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Appunto perchè allora investire soldi nel Teseo MK2 e Mk3????? La storia degli Harpoon per me è una cavolata!!!!! Per me equipaggiare gli U-212 con i missili da crociera SCALP NAVAL sarebbe un'ottima idea
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Benvenuto a bordo!!!!!
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Io non sono di Roma però posso dirti che a Campo de' Fiori c'è un ristorante dove si mangia molto bene, se non ricordo male si trova vicino ad un locale dove si mangiano le arachidi a palate. Gia che sei lì approfittane per mangiare la pizza bianca al forno Campo de' Fiori. Dimenticavo, il nome del locale se non mi sbaglio si chiama il BACCANALE. GUARDA MAGO GUARDA
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Concordo in pieno con Sangria e eagle spotters, le portaerei sono fondamentali anche in operazioni non propriamente offensive. Comunque prego a lele85 di rileggere attentamente l'art. 11 della Costituzione.
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Sea Denial nei Mari del Levante L’attuale dottrina strategica definisce le operazioni di sea denial come quelle organizzate per impedire all’avversario l’esercizio del Potere Marittimo o meglio per contrastarne le capacità di sea control (1) in altre parole l’adozione di una strategia navale peculiare con l’impiego di mezzi specialmente progettati che rendono insicuro il libero transito sui mari, soprattutto nelle aree costiere. I mezzi oggi previsti per tale tipo di strategia sono le piccole unità veloci missilistiche (Fast patrol Boat), le batterie costiere antinave dotate sia di cannoni che di armi teleguidate, le mine ancorate o da fondo e soprattutto i sommergibili. Non si tratta di una strategia nuova, ma certamente, anche nei nostri tempi, applicabile anche da nazioni di ridotte capacità marittime per lo straordinario evolversi della tecnologia delle armi navali. L’URSS nei suoi tempi migliori aveva fatto di questa strategia una dottrina d’esportazione con la cessione di numerose unità navali ai paesi satelliti ed amici in una chiara distribuzione nel Mondo di armamenti per un contrasto sempre più significativo allo strapotere navale degli Stati Uniti e della NATO. Molte delle Marine dei Paesi cosiddetti in via di sviluppo, tra cui alcune del Medio Oriente, ebbero dall’URSS aiuti considerevoli in questo campo d’azione e quindi ancor oggi la dottrina del sea denial è molto seguita sia per la notevole pericolosità dei mezzi acquisibili anche nel «mercato dell’usato», sia per l’economicità di mantenere in servizio un Marina non dotata di relativamente grandi unità convenzionali quali fregate o grossi pattugliatori. Gli Stati di quello che i nostri Padri saggiamente chiamavano il «Levante» hanno adottato quasi al completo questo tipo di pensiero navale e di conseguenza il Mediterraneo Orientale, il Mar Rosso, le acque del Golfo Persico ed il Mar Arabico meridionale possono ormai considerasi abbastanza pericolose per i traffici dell’Occidente. Qualche episodio, che fa parte già della Storia Navale, può confermare tale asserzione. Mappa rappresentativa dell'Iran, del Golfo Persico e dell'Oman. Durante la cosiddetta «guerra d’attrito» tra Israele e l’Egitto nell’ottobre 1967 il caccia israeliano Eilat in pattugliamento nelle acque prossime a Porto Said fu colpito ed affondato dal lancio di alcuni missili «Styx»» da parte di alcune motocannoniere egiziane di costruzione sovietica. L’episodio rappresentò un momento importante per l’evoluzione del pensiero navale mettendo a soqquadro tutta la dottrina del momento e provocando una spasmodica ricerca in ogni campo della tecnologia per creare difese adeguate alla nuova minaccia. Le soluzioni si individuarono nel miglioramento delle apparecchiature di Guerra Elettronica (GE) per confondere le «teste cercanti» dei missili e nelle artiglierie a tiro rapidissimo per abbattere le telearmi prima che si avvicinassero troppo (CIWS- close in weapon system). Logicamente iniziò una corsa tecnologica tra missili sempre più sofisticati, veloci ed intelligenti e armi soft e hard sempre più efficienti, si presentava nuovamente sotto un’altra forma la corsa tra «cannone e corazza» che storicamente ha caratterizzato la guerra marittima. Molti anni dopo, durante l’operazione Desert Storm per la liberazione del Kuwait invaso dagli iracheni, fu la potentissima Marina americana a dover sostenere importanti perdite materiali, oltre che di prestigio. La nave anfibia Tripoli (LPH10) fu messa fuori combattimento da una mina posata davanti alle coste kuwitiane e successivamente toccò all’incrociatore Princeton (CG59) a subire un gravissimo danno da armi dello stesso tipo. Si commentò che una nave dal valore di ben un miliardo e mezzo di dollari era stata resa completamente inoperativa per molti mesi con una mina dal valore di circa quattordicimila dollari.Infine nel luglio scorso la modernissima corvetta israeliana Hanit, costruita in collaborazione tra Israele e Stati Uniti, e considerata dal nostro Almanacco Navale tra le navi da combattimento più armate in assoluto al mondo per tonnellata di dislocamento è stata colpita gravemente da un missile lanciato dalla zona costiera di Beirut da parte probabilmente di una batteria costiera degli Hezbollah. Il missile, secondo quanto si ricava da Internet, era del tipo di ideazione cinese «C-802» o forse «C-701», già fornito alcuni anni fa dalla grande repubblica popolare alle forze armate iraniane.La storia recente non ci ha ancora dato un episodio simile in cui sia interessato un sommergibile, ma gli esperti ritengono che sia tra tutte l’arma navale più pericolosa per queste operazioni della cosiddetta Littoral warfare. Il medio Oriente marittimo La strategia del sea denial è stata comunque adottata da numerosi Paesi del Levante e praticamente da tutti quelli che non sono nell’orbita americana e che anzi vorrebbero contrastare l’enorme capacità della US Navy nelle operazioni di sea control anche nelle moderne manifestazioni del sostegno agli embargo o all’interdizione marittima (MIO, maritime interdiction operations). I due Paesi considerati oggi dagli americani quali potenziali avversari, la Siria e l’Iran, hanno sviluppato questo tipo di strategia di contrasto navale in modo piuttosto preoccupante.La prima di queste nazioni si incunea geostrategicamente tra le coste turche e quelle libanesi con le sue tre basi navali di Latakia, Tartus e Minet-el-Badia e pur allineando solo otto FPB di obsoleta costruzione sovietica ( anni Settanta), che possono comunque rappresentare ancora una minaccia con il loro armamento di quattro «Styx (SS-N 2)», è in grado di effettuare operazioni di minamento utilizzando le due fregate leggere tipo «Petya» e probabilmente con altre navi anche non iscritte al ruolo della Marina. Possiede alcune batterie costiere anche missilistiche («SS-C-3», simili agli «Styx») che possono rendere pericoloso l’avvicinamento alle sue coste. Si può comunque dare un giudizio sommario sul suo potenziale navale considerandolo meramente difensivo in considerazione dell’autonomia dei suoi mezzi d’attacco e della obsolescenza delle apparecchiature. Ben diversa è la situazione iraniana. La Marina di questo Paese è piuttosto consistente con circa 18.000 uomini in servizio, rinforzata da altri 20.000 appartenenti alla milizia Pasdaran, di questi 2.000 appartengono all’Aviazione Navale e rispettivamente 2.600 (Marina) e 5.000 (Pasdaran) alle Forze Anfibie (2). Le basi navali dominano l’intero Golfo Persico e soprattutto lo stretto di Ormuz, essendo situate a Bandar-Abbas, Bushehr, Kharg, Bandar-e Anzelli, Bandar-e Khomeini, Bandar-e Mahshahr e Chah Bahar. L’ordine di battaglia ne caratterizza il profilo di Forza Navale con vocazione al sea denial con tre fregate antiquate tipo «Vosper», ma riarmate con missili cinesi tipo «C-802», una decina di motocannoniere anch’esse con armamento missilistico moderno ed un’altra decina di unità per il pattugliamento costiero. Una forza di minamento e un piccolo, ma significativo gruppo di unità da trasporto anfibio completano il panorama delle unità di superficie. Sono comunque i tre sommergibili della classe «Kilo» di costruzione russa a rappresentare la punta di lancia della Marina Iraniana, questi battelli con il loro armamento di 18 siluri moderni, possono anche imbarcare mine da deporre in modo occulto sui bassi fondali del Golfo e, data la loro autonomia (6.000 miglia) e silenziosità, potrebbero svolgere missioni estremamente pericolose anche in acque molto lontane dalle loro basi. Risulta inoltre che i Pasdaran gestiscono numerose batterie costiere missilistiche (con armi del tipo «C-802» di progettazione cinese e «CSSC-3») oltre a schierare una consistente flottiglia di piccole imbarcazioni veloci dotate di armi di piccola portata, ma certamente letali soprattutto se indirizzate a bersagli indifesi quali grandi petroliere o portacontanier. Sicuramente sia i marines iraniani che le forze della milizia possiedono nuclei addestrati e determinati di incursori navali. La Marina mercantile iraniana allinea circa 200 navi per 4.000.000 di tpl. e almeno alcune di tali navi potrebbero rinforzare la capacità di minamento e di trasporto anfibio. Questo breve esame delle forze siriane ed iraniane ci conduce alla considerazione che il nostro Levante presenta una situazione marittima forse oggi non troppo preoccupante in considerazione del potenziale navale americano e delle coalizioni occidentali, ma da non sottovalutare soprattutto in momenti di crisi internazionale, quale è quello in cui stiamo vivendo. Un avversario dell’Occidente potrebbe chiudere alcuni oleodotti preziosi per alimentare la nostra sete di petrolio e potrebbe anche con i sommergibili, le mine ed i missili lanciati dalla costa rendere molto difficile il passaggio delle grandi petroliere, che giornalmente transitano nelle acque mediorientali. Un futuro, in cui anche altri stati della zona esaminata lasciassero il loro attuale atteggiamento moderato e pro-occidentale, potrebbe presentarsi assai complesso per riuscire con efficacia e sicurezza a mantenere il nostro sea control in aree indispensabili per i nostri traffici marittimi. Una «guerriglia» navale appare quindi possibile e gli stati industrializzati dovrebbero porre attenzione a dotarsi di mezzi idonei a contrastarla con successo.In conclusione, a nostro giudizio, le azzurre acque del cosiddetto «Mediterraneo Allargato» stanno diventando un possibile teatro di scontri e ci sembra mancare una condivisa dottrina occidentale per una Littoral Warfare , che assicuri la possibilità di operare sul mare con serena tranquillità.
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Marina Militare Italiana - Discussione Ufficiale
Graziani ha risposto a FedeKW11 nella discussione Marina Militare
Marine di media potenza CLICCATE!!!! -
Tralaltro esistono diversi tipi di sonar attivi es: di ricerca, sonar attivo in funzione antimina/scoperta ostacoli. Da quello che sò ai nostri u-212 non serve un vero e proprio sonar attivo perchè grazie alla loro silenziosità sono in grado di sferrare un attacco prima che il nemico lo scopra.
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Dati riepilogativi realtivi ai sommergibili italiani nel corso della Seconda Guerra Mondiale Missioni svolte 1750 Miglia compiute 2.500.000 Giorni in mare 24.000 Attachi svolti 173 Siluri lanciati 427 Naviglio Mercantile affondato 132 (665.317 tons) Naviglio Militare affondato 18 (28.950 tons) Sommergibili italiani affondati Mare Mediterraneo 88 Altri settori 40
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Bhe purtroppo tra qualche anno tra le portaerei STOVL il CAVOUR perderà il posto a favore delle future portaerei britanniche QUEEN ELIZABETH e PRINCE OF WALES
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No lo so che è un articolo vecchio, la questione nucleare però penso non sia cambiata!!!!!
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Un pò di foto:
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Un pò di foto: http://www.royalnavy.mod.uk/upload/img_400/DC07_0038_068.jpg
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Cavolo mi sono accorto adesso che avevo già aperto un topic dal titolo NUCLEARE BRITANNICO sulla sezione caccia
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MANTENERE IL DETERRENTE NUCLEARE DEL REGNO UNITO UNA POLIZZA ASSICURATIVA PER LE GENERAZIONI FUTURE (04/12/06) Il Primo Ministro On. Tony Blair ha segnalato oggi l’intenzione del Governo di mantenere il deterrente nucleare britannico oltre gli anni Venti di questo secolo. Un’analisi esauriente delle possibili minacce nucleari future e delle opzioni di deterrenza indica che rinnovare il sistema Trident, sostituendo i sottomarini e prolungando la vita dei missili Trident, è il modo migliore ed economicamente più conveniente per mantenere la capacità di deterrenza britannica contro future minacce nucleari contro il Regno Unito. Nell’ambito del costante impegno del Governo di operare a favore del disarmo, il Primo Ministro ha inoltre annunciato un’ulteriore riduzione del 20% del numero di testate nucleari, portando quindi la riduzione totale in atto dal 1997 al 50% rispetto ai piani precedenti. I costi di approvvigionamento per il rinnovo del sistema Trident si aggireranno in media sul miliardo di sterline l’anno per il periodo 2012-2027 – comparabile ai costi per l’approvvigionamento del sistema attuale, e pari a meno dello 0,1% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Gli investimenti necessari per mantenere il nostro deterrente non saranno a spese delle capacità convenzionali che occorrono alle nostre Forze Armate. Il Ministro della Difesa On. Des Browne ha dichiarato: “Spetta al Governo raggiungere un punto d’equilibrio fra l’operare a favore di un mondo più sicuro e proteggere la sicurezza del Regno Unito e dei suoi cittadini, sia oggi che in futuro. “La situazione della sicurezza del Regno Unito è mutata dalla fine della guerra fredda ma, pur essendo diversa, la minaccia non è scomparsa. “Il numero di paesi che dispongono di armi nucleari è continuato a salire. Non possiamo escludere la possibilità che ad un certo punto del prossimo cinquantennio il Regno Unito possa venirsi a trovare di fronte ad una nuova minaccia nucleare. Decidere oggi di ridimensionare il nostro deterrente consisterebbe in una grossa scommessa sulla futura sicurezza del Regno Unito. Una scommessa che non mi sento di fare.” Il Ministro degli Esteri On. Margaret Beckett ha dichiarato: "Sono sicura che questo Libro Bianco segna il giusto equilibrio fra il nostro dovere di mantenere la sicurezza nazionale ed il nostro obbligo di contribuire al disarmo mondiale. Ci sono ancora nel mondo scorte nucleari molto consistenti. Non possiamo escludere delle minacce future da avversari dotati di armi nucleari. Dobbiamo mantenere una capacità nucleare minima ma credibile per scoraggiarli, se necessario. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo dimostrato che il nostro deterrente viene utilizzato per prevenire le guerre, non per imporre la forza agli altri. “Questa decisione di mantenere il nostro deterrente a livelli minimi è pienamente compatibile con tutti i nostri obblighi giuridici internazionali. Rimaniamo impegnati ad operare a favore di un mondo libero da armi nucleari. Sono contenta del fatto che sia stato possibile compiere ulteriori passi pratici in tale direzione in questo Libro Bianco. Abbiamo ora ridotto la dimensione massima del nostro arsenale di circa il 50%, rispetto ai piani del precedente governo. Il Regno Unito dispone oggi del più piccolo arsenale fra le cinque potenze nucleari riconosciute. Ed ormai il Regno Unito rappresenta soltanto l’1% delle scorte mondiali di armi nucleari.” Il Cabinet ha ora formulato la sua decisione ed è stato pubblicato un Libro Bianco per un dibattito esauriente ed una votazione in Parlamento agli inizi del nuovo anno. Note per i Redattori Capo 1. Un’analisi completa delle potenziali minacce nucleari future e delle opzioni di deterrenza è contenuta nel Libro Bianco, pubblicato oggi sul sito web del Ministero della Difesa www.mod.uk. Sul sito sono consultabili anche i fogli con dati illustrativi che accompagnano il Libro Bianco. 2. Il Libro Bianco afferma con chiarezza che, nonostante alcuni successi nei nostri sforzi volti a contrastare la proliferazione della tecnologia per armi nucleari, restano ancora grandi scorte, che in alcuni casi vengono modernizzate o estese. Inoltre, c’è il rischio di un’ulteriore proliferazione. In questo mondo incerto, non possiamo affermare con sicurezza che il Regno Unito non si troverà di fronte ad una minaccia nucleare nei prossimi 20-50 anni: la durata di una forza sottomarina successiva. 3. Vengono individuati tre possibili scenari futuri che potrebbero svilupparsi nei decenni a venire: il riemergere di una minaccia nucleare strategica; l’emergere di nuove potenze nucleari che potrebbero minacciare interessi vitali britannici e la dotazione deliberata di gruppi terroristici con armi nucleari da parte di uno stato sponsor. Per essere efficace, il deterrente del Regno Unito deve poter operare con indipendenza, essere immune da un’azione preventiva e raggiungere il territorio di un potenziale aggressore. il metodo più credibile ed economicamente valido per realizzare ciò resta un deterrete nucleare minimo indipendente, costituito da un sistema deterrente a base sottomarina. 4. Pur mantenendo la propria sicurezza nazionale, il Regno Unito ha anche il dovere, in base al Trattato di Non Proliferazione, di operare a favore di un mondo libero dalle armi nucleari. Fino a quando ciò diventerà possibile, il Trattato di Non Proliferazione Nucleare riconosce specificatamente il Regno Unito come stato dotato di armi nucleari. 5. L’annuncio odierno sottolinea l’impegno del Regno Unito di ridurre la propria dotazione di armi nucleari. Abbiamo già ridotto le nostre scorte disponibili a livello operativo a meno di 200, grazie alla decisione odierna, tale numero si ridurrà ulteriormente, arrivando a meno di 160. 6. Il Regno Unito mantiene un deterrente nucleare operativo dal 1956. La decisione odierna permette che ciò continui fino ad oltre gli anni Venti di questo secolo, potenzialmente fino agli anni Cinquanta di questo secolo. Dal 1969, è sempre presente, da qualche parte negli oceani mondiali, un sottomarino britannico con armi nucleari. Unico fra gli stati nucleari riconosciuti in base al Trattato di Non Proliferazione Nucleare, il Regno Unito ha ridotto il proprio deterrente ad un solo sistema nucleare: il missile Trident D5 a bordo di quattro sottomarini di classe Vanguard. 7. Il primo dell’attuale flotta di Vanguard, l’HMS Vanguard, è stato lanciato nel 1992 ed il secondo, l’HMS Victorious, nel 1994. La durata progettata dei sottomarini è di 25 anni, durata che può essere prolungata al massimo con sicurezza a circa 5 anni. In base alla nostra esperienza nella costruzione di sottomarini nucleari ed a quella di USA e Francia, prevediamo che ci vogliano 17 anni per lo sviluppo del successore del Vanguard, dalla fase di ideazione a quella del dispiegamento finale, per cui è necessaria una decisione immediata. Se dobbiamo mantenere una deterrenza costante in perlustrazione, il primo dei nuovi sottomarini deve essere operativo più o meno per quando l’HMS Victorious abbandonerà il servizio, nel 2024. Nonostante ci siano voluti 14 anni per lo sviluppo delle conoscenze relative alla classe Vanguard, nel decennio precedente è stato effettuato buona parte del lavoro di progettazione ed ideazione. 8. Il Regno Unito parteciperà al programma di Estensione di Durata del Trident D5 che prolungherà la vita del missile fino agli inizi degli anni Quaranta di questo secolo. Con questo si preverrà soltanto l’obsolescenza, non verrà potenziata la capacità del missile. 9. Delle riprese del collaudo del sistema Trident sono disponibili su www.defencenewsimagery.mod.uk. Ulteriori informazioni e foto del deterrente attuale si trovano su www.royalnavy.mod.uk. Altre informazioni sulla contro-proliferazione sono disponibili sul sito dell’FCO www.fco.gov.uk.
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In un intervista ad un ufficiale dell'aviazione su RID, c'era scritto che per la scarsezza di risorse in ITALIA l'F-35 non sarà utilizzato in maniera multiruolo ma sarà utilizzato solo ed esclusivamente come cacciabombardiere. Avremo quindi macchine specializzate nel ruolo specifico. Se in futuro, emergesse l'esigenza, allora l'AMI potrebbe aumentare il ruolo aria-suolo del TYHPOON e sfruttare l'F-35 anche come caccia, cosa che comunque avrebbe un impatto tecnico, economico e soprattutto addestrativo. La NATO richiede 240 ore di volo per pilota, il limite inferiore accettabile è collocato a 180 ore. L'AMI cerca di non scendere sotto le 150 ore e attualmente i nostri piloti volano mediamente tra le 150 e le 180 ore, se un giorno si dovesse scendere sotto le 120 ore di volo i nostri piloti perderebbero la combat readiness FONTI RID.
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Cavolo è vero
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BRITISH ARMY EQUIPMENT SUMMARY ARMOUR 345 x Challenger 2 136 x Sabre 48 x Striker (with Swingfire ATGW) 320 x Scimitar 1,492 x FV 432/430 793 x MCV 80 Warrior 478 x Spartan 622 x Saxon 108 x Mastiff 11 x Fuchs (NBC recce vehicles) ARTILLERY AND MORTARS 146 x AS 90 63 x 227mm MLRS 48 x FH 70 136 x 105mm Light Gun 450 x 81mm mortar (including 110 x self-propelled) 2093 x 51mm Light Mortar AIR DEFENCE 57 x Rapier © Fire Units (including 24 x SP) 145 x Starstreak (LML) 84 x Starstreak HVM (SP) ARMY AVIATION 112 x Lynx (some armed with TOW) 107 x Gazelle 6 x BN-2 Islander 67 x Apache delivered 4 x A109 Helicopters available from RAF: 38 x Chinook 39 x Puma 22 x Merlin
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Il Terrore dei Mari E’stata portata a termine, su commissione della Marina di Sua Maestà, la realizzazione del primo modello della nuova Classe di sottomarini nucleari, l’Astute, più o meno secondo i tempi previsti (avrebbe dovuto essere pronto, secondo progetti che risalgono a qualche anno fa, alla fine del 2006). L’Astute è un sottomarino nucleare che va a prendere il posto dei cinque sottomarini Swiftsure, lanciati tra il 1973 e il 1977 e prossimi alla fine della loro attività, presumibilmente a causa dell’esaurimento dei reattori e dell’obsolescenza delle apparecchiature. L’iniziale ordine era di tre unità, ma poi è stata pianificata una seconda tornata da tre. Le performance dell’Astute sono l’estensione di quelle dei Trafalgar del secondo squadrone sottomarino della Royal Navy, con base a Davenport. I sottomarini Astute avranno invece base a Faslane, in Scozia. Il sottomarino Astute è stato costruito al cantiere navale “Bae systems Marine Barrow Shipyard”, dove saranno realizzati anche gli altri due della serie, che saranno chiamati Ambush e Artful. E’ pianificato che i tre sottomarini entreranno in servizio, rispettivamente, nel 2009, 2010 e 2011. Vi è discussione tra la BAE system e l’Inghilterra sull’ eventuale costruzione di un quarto sottomarino di classe Astute. I sottomarini Trafalgar saranno smantellati entro il 2022 e si comincerà con l’HMS Trafalgar nel 2008. L’Astute è l’esponente della nuova generazione di mezzi militari, ipertecnologici e (quasi) infallibili. L’Astute Combat Management System (ACMS) sarà un evoluzione dell’ SMCS (SubMarine Command System), attualmente utilizzato su tutti i sottomarini inglesi. L’SCMS riceve informazioni dai sonar e da altri sensori e, attraverso algoritmi, visualizza le immagini in tempo reale sugli schermi della cabina di comando. Il “Mostro del mare” di Sua Maestà sarà equipaggiato con missili cruise Tomahawk Block IV (tattici), lanciati da cannoni torpedo da 533mm. Sarà dotato di un sistema di rilevamento a terra e relativa mappatura, il TERCOM (TERrain COntour Mapping), i cui dispositivi saranno installati nei missili e le cui informazioni saranno combinate con le rilevazioni dei radar. Inoltre il sistema GPS (satellitare) fornirà informazioni sulla localizzazione esatta del bersaglio e la velocità del missile, per un’elevatissima precisione. I Tomahawk hanno una gittata di 1000 miglia (1600 km circa) e una velocità massima di 550 mph (880 km/h). Includono un dispositivo che permette, tramite satellite, la riprogrammazione della direzione e della velocità del missile in corsa e la trasmissione di un’immagine BDI (Battle Damage Indication). L’Astute sarà dotato anche di un avanzatissimo sistema di comunicazione elettronica che avrà una funzione di direction-finding. L’energia nucleare sarà fornita dai reattori Rolls-Royce PWR-2. Il nucleo durevole inserito nei PWR-2 farà sì che il reattore non avrà bisogno di essere ricaricato e lo farà durare per 25 anni. I sistemi elettronici CAE forniscono il sistema di posizionamento e manovra. I PWR 2 forniscono al sottomarino un’energia sufficiente a circumnavigare il mondo 40 volte, cioè più del doppio rispetto alla precedente generazione di PWR.
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Benvenuto a bordo!!!
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Benvenuto a bordo!!!
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Benvenuto a bordo!!!
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Comunque ci abbiamo provato!!!!
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UN pò di foto: