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Gian Vito

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  1. Anch’io avevo notato un processo degenerativo del forum. Ho cercato nel mio piccolo di pubblicare qualcosa di nuovo, come collaboratore, per invertire la tendenza. Sono ormai iscritto da un po’di tempo e ricordo ancora il mio primo intervento. Non avevo ancora letto le regole ma non sono incorso in sanzioni, è bastato il buonsenso. Ho sempre evitato la politica che ritengo sia un po’ come la religione: un fatto personale. Potremmo escluderla facilmente. Ho pensato di abbandonare il forum più di una volta, assieme a molti altri. Altri che, come me, hanno poi deciso di restare, evitando le discussioni oziose per rimanere silenziosi “osservatori”. Condivido in parte il parere di chi ritiene che la “moderazione“ possa aver provocato qualche abbandono, sono le regole del gioco. Lo spiacevole episodio dell’”anti-sito” (lo chiamo così per ovvie ragioni), gestito da alcuni nostri assidui frequentatori, pur nella sua volgarità, ha portato alla luce alcuni problemi. Ciò che ne è seguito, l’abbandono di molti iscritti, è stato traumatico. Soprattutto perchè il comportamento vergognoso e vile, messo in opera nella citata occasione, non ammetteva scusanti nè tentativi di difesa. Ma il forum ha passato la tempesta. Gli iscritti sono aumentati. E’ ancora un importante punto di riferimento e, con il contributo di tutti, può continuare a crescere. Ai nuovi iscritti posso consigliare la lettura. Il forum è ormai pieno di dozzine di pagine di dati che possono fare la gioia di chiunque si avvicini al nostro settore. Non abbiate fretta di diventare “generali”, proponete invece qualche buon argomento e scrivete qualcosa di nuovo (vi sono centinaia d’aerei, navi, sistemi d’arma mai trattati da nessuno!). Non si può mai definire un tema “chiuso”: molto materiale riservato viene scaricato in rete ogni giorno. Anche un neo-iscritto può fornire un contributo inaspettato.
  2. In effetti la voce secondo cui i lanci erano “a fini dissuasivi” non è molto credibile, considerato il costo dei missili, il numero dei lanci, il fatto che il sistema di controllo del tiro fornisce la soluzione di lancio ottimale e, potremmo aggiungere, la sicura volontà dei piloti di portarsi a casa una vittoria. Inoltre il semplice “Lock-on” avrebbe potuto garantire lo stesso risultato, allertando i ricevitori RWR dell’avversario. Almeno un altro AIM-54 è stato lanciato successivamente, alla massima portata, senza risultato. Il fatto è che, ancora oggi, attaccare un Mig-25 a oltre 2,5 Mach non è semplice come sembra. Lasciamo perdere i dati sulla gittata teorica massima delle armi e guardiamo solo alla “portata senza scampo”. Che nel caso di un bersaglio a 20000 metri a 2,5 mach (o più) è piuttosto ridotta. Un bersaglio che non ne vuol sapere di farsi abbattere e decide di virare a tutto postbruciatore. Ognuno dei missili impiegati ha dimostrato di poter colpire velivoli di prestazioni elevatissime (anche l’AIM-7 in prova riuscì a centrare un BOMARC). Ma la probabilità è bassa. Ottima l’osservazione sui diversi sistemi di guida occidentali, rispetto a quelli russi. Occorre considerare che, nell’impostazione iniziale, la doppia guida avrebbe dovuto garantire l’abbattimento dei bombardieri nemici nel corso di attacchi condotti nel settore di coda. L’eventuale malfunzionamento di un’arma non ne avrebbe pregiudicato l’esito. I sensori IR avrebbero messo fuori gioco le nuvole di chaff e i disturbatori radar dei velivoli. Però anche le controindicazioni non mancavano: l’attacco frontale era precluso, date le pessime prestazioni dei sensori IR del tempo. I missili all’infrarosso sono ad autoguida. Questo implica che una errata identificazione del bersaglio, non consente di correggere l’errore. I sensori IR non sono ognitempo: una nuvola o il maltempo possono renderli impotenti. Naturalmente oggi il discorso è differente. Ma, se è per questo, anche i sistemi di guida radar sono divenuti molto più affidabili e precisi. In occidente non sono del tutto mancate le armi a doppia guida (R-530, AIM-9 ecc.) ma, all’atto pratico, i risultati non hanno convinto. E se osserviamo i missili russi a doppio sensore, troviamo gli Anab, gli Ash, gli Acrid, gli Apex…Tutte armi adatte a colpire bombardieri entro un raggio limitato e, possibilmente, in coda. I russi hanno insistito anche successivamente, e i francesi col MICA li hanno seguiti. Oggi i sistemi di aggiornamento dati a metà traiettoria e i sensori IIR consentono di realizzare buone armi a medio raggio a doppia guida…Silenziose e letali. Ma anche la soluzione trovata con l’AIM-7R era valida. Combinare in un solo missile due sensori (o tre, considerando la guida passiva Home on Jam dell’AIM-7Q) è un sogno ormai realizzabile.
  3. Gian Vito

    proiettile elettromagnetico

    http://en.wikipedia.org/wiki/Railgun vedi: “materials” http://www.newton.dep.anl.gov/newton/askas...ysics/PHY24.HTM
  4. Questo vecchio articolo (anche le pagine seguenti) è in grado di risolvere il mistero. E' in inglese, come sempre. http://www.flightglobal.com/pdfarchive/vie...20-%201986.html
  5. Razzi da 70 mm ? Ti accontento subito. http://www.aereimilitari.org/forum/index.php?showtopic=11869 Le parole di Galland suonano differenti: "Per conto mio ritenevo un cannone solo assolutamente insufficiente, tanto più che da molto tempo avevo qualificato le mitragliatrici per il combattimento aereo come un fuoco d'artificio insulso e superato"... "Naturalmente non ignoravo i pregi di una sistemazione centrale delle armi di caccia. Ma, se queste, praticamente, si riducevano a un solo cannone, mi sembrava allora che due cannoni, anche decentrati, dovessero dare ... una maggior garanzia di buon successo." ... " (Hitler) in un colloquio mi domandò quale, secondo me, fosse il miglior armamento del ME-109, se cioè un solo cannone al centro, o due cannoni alle ali." ... "meglio tutti e tre, risposi."
  6. No, la M-2 da 12,7 per aerei aveva una cadenza tipica di 800 c/m, una variante di fine guerra arrivava a 900 c/m. E’ solo con la M-3, prodotta in pochi esemplari nel 1945, che si raggiungeranno i 1200 c/m. http://www.pt103.com/Browning_50_Cal_M2_History.html cerca: “Higher Cyclic Rates” Forse ti sei confuso con la M-2 da 7,62 per aerei, molto più rapida nel tiro: http://liberatorcrew.com/15_Gunnery/02_30cal.htm
  7. Qualche esperimento è stato, in effetti, portato a termine dai francesi con il Nord 5101 (AA-10): http://www.ttu.fr/site/english/endocpdf/missilesuccess1.pdf Abbandonato per i motivi già riportati nel post precedente. Sembra curioso eppure, ancora dopo 60 anni, è difficile reperire dati certi su molti progetti sfortunati del dopoguerra.
  8. La scelta dell’armamento di un aereo è sempre difficile. Lo è ancor più nel caso dei caccia. Nella seconda guerra mondiale la mitragliatrice da 12,7 si è comportata piuttosto bene. Come hai giustamente rilevato, i caccia americani non hanno dovuto, però, affrontare “fortezze volanti”. I proiettili della 12,7 avevano una traiettoria molto tesa e conservavano la velocità meglio di altre munizioni, tanto più che le portate di tiro reali erano limitate a poche centinaia di metri. Non avevano un elevato potere di arresto ma, impiegate in quantità, erano più che sufficienti allo scopo. La guerra di Corea ha tolto ogni dubbio sul fatto che la 12,7, sia pure a maggior cadenza di tiro, fosse un’arma ormai superata. Come superate erano, per fare un paragone, le 8 mitragliatrici da 7,7 degli Spitfire. I Mig-15 erano in grado di sopportare l’impatto di oltre 100 proiettili e ogni 10 Mig abbattuti altri 25 rientravano danneggiati. Allora ? Si è trattato di un errore. Già sul finire della guerra di Corea alcuni F-86 sono stati muniti con successo di armi da 20mm e l’ultimo modello della serie, l’F-86H, era già armato con gli M-39. Il successore F-100 li montava anch’esso. Certo gli M-39 non si sono dimostrati armi affidabili, lo stesso è avvenuto, però, con gli Mk-12 e gli M-24. Che ci fosse una certa riluttanza ad abbandonare i piccoli calibri è dimostrato dall’inutile, sperimentale T17E calibro 60 (15,24mm), tentativo infruttuoso di copiare la MG 151/15 tedesca. Si è trattato, comunque, di un ritardo di pochi anni. Compensato dall’eccellente addestramento dei piloti americani al combattimento manovrato.
  9. Il programma ABM sovietico è iniziato negli anni ’50 con le prime prove del sistema Gaffer di capacità limitate al contrasto di missili a corto e medio raggio, mai reso operativo. Nel 1954 iniziarono gli studi su un sistema più capace, l’A350 bistadio a propellente liquido, provato nel 1961. Apparso in pubblico nel 1964 è divenuto operativo dal 1971. Il sistema difensivo, denominato in codice ABM-1A Galosh, era composto da 64 missili in 4 siti. Il Galosh era un missile a lungo raggio, in grado di raggiungere mach 4 ed armato con una testata termonucleare di potenza variamente stimata attorno a 2-3 Mt. La portata massima era di 320-350 Km con una quota massima di intercettazione di 120-150 Km. Le sue capacità erano ancora limitate: avrebbe potuto fermare un attacco simultaneo di sole 6-8 testate. Era lanciabile “a freddo” e ricaricabile (si stimavano 80 ricariche complessive). Per sostituirlo vennero progettati almeno due nuovi tipi di missile, identificati come ABM-2 e ABM-3. Abbandonati entrambi. Il processo di miglioramento del Galosh, portò nel 1978 all’ABM-1B di maggior precisione e protetto contro gli effetti EMP. L’accordo originale SALT 1 del 1972, siglato da entrambe le superpotenze, prevedeva un massimo di 100 missili intercettori a difesa della capitale o di un sito missilistico. Restava un certo margine numerico, prontamente sfruttato dai sovietici. Il sistema definitivo ABM-4, operativo dalla metà degli anni ‘80, era concettualmente simile a quello americano Sentinel/Safeguard. Si basava su due anelli difensivi a difesa di Mosca. Il primo era costituito da 36 missili Gorgon (ABM-1B migliorati) a testata termonucleare da 1 Mt a tre stadi, l’ultimo dei quali manovrabile, in grado di cambiare bersaglio dopo la discriminazione delle esche. Il missile, protetto dagli effetti elettromagnetici dell’esplosione di testate nucleari, avrebbe intercettato le testate nemiche al di fuori dell’atmosfera. E consentito l’attacco anche a satelliti nemici in orbita bassa. La seconda difesa era formata da 64 missili bistadio Gazelle a corto raggio (80 Km), altissima accelerazione e velocità mach 10. Questi avrebbero ingaggiato i moduli di rientro eventualmente sfuggiti al primo anello difensivo, distruggendoli con una testata nucleare da 10 Kt. I pozzi di lancio erano ricaricabili, anche se il tempo richiesto (alcune ore) non rendeva l’operazione realistica, in caso di attacco termonucleare globale. Il potente impulso elettromagnetico generato dalle esplosioni ad altissima quota avrebbe inoltre danneggiato pesantemente i componenti elettronici al suolo. Questo, unito alla richiesta di riduzione dei danni collaterali e ad un aumento della precisione terminale dei missili, portò alla sostituzione almeno parziale delle testate nucleari con testate convenzionali. L’intero sistema, pur mantenuto operativo per molto tempo (al contrario del similare americano), non era in grado di fermare un attacco di MIRV. Il Gorgon è stato radiato nel 2005.
  10. “In aggiunta al piatto d’antenna anteriore fisso (la cui versione finale avrà 2000 moduli T/R), l’Institut Tkhimorov NIIP di Mosca cui Sukhoi ha affidato lo sviluppo dell’Sh121 ha concepito altre quattro superfici radianti, annegate nelle strutture di rivestimento: due, funzionanti in banda L, sui bordi d’attacco delle semiali, e altrettante ai lati del muso, in banda X come l’antenna principale.” Da: “Volare”, ottobre 2009. Se confermata, la soluzione anticiperebbe quella che, nell’F-22, è solo una predisposizione: l’impiego di antenne laterali in grado di consentire la guida dei missili da un velivolo già in fase di scampo. Le antenne in banda L a bassa frequenza, invece, potrebbero favorire la scoperta di bersagli a bassa RCS…Vedremo. Alfa, puoi confermare ?
  11. Il Pakistan aveva in dotazione diverse varianti dell'F-86 ma il confronto riguarda la serie F.
  12. Gian Vito

    amx

    Ho un AMX in 1/72 della Aeroclub (se ricordo bene). E' in resina col seggiolino eiettabile dettagliato in metallo. E' difficile trovarlo. Non costa troppo, sotto i 20 euro. La costruzione è sicuramente difficoltosa e richiede molto stucco. Solo per esperti.
  13. Belle fotografie e ancor più bello il cartello con la scritta "Accellerazione" ... Un filmato sul missile: http://www.archive.org/details/nikeherc01
  14. Il gioco era “F-22 Lightning 3” ma è molto vecchio. L’ho regalato. Restare vivi e continuare a volare è già qualcosa…L'esplosione della testata non sempre provoca la distruzione del bersaglio. Molti aerei colpiti sono ancora in grado di volare per tempi variabili da decine di minuti ad ore. Ricordo un vecchio articolo di Rivista Aeronautica sull’argomento. Le variabili in gioco sono molte: potenza e tipo della testata, resistenza strutturale del bersaglio e ridondanza dei sistemi di bordo, presenza di eventuali corazzature, motori ben separati o divisi da parafiamma o con scarichi allungati ecc. ecc. Un aereo non va giù tanto facilmente. Se vi sono aerei come il Mig-21 che vanno in cedimento strutturale con 2 colpi da 30 mm, vi sono F-105 rientrati dopo aver assorbito un colpo da 37mm ! Vi sono casi come l’F-15 israeliano rientrato senza un’ala o B-52 ritornati senza timone. Aerei che hanno assorbito missili Atoll o AIM-9. Aerei sopravvissuti a missili AIM-7 e R-27. Una delle caratteristiche più importanti dell’F-22 è proprio l’incredibile resistenza strutturale, di cui si parla poco.
  15. Non sono un esperto di simulazioni, ma qualche volta ho tentato anch'io sul mio F-22 di evitare l'impatto. Solo che ho virato di 90°, non di 180°. E poi a tutto postbruciatore. Aspetto che il missile si avvicini e, poco prima dell'impatto, un secondo violento "break" magari in picchiata. Funziona 2 volte su 3. Nella realtà le regole per sfuggire sono le stesse sia che vi troviate su di un F-22 che su di un C-130. Quello che cambia veramente è la "finestra utile" di scampo, che su di un lento aereo da trasporto è drammaticamente piccola. Il missile utilizza, di solito, una guida proporzionale modificata. Non punta semplicemente il bersaglio ma ne anticipa di alcuni gradi la variazione angolare. Così è inutile virare troppo presto. Bisogna aspettare...Una conoscenza preventiva del tipo di missile e dei suoi limiti può aiutare nella manovra, come hanno imparato gli americani contro i SAM-2 e gli israeliani contro i SAM-6. In genere, dopo un po' di tempo, vengono alla luce sempre dei difetti sfruttabili a proprio vantaggio. Certo contro un Python 5...Sono grane.
  16. Gian Vito

    AIM-26

    Altri dati sull’AIM-26. Il motore originale M60 forniva 2550 kg/sp per 2,1 secondi. Il missile, a quote elevate, poteva volare a 1,75 mach oltre la velocità di lancio, raggiungendo anche mach 3. Nella versione AIM-26B, il missile poteva essere lanciato fino a 1,7 mach e la quota operativa variava tra 300 e oltre 18000 metri. Aveva capacità “snap up” e forniva le migliori prestazioni nell’intercettazione di bombardieri fino a Mach 1. Il massimo fattore di carico era di 23 G. Il raggio utile di lancio variava tra 900 e 18000 metri con un tempo di volo fino a 30 secondi. L’ SSKP era dell’ 80-90% contro un B-47. Era anche possibile guidare il missile in “Jam angle track mode”, contro le sorgenti di disturbo. La testata è indicata da alcune fonti come “continuous rod” di 22 kg, in grado di creare un anello “tagliante” di 18m diametro.
  17. Secondo una fonte ungherese, non vi sono prove che i missili AA-1 Alkali abbiano mai colpito qualcosa in combattimento. Però queste armi si sono sempre comportate bene nelle esercitazioni. Venivano ritenute adatte a colpire velivoli da trasporto grandi, lenti e poco manovrabili. In sostanza aerei tipo C-130. La guida BR (Beam rider) consentiva l'impiego simultaneo di molti missili contro lo stesso bersaglio, aumentando le probabilità di impatto.
  18. Rieccomi! Mi ci è voluto un po’ di tempo ma ho trovato il dato. E molto di più. Le ultime versioni dello Hunter possono “tirare” +7,5 e -3,75 G e sostenere una virata a 5,5 G. La velocità di rollio arriva a 360°/sec. In combattimento con l’F-86, il pilota di uno Hunter doveva mantenere alta la velocità. Era infatti in grado di superare l’F-86 in accelerazione, decelerazione, velocità massima e di salita. Era, però, decisamente inferiore in virata...Eccetto ad alta velocità. Qui l’F-86 manifestava i suoi limiti rispetto al caccia inglese.
  19. E’ un ottimo argomento e merita una trattazione adeguata. Nell’attesa che qualche volontario si faccia avanti...Analizziamo brevemente le differenze. Giunto troppo tardi, in un periodo di veloci cambiamenti, il caccia Hunter rispetto all’F-86 ed al Mig-15 era decisamente più moderno e per certi aspetti paragonabile al Mig-17. Ma le sue prestazioni velocistiche erano comunque limitate al campo subsonico, nel volo orizzontale. Era un velivolo molto manovrabile, perdeva però troppa velocità nelle virate prolungate, in particolare se paragonato all’F-86. Se il pilota impostava una virata a 500 miglia orarie, dopo 270° la velocità si era ridotta a 300 miglia, al ritmo di 10 miglia al secondo. Il combattimento a bassa velocità e bassa quota dava il vantaggio all’F-86. Molte vittorie dei Sabre sono state ottenute contro Hunter impiegati nell’attacco al suolo. Al contrario, le prestazioni ad alta quota erano migliori e sia contro un Mig-15 che contro un F-86, un Hunter ben condotto avrebbe prevalso. Il caccia è stato equipaggiato molto tardi con missili, a differenza degli F-86. Ma si è dimostrato sempre un pericoloso avversario nel combattimento manovrato, anche se in seria difficoltà contro velivoli supersonici come Mirage e Mig-19. L’armamento (4 Aden da 30 mm) era impressionante, di gran lunga superiore alle anemiche 12,7 dell’F-86! E non solo quello aria-aria. Una delle ragioni della longevità di questo aereo deriva proprio dal pesante carico bellico trasportabile. Gli svizzeri hanno saputo fare buon uso dell’aereo, rivelatosi preciso nel tiro aria-superficie e veloce in manovra tra le montagne. Dotato di missili Aim-9 ed Agm-65 ed equipaggiato con RWR e lanciatori di chaff/flare è rimasto in servizio fino a pochi anni fa.
  20. Un altro dato sulla probabilità di colpire dei missili Atoll in combattimento. I dati che ho riportato in precedenza riguardavano l'impiego in Vietnam e nelle guerre arabo-israeliane. Nei conflitti tra India e Pakistan e tra Iraq ed Iran il missile, nelle diverse varianti, avrebbe ottenuto un PK del 13%, decisamente superiore anche se ugualmente modesto.
  21. E' una domanda che, prima o poi, fanno tutti. Benché vi siano persone convinte che la pronuncia corretta sia alla greca (niche), come ha spiegato l'Accademia della Crusca in casi simili (vedi "mass media"), in realtà la tal pronuncia non si adatta nè alle scarpe da ginnastica nè ai missili antiaerei. Quella corretta è americana, ed è ... NAICHI, con l'accento sulla A (Incredibile ma vero, si pronuncia la I finale). A proposito: chi è convinto che "mass media" si pronunci come è scritto (ritenendolo latino), è in errore. E' una abbreviazione di "mass communication media". Il fatto che la parola "media" derivi direttamente dal latino è irrilevante: la frase è mutuata dall'inglese. Ma se vogliamo usare il latino ? Allora si può dire: “i media” (pronunciato come è scritto). Dopo aver tolto “mass”, altrimenti è d’obbligo l’inglese. Per le scarpe da ginnastica, invece, rassegnatevi…
  22. La radiospoletta è una spoletta di prossimità realizzata negli Stati Uniti durante la guerra. E’ una interessante applicazione dell’effetto Doppler . E’ stata utilizzata nel Pacifico e in Europa, dove il 79% delle V-1 venne neutralizzato da proiettili dotati di radiospolette. L’aumento di efficacia è stimato 3 a 1. Applicando alla spoletta una piccola trasmittente di impulsi radio ed una ricevente, in grado di resistere alle sollecitazioni del tiro, si ottiene che l’energia emessa dal proietto e riflessa dal bersaglio dà luogo nella radiospoletta , per effetto Doppler, ad una corrente variabile in intensità e frequenza. Questa corrente si annulla quando il proietto passa alla minima distanza. E attiva lo scoppio. Per avere una idea dell’efficacia delle radiospolette in abbinamento al radar di tiro si cita il caso dell’incrociatore americano Guam che ha abbattuto 100 kamikaze in 30 minuti.
  23. Vero, i Tornado ADV hanno anche un serbatoio nella deriva.
  24. Il pilota di un bombardiere in picchiata può correggere la traiettoria fino all’ultimo momento, con piccoli movimenti delle superfici. Il limite, nell’attacco in picchiata, deriva dalla velocità del velivolo e dal numero massimo di G che è in grado di sopportare. Così uno Ju-87 può sganciare basso ma fino a un certo punto, altrimenti la successiva richiamata non gli consentirà di evitare l’impatto col terreno. Nel caso dello Stuka pare si potesse arrivare a sganciare a 450 metri di altezza, con velocità di affondata di 550 km/h e richiamata a 6 G. Restava anche un certo margine se il sistema di cabrata automatico avesse presentato un malfunzionamento. Da quell’altezza la bomba raggiunge il terreno in meno di tre secondi. Un carro armato del tempo, in movimento su terreno vario, avrebbe potuto evitare l’impatto diretto, comunque difficile da ottenere (non è una bomba a guida laser). Ma una bomba da 500 kg è in grado di danneggiare gravemente anche ad una certa distanza oltre a formare un cratere largo 10 metri e profondo 4. E le schegge volano per centinaia di metri. L’ultima domanda è interessante. Se il pilota inizia la richiamata a 6 G con la bomba a bordo, il peso apparente dell’ordigno sarà di 500 kg per 6= 3000 kg. La bomba potrebbe sganciarsi da sola, ma occorre il parere di un esperto (lo Ju-87 D poteva portare anche bombe da 1800 kg). E il limite massimo di G sopportabile dall’aereo sarà inferiore, perché l’aereo è ancora appesantito da mezza tonnellata, diciamo mezzo G in meno, anche se la cellula dello Stuka era sicuramente in grado di superare i limiti nominali. Ma non conosco episodi di “ripensamento” in fase di attacco in picchiata a 500 metri dal bersaglio. Meglio decidersi prima…
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