Vai al contenuto

Gianni065

Collaboratori
  • Numero contenuti

    5265
  • Iscritto il

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    20

Tutti i contenuti di Gianni065

  1. In sintesi. La velocità espressa in MPH significa che per avere i km/h bisogna moltiplicare x 1,609 e non per 1,852. E' infatti miglio terrestre, non navale. La velocità massima di un M-1 è di 70-72 km/h e accelera da 0 a 32 km/h in 7 secondi (non 100 km/h). L'M-1 è nato con cannone da 105 mm e successivamente è stato integrato il cannone da 120. I primi M-1 avevano la corazzatura Chobam, in compositi e ceramiche e acciaio, che è poi stata migliorata con l'aggiunta dell'uranio impoverito. l'M-1 è quindi ai vertici sia per corazzatura che per mobilità e velocità. La sua turbina (la stessa montata sugli elicotteri Cobra) è multi-carburante, come del resto i più moderni motori di carri armati. La storia che la turbina dev'essere sempre accesa, è una mezza bufala. Infatti tutti i carri moderni devono tenere il motore sempre acceso, perchè gli apparati elettrici ed elettronici di bordo devono essere alimentati, se no non si combatte, e le batterie da sole non bastano: si rischia di esaurirle e di non poter più ripartire. Il motore si spegne solo quando... si parcheggia. Da questo punto di vista, anzi, l'M-1 è avvantaggiato: esso infatti dispone di un'unità ausiliaria che serve per mettere in moto la turbina, e questa unità può essere usata per alimentare i sistemi e ricaricare le batterie anche se la turbina è spenta. Quindi attenzione a non invertire un vantaggio con uno svantaggio ! La turbina consente prestazioni e consumi in velocità e accelerazione molto superiori a quelle dei diesel, però consuma di più a bassi regimi e velocità. Per questo l'autonomia complessiva dell'M-1 è inferiore a quella dei carri con motori diesel. L'M-1 è stato il primo carro a montare una turbina, e ovviamente ci è voluto qualche anno perchè fossero completamente risolti i problemi di manutenzione e affidabilità che accompagnano sempre le grandi innovazioni. Oggi è un carro estremamente affidabile, e le esperienze di guerra dicono che esso è il più sicuro per l'equipaggio ed il più pericoloso per il nemico: il suo sistema di tiro e stabilizzazione è di una precisione incredibile, con una percentuale di colpi a segno - in movimento contro bersagli in movimento - che è vicina al 100 %.
  2. Ho fatto una volta un corso di arabo... quindici giorni... ma proprio non mi entrava. Meglio il greco. Quindi mi accontento delle traduzioni. La mia tesi arriverà presto, ancora un po' di pazienza...
  3. Si riferisce alla prima guerra del Golfo. Per fermare il terrorismo, kamikaze o no, innanzitutto è necessario mostrarsi forti. L'atto terroristico non deve mai ottenere il risultato voluto, altrimenti è finita. Solo così facendo, si toglie forza al terrorismo. Quello che ha fatto la Spagna è stato il più grosso errore immaginabile, e prima o poi ne pagheremo le conseguenze.
  4. Gianni065

    Pace o Guerra

    Bhè, proprio perchè gli abitanti di Falluja erano 350.000, potevano anche cacciar via gli oltre tremila guerriglieri o terroristi che vi si erano asserragliati... Tremila guerriglieri, ognuno un kamikaze potenziale. Visto che ogni kamikaze in media ammazza una ventina di persone - per lo più civili - tremila moltiplicato venti fa sessantamila vite risparmiate. La città di Falluja era stata quasi totalmente abbandonata dai suoi abitanti ed era diventata solo un rifugio per i guerriglieri. Gli è andata bene. Ai tempi "cavallereschi" di cui parla Davide, l'avrebbero rasa al suolo senza nemmeno entrarci dentro...
  5. Io non solo resterei, ma aumenterei la presenza militare e costruirei pure un po' di basi, stringendo accordi militari con il nuovo governo. Secondo me gli arabi devono sentire un po' di fiato sul collo, di modo che gli passi la voglia di combinare altri scherzetti...
  6. L'atomica è un'arma spaventosa, su questo sono d'accordissimo. Eppure, non è peggiore di altre armi, come quelle chimiche e, peggio ancora, quelle batteriologiche. Anzi, se vogliamo, un'atomica in fin dei conti ha degli effetti prevedibili, e un raggio d'azione commisurato alla sua potenza. Al contrario un'arma batteriologica può avere conseguenze del tutto imprevedibili, ed il suo raggio d'azione non è quantificabile. Eppure i militari le hanno sperimentate per anni, e ci sono tuttora zone del pianeta, utilizzate per esperimenti batteriologici, interdette a chiunque. Non si può dire che l'arma atomica sia inutile: il suo potere distruttivo, per definizione, la rende invece utilissima, senza considerare che oggi esistono armi atomiche piccolissime (nell'ordine dei decimi di kiloton) fino ad arrivare a quelle di diversi megatoni. L'arma atomica è utile quando uno ce l'ha e il suo nemico no. Diventa meno utile quando ce l'hanno entrambi, ovviamente. Esattamente come le armi chimiche e batteriologiche. E non dobbiamo dimenticare che proprio le armi atomiche hanno impedito che ci fosse una terza guerra mondiale. Oggi le armi atomiche sono inutilizzabili perchè moralmente disapprovate, altrimenti avrebbero dei precisi campi di applicazione. Ad esempio, le armi atomiche sono le uniche in grado di distruggere dei bunker sotterranei o scavati nelle montagne. Gli USA dispongono di versioni speciali della loro bomba B-61, concepite per esplodere dopo essere penetrate nel terreno, con potenza variabile da 0,3 a 500 kt. Una bomba atomica che scoppia a 10 metri di profondità nel terreno, tarata a 0,3 kt, consentirebbe la distruzione di un bunker sotterraneo con effetti collaterali esterni del tutto ridotti. Una piccola carica nucleare di profondità è l'unica arma sicura per distruggere un sottomarino a doppio scafo. Un siluro nucleare è l'unica arma in grado di affondare una portaerei nucleare. Un'esplosione nucleare negli strati alti dell'atmosfera genera un effetto EMP in grado di mandare in tilt per diverse ore tutte le apparecchiature elettroniche del nemico. Quindi non diciamo che le armi atomiche sono inutili. Sono disapprovate, il che è diverso. E possono innescare un'escalation che in poche ore porterebbe a una guerra nucleare totale, se vengono usate contro un avversario che ne è in possesso. L'Italia non ha necessità di armi atomiche, visto il contesto geografico in cui si trova e l'ombrello fornito dalla NATO. Ma se l'Italia fosse confinante con India e Pakistan, come la metteremmo? Se la Serbia avesse l'arma nucleare, come la metteremmo? Ogni cosa va vista sempre nella giusta prospettiva.
  7. Non è un discorso di peso per altezza. E' che bisogna avere un fisico equilibrato ed essere abbastanza in forma per poter sostenere le fatiche fisiche connesse a quel tipo di attività. Il San Marco non è un reparto speciale in senso stretto, è un reparto da sbarco, per cui essenzialmente è fanteria, particolarmente addestrata agli interventi su ambienti litorali. Che tu debba correre per cento metri nell'acqua per raggiungere la spiaggia con venti chili di equipaggiamento, o che debba fare una marcia di cinque chilometri con lo stesso equipaggiamento, ci vuole una certa prestanza fisica, indipendentemente che sei al San Marco o nella fanteria. E' chiaro che una persona che fa sport e ha una buona muscolatura è avvantaggiata.
  8. Gianni065

    Corpi d'elité

    L'ho scritto nel post... proprio sopra...
  9. Gianni065

    Corpi d'elité

    La Folgore è una brigata di paracadutisti, articolata su vari reggimenti. La brigata ha i compiti tipici di unità di paracadutisti, tra i quali spicca l'intervento rapido in zone di crisi, grazie al fatto che è dotata di equipaggiamenti leggeri aviotrasportabili e/o aviolanciabili. Nell'ambito della brigata opera anche il reggimento "Col Moschin" che è specializzato in operazioni di assalto, si tratta in pratica di incursori, quindi una vera forza speciale specializzata in colpi di mano dietro le linee nemiche. Strettamente connesso alla brigata è anche il reggimento paracadutisti Tuscania, composto da Carabinieri, che adesso non è più inquadrabile nella brigata in quanto i Carabinieri sono divenuti forza armata indipendente dall'Esercito. Il Tuscania è a tutti gli effetti una unità militare come gli altri reggimenti della Folgore, solo che in virtù del fatto che sono Carabinieri è particolarmente idoneo ad operare anche in missioni di peacekeeping e di polizia militare, e può essere tranquillamente utilizzato anche in missioni interne (rastrellamento di aree alla ricerca di vittime di sequestro, antiterrorismo, ordine pubblico ecc...). Il quadro dei reparti "speciali" italiani è completato da questi altri reparti: Il reggimento lagunari "Serenissima", stanziato nel Veneto, è un'unità dell'EI specializzata in sbarchi anfibi, una specie di San Marco, solo che è dell'Esercito, ed è nato per assicurare la difesa nell'area della laguna veneta. Poi c'è il reggimento San Marco della Marina, equivalente ai marines americani: sono una forza anfibia da sbarco, specializzata in interventi oltremare. Poi c'è il COMSUBIN, ossia il gruppo operativo incursori della Marina Militare, che è un reparto specializzato in operazioni di sabotaggio, ricognizione delle spiagge nemiche, preparazione allo sbarco, colpi di mano, interventi sulle navi. Gli operatori del COMSUBIN sono subacquei e paracadutisti. Infine c'è il Reggimento Alpini Paracadutisti dell' Esercito, che come dice il nome unisce le caratteristiche degli alpini a quelle dei paracadutisti, ed è specializzato per interventi di assalto in ambito alpino. Di questi che ho citato, però, solo il COL MOSCHIN e il COMSUBIN sono davvero forze speciali in senso stretto. Gli altri sono reparti particolari ma non proprio speciali. Ricordo infine che l'Italia dispone anche dei NOCS della Polizia di Stato e del GIS dei Carabinieri, specializzati nell'antiterrorismo e nella liberazione di ostaggi, che sono reparti speciali a tutti gli effetti. La Guardia di Finanza dispone dei Baschi Verdi, che non sono un reparto speciale (anche selo vorrebbero sembrare) ma una specie di unità operativa di pronto impiego, assimilabile ai reparti di intervento rapido della Polizia e dei Carabinieri.
  10. Gianni065

    Pace o Guerra

    C'è anche da dire che adesso che c'è stato lo tsunami in asia, se non fosse stato per l'intervento tempestivo di elicotteri, portaerei e navi anfibie americane lì' sarebbero rimasti senza alcun soccorso per mesi. Solo la logistica anfibia dell'US Navy e dei Marines ha potuto raggiungere tempestivamente quelle zone e distribuire efficacemente gli aiuti. Questo lo hanno riconosciuto tutte le organizzazioni che operano lì. Se non ci fosse stata questa struttura, gli aiuti avrebbero dovuto viaggiare via nave (con i tempi delle navi commerciali, che viaggiano a una media di 10 nodi all'ora rispetto ai 30 e passa delle portaerei) e una volta in prossimità delle coste non ci sarebbe stato modo di distribuirli. USNavy e Marines invece sono arrivati lì e hanno cominciato a fare la spola con elicotteri e mezzi da sbarco raggiungendo anche le località più interne e isolate. I marines hanno allestito in poche ore ospedali da campo, cucine, ricoveri, tendopoli, hanno ripristinato i porti per far attraccare le navi, hanno creato piste di emergenza per gli aerei e per gli elicotteri, hanno sbarcato bulldozer e mezzi di trasporto... Per non parlare dei trasporti a lungo e medio raggio, specialmente i C-130, che hanno paracadutato in lungo e in largo viveri e medicinali. E non mi pare che in quelle zone ci sia petrolio da estrarre...
  11. Giusto Ghost. Specialmente quello che vediamo agli estremi limiti delle capacità dei nostri strumenti (e non parliamo più di telescopi, ma di radiotelescopi, spettrometri ecc...) a volte è vecchio di molti miliardi di anni. per Maverick: se una persona si muovesse esattamente alla velocità della luce camparebbe per sempre, esatto. Però sai quanto dovrebbe pagare di autovelox...
  12. Vedo se trovo qualcosa in Internet... intanto però, comincia da uno che è facile trovare: si chiama Bibbia E non mi guardare così: io l'ho letta tutta, così come ho letto tutto il Corano e i vari testi indù. Io quando decido che una cosa devo verificarla di persona son fatto così...
  13. melius abundare quam deficere...
  14. Gianni065

    Pace o Guerra

    Ma tu guarda un po'... è proprio vero che è sempre colpa degli americani... per colpa loro la guerra è diventato un mercato... infatti i russi le armi non le vendono... no no no.... loro le regalano, le danno in beneficenza... ma non le vendono, non sia mai... nemmeno i francesi... al massimo ti prestano un mirage ma solo a titolo di favore, poi dopo che l'hai usato glielo devi restituire... e non parliamo dei cinesi... loro fabbricano aerei navi e carri armati ma solo per trasportare il pollo alle mandorle nei ristoranti, mica per altro... Invece gli americani, sempre loro: vendono le armi. Proprio cattivi... non si fa, non si fa... Eh sì, non ci sono più gli ideali cavallereschi e l'onore militare di un tempo... vuoi mettere quando ti presentavi con il cavallo sotto il castello e ti rovesciavano addosso un pentolone di olio bollente? Quelli erano tempi, quella era ospitalità...
  15. Gianni065

    U-Boot

    Fuggirono di notte, riuscendo ad ingannare i tedeschi, e peraltro passandogli di fianco, perchè per raggiungere le linee dovevano attraversare e raggiungere proprio il lato occupato dai tedeschi (i parà erano giunti dalla parte opposta). Quanto all'esercito tedesco, e alle forze tedesche in generale e ai motivi della sconfitta, la cosa è complessa e cercherò di sintetizzarla. Hitler non aveva la minima intenzione di far guerra all'Inghilterra. Nel suo disegno, egli voleva conquistare l'Europa e lasciare all'Inghilterra il controllo delle colonie in Africa e in Asia. Egli era convinto che gli inglesi sarebbero giunti a qualche accordo, e proprio per questo non impedì la ritirata di Dunkerque, che consentì agli inglesi di mettere in salvo il loro intero esercito. Egli sperava che la cosa sarebbe stata interpretata come un gesto di buona volontà, ma Churchill non era dello stesso avviso. Hitler ammirava gli inglesi, li considerava pura razza ariana come il popolo tedesco, ed era affascinato dalla capacità che gli inglesi avevano, con poche migliaia di soldati dislocati all'estero, di tenere in pugno grandi colonie (come l'India). Inoltre, Hitler temeva la potenza navale inglese. Egli quindi voleva conquistare l'Europa, accordarsi con l'Inghilterra, e poi attaccare l'URSS per conquistarla almeno fino agli Urali, lasciando il resto in pasto al Giappone. L'Inghilterra avrebbe mantenuto le sue colonie in Africa e in Asia, mentre l'Italia avrebbe avuto spazio libero nei balcani, a spese di Yugoslavia, Albania e Grecia, e si sarebbe acquartierata anche in Somalia, Etiopia e Libia. La Spagna, dal canto suo, sarebbe stata alleata e avrebbe avuto mano libera in Sud America, mentre gli USA si sarebbero dovuti accontentare del Pacifico Meridionale e di tutto il Nord America. Insomma, si era sistemato tutte le carte, in teoria. Invece le cose andarono diversamente. Infatti nel 1941, il braccio destro di Hitler (era proprio il suo vice), Rudolf Hesse, decolla su un caccia e si paracaduta in Inghilterra, e propone a Churchill un accordo di pace. Gli storici sul punto non sanno che pensare: Hesse era impazzito o agiva per conto di Hitler? Alcuni credono che Hesse agisse per conto di Hitler, e la missione era concordata con Churchill. Poi però un inconveniente di volo costrinse Hesse a paracadutarsi, e lo fece cadere nelle mani della polizia territoriale inglese. A quel punto Churchill non poteva ammettere che stava trattando la pace con la Germania, fece finta di non saperne nulla e fece rinchiudere Hesse in prigione. Sta di fatto che Hesse non ha mai potuto dire la sua verità: è rimasto in galera per tutta la guerra, è stato processato a Norimberga e condannato all'ergastolo, assieme a tutti gli altri gerarchi nazisti che non furono condannati a morte. Ma cosa stranissima, mentre tutti gli altri pian piano uscirono dal carcere, perchè la pena fu condonata, lui - che in fin dei conti non si era macchiato di crimini orribili come gli altri - ci rimase fino alla fine dei suoi giorni! Morì nel 1987, nel carcere di Spandau. Pensate che il carcere restò aperto solo per lui (una fortezza castello con tanto di guardie e annessi e connessi) dal 1966 al 1987: era l'unico detenuto ! Una cosa incredibile, ma sta di fatto che nessuno ha mai potuto intervistare Hesse e sapere la sua versione dei fatti! Secondo me, Churchill stava trattando con Hitler, perchè l'Inghilterra era alle corde, ma l'incidente scoperchiò la pentola mandando in buca la cosa. ------ Infatti, poco dopo l'incidente di Hesse, la Germania attaccò l'URSS, e questo fu l'errore che gli costò la guerra. Infatti fino a quel momento la Germania aveva stravinto in Europa, Rommel aveva quasi cacciato gli inglesi dall'Africa, i sottomarini tedeschi controllavano le acque dell'Atlantico e la flotta italiana teneva a bada quella inglese nel Mediterraneo. L'invasione dell'URSS capovolse le cose. Centinaia di migliaia di militari tedeschi e italiani, che avrebbero potuto sferrare il colpo decisivo invadendo l'Inghilterra e spazzando via gli inglesi dal Nord Africa, dovettero invece essere impiegati sul fronte orientale. Ciò consentì all'Inghilterra di respirare e di riorganizzarsi. L'invasione dell'URSS si rivelò una grande trappola: seppur a costo di immani perdite, i sovietici riuscirono a rallentare l'avanzata inchiodando i tedeschi a Leningrado, Stalingrado e Mosca e costringendoli ad affrontare il terribile inverno sovietico. A quel punto Hitler riuscì a convincere il Giappone a entrare in guerra contro gli USA, e fu il secondo tragico errore, perchè gli Stati Uniti in poco tempo misero in campo tutta la loro potenza industriale e militare. Nel giro di un anno, tra il 1942 e il 1943, gli USA si assicurarono il controllo del Pacifico e iniziarono a contrattaccare i giapponesi, americani e inglesi ribaltarono le sorti del Nord Africa sconfiggendo l'Afrika Korps di Rommel, e i sovietici sconfissero i tedeschi a Stalingrado infliggendo loro delle perdite elevatissime e passando alla controffensiva. Dal canto loro le forze italiane persero il controllo dell'area mediterranea. In altre parole, dopo la battaglia di Stalingrado in Russia, quella di El Alamein in Africa e quella delle Midway nel Pacifico, le forze tedesche e dei loro alleati italiani e giapponesi persero l'iniziativa e non la ripresero più, avviandosi verso la sconfitta. Hitler aveva aperto troppi fronti e questa mossa si era rivelata sbagliatissima. Inoltre la Germania non disponeva di una grande flotta navale, e ciò le impedì alla lunga di contrastare la marina inglese nell'Atlantico. I sottomarini, da soli, non bastavano. Quindi, a ben vedere, non furono le forze armate tedesche a essere sconfitte. Esse si videro caricare di un peso che non potevano proprio sostenere. Anzi, va dato atto che fino all'ultimo, nonostante gli incessanti bombardamenti aerei alleati, le forze tedesche lottarono strenuamente rallentando l'avanzata sovietica ad oriente, ostacolando quella angloamericana ad occidente, e contenendo finchè fu possibile le forze che risalivano l'Italia. Di più non si poteva pretendere.
  16. Gianni065

    Autorotazione

    Esistono anche elicotteri con motori a pistoni. In ogni caso l'ingranaggio che collega il motore al rotore è disinnestabile. Il rotore anticoppia è connesso a quello principale e non al motore, ma non per questo non è regolabile: il pilota agisce sul passo, non sulla potenza.
  17. Allora... se una civiltà si muove, con il suo pianeta, alla velocità della luce, comunque non viene da noi, perchè anzi si allontana da noi. Però se uno parte di lì, e mantiene quella velocità, per venire da noi, per noi ci mette 30 miliardi di anni per arrivare, per lui è un istante. Non è questione di invecchimento cellulare o altro... proprio è il tempo che non scorre più. Ti muovi, ma lo fai in tempo zero, ossia è istantaneo. Ovviamente siccome viaggiare esattamente alla velocità della luce non è praticamente possibile (perchè bisognerebbe avere una massa pari a zero, ossia essere immateriali come un raggio di luce) il mio era un esempio limite. Se la luce viaggia a 299.792,5 km/sec, diciamo che non è fisicamente impossibile viaggiare a 290.000 km/sec. A quella velocità, se fuori dall'astronave passano 1000 anni (per chi ovviamente è fermo o quasi) dentro l'astronave sembrerà che siano passati solo dieci minuti (sono esempi, non sto con la calcolatrice in mano). In altre parole, molti dicono: i viaggi interstellari sono un'utopia. Per fare 100 anni luce, ammesso di viaggiare alla velocità della luce, passano 100 anni e se non sono ibernato arrivo decrepito o morto. Invece non è così. Passano cento anni per chi resta a casa, ma per chi viaggia sembrerà che siano passati solo pochi secondi, proprio di orologio. E ovviamente sarà invecchiato di pochi secondi, non avrà nemmeno il tempo di mangiarsi un panino durante il viaggio! Il problema è che poi quello quando torna, dopo duecento anni (100 di andata e cento di ritorno) non trova più nessuno dei suoi amici e parenti: tutti morti. Però, e questo è il concetto di cui sopra, se il pianeta da cui è partito si muove anch'esso nello spazio a una velocità simile, il tempo scorrerà in maniera uguale per entrambi. Quindi passeranno pochi secondi sia per chi parte che per chi resta a casa. Per cui i viaggi interstellari diventano possibilissimi. Quando si parla di quinta dimensione, alla fine non ci si allontana molto da questo concetto: se uno "vive" a 290.000 km/sec, per lui tutto il tempo scorrerà in maniera diversa rispetto a chi sta fermo. Questo è il concetto di Relatività: il tempo è relativo, lo spazio è relativo, tutto è relativo alla velocità dell'osservatore. Se ti muovi in auto, a 100 km/h, verso il punto in cui cade il fulmine, tutta la sequenza (caduta del fulmine - scoppio - fumo) ti arriverà incontro a una velocità di 100 km/h superiore rispetto a uno che invece è rimasto fermo. Tu vedrai quegli eventi accadere più velocemente, lui più lentamente. Per te quegli eventi accadranno (ipotizziamo a cavolo) in dieci secondi, per lui in undici secondi. Questo però significa che lui per 11 secondi vede te che ti muovi, e il fulmine che scoppia. Tu per dieci secondi vedi il fulmine che scoppia e lui che sta fermo. Il tuo orologio si è spostato di 10 secondi, il suo di 11. Muovendoti, hai rallentato il tuo tempo. Ovviamente, queste cose non si notano affatto a 100 km/h... Ma ti faccio un altro esempio: se esci di casa e come superman spicchi il volo alla velocità della luce... l'immagine di te che spicchi il volo viaggia insieme a te... siete un tutt'uno! Per cui dove arrivi e arrivi... tu arrivi con l'immagine di te che spicchi il volo: in altre parole, per te il tempo si è bloccato lì, e rimane bloccato lì finchè non rallenti. Solo a quel punto quell'immagine ti "sorpassa" e puoi vedere la successiva, solo a quel punto il tempo per te riprende a scorrere. Ma se non rallenti, se prosegui alla stessa velocità, e dopo dieci anni (di tempo esterno) arrivi in un posto... lì vedono l'immagine di te che spicchi il volo e te contemporaneamente già lì! Ossia, non sei invecchiato nemmeno di un secondo. Anche se sei partito dieci anni prima. In un certo senso, possiamo dire che questo è il motivo per cui vediamo una stella distante centinaia di anni luce, magari guardando il cielo stellato in una sera d'estate. Quella luce ci arriva dopo aver viaggiato centinaia dei nostri anni nello spazio, percorrendo distanze spaventose... eppure non si è affievolita, il fotone che la compone non ha perso vita: è partito di lì e dopo cento anni di viaggio ha colpito la nostra pupilla, fresco come quando era partito! Il fotone, infatti, non decade, non muore: viaggia alla velocità massima sempre e comunque, nello spazio esterno. Se vediamo una stella lontana più fioca, non è perchè il fotone che ci ha colpito ha perso potenza... ma semplicemente per una questione di irradiazione: i fotoni di disperdono man mano che viaggiano in tutte le direzioni, per cui più sto lontano e meno fotoni colpiscono le mie pupille. Ma la potenza del singolo fotone che mi colpisce è esattamente identica a quando è partito.
  18. Gianni065

    Corpi di polizia

    Bhè, non SOLO lo Stato Italiano... c'è la Gendarmerie francese...
  19. Gianni065

    Autorotazione

    Comunque questo sito è in italiano e spiega un po' di cose: http://www.malignani.ud.it/aer/AUTOGIRO/Storia.htm
  20. Gianni065

    Autorotazione

    Semplice, va a pedali... scherzo! Nell'autogiro c'è il motore, solo che muove un'elica come quella di un aereo normale, mentre le pale rotanti sono lasciate libere, non sono collegate al motore (tranne che in fase di decollo)
  21. FCM sarebbe fucilieri di marina, vero? Il San Marco insomma. Non saprei, non dipende solo dai voti...
  22. E vabbè ragazzi, se non mi leggete attentamente è inutile che scrivo... tutti quei papiri! Allora, io ho detto che i sovietici mandarono la sonda, la sonda fu distrutta, qualcuno vide quell'ombra su una delle ultime foto e pensò fosse l'ombra di un'UFO, per come era perfetta, e qualcun altro tirò fuori la foto in cui si vedeva l'UFO e disse che era stato l'UFO a distruggere la sonda. Gli americani mandarono un'altra sonda dopo vari anni e appurarono che l'ombra non era di nessun UFO, perchè il satellite Phobos pure se è brutto e irregolare come una patata, quando si trova in certe angolazioni proietta su Marte un'ombra perfettamente ellittica. L'ombra non c'entra nulla - quindi - con lo scavo. Il succo di tutto il discorso è che i russi hanno speso fior di soldi per investigare su un pezzo di sasso anomalo, e gli americani hanno speso fior di soldi per investigare su un'ombra anomala. Il tutto per dire che americani e russi devono avere qualche loro idea sulla possibilità che esista vita aliena anche molto vicina a noi, altrimenti non butterebbero tanti soldi per investigare su queste cose. Chiaro adesso?
  23. Benissimo. Partiamo da un punto essenziale, il Big Bang c'è stato davvero. A comprova di queste asserzioni, ci sono due importanti evidenze scientifiche: 1) la scoperta della radiazione di fondo, che è proprio la radiazione di quella esplosione; 2) la scoperta del "redshift", ossia lo spostamento verso il rosso dello spettro luminoso delle stelle, che testimonia come le stesse si stiano tutte allontanando dallo stesso punto iniziale. Ora, a questa considerazione, ne aggiungiamo un'altra: adesso sembrerà inutile, ma poi avrà un senso. Quasi certamente l'universo era un gigantesco buco nero, ai tempi del big bang. Perchè dico questo? Prima dobbiamo spiegare come si forma un buco nero. In una stella, ci sono due forze che le permettono di esistere: quella gravitazionale tende a comprimerla, mentre la radiazione generata dalle esplosioni/fusioni nucleari tende ad espanderla. Dall'equilibrio di queste due forze, vive la stella. A un certo punto della vita di una stella quest'ultima finisce di bruciare tutto ciò che può bruciare (idrogeno, poi elio ecc... talvolta il passaggio da un combustibile all'altro è segnato da grandi cataclismi, come l'espansione in gigante rossa o l'esplosione in super nova) e si spegne. A questo punto la stella si comprime fino a diventare un blocco compatto e inerte: una nana nera. Se la stella era grande (molto più grande del nostro sole), al momento di spegnersi la sua forza gravitazionale è così forte da vincere anche la forza repulsiva interna delle particelle che compongono i nuclei atomici. La stella collassa su sè stessa, e diventa un buco nero: ossia una materia così compatta e con una forza gravitazionale così intensa, che nemmeno la luce riesce a sfuggire a quel campo gravitazionale per cui appare come un buco nero. E poichè niente è più veloce della luce, niente che finisca nel raggio d'azione del buco nero (l'orizzonte degli eventi) può poi più uscirne. Quindi, data una certa massa, è inevitabile che una stella diventi un buco nero. E' solo una questione di concentrazione di massa. Figuriamoci se tutto l'universo era concentrato in unico punto: non poteva essere altro che un buco nero, è una cosa logica e inevitabile. Certamente un buco nero può esplodere, se un'esplosione si innesca dal suo punto centrale, perchè nel suo centro la gravità è pari a zero (perchè in quel punto la massa sta tutta intorno e la gravità è come se si annullasse). Ma anche se esplode, la gravità totale non cambia: l'espansione provocata dall'esplosione prima o poi rallenta e il buco nero torna a richiudersi su sè stesso. Questa è la teoria in base alla quale l'universo, prima o poi, tornerà a richiudersi, dando vita al Big Crunch, cui seguirà poi un altro Big Bang, e così via. Un ciclo infinito. Non tutti gli astrofisici concordano con questa teoria. Alcuni infatti, sostengono che l'universo non avrebbe abbastanza massa per richiudersi: sarebbe quindi aperto, destinato ad allargarsi per sempre e a morire per entropia. Ma l'unica ragione di questo scetticismo è dato dal fatto che i calcoli fatti dagli astrofisici per stimare la massa complessiva dell'universo, sulla base delle osservazioni, danno una massa inferiore a quella necessaria per richiudersi (la "massa mancante"). In realtà io credo sia presuntuoso pensare di poter calcolare con precisione la massa dell'Universo. Parliamo di dati statistici che lasciano il tempo che trovano. Con i nostri strumenti a malapena riusciamo a vedere una piccolissima porzione dell'Universo, e non possiamo davvero pensare di riuscire a calcolare la sua massa con un semplice dato statistico. Io quindi concordo con le teorie della maggior parte degli astrofisici, secondo cui l'universo è chiuso e la "massa mancante" non la vediamo o perchè i nostri calcoli sono sbagliati o perchè essa è finita negli innumerevoli buchi neri che quasi sempre si trovano al centro delle galassie o è nascosta nelle cosiddette "stringhe", anomalie magnetiche sulla cui natura si fanno svariate ipotesi. Riordiniamo quindi le idee. L'Universo è stato generato dal Big Bang, si sta espandendo per la forza dell'esplosione originaria, ma questa espansione rallenterà e poi si invertirà: tornerà a chiudersi su sè stesso (Big Crunch). Per la sua massa, l'Universo è un gigantesco buco nero che si espande e si comprime in continuazione. Impossibile uscirne, e tutto ciò che vi entra è destinato a restarci. Luce compresa. Motivo per cui potrebbero esserci migliaia di universi ma non ci vedremmo mai a vicenda. Adesso, il Big Bang è avvenuti molti miliardi di anni fa. 30, forse 40. Per comodità diciamo 30. Ammettendo che il bordo esterno, ossia il fronte dell'esplosione, si sposti alla velocità della luce in ogni direzione, il diametro complessivo è di circa 60 miliardi di anni luce. Adesso, dobbiamo richiamare un concetto importante: la teoria della relatività. Sappiamo che nulla può essere più veloce della luce, per una semplice ragione: tutto ciò che ha massa, è necessariamente meno veloce. Tutto ciò che è senza massa (come un fotone) è automaticamente veloce come la luce: 299.792,5 km/sec. Sappiamo anche che all'aumentare della velocità, il tempo rallenta. Alla velocità della luce, il tempo si ferma del tutto. Tutto ciò, oltre che scientificamente provato, è anche estremamente logico. Facciamo un esempio: sono un astronauta, salgo su un'astronave e parto dalla terra diretto sul pianeta Pippo a 10 anni luce di distanza, e mi muovo alla velocità della luce. Ho 30 anni di età, e un fratello gemello. Quando arrivo su Pippo, sono passati 10 anni, per mio fratello gemello. Per me, non è passato nemmeno un secondo. Dev'essere per forza così. Infatti, nel momento in cui decollo, la mia immagine (i fotoni) impiegherà 10 anni per arrivare sul pianeta Pippo. Si muoverà insieme a me, che sto fisicamente viaggiando insieme all'immagine della mia partenza. Quindi, l'immagine della mia partenza arriverà su Pippo... insieme a me. Se io invecchiassi di 10 anni... sul pianeta Pippo arriverebbero l'immagine di un uomo di 30 anni e il corpo di uno di 40... e vedrebbero la mia immagine invecchiare di dieci anni nel giro di una frazione di secondo! Invece, per effetto del rallentamento temporale, io arrivo che ho sempre 30 anni, in perfetta coerenza con l'immagine che ho emesso. Quindi: per chi viaggia alla velocità della luce, il tempo non esiste. Può raggiungere qualsiasi punto dell'universo nel giro di un istante. Se uno viaggia appena sotto alla velocità della luce, il tempo rallenta in proporzione. Che devo dire... dieci anni corrisponderanno a un centesimo di secondo. Tutto questo è importante per capire che nel fronte dell'esplosione, ossia ai confini dell'universo, sul suo bordo, che viaggia alla velocità della luce, il tempo ha un valore del tutto diverso rispetto a quello terrestre. Quando lì passa un secondo, qui sulla Terra passano migliaia, se non milioni, di anni. E in proporzione, man mano che ci allontaniamo dal bordo dell'universo per avvicinarci alla zona centrale (dalle nostre parti, per intenderci) la velocità rallenta e lo scorrere del tempo aumenta. Ad esempio, ci sarà un punto in cui per un anno che passa lì, qui ne passano 1000. Per cui, se una forma di vita si è sviluppata nei pressi dei bordi dell'universo, questa forma di vita potrebbe spostarsi a velocità prossime a quelle della luce, e pertanto potrebbe percorrere l'universo in lungo e in largo in pochi attimi (per chi viaggia) e in perfetta sincronia temporale con il proprio pianeta di origine. Questo per spiegare che possono esistere civiltà - in prossimità dei bordi, che poi sono anche la parte più "vecchia" dell'universo - in grado di viaggiare tranquillamente affrontando gli spazi interstellari e intergalattici, senza ricorrere a tutte quelle teorie fantascientifiche sulle porte spazio-temporali, quinte dimensioni, tunnel nei buchi neri ecc... Chi ha la tecnologia di viaggiare alla velocità della luce, o quasi, può muoversi senza bisogno di queste cose, per qualsiasi posto, in una frazione di secondo. E se il proprio pianeta è situato vicino ai bordi dell'universo, e quindi si muove anch'esso a tali velocità, non c'è nemmeno l'handicap di partire e poi tornare per scoprire che tutti i parenti, amici e conoscenti sono morti da millenni. Mi rendo conto di aver scritto davvero tanto, e probabilmente questi concetti sono molto complicati. Meglio che mi fermi qui e senta cosa avete da dire.
  24. Sì, ma quell'ombra appartiene a phobos, e Phobos è tutt'altro che geometrico: è un masso pieno di bitorzoli! Però sotto certe angolazioni proietta un'orbita ellittica perfetta. Incredibile ma vero (a giudicare dalle foto)
  25. Gianni065

    U-Boot

    L'Operazione Market Garden è stata una delle battaglie più drammatiche della Seconda Guerra Mondiale, abbastanza ben ricostruita nel famoso film "Quell'ultimo ponte" (a sua volta tratto da un libro di Cornelius Ryan). Nel settembre del 1944, pochi mesi dopo lo sbarco in Normandia, le truppe alleate incontravano una strenua resistenza tedesca nel corso dell'avanzata. Il Generale Montgomery pensò che un aviosbarco massiccio in Olanda, dietro le linee nemiche, con la conquista dei ponti sul Reno, tra cui quello di Arnhem, avrebbe creato un corridoio preferenziale per l'avanzata da Nord delle armate alleate. Quindi: aviosbarco e conquista dei ponti; in contemporanea, offensiva delle armate inglesi e americane che avrebbero dovuto sfondare il fronte e raggiungere, uno a uno, tutti i ponti conquistati dai paracadutisti (che ovviamente avrebbero impedito che i tedeschi li facessero saltare). Insomma, come quando da piccoli univate i puntini numerati della vignetta sulla settimana enigmistica, reso l'idea? Il piano era gradito anche a Churchill: dall'Olanda partivano i missili V2 che colpivano Londra, per cui si ottenevano due piccioni con una fava. Contrari il comandante americano Eisenhower ed il suo braccio destro Patton: entrambi temevano che la mancata conquista anche di un solo ponte, o un ritardo nell'avanzata delle armate di terra, avrebbe compromesso la possibilità di raggiungere e salvare i paracadutisti che sarebbero rimasti in pieno territorio nemico. L'aviosbarco ebbe luogo il 17 (brutta data) settembre 1944: 35000 paracadutisti americani e inglesi (c'era anche un battaglione polacco) si aviolanciarono con paracadutisti e alianti: in tutto furono impiegati oltre 4000 aerei e alianti. La più grande operazione di aviosbarco della storia, di ieri e di oggi. I paracadutisti, a prezzo di gravi perdite, riuscirono a conseguire i loro obiettivi, tranne ad Arnhem, dove i parà inglesi sbarcarono sulla testa di due divisioni corazzate delle SS che nessuno sapeva che si trovassero lì. Con una tenacia incredibile, i paracadutisti riuscirono a raggiungere la città e il ponte. Si asserragliarono nelle case e conquistarono solo una estremità del ponte, quella a Nord, mentre l'altra fu occupata dai tedeschi. Per giorni i parà resistettero agli attacchi tedeschi con un coraggio e una determinazione incredibili: mancavano munizioni, mancavano viveri ma continuavano a resistere. A un certo punto (episodio famosissimo) il comandante tedesco propose la resa al comandante inglese, inviando un soldato con la bandiera bianca. Il comandante inglese fece finta di capire il contrario e rispose che se i tedeschi volevano arrendersi, era un problema perchè non sapeva dove mettere tutti quei prigionieri. Purtroppo l'avanzata delle armate alleate non riuscì a raggiungere Arnhem: i tedeschi bloccarono gli alleati ad appena 16 km da Arnhem, impedendo loro di raggiungere i parà. La notte del 26 settembre, ai parà inglesi asserragliati ancora ad Arnhem giunge l'ordine di ritirarsi: l'operazione è fallita. I parà sopravvissuti attraversano il Reno a nuoto e su barche di fortuna, e in qualche modo riescono a raggiungere le linee amiche. Della 1a Divisione inglese, ce la fanno solo poco più di 2000 uomini, su un totale di 10.000. Il loro comandante, tenente colonnello, Frost, gravemente ferito, fu catturato dai tedeschi. Altri 5000 paracadutisti americani e polacchi furono persi nelle altre città.
×
×
  • Crea Nuovo...