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Gianni065

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  1. Gianni065

    Marte Mk2/s

    Interconair. Mi fa piacere che la ricordi Vorthex. Parliamo addirittura di anni '70... :-)
  2. Gianni065

    Marte Mk2/s

    Un giorno un generale russo disse a un generale americano: "Voi spendete miliardi di dollari in spionaggio, per sapere su di noi le stesse cose che noi apprendiamo su di voi spendendo 50 dollari nelle vostre edicole".
  3. Gianni065

    informazioni....

    Il 14 dicembre 1944 i giapponesi costituirono nel porto di Camranh Bay in Indocina un gruppo navale composto dagli incrociatori Ashigara e Oyodo, e dai cacciatorpediniere Kasumi, Asashimo, Kiyoshimo, Sugi, Kashi e Kaya, con la missione di attaccare le forze anfibie americane che stavano per sbarcare a San Jose, isola di Mindoro, nelle Filippine. In effetti gli americani sbarcarono il 15 dicembre e nel giro di 48 ore occuparono l'isola. La forza da sbarco fu appoggiata da 3 portaerei, 3 corazzate e sei incrociatori che però lasciarono la zona subito dopo l'occupazione. La forza navale giapponese ci mise una decina di giorni ad arrivare. Il 26 dicembre la formazione fu avvistata e attaccata da bombardieri B-25 che misero a segno bombe sull'Ashigara, sull'Oyodo e sul Kiyoshimo. Ai B-25 si uniscono anche alcuni caccia P-38 che attaccano le navi. Uno dei caccia, colpito dalla contraerea, finisce contro il Kaya. In tarda serata la formazione è attaccata da alcune motosiluranti americane, una delle quali, la PT-223, mette a segno un siluro contro il Kiyoshimo che salta in aria. Una delle motosiluranti viene colpita dai cannoni giapponesi e messa fuori uso. Le navi giapponesi intercettano alcune navi trasporto truppa americane e le attaccano con i siluri. Viene registrato un solo colpo a segno, ma nessuna delle navi viene affondata. Più tardi, verso la mezzanotte, l'Ashigara, il Kasumi, l'Asashimo e lo Oyodo iniziano a bombardare la costa all'altezza della foce del fiume Kasuang e colpiscono una nave trasporto truppe, la James S. Breasted, che era lì ancorata. La nave viene distrutta. Il 27 dicembre le navi giapponesi raggiungono San Jose e scatta l'operazione prevista (REI). L'Ashigara e l'Oyodo bombardano la costa dove sono attraccate alcune unità navali americani, delle motocannoniere. Le navi giapponesi e quelle americane si scambiano colpi e ne mettono a segno alcuni senza serie conseguenze. Intanto un sottomarino americano, lo SS-318, avvista le navi giapponesi e lancia una salva di sei siluri contro l'Asashimo, ma lo manca. Le navi giapponesi ritornano indietro, recuperando alcuni superstiti del Kiyoshimo. Il 28 dicembre le navi giapponesi approdano a Camranh Bay. Questi sono i dati più completi che sono riuscito a trovare. Ad ogni modo da parte americana risulta la partecipazione di una ventina di unità leggere (motosiluranti e motocannoniere) e poi ci sono solo navi da trasporto e il sottomarino SS-318 USS Baya. ======= Non direi che questo episodio sia stato poi così significativo. Se vogliamo durante la battaglia per Guadalcanal si sono verificate iniziative simili da parte dei giapponesi, con migliori risultati. Ad esempio la notte tra il 13 e il 14 ottobre del 1942 due corazzate giapponesi riuscirono a penetrare tra le navi americane e a bombardare l'aeroporto di Henderson distruggendo molti aerei da combattimento americani e infliggendo numerose perdite. Per non parlare del raid, sempre a Guadalcanal, del 13 novembre, quando gli incrociatori giapponesi si insinuarono tra la flotta americana e inflissero pesantissime perdite in quella che è nota come la battaglia dell'isola di Savo (è considerata la più grossa batosta mai subita dall'US Navy in battaglia). L'Operazione REI invece fu priva di significato: i giapponesi furono fortunati ad arrivare dopo che la flotta americana si era già spostata. Contro 3 portaerei e nove navi da battaglia, i due incrociatori e la manciata di cacciatorpedinieri inviati a San Jose e avvistati con largo anticipo, sarebbero stati annientati.
  4. Io lo leggo ancor da prima, ossia da quando scriveva su Aerospazio, una bella rivista mensile che poi purtroppo naufragò ma della quale conservo ancora tutti i numeri. E' anche - come ho detto - un grande appassionato e ottimo narratore di misteri aeronautici e leggende dell'aria, molto bravo a cogliere le voci che si sussurrano nei circoli ufficiali e a dargli corpo con splendidi articoli. Collabora anche con alcune riviste/siti di ufologia, come UFO.
  5. Più che altro è rassicurante sapere che i più moderni caccia di produzione russa monteranno sistemi jammer di produzione occidentale...
  6. Gianni065

    Auguri Mazza!

    Cavolo mancavo solo io!
  7. Temo purtroppo che intere "epopee" dello sviluppo tecnologico sovietico siano andate perse per sempre. In URSS l'esagerata mania della segretezza portava a nascondere tutto e a distruggere ciò che non serviva. La gente aveva pochissime opportunità di accedere alle "cose militari" ed esserne appassionati costituiva un ottimo biglietto per il plotone di esecuzione o la Siberia. Mancando tutto ciò, prototipi, documentazioni, ricerche sono andati distrutti. Peraltro, nel periodo del crollo dell'URSS, molti uffici, allo scopo di eliminare materiale che poteva essere compromettente, distrussero interi archivi di materiale senza badare a selezionare ciò che contenevano. Quindi tutto va poi rimesso a ricordi e testimonianze, sempre più rare (chi aveva 40 anni nel 1960 oggi ne ha 87...) e non sempre precise e imparziali, qualche volta addirittura "sospette". Leggere un'intervista in cui l'intervistato ricorda perfettamente, a 45 anni di distanza dai fatti, che "volò 34 volte" , mi pare una cosa un po' strana. Uno al massimo dice "decine di volte", "una trentina di volte", ma "34 volte" mi pare davvero un dato che non può provenire dalla memoria del singolo. Occhio a Nico Sgarlato: è bravo, è competente, ma ha una grande passione per i "misteri" e le "leggende aeronautiche" ed è molto bravo nel trasformare una diceria in una storia avvincente. Non lo fa con malizia, sia chiaro, è solo che a volte non precisa se sta parlando in veste strettamente tecnica o narrativa. PS: Se ci leggi, Nico (e so che lo fai di tanto in tanto) un grande saluto!
  8. Sì sono stato infelice io nell'espressione. Mi riferivo al TU-119, come unico volo, peraltro non sicuro, e al prototipo TU-95LAL per il discorso reattore funzionante come propulsore o meno. La Pravda è quella che parla di 34 voli, non so quali siano le fonti citate da Sgarlato. La stessa Pravda però si contraddice, visto che dice che i voli avvennero tra primavera ed estate del 1961... e poi che il programma fu cancellato nel 1960. http://english.pravda.ru/russia/history/82483-1
  9. Gianni065

    Ustica

    Per Filter: non è facile reperire documentazione su Ustica. C'è gente che si lamenta degli USA e non sa che negli archivi on-line americani trovi tutta la documentazione relativa a tutti i processi, prove, atti, documenti ecc... per non parlare degli archivi NSA con tutto il materiale declassificato... Qui in Italia se vuoi trovare i documenti del processo di Ustica devi fare domanda a Gesù Cristo in persona... Io sono stato in contatto con il perito di parte civile di Ustica (per intenderci: uno di quelli che avvallò l'ipotesi missile e battaglia aerea) che mi ha passato un po' di materiale. Una brava persona, anche se non condivido le sue conclusioni. Ad ogni modo, da quel materiale pare di capire che i registri della base di Grosseto attestino che quella sera si alzarono in volo 2 F-104 e 1 TF-104 per un volo di addestramento. A bordo c'erano gli ufficiali Naldini, Nutarelli (entrambi morti a Ramstein), Bergamini e Moretti. Gli aerei - disarmati - decollarono da Grosseto e fecero un giro grossomodo Grosseto - Firenze - Bologna - Grosseto atterrando circa venti minuti prima delle 21 (il DC-9 è sparito alle 21, e molto più a sud-ovest). Prima dell'atterraggio, uno dei velivoli segnalò un problema tecnico che non ha avuto conseguenze. Secondo una teoria "cospirazionista", questi aerei erano decollati per intercettare il DC-9 e assicurarsi che l'area era libera, in previsione di qualche operazione segreta. Al momento di atterrare, il TF-104 (sul quale - pare - viaggiassero Naldini e Nutarelli) avrebbe dato l'allarme in quanto il proprio radar di bordo aveva avvistato una minaccia nei confronti del DC-9 (il che è ridicolo: solo chi non conosce l'avionica del 104G può dire una castroneria simile). Affinchè non potessero mai rivelare ciò che avevano visto sul radar, Naldini e Nutarelli fuono eliminati a Ramstein. Ovviamente questa tesi non tiene conto del fatto che i radar di terra non videro alcuna minaccia, che il radar del 104G a malapena vede oltre il proprio naso, e che forse c'era qualche sistema più tranquillo di eliminare i due piloti... ===== Per MicheleR Un VOR che non funziona è una cosa. Un inganno elettronico è tutt'altra cosa. Un sistema di inganno elettronico acceca i sensori saturandoli. Voglio dire: se su uno schermo (o una frequenza) improvvisamente non ricevi più nulla, ossia non vedi niente, quello è un guasto. Se su uno schermo improvvisamente vedi 100.000 macchie e non ci capisci più nulla, quello è un disturbo elettronico. Chiara la differenza? I sostenitori della battaglia aerea, prima sostennero che sui radar c'erano alcuni bip sospetti. Quando si verificò - senza ombra di dubbio, al punto che essi stessi se ne convinsero - che quei pochi (2 o 3), isolati (un singolo bip e poi più niente) e distanti (centinaia di km dal punto in cui si trovava il DC9) bip erano semplici "spurie", ossia falsi ritorni molto comuni per i radar dell'epoca, allora sostennero che i caccia in volo erano stati "nascosti" da inganni elettronici. Ignorando, appunto, che un inganno elettronico nasconde sì un aereo, ma solo perchè spruzza sul radar nemico migliaia di false tracce, al punto che lo schermo diventa una grossa chiazza bianca. Il che non avvenne. Non c'era nulla in volo quella sera, oltre al DC9: niente. ===== Non ho dubbi che all'inizio siano state fatte indagini sui passeggeri: ma quando la magistratura decise che doveva cavalcare l'ipotesi missile, tutte le altre indagini furono abbandonate. E le piste si persero. Come ha detto Frank Taylor, un perito (il più autorevole) del processo: "Tutto portava a una sola conclusione: bomba. Ma i Pubblici Ministeri non volevano nemmeno sentir nominare la parola bomba". ===== Comunque, la cosa migliore è leggersi la sentenza del 2004 con le sue motivazioni. Quasi 500 pagine ricostruiscono un po' tutta la vicenda. L'ho messa su Crono911.org, colonna di sinistra in basso, sezione Ustica, da scaricare. Appena avrò disponibili anche le altre sentenze, e altri atti, li metterò nella stessa sezione.
  10. Gianni065

    Saab 210?

    Ci credo che è diverso, è un dimostratore in scala ridotta!
  11. C'è un po' di confusione. Innanzitutto il Bear (TU-95) è nato come bombardiere strategico nucleare, e solo successivamente adattato a compiere missioni marittime (pattugliamento, ASW). Oltre ai TU-142 (Bear F) da pattugliamento navale/ASW, sono ancora in servizio anche i TU-95MS (Bear H) da bombardamento, armati con missili da crociera AS-15 (simili ai Tomahawk e agli ALCM). ====== Il programma americano X-6 per un bombardiere nucleare a propulsione nucleare non ha mai lasciato i tavoli di disegno. A volare fu invece l'NB-36H, un bombardiere B-36 sul quale era stato montato un reattore nucleare da un migliaio di KW, e che doveva servire da sperimentatore tecnologico in previsione dell' X-6. Si badi bene che l' NB-36H trasportava un reattore nucleare funzionante, ma quest'ultimo non aveva alcuna funzione propulsiva: i motori utilizzavano la normale benzina avio. Il reattore serviva solo a sperimentare pesi, ingombri e sistema di protezione dell'equipaggio dalle radiazioni. Il programma fu poi cancellato dopo qualche decina di voli. Il TU-119 era la risposta sovietica al programma NB-36H / X-6. Il prototipo era direttamente derivato dal TU-95 e si chiamava TU-95LAL. Pare che abbia volato una sola volta, non è chiaro se anche qui il reattore del prototipo non aveva funzioni propulsive o se alimentava un paio dei motori. Anche in questo caso il programma fu cancellato.
  12. Gianni065

    Osiraq

    Wolfman, non si tratta di dare o non dare la colpa, ma solo di fedeltà storica. Quando in Iran ci fu la rivoluzione, gli Americani non mandarono giù il fatto di aver perso un alleato così prezioso. Tieni conto che l'Iraq in quel periodo era roba sovietica, anche se accarezzava il pelo a qualche nazione europea. Non è un mistero che gli americani accolsero con un certo piacere la notizia dell'invasione dell'Iraq nei confronti dell'Iran: speravano che l'Iraq avrebbe dato una bella lezione all'Iran. Ma attenzione: mai considerarono l'Iraq un alleato nè lo aiutarono. Innanzitutto sapevano bene che l'Iraq stava con i sovietici, e se avesse vinto contro l'Iran, anche l'Iran sarebbe diventata cosa sovietica. Poi, Israele fu molto chiaro: Saddam era un nemico più pericoloso degli Ayatollah (all'epoca). Pertanto gli USA aspettarono un po', e quando l'Iran fu con l'acqua alla gola accettarono uno scambio: l'Iran liberava gli ostaggi americani, e gli USA fornivano preziosi pezzi di ricambio agli iraniani (e questa storia scoppiò l'Irangate). Prova di ciò sta nel fatto che l'aviazione irakena attaccò la fregata americana Stark a colpi di Exocet. Questi sono fatti, questa è storia. Per cui è proprio un errore anche solo pensare che gli americani fossero più vicini all'Iraq che all'Iran: in realtà non volevano che nessuno dei due vincesse. A parte le strette di mano diplomatiche (in fin dei conti prima del 1991 tra Iraq e USA c'erano le normali relazioni diplomatiche che gli USA mantengono con quasi tutti i paesi nel mondo) non c'era null'altro. Cina, URSS e vari paesi europei fornirono invece gran quantità di armi all'Iraq (la Cina anche a Teheran... basta che pagavano). I supercannoni irakeni e il programma nucleare irakeno erano tutti ad opera di paesi europei (Francia, Svizzera, Austria, Germania). E non scordiamo che un finanziamento di ben 5 miliardi di dollari fu effettuato dalla BNL italiana all'Iraq, tra il 1985 ed il 1989: il bello è che siccome operò la filiale di Atlanta, la colpa viene data agli americani! Come se la BNL operasse al servizio degli USA e non dell'Italia! Ed ancor più bello è che fu l'FBI a scoprire la cosa e ad arrestare il direttore della BNL di Atlanta ! Però diamo la colpa agli americani... tanto... Come si fa, quindi, davanti a queste evidenze, a dire che gli USA erano amici di Saddam? Se lo dice un abitante del Magagascar ancora ancora posso pure passarci sopra, ma che lo dicano gli europei o i russi, credimi, ha davvero il sapore di una beffa. :-) Ricorda che in quella zona gli USA hanno un solo vero amico, e si chiama Israele. E se ci fai caso, i nemici di Israele sono sempre anche i nemici degli USA. Non si sfugge da questa regola, che ha profonde ragioni politiche e sociali. Se non si comprende a fondo questo concetto, non si capiranno mai le ragioni di certi avvenimenti. ===== Gli USA non sono nè Biancaneve nè Cenerentola, mettiamocelo in testa bene. Sono buoni, cari, generosi, amichevoli... ma quando c'è da tutelare gli interessi che essi ritengono prioritari, perseguono i propri fini attraverso tutti i canali. Gli USA non avrebbero mai condannato Israele per aver bombardato la centrale nucleare irakena. E ti dirò di più: non l'hanno fatto nemmeno molti paesi arabi. Gli F-16 israeliani passarono sullo spazio aereo dell'Arabia Saudita. Forse sono stati bravissimi a non farsene accorgere, ma c'è il caso che l'Arabia abbia chiuso entrambi gli occhi. Nessuno voleva un Irak nuclearizzato, da quelle parti. E oggi è la stessa cosa con l'Iran. Nessuno laggiù vuole un Iran con l'arma nucleare. E gli altri paesi arabi faranno di tutto per favorire un attacco militare contro Teheran, se le vie diplomatiche falliranno, vedrai. Quello di Israele non fu un deliberato attacco preventivo. L'Iraq stava costruendo supercannoni progettati dal grandissimo genio dell'Ingegner Gerard Bull, concepiti per colpire Tel Aviv con un ordigno a testata nucleare. Il programma era iniziato nel 1979. Bull era uno che quando progettava una cosa, la faceva bene: tutta l'artiglieria moderna a lungo raggio fa tesoro delle sue ricerche e delle sue scoperte. Cosa doveva fare Israele? Aspettare che le minaccie si concretizzassero? Lasciare che l'Iraq sviluppasse un'arma nucleare e un supercannone in grado di spararla (e quindi senza possibilità di intercettazione) contro Tel Aviv? Israele non ragiona così, e avremmo molto da imparare. Prima distrussero la centrale di Osiraq, e qualche anno dopo ammazzarono Bull. Gli Israeliani ragionano così. ========== Perchè gli italiani non hanno mandato gli F-16 contro Al Qaida? E' una domanda che non ha senso. Israele vive circondato da paesi che lo vorrebbero cancellare dalle carte geografiche, e ci hanno provato più volte. E' un po' più di una generica minaccia. Quanto ad Al Qaida, gli italiani non solo non fanno azioni preventive, ma si sono lasciati anche sparare gli Scud addosso senza battere ciglio, per cui non facciamo paragoni infelici. In Italia si liberano coloro che assoldano i guerriglieri per combattere contro gli italiani in Irak... e si processano i servizi segreti che rapiscono i terroristi... Non credo ci sia molto da aggiungere... Semmai bisogna considerare che se gli americani fossero andati giù duro con Al Qaida e i paesi che la supportavano un po' di anni fa, probabilmente non ci sarebbe stato l'11 settembre. Ma almeno loro sembra che la lezione l'abbiano imparata...
  13. Gianni065

    B-2 spirit

    Merito delle JDAM o dello Spirit? Una JDAM va dove gli si dice di andare. Se il bersaglio si trova a XYZ e la bomba è programmata a XYZ, la bomba lo colpisce. Tutto sta a ricavare correttamente le coordinate del bersaglio, e qui interviene la capacità dello Spirit, che è in grado, con il suo radar, di ricavarle con estrema precisione. Altri aerei non hanno questa possibilità per cui le JDAM devono essere necessariamente programmate a terra o comunque sulla base dei dati ricavati dalla ricognizione e quindi da sensori diversi da quelli dell'aereo. In quel test, a onor del vero, non è precisato se le bombe fossero state programmate a terra o in volo. Se sono state programmate a terra, il merito va solo alle JDAM. Se sono state programmate in volo, con coordinate fornite dal radar del B-2, il merito va al B-2 e alle JDAM assieme.
  14. Gianni065

    Mig-29 Iracheni

    Il diritto internazionale prevede che un aereo disertore debba essere restituito alla nazione di provenienza. In quel caso, però (parliamo del 1991), gli aerei iraqeni non erano disertori, ma si rifugiavano in Iran per scampare la distruzione. Il diritto vorrebbe che quando ci sono due belligeranti, il terzo neutrale che "riceve" (per una ragione o per l'altra) mezzi e uomini di una delle due parti, debba internarli fino alla fine del conflitto e poi restituirli. Se non lo fa e consente il rientro di mezzi e uomini prima della fine del conflitto, l'altro paese avrebbe diritto di considerare nemico anche lo stato neutrale. Nel caso del 1991, poi ci sono due altre complicazioni. La prima è che l'Iran non era esattamente un paese neutrale: non scordiamo che appena un paio di anni prima era finita la guerra contro l'Iraq e l'Iran reclamava un risarcimento che non c'è mai stato, con un contenzioso aperto. La seconda è che nel diritto di navigazione, se metti in salvo un natante o un aeromobile altrui, hai diritto a ricevere il 50 % del valore dell'oggetto. L'Iran aveva quindi tutta una buona serie di ragioni per trattenere i velivoli iraqeni senza violare nessuna norma internazionale (ammesso che la cosa interessi all'Iran...) ed è quello che ha fatto. :-)
  15. Gianni065

    Osiraq

    Per Wolfman: quella che l'Iraq fosse culo e camicia con gli USA è una delle tante "leggende" della disinformazione. Ti basterà scorrere l'elenco degli acquisti militari di Saddam in tutto il suo periodo di governo per scoprire che gli USA non gli hanno mai fornito nemmeno un bossolo. Per riuscire a comprarsi una manciata di elicotteri, l'Iraq aggirò i divieti americani facendo comprare elicotteri civili da una ditta civile, che poi furono convertiti in militari. E scoppiò pure uno scandalo in USA per questa faccenda. Altri sono stati i veri amici di Saddam, ed è davvero sconcertante che come al solito la colpa la si dà agli americani, e quelli che ci hanno marciato se ne stanno tranquilli, indisturbati, senza subire attacchi e critiche e se la ridono pure sotto i baffi... ===== Per Skettles: non sottovalutare il CCIP. Quando funziona bene (e dicono che quello del Falcon sia eccezionale) ed è in mano a piloti molto ben addestrati (e su quelli israeliani non è nemmeno il caso di parlarne) la sua precisione può essere perfino di ordini di grandezza superiore rispetto a quella del punto d'impatto calcolato dal radar e a rilascio automatizzato. Quest'ultimo è generalmente preferito negli attacchi ad altissima velocità e bassissima quota (i piloti del Tornado lo usavano sempre) perchè in quella condizione il CCIP è praticamente inutile. Ma se puoi manovrare sul bersaglio.... il CCIP è micidiale.
  16. Gianni065

    Nei combattimenti aerei...

    Python5, la faccenda del Sole non è proprio così, credimi. Il Sole è una fonte di energia, che emette radiazioni su uno spettro molto ampio: non solo quello visivo, ma anche in altre bande, compreso l'infrarosso. Quando guardi il Sole che succede? Ti accechi. Motivo? La sorgente è diretta, la luce è più forte. Il sensore di un missile IR cerca appunto la sorgente delle radiazioni infrarosse, quella dove l'emissione è più forte. I primi missili tendevano ad agganciarsi contro il Sole, persino contro il suo riflesso nell'acqua. Qualche volta si agganciavano anche ad altre sorgenti calde, come un incendio in un bosco. Il discorso è che il circuito dei primi sensori era semplice: puntava lì dove il segnale era più forte, senza alcuna analisi del segnale stesso. Successivamente i sensori sono diventati più selettivi: tendono ad escludere le radiazioni tipiche dell'energia solare e di altre fonti indesiderate, e ad agganciarsi alle radiazioni tipiche emesse da un aereo. Non il calore dei motori, ad esempio, ma quello del metallo rovente degli ugelli di scarico, che ha frequenze caratteristiche. I sensori moderni utilizzano tecniche del tutto diverse. Essi convertono l'immagine infrarossa in una immagine digitale, elaborata da un computer, il quale è in grado di distinguere, sulla base di algoritmi specifici, un aereo dallo sfondo, ed eliminare sorgenti indesiderate come il sole e gli inganni pirotecnici (flares). Questo tipo di sensore è in grado di colpire un aereo anche frontalmente, non c'è più bisogno di lanciarlo "in coda". Per aumentare l'efficacia dei sensori dei missili, le ultime generazioni montano dei sensori "bicolore": oltre all'immagine infrarossa, vedono anche l'immagine ultravioletta. Combinando le due immagini, il computer è capace di escludere tutto ciò che non è un aereo. Questo tipo di sensore è estremamente resistente alle contromisure. Da ultimo, i sistemi più sofisticati hanno anche la capacità di colpire il bersaglio in un punto più vulnerabile. Ad esempio, se i motori sono due, cercano di infilarsi in mezzo tra di essi per danneggiarli entrambi. Anche in questo caso il lavoro è svolto da un computer che utilizza algoritmi precisi: confronta l'immagine del sensore con un database e per ogni assetto tipico del bersaglio è previsto un punto d'impatto preferenziale. Rispondendo a Cipher: un pilota in ogni caso cercherò di sfruttare anche il sole per ingannare il missile. Per quanto possa essere sofisticato il sensore del missile, è comunque una fonte di disturbo da sfruttare, insieme ai flares e alle manovre di scampo. Spegnere il motore non serve a niente: il metallo rovente lo resta a lungo, i missili moderni vedono il calore della superficie dell'aereo provocato dall'attrito con l'aria, per cui lo spegnimento del motore gli fa un baffo o quasi. Il pilota invece ha bisogno di tutta la potenza a disposizione per mettere in atto le manovre di scampo opportune: non può permettersi di perdere energia. Proprio la potenza del motore è il suo unico elemento di vantaggio sul missile (i missili hanno una fase di spinta breve, poi esauriscono il combustibile e procedono per inerzia) e sarebbe assurdo privarsene.
  17. Gianni065

    Nei combattimenti aerei...

    Per Dix: chaff contro i missili a guida radar, flares contro quelli a guida infrarossa. I missili a guida radar, attiva o semiattiva, non puntano il radar del velivolo, ma il velivolo in generale. In ogni caso, il pilota non "improvvisa" mai in queste situazioni: le manovre di scampo sono studiate durante l'addestramento, e un pilota dovrebbe sapere, in relazione alla situazione in cui si trova, qual'è la manovra di scampo idonea. Quella di puntare contro il missile è una delle tecniche consigliate, perchè ha due vantaggi: se si riesce a superare il missile (di solito da sotto) quest'ultimo deve fare una virata di 180 gradi per stare dietro all'aereo, ed è quasi impossibile che ci riesca. Inoltre si ha il vantaggio di tenere a vista il missile e rendersi conto se la manovra sta riuscendo. Infine, se il missile è all'infrarosso, gli si offre la parte più fredda dell'aereo, aumentando così l'efficacia dei flares. E' la manovra preferita contro i missili terra-aria appena lanciati (visibilissimi perchè in fase di accelerazione, e spesso non ancora allineati sulla traccia radar del bersaglio).
  18. Gianni065

    Nei combattimenti aerei...

    X Dread: il carburante dei serbatoi ausiliari esterni è consumato per prima, vero. X Leviathan: la tuta del pilota non ha alcuna caratteristica particolare, al massimo è moderatamente ignifuga, ma in ogni caso non è concepita per proteggere il pilota in simili evenienze. ==== I missili aria-aria e superficie-aria raramente colpiscono in pieno il velivolo, di solito la spoletta di prossimità comanda l'esplosione quando il missile è a una certa distanza dall'aereo che viene così investito dalle schegge e dall'onda d'urto dell'esplosione. Il pilota a quel punto può aver o può non avere la possibilità di eiettarsi: dipende da tantissimi fattori e primo fra tutti l'entità dei danni subiti dall'aereo e la velocità con cui questi danni si estendono. Se un aereo si disintegra in un centesimo di secondo per il cedimento strutturale conseguente ai danni o per l'esplosione dei propri serbatoi, è chiaro che il pilota non sopravvive. Il pilota può poi restare privo di sensi a causa di un eccessivo carico di G subito in conseguenza dell'impatto o della frantumazione del canopy... insomma non c'è modo di prevedere ciò che può accadere. Rarissimo anche il caso in cui il pilota si eietta perchè ormai è certo che il missile colpirà l'aereo: di solito sono i piloti poco addestrati e motivati a lanciarsi in anticipo. Gli altri tentano in ogni modo di evitare il missile, fino all'ultimo. Vedere il missile o sapere da quale direzione e distanza è stato lanciato, avere idea del tipo di missile in arrivo, aiutano molto a effettuare la corretta manovra di scampo. Contro un lancio avvenuto a pochi chilometri di distanza ha poco senso tentare di fuggire in direzione opposta da quella di arrivo: il missile è più veloce e ha ancora un'alta energia di manovra, per cui si diventa un bersaglio ideale. Il trucco è sempre quello di costringere il missile a perdere energia. Se arriva da lontano, metterlo a ore sei significa fargli perdere molta energia e quando sarà vicino basteranno un paio di virate per renderlo inoffensivo. Negli altri casi, picchiare e contromanovrare sono ottime soluzioni. Se si riesce a "passare sotto" il missile (specialmente in caso di lancio di un missile terra-aria medio-pesante) ben difficilmente il missile riuscirà a riagganciarsi all'aereo. Tutto dipende, come ho detto, da distanza, posizione e tipo di missile.
  19. http://www.jet-engine.net/miltfspec.html
  20. Hai capito bene. L'intelligenza di creare un casus belli non sta nel fingere che ci sia stato, ma nello sfruttare l'idiozia dell'avversario. Fai una bella esercitazione ai limiti delle acque territoriali, e prima o poi l'idiota di turno viene a cacciarsi nei guai. E' successo in Vietnam, ma anche con la Libia. Se noti bene, ho scritto che gli USA hanno passato i poteri al governo Irakeno. L'Irak non lo si può più liberare, ma solo invadere. Si attiverebbe un meccanismo del genere: 1) Gli USA fanno un'esercitazione in acque internazionali e vengono attaccati (quindi hanno ragione). 2) Gli USA fanno una rappresaglia (e hanno diritto di farla) 3) L'Iran invade l'Irak (e ha torto) 4) Gli USA fanno strage delle truppe di invasione iraniane, rispondendo alla richiesta di soccorso del legittimo governo irakeno (e quindi hanno ragione). Sarebbe un suicidio per l'Iran cadere in una spirale del genere. Peraltro l'Irak non è il Vietnam. Te le immagini colonne e colonne di carri armati e truppe iraniane che attraversano il confine e marciano su un bel terreno pianeggiante e desertico? Sai che pacchia per gli aerei d'attacco? Io credo invece che l'Iran stia cercando di mantenere alta la tensione e di impedire la pacificazione dell'Irak, cercando di evitare di cascare in qualche errore madornale. Evidentemente ritiene di poter gestire la situazione. E' però un gioco pericoloso, sul filo del rasoio, specialmente se si considera che Bush non può più essere rieletto, e quindi ha ben poco da perdere. Se gli americani dovessero sbagliare qualcosa, Bush non ci rimette nulla, e al massimo vincerebbero i democratici che al momento sono già dati per favoriti, quindi non cambierebbe nulla. Se invece il giochetto dovesse riuscire bene, Bush comunque non ci guadagna nulla, ma i repubblicani hanno una speranza di vincere. Se non è ancora successo nulla, evidentemente ci sono in gioco componenti che non possiamo conoscere. E' possibile, ad esempio, che i paesi arabi stiano facendo pressioni sugli USA per non andare pesante contro l'Iran. Oppure gli USA contano di riuscire a ottenere qualche risultato innescando un movimento di dissidenza interno all'Iran. O semplicemente, della cosa non gli importa più di tanto. O forse agli USA fa comodo che l'Iran sia temuto dall'Irak e da Israele perchè questo mantiene entrambi gli Stati nella necessità di ricorrere all'ombrello, politico e/o militare, americano. Quando ci sono in gioco interessi geostrategici così grossi in un'area così vitale per il mondo occidentale, ci possono essere tantissimi equilibri e ragioni che determinano una certa situazione, anche di stallo. Ma come ho detto, siamo sul filo del rasoio: basta un errore di valutazione, e si crea un effetto domino.
  21. Gianni065

    Cordoglio

    Considerato che di solito il rapporto è di 10-50-100 contro 1 in sfavore di poliziotti e carabinieri, sarei proprio curioso di vedere queste provocazioni...
  22. Gli iraniani stanno scherzando col fuoco. Le forze americane non hanno il controllo del territorio in Iraq, ma è anche vero che ormai subiscono perdite estremamente limitate. Sono concentrate in roccaforti e lasciano agli stessi irakeni il compito di sbrogliarsela contro la guerriglia. Vero, ci sono attentati tutti i giorni in danno dei civili e il popolo irakeno si strugge in una guerra civile tra le comunità sciite e sunnite, ma è anche vero che questo è tutto ciò che è rimasto alla guerriglia, che non ha più il controllo di alcuna parte del territorio. Se vogliamo, la situazione è molto peggiore in Afghanistan, dove invece ci sono zone controllate dai talebani, ma non scordiamo che la presenza militare NATO in Afghanistan è minima in confronto a quella in Irak. In un simile contesto, gli USA hanno ben poco da perdere, e se l'Iran continua a stuzzicarli, prima o poi si beccherà un'azione con i controfiocchi. No è che ci voglia molto: basta tenere un po' di aerei e di navi ai limiti delle acque territoriali iraniane, e prima o poi a qualcuno scapperà il dito sul grilletto contro un aereo o una nave americana, e tanto basterebbe a giustificare un'azione di rappresaglia. In mezz'ora gli americani possono ridurre in cenere aeroporti, aerei da combattimento, centri di comando, depositi di equipaggiamenti militari, unità navali... A quel punto il presidente iraniano si troverebbe in grosse difficoltà, perchè ricevere una batosta senza poter reagire, significherebbe far crollare i consensi nel suo paese. Se la situazione dovesse degenerare, è questo lo sviluppo che vedo più probabile.
  23. Il motore F404, senza postbruciatore, è lungo 2,2 metri e un diametro di 880 mm, pesa 780 kg e produce una spinta nella classe dei 5.000 kg con un consumo specifico orario di 0.81 libbre di carburante per ogni libbra di spinta. Lo Spey è lungo due metri e mezzo, pesa 1.100 kg, ha un diametro di 825 mm e produce una spinta di 5.000 kg con un consumo specifico orario pari a 0,63. A ben vedere, quindi, i due motori erogano una spinta simile e anche le dimensioni sono abbastanza sovrapponibili, mentre lo Spey innegabilmente pesa ben 300 kg di più. L'affidabilità di entrambi è fuori discussione: se l' F404 è considerato uno dei turbofan più affidabili e di facile manutenzione, lo Spey non è da meno quanto ad affidabilità, un po' meno per manutenzione. Lo Spey consuma meno e questo compensa il maggior peso, ma è meno aggressivo. Onestamente non credo che montare l' F404 avrebbe rappresentato un grosso vantaggio, ma di sicuro avrebbe innalzato parecchio i costi dell'aereo. Invece, ritengo sia stato un errore non puntare sulle nuove versioni dello Spey. La versione 807A regala 1000 kg di spinta in più, e la 821 va per i 7000 kg di spinta. Considerato che la 807A è stata anche testata su un AMX, si poteva fare.
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