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Deve chiederla. Se è idoneo (precedenti penali, garanzie di custodire la collezione in condizioni di sicurezza) non ha molti problemi ad ottenerla.
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Una precisazione: probabilmente i 15000 gradi che hai letto sono quelli generati dal proiettile all'impatto. Del resto proprio le altissime temperature sviluppate all'impatto costituiscono uno dei due principi su cui si basa l'effetto di penetrazione dei proiettili anticarro ad energia cinetica: uno è appunto il plasma rovente generato dall'impatto che fonde la corazza del carro armato, l'altro è l'energia cinetica trasferita sul bersaglio.
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Allora, eccomi qua. Buon domenica per chi legge. Dunque, il "cannone elettromagnetico" è noto in ambiente tecnico con il nome "rail gun". Il principio su cui si basa è quello dell'induzione elettromagnetica. Il proiettile è in materiale metallico (solitamente tungsteno) ed esso viene sottoposto a un campo elettromagnetico affinchè si carichi positivamente o negativamente. A quel punto la slitta in cui si trova viene attraversata da una corrente e caricata progressivamente in maniera da sfruttare il principio di attrazione tra cariche opposte e di repulsione tra cariche uguale, e cos' il proiettile viene "spinto" e accelerato lungo la slitta e pertanto sparato fuori. Questa tecnologia è studiata da anni (all'inizio per applicazioni spaziali) ed attualmente si è in grado di accelerare un proiettile del diametro di 90 mm e pesante fino a 2 kg, in tungsteno, utilizzando una slitta lunga sei metri, a velocità di 3-4 km/sec. Si tratta di una potenza impressionante: un proiettile del genere ha una forza cinetica enorme, potrebbe distruggere senza problemi qualsiasi bersaglio, compreso un carro armato. I vantaggi rispetto a un sistema tradizionale (cannone) è che ovviamente non c'è carica esplosiva nè occorrono canne che debbano resistere a pressioni elevate. Proprio le pressioni elevate costituiscono un limite fisico al cannone tradizionale, che non può andare oltre certe prestazioni (ormai raggiunte dalla tecnologia attuale). In prospettiva quindi si può realizzare un cannone efficiente e più potente di qualsiasi cannone tradizionale, meccanicamente meno laborioso e molto meno costoso. Di contro c'è da risolvere i problemi legati alla produzione dell'energia necessaria per l'impulso elettromagnetico, alla generazione di altissime temperature, alla rapida usura dei binari della slitta. Per il proiettile in sè, le alte temperature (che possono anche arrivare ai 10.000 gradi che hai citato, anche se i sistemi su cui si lavora puntano su temperature nell'ordine dei 3000) non sono un problema. Un proiettile di tungsteno ha un punto di fusione oltre i 3000 gradi, ma anche se fonde, comunque il plasma fuso è scagliato come un proiettile e il risultato finale all'impatto non cambia (ma i proiettili sarebbero progettati affinchè si fonda solo il mantello esterno, lasciando intatto il nucleo). L'USNavy è molto avanti nella realizzazione di un esemplare operativo di railgun, ma ribadisco che è una tecnologia che ha ancora una lunga strada davanti a sè.
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Gli squali hanno banchettato in abbondanza quel giorno, tranquillo...
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Lo so io, tranquilli... ma vi rispondo con calma... oggi è sabato...
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No. Possono andare a un erede.
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Possono. E devono.
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Bhè, sai, tutte le volte che si usa una munizione "lunga" (come il 5.56 NATO) in armi dalla canna corta (M4, che per chiarire a chi non mastica bene le armi leggere è la versione carabina dell'M-16) il rendimento cala notevolmente. Una canna più corta di quella ottimale, infatti, determina una incompleta combustione delle polveri e quindi pressioni inferiori. La resa balistica, pertanto è inferiore: ciò significa palla più lenta, meno potente e meno precisa. A sua volta, la canna corta generalmente comporta un minor peso in avanti dell'arma, e questo significa una maggiore tendenza e "rilevare": per cui l'arma è più difficile da controllare - specialmente nel tiro a raffica - ed è - indirettamente - ancor meno precisa. Infatti possiamo dire che il panorama delle armi "compatte" segue tre filoni: - La carabina derivata dal fucile d'assalto. Il vantaggio è che spara una munizione comunque potente con un'arma poco ingombrante. Gli svantaggi sono che non è potente come un fucile d'assalto ed è relativamente imprecisa, oltre che difficoltosa da gestire nel tiro a raffica. - La SMG o pistola mitragliatrice. Usa le stesse munizioni delle pistole, quindi munizioni "corte". I vantaggi sono che è piccola, compatta, facilmente controllabile anche nella raffica e relativamente precisa, ma ha un raggio d'azione e una potenza bassi, più da pistola che da arma lunga. - Le SPW, Special Purpose Weapons, armi introdotte molto di recente, che usano calibri specificamente progettati (come 4.7 o 5.7) e intermedi tra le munizioni di una pistola e quelle di un fucile d'assalto. Queste armi hanno i vantaggi di una SMG e una potenza di fuoco che si avvicina a quella di una carabina. Lo svantaggio è che pochi eserciti impazziscono di gioia all'idea di armare i propri soldati con tre tipi di armi che sparano altrettanti diversi calibri (pistola da fianco, SPW e fucile d'assalto).
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Oggi non è più possibile crearsi una collezione di armi da guerra. Chi aveva la licenza, può continuare a tenerla ma non è più possibile ottenere una licenza ex novo.
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No, è un testo di Joseph Howard Mathews. Comunque in internet dovrebbero esserci siti abbastanza buoni. Prova a cercare con google, "firearms identification"
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vendo libri di aviazione (in inglese)
Gianni065 ha risposto a giorgio nella discussione Libri & Riviste Aeronautiche
Sono bei volumi, ed il prezzo è ottimo se sono stati mantenuti in perfette condizioni. Io li comprerei pure, sinceramente, per il loro valore storico, se solo non avessi la biblioteca già stracolma. Però ci penso su... -
Prendila dal verso giusto, Tillo ! I nostri padri e i nostri nonni hanno dato la vita... proprio perchè la libertà potesse esprimersi in ogni forma, senza censure e senza bavagli. E ovviamente, questo è anche uno dei modi in cui essa si esprime, che vuoi farci. Certo, la cosa non è il massimo del buon gusto e dello stile, ma questo è un altro paio di maniche!
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George Gay era il pilota di uno dei Devastator delle prime ondate, l'unico sopravvissuto della sua asquadriglia decollata dalla Hornet. Riuscì a lanciarsi e finì in acqua, ovviamente. Rimase a galla grazie al giubbetto salvagente e si godette tutto l'attacco alle portaerei giapponesi. Il giorno seguente un Catalina che cercava superstiti - americani e giapponesi - lo individuò e lo salvò.
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Per rispondere a Ghost: certo. Guarda che entrare in accademia, non significa dover per forza pilotare un Tornado o un Eurofighter o un AMX. Ti può capitare un aereo da trasporto, un addestratore, un elicottero, una cisterna...
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Rispondo solo ora perchè non mi ero accorto del post. Premetto che quando parliamo di armi leggere, il mercato è così vasto e le novità così frequenti (ogni mese escono decine di nuovi modelli) che è difficilissimo seguire tutto, ed anche i migliori manuali usati nei laboratori di balistica non sono mai completi al 100 %. Io non ho mai sentito parlare di un HK-57, detto onestamente, ma può essere che una sigla del genere possa essere usata per indicare qualche variante della MP-5 (HK-54, se non ricordo male), non vorrei sbagliarmi. Certo se mi dici che è derivata dall'MP-5 ed è in calibro 5.56 NATO, il pensiero mi corre all' HK-53 (MP-53), la cui meccanica e linea estetica, specialmente nell'ultima versione A3, è praticamente identica a quella dell'MP-5. Tieni pure conto che ci sono alcune SMG camerate nel calibro 5,7 anche se non mi risulta che la HK lo abbia adottato, quindi non è escluso che qualche prototipo dell'MP-5 o dell'HK-53 sia stato sperimentato nel calibro 5.7 e sia stato indicato come HK 5.7 (e quindi sintetizzato in HK 57), ma onestamente non mi risulta. Ho consultato anche la mia "bibbia" delle armi da fuoco (Firearm Identification) e anche il catalogo del produttore, la HK, senza trovare nulla. Nel caso ti riferissi alla HK-53/MP-53, ti posto una foto, così mi dici se è quella che intendevi. Questa è una foto dell'HK-53, dimmi se ti riferivi a quest'arma: I dati principali sono questi: Calibro 5.56x45mm (NATO) Lunghezza 590 mm Lunghezza canna 211 mm Peso a vuoto 3.0 kg Caricatore: 25, 30, 40 colpi cadenza di tiro: 750 colpi/min
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Entrambe.
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Ecco qua, così non ti lamenti più: tutti in italiano. Il primo sito è il migliore, secondo me. Anche gli altri, però , sono da visitare. Buona lettura... http://www.vecio.it/garand.htm http://www.normandy.it/garand.htm http://www.smalp105auc.it/garand.htm http://www.brigatacadore.it/pagine/Dotazio...armi_cadore.htm
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Fino alla battaglia delle Midway del 1942, gli Americani avevano praticamente perso tutti gli scontri con i Giapponesi. La flotta era stata colpita a Pearl Harbour, le Filippine erano state perse, e i Giapponesi avanzavano verso le Hawaii. Per conquistare le Hawaii (e minacciare così la costa occidentale degli USA) i giapponesi dovevano necessariamente prendere Midway, che sarebbe servita come base di lancio per la successiva avanzata. Midway era stata rafforzata, sia a livello di difesa aerea che come forze anti-sbarco, ma di più tanto gli americani non potevano fare: le loro forze armate non erano ancora pronte e non si poteva rischiare di perdere molte unità: l'obiettivo prioritario era difendere le Hawaii. Inoltre non c'erano garanzie che i giapponesi non decidessero di "saltare" Midway e puntare direttamente sulle Hawaii. Nel maggio del 1942 i giapponesi prepararono una grossa forza da sbarco, protetta da un gruppo navale che faceva perno su 4 portaerei: Akagi, Soryu, Kaga e Hiryu. Al comando della flotta c'era l'Ammiraglio Yamamoto, mentre la squadra portaerei era comandata dall'Ammiraglio Nagumo. Intanto l'intelligence americana aveva intercettato comunicazioni giapponesi dalle quali si intuiva che essi stavano per combinare qualcosa a un obiettivo chiamato AF. Cos'era AF? Gli americani non lo sapevano, ma il comandante dell'intelligence, Jopseph Rochefort, sospettò si trattasse di Midway. Nessuno però a Washington voleva rischiare: la flotta americana era schierata a difesa delle Hawaii e dirottarla su Midway poteva rivelarsi un tragico errore. Allora Rochefort ricorse a uno stratagemma: fece inviare dalle Midway un messaggio radio in cui si comunicava che l'impianto di desalinizzazione si era rotto e pertanto mancava acqua potabile. Dopo pochi minuti un sottomarino giapponese avvertiva il comando che AF era a corto di acqua potabile. Adesso non c'erano più dubbi. Immediatamente la flotta americana fu inviata verso le Midway: tre portaerei, Hornet, Enterprise e Yorktown (quest'ultima però era solo parzialmente operativa per i danni subiti in un recente scontro nel Mar dei Coralli) divise in due squadre navali al comando degli ammiragli Spruance e Fletcher, sotto il comando generale dell'Ammiraglio Nimitz. A Midway, invece, sono stanziati 27 caccia Wildcat, 32 ricognitori Catalina, 19 bombardieri pesanti B-17 e 4 bombardieri medi B-26, 6 siluranti Avenger, 11 bombardieri in picchiata Vindicator e 16 bombardieri in picchiata Dauntless. Rochefort aveva avvisato l'USNavy che i giapponesi stavano preparando un cordone di sottomarini con il compito di intercettare e affondare le portaerei americane nell'eventualità che esse accorressero in aiuto di Midway, dopo l'attacco, e le portaerei allertate riuscirono a partire prima che il cordone fosse chiuso: nessun sottomarino giapponese le vide passare. I giapponesi, ignari della presenza delle portaerei americane, si avvicinarono alle Midway e il 4 giugno 1942 lanciarono all'attacco ben 108 tra caccia e bombardieri. Gli americani li aspettavano: tutti gli aerei erano decollati per tempo dagli aeroporti, per non essere sorpresi a terra. Contro i giapponesi, oltre all'antiaerea, si oppongono i 27 caccia Wildcat, che non hanno molte speranze contro gli Zero, molto più veloci, potenti e maneggevoli. 15 caccia americani vengono abbattuti. Anche i giapponesi perdono in tutto 15 velivoli, ma altri 32 sono seriamente danneggiati. Intanto i bombardieri decollati da Midway attaccano la flotta giapponese a più ondate. I primi sono i sei siluranti Avenger: solo uno di essi fa ritorno. Poi tocca ai 4 B-26: due vengono abbattuti, gli altri riescono a rientrare (uno di essi con oltre 500 fori di pallottole). Poi arrivano i 16 Dauntless: ne vengono abbattuti 8, e degli 8 superstiti solo 2 sono riparabili. E' la volta dei B-17: da alta quota lanciano le loro bombe mancando i bersagli e rientrano indenni alla base. Arrivano anche gli 11 Vindicator, che attaccano però il gruppo navale con le navi da sbarco, distaccato dalle portaerei: non fanno danni ma almeno riescono a tornare alla base. Nagumo decide allora di fare un secondo attacco contro Midway per distruggere a terra gli ultimi caccia e bombardieri americani rimasti, e ordina che tutti gli aerei siano riforniti e armati di bombe. Egli ignora ancora la presenza delle portaerei americane. Tutto questo avveniva nelle prime ore della mattina. Alle 8.20 un ricognitore giapponese avvista una portaerei americana. Nagumo a quel punto ordina di sbarcare le bombe e caricare i siluri. Sulle portaerei si ammassano pericolosamente bombe e siluri e per la fretta non c'è tempo di mettere le bombe al sicuro. Nel frattempo dalla Hornet sono stati lanciati 15 siluranti Devastator contro la flotta giapponese. Il comandante della squadriglia, prima di partire, ha consigliato ai propri piloti di scrivere una lettera a casa: sa bene che non hanno speranze contro gli Zero. E infatti, tutti i Devastator vengono abbattuti. E' una strage: sopravvive un solo pilota, che resta a galleggiare in mare dopo essersi paracadutato: si chiama George Gay. In quel momento arrivarono altri 14 Devastator della Enterprise: 10 di essi furono abbattuti. Si era arrivati alle 10.00 e la flotta giapponese non aveva riportato alcun danno. Alle 10.10 giunsero 12 Devastator della Yorktown scortati da 6 caccia Wildcat. Solo due velivoli tornarono indietro. L'ammiraglio Nagumo, osservando l'eroismo e il sacrificio dei piloti americani, ne restò profondamente colpito. Ma quel sacrificio non era stato inutile: sotto attacco, le portaerei giapponesi non avevano potuto far decollare i propri bombardieri. I ponti di volo erano pieni di aerei carichi di siluri e di bombe ammassate ovunque. Inoltre, i 50 Zero di copertura aerea avevano esaurito il carburante e dovevano atterrare, per cui sul ponte di volo si aggiunsero gli Zero che rientravano e le manichette di carburante per rifornirli: era una miscela esplosiva micidiale. E fu proprio in quel momento, alle 10.22, che arrivarono 30 bombardieri in picchiata Dauntless lanciati dalla portaerei Enterprise. Essi si scagliarono sulle navi giapponesi che in quel momento erano senza scorta degli Zero: nel giro di cinque minuti le loro bombe da 250 kg e 500 kg si schiantarono sui ponti di volo delle portaerei giapponesi e fu un inferno. Le portaerei Akagi, Soryu e Kaga furono colpite a morte e bruciarono come torce. George Gay, in ammollo (fu recuperato da un Catalina solo il giorno dopo) si godette tutta la scena. Nagumo fu salvato con la forza e imbarcato su un'altra nave: avrebbe voluto morire bruciato nella sua nave, come scelsero di fare i comandanti delle tre portaerei. Rimaneva solo la Hiryu, che si era salvata perchè defilata dal gruppo principale. Di lì decollarono 18 bombardieri in picchiata Val scortati da 6 Zero, che raggiunsero la Yorktown (le tre portaerei USA viaggiavano separate). I caccia Wildcat della Yorktown intercettarono gli attaccanti, e ne buttarono giù 10, ma sei Val riuscirono a penetrare la difesa. Altri due furono distrutti dalla contraerea, ma i restanti sei riuscirono a colpire la portaerei con tre bombe. Solo cinque Val e tre Zero rientrarono alla Hiryu. La Yorktown era già messa male prima della battaglia, e quelle tre bombe fecero ulteriori e gravissimi danni. Ciò nonostante la nave fu salvata, anche se non era in grado di effettuare operazioni di volo. La cosa forte è che i giapponesi erano convinti di aver affondato la Yorktown nel Mar dei Coralli, e invece si era salvata. I piloti dei Val tornati sulla Hiryu avevano detto di averla trovata viva e vegeta, e di averla però affondata. Invece la Yorktown si era salvata di nuovo. Immaginate la sorpresa quando la seconda ondata lanciata dalla Hiryu, 10 aerosiluranti Kate e 6 Zero, arrivò e trovò di nuovo... la Yorktown !!! Questa volta, però, la nave americana, ferita e senza scorta aerea, non aveva scampo. La nave manovrò disperatamente per evitare i siluri, ma due di essi riuscirono a colpirla. I giapponesi persero comunque 5 Val e 3 Zero ad opera della contraerea e dei caccia giunti dalla Hornet e dalla Enterprise, ma la Yorktown sembrava condannata. L'equipaggio la abbandonò, eppure... la Yorktown non affondò!!! A quel punto essa fu trainata verso Pearl Harbour, scortata da 4 cacciatorpediniere. Nel frattempo, 40 bombardieri Dauntless lanciati dalla Enterprise raggiungevano la Hiryu e la affondavano. Yamamoto, furioso, ordinò ai suoi sottomarini di trovare le portaerei americane e affondarle. E nemmeno a farlo apposta i sottomarini giapponesi trovarono... la Yorktown!!! Ancora una volta la nave americana era viva e vegeta!!! Questa volta però il sottomarino giapponese I-168 la colpì con i suoi siluri mortalmente. Danneggiata nel Mar dei Coralli, colpita da tre bombe, poi da due siluri, e adesso dai siluri del sottomarino, data per morta già tre volte, questa volta la Yorktown affondò sul serio. Gli americani però si presero un'ultima rivincita affondando l'incrociatore giapponese Mikuma e danneggiando gravemente l'incrociatore Mogami. In tutto, i giapponesi persero 4 portaerei pesanti, 1 incrociatore pesante, 100 piloti, 3400 marinai e molti comandanti esperti (suicidatisi). Gli americani persero 1 portaerei, un cacciatorpediniere e 150 aerei. Ma la cosa più decisiva fu che ai giapponesi restavano solo due portaerei pesanti: la loro flotta era stata azzerata: da quella battaglia in poi, gli americani vinsero tutti gli scontri con i giapponesi. Scusate se ho scrito molto, ma questa battaglia per me è affascinante.
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Ecco, libera esattamente per ogni secondo di funzionamento, 4 grammi di piombo, 11 grammi di monossido di carbonio e 13,7 grammi di scorie metalliche varie... Ti piacerebbe fosse vero eh? DAI CHE SCHERZAVO !!!!!!!!!! Perfino per me, come cavolo faccio a trovare un dato del genere??????????? Però ci possiamo ragionare su. Un motore di caccia brucia circa 4 kg di carburante al secondo, (più o meno 4 litri e mezzo) in afterburning. Fai un raffronto con quanto consuma un'automobile e hai un'idea.
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Gli Stati degli USA sono 50. Washington DC è un distretto a parte, non uno Stato. Infatti la capitale non potrebbe mai essere uno Stato, nè appartenere a uno Stato, visto che la struttura federale americana contempla un piano di parità fra tutti gli Stati appartenenti. Però alcuni considerano Washington come il 51° Stato, e addirittura Portorico come il 52°. In realtà Portorico è una specie di Commonwealth con gli USA, ha uno status particolare. E' territorio americano a tutti gli effetti ma non è uno Stato federato. Non c'è rivalità tra Nord e Sud, non esiste proprio il concetto. Infatti la Florida sta a Sud ma è totalmente diversa dal Texas che sta pure a Sud. Ogni Stato ha le sue "prese in giro" , un po' come le Regioni in Italia. Per quanto riguarda i cieli europei e quelli del pacifico, non saprei dire. Decisamente il tributo più alto è stato pagato dai B-17 americani sulla Germania e sulla Francia occupata, e se consideriamo quei bombardamenti come tante battaglie aeree, certamente sono state le più cruente. Ma gli scontri aerei passati alla storia sono quelli del Pacifico, come la battaglia delle Midway.
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Non sono poi tanto misteriose. Quando si gioca con i tempi di esposizione, con una buona reflex, gli effetti possono essere sorprendenti. La foto riprende il decollo di due aerei ovviamente. Due bimotori, decollati a breve distanza di tempo uno dall'altro, tanto che la parte iniziale delle scie dei loro postbruciatori si è sovrapposta sulla pellicola. Poi uno dei due è salito, l'altro ha svirgolato un po' prima di ricongiungersi al primo. Le scie sono provocate un po' dai postbruciatori e dai motori, un po' dalle luci di posizione. Ne ho trovate un altro paio, non così ad effetto ma comunque carine.
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Il sistema ha una sua utilità. Il caccia rifornitore accompagna quello da rifornire fino a un certo punto, poi gli passa quel migliaio di litri e ritorna alla base. Per il caccia rifornito quel migliaio di litri si traducono comunque in una manciata di chilometri in più di autonomia. Al rientro, nulla vieta di rifornirlo nuovamente. Con un paio di rifornimenti in volo puoi aumentare il raggio d'azione di un 20 % circa, ma più che altro quei litri in più servono per poter volare - nella parte finale del percorso di attacco - più veloci e più bassi (condizioni in cui i consumi aumentano parecchio). Tenete poi conto che la Sargent-Fletcher produce vari tipi di sistemi. Oltre al sistema del Tornado (Pod rifornitore comprensivo di carburante) che non richiede alcuna modifica all'aereo, ci sono poi i pod "secchi", che attingono dal carburante interno del velivolo, e quindi possono travasare un bel po' di litri in più. Poi c'è addirittura un pod che contiene proprio la sonda per il rifornimento. Ossia un aereo si monta quel pod e può andare a rifornirsi presso una qualsiasi cisterna. Al momento opportuno dal pod esce una sonda di rifornimento telescopica, l'aereo si rifornisce e poi la sonda rientra al suo posto. In altre parole si tratta di sistemi che consentono di utilizzare il rifornimento in volo anche ad aerei che non hanno alcuna predisposizione, e direi che è una soluzione abbastanza economica.
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Invece sì. Se mi dici che hai ascoltato le frequenze delle "volanti" e quindi della Polizia di Stato , significa che lo scanner che hai usato era stato "sbloccato" per ascoltare frequenze non consentite. Si tratta però di un peccato veniale, normalmente tollerato.
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UT, TU, UTC, UCT, CUT sono vari modi di indicare la stessa cosa. Gli inglesi preferiscono UCT, i francesi UTC. In effetti dovrebbe essere UTC quello ufficiale, ma trovi spessissimo anche UCT. Quando parlavo di uno scarto di un secondo, non mi riferivo agli orologi atomici, ma alla DIFFERENZA tra l'ora UTC/UCT (basata su orologi atomici) e quella GMT.
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La Libia mi preoccupa relativamente. Penso a Tunisia, Marocco, Algeria... ogni tanto qualche peschereccio italiano viene sequestrato in acque internazionali, anni fa ci sono stati anche attacchi armati. Per non parlare poi della zona Adriatica, con i paesi che si affacciano sull'altra sponda. Del resto, l'esigenza di disporre di questi pattugliatori nacque proprio per consentire la cosiddetta "vigilanza pesca", e oggi si è estesa ad altre missioni, come il controllo delle rotte balcaniche e l'intercettazione delle imbarcazioni dei clandestini. Secondo me almeno una postazione di tiro per missili antiaerei a corto raggio non avrebbe guastato.