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Gianni065

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  1. Se davvero fai l'avvocato, dovresti conoscere bene il significato del termine accertamento in materia penale, che corrisponde all'intero impianto del processo di cognizione in diritto processuale civile. Se il giudice accerta, significa che non istituisce o non estingue: semplicemente riconosce la sussistenza di un qualcosa. Che però esiste a prescindere dall'azione giudiziaria. Dal tuo ragionamento, si potrebbe evincere che se un tipo esce da una banca calzando un passamontagna e reggendo nelle mani un fucile e un sacco di quattrini, e ti chiede la cortesia di custodirglieli per qualche giorno perché lui deve assentarsi per gravi impegni sopravvenuti, tu non fai nulla di male a dargli una mano, perché non c'è ancora nessun giudice che ha stabilito che è stata commessa una rapina. Temo però che un giudice ti sbatterebbe dentro ugualmente per concorso nella rapina, o per favoreggiamento, o per ricettazione, o per porto e detenzione illegale di arma da fuoco, o una combinazione dei vari reati appena citati. In altre parole: il reato si consuma nel momento in cui viene commesso, a prescindere che ci sia un'azione che lo accerti o meno. La legge prevede che un determinato comportamento è reato, punto e basta. Il giudice interviene solo quando è stato identificato un presunto autore di quel reato. Infatti un'infinità di reati commessi da ignoti, sono reati a tutti gli effetti senza che nessun giudice debba esprimersi in tal senso. O pensi che un omicidio i cui autori sono rimasti ignoti, non costituisca reato soltanto perché non c'è stato un processo in cui un giudice ha sentenziato? Diffamazione e insulti, sono reati. E sono reati perseguibili a querela di parte. La querela è solo una "condizione di procedibilità", non un elemento che fa nascere o venir meno il reato, che è pienamente esistente ma non è procedibile finchè la parte offesa non ritenga di chiederlo. E da avvocato, dovresti sapere che migliaia e migliaia di querele finiscono archiviate tutti i mesi per prescrizione, perché semplicemente il sistema giudiziario non gliela fa. E se ti documenti scoprirai che il 38 % delle querele per diffamazione a mezzo stampa (o strumenti equiparati) finisce in prescrizione e che nelle altre la media per ottenere una sentenza è pari a oltre 1250 giorni (dati statistici del Tribunale di Milano). Per cui è perfettamente normale che una persona possa decidere di non buttare tempo e denaro per aspettare oltre tre anni nella speranza di ottenere una sentenza. Se poi parliamo di blog anonimi residenti su server esteri, le speranze sono pressochè nulle. E' davvero strano che un avvocato non conosca concetti così elementari. Ma ho idea che in realtà questi concetti li conosci molto bene, e che i tuoi intenti siano di mera provocazione. Ma dato che siamo vicini a Natale, li ho voluti puntualizzare ugualmente, a beneficio degli altri utenti.
  2. Senti Gatlin, ho difficoltà a considerare queste tue domande come semplice curiosità in buona fede. Io in tanti anni di frequentazione di questo forum non mi sono mai interessato alle informazioni personali di chicchessia, ma ho solo badato a ciò che una persona dice su un argomento, e ho discusso su quello. Anche un pizzaiolo appassionato di Formula Uno probabilmente conosce la storia della Ferrari meglio di uno specialista del settore. Le qualità personali hanno peso soltanto quando una persona esprime una testimonianza diretta. Se uno dice: "La barra del Tornado è scomoda perché l'ho provata personalmente" è chiaro che quell'affermazione ha un peso diverso secondo che a farla sia un pizzaiolo o un pilota di Tornado. Questo è un forum di appassionati di aviazione, si presume che chi vi partecipa sia innanzitutto un appassionato, che esprime opinioni e condivide informazioni, frutto delle proprie letture, dei propri studi, delle proprie conoscenze e curiosità. Sulle quali ci si confronta, si discute (anche vivacemente a volte) ma non c'è bisogno di portare un diploma di specializzazione o un brevetto per perorare le proprie opinioni o vincere una discussione. Tant'è che è piuttosto raro che si presenti la necessità di dover citare le fonti, perchè il tutto dovrebbe avvenire in un contesto amichevole, come si discute in una chiacchierata tra amici al bar. Il motivo per cui si usano i nick è poi anche questo: magari uno nella vita professionale fa l'arbitro e deve mantenersi equidistante rispetto alle società calcistiche. Ma in un forum, accidenti, avrà pur diritto di dire: "Avete sentito l'intervista del "mister" del Canicattì ieri? A malapena sapeva spiaccicare due parole in italiano". E quindi usa il nick Sempronio, e preferisce non dire che di mestiere fa l'arbitro. E' una cosa così strana? Non mi pare. Concludendo: la privacy degli utenti va rispettata. Se qualcuno è curioso su qualcun altro, gli scrive direttamente e se ottiene soddisfazione bene, se non l'ottiene pazienza. Così funziona tra amici e persone in buona fede. Se invece il curioso è in mala fede e la sua non è una semplice curiosità... ========= Sul forum. Partecipare a un forum è una specie di hobby, non è un lavoro. E' perfettamente normale che gli utenti vadano e vengano, ed è normale che un utente abbia periodi di maggiore frequentazione e periodi di minima frequentazione, secondo i propri impegni. La gente studia, lavora, ha figli, famiglia, disavventure di salute... possono esserci tanti motivi per cui un utente riduce o cessa la sua presenza su un forum. Ma l'avvicendarsi di opinioni e esperienze arricchisce un forum e lo mantiene vivace. Anzi, qualche volta fa bene che gli utenti più anziani ed esperti si facciano da parte: spesso gli utenti anziani hanno poca pazienza con quelli nuovi, che magari hanno tutto l'entuasiasmo di provare "l'emozione" di una discussione (l'ennesima per l'anziano) per stabilire se è meglio l'F-14 o l'F-15... Difatti in alcuni forum si crea un'area riservata alle discussioni tra utenti più esperti e si lascia spago ai novizi. Poi c'è la moderazione. Ogni iscritto è convinto che saprebbe moderare meglio dei moderatori. E' una legge non scritta dei forum. Tuttavia la moderazione è necessaria e se a qualcuno non piace, cambia forum. Del resto anche se è troppo leggera, le persone più serie tendono a lasciare il forum. La moderazione è sempre un compromesso, è sempre alla ricerca di un equilibrio ottimale irraggiungibile. Ma tutto questo è la vita di un forum, con i suoi alti e bassi. Aereimilitari non è assolutamente in crisi, nè potrebbe esserlo: non è un'impresa commerciale. E' solo un luogo in cui gli appassionati di aviazione militare possono discutere amichevolmente, quando pare e piace a loro. Alcuni di quelli che l'hanno lasciato sono andati via per questioni personali: quindi si sarebbero allontanati anche se questo fosse stato il miglior forum del mondo. Altri sono andati via per dissapori con la moderazione: questo è spiacevole ma inevitabile per qualsiasi forum. Ma parecchi sono andati via (o sono stati cacciati) perché - a prescindere dalla propria competenza - non erano capaci di mantenere un dialogo corretto con gli altri utenti. E per quel che ho potuto constatare, la dipartita di queste persone ha giovato al forum più di quanto possiate immaginare, perché si tratta di persone ben diverse dall'idea che hanno cercato di trasmettere quando erano qui. ;-)
  3. Però, vedi, Valerio, quella di Ben Rich è pur sempre una testimonianza qualificata e diretta da parte di persona che aveva conoscenza diretta dei fatti. E' qualcosa di più rispetto a opinioni (per quanto qualificate), illazioni e indiscrezioni non suffragate da prove, ed è tanto di più ove si consideri che questo Aurora, a tutt'oggi... non c'è, non c'è prova che esista nè che sia mai esistito. Le opinioni possono essere sbagliate. Le illazioni infondate. L'affermazione di Ben Rich non è un'opinione nè un'illazione: se si dice che non è vera, significa dire che Ben Rich ha mentito o era impazzito. Ma per dire che Ben Rich è pazzo o bugiardo, bisogna avere qualcosa di più di opinioni, illazioni e avvistamenti che ricordano quelli degli UFO. Dopo 25 anni, bisogna avere qualcosa di più. Ma non ho scritto questo post per ribadire un concetto già espresso. E' che mi ha incuriosito il riferimento che hai fatto alla risposta di Nativi a un lettore sul numero di maggio di RID, perché solitamente le risposte nella rubrica lettere non sono firmate, e non è detto che sia Nativi a rispondere (anzi, spesso è Eugenio Po a farlo) e quindi sono andato a prendere il numero nel mucchio delle riviste che non ho ancora avuto tempo di leggere, e proprio non sono riuscito a trovare lo scambio di battute che hai citato. Pagine 6-7 di RID, maggio 2009, ci sono sei lettere e sei risposte, ma in nessuna di esse si parla di Aurora. Ti spiacerebbe dirmi dove, esattamente, hai letto la risposta di Nativi?
  4. Gianni065

    TR-3B

    Mea culpa, l'errore è tutto mio e me ne scuso. Effettivamente saucer indica un piattino sagomato per appoggiarvi la tazza oppure una coppetta per salse.
  5. Gianni065

    Carri armati russi

    Scusate, allora faccio un passo indietro. L'M-1, così come il Leopard 2, nelle loro versioni originarie, sono stati progettati per combattere una guerra nell'Europa Centrale. In quel contesto, si parla di pianure e campagne di paesi industrializzati, quindi niente paludi, niente deserti, ottima rete stradale e ottimi percorsi fuoristrada, ponti ampi e solidi, e i carristi erano addestrati a sfruttare al massimo ogni singolo particolare orografico di un terreno che conoscevano bene. Una guerra di movimento, quindi, ma su un terreno che permetteva di muovere anche carri molto pesanti. Che si trovavano già lì: non dovevano essere inviati da oltre oceano. Ma quand'anche ciò si fosse rivelato necessario, la superiorità marittima e l'ampia disponibilità di aerei da trasporto strategico consentivano di farlo senza eccessivi problemi. L'uso dei carri in ambiente strettamente urbano era invece del tutto escluso. Nè la NATO nè i sovietici ci pensavano: le città sarebbero state aggirate e sarebbero cadute naturalmente, quasi per assedio. Invece i complessi industriali, era meglio che rimanessero il più possibile integri. Quindi un carro pesante andava bene alla NATO, e anzi era necessario per resistere ai colpi dei carri sovietici e soprattutto ai missili controcarro diffusi a macchia d'olio nell'esercito del Patto di Varsavia (basti pensare ai BMP). Missili semplici. Allora non esistevano testate in tandem e altre diavolerie. Al contrario i sovietici dovevano fare i conti con la prospettiva di una linea logistica lunghissima (dalla Russia all'Europa Centrale), con la prospettiva di non poter mantenere a galla un solo mercantile e con la totale inadeguatezza della capacità di trasporto aereo strategico pesante. I sovietici dovevano sfondare le linee difensive e infilarsi rapidamente nei varchi così creati per portare distruzione nelle retrovie. Inoltre sapevano che avrebbero combattuto su un terreno che l'avversario conosceva molto meglio. Sapevano di aver bisogno di carri veloci e spendibili (perché ne avrebbero persi tanti) e non troppo pesanti, per poter essere trasportati in gran numero sul fronte utilizzando linee logistiche non particolarmente capaci. Di qui nascono le due diverse filosofie progettuali. Che oggi poi, nel tipo di guerra asimmetrica che si è andato imponendo nel corso degli ultimi 10 anni, il carro pesante si è rivelato più idoneo perchè offre migliore protezione al suo equipaggio e alla fanteria che gli si accoda, è un altro discorso. Ma non si cambia un'intera filosofia progettuale tanto rapidamente, e comunque il problema della guerra asimmetrica interessa poco a tantissimi paesi potenziali compratori. Inoltre il trasporto strategico russo è ancora inadeguato a spostare grosse quantità di mezzi corazzati molto pesanti da una parte all'altra, per non parlare delle penose capacità anfibie. Quindi un carro come il T-90 è effettivamente un carro "giusto" per le capacità progettuali, industriali e logistiche (tenuto conto che i problemi economici sono quelli che sono) ed è un carro che ben si presta a essere esportato verso molti paesi e soprattutto verso quei paesi che non compreranno mai un mezzo da combattimento targato USA. Certo, è chiaramente un carro evolutivo rispetto a un progetto ormai vecchio, ma di fatto è questa la linea industriale che attualmente la Russia può permettersi di sostenere (così succede con i caccia, così succede con le navi da battaglia). Può darsi che un domani proporrà un carro più pesante, ma credo che il principale obiettivo russo sia (se non lo è dovrebbe esserlo) quello di migliorare la qualità dei sistemi elettronici per portarli a un livello comparabile ai sistemi occidentali. E' evidente infatti, che un T-90 sarebbe un avversario estremamente più temibile (e già ora non scherza) ove fosse equipaggiato con un sistema di tiro comparabile a quelli montati sui più moderni carri occidentali. Infine, vorrei sottolineare che l'esigenza di un carro leggero e rapidamente rischierabile resta, soprattutto per le forze aviotrasportate che hanno necessità di potenza di fuoco corazzata nel momento in cui sono più vulnerabili (il dispiegamento iniziale). Il motivo per cui i progetti di carri leggeri tendono a finire male sta soprattutto nel fatto che il carro leggero dovrebbe offrire una copertura minima iniziale ma poi lasciare al più presto il posto ai carri pesanti non appena la testa di ponte è consolidata. Ma questo è economicamente (e logisticamente) poco fattibile, e in concreto finisce sempre che chi arriva con un carro leggero continua a combattere con il carro leggero. Motivo per cui i militari alla fine tendono a preferire un carro medio-pesante che - pur dispiegato in tempi più lunghi - assicuri nel prosieguo dei combattimenti tutta la potenza difensiva e offensiva possibile. ;-)
  6. Gianni065

    Carri armati russi

    Beh, Dominus, se pensiamo al contesto principe degli MBT, dobbiamo pensare alla guerra di manovra. Un carro è lo strumento giusto per portare un pugno d'acciaio sui fianchi dello schieramento nemico, sfruttare una breccia nella sua linea di difesa, penetrare per centinaia di km nel giro di 24 ore. Per fare questo servono carri che non siano troppo pesanti, se no si fermano al primo ponte che non possono attraversare, al primo fiume che non possono guadare, al primo pantano su cui non potrebbero reggersi. Ma come tu stesso hai detto più avanti, la vita umana ha oggi un valore molto più grande di prima. Durante la II GM i carristi degli Sherman sapevano che per affrontare un Tiger occorrevano 4 dei loro carri, con la prospettiva di perderne 3. Oggi sarebbe improponibile, almeno in Occidente. Per questo la protezione è oggi la prima preoccupazione, mobilità e armamento passano in secondo piano. E' cambiata anche la logica della guerra. Prima l'impiego di carri armati in ambiente urbano era fuori discussione: le città si liberavano con la fanteria, se non era possibile si radevano al suolo. Oggi non si può radere al suolo una città nè perdere migliaia di fanti per stanare il nemico, ed ecco che il carro armato pesantemente corazzato è di grande utilità. Però bisogna stare attenti: gli scenari operativi mutano in fretta e il carro agile e leggero potrebbe servire di nuovo, per cui è bene pensare a soluzioni modulari, ossia un carro relativamente leggero (diciamo medio) facilmente trasportabile anche per via aerea, che può essere "appesantito" alla bisogna con corazze modulari. Questo consentirebbe di dare un mezzo prontamente disponibile (e in numero adeguato) alle truppe aviotrasportate e a quelle anfibie, che sono particolarmente vulnerabili dal momento in cui prendono posizione in territorio nemico al momento in cui ricevono sufficienti mezzi pesanti. Per quanto riguarda il post di Leviathan, la cosa probabilmente più corretta del pezzo citato è questa: "tutti questi mezzi soddisfano requisiti differenti dettate dalle dottrine dei due blocchi contrapposti che vedevano esigenze differenti". Difatti i sovietici avevano bisogno di un carro leggero, spendibile, veloce. La quantità era destinata a soverchiare la qualità degli avversari. Il discorso non fa una piega. Solo che alla fine non tutti gli acquirenti esteri possono permettersi di soverchiare con la quantità i mezzi avversari. E soprattutto, oggi come oggi la quantità è sempre più difficile da ottenere e il numero di mezzi diminuisce a ogni cambio di generazione. Dove prima si parlava di migliaia di carri, oggi si parla di decine. Da questo punto di vista, lo schema progettuale sovietico - probabilmente - non è adatto ai tempi. Certo, 50 T-90 costano molto meno di 50 M-1, ma se l'avversario ha 50 M-1 non è una buona idea quella di opporgli 50 T-90. Secondo gli schemi sovietici ne servirebbero almeno 200. E oggi questo non è fattibile, o non lo è quasi mai. Se pure ci si riesce, alla fine non solo non si è risparmiato nulla ma si spende molto di più in addestramento (e se non lo si fa, poi se ne pagano le conseguenze). Ma ovviamente, ci sono spesso varie altre ragioni, oltre a quelle tecniche o operative, per cui si compra un carro anzichè un altro: motivi politici, motivi di "bandiera" (ci sono paesi che comprano i carri solo per farli sfilare nelle parate), possibilità di costruzione su licenza , ecc...
  7. Gianni065

    Carri armati russi

    Confermo. Il nome Patton è comune a tutta la linea evolutiva che va dall'M-46 all'M-60 per cui credo anch'io che Dominus si riferisse all'M-60 (anche se in quest'ultimo caso il nome Patton non è ufficiale).
  8. Gianni065

    Carri armati russi

    Sì, si potrebbe affermare. In determinati contesti il peso dell'M-1 potrebbe essere estremamente controproducente. Io sono tra quelli cui non piacciono gli MBT troppo pesanti, e per troppo pesanti intendo qualsiasi cosa vada oltre le 40 tonnellate. Però devo ammettere che nei contesti operativi di questi decenni, la formula "pesante" si è rivelata migliore e più adattabile. Quello che scrive Madmike è drasticamente vero. Il sistema di controllo del tiro dei migliori carri occidentali è - ad esempio - molto migliore di quelli dei migliori carri russi. Teoricamente il 125 mm di un T-72 dovrebbe poter ingaggiare un M-1 prima che il suo 120 mm possa fare altrettanto, ma non è quello che succede. In realtà i moderni sistemi di direzione e controllo del tiro occidentali hanno un vantaggio marcato su quelli montati sui carri russi. Il sistema dell'M-1 ha dimostrato di non avere problemi a ingaggiare a 3000 metri, laddove i sistemi russi più moderni si trovano in difficoltà già oltre i 1500 metri. Certo. Ho anch'io presente le liste dei paesi acquirenti, produttori e utilizzatori. Ma non è questo il concetto che intendevo esprimere. Io parlavo ad esempio della possibilità di "proiettare" una forza corazzata in tempi rapidi ovunque serva. Significa disporre di aerei e navi in grado di farlo, di gettaponte e carri recupero in numero adeguato a supportare una grossa forza corazzata. I russi hanno ben scarse capacità in proposito. Gli americani hanno una capacità di farlo che è semplicemente sorprendente, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. Sono in grado di trasferire un intero esercito nel giro di poche settimane ovunque, e di supportarlo logisticamente senza il minimo problema. E' chiaro che quando hai queste capacità, le tonnellate non ti preoccupano più di tanto. Intendevo anche la possibilità di garantire una linea logistica di rifornimento costante e sicura. L'M-1 brucia 300 litri di carburante in più a ogni pieno, rispetto a un T-90, a parità di autonomia. 100 carri in 30 giorni di operazioni calcolando due "pieni al giorno" significano 1.800.000 litri in più. Oltre al costo del carburante occorre aggiungere tutto quello della catena logistica per approviggionarlo. E la catena logistica ha un grosso difetto: è vulnerabile. Se non hai prospettiva di garantire la superiorità aerea sulle retrovie, son dolori...
  9. Gianni065

    Carri armati russi

    Non ho letto bene le ultime pagine di discussione, ma ho saltato di qua e di là. Però vorrei dire la mia, e chiedo scusa se nel farlo ripeto concetti eventualmente già espressi da altri. Innanzitutto il discorso "confrontiamo solo i carri, non tutto il resto", lascia il tempo che trova. E' proprio un discorso sbagliato. Ogni nazione progetta (o compra) un carro armato in base al tipo di guerra che intende combattere e a tutto il contesto nel quale il carro andrà a operare. Per cui è pacifico che una nazione che presuppone che i propri carri opereranno in un contesto altamente cooperativo e in chiave network, sceglierà un carro di caratteristiche differenti rispetto a quelli scelti da una nazione che ha tutt'altra prospettiva. E ha poco senso confrontare i singoli carri in termini assoluti: se prevedo di non poter rifornire i miei carri per tratte di 1000 km ho bisogno di un carro che percorra 1000 km e non mi importa un fico secco se ce n'e' uno che ha un cannone capace di sparare a 30 km e che viaggia a 200 km/h e sta in una scatola di fiammiferi, se poi non può fare più di 500 km. Hai voglia a dire che il secondo è meglio del primo: il secondo non mi serve a nulla. Le serie T-64 e T-72 (da cui bene o male derivano gli attuali carri russi) sono state progettate per determinate esigenze e tenendo a mente determinate situazioni. L' M-1 è stato progettato con ben altre cose in mente. E tanto per dirne una, basta solo riflettere statisticamente sull'altezza media dei potenziali carristi per far cambiare drasticamente le caratteristiche di un carro. Se so che avrò molti carristi alti un metro e ottanta, devo fare un carro adatto a un carrista alto un metro e ottanta. Se so che ho un bacino di potenziali carristi alti un metro e sessanta, posso fare un carro più piccolo. Sembra una cavolata, eppure i progettisti tengono conto anche di queste cose. ===== Poi, il discorso sparare in movimento contro un bersaglio un movimento. Provate a immaginarlo seriamente, oltre le pubblicazioni propagandistiche. Siete in un carro che si muove e sobbalza, fuori è un casino, magari è notte, cortine di fumo, difficoltà a riconoscere amici e nemici, siete inscatolati e dovete vedere attraverso iposcopi e altri aggeggi, e in tutto questo il sistema di stabilizzazione deve mantenere la canna perfettamente puntata lì dove state mirando con un aggeggio anch'esso stabilizzato contro un puntino che si trova a 4000 metri e si sta muovendo. E un computer deve calcolare distanza, elevazione, puntamento.... Vi sembra una cosa facile? Beh non lo è. Finora pochi carri hanno dimostrato di riuscirci: il che significa non solo disporre di sospensioni eccellenti, sistemi di stabilizzazione eccellenti, computer eccellenti, ma anche adeguata ergonomia interna. Quali carri l'abbiano dimostrato (in reali condizioni operative) non c'è bisogno di dirlo: parlano i fatti. E anche per i carri che l'hanno dimostrato, beh spesso i carristi preferiscono stare con la testa fuori per vedere cosa realmente sta succedendo e preferiscono tirare da fermo. Il che significa che alla fine conta anche chi dispone del sistema di tiro in grado di calcolare la soluzione di fuoco e sparare (facendo centro) prima dell'avversario. E tutte queste, sono cose che si verificano solo sul campo. I depliant non contano. Le dimostrazioni pubblicitarie nemmeno. ===== Missile lanciato da cannone contro cannone. Un APFSDS percorre anche oltre 1600 metri al secondo, il che significa che fa 3000 metri in due secondi. Un missile controcarro subsonico come lo Svir ci mette 10 secondi. Già solo questo dovrebbe far capire perché affidarsi ai missili controcarro, per un MBT, non è una gran soluzione. Certo, un missile può colpire anche a 5000 metri... ma a quella distanza un carro armato è davvero molto, molto piccolo e non è detto che il comandante del carro bersaglio abbia un atteggiamento molto collaborativo e rinunci a sfruttare il terreno, la notte e le cortine di fumo per sfuggire ai missili e serrare le distanze... Del resto, se la soluzione fosse così semplice, da tempo gli MBT si sarebbero estinti lasciando il posto ai cacciacarri missilistici, che però non hanno avuto molta fortuna nell'esperienza pratica. E non l'hanno avuta perchè le distanze di ingaggio tipiche (dettate anche dalle prestazioni dei sensori) nel combattimento tra carri non vanno oltre i 4000 metri nella migliore delle ipotesi, ma più spesso si assestano sui 2000-3000 metri dove il munizionamento APFSDS la fa da padrone. Ciò non significa che non sia utile disporre di un missile polivalente lanciabile dal cannone: è un gadget che può servire, ma di sicuro - con la tecnologia attuale - non è una soluzione contro un nemico che utilizzi - bene - un buon cannone con munizionamento APFSDS. ===== M-1 contro T-90 Perchè alla fine mi par di capire che è questo il nocciolo del problema. Ora, un T-90 non mi pare poi tanto più piccolo, quanto a dimensioni, di un M-1 Abrams. Il T-90 è circa una ventina di centimetri più basso, ed è un po' più largo di una decina di centimetri. Venti centimetri non sono pochi, ma non è certo il metro di differenza che passa rispetto a un vecchio M-60. E su questo occorre riflettere: dall'M-60 all'M-1 gli americani hanno perso ben 80 cm di altezza. Da un T-64 a un T-90 i russi hanno aggiunto 5 centimetri di altezza. Quindi i carri russi non sono diventati più sfuggenti, anzi. Al contrario i carri americani lo sono diventati, e i sistemi di puntamento e tiro sono divenuti molto più precisi. A livello di sagoma, quindi, in termini concreti il T-90 non ha alcun vero vantaggio rispetto a un M-1. Però un M-1 ha un peso che va verso le 70 tonnellate, fila a oltre 45 km/h fuori strada e ha un rapporto potenza peso che si aggira sui 24 hp/ton. La sua autonomia non supera i 500 km. Un T-90 è molto più leggero, intorno alle 47 tonnellate, ma per il resto le sue prestazioni sono abbastanza paragonabili. Le oltre 20 tonnellate di differenza stanno tutte nella corazzatura dell'M-1, e dato che la corazzatura non si crea dal nulla, a prescindere da cosa scrivano i depliant pubblicitari l'M-1 ha un bel po' di corazza in più. Però non tutti possono permettersi un carro da 70 tonnellate, che rappresenta un impegno logistico (ed economico) tremendo. E da questo punto di vista, per molte nazioni un carro più leggero di 20 tonnellate è un gran bel vantaggio. Gli americani hanno una struttura logistica che consente loro di gestire simili pachidermi e portarli in qualsiasi parte del mondo quando serve. Ma è un lusso che possono permettersi solo loro. ===== I moderni carri russi sono validi? Certo che sì. Sono pur sempre quasi 50 tonnellate di acciaio con un armamento formidabile e ottima corazzatura e maneggevolezza, e se manovrati intelligentemente da personale addestrato e in un contesto tattico adeguato, sono validissimi. Ma oggi più che mai, anche la guerra tra carri è principalmente questione di contesto tattico: non vince chi ha il carro migliore. Vince chi riesce a imporre il proprio modulo di combattimento all'avversario, sfruttando i propri punti di forza e le vulnerabilità del nemico. E questo risultato si ottiene con un'integrazione di assetti che vanno ben oltre il singolo carro armato.
  10. Perchè il problema non è solo quello di montare un turbofan 3d. Quando un aereo ha una marea esasperata di "controlli" (superfici aerodinamiche che possono muoversi indipendentemente, spinta vettoriale e asimmetrica) è chiaro che il pilota non ha alcuna capacità di gestire queste superfici in maniera idonea. Serve un computer potente e - soprattutto - un software capace di gestire il tutto tenendo conto delle migliaia (se non milioni) di variabili in gioco. Il vero problema di tutti i moderni aerei dotati di queste incredibili capacità aerodinamiche è proprio il software, estremamente complesso e che richiede una messa a punto lunghissima, nel corso della quale non mancano problemi e incidenti. Anche il più piccolo dettaglio, come un carico esterno o il peso del pilota, devono essere calcolati per controllare perfettamente il velivolo. I russi lo sanno bene, e probabilmente già un motore 2d comporta uno sforzo di progettazione software enorme (questo è un settore in cui la tecnologia russa non è mai stata particolarmente avanzata, non è certo al livello di quella americana o europea o giapponese). Un motore 3d avrebbe rappresentato un rischio tecnologico inaccettabile, con allungamento dei tempi di messa a punto. Il software è proprio quello che ha fatto rallentare tantissimo l'ingresso in servizio di F-22 e Typhoon (ma anche del Rafale) e se loro hanno avuto simili problemi, figuriamoci per i russi. Si tratta quindi di una scelta prudente, che serve per mettere in campo al più presto il velivolo.
  11. Risulta anche a me che gli AL-41 montati sul SU-35 siano 2D (asimmetrici) e non 3D. C'è persino il caso che i primi esemplari di serie non abbiano del tutto il controllo vettoriale della spinta, secondo alcune fonti. Però i motori sono compatibili (e sono stati testati) anche per il controllo 3D, e credo che quel filmato si riferisca alle prove. :-)
  12. Questo è un documento molto interessante: http://www.sukhoi.org/files/su_news_29-08-07_eng.pdf e in generale le due schede di Milavia sono pure utili: http://www.milavia.net/aircraft/su-35_su-27m/ http://www.milavia.net/aircraft/su-35/su-35.htm Il SU-35, nella sua ultima evoluzione che dovrebbe entrare in servizio operativo fra un anno o due, se non ci saranno altri intoppi, è un caccia estremamente potente. Le sue prestazioni sono superbe, la suite avionica e l'armamento sono molto avanzati, la grande potenza di emissione del radar consente di vedere anche bersagli che hanno caratteristiche stealth non esasperate. Con oltre 11 tonnellate di carburante interno, anche l'autonomia è eccezionale. Sulla carta, è il miglior caccia non-stealth esistente, e se i dati comunicati fossero confermati, probabilmente potrebbe impensierire seriamente anche i caccia di 5a generazione (F-22 e F-35). Bisognerà vedere fino a che punto queste prestazioni saranno reali, e come si comporterà il velivolo in termini di affidabilità ed efficienza, specialmente per quanto riguarda motori, avionica e sistemi d'arma. Il lungo sviluppo lascia pensare che il progetto sia ben maturato, ma è anche vero che sono stati introdotti cambiamenti drastici nei sistemi che in gran parte sono quindi nuovi. Esperienza recente insegna che occorre molto tempo dall'ingresso in servizio prima che tutti i sistemi e le capacità siano pienamente integrati ed efficienti (vedi F-22, vedi Rafale, vedi Typhoon). E' vero che l'industria russa ha tempistiche un po' diverse da quelle occidentali ma è anche vero che ormai anch'essa si va sempre più occidentalizzando. Qualche perplessità nasce dal fatto che il radar utilizza un'antenna passiva, decisamente meno sofisticata dei sistemi AESA montati su alcune macchine occidentali. Ma non è detto che questo sia un problema: la filosofia russa è sempre stata quella per cui se una cosa funziona come deve, non c'è bisogno di cercare soluzioni più sofisticate. Se questo velivolo fosse visto come un velivolo di 5a generazione il giudizio sarebbe molto prudente. Però questo è un caccia di 4a generazione progettato per fornire una risposta all'F-22, all'F-35 e al Typhoon / Rafale, in attesa che sia disponibile un modello di 5a generazione. E' quindi un velivolo intermedio tra 4a e 5a generazione, e sotto questa luce appare senz'altro eccellente, in quanto riduce notevolmente il gap tecnologico accumulato dai russi e consente di offrire sul mercato un caccia che può validamente opporsi ai concorrenti occidentali più avanzati. Sull'altro piatto della bilancia, mi vien da pensare che i russi sembrano essersi fatti coinvolgere nello stesso "errore" che hanno fatto gli europei con Typhoon e Rafale, e gli americani con l'F-22. Errore tra virgolette, perché in realtà si tratta di un mutamento dello scenario operativo. Questi caccia sono stati concepiti per stravincere nel combattimento aria-aria, ma ormai questo scenario è sempre meno attuale. Insomma, mi pare che il SU-35 sia stato progettato per contrastare una minaccia ormai non più attuale. Sbaglierò, ma l'F-35, gli RPV e le armi stand-off a guida GPS stanno progressivamente cambiando gli scenari operativi della guerra aerea e ha poco senso proporre, nel 2010 o 2011, un purosangue come questo. La fine dell' F-22, le difficoltà del Rafale e del Typhoon, avrebbero dovuto invitare a una riflessione di ampio respiro sulle effettive priorità. D'altro canto, è anche vero che molte nazioni non possono o non intendono acquistare velivoli occidentali, e per questo mercato il SU-35 è decisamente una macchina che fa la sua figura. ;-)
  13. Giustissimo anche questo. Infatti un altro problema è che Obama ha messo in discussione i costi del nuovo elicottero, ma non il numero di nuovi elicotteri. Di fatto si continua a ragionare in termini di una ventina di esemplari, cifra che resta per me sproporzionata. "Di là" sostengono che una ventina di macchine servono non solo per trasportare il presidente, ma anche il suo staff e accompagnatori (immagino comprendano anche la scorta). La soluzione più razionale sarebbe stata quella di utilizzare le 9 macchine già pronte e chiudere la partita senza sprecare il denaro già speso. Se proprio capita che debbano servire altri elicotteri in una specifica missione, non credo che ai Marines manchino i mezzi per trasportare in elicottero un intero battaglione, se proprio è necessario. Certo però che se in ogni programma si arriva a spendere soldi per rispondere a specifiche assurde come questa in cui si indice una gara per la fornitura di non meglio precisati equipaggiamenti per sottoporre i VH-71 a un "live fire testing" , è chiaro che non è un problema di 9 o 20 elicotteri, ma di come si buttano via i soldi in generale...
  14. Non credo siano stati rilasciati dati su questa capacità. Sia per il B-52 che per il B-1 alcuni documenti divulgativi ufficiali dicono che l'autonomia è limitata "solo dalla resistenza dell'equipaggio" ma ovviamente si tratta di affermazioni che lasciano il tempo che trovano. I B-36 avevano quell'autonomia oraria perché fu progettato in un'epoca che non prevedeva il rifornimento in volo e con l'intento di effettuare missioni di bombardamento dagli USA sull'Europa (a velocità non esaltanti) e quindi era prevista un'elevata quantità di lubrificante di riserva. Ma il problema non è solo il lubrificante ma anche la necessità di provvedere a ispezioni, manutenzioni e controlli al raggiungimento di un determinato numero di ore di funzionamento, specialmente per il B-52 i cui motori non sono certo l'ultimo grido, per quanto estremamente affidabili. Si possono anche saltare le ispezioni e le manutenzioni, ma chiaramente la sicurezza diminuisce. In tutti i casi, i B-52 hanno dimostrato di poter volare senza problemi per oltre 24 ore, e nella prima guerra del golfo hanno fatto una missione di bombardamento durata 35 ore che credo sia ancora oggi il record per una missione di combattimento reale. Il B-1 ha svolto regolarmente misssioni reali di bombardamento in Afghanistan che sono durate oltre 20 ore (il record è di 23 ore) ma soprattutto ce n'è stata una nel 2004 in cui l'equipaggio, terminata la missione pianificata, ha sentito via radio che truppe della coalizione erano in difficoltà nei confronti di un gruppo di ribelli che proteggevano un carico di eroina e non ha esitato a intervenire risolvendo la situazione con qualche confetto, senza porsi alcun problema in ordine alla durata del volo, che è terminato oltre 21 ore dopo il decollo. Questo lascia ritenere il B-1 abbia tranquillamente la possibilità di volare ben oltre le 24 ore e probabilmente non meno di quanto abbia dimostrato di fare il B-52.
  15. L'AW-101 ha vinto il concorso, e questo è un fatto. Sul piano dell'immagine internazionale il successo resta. La mancata adozione priverà l'elicottero di quella ulteriore spinta pubblicitaria che sarebbe venuta dal vederlo portare in giro il presidente USA (possiamo immaginare che molti avrebbero ordinato l'elicottero solo per poter dire: "Ho lo stesso elicottero di Obama") ma resta un riconoscimento tecnico che potrà essere speso bene in qualsiasi gara futura, ovunque. La decisione di Obama è probabilmente anche influenzata dalla volontà di fare un bel regalo alle lobby che si opponevano all'elicottero "straniero", ma la vera ragione è un'altra. Obama ha avviato un processo di completa revisione dei meccanismi contrattuali del Pentagono, lo aveva dichiarato in campagna elettorale e ha impartito precise disposizioni in tal senso. Troppi programmi hanno costi semplicemente esagerati, spessissimo per rispondere a specifiche assurde e inutili. Obama è seriamente intenzionato a cambiare drasticamente questo sistema. Non è possibile che con circa 530 miliardi di dollari ANNUI a disposizione solo per lo strumento militare (escludendo i soldi che si spendono nelle missioni in Afghanistan e in Iraq, che ammontano ad altri 130 miliardi di dollari) il Pentagono stenti a modernizzare il proprio apparato militare. Ci sono attualmente (dati GAO) 96 programmi che hanno superato i limiti di budget previsti, con un sovracosto di ben 296 miliardi di dollari ! Qualcosa di incredibile. Purtroppo l'AW-101 era certamente tra i primi programmi a dover essere colpito. Innanzitutto perché Obama sarebbe poco credibile nel chiedere tagli e razionalizzazione, se poi per primo non desse l'esempio con il proprio elicottero personale. E poi perché oggettivamente il programma aveva raggiunto livelli di spesa assurdi. 23 elicotteri (già sono una cifra assurda, per trasportare Obama ne basterebbero mezza dozzina a voler esagerare) con un costo complessivo che ormai viaggiava verso i 12 miliardi di dollari, pari a oltre 500 milioni di dollari per elicottero ! E che cavolo. Nemmeno l'Air Force One costa tanto (siamo poco sopra i 300 milioni di dollari), nemmeno un F-22! La Marina Militare Italiana sta pagando i suoi EH-101 a poco più di 50 milioni di euro al pezzo, con tutta la suite avionica (che non è certo uno scherzo) e con tutti i costi di sviluppo già spalmati. Il programma per l'US-101 avrebbe dovuto collocarsi quindi ragionevolmente in un range di 300-500 milioni di dollari per acquistare 6 macchine e adattarle all'uso. Anche a volerne acquistare 23 per la fantascientifica cifra di 100 milioni di dollari a pezzo, si arrivava a 2,3 miliardi di dollari. Qua siamo a sei volte tanto! Il programma, insomma, era l'esempio perfetto di quello spreco che Obama ha promesso di eliminare, e dato che lo riguardava personalmente non poteva fare diversamente. Credo quindi che non ci sia nulla da recriminargli in questa decisione, anche se spiace per la nostra industria. Del resto, dobbiamo accettare il fatto che così come noi non potremmo mai approvare l'acquisto di armi leggere da aziende straniere, visto che abbiamo fior di prodotti nazionali (ma potremmo dire la stessa cosa per unità navali, elicotteri, mezzi blindati, ecc...) è stato davvero assurdo che la nazione che vanta firme come Bell e Sikorsky abbia acquistato un elicottero straniero. Non è francamente possibile immaginare che Bell e Sikorsky non possano produrre un elicottero in grado di scarrozzare Obama. Speriamo piuttosto che la nuova linea di Obama serva come monito non solo al Pentagono, ma in generale a tutte le industrie e governi a livello internazionale, perché l'escalation dei costi degli equipaggiamenti in questi ultimi anni è stata inaccettabile e ingiusticata. E speriamo che Obama sappia dirottare bene i risparmi ottenuti (ad esempio con l'annunciata intenzione di produrre tutti i 2.443 F-35 previsti e di accelerarne il ritmo produttivo).
  16. Premsso che l'esplosione di un ordigno nucleare crea sempre un impulso EMP in grado di mandare fuori uso i circuiti elettrici ed elettronici, bisogna distinguere tre situazioni. Una è quella di un ordigno fatto esplodere intenzionalmente per creare un impulso EMP su una vasta area. In questo caso l'ordigno è fatto esplodere ad altissima quota (non necessariamente nello "spazio" in senso stretto) e l'impuso può mettere fuori uso i circuiti per centinaia o migliaia di km quadrati tutto intorno. L'altra è quella di un ordigno sganciato da un bombardiere, che si presume si troverà ancora relativamente vicino al momento dell'esplosione (dipende da quota di sgancio, quota e velocità del bombardiere, potenza dell'ordigno) e quindi subirà l'effetto EMP. Il discorso vale anche per bombardieri che stanno penetrando attraverso un territorio nemico sul quale stanno esplodendo altri ordigni nucleari (testate MIRV, bombe sganciate da bombardieri su altri obiettivi, ecc...) La terza è quella di un ordigno montato su un missile terra-aria (evenienza ormai difficile ma molto reale nei primi decenni della Guerra Fredda) sparato contro una formazione di bombardieri, che esploda a qualche chilometro di distanza (se esplode più vicino, l'impulso EMP è l'ultima delle preoccupazioni...). Chiaramente nel primo caso il problema non riguarda i bombardieri ma in generale la struttura di comando, controllo e comunicazioni. Negli altri due il problema riguarda da vicino i bombardieri. Tutti i bombardieri strategici adottano accorgimenti per minimizzare gli effetti EMP. Schermature dei circuiti, innanzitutto. Possibilità di continuare a volare con i sistemi elettronici fuori uso (ossia con i comandi manuali-idraulici). Utilizzo di componenti relativamente insensibili all'EMP (circuiti valvolari). Circuiti elettronici ridondanti, in maniera tale che una sezione rimanga spenta e possa essere attivata solo dopo che l'impulso EMP è passato. Da questo punto di vista, dubito che i materiali RAM svolgano un ruolo particolarmente utile. L'impulso EMP ha caratteristiche ben diverse dalle normali frequenze radar e credo che un aereo Stealth ne risentirebbe esattamente come qualunque altro.
  17. Gianni065

    calibri

    Mi sono spiegato male. Quando la parola passa alle armi, non ci sono mai 2-3 secondi a disposizione per analizzare la situazione. Infatti l'analisi bisogna farla in quei 2-3 secondi che passano dall'estrazione dell'arma allo scatto, in un tiro mirato. Analisi che non riguarda tanto la legittimità di usare l'arma (si presume che se si ricorre alla armi questa valutazione ci sia già stata) ma l'opportunità di sparare. Dietro il bersaglio che ti sta sparando potrebbero esserci persone innocenti, ad esempio. Gente, traffico, abitazioni. In quel caso potrebbe essere consigliabile non fare fuoco anche se ti stanno sparando addosso. Ma può essere che il rischio che il fuoco avversario colpisca qualche innocente compensi il rischio che lo colpiamo noi. Queste sono valutazioni che probabilmente non riguardano un soldato o un appartenente a corpi speciali, per i quali si presuppone un contesto in cui l'uso delle armi è già deciso, ma se si parla di Forze di Polizia in generale, sono obbligatorie. Teorie e addestramento sono importanti ma bisogna distinguere ciò che è utile a un tiratore già esperto (quello mi pare il caso del link che hai postato) per affinare determinate capacità e ciò che serve in via generale. Nella realtà le situazioni non sono mai come quelle che si simulano in poligono e i bersagli hanno l'antipatica abitudine di comportarsi in modo completamente diverso rispetto ai bersagli dei poligoni. In una situazione di emergenza (urla, gente che corre, spari) già solo imparare a coprirsi e a riconoscere i bersagli (non solo quelli che hanno la pistola in una mano e il sacchetto con i soldi nell'altra, ma anche quelli che possono stare lì vicino pronti a freddarti appena fai cenno di tirar fuori l'arma) è una grossa abilità. In quel contesto, se ti muovi e il bersaglio si muove e se decidi di sparare istintivamente, un bersaglio 60x30 lo manchi. E manchi anche un bersaglio 2 metri x 2 metri a meno che non sei Tex Willer. La questione è semplice: se l'avversario è un cattivo tiratore, puoi pensare a ridurre la sagoma e a sparare un paio di colpi mirati (rapidamente ma mirati) con ottime probabilità di successo. Se l'avversario è un buon tiratore, probabilmente ti colpirà prima che tu riesca a estrarre l'arma e a far fuoco, per cui è meglio pensare per prima cosa a ripararsi o ridurre la sagoma e poi a sparare. Ci si mette un attimo a buttarsi a terra e rotolarsi 2-3 volte e questo semplice gesto ti salva la vita nel 99 % dei casi (se l'avversario è Tex Willer sei spacciato in partenza) e nel frattempo puoi estrarre l'arma e portarla già nella direzione del bersaglio. A quel punto ti basta pochissimo per prendere la mira e sparare. Il tiro istintivo va bene solo a distanze ridottissime (sotto i 5 metri) tipiche di un'abitazione, ad esempio. In tutti gli altri casi è meglio mirare. E ovviamente non si mira alla testa, ma alla "parte grossa", ossia al tronco. Occhio che quando parlo di "mirare" non intendo solo l'allineamento in senso stretto. Sottolineo che anche a brevi distanze (entro i 15 metri) il problema non è tanto mirare quanto scattare correttamente. A mirare sono tutti buoni, se vogliamo, ma premere correttamente il grilletto per evitare di "strappare" è tutto un altro paio di maniche. Se strappi, un bersaglio 60 x 30 lo manchi anche a dieci metri e Dio solo sa dove finirà la pallottola che hai sparato. Per questo non posso condividere l'affermazione che "la precisione è relativa". E' relativa se per precisione intendiamo piazzare un colpo in mezzo agli occhi. Ma dato che nessun bersaglio reale è solitamente così idiota da darti questa possibilità è evidente che devi sparare al tronco e quando parlo di doppiare il colpo non intendo necessariamente nel senso "uno al tronco e uno alla testa": due al tronco vanno benissimo anche se l'avversario indossa un corpetto antiproiettile, al massimo si rimedia con un terzo colpo intanto che si riprende dalla "botta" dei primi due. Il doppiare come lo intendo io serve soprattutto, infatti, ad aumentare le probabilità che almeno uno dei due colpi vada a segno. Questo perché nella concitazione e "emozione" di un conflitto a fuoco, anche mirando è molto probabile sbagliare (figuriamoci non mirando). Sono ben pochi gli operatori che possono vantare un tale numero di conflitti a fuoco (o costanti addestramenti realistici e intensivi) da saper affrontare con assoluta freddezza una simile situazione., e questo è tanto più vero proprio nei servizi di "routine", dove da un lato è meno probabile trovarsi coinvolti in un conflitto a fuoco, dall'altro quando ciò capita è sempre del tutto imprevedibile. Poi è chiaro che molto dipende dal tipo di contesto in cui si opera. Operare da soli in divisa in un quartiere ad elevata minaccia criminale armata, è diverso da operare in due in una pattuglia di un quartiere a normale minaccia criminale, ed è diverso da operare in abiti civili. Naturalmente in questa sede si possono solo tracciare alcune considerazioni ma se volessimo sviluppare a fondo queste tematiche non basterebbero centinaia di pagine di post!
  18. Gianni065

    Sukhoi 35 esplode

    Un incidente è solo un incidente. Ne hanno avuto tutti, chi più o chi meno. Non è il caso di trarne conclusioni di alcun genere. Il SU-35 è un SU-27 avanzato, spremuto al massimo se vogliamo, ma resta comunque un aereo di 4a generazione avanzata, o 4a generazione e mezza, per quello che può significare questo termine. E' stato abbastanza semplice racchiudere nella denominazione "4a generazione" tutti i caccia che comprendevano la serie F-14/15/16/18, MIG-29 e SU-27, Mirage 2000. Eppure già allora c'erano incongruenze, perché F-14 ed F-15 erano tecnologicamente meno avanzati rispetto a F-16 ed F-18, mentre il Mirage 2000 rappresentava pur sempre un'evoluzione del Mirage III. Ma è indubbio che quegli aerei ponevano tutti l'accento sul concetto di "superiorità aerea", su una diversa concezione dell'integrazione dei sistemi elettronici, e su motori turbofan. Il salto generazionale era netto. Oggi le cose sono diverse, perché gli unici aerei di 5a generazione sarebbero F-22 ed F-35, ma si tratta di due aerei prodotti dalla stessa nazione e addirittura dallo stesso produttore. Nessun altro paese ha sviluppato, al momento, aerei da caccia stealth e con stive interne. Per cui non potremmo parlare a rigori di una quinta generazione, ma di un'interpretazione americana del concetto di 5a generazione, che gli altri paesi produttori non hanno fatto propria (vuoi per questioni tecnologiche, vuoi per questioni economiche). Può essere che per la Russia il SU-35 rappresenti il proprio modo di interpretare la 5a generazione. Di fatto, il mondo professionale considera comunque F-22 ed F-35 come esponenti della 5a generazione e pertanto colloca Eurofighter e SU-35 a un livello intermedio tra 4a e 5a. Oggettivamente si può concordare su questa scelta e non è il caso di litigarci. Dal punto di vista tecnologico, i sistemi avionici russi non sono mediamente ancora al livello di quelli occidentali perché il sistema di concorrenza occidentale ha permesso nel corso dei decenni una sofisticazione che il sistema sovietico non ha permesso, e lo stesso dicasi per l'affidabilità dei propulsori. L'URSS aveva un modello economico e una dottrina militare diversi. Se per fare una manutenzione servivano 10 uomini si usavano 10 uomini, non c'era alcuna esigenza di ridurre il numero a 2 persone, esigenza sentita in Occidente per via dei costi della manodopera specializzata. Gli aerei da combattimento erano considerati "usa e getta" dai sovietici, che ritenevano che nel moderno campo di battaglia aereo, difficilmente un caccia sarebbe sopravvissuto a più di 2-3 missioni, per cui era inutile fare motori che durassero 5000 ore e bastavano motori in grado di volare per 300 ore. Queste filosofie hanno caratterizzato l'intero panorama industriale sovietico per oltre 40 anni, poi c'è stato il collasso dell'URSS e la crisi economica, e da qualche anno è in corso un difficile e laborioso cammino per passare a una filosofia più vicina alle logiche occidentali. Il Su-35 rappresenta indubbiamente un passo significativo in questa direzione: la cellula è progettata per 6000 ore di vita, i motori per 4000 ore, l'avionica ha prestazioni comparabili ai modelli occidentali, la riserva di carburante interna è di ben 11.500 kg, vengono impiegati materiali RAM... tutto questo non basta a colmare il salto generazionale rispetto a un F-22 o un F-35, probabilmente, ma di sicuro rappresenta un bel salto generazionale rispetto ai primi Flanker. Se un F-15 o un F-16 (ma dico anche un Eurofighter) possono ancora confrontarsi contro un simile avversario, lo devono soltanto alla migliore affidabilità dei propri missili aria-aria a medio raggio e al supporto degli aerei AEW. Il vero problema del SU-35 è quello di entrare in produzione subito (e questi incidenti non aiutano di certo) e in quantità adeguate (anche se la Russia oggi attraversa un periodo economico positivo, non c'è solo la linea caccia da rinnovare ma praticamente tutto l'arsenale a partire dai mezzi corazzati per finire a sottomarini e missili balistici). Quasi 20 anni di "fermo" si fanno sentire e non sarà facile recuperare, tenuto conto che il recupero deve essere gestito in termini di economia di mercato e non più di economia sovietica.
  19. Gianni065

    calibri

    Non si discute. Parliamo di una classe in grado di fermare una palla perforante pesante oltre 10 grammi a oltre 800 m/s, non esiste combinazione balistica che consenta a un 22 LR anche solo di avvicinarsi a quelle caratteristiche !
  20. Gianni065

    calibri

    Scusate, a volte le discussioni molto tecniche finiscono per affogare delle considerazioni di carattere generale che è sempre bene richiamare. Quando le "targhette" dei corpetti antiproiettile indicano i calibri che riescono a fermare, è sempre un'indicazione di massima che riguarda determinate munizioni sparate con determinati dati balistici. Di solito dovrebbero essere dati medi, ossia palle e calibri che mediamente si incontrano nei contesti reali. Se un corpetto è "garantito fino al 357 Magnum" non significa che ferma qualsiasi palla di calibro pari o inferiore, ma significa che ferma la maggior parte del munizionamento usato - nelle condizioni che si verificano più frequentemente - che abbia un calibro uguale o inferiore. In realtà il potere di penetrazione dipende da una serie di fattori tra i quali il calibro è probabilmente quello meno significativo. Il peso della palla, la composizione della palla, la forma della palla, la densità della palla, la distribuzione dei pesi all'interno della palla, l'angolazione e la velocità di impatto (quest'ultima direttamente connessa al tipo di arma da cui è sparata e la sua distanza) sono tutti i fattori fondamentali nel stabilire il potere di penetrazione e - di conseguenza - la capacità di resistervi - a prescindere dal calibro. Dato però che MEDIAMENTE a un determinato calibro corrispondono GENERALMENTE determinate caratteristiche balistiche, ecco che si ricorre a questo parametro ma tutto si esaurisce a questa semplificazione espositiva. Una palla di piccolo calibro, veloce, blindata, dai pesi ben distribuiti, può tranquillamente penetrare un corpetto che una palla di calibro doppio ma con punta "tonda" e in metallo dolce non riuscirebbe a penetrare. E stiamo parlando solo di penetrazione. Un altro aspetto è quello del trauma, che può essere capace di uccidere una persona (o debilitarla, il che in molti contesti è già un risultato più che soddisfacente) senza che la palla abbia fisicamente penetrato tutti gli strati del corpetto. La placca metallica o comunque "dura" inserita all'altezza del petto non serve solo a fermare la penetrazione di palle particolarmente potenti, ma anche a ridurre significativamente il trauma che da quella zona del corpo si ripercuote immediatamente su cuore e polmoni. Quanto alle armi bianche, il comportamento balistico di un'arma bianca è sensibilmente diverso da quello di un proiettile. Per poterli paragonare, al massimo, si dovrebbe parlare di un'arma bianca "lanciata" contro il bersaglio, come fosse una freccia o il dardo di una balestra. E anche qui ci sarebbe da discutere. Le fibre dei materiali balistici sono studiate per "intercettare" l'energia di un proiettile e distribuirla rapidamente sulla più ampia superficie possibile, non sono progettate - di solito - per resistere anche all'azione di taglio inflitta da un'arma bianca nè per tener conto del modo in cui questa porta e trasferisce l'energia che possiede (un proiettile è dotato di un'energia "finita" e di una traiettoria balistica relativamente regolare, mentre un'arma bianca è propulsa da un muscolo umano che la spinge e la sua traiettoria non è costante e regolare come quella di un proiettile). La punta di un'arma bianca può tranquillamente incunearsi tra le fibre e i fili della lama le possono recidere contemporaneamente. Questa è un'azione meccanica combinata che un proiettile non riesce a fare (ma potrebbe farla la punta di una freccia o di un dardo da balestra). ===== Un'ultima cosa. Non è del tutto vero che le FF.PP. non ricevano addestramento per doppiare il colpo. Di solito i pochi mesi di addestramento iniziale che precedono l'immissione in servizio non consentono di andare oltre un'istruzione di base, che comprende il maneggio corretto delle armi e la loro sicurezza, l'apprendimento delle varie tecniche di tiro lento mirato e poche (pochissime) tecniche di tiro rapido mirato, di tiro istintivo, di tiro in movimento e/o contro bersagli in movimento. In questa prima fase bisogna anche introdurre elementi di base per il maneggio e il tiro con altre armi in dotazione, come la mitraglietta. Successivamente, nel corso dei periodi di addestramento e aggiornamento pianificati annualmente, se l'operatore è in un reparto operativo e se gli istruttori sono abbastanza meticolosi, vengono introdotte ulteriori nozioni per ampliare l'addestramento iniziale. Tra queste il doppiaggio del colpo. Non è poi vero che la cosa più importante sia quella di sparare in fretta. Per un operatore delle FFPP questa capacità è di gran lunga secondaria rispetto a quella di sparare con precisione. Premesso che in un contesto "civile" un colpo fuori bersaglio è non solo inutile ma anche estremamente pericoloso, le priorità sono: 1) diminuire al massimo (meglio se completamente) l'area del proprio corpo esposta all'offesa; 2) sparare con precisione, anche se questo comporterà la perdita di 2-3 secondi (che potranno essere proficuamente utilizzati per valutare la situazione e decidere se è davvero il caso di sparare...). EDIT Molti anni fa ho avuto occasione di leggere un libro, "Pistole e Revolver", che ho apprezzato per la sua capacità di spiegare molto bene gli aspetti generali di questa disciplina, non mancando di addentrarsi nelle questioni tecniche. Non sono sicuro, ma credo fosse di Pierangelo Caiti, un nome che qualcuno non mancherà di riconoscere. Purtroppo non ho mai letto altre pubblicazioni con quell'impostazione e non saprei consigliarti. Quelle che conosco sono tutte pubblicazioni tecniche che presuppongono la conoscenza dei principi di base.
  21. Ciao a tutti! Mi è stato chiesto un chiarimento su questo programma e lo posto a beneficio di tutti. Da quello che risulta al momento, la scelta del G550 è solo una scelta di piattaforma e autorizzazione della spesa complessiva. La suite di missione dev'essere ancora stabilita e dipenderà da una valutazione tecnica dell'AMI, anche in relazione ai costi. Esistono due alternative, una suite americana (mi pare Lockheed) che non ha capacità AEW ma solo SIGINT/ELINT, e una suite israeliana che ha capacità AEW oltre che di controllo terrestre e SIGINT. Non sappiamo quale sarà la scelta definitiva ma pare che la prima sia favorita e posso ipotizzare il perché. La configurazione israeliana va bene per le esigenze israeliane che sono molto particolari. Lo spazio aereo israeliano è molto più piccolo di quello italiano ed è già perfettamente coperto dai sensori basati a terra. Un piccolo AEW serve quindi solo per potenziare o integrare la sorveglianza di un settore per esigenze improvvise e localizzate nel tempo, o per accompagnare velivoli di combattimento in missioni in profondità nel territorio nemico o cose simili. Il vero problema non è tanto la capacità dei sensori, quanto il fatto che l'aereo non si presta a missioni molto lunghe, dove serve il rifornimento in volo e soprattutto serve la possibilità di far viaggiare operatori di sistemi ed equipaggio in maniera comoda e con la possibilità di riposare e darsi il cambio. Nei piccoli AEW è vero che si può fare tutto con poche postazioni, ma è una cosa ben diversa dall'avere un bel numero di postazioni a ciascuna delle quali è seduto un operatore fresco con un preciso settore da controllare o funzione da svolgere. All'Italia servirebbe un AEW più grande, non dico un vero e proprio AWACS ma sicuramente qualcosa di più grande di un G.5. Però tutto è possibile, l'AMI vuole un AEW, e non è detto che alla fine non si accontenti di questo. Nonostante quello che ho appena detto, personalmente credo che l'Italia farebbe bene a prendere la suite israeliana, perché ritengo che un velivolo così configurato possa tornare più utile, in ogni caso, rispetto a un aereo solo SIGINT, ma è un mio parere personale. :-)
  22. Mi associo: auguroni di una serena Pasqua a tutto il forum !
  23. Gianni065

    super ciofeca volante

    Comunque lo scherzo è parte di una campagna pubblicitaria di una catena di alberghi situati presso alcuni aeroporti, la Yotel. Questo il sito della catena, e potete verificare che gli "interni" sono identici. http://www.yotel.com/ Se l'avessero fatto appena un po' meglio e con un tempismo diverso, sarebbe uscito fuori un pesce d'aprile formidabile! :-)
  24. Paperinik... ti ho ringraziato per avermi fornito l'occasione per correggere un'imperfezione (i Tomcat erano due, non uno). Per il resto, meglio avresti fatto a scrivere, in quest'ultimo post, un semplice: "Ops. Scusa". Non è così difficile, credimi. ====== Non me n'ero accorto. E continuo a non accorgermene. Sarà l'età. Ne prendo atto. Ma non mi pare che qui ci fosse una gara per attribuire il merito a chi avesse colpito per primo lo yacht. Quella è una scheda sul Tomcat. Ho controllato (tante volte dovessi prendere fischi per fiaschi): c'è proprio scritto "F-14 Tomcat", non "Chi colpì per primo lo yacht di Saddam?". Dunque, vediamo, fammi controllare, non vorrei prendere fischi per fiaschi, nella scheda c'è scritto: "In una di queste, un F-14D sganciò 4 bombe Mk.82 contro lo yacht di Saddam Hussein". Esattamente, mi sapresti indicare la parte in cui ho scritto che l'attacco iniziale fu condotto da un Tomcat? Cioè, fammi capire, se tu leggi in una scheda "In una missione, il capitano Smith sganciò un carico di bombe con il suo B17 su Berlino", evinci che il capitano Smith fu il primo a bombardare Berlino? Ne sono felice per te. Ma visto che non ho preso il dato da Wiki e non ho mai detto che Wiki è più competente dell'USNI, non capisco perché ti accanisci a ribadire questa affermazione. Me la sono appuntata, così non c'è bisogno che la ripeti, ok? Ci sarebbe poi da discutere su questa affermazione, visto che l'USNI non è un ente divino ma è gente che scrive, esprime opinioni, talvolta soggettive dell'autore dell'autore e quasi mai ufficiali, e nel caso di specie l'autore è John Patch, ufficiale in pensione, che scrive citando fonti, e la fonte che cita sull'episodio è Tony Holmes, probabilmente la migliore. Ed è esattamente la stessa che cita Wiki. Ma lasciamo perdere. Strano, a me sembrava che il falso mito cui alludevi fosse proprio quello del bombardamento dello yacht. Avrò preso fischi per fiaschi. E dunque il falso mito, l'ironia, le risatine, sarebbero dedicate all'F-14 Tomcat? Che ti devo dire. Personalmente sono contento di far parte dello schieramento che considera il Tomcat un mito. Un vero mito. La compagnia che ho, nel considerarlo in questo modo, mi garba. Sai, avevo sei anni quando vidi per la prima volta un Tomcat. Sai dove lo vidi? Per strada, su un foglio di carta consunto che il vento stava facendo volare via. Lo raccolsi: era un foglio di istruzioni di montaggio di un F-14 Tomcat dell'Airfix. E mi dissi: questo aereo è un sogno. A quell'epoca non esistevano F-16, F-15 (non avevano ancora volato), F-22... la linea del Tomcat era qualcosa di assolutamente nuovo, quelle prese d'aria, quelle gondole, quella fusoliera che si protendeva slanciandosi rispetto al corpo piatto... i sei missili Phoenix... il radar AWG-9, il cannone Vulcan perfettamente integrato, il sensore TV, le strakes posteriori, le alette a scomparsa anteriori, la geometria variabile... Sì, è stato un mito. Lo è ancora e lo resterà sempre. La tua ironia è fuori luogo. Ma è tutta tua. Io preferisco tenermi il mito. Paperinik, non è che sei parente di un certo SHM, vero? Uno si aspetta che dici: "Ho colto nel segno, ho rilevato un piccolo vizio in quella scheda: gli F-14 erano due, non uno!" e io ti direi anche: "Bravo!" Ma tu insisti: "quello yacht non è stato distrutto da un Tomcat". E di grazia, dovrei avrei scritto che quello yacht è stato distrutto da un Tomcat? Però, zitti zitti, ti confido una cosa. Se hanno deciso di mandare i due Tomcat dopo l'S-3B e dopo gli F-18, vuol dire che lo yacht non era stato ancora distrutto. Ora le cose sono due: o sono stati i Tomcat a distruggerlo, o lo yacht non è stato distrutto. Decidi tu. Comunque sia, io ho scritto semplicemente: "un F-14D sganciò 4 bombe Mk.82 contro lo yacht di Saddam Hussein". Non solo non ho scritto che l'hanno distrutto, ma non ho scritto nemmeno se l'hanno colpito, pensa te. No, io vorrei solo continuare a sostenere che gli F14 hanno sganciato bombe contro lo yacht, in una scheda dedicata all'F-14 e in una parte di quella scheda dedicata a descrivere gli impieghi operativi del Tomcat. Quello che sta parlando di Wikipedia, distruzioni, chi ha colpito per prima ecc... sei solo tu. No, non risentito. Divertito. E, ti assicuro, ve ne era ragione. Ma no, figurati. Se non ti avessi risposto affatto, allora potevi dire che non avevo propensione al contraddittorio: non ce ne sarebbe stato, infatti. Ma come vedi, ti ho risposto e continuo a farlo. Apprezzo che la scheda ti sia piaciuta, apprezzo che apprezzi il mio impegno, apprezzo il tuo "caro", apprezzo che mi hai dato modo di correggere un'imprecisa (diversa da quella che segnalavi) e di tutto questo ti ringrazio. Ma non posso darti ragione quando non l'hai. Non sarebbe corretto nei tuoi confronti, non sarebbe corretto nei confronti degli altri, e non sarebbe nel mio stile. E per chi mi conosce da un po', io non ho portato in questo forum lo stile con cui faccio debunking, ma ho portato nel debunking lo stile con cui ho sempre scritto su questo forum. EDIT Sto seguendo l'ordine della lista, il che significa che quella dell'Harrier arriverà a breve... ma quella del Blackjack
  25. Paperinik... (ti rispondo io perché tutte le schede presenti sul sito le ho fatte personalmente) non sono infallibile e gli errori posso commetterli anch'io, e qualche volta li commetto. Per cui accetto di buon grado correzioni e integrazioni. Però mi aspetto che chi evidenzia un errore, specialmente se lo fa nel modo, diciamo, pittoresco con cui l'hai fatto tu (lo USNI è più competente... dovreste cancellare questa storia... perpetrare il falso mito... le faccine ridacchianti....) si documenti bene prima di farlo. Però succede che non si documenti bene. E' comprensibile. Lo comprendo. Quello che mi riesce davvero difficile comprendere è che tu posti un documento nel quale... si conferma esattamente quello che ho scritto! "Finally, carrier strike aircraft occasionally do not release weapons during combat missions inland or cannot return to the carrier with full weapons loads; they are sometimes routed to lower priority targets on their return flight.9 One account of a 27 March re-strike described two F-14s returning from a reconnaissance mission, each with two unexpended MK-82 500-pound unguided dumb bombs, offering up their ordnance to any taker and being directed onto the yacht by a British forward air controller to “finish her off.” Pagina 33 del testo. Come si evince dal testo che hai postato, nonchè da altre fonti, lo yacht fu attaccato da un S-3B con Maverick, da alcuni F-18 con bombe laser GBU-12, e infine da due F-14D con bombe Mark 82. Nella scheda c'è scritto: "In una di queste, un F-14D sganciò 4 bombe Mk.82 contro lo yacht di Saddam Hussein." Dato che è la scheda del Tomcat, non quella dell'S-3 nè quella dell'F-18 nè quella dello yacht di Saddam, l'espressione è corretta. L'unica imprecisione è che io parlo di un singolo F-14 mentre sia Wikipedia che le altre fonti parlano di due F-14 (il che testimonia che non ho preso il dato da Wikipedia). L'imprecisione si spiega con il fatto che quando feci la scheda usai come fonte un "bollettino" del VF2, il reparto da cui dipendevano i due F-14, che parlava di un singolo velivolo. Oggi ci sono più informazioni, e le fonti del VF2 riportano che furono due gli F-14D ad attaccare, tutte e 4 le bombe colpirono lo yacht (risultato davvero eccellente, visto che si trattava di bombe non guidate) ed esplosero regolarmente. Poichè le spolette erano regolate per esplodere ad impatto (e non ritardate per facilitare la penetrazione: non era previsto che le bombe fossero usate per una missione di attacco antinave ed erano state regolate per l'attacco a bersagli terrestri non induriti) le bombe non riuscirono a distruggere definitivamente l'imbarcazione. Quindi, fatto il cicchetto (sbagliare è umano, ma a correggere e sbagliare la correzione si rischia di fare una pessima figura per cui la prudenza non è mai troppa) ti ringrazio per avermi dato occasione di aggiornare la scheda. Per Fabio: quando hai tempo, per piacere, sostituisci la frase: "In una di queste, un F-14D sganciò 4 bombe Mk.82 contro lo yacht di Saddam Hussein" con "...due F-14D sganciarono..." Grazie! ;-)
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