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Marina Spagnola: varato il Juan Carlos I
Graziani ha risposto a Thunderalex nella discussione Marina Militare
Il Juan Carlos I non sostituirà la Principe de Asturias ma potrà sostituirla quando questa sarà in cantiere dato le capicità di condurre operazioni con velivoli a decollo verticale. La Cavour è molto più bella della BPE!!!! -
Trionfo della destra anche in Gran Bretagna
Graziani ha risposto a picpus nella discussione Discussioni a tema
Non dobbiamo dimenticarci che il Regno Unito fino a 60 anni fà era la più grande potenza del mondo, penso sia normale che voglia sentirsi più indipendente dall'Europa favorendo più le relazioni con i paesi del commonwealth e con l'America. Magari vede l'Europa unita come un avversario al commonwealth bho!!! Gli Inglesi si sono sempre considerati superiori a tutti non a caso il razzismo è nato in Gran Bretagna -
Royal Navy - discussione ufficiale
Graziani ha risposto a Graziani nella discussione Marina Militare
Confermo, le daring sono più belle delle nostre orizzonte!!!!! Cavolo però, che sterzata!!! -
I redditi degli italiani su Internet
Graziani ha risposto a Graziani nella discussione Discussioni a tema
E' inutile che cerchi di difendere grillo il finto povero rivoluzionario che soffre i problemi della gente con in tasca 4 milioni di euro, 8 miliardi delle vecchie lire. Per curiosità, cosa fa per guadagnarsi tutti questi soldi?????? Per essere un cabarettista ne ha di soldi!!!!! -
Trionfo della destra anche in Gran Bretagna
Graziani ha risposto a picpus nella discussione Discussioni a tema
Ti aspettavo al varco Leviathan sapevo che saresti intervenuto a fare il bastian contrario!!!!!! -
Trionfo della destra anche in Gran Bretagna
Graziani ha risposto a picpus nella discussione Discussioni a tema
evito di risponderti per non essere sospeso!!!!! -
Trionfo della destra anche in Gran Bretagna
Graziani ha risposto a picpus nella discussione Discussioni a tema
Regno Unito: prospettive in vista di una vittoria dei Conservatori Economia&Politica di Cecilia Ragazzi In vista delle elezioni in Gran Bretagna, anticipate o regolari nel 2009, iniziano a delinearsi i cambiamenti proposti dal Partito conservatore, i Tories, relativamente a Europa, politica estera, economia e difesa. Il punto fermo rimane l’attaccamento ai valori tradizionali conservatori L’attenzione del partito di Cameron è focalizzata su tre principi centrali: il rafforzamento del potere decisionale dei cittadini, la centralità della famiglia e l’attenzione alle problematiche ambientali. I sondaggi effettuati nel mese di dicembre sono concordi nell’assegnare al Partito conservatore britannico una rimonta di due punti percentuali che lo porta al 45% delle preferenze, sottolineando un ulteriore rafforzamento rispetto al Partito laburista fermo al 32% e al Partito liberale stabile sul 14%. Tale distribuzione prospetta una possibile vittoria dei Tories guidati da Cameron sia in occasione di elezioni anticipate, sia nel caso di un loro normale svolgimento nel giugno 2009 (in concomitanza quindi con la consultazione per il parlamento europeo). Il programma conservatore si concentra su tre pilastri principali che, se rispettati, porterebbero ad un cambiamento delle politiche britanniche teso a rafforzare il potere decisionale dei cittadini e a migliorare la gestione della vita associata e privata; ad ampliare le politiche incentrate sulla famiglia e sulla responsabilizzazione della società; infine ad incrementare le politiche ambientali e di sicurezza. In caso di rispetto del tradizionale calendario elettorale, è prevedibile un’incisiva influenza anche in ambito europeo, data la tradizionale politica conservatrice meno propensa all’europeizzazione di tematiche centrali quali la difesa, la politica estera e l’economia. Europa: freno al Trattato di Lisbona In caso di vittoria da parte dei Conservatori è prevedibile che la politica britannica relativa all’UE subirà un cambiamento sensibile rispetto alle attuali manovre compiute dal partito laburista guidato da Gordon Brown che, lo scorso 13 dicembre, ha firmato, seppur rifuggendo i riflettori, il Trattato di Lisbona. Se il Partito conservatore dovesse divenire partito di maggioranza, sarebbe lecito attendersi una dura reazione da parte di Cameron che probabilmente porterebbe all’organizzazione di un referendum a tale proposito. Le critiche più dure rivolte dai Tories a tale trattato riguardano la sua sostanziale coincidenza formale e concettuale con un dettato costituzionale (il Trattato contiene riferimenti alla figura del presidente dell’UE, a un corpo diplomatico e al ministro degli esteri); la drastica riduzione delle materie sottoposte alla tutela del veto; e la mancata organizzazione dell’annunciato referendum relativo all’approvazione di tale trattato. Da quello che si evince dal programma e dalle dichiarazioni degli appartenenti al partito sarebbe plausibile aspettarsi un sostegno ad una politica europea maggiormente incentrata su tematiche concrete ed attuali (Balcani, Darfur, Iran) piuttosto che sulle riforme istituzionali. Ciò risulta maggiormente accentuato dalla netta avversione che i conservatori sostengono di avere nei confronti della centralizzazione del processo decisionale: ci si può quindi aspettare una aspra opposizione ai tentativi presenti nel Trattato di Lisbona che cercano di trasferire poteri da Westminster a Bruxelles. Politica estera: tra conservatorismo liberale e problematiche globali Il pilastro del programma del Partito dei Conservatori incentrato sulle tematiche di sicurezza e di tutela ambientale, autorizza a prospettare un’eventuale politica estera maggiormente interventista data la tendenza a sottolineare la sopraggiunta sovrapposizione tra politiche di sicurezza interna e sicurezza esterna. A tale riguardo, durante la visita alla Casa Bianca (Washington) del 4 dicembre 2007, Cameron ha sottolineato la necessità per l’Europa di intervenire, sempre nel quadro di un dichiarato atlantismo, in zone strategiche per la sicurezza non solo regionale ma anche globale. Due sono le caratteristiche principali della sua proposta di politica estera: la centralità della sicurezza nazionale e il conservatorismo liberale. La prima si basa sul presupposto che la sicurezza internazionale possa essere raggiunta solo a partire da una solida sicurezza interna (sicurezza istituzionale, culturale, economica e fisica divengono quindi presupposti essenziali per la sua promozione); la seconda, il conservatorismo liberale, mira a coniugare i principi liberali (diritti civili, democrazia, pluralismo) con quelli conservatori (rifiuto di ideali utopici per ricostruire l’ordine mondiale, forte radicamento nei valori tradizionali) per meglio fronteggiare le nuove minacce dettate dal nuovo assetto mondiale. È prevedibile che in questo quadro per il partito dei Tories l’intervento nei Balcani assuma una rilevanza centrale: la crisi tra Serbia e Kosovo, non essendo stata risolta né dalla risoluzione Ahtisaari né dalle negoziazioni condotte dalla Toika, richiede una risposta rapida ed incisiva da parte dell’Unione Europea. Relativamente all’Iran e alla questione nucleare, Cameron sottolinea l’importanza di sanzioni più incisive da parte dell’UE e di un maggior coinvolgimento diplomatico degli USA. Un maggior impegno britannico è supportato dai Conservatori anche per quel che concerne la missione di aiuto umanitario in Darfur, appoggiando quindi l’attuale proposta sostenuta dal Partito Laburista che prevede il dispiegamento di un totale di 20.000 truppe. Economia: nuovi mezzi per il sistema di mercato Per quel che concerne il settore economico non è certamente possibile prevedere un cambiamento di rotta rispetto alle politiche già liberiste intraprese dal New Labur. Ciò che invece probabilmente cambierebbe a seguito di una vittoria conservatrice sarebbero i mezzi per mettere in atto tali principi economici. A questo riguardo sono individuabili tre interventi principali del progetto di riforma supportato da Cameron: stimolare la crescita economica nel nuovo contesto globalizzato; promuovere una crescita economica sostenibile in relazione al cambiamento climatico; supportare la crescita sociale fronteggiando l'ineguaglianza e la disgregazione del tessuto sociale. Per quel che concerne il primo punto è lecito prevedere un progressivo abbandono del sistema top-down che, centralizzando il controllo, è accusato da parte dei conservatori di allontanare il potere decisionale dai professionisti incaricati di distribuire i servizi direttamente ai cittadini. Per ovviare a quella che per i Tories appare certamente essere una distorsione del sistema, è possibile immaginare una triplice azione: una deregolamentazione che promuova la competitività commerciale; una decentralizzazione che porti alla promozione della produttività del settore pubblico; una divisione dei profitti ottenuti tra incremento dei servizi del settore pubblico da una parte e riduzione elle tasse dall’altra. Per quel che riguarda il secondo punto, la stimolazione di una crescita economica sostenibile dal punto di vista ambientale, le tre risposte maggiormente plausibili sono: uno schema commerciale basato sulle transazioni e fissato dal governo; un effettivo suo controllo da parte di organi governativi; un aumento della convinzione che le tasse a carattere ambientale che, secondo il programma conservatore, andranno a sostituire tasse già esistenti, porteranno ad un doppio miglioramento economico dal momento che tenderebbero anche ad abbattere i costi derivanti dall'inquinamento. Relativamente al terzo punto, lo stimolo della crescita sociale, sembra essere plausibile un netto cambio di rotta rispetto alle politiche di sussidi sostenute dall’attuale governo laburista. L’attenzione dei conservatori potrebbe concentrarsi su tre aspetti principali: la revisione delle politiche regionali mirate alla redistribuzione che secondo i Tories si sono dimostrate altamente inefficaci; una maggior attenzione per quel che riguarda le differenze sociali createsi tra diversi gruppi di immigrati; una drastica rivisitazione delle politiche laburiste di trasferimenti mirati che, secondo i conservatori, non stimolano la ripresa economica. Difesa: verso l’unificazione del sistema di sicurezza Relativamente al tema della difesa, le critiche che i conservatori muovono al governo laburista sono pesanti: il lascito conservatore, a loro avviso, è stato dilapidato dal governo Blair-Brown a causa di un impegno per l’esercito in Afghanistan o Iraq non calibrato sulle sue reali possibilità. Per ovviare a tale situazione è prevedibile che un’eventuale vittoria conservatrice porti ad un cambio di strategia per quel che riguarda l'ambito della sicurezza. Stando a quanto dichiarato dal ministro-ombra della difesa Pauline Neville-Jones, per la Gran Bretagna crescerà la necessità di unire i fronti esterno e interno della sicurezza a causa dell’espansione globale delle nuove minacce. E' plausibile che tale cambiamento avvenga nel tradizionale quadro del Commonwealth, dei buoni rapporti instaurati con gli altri paesi membri dell'UE e, soprattutto, in un clima di cooperazione con l'alleato di sempre: gli Stati Uniti. Anche la NATO continuerà sicuramente a rivestire un'importanza di primo piano, soprattutto nell'ambito della missione afgana della quale Cameron condivide gli obiettivi. A questo punto l’unione dei due fronti della sicurezza, interno ed esterno, potrebbe avvenire attraverso due azioni: la prima riguarderebbe l'irrigidimento dei confini, anche grazie ad un incrementato sforzo tecnologico, la seconda implicherebbe una maggiore collaborazione internazionale, soprattutto a livello di intelligence. Ciò che é stato sicuramente annunciato dai conservatori é che, in caso di vittoria, verrà allestito un particolare organismo di sicurezza che sarà incaricato non solo di gestire le minacce terroristiche, ma manche le calamità naturali (come le inondazioni dell’estate 2007). Soprattutto sul versante del terrorismo un altro nodo fondamentale rimane il rapporto con i paesi del Medio-Oriente con i quali la Gran Bretagna ha storicamente avuto un ruolo di interlocutrice di primo piano. Secondo quanto affermato da Neville-Jones è necessario che il Regno Unito da una parte spinga per riforme nei paesi mediorientali (sistema politico, riforme sociali) per sradicare i fattori che oggi principalmente fomentano il fenomeno terrorismo, e dall’altra imponga sul suolo britannico un sistema di leggi più duro e mirato a tale riguardo. Conclusioni In caso di vittoria conservatrice alla prossime elezioni britanniche, è possibile prevedere un netto cambiamento di rotta in tutti i settori tranne quello economico, in cui i principi libero-scambisti rimarrebbero invariati anche se cambierebbe la loro applicazione. A tale proposito, infatti, non è possibile percepire quel mutamento interno al partito che invece ha caratterizzato il governo Blair-Brown: l’attaccamento ai tradizionali principi conservatori (famiglia, sicurezza, economia di mercato) rimarrebbe immutato. Interessante è notare che se l’avvicendamento conservatore in Gran Bretagna dovesse effettivamente verificarsi, questo molto probabilmente coinciderebbe con l’ascesa democratica negli USA, il che potrebbe portare a una nuova, complessa dialettica nella special relationship. Anche in questo caso, comunque, non sarebbe opportuno aspettarsi uno scollamento dalla politica americana dal momento che in molteplici occasioni il leader conservatore ha ribadito la sua fedeltà allo storico alleato. Tale accordo sembrerebbe inoltre indispensabile per l’attuazione di parti importanti del programma dei Tories quali l’incremento del ricorso all’intelligence per quel che riguarda la sicurezza, la devoluzione dei poteri da livello statale a livello locale che potrebbe rafforzarsi grazie all’esempio federale americano, l’abbattimento delle regolamentazioni in campo economico che ha le sue radici nel Nuovo continente e, soprattutto, la Gran Bretagna potrebbe ritrovare negli Stati Uniti il tradizionale alleato nella special relationship finalizzata a controbilanciare l’accentramento europeo. -
Royal Navy - discussione ufficiale
Graziani ha risposto a Graziani nella discussione Marina Militare
Marina UK: missili Tomahawk su sommergibile Torbay Dopo lavori di manutenzione durati un anno presso la base navale di Clyde, costati circa 8 milioni di sterline, è stato riconsegnato alla Royal Navy l’HMS Torbay, un sommergibile nucleare da attacco della classe Trafalgar. In occasione della sosta lavori, oltre alle tradizionali manutenzioni, è stato eseguito il refitting del sistema Sonar 2076 e di un nuovo sistema di comunicazioni che, tra l’altro, consentirà al sommergibile di collegarsi in immersione ad internet. Soprattutto, l’HMS Torbay è stato up graded con la capacità di imbarcare e lanciare missili da crociera Tomahawk della più recente versione a lungo raggio "Block 4". La piena operatività del battello dovrebbe essere conseguita nella prossima estate, dopo le prove in mare ed i tirocini dell’equipaggio. -
Confronto Marine UE nel 2016
Graziani ha risposto a eagle spotters nella discussione Marina Militare
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Confronto Marine UE nel 2016
Graziani ha risposto a eagle spotters nella discussione Marina Militare
Cavolo la Spagna possiede due navi Ro-Ro??????????????????? Non c'è che dire, complimenti alla Spagna ITALIANI DIAMOCI UNA MOSSA ITALIANI -
La Germania so non mi sbaglio si è dotata di 185 di questi bestioni!!!!! Bhè se diventassero clienti OtoMelara le cose cambierebbero, perchè si doterebbere delle migliori tecnologie artiglieresche del mondo non a caso Oto Melara è se non mi sbaglio leader nelle torrette e cannoni navali e terrestri. Insomma una Meraviglia ITALIANA!!!!!
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Anche su Aeronautica e Difesa pare proprio che la seconda portaerei Francese non sa da fà!!!!!!!! Non capisco perchè Sarkozy non comprenda l'importanza di dotare la Francia e in qualche modo L'Europa di una seconda portaerei, meno male che la gloriosa ROYAL NAVY c'è e sarà sempre più forte, se le cose dovessero andare così tra la Marina di Sua Maestà Britannica e la Marine Nationale ci sarà un abisso per quanto riguarda la capacità di proiezione di forza dal mare!!!!!!!!!!!!!!
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Trionfo della destra anche in Gran Bretagna
Graziani ha risposto a picpus nella discussione Discussioni a tema
Grande viva il partito conservatore di Winston Churchill e Margaret Thatcher Prendiamoci anche Londra!!!!!!!!! Il vento sta cambiando in tutta Europa e in Usa trionferà il grande John McCain!!!!!!! -
Il PzH 2000 con il munizionamento vulcano sarà qualcosa di incredibile senza contare che come già detto il Pzh2000 vale quanto tre M-109L!!!!!! Certo il numero di 70 esemplari sarà esiguo ma con queste prestazioni la nostra artigliria sarà all'altezza delle migliori artiglierie Europee!!!!!
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Marina Militare Italiana - Discussione Ufficiale
Graziani ha risposto a FedeKW11 nella discussione Marina Militare
GIUSTO All'Italia un minimo di capacità strategica convenzionale è d'obbligo per esercitare in pieno il nostro status di quarta Nazione d'Europa!!!! -
Marina Militare Italiana - Discussione Ufficiale
Graziani ha risposto a FedeKW11 nella discussione Marina Militare
Armamento: nr. 6 tubi lancia-siluri da 533 mm, siluri Whitehead A184 mod.3 -
I redditi degli italiani su Internet
Graziani ha risposto a Graziani nella discussione Discussioni a tema
Beppe Grillo VERGOGNA E' solo un povero comico che gioca al rivoluzionario amico della povera gente e poi prende 4 milioni di euro: La stampa 7 milioni di euro VAFF******O La repubblica 12 milioni di euro VAFF******O Il corriere della sera 22 milioni di euro VAFF*****O BEPPE GRILLO 4 MILIONI DI EURO VAFF*****O -
Marina Militare Italiana - Discussione Ufficiale
Graziani ha risposto a FedeKW11 nella discussione Marina Militare
Bhè certo gli SSN sono ipotesi più che improbabili però spero che un giorno anche l'Italia al pari di Francia e Regno Unito se ne possa dotare perchè siamo o non siamo la quarta Nazione d'Europa, dovremmo anche noi avere lo spazio che ci spetta e uscire fuori da questo dannato mediterraneo. La nostra politica di difesa giustamente si basa sullo scenario mediterraneo però cavolo, cominciamo a parlare anche di scenari oceanici e di proiezioni di forza ovunque nel mondo e per fare ciò non bastano gli SSK. Anche io come voi sono daccordo che prima degli SSN ci sono un sacco di altre cose primarie da sistemare, dal rifornitore di squadra alle LPD ecc. però dobiamo sbrigarci, gli altri vanno avanti e la Spagna ci è sempre più appiccicata al c***o!!!!!! -
Royal Navy - discussione ufficiale
Graziani ha risposto a Graziani nella discussione Marina Militare
La mia era solo una domanda di curiosità????? -
Devo ammettere che Israele non mi stà molto simpatica e molti suoi modi di fare non mi piacciono ma condanno fermamente le schifezze compite dai centri-sociali!!!!
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Marina Militare Italiana - Discussione Ufficiale
Graziani ha risposto a FedeKW11 nella discussione Marina Militare
Concordo in pieno, visto che gli SSN sono più improbabili bisognerebbe perlomeno adattare gli u-212 per il lancio degli SCALP!!!!! -
C'è BAD BOYS II
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Royal Navy - discussione ufficiale
Graziani ha risposto a Graziani nella discussione Marina Militare
Qual'è la più grande base navale militare del Regno Unito e d'Europa??????? -
Fini sullo scranno più alto di Montecitorio
Graziani ha risposto a VittorioVeneto nella discussione Off Topic
GIANFRANCO FINI PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI L'onorevole Gianfranco Fini con 335 voti è il nuovo presidente della Camera dei Deputati. Appena proclamato, tutti i deputati si sono alzati in piedi salutando il nuovo presidente con un lungo e forte applauso. Ecco il discorso di insediamento: "Onorevoli colleghi, è con autentica, e penso comprensibile, emozione che mi rivolgo a voi per un doveroso indirizzo di saluto in apertura della XVI Legislatura. Ringrazio quanti mi hanno espresso la loro fiducia e, con pari sincerità, quanti non lo hanno fatto per logici e più che naturali motivi politici. Come i più recenti tra i miei predecessori, gli onorevoli Bertinotti, Casini e Violante -che saluto- sono anch'io un uomo di parte, fortemente convinto della bontà dei valori che hanno ispirato il mio impegno politico. Ho tuttavia ben chiaro che il primo dovere dell'alta carica istituzionale cui mi avete chiamato è quello del rigoroso rispetto del principio di assoluta parità di diritti, tra tutti i deputati, nell'espletare -nella democratica dialettica tra maggioranza e minoranza- le prerogative che sono attribuite ai parlamentari dalla Costituzione. Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che della Costituzione è il supremo e imparziale garante, rivolgo un doveroso quanto sincero e particolare saluto. Con sentimenti di rispetto e stima mi rivolgo al Presidente ed all'intera Corte Costituzionale; al neopresidente del Senato sen. Schifani con cui sono certo di una proficua collaborazione istituzionale; al Segretario Generale ed a tutti i funzionari e dipendenti della Camera dei Deputati. Un deferente omaggio lo rivolgo al Pontefice Benedetto XVI, guida spirituale della larghissima maggioranza del popolo italiano ed indiscussa autorità morale per il mondo intero, come dimostrato anche dal suo recente mirabile discorso alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La laicità delle istituzioni è principio irrinunciabile della nostra come di ogni moderna democrazia parlamentare. Ed è proprio nel nome di tale principio che il Parlamento deve saper riconoscere il ruolo fondamentale che, nell'arco dei secoli, la religione cristiana ha avuto, e ha tuttora nella formazione e nella difesa della identità culturale della Nazione italiana. Nazione di cui è simbolo la bandiera Tricolore, esposta in quest'aula, ed alla quale rendo omaggio. E' in essa che si riconosce il nostro popolo, le donne e gli uomini che vivono all'interno dei confini della Repubblica come i nostri connazionali residenti all'estero, che per la seconda volta hanno eletto i loro rappresentanti in Parlamento. E' al nostro popolo, a coloro che il 13 e 14 aprile hanno esercitato il diritto di voto così come a coloro che legittimamente si sono astenuti dal farlo, che la Camera dei Deputati deve avvertire in via prioritaria il dovere di rispondere del suo operato. La credibilità e l'efficienza delle istituzioni rappresentano la risposta più alta, e proprio per questo più difficile, al rischio della disaffezione e della disistima nei confronti del sistema politico e della democrazia rappresentativa. Credibilità significa nutrire la forte consapevolezza che spetta innanzitutto a noi, a chi siede in quest'aula, l'onere di dimostrare che i deputati non sono una casta di cittadini privilegiati. Ciò sarà possibile solo con la forza incontrovertibile dei fatti. Fin d'ora chiedo a ognuno di voi, onorevoli colleghi, collaborazione e sostegno per far si che la Camera dei Deputati sia un buon esempio per tutti gli italiani in materia di trasparenza interna, corretto utilizzo del denaro del contribuente, riduzione delle spese, valorizzazione dei meriti e delle capacità. Efficienza delle istituzioni significa riforme. Negli ultimi dieci anni il dibattito sul tema è stato ampio e fruttuoso. Sarebbe sbagliato, perché non corrispondente al vero, affermare che nulla è stato fatto. Più volte la Costituzione è stata cambiata, e anche nella I parte. Non siamo all'anno zero. Eppure spero di interpretare il sentimento di tutta la Assemblea affermando che la XVI Legislatura dovrà essere per davvero una Legislatura Costituente. Le sfide del tempo in cui viviamo a proposito della "qualità della democrazia" esigono infatti una risposta che metta la società civile in condizione di avvalersi di istituzioni più snelle ed efficienti di quelle attuali. La modernizzazione del Sistema Italia deve necessariamente riguardare anche il nostro assetto politico-istituzionale. Nella passata Legislatura la Commissione Affari Costituzionali ha messo a punto una proposta, ampiamente condivisa, per superare il cosiddetto bicameralismo perfetto, per rafforzare con equilibrio il ruolo dell'Esecutivo ed il potere di indirizzo e di controllo del Parlamento, per realizzare un federalismo unitario e solidale. Mi auguro che da essa si possa ripartire in questa Legislatura per definire una nuova architettura costituzionale che faccia della nostra democrazia una democrazia più rappresentativa e più governante. La ricorrente contrapposizione tra i problemi e le aspirazioni del Nord del paese e quelli del Meridione deve essere sanata unicamente nel nome di un autentico interesse nazionale. Ed è certamente interesse di tutti gli italiani, aldilà di dove essi risiedono, avere istituzioni che siano per davvero al servizio dei cittadini, ne tutelino i diritti e ne valorizzino le capacità. Istituzioni nazionali ed europee; perché sempre di più, nell'epoca della globalizzazione economica, con le opportunità e i pericoli che essa comporta, si deve avvertire la necessità di una politica comune dei popoli e degli Stati del vecchio Continente. A tale riguardo è mio vivo auspicio che il futuro Governo invii sollecitamente alle Camere il disegno di legge di ratifica del nuovo Trattato Europeo di Lisbona perché l'Italia, paese fondatore dell'Unione, deve esercitare anche in questa occasione un deciso ruolo di impulso e di stimolo. Onorevoli Colleghi, anche questa Legislatura si apre a cavallo tra due ricorrenze di alto valore ideale e politico, il 25 aprile ed il 1 maggio. Celebrare la ritrovata libertà del nostro popolo e la centralità del lavoro nell'economia è un dovere cui nessuno si può sottrarre. Specie se vogliamo vivere il 25 aprile ed il 1 maggio come giornate in cui si onorano valori autenticamente condivisi e avvertiti come vivi e vitali da tutti gli italiani ed in particolare dai più giovani. Negli ultimi anni molti passi avanti nella giusta direzione sono stati compiuti, e dalla quasi totalità delle forze politiche. Coloro che si ostinano ad erigere steccati di odio o a negare le infamie dei totalitarismi sono pochi quanto isolati nella coscienza civile degli italiani. La ricostruzione di una memoria condivisa, una sincera pacificazione nazionale, nel rispetto della verità storica, tra i vincitori ed i vinti di ieri sono traguardi ormai raggiunti anche per il nobile e coraggioso impegno profuso, in stagioni politicamente diverse, da due Presidenti della Repubblica, che voglio salutare e ringraziare: Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi. Eppure penso che sia tutt'ora di grande significato politico e morale rammentare il valore insostituibile della Libertà, bene supremo per ogni essere umano, precondizione per ogni democrazia. E penso sia lecito domandarsi se ancora oggi, 63 anni dopo la Liberazione, la nostra Libertà corra pericoli, sia davvero minacciata. Spero non meravigli se alla domanda mi sento di rispondere affermativamente; se ritengo che la Camera dei Deputati debba essere consapevole che un'insidia per la nostra Libertà, e di conseguenza per la nostra democrazia, a mio avviso esiste tutt'ora. La minaccia non viene dalle ideologie antidemocratiche del secolo scorso che sono ormai sepolte, nella quasi totalità delle coscienze del nostro popolo, con il novecento che le ha generate. I rischi per la nostra libertà sono oggi di tutt'altra natura. L'insidia maggiore viene dal diffuso e crescente relativismo culturale e morale; dalla errata convinzione che libertà significhi pienezza di diritti e assenza di doveri e finanche di regole. La libertà è minacciata nello stesso momento in cui, come sta avvenendo per alcune questioni, nel suo nome si teorizza la presunta impossibilità di definire ciò che è giusto e ciò che non lo è. Essere consapevole di questo pericolo e sventarlo è dovere primario della politica, se davvero vuole onorare il suo primato. Ed è compito delle istituzioni, ed in primis del Parlamento, riconoscere e valorizzare il ruolo centrale che, nella difesa della libertà autenticamente intesa, hanno l'educazione dei giovani e la diffusione del sapere. E' nella famiglia e nella scuola, luoghi dove si formano i cittadini di domani, che nasce, cresce e si diffonde l'ideale della libertà. Un ideale che va difeso quotidianamente da un'altro pericolo. La progressiva perdita di autorevolezza dello Stato, l'affievolirsi del principio di legalità, l'aleatorietà del diritto alla giustizia, il conseguente diffondersi di un senso di insicurezza tra i cittadini. Fenomeni che sono la spia di un "malessere della democrazia" che riguarda l'intero Occidente, che in Italia non sono più acuti che altrove, che non devono indurre a presagire la disgregazione della coesione sociale ma che sono comunque presenti in misura tale da imporre alle istituzioni il dovere di contrastarli. Sono certo che la Camera dei Deputati, nel confronto tra le diverse posizioni culturali e politiche e sempre e comunque nel pieno rispetto del dettato costituzionale, vorrà e saprà farlo. E' con questo fermo convincimento che desidero rivolgermi, per rendere omaggio al loro impegno e per ricordare quanti sono Caduti nell'adempimento del dovere, a tutte le donne e gli uomini che servono lo Stato. Penso in primo luogo alla Magistratura di ogni ordine e grado e agli appartenenti alle Forze dell'Ordine. E' a loro che si deve la certezza che l'azione dello Stato, se sostenuta da leggi giuste varate dal un Parlamento democratico, è sempre e comunque più forte di tutte le mafie, di ogni illegalità e abuso, di qualsivoglia prevaricazione e lesione dei diritti del cittadino. Analogamente si deve alle nostre Forze Armate, cui parimenti rivolgo un grato saluto, se il terrorismo internazionale ha avuto la riprova che la libertà e la pace sono valori per la cui difesa e affermazione l'Italia è in prima linea , come dimostra il coraggio, l'umanità e purtroppo il sacrificio dei nostri soldati impegnati nelle missioni internazionali. Onorevoli colleghi, naturale corollario, in termini ideali, della Festa della Libertà è la Festa del Lavoro. E' infatti solo il pieno esercizio del diritto del nostro popolo di lavorare e generare ricchezza che può liberare l'economia dalle secche della stagnazione. Ed è solo il diritto di ogni cittadino ad avere un lavoro dignitoso ed equamente retribuito che può liberare le famiglie dal bisogno e dal timore della emarginazione sociale. Come garantire concordia tra capitale e lavoro, come aumentare la produzione della ricchezza nazionale, come ridistribuirla in modo equo, secondo le capacità e i bisogni di ognuno, è ormai interrogativo che riguarda l'intera politica europea, chiamata anche su questo versante a confrontarsi con il tramonto delle ideologie classiste e veteroliberiste del Novecento e sempre più obbligata a rispondere alla sfida epocale della globalizzazione dei mercati. Mi auguro che anche su queste questioni, che si riflettono sulla qualità della vita quotidiana degli italiani, la Camera dei Deputati sappia, nel confronto tra governo e opposizione, fornire risposte capaci di rafforzare la credibilità delle istituzioni e far imboccare al paese la via della ripresa economica, dello sviluppo, della giustizia sociale. Sono altresì certo che tutte le deputate e i deputati, senza distinzione di appartenenza politica, avvertano oggi l'imperativo morale del massimo impegno per garantire che il diritto al lavoro possa essere esercitato in condizioni di sicurezza. La perdurante tragedia delle cosiddette morti bianche offende la coscenza di ognuno, non può e non deve essere considerata come ineluttabile, deve generare uno sforzo comune a tutte le istituzioni perché ad essa si ponga rapidamente fine. Onorevoli colleghi, l'ultima breve considerazione che desidero rivolgervi è relativa alla cosiddetta "diplomazia parlamentare" avviata e sviluppata dai miei predecessori. Ritengo che la Camera dei Deputati debba continuare ad avvalersene per rafforzare il dialogo con altre Assemblee legislative ed in particolare con quelle dei paesi del Mediterraneo. Sulle sponde del "mare nostrum" sono nate e si sono diffuse le tre grandi religioni monoteiste. Per secoli il Mediterraneo è stato l'epicentro del pianeta, luogo di fecondi scambi culturali e commerciali e teatro di guerre sanguinose tra popoli di cultura e religione diversa. Oggi è specie nel Mediterraneo che il rapporto tra la cultura ebraicocristiana dell'Occidente e l'Islam può svilupparsi positivamente nel segno del reciproco rispetto tra identità diverse o può precipitare nel baratro di quello scontro tra civiltà evocato e invocato dagli integralisti. E' altresì di tutta evidenza che è indispensabile guardare a ciò che accade nel Mediterraneo anche per affrontare le questioni poste dai massicci fenomeni migratori e per dar vita a effettive politiche di integrazione. Sono certo che il nostro Parlamento , che nel 2010 assumerà la Presidenza di turno della Assemblea euromediterranea, saprà farlo e che di grande rilievo sarà il contributo fornito dalla Camera dei Deputati. Grazie per l'attenzione con cui mi avete ascoltato. A tutte le deputate e i deputati, ed in particolar modo a chi oggi è entrato per la prima volta nell'aula di Montecitorio, sinceri auguri di buon lavoro". -
Buon primo maggio!!!!!