorni a ponente della Scozia, dove il 27 dicembre affonda il piroscafo inglese ARDHABAN di 4.980 t. Il 5 aprile ’41 assume il comando il C.C. Carlo FECIA di COSSATO. In pari data imbarca, quale Uff. in 2^, il T.V. Gianfranco GAZZANA PRIAROGGIA, che più tardi si distinguerà al comando del Smg. ARCHIMEDE e, soprattutto, del Smg. DA VINCI. Sotto il comando di FECIA di COSSATO (apr.‘41- feb.’43) il TAZZOLI compie ben sei lunghe missioni in Atlantico, spingendosi fin sotto le coste americane e affondando altre 16 navi mercantili: - P.fo AURILLAC di 4.733 t, inglese (15.4.41) - M/n FERNLANE di 4.310 t, norvegese (7.5.41) - Petr. ALFRED OLSEN di 8.817 t, norvegese (9.5.41) - Petr. SILDRA di 7.313 t, norvegese (19.8.41) - P.fo ASTREA di 1.406 t, olandese (6.3.42) - M/n TÖNSBERGFJORD di 3.156 t, norvegese (7.3.42) - P.fo MONTEVIDEO di 5.785 t, uruguaiano (9.3.42) - P.fo CYGNET di 3.628 t, panamense (11.3.42) - P.fo DAYTONIAN di 6.434 t, inglese (13.3.42) - Petr. ATHELQUEEN di 8.780 t, inglese (15.3.42) - P.fo CASTOR di 1.830 t, olandese (1.8.42) - Petr. HAVSTEN di 6.161 t, norvegese (6.8.42) - P.fo EMPIRE HAWK di 5.032 t, inglese (12.12.42) - P.fo OMBILIN di 5.658 t, olandese (12.12.42) - P.fo QUEEN CITY di 4.814 t, inglese (21.12.42) - P.fo DONA AURORA di 5.011 t, statunitense (25.12.42) per un totale di quasi 83.000 t., un primato personale superato più tardi (per tonnellaggio, ma non per numero di navi) soltanto da quello di GAZZANA PRIAROGGIA (11 navi per oltre 90.000 t). Dal 7 al 29 dicembre ’41 partecipa, partendo da Bordeaux con altri tre battelli italiani, al salvataggio dei naufraghi (oltre 400) delle navi tedesche ATLANTIS e PYTHON, affondate sotto le Isole del Capo Verde. Un’impresa eccezionale, caso unico nella storia della marineria, di salvataggio a circa 1500 miglia di distanza; impresa che fece guadagnare a FECIA di COSSATO (e agli altri Comandanti) un’importante decorazione tedesca da parte dell’Amm. Dönitz. Alla fine del ’42 viene deciso di adibire il TAZZOLI a trasporto speciale con l’Estremo Oriente, e viene pertanto modificato all’uopo anche togliendo parte dell’armamento. Ai primi di marzo ’43 il Com.te FECIA di COSSATO passa il comando del TAZZOLI al C.C. Giuseppe CAITO e va ad assumere il comando della Torp. ALISEO con la quale, il 9 settembre ’43, affonderà sette piccole unità tedesche nelle acque di Aiaccio. Il TAZZOLI, al comando del C.C. CAITO, il 16 maggio ’43 parte da Bordeuax per la sua prima missione di trasporto, diretto a Singapore. Avrebbe dovuto mettersi in comunicazione con la base il giorno 24, ma invece non se ne hanno più notizie. Il battello, quindi, è andato perduto fra il 17 e il 24 maggio, probabilmente nel Golfo di Biscaglia, forse incappando in una mina lanciata da aerei oppure per problemi derivati dal sovraccarico del sommergibile, che aveva ridotto la riserva di spinta a circa il 3%. Secondo fonti inglesi, esso potrebbe essere incappato su una mina lo stesso giorno della partenza, al largo della foce della Gironda, dove gli Alleati stavano effettuando massicci minamenti. Con il TAZZOLI si sono perduti: - Cap.Corv. Giuseppe GAITO, Comandante - Cap.GN Giuseppe D’OTTONE, Direttore di Macchina - S.Ten.Vasc. Giovanni SALOMONE, Ufficiale in 2^ - S.Ten.Vasc. Giuseppe TACCANI - Ten.GN Giuseppe CENTELLI - Asp. Guardiamarina Augusto PALOMMARI - C°1^cl. Giuseppe PIGNATELLI - C°1^cl. Emilio ZITO - C°2^cl. Tommaso MOLINARI - C°2^cl. Bernardo PESA - C°3^cl. Arnaldo GALLO - C°3^cl. Alberto GIACHERO - C°3^cl. Mario POLLINI - 2°C° Giovanni BOERO - 2°C° Guerrino FORNASARI - 2°C° Angelo GUTTILLA - 2°C° Mario LEONI - 2°C° Antonio SCHIROSI - Sgt. Giuseppe BIANCUCCI - Sgt. Antonino BUSCEMI - Sgt. Costantino CECCONI - Sgt. Italo COVINI - Sgt. Mario DE ANGELI - Sgt. Salvatore ENEA - Sgt. Giovanni RUGOLON - Sgt. Luigi TONIOLO - Sc. Ettore BRIOSCHI - Sc. Antonio CASTIELLO - Sc. Giovanni GIANNI - Sc. Antonino GUARDO - Sc. Stanislao LEMUT - Sc. Eliseo LIUT - Sc. Giovanni MARCHESE - Sc. Mario MAREGA - Sc. Antonio MARGARITO - Sc. Luigi MARTINO - Sc. Pietro MOGAVERO - Sc. Carmelo MOSICO - Sc. Santo MUSICO - Sc. Giuseppe NACCARI - Sc. Giovanni SLAVICH - Sc. Antonio VISICARO - Sc. Michele ZINGARELLO - Com. Giulio BARATTELLI - Com. Gino BIGNAMI - Com. Celestino FUSETTI - Com. Antonio PERINI - Com. Olivio PEZZA - Com. Bruno SANTARELLI - Com. Olindo SCURIN - Com. Mario SENNA - Com. Ermes VANGO Onore a Loro! La MMI potrebbe però pensare ad una missione alla ricerca del TAZZOLI!!!!!
-
Io parlavo di task group generale, il termine che ho usato è sbagliato? BENISSIMO vorrà dire che imparerò anche questa cosa da voi. IN PAROLE POVERE INTENDO TUTTO IL NAVIGLIO CHE PER ME POSSIAMO INVIARE IN ZONA DI GUERRA, CHE POI SIA DIVISO IN SQUADRIGLIE, SQUADRONI, SQUADRINE E SQUADRETTE NON MI INTERESSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA CAPITOOOOO Cavolo ho il fiatone!!! Va bene lasciamo a casa i TODARO, LASCIAMOLI PASCOLARE NELL'ADRIATICO. lO SO ANCHE IO CHE GLI SSK NON SONO PROPRIAMENTE IDONEI A QUESTO TIPO DI MISSIONI, MA QUELLI ABBIAMO E QUELLI IN CASO DI GUERRA VERA, SOTTOLINEO VERA, VANNO OPPORTUNAMENTE ADATTATI.
-
Ce ne passa dalla graf zepplin ad una cultura vera e propria delle portaerei!!!!! Comunque anche io sò che il progetto venne abbandonato.
-
L'Attacco della Xa flottiglia MAS contro NEW YORK
Graziani ha risposto a Graziani nella discussione Eventi Storici
No no anche io l'ho notata questa cosa detta su BORGHESE e anche io so più o meno come è andata la sua "vera" storia una volta finita la guerra -
Grazie molto interessante, mi sono informato un pò e ho visto che è un libro del lontano 1952, non so però se sia ancora in vendita.
-
Per caso sei parente di Leviathan?????? Prima cosa lo sbaglio fatto da VITTORIO EMANUELE III lo ha commesso lui e non i suoi figli perciò questo mi sembra un classico esempio: TUTTA UN'ERBA UN FASCIO. Se poi tu vuoi accusare AMEDEO D'AOSTA di aver causato la guerra civile allora la cosa mi sembra patetica. Per quanto riguarda il miglior governo per l'ITALIA che tu hai proposto ti consiglio di non sbandierarlo troppo in giro di questi tempi non credo sia una buona cosa. I partiti minori di centro sarebbe l'udeur di mastella attenti che quello lì va dove tira il vento