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Rockwell B-1 Lancer
Gianni065 ha risposto a -{-Legolas-}- nella discussione Bombardieri & Attacco al suolo
Nella realtà operativa nessun aereo penetra veramente a bassa quota a velocità supersoniche, per vari motivi (primi fra tutti il consumo di carburante e la resistenza prodotta dai carichi esterni). Le velocità di penetrazione di solito si aggirano sui 700 - 900 km/h e, chi può permetterselo, al massimo si riserva un dash a velocità più alte solo negli ultimi chilometri prima di arrivare sul bersaglio e in allontanamento da esso. Il B-1B è accreditato di una velocità massima a quota zero pari a Mach 0.95, anche se quella operativa è di Mach 0.8 circa, pari a quasi 1.000 km/h, che ne fanno uno dei penetratori più veloci a bassa quota (dal punto di vista concreto, non teorico). Ciò è dovuto principalmente al fatto che l'armamento è trasportato internamente, ed il B-1B ha una grande riserva di carburante che gli permette di volare a lungo in quelle condizioni. Le prese d'aria sono state modificate appunto per ottimizzarle a quel profilo di volo e per ridurne al massimo la traccia radar, e difatti il B-1B ha una RCS almeno 10 volte inferiore rispetto a quella del B-1A. Detto questo, bisogna aggiungere che queste capacità formidabili sono oggi sostanzialmente inutili, visto che i profili di attacco attuali prevedono di sfruttare le quote alte per massimizzare la portata delle bombe JDAM a guida GPS, tenendo l'aereo fuori dalla portata dei sistemi antiaerei. EDIT In sostanza voglio dire che il B-1B va bene così, perchè nell'attuale contesto operativo quello che serve è un aereo dotato di una suite avionica eccellente (e ce l'ha... quando funziona), in grado di trasportare un buon numero di JDAM (e lo fa) e di essere poco visibile ai radar, visto che deve volare a quote medio-alte (e anche qui sta a posto). -
Occhio che le Linci sono il 156°. Il 12° è Strale, se non ricordo male (fa pure rima...) Ad ogni modo la base di Gioia ce la fa alla grande... altrochè.
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SM79 ha fondamentalmente ragione. Una blindo, quasi per definizione, ha una corazzatura di livello inferiore anche rispetto a un carro di una o due generazioni orsono. Ad ogni modo, lo spessore della corazzatura dei carri è un dato difficile da reperire, e spesso inutile: una corazzatura angolata presenta uno spessore virtuale superiore a quello reale, e una corazzatura stratificata composita ha una resistenza ben diversa a una corazzatura in acciaio dello stesso spessore. Per questa ragione si prende a riferimento la corazzatura di acciaio base, e si assegnano dei valori usando quella come unità di misura. Un Leopard 1 delle ultime versioni, ha una corazzatura equivalente pari a circa: scafo: circa 140 mm di acciaio nei confronti di un proiettile a energia cinetica torretta: circa 450 mm di acciaio nei confronti di un proiettile a energia cinetica Nei confronti di una carica cava, i suddetti valori sono di circa 450 mm per entrambi i settori, torretta e scafo (questo perchè lo scafo presenta spaziature particolarmente idonee a contrastare gli effetti delle cariche cave). In concreto, questi valori significano che il Leopard 1 è in grado di incassare sull'arco frontale colpi sparati da cannoni anche di medio calibro (possiamo pensare fino a 90 mm di calibro) a energia cinetica, e cariche cave di diametro non superiore ai 90 - 100 mm. Sui fianchi e sul retro il carro è perfettamente in grado di reggere il fuoco di armi fino al calibro di 30-40 mm almeno. Le Centauro, nel peso base, sono protette fino a calibri di 20 mm nell'arco frontale, e 12,7 millimetri sui fianchi e sul retro. La possibilità di aggiungere altre 3 tonnellate di corazzatura certamente è utile, e può essere che riesca ad elevare la protezione anche nei confronti di un 40 mm sull'arco frontale, ma siamo in ogni caso su valori comunque molto inferiori rispetto a un MBT classe Leopard 1. Il problema delle blindo è che non si può aumentare il peso oltre certi valori, perchè la sua distribuzione non è omogenea come su un cingolato, ma si concentra su tanti punti quante sono le ruote. Questo ne pregiudica moltissimo la mobilità, che già è decisamente inferiore rispetto a quella di un carro (su terreno vario, sabbia, ecc...).
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Non è così semplice. All'epoca della guerra fredda, i missili antinave sovietici erano molto grossi e potevano essere trasportati solo da grandi bombardieri, come i Bear e poi i Backfire. Quei missili di solito avevano un profilo di attacco "alto e veloce" e una carica nucleare. Quel tipo di minaccia è stata adeguatamente "parata" con i Tomcat e poi con il sistema AEGIS. Successivamente si sono diffusi missili antinave più piccoli (e non necessariamente sovietici, pensiamo all'Exocet) e capaci di volare con profilo sea skimming, ma a velocità subsonica. Questo tipo di missili si poteva affrontare con sistemi CIWS, e in ogni caso le portaerei erano abbastanza robuste da resistere alle loro testate. E ancora una volta, i potenziali vettori erano tutti facilmente intercettabili dai Tomcat e persino dagli Hornet. Il crollo dell'URSS ha fatto un po' scemare la minaccia missilistica, ma è stato un errore di sottovalutazione: vero che l'URSS ancora oggi non si è ripresa economicamente al punto da poter schierare un'efficace linea di aerei antinave, ma vero anche che aerei molto potenti (come il Flanker e le sue varianti) e missili antinave molto potenti (come il Sunburn) sono stati venduti ad altri paesi. E così oggi le portaerei dell' USNavy sono a rischio, nei confronti di un avversario che porti un attacco di numerosi Flanker armati di missili Surnburn. Questo missile è bisonico, può volare a quote bassissime, ha una testata molto potente e una grande energia cinetica. Contro i Flanker, gli F-18 si trovano a malpartito, l'addestramento dei piloti fa tanto ma non può fare tutto. Non c'è garanzia di fermare un'ondata d'attacco prima che giunga a portata dei missili. Una volta lanciati i Sunburn, non è mica certo che gli AEGIS possano intercettarli, e intercettarli tutti, e i sistemi CIWS hanno scarse capacità contro questo tipo di minaccia. Ora, è chiaro che con un'attenta pianificazione, tutti i sistemi in stato di allarme, una scorta adeguata di Hornet in volo, si può fare in modo di arginare il pericolo, ma siamo passati da una ragionevole probabilità di fermare qualsiasi minaccia, dei tempi della guerra fredda, a una ragionevole probabilità che un attacco massiccio e ben coordinato possa superare le maglie difensive e colpire la portaerei, specialmente se le contromisure elettroniche non dovessero funzionare come previsto. Il rischio quindi è serio, specialmente se non si ha la possibilità di colpire per primi con un attacco preventivo.
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In un'ipotetica guerra, gli USA o chicchessia potrebbero fornire appoggio logistico a Taiwan, sotto forma di informazioni, rifornimenti, equipaggiamenti, armi. In fin dei conti si tratterebbe di aiutare uno stato vittima di un'aggressione, ancorchè uno stato non riconosciuto: è una specie di terra di nessuno. Ma nel momento in cui la Cina ne ha preso possesso, quel territorio a tutti gli effetti diventa territorio cinese, e un'azione militare successiva sarebbe un'azione militare contro la Cina. Ma al di là di questo profilo sulla punta del diritto, che lascia il tempo che trova, il problema vero è un altro: nessuno ha intenzione di entrare direttamente in guerra contro la Cina. Pertanto, finchè c'è una Taiwan che lotta e resiste e si fa carico direttamente dello scontro, a quella Taiwan si può fornire ogni tipo di aiuto. Ma nel momento in cui Taiwan cade, non c'è più nessuno da aiutare: bisognerebbe scendere in campo personalmente, e la faccenda è ben diversa. Non è poi nè più nè meno di quanto accaduto in tante altre parti del mondo nella storia: gli americani hanno aiutato Israele, ma in concreto mai un solo soldato americano ha combattuto a fianco di Israele, almeno ufficialmente. Lo stesso si può dire per i sovietici per il Vietnam e per Cuba. Se ci fai caso, in tutte le situazioni in cui una superpotenza nucleare viene a confronto con un'altra superpotenza nucleare, almeno una delle due superpotenze evita il coinvolgimento diretto: o entrambe si limitano ad appoggiare senza intervenire, o una delle due "lascia il passo" all'altra. Si tratta di un meccanismo che serve per evitare un olocausto nucleare, e siccome i governanti delle superpotenze saranno anche persone infime ma non sono pazzi, questo meccanismo è stato sempre rispettato. Per questa ragione per la Cina è importante avere missili in grado di colpire direttamente il territorio USA: la fa entrare di diritto nel meccanismo. ===== La Cina può anche dire prima che si tratta di una questione interna, ma gli americani risponderebbero: va bene, infatti le nostre truppe non stanno mica combattendo contro di voi. La cosa cambia una volta che Taiwan è presa: a quel punto le truppe americane dovrebbero intervenire direttamente. ===== Perchè gli USA appoggiano Taiwan? Per varie ragioni. 1) Taiwan è stato storicamente l'alleato che nei tempi bui ha consentito di arginare e controllare l'espansione cinese. Oggi la Cina non è più un grande nemico alleato dell'URSS (che non esiste più) ma non si girano le spalle a un alleato quando non serve più. 2) In USA c'è una forte lobby cinese favorevole a Taiwan, così come c'è una lobby israeliana, una inglese, una italiana ecc... non scordiamo che gli USA sono un insieme di popoli, e il peso di questi popoli condiziona la politica estera americana. 3) Le mire espansionistiche della Cina preoccupano India, Australia e Giappone. L'India si è già dotata di armi nucleari, e il Giappone in questi anni preme affinchè gli venga riconosciuto il diritto di dotarsi di armi nucleari in quanto armi di autodifesa nei confronti della minaccia cinese. La conquista di Taiwan destabilizzerebbe la regione (non che oggi sia tanto stabile...) e porterebbe a una corsa al riarmo nucleare. 4) Taiwan è protetta dagli USA, esattamente come il Giappone. Se Taiwan cade, il Giappone potrebbe sostenere che la protezione USA è carta straccia, e pertanto avocare il diritto a un pieno riarmo rinunciando alla presenza USA (che mantiene numerose basi strategiche sul territorio giapponese). Siamo nella situazione del punto 3. 5) Taiwan è un concentrato di industrie ad alta tecnologia. La stragrande maggioranza delle componenti elettroniche di qualità commercializzate nel mondo occidentale proviene da Taiwan. Questo potenziale cadrebbe tutto in mano cinese, così come è stato per Hong Kong. 6) Gli americani perseguono politiche geostrategiche: nessun paese da qualsiasi parte del mondo è inutile. Ogni pezzo della scacchiera serve a qualcosa. Lo fu anche il Vietnam, uno dei paesi più inutili che esistano al mondo, eppure gli USA fecero di tutto per evitarne la conquista da parte delle forze avversarie. Oggi USA e Cina sono i due giocatori nello scacchiere, con la Russia che cerca di rientrare nel gioco, l'Europa che vorrebbe entrarci ma è ancora troppo divisa, e l'India che sta già giocando in quella parte di scacchiera. In questa ottica, Taiwan è parte della strategia di contenimento rispetto all'espansione di uno degli avversari.
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Al momento è previsto che due brigate di fanteria restino in Germania, e una aviotrasportata in Italia. Questo è tutto ciò che rimane, in pratica, in Europa, dell'intera 7a Armata, che comprendeva una forza che era forte di quasi 300.000 uomini nel periodo più "pieno" della guerra fredda. Tre brigate sono praticamente una singola divisione, ogni brigata ha circa 10.000 uomini, compresi i supporti. Mentre in Germania si è passati, negli ultimi anni, da una forza di due divisioni con i supporti a una forza di due brigate con i supporti (e quindi non si può parlare di accentramento in una grande base, ma di vero e proprio smantellamento) in Italia la 173a Brigata era presente a metà: una parte delle sue unità, infatti, si trovava in Germania. Adesso quelle unità verranno ricongiunte al resto della brigata, e per questa ragione le infrastrutture esistenti a Vicenza non sono più adeguate. Non si tratta quindi di concentrare in grandi basi, ma semplicemente di razionalizzare le poche unità che resteranno in Europa. Camp Darby invece è una base logistica, un deposito per munizioni, armi ed equipaggiamenti.
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Innanzitutto premetto che Taiwan non ha mai dichiarato l'indipendenza perchè la posizione ufficiale del suo governo è che loro rappresentano l'intera Cina, in quanto governo legittimo. Questa è la ragione per cui praticamente ogni anno l'Assemblea delle NU respinge l'istanza di Taiwan di essere ammessa all'ONU. Se Taiwan si presentasse come stato indipendente e sovrano, sarebbe molto difficile respingere l'istanza: perchè Taiwan risponde pienamente ai requisiti di uno stato che esercita l'effettivo controllo su un territorio. Quanto allo scenario, ci sono troppe variabili. Taiwan ha una forza navale (unità sottili lanciamissili) in grado di bloccare un assalto anfibio, sia pure a caro prezzo. Ovviamente perchè questa forza abbia efficacia, è necessario che sia operativa, il che presuppone che ci sia un preavviso significativo in ordine ai preparativi cinesi per un'operazione anfibia. Preavviso che si basa sulla ricognizione satellitare, innanzitutto (guarda caso...). Ma immaginiamo una situazione di questo tipo: - Gli USA impegnati con una grossa crisi in qualche parte del mondo - La Cina mette fuori uso un paio di satelliti spia americani e approfitta del black out per imbarcare una forza da sbarco (non sarebbe facile: truppe e navi richiedono tempo per essere ammassati, il black out sarebbe questione di giorni, nella migliore delle ipotesi una-due settimane) che coglie di sorpresa la flotta di Taiwan (anche questo un evento difficile: la distruzione dei satelliti sarebbe un campanello d'allarme) - In contemporanea a Taiwan i sostenitori della riunificazione alla Cina (che non sono pochi) entrano in azione determinando una grave crisi interna - Lanci di missili balistici rendono inoperativi gli aeroporti di Taiwan, mentre unità sottomarine procedono a stendere campi minati lungo le vie d'accesso ai porti dell'isola. - Flanker armati di missili antinave supersonici (Sunburn, Brahmos) pattugliano i mari per interdire il controllo a eventuali portaerei americane. E' molto difficile coordinare una cosa del genere, eppure la storia insegna che i più grandi attacchi sono giunti del tutto inaspettati, nonostante con il senno di poi sembra incredibile che la minaccia non sia stata presa in considerazione per tempo (pensiamo alla II GM, dall'attacco tedesco alla Francia e alla Russia, a quello giapponese contro gli USA, per poi passare attraverso le guerre arabo-israeliane, quella delle Falkland, l'invasione del Kuwait). Se i cinesi ci riuscissero, l'aviazione di Taiwan sarebbe inchiodata sulle piste, e quella cinese avrebbe campo libero. Gli americani non potrebbero rifornire l'isola per via aerea (aeroporti inagibili) nè per via mare (porti minati), le portaerei americane non potrebbero avvicinarsi (per la minaccia dei missili antinave, e peraltro c'è da vedere se gli USA accetterebbero di entrare nella mischia direttamente). Nel giro di pochi giorni sarebbe tutto finito, prima che gli USA possano organizzare un gruppo navale in grado di forzare il blocco, e la presenza cinese nel consiglio di sicurezza dell'ONU impedirebbe qualsiasi intervento internazionale: la Cina affermerebbe che Taiwan non è uno stato riconosciuto dall'ONU e pertanto la questione è "interna". Ovviamente, come l'ho pensata io questa cosa, certamente l'hanno pensata anche gli analisti americani e di Taiwan, per cui i cinesi difficilmente azzarderebbero un tentativo simile... ma diciamo che la carta in mano se la tengono, e se capita una congiuntura favorevole, possono giocarsela.
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In effetti la confusione c'è. In via teorica, il Teseo III è morto nel 1999, sostituito dal NGASM, e la dicitura Teseo III è stata applicata a quello che doveva essere il Teseo II Block 4 con aggiunta di doppio seeker. Senonchè nemmeno questo Teseo III ha mai visto la luce, e oggi abbiamo un Teseo II Block 4 e un NGASM/Ulisse ... chiamato spesso Teseo III. Pensa che perfino Jane's fa rilevare il casino che hanno fatto con le sigle! Comunque più tardi leggo RID che ho appena ricevuto, e riaggiorno. ===== Ho visto l'articolo di RID, non è che contribuisca molto a fare chiarezza, in particolare sullo stato del programma NGASM. Jane's invece riporta che il programma è in corso, e si spinge persino a fornire alcune date: sviluppo iniziato nel 2005 ed entrata in servizio prevista nel 2012.
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L'installazione di una base sul territorio di un altro paese sovrano, è sempre frutto di un accordo, in ambito generale (ad esempio per gli impegni assunti nel contesto NATO) o particolare (intese bilaterali). Questi accordi dipendono da tanti fattori: può essere che il paese ospitante concede l'utilizzo di un'area, facendosi pagare un affitto e lasciando all'ospite ogni onere per la costruzione e il mantenimento, o può essere che il paese ospitante abbia interesse a ospitare una base di quel paese, e pertanto contribuisce alle spese. Nei documenti citati, il contributo italiano è minimale: infatti non si possono catalogare seriamente come "costi" quelli che sono per gran parte sconti e agevolazioni. Pertanto se ci sono oltre 300 milioni di "sconti", significa che a fronte dello sconto c'è anche un prezzo pagato dall'ospite, sia pure scontato. Ed è normale che questo prezzo sia largamente superiore rispetto allo "sconto". E' poi facile parlare con il senno di oggi, di accordi firmati con il senno di ieri. Molte basi sono state concesse dall'Europa perchè c'era la precisa volontà di avvalersi dell'ombrello protettivo americano, e più di tutto c'era la precisa volontà che le forze americane fossero coinvolte in caso di un attacco nemico: per distruggere noi, devono distruggere anche le forze americane che stanno con noi, e andare incontro alla ritorsione. Non è un poi un mistero, ad esempio, che la presenza americana ad Aviano fu fortemente voluta dal governo italiano, perchè i Falcon di Aviano vennero ad assicurare una presenza di difesa aerea in un momento in cui l'Aeronautica Militare era fortemente scoperta sulla linea caccia, e a est si addensavano nubi minacciose nell'area balcanica. All'epoca molte nazioni erano in "gara" per ospitare gli F-16 americani, provenienti da Torrejon, e l'Italia la spuntò . La presenza di una base, in ogni caso, è fonte di reddito per gli abitanti del posto: vero che gli americani hanno i loro spacci, ma è anche vero che in ogni caso spendono parte dei loro soldi sul territorio. A questo si aggiungono le forniture (pensiamo ai viveri per le mense, ai lavori di manutenzione, ecc...) e l'impiego di personale civile locale. Chiaro pure che i militari qualche casino lo combinano: siano essi americani o italiani o di qualsiasi paese, la presenza di militari si lega sempre a episodi come risse tra ubriachi, molestie alle ragazze e così via: ma si tratta di episodi marginali, ed i colpevoli sono perseguiti con particolare severità. Pensare che la polizia militare o i giudici militari perdonino i propri soldati che commettono nefandezze, è un grave errore: ne va in gioco il buon nome dell'istituzione, e pertanto non ci sono sconti per nessuno (a volte si è un po' indulgenti nei territori di guerra, ma di certo non in quelli di paesi amici, alleati e ospitanti). Nei periodi bui, la presenza americana in Italia ha assicurato: 1) la presenza di una forza di pronto intervento aeromobile destinata ad operare nell'area balcanica per colpire alle spalle una eventuale forza di invasione nemica proveniente dai confini orientali italiani; 2) la presenza di una forza di aerei da caccia in grado di contribuire alla difesa dello spazio aereo italiano; 3) la presenza di una serie di centri di controllo elettronico destinati a prevenire minacce di qualsiasi tipo nell'intero bacino mediterraneo; 4) la presenza di un componente antisom in grado di combattere la minaccia dei sottomarini nucleari e convenzionali sovietici e di altri paesi; 5) la presenza di una forza di sottomarini nucleari in grado di contrastare la flotta di superficie e sottomarina sovietica. Era una presenza rassicurante, diciamoci la verità. Se adesso si decide che tutto questo non serve più, va benissimo: gli USA stanno già riducendo parecchio la presenza in Europa, anche perchè ormai il "fronte" si è spostato in luoghi diversi, ma attenzione a fare scelte affrettate. Una volta che una base è stata soppressa e il reparto si trasferisce in un altro paese più ospitale, è quasi impossibile che ritorni indietro. La Spagna, ad esempio, ha riconsiderato parecchio la chiusura di Torrejon, così come le Filippine hanno pregato - inutilmente - per riavere le basi americane sul proprio territorio. Per la nuova base di Vicenza, gli USA spendono 800 milioni di dollari, e la brigata di Vicenza resterà una delle sole tre brigate presenti in tutta Europa. E' un ridimensionamento enorme, rispetto ai tempi in cui c'erano intere divisioni di ogni tipo, è davvero un "minimum", e di certo un simile ridimensionamento è completamente opposto a quello che dovrebbe essere il comportamento di una nazione colonizzatrice, come la definiscono in molti. Se Vicenza non si dovesse fare, ci sono numerosi paesi, specialmente a est, che ospiterebbero a occhi chiusi una nuova base americana. Questi sono gli aspetti su cui ragionare.
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Quella foto risale probabilmente ad ottobre 1994, se è la stessa presente in Jane's Naval Weapon System. Sempre secondo tale fonte, dopo l'abbandono dell'US Navy, il programma fu ampiamente ridimensionato, e di fatto prevedeva un missile del tutto simile all'Mk2 ma con dual seeker radar/ir, alcuni accorgimenti per migliorare la RCS, testata e propellente insensibili agli urti e incendi accidentali, navigazione con GPS. Parte di questi aggiornamenti furono poi introdotti nella versione 2 (Block III e IV). La versione 3 diventò quindi una specie di proposta ponte per colmare il vuoto in attesa del NGASM che ha ripreso il disegno di quel progetto del 1994. Un problema nel seguire la storia del Teseo è che di solito le riviste, i comunicati pubblici e i siti Internet parlano di Mk2A, Mk2B mentre le fonti professionali parlano di Teseo 2 Block I, II, III e IV, Teseo 3 e NGASM/Ulisse. Questo può ingenerare un po' di confusione, nei prossimi giorni ritirerò la mia copia di RID di febbraio e darò un'occhiata, così vediamo di conciliare le due cose. :-)
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Io come ho detto mille volte non faccio questione di anti-quello o anti-quell'altro. Per me sono tutti uguali, nel senso che rispetto qualsiasi popolo senza pregiudizi di sorta, però in un contesto geostrategico devo comunque analizzare chi è che tutela il mio sistema di vita e chi è che lo minaccia. Si tratta solo di realismo: distinguere tra amici, alleati, neutrali, avversari e potenziali avversari, tenendo a mente due detti: si vis pacem, para bellum; chi si fa agnello, il lupo se lo mangia. Non so che possibilità e volontà abbia la Cina di far guerra ai paesi occidentali e ai loro alleati: la Cina ha creato un tessuto di interdipendenze economiche così vasto che mi sembra inconcepibile che possa mai scatenare una guerra del genere. Al di là del risultato militare, sarebbe un disastro economico. Per tutti, ma più per loro. Semmai, la "guerra" al momento è proprio economica: l'economia cinese cresce a un ritmo vertiginoso, e invade completamente i mercati occidentali. La Cina ha acquisito il controllo del canale di Panama, punto nevralgico per l'economica occidentale, e controlla grandi network di telecomunicazione e importanti settori industriali. L'acquisizione di Hong Kong le ha consegnato un know how tecnologico elevatissimo. Se la Cina non fosse appesantita dal suo carico sociale e dall'arretratezza del suo sistema interno, potrebbe tranquillamente diventare la prima superpotenza nel mondo. Oggi la Cina è il secondo paese al mondo per spese militari: viene subito dopo gli USA. Ma, se da un lato appare improbabile un conflitto del genere, dall'altro bisogna rammentare che oltre 20 anni fa nessuno pensava possibile che un paese arretrato come l'Argentina potesse sfidare una potenza storica (e per certi versi persino amica) come l'Inghilterra. Eppure è successo. La Cina sta acquisendo un grandissimo potenziale militare, sta mettendo in campo una serie di sistemi d'arma concepiti per colpire i gruppi di portaerei americane, in questi mesi sta introducendo in servizio i primi ICBM ed SLBM in grado di colpire l'Europa e il territorio continentale USA (e gli ICBM sono montati su sistemi ferroviari che dovrebbero impedire la loro eliminazione preventiva). Si tratta di passi importanti, per una nazione che non naviga nell'oro. A tutto questo aggiungiamo ora le ripetute sperimentazioni di armi antisatellite. Un analista, da tutto questo, deve poter trarre una conclusione o no? Mettiamo da parte le ideologie politiche e pensiamoci un attimo. La distruzione di un satellite orbita, non è propriamente un atto di guerra. In fin dei conti, una nazione potrebbe dire: il tuo satellite mi spiava, si trovava sopra il mio territorio, e pertanto ho diritto di distruggerlo o inabilitarlo. In punto di diritto, la questione potrebbe essere discussa: non c'è una chiara e netta posizione su questo punto. Evidentemente la Cina ritiene (e la sua posizione nel Consiglio di Sicurezza dà concretezza alla sua opinione) che colpire un satellite sulla verticale del proprio territorio non sia un atto di guerra: il proprietario può incazzarsi, ma non sarebbe costretto a reagire con un'azione armata. Se poi il proprietario intende reagire, la forza nucleare cinese è un elemento di concreta dissuasione. D'altro canto, eliminare un satellite offre un vantaggio temporaneo, utile solo in caso di conflitto localizzato e temporaneo. E qual'è il punto in cui la Cina potrebbe avere interesse a scatenare un conflitto localizzato e temporaneo? Taiwan. Se la Cina dovesse decidere di invadere Taiwan, saprebbe benissimo che dovrebbe liquidare la faccenda in pochi giorni, prima che la macchina bellica e logistica americana si metta in moto. Un grosso attacco, massiccio e veloce. In quei pochi giorni, la Cina potrebbe eliminare le capacità satellitari americane in modo da evitare che esse siano utilizzate in favore di Taiwan. Nel frattempo, la minaccia dei missili antinave supersonici impedirebbe agli USA di mandare le portaerei allo sbaraglio: bisognerebbe organizzare un'operazione aeronavale con cura, eliminando i vettori cinesi preventivamente ma.... senza satelliti l'impresa diventa molto, molto ardua! Nè gli USA potrebbero minacciare una ritorsione nucleare: a parte che non lo farebbero comunque, ma la presenza dei missili nucleari cinesi indurrebbe ad atteggiamenti prudenti, sotto ogni profilo. Non è irragionevole presupporre che in un simile contesto, la Cina potrebbe avere un margine di 4-8 settimane in cui completare l'invasione prima che arrivi una seria reazione. E una volta conquistata Taiwan, che da un punto di vista giuridico non è nemmeno uno stato sovrano (non è riconosciuto dall'ONU) è assolutamente escluso che gli USA possano intervenire. Taiwan ha un'importanza strategica enorme per la Cina, ma è soprattutto un fondamentale cavallo di battaglia politico, come lo furono le Falkland per l'Argentina. Non credo che la Cina sia in grado di conseguire questo risultato, ora come ora, ma credo che questa sia la direzione verso cui si sta muovendo.
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E' lo stesso episodio citato da Impala. In ogni caso un F-16 contro un Galeb o un Super Galeb è un combattimento senza storia. Dubito ci sia da vantarsene, per il Falcon.
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LCS - Littoral combat ship, What about USS Freedom?
Gianni065 ha risposto a easy nella discussione Marina Militare
L'AEGIS è vecchiotto solo di nome. Il sistema AEGIS è andato aggiornandosi e oggi siamo alla sesta versione e un numero elevato di "blocks". Dire che l'AEGIS è vecchio è come dire che l'APG-77 dell' F-22 è vecchio (in fin dei conti hanno quasi la stessa età). Sarà anche vecchio, ma al momento è la pietra di paragone. Non confondiamo il sistema AEGIS con il missile Standard, che è solo uno dei suoi artigli. Lo Standard sarà anche di vecchia concezione, ma è un missile aggiornato, preciso, affidabile e potente. Inoltre è destinato a costituire uno degli elementi della difesa antimissile balistica, e tutto questo ne fa un missile ancora unico. La guida SARH (peraltro molto sofisticata) dei missili Standard costituisce una precisa scelta, mantenuta nel tempo: i missili a guida radar attiva sono molto comodi, ma la precisione e la potenza della guida SARH sono superiori, per cui attenzione a esprimere giudizi affrettati. Quanto ai lanciatori verticali, se leggi bene, nel mio post ho scritto lanciatori Mk.41, che sono appunto lanciatori verticali. Per la velocità, le LCS sono concepite per spostarsi con estrema rapidità (che cosa c'entra il Destriero? Al limite parliamo di idea, non di tecnologia) e non vedo perchè un simile requisito sia da ritenere inutile. Tanto per dire la cosa più idiota, una nave in grado di filare a 40-45 nodi diventa un bersaglio quasi impossibile per la stragrande maggioranza dei siluri sul mercato, ed è in grado di tenersi alla larga da qualsiasi minaccia di superficie (navi da combattimento, unità sottili veloci) e sommersa (compresi gli SSN) esistente. Per una nave destinata a operare "sotto costa" nemica, non è poco. Poi, considerate le distanze su cui si muovono le navi, 10 nodi di differenza equivalgono a oltre 400 km di percorrenza in un giorno. Secondo me, le LCS provocheranno nel panorama navale quello che F-22 ed F-35 hanno provocato in quello aereo, e mi sentirei di scommetterci. -
Infatti. Oggi il casco è solo uno schermo sul quale vengono proiettate le immagini, generate da computer e circuiti posti altrove. Un domani la visiera del casco potrà contenere essa stessa quanto serve a generare le immagini. Magari in questo caso il vantaggio rispetto a un sistema Sensor Fusion non c'è, o almeno non sembra che ci sia, ma questa tecnologia potrà consentire di avere caratteristiche Sensor Fusion (sia pure limitare all'area canopy) con costi molto inferiori e su qualsiasi tipo di velivolo (oggi solo l'F-35 promette queste caratteristiche).
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No, è stato anche esportato alla Libia. Adesso non sono in grado di controllare, ma credo ci siano stati almeno uno o due altri acquirenti.
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Nelle bombe laser classe Paveway delle versioni più aggiornate, è stato inserito, come sappiamo, un modulo GPS per aumentarne la precisione. Per le bombe JDAM (a guida GPS) sta avvenendo l'opposto: in USA si sta sperimentando un kit di guida laser da aggiungere alle JDAM. La cosa è abbastanza singolare, giacchè ci sarebbe da chiedersi: ne val la pena, visto che già esistono le Paveway laser/GPS ? La ragione è semplice: nelle Paveway il modulo GPS serve sia come guida di emergenza (nel caso l'illuminazione laser venga a mancare) sia per fonire dati preziosi al computer che dirige il volo della bomba (allo scopo di tenere l'assetto più idoneo a massimizzare gittata e precisione) ma non è un vero e proprio modulo di guida. Le bombe JDAM, invece, utilizzano il GPS come vero e proprio sistema di guida. L'aggiunta della guida laser serve a fornire una nuova capacità: quella di colpire bersagli in movimento (le Paveway hanno una capacità molto limitata in tal senso). Durante i test le Laser JDAM (LJDAM) hanno dimostrato di poter colpire un fuoristrada che si spostava alla velocità di circa 70 km/h. Si tratta di un risultato eccezionale, che per la prima volta conferisce a una bomba capacità che prima erano riservate soltanto ai missili (e non tutti). Con quest'ultimo sviluppo appare ormai chiaro che le LJDAM sono destinate a sostituire completamente le Paveway nel prossimo futuro, almeno nell'arsenale americano, e probabilmente manderanno in pensione anche i Maverick nel ruolo anticarro.
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Curiosando qua e là, sono incappato in una notizia interessante: in USA è stata sviluppata una linea di transistor "trasparenti", in grado di essere integrati in parti di materiale vetroso o di plastiche tipo vetro. In pratica, questi transistor possono essere incorporati nei canopy degli aerei, e fornire informazioni esattamente come gli HUD, ma incorporate all'interno del vetro. In futuro questa nuova tecnologia potrebbe rivoluzionare completamente i cockpit dei velivoli da combattimento: tutte le informazioni apparirebbero direttamente nel canopy! Ovviamente le applicazioni non si limitano al settore aeronautico, ma a tutti i campi tecnologici, militari e civili.
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Hai detto abbastanza bene, Sayomi, più o meno è così.
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LCS - Littoral combat ship, What about USS Freedom?
Gianni065 ha risposto a easy nella discussione Marina Militare
Riprendo questa discussione, per un aggiornamento (innanzitutto rispondo alla vecchia domanda di Easy, che mi era sfuggita: no, non usa munizionamento guidato come il 76 OTO). Ho avuto modo leggere una relazione sullo stato del programma LCS, risalente per la verità a settembre del 2006, che contiene alcune interessanti informazioni. Israele e Arabia Saudita hanno mostrato molto interesse per queste navi, ed in particolare l'Arabia vorrebbe acquistare un certo numero di unità basate sul disegno GD (scafo trimarano). I negoziati consentono di avere un'idea delle capacità e dei costi di queste navi, per le quali, come è noto, si è fatto ricorso a un concetto modulare: ogni nave può essere rapidamente riconfigurata con appositi "pacchetti" di armi, sensori e allestimenti. La configurazione scelta dall'Arabia prevede un pacchetto composto da: - Sistema AEGIS SPY-1F - 2 VLS Mk.41 ciascuno capace di ospitare 8 missili Standard o 32 Evolved Sea Sparrow - 2 lanciatori quadrupli per missili Harpoon - 2 sistemi CIWS da 20 mm - 2 lanciatori trinati Mk.32 per siluri leggeri - 4 mitragliatrici cal. .50 a controllo remoto - lanciatori di chaff - Sonar di profondità Hydra - Sistema di rilevamento mine - Hangar per due elicotteri MH-60R Prezzo indicato: 450 milioni di dollari a unità. Si tratta di dati davvero impressionanti: la capacità di fuoco e dei sensori imbarcati è paragonabile a quella di unità ben più grandi e costose, e la nave può svolgere missioni antinave, antisom e antiaeree con una suite completa di equipaggiamenti. La velocità supera i 40 nodi. Tutto questo a un costo relativamente contenuto. Si tenga conto che le unità dell'US Navy (che ne vorrebbe oltre 50 esemplari) costano intorno ai 400 milioni di dollari ad esemplari, compresi due pacchetti di missione. Con questi prezzi, e con queste capacità, cui si aggiungono l'elevata automazione, la velocità e le caratteristiche Stealth, le LCS (ed in particolare la configurazione a trimarano) possono letteralmente sbancare il mercato, nella misura in cui gli USA ne autorizzeranno l'esportazione. -
I cinesi da tempo sperimentano armi anti-satellite, lo hanno fatto anche con sistemi laser, e la cosa è stata attentamente studiata dall'USAF nel corso del 2006, anno in cui diversi satelliti americani sono stati oggetto di attenzione da parte dei laser cinesi. Il punto non è che una nazione si doti di armi anti-satellite: ognuno è libero di decidere come spendere i propri soldi, ed in fin dei conti, se uno possiede la tecnologia per lanciare un satellite nello spazio, la stessa tecnologia può servire per distruggere un satellite. Il punto invece, è che la progettazione e lo schieramento di armi antisatellite non è una cosa che normalmente interessa a un paese: a meno che quel paese non ritenga molto probabile di trovarsi nella necessità di utilizzare simili armi. In altre parole: è un progetto da tempi di guerra fredda, in cui USA e URSS erano ragionevolmente convinte che prima o poi sarebbe scoppiato un conflitto. Ma oggi, nel 2007, è difficile immaginare una situazione come quella... e il fatto che lo faccia la Cina, è onestamente molto preoccupante. Non è preoccupante l'aspetto tecnico o operativo (armi del genere servono a poco, perchè per intercettare un satellite devi avere una rete radar di controllo estremamente complessa, che verrebbe distrutta da un attacco di Cruise nelle prime ore di un conflitto) ma è preoccupante l'aspetto politico: che genere di idee ha la Cina in ordine al futuro geostrategico del mondo, al punto da permettersi di bruciare una marea di risorse per dotarsi di un'arma che è chiaramente deputata a colpire satelliti americani o russi?
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Il termine "intercettazione" non è casuale. La procedura che consente a un caccia di arrivare addosso al bersaglio, non è semplice come siamo abituati a pensare vedendo i film di guerra. Un caccia non è una cosa fantascientifica: esso deve osservare precise limitazioni in termini di consumo di carburante, velocità massima, velocità di salita, ecc... Il fatto che un caccia possa volare a Mach 2.5 e arrivare a 24.000 metri di quota, non significa che possa sempre e comunque intercettare un bersaglio veloce. Il caccia ci mette alcuni minuti per decollare, raggiungere una certa quota e velocità, che può mantenere per un periodo di tempo limitato, prima di dover rientrare alla base. E' come se fosse un missile pilotato. Pertanto deve essere fatto decollare nel momento giusto, deve seguire un vettore corretto, e ha una finestra utile temporale estremamente limitata. Questo è tanto più vero se il bersaglio vola addirittura a Mach 2: è difficilissimo intercettare un bersaglio simile, e pressochè impossibile pensare di affiancarlo e di procedere a una ricognizione visiva: la "finestra temporale" è così ridotta che ammesso che si riesca a far arrivare un caccia in prossimità del bersaglio, ci sarebbe solo il tempo di abbatterlo con un missile e nulla più. Poi tornerò meglio sul punto, se necessario: oggi sto facendo una puntata rapida sul forum, ma in questi giorni sono fuori zona e ho difficoltà a connettermi.
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differenti scuole di progettazione
Gianni065 ha risposto a aperturasintetica nella discussione Caccia
Non c'è una "scuola" per le prese d'aria: il loro disegno risponde a una serie di fattori, quali la quantità di aria richiesta dal motore, l'ottimizzazione per determinati range di quote e velocità, il numero e la posizione dei motori, la necessità di limitare il rischio di aspirare oggetti estranei presenti sulla pista, ecc... Il disegno delle prese d'aria poi, influisce sull'aerodinamica del velivolo, sulla distribuzione dei pesi, ecc... Ogni tipo di presa d'aria, quindi, va ragionata non in termini di "scuola", ma di specifità del singolo progetto, anche se ci sono aziende (come la Dassault) che hanno adottato prese d'aria di disegno pressochè identico su vari modelli di aerei. Ma in questo caso non si parla di "scuola" per le prese d'aria, ma proprio di "scuola" per l'intera progettazione dei velivoli, cosa che si coglie benissimo nella serie Mirage III/IV/5/50/2000/4000 e, per certi aspetti, F.1 . -
http://en.wikipedia.org/wiki/Soko_G-2 Il Galeb (o Jastreb, non Strabjet...) è un addestratore / aereo d'attacco leggero di progettazione jugoslava, ispirato al cecoslovacco L-29 e all'italiano MB-326.
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Io ormai per deformazione immagino i commenti di qualcuno: - Come ha fatto a impossessarsi di quel carro armato? - Come ha fatto a pilotarlo senza adeguata esperienza? - Perchè non c'era nemmeno un posto di blocco per fermarlo? - Perchè non gli hanno sparato un missile per fermarlo? - Perchè aveva messo il cannone all'indietro? - Come mai un carro così grosso si ferma su un ostacolo così piccolo? - Il buco nella roulotte è troppo piccolo per essere fatto da un carro armato - Chi dice che il carro era pilotato da un uomo? Non si vede nessun uomo. - Come mai il carro era pronto a partire con il pieno di carburante? - Perchè ha fatto quella strada quando c'era una via più facile da percorrere? - Dove sono le prove che le auto sono state schiacciate dal carro? Il filmato potrebbe essere stato manipolato, quindi voglio vedere le tracce dei cingoli sulla carrozzeria? - Come mai in sole ventiquattro ore hanno ripulito le strade? - Come mai in pochi minuti è apparsa così tanta polizia? - Se è vero che è successa una cosa simile, perchè la polizia non lo ha multato? - Come mai il palo investito è caduto verso destra anzichè verso sinistra? - Perchè ci sono due testimoni che hanno sentito un grosso rumore, ma quando sono usciti in strada hanno visto le proprie auto distrutte e non c'era alcun carro armato in giro? - Come mai c'erano i giornalisti pronti a riprendere la scena? - Perchè non hanno processato i responsabili della caserma? - Perchè hanno fatto uscire il carro senza fermarlo? Facciamo solo domande, e vorremmo delle risposte... rispondeteci! ... non ci rispondete? Allora c'è del marcio.... denunceremo tutto in un film: "Il carro fantasma"