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Voglio farti un altro esempio, banalissimo, ma così sono più chiaro che mai. Sali su un'astronave, giri la chiavi e parti a 300.000 km/sec. Il tuo orologio, al momento della partenza, segna le ore 12.00.00 Metti l'orologio davanti ai tuoi occhi per vedere lo scorrere del tempo e... sorpresa! L'orologio è fermo. Infatti il tuo orologio si sta muovendo insieme a te a 300.000 km/sec. La luce del tuo orologio non può raggiungere i tuoi occhi perchè non può andare oltre i 300.000 km/sec. Quindi tu resti con l'immagine iniziale: 12.00.00 Se metti l'orologio a prua e tu ti siedi a poppa, non cambia nulla: il fotone emesso dall'orologio è spinto in avanti a 300.000 km/sec, e vorrebbe venire verso di te (indietro) a 300.000 km/sec: risultato, 300.000 meno 300.000 = 0 Il fotone non si muove proprio e tu lo vedi sempre fermo a 12.00.00 quel dannato orologio. Se te lo metti di fianco a te, il fotone parte (scarto laterale...) ma non ti raggiunge perchè nel frattempo ti sei spostato in avanti, e dato che per raggiungerti dovrebbe comunque superare, sia pure di un pelino, la velocità della luce, e non può farlo, lo vedi sempre inchiodato a 12.00.00 Tutto il tuo mondo, il tuo corpo, la tua mente sono fermi a 12.00.00 Il tempo, alla velocità della luce, si ferma. Perchè il tempo non esiste, non è una dimensione, non è una lunghezza. E' solo una misura, così come lo spazio tra due oggetti. Lo spazio è qualcosa che percorriamo, ma è fatto in un certo modo perchè lo vediamo in un certo modo. La gravità curva la luce, e quindi curva lo spazio, perchè lo spazio è ciò che vediamo e noi vediamo la luce, e se la luce si incurva anche lo spazio si incurva. So che è difficile accettarlo, ma è la verità.
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Jack, certe cose sono davvero difficili da comprendere. Ti capisco perfettamente. Io ho studiato queste materie e per me sono scontate, ma capisco i tuoi dubbi. Che tu viaggi a 40 km/h sul vespone, o a 200.000 km/sec su un'astronave, tu distorci il tempo. Il tuo tempo. Chiaro che a 40 km/h non si può notare, a 200.000 km/sec sì. Per cui 10 anni luce, percorsi alla velocità della luce, saranno 10 anni per tuo zio che è rimasto a casa. Per te che li hai percorsi, saranno meno di un istante: proprio zero tempo. Il motivo è che il tempo, per il tuo corpo, il tuo orologio, il tuo cervello, si blocca. Non scorre più. La luce che parte dalla Terra per arrivare sul pianeta dove sei diretto, DEVE impiegare 10 anni, per il tempo terrestre. Se tu ti muovessi alla stessa velocità, ma il tempo per te scorresse, questo significherebbe che quella luce dovrebbe SUPERARTI. Ma non può superarti. Quindi per tutto il tempo che viaggi, quella luce è esattamente a fianco a te. Tu vedi il mondo, l'universo, esattamente com'era quando sei partito. Quindi il tempo, per te, non è passato. E' la "dilatazione temporale" prevista dalla teoria della relatività, e ormai da anni dimostrata scientificamente. --------- Per quanto riguarda il bordo e noi, noi non siamo al bordo. Questo è evidente. Il bordo è stato scagliato a una certa velocità (quella della luce) e man mano quello che veniva dietro viaggiava più lentamente. E' come un'esplosione: le schegge esterne filano più veloci, quelle interne meno.
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Diciamo che per ogni tipo di motore a getto il rischio di flame-out esiste, ed in questo caso il pilota deve adottare la procedura che il manuale di volo prevede in questi casi. La procedura è solitamente quella di tentare la riaccensione (settando opportunamente il circuito di alimentazione, ponendo la manetta nella posizione indicata, mettendo l'aereo in un certo angolo di attacco e infine pigiando il pulsante start: dipende da cosa dice il costruttore). In alcuni casi, per certi aerei e per certe situazioni (quota e velocità innanzitutto) la procedura consigliata è quella di ... eiettarsi. Per gli aerei moderni, comunque, il flame-out (che solitamente avviene per ingestione di qualche corpo estraneo, pioggia compresa, oppure per l'intervento delle valvole che devono evitare lo stallo del compressore, oppure proprio per lo stallo del compressore, o per lo stallo dell'aereo, o per un problema di alimentazione del carburante) si risolve in pochi secondi con una procedura del tutto automatica di riaccensione, tanto che la procedura è spesso effettuata durante l'addestramento.
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Specifiche delle versioni del PANAVIA Tornado
Gianni065 ha risposto a Unholy nella discussione Bombardieri & Attacco al suolo
Ho dato un'occhiata a quel forum, Easy. Complimenti per la padronanza della lingua. Per quanto riguarda i Tornado, inutile cercare di discutere con inglesi e tedeschi. Loro si ritengono sempre un gradino più in alto degli italiani. Ma sul Tornado, purtroppo, hanno ragione. Quando i Tornado entrarono in linea, nella versione IDS (GR per gli inglesi) erano praticamente identici. Successivamente gli inglesi hanno sottoposto i propri Tornado a una serie di miglioramenti, specialmente per quanto attiene l'avionica e l'integrazione di armamenti esterni, che nel tempo ha consentito di passare dalla versione iniziale GR.1 all'attuale GR.4. I Tornado della RAF sono i più aggiornati di tutti, specialmente per quanto attiene l'avionica e l'apparato motore (la Rolls Royce gioca in casa...). Anche le due versione GR.1A da ricognizione e GR.1B antinave sono molto specializzate. I Tornado tedeschi della versione IDS sono stati anch'essi aggiornati, non come i colleghi inglesi, ma soltanto nelle dotazioni RWR. I Tornado italiani, invece, sono rimasti per moltissimi anni senza ricevere alcun aggiornamento, per motivi di soldi. Solo dopo la 1a Guerra del Golfo essi iniziarono a ricevere qualche modestissimo aggiornamento. Adesso, come è noto, è in corso un programma di update per un certo numero di esemplari, che dovrebbe portarli ad uno standard abbastanza vicino a quelli inglesi. Stessa storia per quanto riguarda la versione SEAD. I Tornado-ECR tedeschi hanno una dotazione elettronica molto avanzata, tanto che sono in grado di compiere sia missioni SEAD che missioni di ricognizione elettronica. Inoltre sono predisposti per montare un sensore lineare all'infrarosso. Infine, montano la versione Mk.105 del motore RB.199, che ha uno spunto di potenza in più ed è più affidabile. Invece i Tornado IT-ECR italiani sono soltanto dei normali IDS leggermente modificati: praticamente hanno solo il sensore passivo che consente di sfruttare i missili antiradar, e un sistema di data link, niente più. -
Da un punto di vista strettamente scientifico, l'inversione del campo magnetico terrestre avviene ogni tot anni, e impiega un certo tot di anni. Per quanto riguarda il primo "tot", gli scienziati parlano di cifre nell'ordine del 100.000 anni, ma secondo alcuni sarebbero 700.000 anni. Per quanto riguarda il secondo "tot", le stime vanno da un minimo di 2000 anni a oltre 10.000. Secondo alcuni la Terra da alcuni secoli ha in corso questa inversione, ma è escluso che essa si completi nel 2012. Ci vorranno ancora molti secoli, se non millenni. Anche il sole inverte polarità, ma lo fa con una velocità molto maggiore: il suo ciclo è di appena 11 anni, e francamente non gli arreca nessuna danno, per cui non c'è ragione di pensare che sulla Terra debba succedere chissà cosa, a parte la necessità di adeguare le strumentazioni. Poi ci sono un po' di cosiddetti studiosi dei misteri, che ritengono che invece i cili siano più brevi. Ma se fossero più brevi e fossero così disastrosi, l'uomo si sarebbe estinto già migliaia di anni fa. ------- Molte civiltà del passato sono davvero misteriose. I Maya, gli Aztechi, le civiltà indù, gli assiri, per non parlare di popoli come i vichinghi, i celti, gli egizi, hanno dimostrato di avere conoscenze e capacità tuttora inspiegabili. Ci sono molte teorie al riguardo, ma nessuna esauriente e provata. Come mai i Maya avevano certe conoscenze astronomiche così precise? Come mai alcuni popoli conoscevano l'esistenza di stelle e pianeti che sono stati scoperti solo negli ultimi decenni? Come fecero gli egizi a costruire le piramidi? Come fecero gli indios sudamericani a trasportare ed edificare con immensi blocchi di granito città costruite su montagne alte 3000-4000 metri? Cosa significa esattamente Stonehenge? Cosa significano e come poterono essere realizzati i disegni di Nazca? Gli studiosi sostengono - giustamente - che gli antichi osservavano il cielo più di quanto immaginiamo, e pertanto avevano una cultura astronomica notevolissima. E gli archeologhi pensano che grandi civiltà come quella egizia avevano messo a punto una capacità "meccanica" tale da poter costruire le Piramidi e tutto il resto. Difficile smentirli. Se avessimo trovato un televisore con telecomando, quello sì che sarebbe stato impossibile da spiegare. Ma non abbiamo mai trovato nulla di impossibile da realizzare con le tecniche di allora. Possiamo parlare di difficile, di improbabile, di inspiegabile ma non di impossibile.
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Ok... andiamo avanti. Sinora abbiamo detto questi concetti: 1) La nascita della vita come evento casuale, sulla terra, è molto improbabile. 2) in molti testi antichi esistono descrizioni sconcertanti. 3) le osservazioni astronomiche hanno talvolta evidenziato anomalie nello spazio esterno, che gli enti spaziali si sono affrettati di investigare. Adesso dobbiamo parlare di un'altra cosa davvero insolita, cui avete già accennato. Tunguska, 1908. Poco dopo le sette del mattino del 30 giugno 1908, qualcosa esplodeva sul cielo di Tunguska. I sismografi rilevarono la vibrazione a 1000 km di distanza, ne udirono il frastuono a 500 km, la gente che si trovava a 60 km dall'esplosione fu scagliata a terra, mentre ci furono morti tra i pastori che si trovavano a ben 30 km dall'epicentro: uno di essi morì dopo essere stato scagliato su un albero. 2150 kmq di foresta andarono distrutti, e tutti gli uomini e gli animali nel raggio di diversi chilometri furono uccisi. I testimoni videro una palla di fuoco nel cielo. Essi udirono ben sette distinte esplosioni. Fuoco e fumo arrivarono a quasi trenta chilometri dall'epicentro. I primi esploratori giunti sul posto scoprirono un terreno devastato: per decine di chilometri gli alberi erano stati abbattuti, bruciati e spazzati via. Tranne che nell'epicentro, dove gli alberi rimasero in piedi, senza rami e bruciati. Nessun cratere. Chiaro che l'esplosione era avvenuta in cielo. Gli scienziati hanno calcolato la potenza dell'esplosione in un ordine di grandezza di vari megaton. Molti scienziati propendono per la tesi che si sia trattato di un meteorite che, anzichè impattare il suolo, esplose in aria, a qualche migliaio di piedi di altezza. Un evento simile (esplosione in aria del meteorite) non si è mai verificato prima (nè dopo) sulla Terra, almeno per quanto ne sappiamo. I russi hanno però trovato tracce, nella zona, di materiali rocciosi molto simili a quelli dei meteoriti. Hanno anche trovato il terreno vetrificato, così come avviene nelle esplosioni nucleari, che testimonia il raggiungimento di temperature pari a 15.000 gradi. E' stato accertato che al momento dell'esplosione, per migliaia di chilometri tutt'attorno, il "polo magnetico" terrestre fu alterato. I dati sulla radioattività sono poco indicativi: nel 1908 non si sapeva nemmeno cosa fosse, e le prime misurazioni furono fatte 50 anni dopo... un po' tardino. Ecco alcune foto: Le prime tre sono state scattare a Tunguska, le ultime due a Hiroshima...
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Triangolo delle Bermuda. La storia iniziò nel 1945, con la scomparsa dei 5 siluranti Avenger in addestramento, e dell'idrovolante Mariner lanciato per cercarli. Ora, chi conosce il mare sa che il mare è una brutta bestia. Non perdona gli errori, e spesso non perdona nemmeno chi non commette alcun errore. L'area caraibica delle Bermuda presenta anomalie magnetiche causate dalle fortissime tempeste che si scatenano nella zona. Alcuni scienziati sostengono che comunque, indipendentemente dalle tempeste, il campo magnetico terrestre non è perfettamente regolare e in alcune zone del mondo, come le Bermuda, può disorientare le bussole. Disorientarsi in mare è facile: ricordo l'episodio di un E-2C Hawkeye che si perse in mare e precipitò per l'esaurimento del carburante... eppure l'Hawkeye ne ha di sistemi di navigazione a bordo... Poi occorre considerare che l'area caraibica, così come molte aeree del Pacifico e dell'indiano, sono ancora infestate dai pirati. Può sembrare strano, che nel 2005 si parli di pirati, ma è così. La pirateria esiste ancora, ovviamente in chiave moderna (i fucili d'assalto hanno sostituito le sciabole) ma esiste. E questo potrebbe spiegare qualche misteriosa sparizione o ritrovamento di navi senza equipaggi. Ma più di tutto occorre considerare che nel triangolo delle Bermuda NON c'è stata una media di sparizioni e incidenti superiore a quella di altre zone di mare. Non avete idea di quante navi e aerei siano spariti nel Mediterraneo senza lasciare traccia. Inoltre le correnti hanno spesso portato in giro le mine navali disposte durante la seconda guerra mondiale: e di mine ne furono messe in mare parecchie, sia da americani che da tedeschi, nell'Atlantico davanti alle coste e ai porti statunitensi. Senza contare che nei Caraibi le tempeste e gli uragani si scatenano all'improvviso, senza dare alcun segnale di avvertimento. Ancora, molto spesso quelle sparizioni sono bufale: navi come la Miramon, la Stavenger, l'Elizabeth, che sarebbero sparite nel Triangolo... non sono proprio mai esistite. Un peschereccio (lo Sno'Boy) dato per scomparso nel 1963, non era mai scomparso: l'equipaggio aveva solo cambiato rotta per il maltempo. Il navigatore Bill Verity, che fu dato scomparso nel 1969 proprio mentre esplorava il Triangolo delle Bermuda, fu ritrovato vivo e vegeto a San Salvador dove fu costretto a riparare a causa di un urugano. Infine... i resti degli Avenger scomparsi nel 1945 sono stati ritrovati nel 1987 (una intera carcassa è stata recuperata) ed è stato confermato che quei poveri piloti persero la rotta e finirono tutti in mare senza carburante. Anche il Triangolo, quindi, è solo un mito affascinante.
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Prima che me lo chiediate... lo stallo del compressore è un fenomeno che può verificarsi in tutti i motori a getto. In pratica succede che l'aria spinta dal compressore verso gli altri stadi più interni del motore, vuoi per l'angolo di attacco o vuoi per una decelerazione improvvisa o per un vuoto d'aria o per un afflusso irregolare del carburante, ha un volume insufficiente. Entra meno aria del dovuto, insomma. A questo punto siccome l'aria è poca, essa non può essere compressa correttamente, e non riesce a passare attraverso gli stadi successivi. Pertanto resta a costituire una specie di "tappo" che va a interferire con il funzionamento del compressore, impedendogli di continuare ad aspirare e comprimere altra aria. Il compressore quindi va in stallo, è come se girasse a vuoto. Un evento del genere può provocare lo spegnimento del motore, il suo danneggiamento, un incendio, una forte vibrazione... oppure, nei casi peggiori, un'esplosione catastrofica. Per ovviare allo stallo il pilota dovrebbe diminuire la velocità e ridurre l'angolo di attacco... ma è ben difficile che ne abbia il tempo. Diciamo che tutti i motori a getto, nel momento in cui un aereo decelera o assume un angolo di attacco anomalo o elevato, tendono ad andare in stallo. Per evitare lo stallo ci sono vari rimedi tecnici, uno dei quali è costituito da alcune valvole che provvedono a spillare aria dal motore in maniera da rimuovere il tappo che si è formato e liberare il passaggio all'aria che proviene dal compressore. Però se una di queste valvole si guasta... può succedere quello che avete visto nel video. Di sicuro il pilota ha avuto qualche secondo per rendersi conto di cosa succedeva (vibrazioni e scuotimenti) e ha riconosciuto in tempo i sintomi dello stallo del compressore, comandando l'eiezione.
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Sì, qualcosa posso aggiungerla io. Il 20 settembre del 1995 un F-14A TARPS, decollato dalla Lincoln, mentre effettuava un passaggio di fianco al cacciatorpediniere lanciamissili Paul Jones, a 800 miglia da Guam nel Pacifico, esplose in volo. I due piloti si lanciarono e furono tratti in salvo dall'equipaggio della nave, nel giro di otto minuti, tanto che l'US Navy attribuì un riconoscimento al comandante della nave ed al suo equipaggio. Le risultanze dell'inchiesta dicono che l'F-14 stava effettuando un passaggio ad alta velocità, ma non aveva superato il Mach 1 (e in effetti nel video non si sente il bang sonico: l'alone di condensazione si forma anche un po' sotto la velocità del suono). La causa individuata è lo stallo del compressore (che non è la prima volta che capita sugli F-14A/B).
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Da quello che ho scritto negli altri post avrete capito che io non trascuro mai un'ipotesi, ma cerco sempre di capire se c'è una base di verità. Ci sono misteri, ufologici e non, che effettivamente sono difficili da spiegare o non sono spiegabili (prendiamo ad esempio i grandi disegni di Nazca o le tecniche costruttive delle Piramidi) ma purtroppo certe cose interessanti si perdono nella vastità delle boiate e delle speculazioni che circondano l'argomento da 50 anni a questa parte, tanto che anch'io ho deciso di smettere di analizzare alcuni di questi fatti, molti anni fa, perchè ormai il rischio è di passare per pazzi. Il caso della Eldridge (e del famigerato esperimento Phidalphia) è appunto una di quelle bufale che contribuiscono a confondere e a screditare chi volesse tentare di capire seriamente qualcosa. -------- Allora, partiamo innanzitutto dalla nave. Che era un cacciatorpediniere e non una corazzata. Il cacciatorpediniere DE-173 USS Eldridge è stato varato il 25 luglio del 1943 dai cantieri di Newark. Ha svolto un intenso servizio di scorta ai convogli, sia in Atlantico che in Pacifico, dal gennaio del 1944 alla fine della guerra. E' stato radiato dall'US Navy (come centinaia di altre simili unità) il 17 giugno del 1946 ed è rimasto in riserva sino al 1951. Nel 1951 è stato venduto alla marina greca, che lo ha rinominato D-54 Leon. Dopo altri 40 anni di servizio, la Marina Greca ha radiato il Leon nel 1991, ponendolo in riserva (e utilizzandolo come scafo per addestramento delle reclute almeno fino al 1998) Ceduto alla fine a un cantiere greco per la demolizione, il cantiere non l'avrebbe ancora demolito e avrebbe contattato vari enti e personaggi nella speranza di riuscire a vendere la nave o i suoi pezzi come souvenir dell'Esperimento Philadelphia. Conclusione: il buon Eldridge (unica nave a portare questo nome nella storia della marina americana, tanto per sgombrare il campo da equivoci) non è mai scomparso, non è una nave fantasma, e le sue lamiere arrugginiscono in grecia. Questa è una foto della cerimonia di consegna alla grecia nel 1951: ---------- Passiamo all'Esperimento Philadelphia (del 1943). E' vero che l'USNavy fece molti esperimenti con campi magnetici sulle sue navi, ma solo per verificare se la nave potesse diventare "invisibile" dal punto di vista magnetico: quindi per non attivare mine e siluri magnetici. Questo procedimento, allora agli albori, oggi è una tecnica normalissima. Si chiama De-gaussing e la usate anche voi sui vostri monitor del pc. Anche le navi moderne vengono sottoposte al procedimento di de-gaussing, ossia di demagnetizzazione, specialmente quelle destinate alla lotta antimine e antisom. Sta di fatto che nel 1943 l'Eldridge era nel porto di Philadelphia, assieme al cacciatorpediniere Engstrom. Era quest'ultimo che stava provando le tecniche di de-gauss. A bordo dell'Elridge, invece, c'era l'equipaggio che si stava addestrando perchè di lì a poche settimane la nave sarebbe partita per la prima crociera operativa in Atlantico. A bordo della nave si spiegava l'ultizzo di vari aggeggi all'epoca abbastanza segreti, come il radar, il sonar, nuovi modelli di sestanti e di compassi, per i quali i marinai erano stati comandati di tenere il segreto con chiunque. Stessa cosa per i marinai dell'Engstrom. Una sera in un bar del porto, le due ciurme, mezze ubriache, si stavano gongolando e ciascuna si vantava che la propria nave era quella più avanzata e con le tecniche più segrete. Chi parlava di invisibilità magnetica, chi parlava di strumenti segreti, in barba alle consegne. Finì in rissa, intervenne la polizia militare e due marinai dell'Eldridge se la diedero a gambe. Queslla stessa sera l'Eldridge tolse gli ormeggi e salpò per Norfolk. I due marinai non riuscirono a rientrare per tempo sulla nave e rimasero a terra. Dalla nave avvertirono le autorità locali che due marinai mancavano all'appello, e pregarono di ritrovarli al più presto. L'Eldridge arrivò a Norfolk, imbarcò rifornimenti e munizioni e fece ritorno a Philadelphia sia per ragioni logistiche che per raccogliere i due marinai che nel frattempo si erano presentati all'autorità portuale. Ora, la cosa bella è che Norfolk dista da Philadelphia appena 193 miglia nautiche. Il cacciatorpediniere Eldridge, nuovo di pacca, aveva una velocità di 21 nodi, ossia 21 miglia nautiche all'ora. Questo significa che per andare e tornare da Philadelphia a Norfolk ci mette in tutto 18 ore. In quel periodo, però, per difendere i due porti e tutto il canale che li collega, dall'insidia dei sottomarini tedeschi, quel tratto di mare era in parte minato, e in parte chiuso con reti antisiluro e anti-sottomarino. Le navi mercantili dovevano seguire un lungo percorso a zigzag per percorrere quel tratto. Solo le navi militari avevano una corsia preferenziale, una specie di canale libero riservato alle unità da guerra, e segreto. Motivo per cui l'Eldridge dopo 24 ore era già di ritorno a Philadelphia, mentre una nave mercantile, a 12 nodi, ci metteva praticamente quattro giorni ad andare e tornare! Ecco che ci sono tutti gli ingredienti del mistero: - la marina che fa esperimenti con i campi magnetici; - la sparizione di due marinai; - una nave che viene vista praticamente nel giro di poche ore a Phidelphia e poi a Norfolk, e poi di nuovo a Philadelphia; - qualche marinaio civile che sente la storia degli esperimenti nel bar, e tra mezze parole percepisce cose come "invisibilità magnetica"; - aggiungiamo la superstizione dei marinai ed il gioco è fatto. Mi immagino la scena: "Sai che ieri ho sentito quelli della Navy che parlavano di esperimenti di invisibilità? Erano ubriachi fradici" "Davvero? Su che nave?" "Boh, mi pare l'Eldridge o l'Engstrom?" "L'Eldridge? Ma sai che c'è gente che giura di aver visto l'Eldridge in due posti contemporaneamente? A Philadelphia e a Norfolk!" "Cavolo! E io ho sentito che due marinai dell'Eldridge sono spariti nel nulla!" E' così che nasce una leggenda.
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Ok, in questo post siamo arrivati quindi ai punti cruciali. Il primo è che i viaggi interstellari sono possibilissimi, a patto di avere una tecnologia che consenta di raggiungere certe velocità. Si tratta, appunto, solo di tecnologia, ma nulla vieta - dal punto di vista fisico - di accelerare un corpo sino a velocità prossime a quelle della luce. Il secondo è proprio che la velocità della luce è insuperabile. Il che ci porta a una considerazione: se è comprovato che - data una certa massa - la forza di gravità produce alla fine, inevitabilmente, un buco nero (è questa la fine di tutte le stelle che hanno una massa superiore a 1,44 masse solari, il cosiddetto limite di Chandrasekar) è ovvio che la massa dell'universo, prima del Big Bang, era enormemente superiore a questo limite, per cui l'universo era un buco nero. Ciò significa che - esattamente come in un buco nero - nemmeno la luce può sfuggire dall'universo, e quindi se c'è qualcosa oltre l'universo (altri universi, ad esempio) nessuno lo saprà mai. La gravità dell'universo è tale che lo spazio è incurvato in modo che un raggio di luce che lo percorra tutto... si ritroverà al punto di partenza. Inutile, quindi, interrogarsi su cosa ci sia oltre i limiti del nostro universo. Il terzo punto è che in certe regioni dell'Universo la vita può essersi sviluppata in forme che non conosciamo, decisamente più probabili rispetto a quelle con cui si è sviluppata sulla Terra. Se sulla Terra le probabilità erano di 1 su 1 miliardo (è una cifra inventata) in altri posti queste probabilità potevano essere molto superiori. Credo che su questo argomento ci sia poco che possa aggiungere, quindi direi di tornare al post originale...
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Le tattiche militari del passato non possono essere comprese, se non ci si cala completamente nella mentalità di quei tempi e nelle caratteristiche degli armamenti. Inannzitutto occorre tener presente che certi concetti erano molto radicati: le truppe dovevano avere le uniformi perfette e la disciplina era molto severa. I soldati erano ignoranti, non avevano spirito di iniziativa (nè era tollerato che lo avessero) e avevano una marcata tendenza alla diserzione e alla fuga. Pertanto gli inquadramenti, la disposizione su file, le marce, erano l'unico modo per assicurare il controllo. Oggi un comandante di unità è sempre alla guida dei suoi uomini ed è alla loro testa. Prima il comandante era dietro i suoi uomini: se fosse andato avanti avrebbe corso il rischio di voltarsi e di non vedere nessuno che lo seguisse! Inoltre non esistevano i moderni sistemi di comunicazione (come la radio o il telefono da campo). Non è facile coordinare l'azione di un esercito di 10.000 o 100.000 uomini, senza un sistema di radiocomunicazioni e di telefoni da campo. Lo schieramento per file, le bandiere e i vessilli, erano l'unico modo attraverso il quale potevano darsi ordini che fossero percepiti e visti da tutti ed eseguiti in tempo più o meno reale. Inoltre, le armi da fuoco non erano come quelle di oggi. Un fucile ad avancarica, in mano a un soldato esperto (e all'epoca i soldati erano quasi tutti contadini) può sparare un colpo ogni venti - trenta secondi. Quindi la tecnica era che i fucilieri si disponevano per file, una sfila sparava , poi la fila dietro passava avanti e sparava anch'essa mentre la prima ricaricava. Questo "avvicendamento" determinava anche un'avanzata lenta ma costante, finchè i due fronti giungevano alla distanza utile per l'assalto alla baionetta e il combattimento si trasformava in uno spietato corpo a corpo. Le artiglierie non sparavano in modo "balistico", ma con tiro praticamente diretto, per cui andavano posizionate più in alto o anch'esse in linee di fronte in mezzo allo schieramento: e in entrambi i casi le truppe dovevano rigidamente restare nei propri ranghi e settori, per non essere falciate dal "fuoco amico". La cavalleria veniva tenuta arretrata, sia per poter approfittare di uno sfondamento del fronte nemico, attraverso il quale infilarsi per piombare sulle retrovie e in particolare sulle artiglierie nemiche, sia per respingere eventuali sfondamenti del nemico, sia per eseguire manovre a tenaglia per colpire i fianchi del nemico. Chiaramente, poi, le tattiche erano diverse, secondo che si trattasse di due eserciti che si davano battaglia, o se uno dei due era sulla difensiva e l'altro all'attacco, o secondo la natura e la consistenza del nemico. Se si riusciva a sfondare il fronte al punto di minacciare il comando dello schieramento nemico (generalmente posto in posizione sopraelevata) costringendolo a spostarsi o a ritirarsi, la battaglia era quasi certamente vinta, perchè le truppe, prive di guida o di riferimento, non potevano far altro che ritirarsi o darsi alla fuga. La vittoria di solito andava a chi riusciva a sfruttare meglio il terreno, a chi aveva l'esercito più motivato e numeroso, a chi utilizzava correttamente le riserve... Tutte queste tattiche furono completamente stravolte dall'invenzione della mitragliatrice, dei fucili a ripetizione, delle artiglierie balistiche e dei proietti esplosivi.
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Elezioni democrazia occupazione militare.
Gianni065 ha risposto a davide_volante nella discussione Off Topic
E va bene, se parliamo delle industrie militari già il discorso cambia. Sul petrolio, so perfettamente che non c'entra nulla e i dati lo dimostrano. Se parliamo dell'industria militare è chiaro che qualsiasi conflitto avvantaggia sempre almeno due tipi di settori: quello militare e quello farmaceutico (non ve l'aspettavate, eh? controllate il valore delle azioni delle case farmaceutiche prima e dopo i conflitti). Su questo punto, per la stessa obiettività con cui ho respinto la tesi petrolio, non posso smentirti, Ghost, ma solo esprimere un'opinione. La mia opinione personale è che qualsiasi ragione economica, in queste due guerre (afghanistan e irak) è secondaria. Gli americani sono stati colpiti duramente, e secondo me il desiderio di vendetta e la necessità di creare le condizioni perchè ciò non si ripeta in futuro, sono stati i principali motori di queste azioni militari. Dico questo perchè secondo me se si fossero volute avvantaggiare le industrie militari, sarebbe bastato aumentare il bilancio della difesa e riportare le forze armate ai livelli reaganiani, senza necessità di fare guerre. Nessuno avrebbe avuto nulla da ridire, dopo l' 11 settembre, i soldi si sarebbero spesi ugualmente e le industrie avrebbero lucrato nello stesso modo. A questo punto ognuno può pensarla come vuole. Anche le società proprietarie delle Twin Towers ci hanno guadagnato (rimborso assicurativo) così come le imprese edili che hanno smantellato e ricostruito l'area. Ma di qui a dire che le imprese edili hanno organizzato l'attentato dell'11 settembre, ce ne passa. La verità è che a un certo punto Bush si è ritrovato riunito nella stanza ovale della Casa Bianca con i responsabili delle forze armate, dell'intelligence, della politica interna e di quella estera. Posso solo immaginare come è andata: l'intelligence asseriva che Saddam stava costruendo armi di distruzione di massa; i consiglieri per gli affari interni avvertivano Bush che una guerra poteva costargli la rielezione; i militari assicuravano che erano pronti e preparati ma consigliavano la massima prudenza e premevano per soluzioni diverse dall'invasione (può sembrare strano ma i militari seri odiano le guerre più dei pacifisti); i responsabili di politica estera avvertivano che più tempo passava e più il consenso internazionale si sarebbe ridotto, per cui occorreva attaccare subito o non attaccare mai più. Alla fine Bush ha deciso di attaccare. Ha sbagliato? Ha fatto bene? Aveva a cuore gli interessi delle industrie militari? Sperava di liquidare la cosa nel giro di poche settimane? Contava su un maggiore appoggio degli alleati e dell'ONU? Era sicuro che si sarebbero trovare le armi di distruzioni di massa? Questo non lo sa nessuno, lo si può solo ipotizzare e ciascuno ipotizza ciò che vuole. -
La popolazione è contentissima, lasciate stare le cavolate che scrivono sui giornali e le rimostranze di quelle etnie che con Saddam hanno spadroneggiato. Io so soltanto che se fossi nato in un paese dove un dittatore può fare quello che vuole, dove i miei figli sono condannati a vivere in povertà e a non potersi istruire perchè non appartengono all'etnia eletta, dove sono costretto a pregare quando mi dicono di farlo e a morire se mi ammalo di un'influenza, sarei ben contento di essere invaso e liberato. E preferisco accettare il rischio di una bomba che mi uccida per sbaglio, piuttosto che vivere una vita in schiavitù.
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Elezioni democrazia occupazione militare.
Gianni065 ha risposto a davide_volante nella discussione Off Topic
Invasori o no, dall'Irak è stata estirpata una dittatura pericolosissima, che ospitava e foraggiava i peggiori terroristi del mondo, e teneva il popolo oppresso e soggiogato. Pensare che adesso si possa lasciare l'Irak a sè stesso, è assurdo. I contingenti di pace non bastano, la situazione è ancora troppo instabile. L'ONU stessa non ne vuol sapere, perchè l'area è troppo rischiosa. La presenza militare americana è quindi ancora indispensabile, almeno finchè in Irak non ci sarà un governo stabile, una struttura militare affidabile ed efficiente, forze di polizia motivate, infrastrutture in grado di assicurare l'assistenza sanitaria e scolastica. Tutto questo non si costruisce in un anno, ce ne vorranno parecchi. Tra l'altro, l'Irak deve potersi difendere da un possibile attacco Iraniano. Senza le truppe della coalizione, l'Irak sarebbe facile preda dell' Iran, e ci si ritroverebbe a combattere una terza guerra del Golfo. Tra l'altro, finchè il terrorismo è impegnato nelle azioni di guerriglia in Irak, non ha il tempo e la volontà di andare a colpire altrove. Se gli lasciamo mano libera, tornerà a colpire in occidente. -
C'è già stato un post esauriente sull'argomento, non credo valga la pena di parlarne nuovamente: http://www.aereimilitari.org/fo...c=701&hl=aurora
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Il Mangusta è un elicottero da attacco, e non può essere impiegato in ruoli che non gli competono. E' giusto mandarli, perchè c'è un contingente militare dispiegato in area operativa, ed è corretto che esso disponga dei supporti necessari: mezzi blindati, carri armati, elicotteri utility ed elicotteri d'attacco. Ma ci sono missioni, appunto, dove un elicottero "normale", come il Griffon (che è un'evoluzione dell' UH-1 Huey), è necessario: esplorazione, trasporto, interventi umanitari, ecc... Semmai il Mangusta potrà essere impiegato di scorta ai Griffon. Ciò non toglie che una raffica ben assestata possa comunque colpire un Griffon, scortato o no, e nemmeno i Mangusta sono invulnerabili. Hanno tirato giù gli Apache, figuriamoci i Mangusta.
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Insomma... non era proprio così... ma è vero che c'era un inaudito sprezzo della vita dei propri soldati.
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l' A-129 Mangusta è un elicottero d'attacco, di produzione italiana, derivato dall'A-109. Si tratta di un elicottero d'attacco leggero, abbastanza più piccolo rispetto ai suoi colleghi Apache, Cobra e Tiger, ma è comunque una macchina molto valida, e l'Italia è tra i pochissimi paesi al mondo ad aver progettato e messo in servizio un elicottero da attacco "puro". Qui trovi una scheda tecnica in italiano: http://members.xoom.virgilio.it/Aircrafts/paga129.html
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Gianni065 ha risposto a IceSergei nella discussione Marina Militare
Sì. E se mi consenti un mio parere personale, il COMSUBIN è di molte tacche più in alto rispetto al COL MOSCHIN.... -
Sì. Ma non è nulla di speciale, credimi. E' normale per un reparto paracadutisti, e gran parte del programma è eseguito anche dalla fanteria (anche un soldato deve saper marciare con l'equipaggiamento, o calarsi da una corda, o combattere in ambiente urbano, o sapersi difendere). Quando parliamo di "speciale", intendiamo qualcosa di diverso. Intendiamo addestramenti che portano il fisico alle sue estreme capacità. Intendiamo corsi di sopravvivenza intensivi. Intendiamo la capacità di utilizzare alla perfezione molti diversi tipi di armi, non solo quelle in dotazione. Intendiamo la capacità di resistere alla tortura, agli interrogatori. Intendiamo avere capacità di utilizzo di esplosivi, loro disinnesco, capacità di coordinare l'intervento in misura di decimi di secondo con gli altri componenti della squadra. Tanto per farvi capire la cosa, nel corso di addestramento SEAL c'è quella che viene chiamata la "settimana infernale": in sette giorni il SEAL è sottoposto a 132 ore di intensa attività fisica (addestramenti, marce, tiri ecc...) e può dormire solo 4 ore. Quattro ore in sette giorni... Ecco, cosa io (e i militari) intendo per "reparto speciale". Volete vedere una cosa curiosa? Qui trovate la composizione delle razioni viveri per i vari reparti italiani nelle varie attività. E' la Gazzetta Ufficiale (in Italia certe cose si fanno con una legge....) http://gazzette.comune.jesi.an.it/2000/57/2.htm
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Uhè, scherziamo? Ma pensi veramente che io faccia copia e incolla di quello che scrivo? Quando incollo qualcosa lo dico chiaramente e cito la fonte. Il resto sono cose che so. e che dico con le mie parole. Al massimo posso consultare l'archivio se non ricordo bene un dato. Che cavolo, nemmeno lo stile di scrittura riconosci?
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Andiamo... non perdiamoci in falsi stereotipi... I terroristi sono finanziati e pagati da chi - anzichè usare i soldi per migliorare le condizioni di vita della propria gente-, preferisce utilizzarli per seminare terrore in occidente e aumentare il proprio potere. Saddam anzichè ospitare terroristi, finanziarli, pagare migliaia di dollari alle famiglie dei kamikaze e farsi il bidet con i rubinetti in oro puro, poteva usare i suoi trilioni per comprare cibo e case al suo popolo e ai palestinesi. Non dimentichiamo che gente come Gheddafi ha addestrato - spendendo fior di quattrini - tutti i gruppi terroristici del mondo, dai palestinesi all'IRA alla RAF ai Baschi alle Brigate Rosse. Il terrorismo è solo un modo di fare la guerra. Chi decide di immolare la sua vita per un ideale, lo fa come i bonzi: si versa la benzina addosso e si dà fuoco. Quella è una protesta. Farsi saltare in un pullman carico di donne e bambini è una cosa diversa. Mi spiace, ma non dovete guardare le cose a senso unico. In Occidente abbiamo dato vita a fior di organizzazioni (UNESCO, UNICEF, FAO e compagnia) per aiutare il terzo mondo, spendendo un sacco di soldi. Non è tutta colpa nostra se in certi paesi i governanti preferiscono le leggi dei kalashnikov e delle bombe, rispetto agli ideali che hai giustamento citato.
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Gianni065 ha risposto a IceSergei nella discussione Marina Militare
Ecco, il COMSUBIN è davvero un reparto speciale, come i SEAL americani. I COMSUBIN sono subacquei incursori, sono abilitati a paracadutarsi (sia a terra che in acqua), a percorrere miglia a nuoto con l'equipaggiamento, a usare esplosivi e armi speciali, ad assaltare navi e infrastrutture portuali, a minare o sminare spiagge, aprire varchi tra le difese ecc... ecc... Chiaro che il loro addestramento non è secondo a nessuno: in Italia sono i primi. -
Le SWAT non sono unità militari, ma reparti o squadre speciali di polizia, che sono state create dalle più grosse città americane. Esse sono a un livello addestrativo superiore alle normali forze di polizia, ma inferiore ai NOCS e ai GIS, una via di mezzo, insomma. L' SAS britannico è una cosa ancora diverso, perchè è un corpo militare con capacità di anterrorismo, sarebbe scorretto assimilarlo ai NOCS o ai GIS. A un NOCS non puoi chiedere di paracadutarsi nel deserto e mettere fuori uso una postazione di SCUD. A un SAS sì. Per fare quella cosa l'Italia dovrebbe impiegare il Col Moschin. Il Tuscania, invece, è solo un normale reparto di paracadutisti, come gli altri della Folgore. Non è speciale... nel senso che in Italia siccome di paracadutisti ce ne sono pochi allora lo consideriamo speciale come reparto. In USA dove di paracadutisti ci sono intere divisioni, esse non sono considerati reparti speciali in senso stretto, non so se sono stato chiaro. La differenza è tra reparti "specializzati" e reparti "speciali", sono due cose diverse. Paracadutisti, alpini paracadutisti, forze anfibie sono reparti specializzati. Col Moschin, Comsubin, NOCS e GIS sono reparti speciali.