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Gian Vito

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  1. Gian Vito

    SR-71 Blackbird

    Riguardo l'YF12, non ci sono dubbi: è stato impiegato in test di lancio solo con gli Aim47 e (pare) gli Agm76. Per quanto riguarda il (possibile) lancio di ordigni nucleari dall'SR71: non è mai stato un problema insolubile sganciare bombe a Mach 2 o a Mach 3. Il B70 (RS70) avrebbe dovuto sganciare i suoi ordigni proprio a mach 3. E che dire delle versioni d'attacco del Mig25? La precisione potrebbe lasciare a desiderare, ma con una testata nucleare il problema non sussiste. Forse non è un caso se la sigla originale era RS-71 (RS=ricognizione e attacco)
  2. Gian Vito

    Attacco elettronico

    Track breaker (interruttori di traccia) Ve ne sono diversi, con diverse modalità di inganno. Quelli che tratteremo adesso sono i cosiddetti “Gate stealer”. Sono impiegati contro radar di tracciamento in modalità STT (singol target track) con prf basse e medie, ed attaccano i meccanismi automatici di inseguimento usando sofisticati Repeater. La tecnica è geniale. RGPO Range gate pull off o RGWO Range gate walk off o RGS Range gate stealing: Una volta individuato il bersaglio, il radar piazza “range gate” (“gate” si può tradurre in molti modi: cancello, portone…) ai suoi lati. Questi oscurano tutti i segnali originati da distanze fuori di uno stretto intervallo, incrementando il “Signal-to-noise ratio” e proteggendo il radar da impulsi di disturbo non sincronizzati. Il radar si concentra su un intervallo di distanze di poche centinaia di metri, che racchiudono la posizione del bersaglio, e non cerca più altri bersagli. Si ottiene il codiddetto “Lock-on”. Ma il “range gate” può essere catturato ed il radar “sedotto”. Dopo aver rilevato che un radar ha ottenuto il lock-on, il jammer si attiva: 1. Un campione di impulso è amplificato e rispedito immediatamente indietro quando altri impulsi sono ricevuti. Sembra una pessima idea: il bersaglio appare più “evidente” sullo schermo radar. Invece, la trappola sta per scattare! La potenza viene incrementata e continua finchè la “replica” è molto più forte del vero eco. A questo punto il radar è costretto a ridurre automaticamente la sensibilità del ricevitore, per evitare un sovraccarico. E, ovviamente, il vero eco si perde nel rumore di fondo. 2. : una seconda replica, più forte, viene trasmessa dopo la prima eco falsa, la cui potenza viene, invece, ridotta. 3. : Il radar aggancia la replica che viene, rispetto ad ogni nuovo impulso, ritardata progressivamente. Il “range gate”segue la falsa eco, che sembra retrocedere. Questo continua finchè il “gate”si è spostato fuori dalla vera posizione dell’aereo. 4 : L’ingannatore si spegne, lasciando il radar con il “range gate” vuoto (break-lock). Il radar è costretto a tornare in modalità ricerca, perdendo tempo. Se dovesse riacquisire il bersaglio, sarà sufficiente ripetere la procedura. L’RGPO crea falsi bersagli solo a distanze più elevate rispetto a quelle vere, perché i segnali sono inviati con ritardo. Se il radar ha una ripetizione degli impulsi costante, si può però facilmente prevedere l’impulso successivo e creare bersagli a distanze minori: RGPI Range Gate Pull-In. L’inganno rende impossibile guidare un missile e funziona anche contro radar ad onda continua (CW). E il bello è che, se il missile è dotato di guida HOJ, nel momento in cui l’ingannatore si spegne…Anche il missile perde il bersaglio. VGPO Velocity gate pull off o VGWO o VGS : i radar Doppler e Pulse doppler sono importanti perché consentono la rilevazione di bersagli a bassa quota dove, a causa del clutter indotto dal terreno, i radar tradizionali ad impulsi sono del tutto inefficaci. I radar Doppler hanno “velocity gate” che concentrano l’attenzione su bersagli con velocità radiali entro certi limiti, per esempio 100 m/sec. Con i radar Doppler, il trucco è simile. Si cattura il “velocity gate”in frequenza Doppler, si amplifica il segnale e si rispedisce indietro. Gradualmente si sposta le falsa frequenza doppler su o giù, spingendo lontano dall’aereo il “gate”. Alla fine si spegne il Repeater, lasciando il “gate” senza segnale, provocando il break. Ed il radar è costretto a ripetere la sequenza di acquisizione. Se serve si ripete. Funziona al meglio contro radar con Prf alte e radar CW. EPM: i radar moderni sono in grado di riacquisire il bersaglio molto velocemente, utilizzando la Bandwith expansion. Double pull: per aggirare l’ostacolo l’RGPO ed il VGPO spesso operano di concerto, oppure combinati con l’Inverse gain e l’SSW (poi ve li spiego) per interrompere anche l’Angle tracking. Spesso si trasmette anche rumore di fondo (Noise floor) per complicare la vita al radar. Dwell walk: un’altra tecnica di inganno del “gate” : l’ingannatore rileva i parametri del gate (angle, range, velocity) e li ripete per un tempo limitato (dwell) così il radar si aggancia al segnale di disturbo. Lentamente il sistema varia i parametri per simulare un movimento di allontanamento dalla reale posizione. Quando la distanza ottenuta supera di 10 volte il “gate”, l’inganno si disattiva, lasciando il radar senza bersaglio. EPM: il radar può utilizzare “gate” addizionali (Guard gating), oppure può ritardare ogni impulso in modo diverso (Jitter) in base ad una sequenza casuale. Il sistema d’inganno non può, così, capire quando arriverà l’impulso successivo e risponde in ritardo, non potendo così generare bersagli più vicini. Anche i falsi bersagli più lontani possono essere, però, eliminati controllando l’intensità dei segnali (signal strenght) che, come abbiamo visto, è più alta (è proprio l’RGPO che, all’inizio, ha inviato un impulso più forte). La tecnica del “Leading edge track”e l’agilità di frequenza, rallentano ulteriormente i tempi di risposta dell’ingannatore. Che può rispondere solo aumentando la potenza, così tanto da catturare i circuiti di “automatic gain control”o inviando impulsi di disturbo abbastanza lunghi da coprire l’intero “jitter period”. VGPO+RSAM : nell’ultima parte del programma VGPO, si applica l’RSAM. Poiché il “velocity gate”è già spostato, l’inganno angolare è facilitato. CGS Chirp Gate Stealer: simile al VGPO ma la deviazione è 20 volte superiore. Si usa contro radar che adottano la “pulse compression”(Chirp). Il radar interpreta i cambi di frequenza del CGS in variazioni della distanza. Così facendo il CGS allontana il radar dal vero bersaglio, e poi si disattiva. Devo ribadire che le modalità di disturbo sono molto più numerose! Ma trovare qualche dato sul loro funzionamento è una vera impresa. Intanto, per aiutare nella comprensione dell’argomento (oggettivamente difficile), segnalo questo sito: http://www.geocities.com/jasonlemons/radar/topic1.htm Guardatevi anche le parti 2 e 3. Continua…
  3. Gian Vito

    SR-71 Blackbird

    Continuo intanto le mie ricerche sul possibile armamento dell'SR71. Anche qualcun'altro deve aver letto le stesse cose, come si scopre leggendo questa discussione: http://forum.keypublishing.co.uk/archive/i...hp?t-20021.html I missili Aim47 Falcon erano lunghi oltre 3,8 metri. I missili Agm76 superavano i 4 metri. Secondo Wiki, gli YF12 hanno lanciato anche 10 di queste armi, la cui carriera presenta ancora lati oscuri. Le dimensioni delle stive (ho controllato il mio piccolo YF12) sono compatibili. Perciò l'imbarco di un paio di B61 non avrebbe presentato eccessive difficoltà. Al contrario gli Agm69, con una lunghezza di 4,27 metri avrebbero potuto dare qualche problema. Le stive dell'SR71 sono configurabili in molti modi, forse con paratie mobili. Penso che gli studi non abbiano portato a prove concrete, però...Solo in tempi recenti si è scoperto che persino gli RF101C (ufficialmente disarmati) potevano essere dotati di un ordigno nucleare tattico. Praticamente tutti gli aerei degli Stati Uniti sono stati resi compatibili con armamento nucleare. E allora... Se avete un aereo capace di penetrare qualunque difesa...Un pensierino non lo fate?
  4. Gian Vito

    Attacco elettronico

    Prima di proseguire, qualche altra diavoleria difensiva adottata come protezione dai radar (EPM): Hole-finding: dopo una serie di impulsi, il radar controlla il ricevitore per determinare la frequenza che ha il più basso livello di disturbo. Si sposta quindi sulla nuova frequenza. Dwell time: il ricevitore del radar è regolato per accettare nuovi segnali solo dopo una sosta (dwell) prefissata, in base al tempo occorrente ai veri segnali per ritornare indietro. Così gli impulsi di disturbo vengono scartati. Nota: ho dimenticato di dire che l’agilità di frequenza avviene a ritmi vertiginosi, alcune migliaia di volte al secondo. Tanto che, praticamente, ogni impulso è diverso dagli altri. Tecniche di inganno (Deception jammer) L’ingannatore non mira a nascondere l’eco, ma fornisce false informazioni di direzione e distanza, spesso senza che l’operatore nemico se ne accorga. L’inganno usa metodi molto diversi per ottenere lo scopo. Rispetto ai disturbatori, la potenza richiesta è proporzionale a quella media (non a quella di picco) e al numero di bersagli generati. La potenza media si può ricavare tramite il Duty cycle (o Duty factor) e, senza scendere in noiose spiegazioni, diciamo che può essere molto bassa, decine o centinaia di volte meno. Problemi: generare movimenti e bersagli credibili, espansione dell’eco e rischio di rilevamento passivo. FTG False target generator. I generatori di falsi bersagli sono impiegati, per esempio, contro radar TWS (track while scan) e possono saturare i computer di falsi ritorni, ritardati rispetto a quelli reali, dando l’illusione di un’enorme quantità di bersagli. Si dividono in ingannatori non-coerenti (Transponder) e coerenti (Repeater). Transponder: riceve gli impulsi, attende un certo tempo, corrispondente al raggio desiderato del falso bersaglio, e lo ritrasmette identico, producendo falsi echi a diverse distanze rispetto al bersaglio reale. Con questo sistema è difficile ottenere bersagli “credibili”, così viene impiegato assieme al disturbo che degrada la rilevazione radar, impedendo di distinguere i falsi bersagli. Prendendo l’esempio precedente, se la potenza di picco dell’eco radar è di 10Kw, quella media può essere di solo 1Kw o magari di 100w! Impiegando la medesima potenza di emissione si potranno generare decine di bersagli. Se i radar sono 10, tutti con frequenze diverse, si potranno creare falsi bersagli per tutti, programmando echi diversi per ognuno. E questo è vitale! Perché altrimenti il nemico potrebbe eliminare i falsi echi per comparazione (de-ghosting). L’unico neo è la potenza di elaborazione, che contro 10 frequenze diverse, aumenta di 10 volte! Se i radar invece emettono tutti sulla stessa frequenza, le cose si mettono male: l’elaborazione aumenta in modo esponenziale, per dividere gli impulsi in arrivo (de-interleave). Ma, a parte il fatto che è raro trovare 10 radar uguali tutti a distanza ravvicinata, 10 radar sulla stessa frequenza sono un bersaglio fantastico per uno Spot jammer : si disturbano tutti in una volta sola! EPM: Compressione degli impulsi (Pulse compression): rende i radar resistenti ai Transponder. La compressione degli impulsi migliora la risoluzione, aumenta la potenza media e riduce il clutter e/o il disturbo. Questo sistema è vulnerabile, però, ai Repeater con DRFM. RPTR Repeater: produce un falso bersaglio più realistico rispetto al transponder grazie alla memoria all’interno del jammer. Riceve gli impulsi, li amplifica e, dopo un certo tempo, li rispedisce indietro. Genera frequenze doppler molto diverse sul radar. Errori di azimuth, raggio e numero di bersagli. EPM: i veri bersagli presentano fluttuazioni del segnale (amplitude scintillation-angular glint), hanno accelerazioni realistiche , mentre i segnali prodotti dai transponder e dai repeater sono stabili. I radar “Leading-edge” ,combinati con agilità di frequenza e processori di segnale avanzati, sono in grado di rilevare le differenze. DRFM Repeater : Digital radio frequency memory, Coherent Repeater Jamming: grazie all’uso di nuovi microprocessori, riceve l’impulso, ne conserva un campione digitale, lo sintetizza in un realistico, falso ritorno temporizzato e lo rispedisce. Cambia la distanza rilevata dal radar cambiando il ritardo nella trasmissione degli impulsi , la velocità rilevata cambiando la variazione doppler del segnale trasmesso o l’angolo di tracking usando tecniche AM per trasmettere nei lobi laterali (sidelobe). RSAM Repeater swept amplitude modulation: in alcuni vecchi radar si utilizzano due lobi paralleli, ed il computer confronta i segnali ricevuti passando da un lobo all’altro (switching), con una determinata “Lobing frequency”. Se si conosce la frequenza di switch, si può programmare l’ingannatore in modo da inviare un segnale forte o debole quando il lobo è puntato lontano dall’aereo. Alla fine il computer elabora i due segnali dei lobi e, involontariamente, inserisce il falso segnale d’inganno. Questa tecnica degrada o interrompe l’aggancio. Non funziona contro i radar monopulse. EPM: il modo migliore per evitare tutto ciò è il radar LORO (ve lo spiego dopo) che nega all’ingannatore ogni dato di Lobing. L’ingannatore può inviare gruppi di segnali non sincronizzati per disturbare i LORO ma l’effetto non è dei migliori. NBRN Narrow-band repeater noise: in un radar Doppler degrada pesantemente l’aggancio del bersaglio. Questa tecnica provoca la formazione di falsi segnali che appaiono sia sopra che sotto la frequenza dell’eco reale. E’ utilizzata anche la modulazione d’ampiezza. Il risultato è una uniforme distribuzione di “rumore” sulla banda, che maschera così il bersaglio. MFR Multiple frequency repeater o FDT False Doppler target: ripetitore coerente con modulazione d’ampiezza che produce un segnale a numerose frequenze, equamente spaziate attorno alla frequenza dell’eco del bersaglio, ognuna con ampiezza più grande di quella dell’eco reale. Induce errori di distanza e calcolo del “range gate”(ve lo spiego dopo) dei radar Pulse Doppler o introduce falsi bersagli nei radar a impulsi in modalità ricerca. Può disturbare anche le operazioni di AGC (automatic gain control) dei radar. RD Random Doppler: produce falsi bersagli Doppler e causa confusione durante la sequenza di ricerca ed acquisizione. Oltre al vero eco, invia falsi segnali più forti, la cui frequenza cambia casualmente per periodi di 20 millisecondi. EPM: Double/short pulsing: tecnica difensiva utilizzata dai radar contro i Repeater ad impulsi, basata sul controllo del periodo di “pausa” dopo ogni impulso di disturbo. Continua…
  5. Gian Vito

    Attacco elettronico

    Tecniche di attacco elettronico. Come avevo promesso in altra occasione, ho pensato di scrivere qualcosa sui metodi di disturbo radar. L’argomento è vasto, complesso, coperto da segreto…Ma qualcosa si può trovare. Non è mia intenzione fare “la storia della guerra elettronica”: vi sono molti libri e riviste sull’argomento, vi ho già suggerito altrove due ottimi testi. L’idea è trattare l’argomento “Attacco elettronico” (EA, ex-ECM) cominciando dalle tecniche di disturbo ed inganno, passando poi ai sistemi di rilevamento passivo, alle prestazioni dei dispositivi ed infine ai velivoli dedicati. Cercherò di spiegare tutto in modo semplice. Se vi piace l’idea… Seguitemi. I radar costituiscono ancora lo strumento primario di rilevamento. Le loro prestazioni sono andate aumentando progressivamente e così la loro sofisticazione, soprattutto in termini di ECCM o, nella definizione attuale, EP (electronic protection). Ogni radar è caratterizzato da diversi parametri (lunghezza d’onda, frequenza di ripetizione degli impulsi, polarizzazione del segnale, velocità di rotazione dell’antenna, presenza di lobi secondari, modalità di scansione, forme d’onda, potenza media e di picco, ecc. ecc. per le definizioni…Cercate su wiki!). Anche le tecniche di disturbo più vecchie possono tornare utili perché sono ancora presenti in quantità sistemi superati ma insidiosi…Esistono decine e decine di tecniche di disturbo, finora ne ho identificate una quarantina ma altre venti (le più recenti) sono coperte da segreto. Non le tratterò tutte perché in alcuni casi le informazioni disponibili sono insufficienti (una a caso: Countdown Blink). L’attacco elettronico utilizza il disturbo (noise), l’inganno (deception), la seduzione, la confusione. E’ in grado di disturbare la corretta rilevazione dei parametri tipici di un bersaglio, cioè distanza, rotta, velocità. Noise: il disturbo è la tecnica più facile da applicare. Sulla stessa frequenza del radar vittima si trasmette rumore di fondo ad elevata potenza in modo da coprire il segnale di ritorno. La potenza richiesta è proporzionale a quella di picco del radar e, quindi, molto alta. Impedisce principalmente la determinazione della distanza e può schermare molti aerei contemporaneamente. E’ efficace quando il rapporto disturbo/segnale (jam-to-signal ratio) è maggiore o uguale a 1. Ogni tanto è necessario interrompere l’emissione (look-through), per “ascoltare” le frequenze in arrivo e verificare eventuali cambiamenti nei parametri. In caso affermativo il Jammer modifica all’istante l’emissione. I sistemi più sofisticati possono interrompere le emissioni in time-sharing (High speed chop) o con schemi (look over) di sicurezza,basati su dati elint. E’ importante non attivare troppo presto i disturbatori: il rischio è il rilevamento passivo (beaconing) che, tra l’altro, consente di tracciare il disturbatore oltre il raggio di scoperta del radar. Poiché la potenza dell’eco radar del bersaglio varia inversamente alla quarta potenza della distanza e la potenza del jammer invece è inversa al quadrato della distanza, al diminuire di questa, la potenza dell’eco aumenta più rapidamente ed è richiesta sempre più potenza. Alla fine il rumore generato dal jammer non potrà più nascondere il bersaglio (JSR SPT Spot noise: si focalizza tutta l’energia su una sola frequenza (narrow bandwidth). La procedura può essere altamente automatizzata (ASN Automatic spot noise), in modo che il disturbatore possa agganciarsi alla corretta frequenza al primo segnale ricevuto. Il disturbo, a seconda del segnale, può essere continuo (CN), a impulsi (PN), modulato (NSAM), ecc. EPM (ECCM): il radar controbatte cambiando frequenza all’interno della banda (su spread spectrum). I moderni disturbatori possono seguire un cambio prevedibile di frequenza (pseudo-random, basato su algoritmi che consentono la replicabilità), perciò la variazione deve essere realmente casuale (truly random). Si possono adoperare più disturbatori ma senza garanzia di successo. Un’altra tecnica consente di cancellare l’interferenza (Polarization canceller), prendendo il segnale, modificando la sua ampiezza ed invertendone la polarità. Quando i due segnali, falso e reale, sono sommati, l’interferenza sparisce. Sfortunatamente esistono jammer “polarization agile”che cambiano rapidamente polarizzazione . Inoltre la cancellazione è inefficace contro disturbatori multipli. A questo si può ovviare con i “cancellatori di polarizzazione a monoimpulso”digitali…E il gioco continua. SWPT Swept spot jamming o Sweep jamming (pulse o cw): Se i radar sono numerosi, si può utilizzare il jamming di “spazzata”. Tutta la potenza è spostata (swept) passando attraverso tutte le frequenze di una banda utilizzate dai radar, da una frequenza all’altra, con schemi sistematici in veloce successione (fast sequential). Il problema è che, in tal modo, non sono disturbate tutte contemporaneamente, e l’efficacia complessiva è limitata. Rende comunque tutte le frequenze periodicamente inutilizzabili. Una variante più sofisticata è l’SOJ Automatic frequency Set-On-Jamming che, in time-sharing, rileva, forma una lista prioritaria e disturba frequenze multiple simultaneamente. EPM: molti radar possono cambiare banda o possono esserci più radar che operano su bande diverse. Una buona difesa consiste nel “guard band receiver”, con una frequenza adiacente, che oscura il segnale quando il ricevitore mostra un disturbo. Inoltre lo stesso radar può inviare segnali spurii da un’antenna ausiliaria per mascherare il segnale reale con rumore casuale e rendere difficile la rilevazione della frequenza esatta e per sovraccaricare (overload) le difese del bersaglio. Anche l’accurata gestione delle emissioni, in una rete radar, con l’accensione o lo spegnimento in successione dei radar, complica l’opera di disturbo. BAR Barrage noise e BSAM Barrage-Noise-Swept Amplitude Modulation : se i radar sono numerosi, di diverse caratteristiche, operano su molte frequenze e bande differenti, è il momento di impiegare i “jammer di sbarramento”. Si possono disturbare simultaneamente tutte le frequenze di una banda (broadband) con un solo disturbatore. Ma l’effetto può essere limitato perché tutta l’energia è dispersa su tutte le frequenze. (il raggio di “burn through” sarà maggiore). E più frequenze sono disturbate, meno efficace è il disturbo sulla singola frequenza. La potenza richiesta è altissima. Se, per fare un esempio, la potenza di picco dell’eco radar (alla distanza del bersaglio) è pari a 10Kw, il jammer dovrà impegnare 10Kw di potenza! Se i radar sono 10, dovrà inviare 100Kw! Qui non si fanno sconti. La potenza massima è il fattore dominante: ecco perché metodi simili sono definiti “di forza bruta”. I radar moderni sono pieni di sorprese spiacevoli per i velivoli “dedicati” al supporto elettronico: oltre all’agilità di frequenza, hanno filtri adattativi, ricevitori CFAR, circuiti di soppressione disturbi nei lobi laterali, compressione degli impulsi ecc. ecc. Non ultime, caratteristiche L.P.I. Così i moderni disturbatori possono scansionare le bande al ritmo di molti GHz al secondo, misurare all’istante la frequenza ed i principali parametri, penetrare i codici degli impulsi emessi (anti-coded waveform), seguire automaticamente i salti di frequenza e riconoscere tutti i metodi difensivi adottati dai radar vittima. La conoscenza precisa del funzionamento del sistema nemico, permette di calibrare il disturbo anche contro il singolo radar (Base Jamming), senza interferire sulle frequenze vicine. Ma le grane non sono finite. Perché qualcuno ha avuto la bella idea di inserire in alcuni missili la possibilità HOJ (home-on-jam): autoguida sulla sorgente di disturbo. Il missile viene così attirato dalle potenti emissioni del disturbatore e, silenziosamente, lo attacca. E allora? CAJ COOPERATIVE ANGLE JAMMING (mutual protection)- già in Vietnam si utilizzava il disturbo cooperativo di gruppi di aerei, in formazione a quadrato o a pentagono, per rendere più efficace il jamming contro i radar di puntamento e presentare un bersaglio diffuso. Qui la faccenda è diversa. Il gruppo di aerei (due o più) utilizza l’Angular Blinking. CBN cooperatively blinked noise, BDN blinking doppler noise : i disturbatori sono accesi e spenti alternativamente in modo coordinato, all’interno della medesima “cella” angolare del radar vittima. Questo degrada la risoluzione angolare del radar di ricerca e crea falsi bersagli in un radar TWS, al punto di saturarlo e renderlo incapace di agganciare alcunché. In più, degrada la guida HOJ. Il missile puntato alla coppia di aerei, passerà tra di loro senza danno, perché quando nel suo settore il sensore vede 2 o più sorgenti si dirige sul centro medio (centroid homing). Lo scherzetto deve essere fatto bene: se la frequenza di “blinking” è troppo alta il radar potrà calcolare i dati di posizione medi, se è troppo bassa il missile centrerà uno dei due disturbatori. Il Blinking jamming risulta efficace anche contro i “polarization canceller” per i motivi già visti. RBM range bin masking o Cover Pulse jamming: efficace contro radar a bassa e media prf che rilevano la distanza. Il disturbo è temporizzato per cadere entro un intervallo che copre la distanza in cui si può trovare l’aereo. VBM velocity bin masking o DN doppler noise o Straight-through Repeater : efficace contro radar ad alta prf che sfruttano la variazione di frequenza doppler dei bersagli. Ricevuto il segnale, variano la frequenza Doppler e la ritrasmettono indietro, rendendo il radar incapace di ricavare la distanza reale. Con questi ultimi sistemi iniziamo già ad entrare nel settore dell’inganno elettronico, con tecniche molto più sofisticate. Continua…
  6. Bravo! Non sapendo come commentare...Ti invio la foto di un B25, scattata in America.
  7. Eccovi una foto dell'avversario, presa a Kecskemet.
  8. Dottoressa, ma alla tua età devi ancora finire di pagare il mutuo?
  9. No. Bastano 3,2 masse solari (con 1,4 masse ottieni una stella di neutroni). http://it.wikipedia.org/wiki/Buco_nero E' vero che un buco nero massiccio evapora molto lentamente. Qui si parla, però, di buchi neri di dimensioni atomiche...
  10. Gian Vito

    SR-71 Blackbird

    Damiano, se spulci bene il sito che ti ha dato Flaggy, trovi anche il prezzo finale dell'SR71! (assieme a tantissime belle cose...) Però, per non tenerti sulle spine: 34 milioni di $, che a quel tempo erano davvero tanti!
  11. Gian Vito

    Mig 21 F 13 1/72 Revell

    Grazie mille Barone! Adesso so cosa cercare... Spero, presto, di poter inviare le foto di qualche modello realizzato grazie ai tuoi consigli!
  12. Non chiedetemi la fonte. L'ho letto su internet in un sito giapponese. Non so il giapponese ma scorrendo quello che sembrava un forum, mi sono imbattuto in una notizia (in inglese) che qualche appassionato non si era preoccupato di tradurre nella lingua del sol levante (buon per me). Mi sono dimenticato di copiarla, così vado a memoria. Un generale americano ha descritto le capacità di disturbo elettronico del Raptor, tramite il potente APG77. Il sistema è in grado di generare inganni e falsi bersagli ad una distanza media superiore ai 160 km. Il raggio d'azione è solo indicativo e può essere superato. L'elevata portata è dovuta al fatto che l'inganno richiede assai meno energia del disturbo. La notizia è perfettamente plausibile e fornisce un utile termine di confronto con altri sistemi ECM sofisticati, come l'EA6B.
  13. Gian Vito

    calibri

    Ricordi bene, io ne ho due a casa. Per quanto ne so, il motivo è proprio la minore gittata (meno proiettili vaganti), meno danni ai poligoni e meno piombo in giro. Se cerchi "Proiettili con ogiva in plastica" trovi qualcosa.
  14. Gian Vito

    Mig 21 F 13 1/72 Revell

    Barone rispiegami qualcosa, così riprendo l'argomento alluminio. Dopo l'Alclad hai ripassato alcuni pannelli con varie tinte metalliche (alluminio di varie tonalità, acciaio, cromo, ecc. ecc.). Di quale marca? Per il cruscotto hai detto d'aver adoperato un foglio da 10 euro pieno di strumenti vari (così ho interpretato). Ma vendono davvero roba del genere o era un foglio di decal specifiche per il Mig21?
  15. Secondo me non accadrà assolutamente niente. Un buco nero "tradizionale" deriva dal collasso gravitazionale di una stella di almeno 3,2 masse solari (vado a memoria). Qui parliamo di un buco nero di dimensioni atomiche e di massa trascurabile. Potrebbe restare confinato nel suo centimetro cubo di spazio nel Cern di Ginevra...Per anni. Mi sembra però che Stephen Hawking abbia ipotizzato una veloce "evaporazione" per questi "microbuchi", che terminerebbero la loro breve vita con un ultimo lampo di energia. Se mi sbaglio...Fatemi causa.
  16. Quando ho sentito parlare nuovamente di usare il laser per colpire missili in volo, mi son detto: "che novità!" Qualcuno ricorda quest'aereo? http://www.flickr.com/photos/rob-the-org/2545757805/
  17. Siccome non mi va di fare sempre da osservatore, aggiungo qualcosa di poco conosciuto all'ottimo lavoro sullo Skyraider (sempre sperando che i link non contengano già i dati che seguono, non li ho visti tutti). L'A1 era considerato un possibile vettore di armi nucleari. Alcuni dei piloti erano stati addestrati al lancio in cabrata di ordigni nucleari. Tra quelli utilizzabili dal velivolo figurano le bombe Mk7, Mk8, Mk11, Mk12 e persino la Mk43.
  18. L'aereo abbattuto era un Mig17, colpito da un A4 armato con razzi Zuni. Per quanto riguarda l'Harm, un B52 è stato centrato, per errore, nel radar della torre difensiva poppiera proprio da quest'arma.
  19. Gian Vito

    Missile Aa Radar-ir

    Si e no. Il missile Aim 47A, secondo il progetto originale, avrebbe dovuto essere un missile da mach 6 e 213 km di portata a guida Sarh, con testata nucleare o convenzionale. La guida Sarh originale non era sufficientemente precisa e affidabile, così si pensò di dotare il missile di guida terminale IR. L'idea venne presto abbandonata, perchè avrebbe comportato un aumento di peso e diametro. Così si preferì perfezionare la guida Sarh e nessun missile Aim47 fu dotato della doppia guida. La testa nucleare venne sostituita con una convenzionale. Anche il motore venne sostituito con un modello diverso, in grado di assicurare una velocità di soli mach 4 ed una gittata sui 160 km. Il sensore del missile poteva seguire un bersaglio di 9,3 mq a 116 km di distanza, con ottima precisione, come confermato dai test di lancio: 6 centri su 7 lanci (un lancio fallito per malfunzionamento del motore del missile).
  20. Ma è troppo! Anche le considerazioni poetiche finali... Ok, a parte gli scherzi. Lavoro eccellente! Non hai lasciato niente per noi... Con questo il nostro forum sarà il più invidiato.
  21. Ed ecco il Mig29, ripreso certamente il giorno prima, col tempo bruttino... E una carrellata di altri partecipanti, c'è anche l'A7 Corsair II ed il C17, che ho visto mentre uscivo dalla base...
  22. Gian Vito

    SR-71 Blackbird

    No, no, l'YF12 aveva quattro stive. Una delle stive anteriori era occupata da ulteriore equipaggiamento elettronico associato al sistema di controllo del fuoco. L'aereo finale F12B avrebbe dovuto montare un massimo di 8 missili Aim47B modificati con alette pieghevoli.
  23. Gian Vito

    Velocità dei missili

    Tanto per non provocare confusione: 1255 km/h corrispondono alla velocità del suono a livello mare, ma con 30 gradi centigradi! In atmosfera standard internazionale si considerano, se ricordo bene, 15 gradi centigradi a livello mare, corrispondenti a 1224 km/h. La formula è la seguente: 330,9 moltiplicato per la radice quadrata di 1+0,00366 T, dove T è la temperatura. Ad alta quota con -56 gradi la velocità del suono cala a 1062 km/h, sempre in atmosfera teorica standard. ( i valori reali possono differire un po')
  24. Gian Vito

    Velocità dei missili

    Quasi. In atmosfera internazionale : 1062 km/h ad alta quota.
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