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Gianni065

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  1. Gianni065

    giubbetti antiproiettile

    Le palle militari non sono più pesanti del normale. Anzi, mentre per questioni di standardizzazione i calibri militari di solito non prevedono più tipi di palla, o al massimo qualcuno, nel campo civile si spazia senza limiti. E' però vero che di solito nel mercato civile i proiettili "perforanti" (AP) sono vietati o non commercializzati. Qui però stiamo parlando di calibri e munizioni militari. L'AR-70 non ha caratteristiche balistiche migliori di un M-16. Anzi, poichè la canna dell'AR-70 è di oltre 50 mm più corta, è vero il contrario.
  2. Gianni065

    barrett M-82

    Il PSG-1, utilizzato anche dai tiratori scelti italiani, è un'arma molto diversa dall'M-82. E' un fucile di precisione molto più leggero e pratico. Il PSG-1 è uno sniper in senso stretto, ossia un fucile di precisione per tiratori scelti. Il suo utilizzo è quello antiuomo. L'M-82 è un fucilone antimateriali. Il suo utilizzo antiuomo non è una cosa standard ma del tutto incidentale. Con un PSG-1 ti puoi appostare dietro una finestra di un edificio, ad esempio, e controllare gli edifici prospicienti, le strade, ecc... cosa molto difficile o addirittura impossibile con un Barrett, che è troppo pesante e ingombrante. Il PSG-1 lo puoi imbracciare o usare con il bipede. Imbraggiare un Barrett è un'impresa. Il PSG-1 è considerato il fucile più preciso del mondo, mentre il Barrett ha una precisione elevata ma non superlativa. Per quanto riguarda l'utilizzo contro carri armati e veicoli blindati, la munizione sparata dal Barrett è la stessa sparata dalla mitragliatrice M-2 che equipaggia carriarmati, blindati (specialmente i vecchi M-113), elicotteri ecc... Si tratta di una munizione che è abbastanza efficace contro blindati leggeri, come gli APC ruotati, molto meno contro AFV e mezzi corazzati in genere. Chiaro che se il bersaglio è il bidone di benzina trasportato posteriormente da molti modelli di carri di produzione sovietica, il bidone esplode e può immobilizzare il carro. Allo stesso modo un colpo nella zona del motore, specialmente dei carri di vecchia generazione, può immobilizzare il carro. Più insidiosa è la possibilità di mettere fuori uso i sistemi di puntamento di un carro armato: il riflettore IR, il visore del cannoniere, ecc... si tratta di colpi "difficili" ma se riescono il carro potrebbe trovarsi nell'impossibilità di usare il proprio armamento. L'utilizzo reale del Barrett è contro mezzi poco protetti, postazione radar e missilistiche, depositi di carburante e di munizioni, cecchini nemici, ecc...
  3. Gianni065

    giubbetti antiproiettile

    Come spesso capita, le variabili in gioco sono tante. Dipende sempre da cosa spara, cosa si spara, e a che distanza. Le caratteristiche balistiche di un .223 dipendono dall'arma che lo spara, oltre che dal tipo di palla e dalla distanza. La velocità alla bocca di un .223 sparato da un M-16 è di circa 950 metri al secondo, mentre è inferiore su un M-4. La palla M193 verrebbe agevolmente fermata da un giubbotto anche di classe inferiore alla III, mentre la SS109 sparata a una distanza molto ravvicinata potrebbe perforare un classe III. Attenzione alle prove statiche dei giubbotti: un giubbotto appoggiato su una sedia o attaccato a un muro si comporta in maniera diversa rispetto a quando è indossato da un essere umano. Un .223 ha un'energia di 1800 joules alla bocca. Un 7.62 NATO viaggia a 800 metri al secondo ma ha un'energia di 3000 joules. In ogni caso, il .223, in condizioni operative normali, è fermato da un giubbotto classe III. Teniamo presente che i giubbotti classe III sono belle bestie. Fino all'introduzione del Dyneema non erano molti usati perchè eccessivamente pesanti e ingombranti, per cui i test si facevano di solito con i IIIA o i II. Il 7.62 perforante NON è il 7.62 FMJ: tutti i 7.62 militari sono FMJ Full Metal Jacket ma il 7.62AP (perforante) è un passo avanti: questa palla ha un nucleo di tungsteno. Anche del .223 esiste una palla AP, anche se è poco usata. Queste cartucce vengono sparate dalle stesse armi che sparano quelle normali. Per quanto riguarda il 12.7, sparato dalle comuni distanze di impiego, c'è poco da fare. Un giubbotto idoneo a fermarlo sarebbe troppo grosso, decisamente. Comunque la balistica è una scienza molto complessa. Io vi sto fornendo delle indicazioni di carattere generale, ma non avete idea di quanto sia vasta la materia. Ad esempio in caso di interventi ad alto rischio, non è inusuale indossare un giubbetto sottocamicia morbido, la tuta operativa, e sopra di essa un giubbetto rigido classe IV, il tutto condito da un paio di piastre aggiuntive, una in acciaio e una in ceramica. Chiaro che si tratta di una combinazione pesante, ma in certe situazioni è consigliabile, e può fermare anche un 12.7, sebbene lo shock cinetico sarebbe comunque fortissimo.
  4. Diciamo subito che gli Elevon si usano di solito nei velivoli con ali a delta o comunque senza i classici piani orizzontali (elevators) e combinano le funzioni di ailerons ed elevators. Gli ailerons servono per controllare il rollio. Sono posizionati solitamente alle estremità alari, sul bordo di uscita. I tailerons sono i piani orizzontali. Di solito i piani orizzontali sono composti da una parte fissa (stabilizzatore) e una mobile (elevator). I taileron sono interamente mobili. Poi ci sono i flaps e gli slats che fuoriescono dai bordi alari per aumentare la portanza e poi ci sono gli spoiler inseriti nell'ala che servono per ridurre il carico alare... e una marea di altri aggeggi... qua ne vedi qualcuno: Carino anche questo sito: http://www.sd53.bc.ca/Tuc-el-NuitElementar...ols/Flight.html
  5. Gianni065

    giubbetti antiproiettile

    No no. Quello è un .22 da pistola. Per un .222 o un .223 devi andare su un classe III
  6. Gianni065

    Hk-53

    Non vedo le foto. MP7 P90
  7. Gianni065

    barrett M-82

    Non mi meraviglia. 1800 metri è la portata pratica, ma come ho detto altrove la gittata letale di un 12,7 x 99 è nell'ordine dei 7000 metri.
  8. Tre sono state le battaglie che segnarono l'arresto dell'avanzata nazista in Russia: la battaglia di Mosca (dicembre 1941 - gennaio 1942, un milione di morti), l'assedio di Leningrado (1941-1944, un milione e mezzo di morti) e la battaglia di Stalingrado (giugno 1942-febbraio 1943, due milioni di morti). Nella battaglia di Mosca i russi respinsero i tedeschi già entrati in città, sia pure al prezzo di pesantissime perdite, ma la ritirata tedesca fu un arretramento ordinato, in vista di un attacco finale quando fosse passato l'inverno. Leningrado fu posta sotto assedio dai tedeschi, che intendevano prenderla per fame. A patirne le conseguenze furono gli abitanti: buona parte della popolazione morì di fame o di stenti. La vera chiave di volta fu Stalingrado: la battaglia più sanguinosa della storia del mondo, che si concluse con la disfatta totale delle forze tedesche. Vediamo come andò. ---- Le truppe dell'Asse invasero l'URSS il 22 giugno del 1941, e avanzarono con estrema rapidità tanto che nel dicembre del 1941 il gruppo d'armate centrale raggiungeva Mosca, il gruppo d'armate settentrionale metteva sotto assedio Leningrado, e il gruppo d'armate meridionale, conquistava l'Ucraina e puntava sui preziosi giacimenti petroliferi del Caucaso. Purtroppo questa avanzata, per quanto veloce, non era stata abbastanza veloce. Infatti i piani tedeschi prevedevano la conquista di Mosca e la presa del Caucaso PRIMA che arrivasse l'inverno, tradizionale nemico degli invasori dell'URSS. I sovietici però, avevano adottato la tecnica della "Terra Bruciata": man mano che si ritiravano distruggevano ogni cosa: coltivazioni, mandrie, fienili, case, villaggi. I tedeschi (parlerò sempre di tedeschi ma ricordo che insieme ai tedeschi c'erano vari corpi di spedizione alleati, tra i quali quello italiano) incontravano serie difficoltà ad approviggionarsi di qualsiasi cosa: cibo, benzina, coperte e persino un tetto dove dormire. Questo rallentò la loro avanzata, e costrinse a creare lunghe catene di rifornimento che avevano difficoltà a sostenere le armate impegnate nei combattimenti. Prendere il Caucaso a Sud era quindi importante, ma per prendere il Caucaso era consigliabile togliere di mezzo Stalingrado, per proteggere il fianco sinistro del gruppo d'armate meridionale. I tedeschi decisero quindi di dividere le loro forze a sud in due gruppi: il gruppo A , al comando del Generale Mainstein, doveva avanzare verso il Caucaso, mentre il gruppo B, al comando del Generale Paulus, doveva prendere Stalingrado. Inaspettatamente i sovietici, anzichè badare a difendere il Caucaso, concentrarono le loro difese su Stalingrado. Il motivo era quanto mai semplice: la città portava il nome di Stalin, e pertanto perderla sarebbe stata un'onta. La difesa di Stalingrado fu affidata al generale Chuikov. I tedeschi attaccarono la città nel giugno del 1942, ed in breve tempo la circondarono, tranne che da un lato: era il lato bagnato dal fiume Volga. Per rifornire la città, di truppe e di mezzi, i russi dovevano attraversare il Volga, ma il fiume era sotto il tiro delle mitragliatrici e dei cannoni tedeschi. Allo scopo di costringere i propri soldati a combattere, per ordine di Stalin gli ufficiali sovietici uccidevano sul posto tutti coloro che fuggivano: furono uccisi oltre 13000 commilitoni che fuggivano o si rifiutavano di avanzare. La maggior parte dei soldati russi che attraversavano il Volga venivano falciati dal tiro tedesco. Intanto l'aviazione tedesca aveva bombardato la città: l' 80% delle abitazioni era stata completamente distrutta, per cui si combatteva tra le rovine. In quel contesto, spuntarono i cecchini russi che si impegnarono in lunghi duelli contro quelli tedeschi. Gli "assi" furono i cecchini russi Zikan con 224 uccisioni e Zaitsev con 149 uccisioni. Gli scontri continuavano senza sosta. I carri armati tedeschi non riuscivano ad avanzare perchè tutte le strade erano ingombrate da rovine e macerie. Le rispettive artiglierie sparavano senza tregua, battendo giorno e notte le postazioni del nemico. A Novembre il 90 % della città era sotto controllo tedesco, e attraversare il Volga era diventato ormai un sicuro suicidio per i sovietici: eppure ogni giorno migliaia di soldati erano lanciati attraverso il fiume, per rinforzare le difese con quei pochi che riuscivano nell'impresa. A quel punto il comando delle operazioni sovietiche fu preso dal Generale Zhukov, sopraggiunto con forze fresche, al di là del Volga. Zhukov ammassò ben 3 armate complete, e quando fu pronto sferrò il suo attacco: ma non attraverso il mortale Volga, bensì direttamente sui fianchi delle forze tedesche. Egli attaccò il fianco nord difeso dalla 3a Armata rumena, i cui soldati erano molto meno tenaci dei tedeschi, e lo sfondò facilmente. Subito dopo attaccò il fianco sud, difeso dalla 4a armata sempre rumena e sfondò anche quello. La sua manovra riuscì perfettamente e in pochi giorni egli chiuse a tenaglia l'intero gruppo di Armate B di Paulus in una sacca: le parti si erano invertite e adesso 300.000 soldati tedeschi, rumeni e italiani erano assediati. A quel punto Hitler diede un ordine perentorio a Paulus: non arrendersi mai e non ritirarsi mai. La Luftwaffe tentò di rifornire dal cielo le truppe tedesche. Ma gli aerei riuscivano a trasportare 300 tonnellate di rifornimenti al giorno, quando ne servivano almeno 500. Inoltre l'antiaerea sovietica si fece sempre più efficace, tanto che presto i rifornimenti diminuirono a poche decine di tonnellate al giorno. I soldati tedeschi erano stanchi e affamati. A quel punto il generale Mainstein, comandante del gruppo d'armate A che avanzava in Caucaso, contravvenendo agli ordini di Hitler decise di tornare indietro e tentare di aiutare Paulus. Mainstein giunse a poche decine di chilometri da Paulus, e lo pregò di concentrare tutte le sue forze in unico punto per sfondare assieme le linee nemiche a ritirarsi assieme al sicuro. Ma Paulus rifiutò, memore dell'ordine di Hitler. A quel punto Mainstein, che non poteva rischiare di essere egli stesso intrappolato, decise di ritirarsi da solo verso l'Ucraina, abbandonando Paulus e le sue truppe al loro destino. Il 30 gennaio del 1943 Hitler promosse Paulus al grado di GeneralFeldMarschall (intraducibile... qualcosa come Maresciallo Generale di Battaglia). Era uno dei massimi gradi, e aveva un significato preciso: mai nessun GeneralFeldMarschall era stato catturato vivo dal nemico. Hitler voleva che Paulus combattesse fino all'ultimo uomo, fino alla morte. Paulus, però, aveva altre idee: il 2 febbraio si arrese. Dei 587.000 uomini di cui disponeva all'inizio della battaglia, ne erano sopravvissuti solo 91.000, tutti fatti prigionieri. Di essi, solo 6000 sopravviveranno ai campi di prigionia, ed i sovietici li liberarono soltanto nel 1955 ! Tra i morti di stalingrado, vi erano anche 87.000 soldati italiani. I sovietici persero circa un milione e mezzo di uomini, compresi circa 100.000 civili. Per le forze tedesche si trattò di un colpo mortale, perchè quei 500.000 soldati persi erano tutti soldati esperti, una risorsa insostituibile.
  9. Gianni065

    proiettile elettromagnetico

    Ma non lo pagavano però....
  10. Gianni065

    giubbetti antiproiettile

    Fino a poco tempo fa i giubbetti antiproiettile erano basati sulla fibra di Kevlar o di Twaron. Una serie di strati di tessuto di Kevlar intrecciato (13 strati per una protezione IIIA) andava a comporre il giubbetto, che risultava leggero e vestibile. Oggi il Kevlar viene sostituito da un nuovissimo materiale, che si chiama Dyneema, e che è molto più resistente e leggero. Un sottocamicia in Dynema pesa appena 900 grammi, è spesso solo 4 millimetri, ed ha una classe di protezione IIIA. Si tratta di un'efficienza praticamente doppia rispetto al Kevlar. L'efficienza dei giubbotti si calcola con la Classe di Protezione. Classe I: ferma i calibri .22 e .38ACP Classe IIA: ferma i calibri 9 e .40 Classe II: ferma il 357 Magnum Classe IIIA: ferma il 44 Magnum Classe III: ferma il 7.62 sparato da un fucile normale Classe IV: ferma il 7.62 perforante Tieni conto che un 44 Magnum ha oltre 1360 joule di energia alla bocca, ma nei giubbotti non è solo questo valore che dev'essere considerato, visto che la conformazione della palla e il suo materiale sono importanti dal punto di vista della penetrazione. Tutti i giubbotti (quelli usati normalmente sono di classe II e IIIA) anche nel caso che non arrestino la penetrazione (un classe II colpito da un 44 Magnum) comunque limitano notevolmente i danni. Si può poi aggiungere, all'altezza dello sterno, in una apposita tasca del giubbotto, una piastra corazzata, che di fatto protegge cuore e polmoni anche contro minacce di classe superiore. E' un salvavita aggiuntivo. Tieni conto che anche quando un giubbetto ferma la penetrazione, si verifica comunque un effetto Blood Trauma, ossia un'onda di shock che colpisce il corpo e quindi il sangue, e può causare stordimento, arresto cardiorespiratorio temporaneo o definitivo (morte). Questo per dire che indossare il giubbotto non è mai una garanzia. La sopravvivenza dipende da molti fattori, compresa la distanza a cui viene sparato il colpo e le condizioni psicofisiche di chi lo indossa.-
  11. Gianni065

    barrett M-82

    Il Barrett è stato il primo dei moderni fuciloni di grosso calibro. Poi ne sono usciti altri. La cartuccia usata è la 12.7 x 99 quindi la stessa della conosciutissima mitragliatrice Browning M-2. Le prestazioni balistiche sono leggermente inferiori rispetto alla MG, per via del fatto che la canna della M-2 è lunga oltre 1100 millimetri, mentre l'M-82 si accontenta di una canna di poco più di 700 mm. Di conseguenza il proettile dell' M-82 viaggia a circa 850 metri al secondo mentre quello (identico) della M-2 viaggia a oltre 900 metri al secondo. Però l'M-82 è un'arma estremamente precisa, con sistemi ottici per il puntamento di precisione a fattori di ingrandimento elevati, 10x e oltre, mentre la M-2 è brandeggiata "al naturale". Questo significa che se la portata balistica di una M-2 è superiore, quella operativa è però inferiore. Un Barrett tira di precisione a circa 1800 metri, distanza che nel tiro con la M-2 non ha molto valore pratico.
  12. Gianni065

    Mina ballerina...

    La M193 è una palla "destabilizzata", con baricentro spostato. Essa era concepita affinchè, all'impatto con il bersaglio (tipicamente un corpo umano) si ribaltasse. In questo modo si aumentava al massimo il potere di arresto dell'arma, senza contravvenire alla Convenzione di Ginevra che vieta l'utilizzo di palle espansive o esplosive (per questo le munizioni da guerra sono camiciate, ossia corazzate). Questo non vuol dire che la palla era concepita per ferire, però. Anzi: aveva più probabilità di uccidere di quante ne avesse una palla normale. Il punto è che se una palla normale non ti uccide, ti lascia una ferita contenuta e abbastanza semplice da curare. La M193, invece, devastava i tessuti, esterni e interni, per cui anche se non ti uccideva, ti lasciava delle ferite difficili da curare, con organi interni seriamente lesi e gravi emorragie. Un colpo al braccio o a una gamba molto spesso comportava la necessità di amputare l'arto. Chiaramente se la palla incontrava un bersaglio tenero durante il tragitto (fogliame, rami) essa iniziava a destabilizzarsi e a ruotare ribaltando su sè stessa. Chiaramente la palla era ancora efficace per uccidere o ferire, ma la precisione andava a farsi benedire. Per capire la logica di questa scelta, occorre tener presente che l'M-16 segnò l'abbandono del potente calibro 7,62 in cambio del più leggero 5.56. Gli americani erano preoccupati che il calibro più piccolo si sarebbe rivelato molto meno lesivo del precedente, e c'era la necessità di compensare in qualche modo la cosa. Quando poi si decise di non costruire più munizioni M193 e fu adottata come standard NATO la cartuccia SS109, ci si ripropose il problema di garantire un buon potere d'arresto, e si adottò la soluzione di introdurre, nei fucili d'assalto, la modalità di raffica controllata di tre colpi. In questa modalità il fucile spara tre colpi prima ancora di iniziare a "rinculare" (il termine esatto è "rilevare") e quindi è possibile piazzare 2-3 colpi sul bersaglio con una sola pressione del grilletto, andando a compensare la minor lesività. Ultima precisazione: il potere d'arresto di una munizione, o "stopping power", è un elemento fondamentale. Una munizione con elevato SP assicura che il bersaglio, una volta colpito, anche se non ucciso, resta incapace di combattere perchè stordito dal colpo. Se una munizione non ha sufficiente SP, il bersaglio, anche se colpito, può continuare a fare fuoco e a combattere.
  13. Grazie per la considerazione. Ad ogni modo la ricostruzione è molto precisa, e aggiungo alcune considerazioni. La prima è che l'intera battaglia è stata decisa da due fattori: il primo è quello di intelligence, e la dice lunga sull'importanza dell'intelligence nelle guerre "serie". Il secondo è stato il ritardo con cui fu avvistata la Yorktown (le altre due portaerei USA non furono mai scoperte), ritardo che determinò gli errori commessi da Nagumo. Ebbene, quel ritardo fu dovuto al fatto che il ricognitore giapponese destinato a pattugliare quell'area, decollò con un'ora e mezza di ritardo a causa di un inconveniente tecnico. E quando finalmente giunse sopra la Yorktown, inizialmente non la vide. Vide solo un paio di cacciatorpediniere di scorta. Quel ritardo fu pagato carissimo dai giapponesi. Altre due cose importanti: 1) durante l'attacco aereo iniziale alle isole Midway, i giapponesi persero alcuni aerei. Tra questi uno Zero che fu recuperato praticamente intatto dagli americani. All'epoca lo Zero era considerato un velivolo eccezionale e non si capiva come fossero riusciti i giapponesi a realizzare un caccia così veloce e così manovrabile, che surclassava tutti i caccia dell'epoca. Esaminando la preda, i tecnici americani si resero conto che il risultato era stato ottenuto alleggerendo al massimo l'aereo, che non aveva alcuna protezione nè per le parti vitali nè per il pilota. Inoltre la struttura era così fragile che non avrebbe resistito a una lunga affondata. Ciò consentì innanzitutto di sfruttare la debolezza dello Zero per salvare la vita ai piloti di caccia americani (molto più robusti) i quali adesso sapevano che per seminare uno Zero bastava buttarsi in una ripida affondata (picchiata). Poi i caccia americani vennero progettati con un gran numero di mitragliatrici, di piccolo calibro, perchè era chiaro che anche solo pochi colpi messi a segno sarebbero bastati a incendiare uno Zero. 2) Se gli americani avessero perso a Midway, probabilmente tutto il corso della storia sarebbe cambiato. Perdere Midway avrebbe significato perdere le Hawaii, e i giapponesi avrebbero avuto un perfetto trampolino di lancio per minacciare la costa occidentale degli USA. Di fronte a questa minaccia, gli americani avrebbero dovuto concentrarsi nel Pacifico con tutte le loro forze. Avrebbero vinto comunque, alla lunga, ma nel frattempo nè l'Inghilterra nè l'URSS avrebbero potuto contare sull'appoggio americano (sia in termini di forze da combattimento, sia soprattutto in termini di materiali). Ciò avrebbe probabilmente consentito alla Germania e all'Italia di costringere l'Inghilterra a una pace separata, e di chiudere la partita con l'URSS. Per questo la battaglia delle Midway viene considerata da parecchi la più importante di tutta la II Guerra Mondiale (altri ritengono che questo merito spetti a Stalingrado, ma io sono convinto che Stalingrado sarebbe caduta se non ci fosse stata Midway).
  14. Gianni065

    Per Mav

    Può andare Taigete... può andare...
  15. E' solo perchè i giornali americani sono precisi. Le notizie sono riportate così come sono, in maniera completa, niente rimaneggiamenti o estrapolazioni di comodo. I commenti ci sono, ovviamente, ma sono appunto commenti. Inoltre dal punto di vista tecnico sono ineccepibili: si avvalgono della collaborazione di veri esperti, cosa che in Italia avviene raramente.
  16. Gianni065

    Il mitico GARAND....

    No, Dread. Solo per eredità. Il tipo deve morire, e chi subentra dev'essere un erede legittimo. Se no viene confiscato tutto. queste licenze sono a esaurimento ormai da 30 anni, e l'unica eccezione fatta è quella dell'eredità.
  17. Gianni065

    Mina ballerina...

    Tutte Fabio. Quando la calpesti, o strappi il filo, crei il contatto che la fa esplodere. Sollevare il piede è del tutto ininfluente nel meccanismo di scoppio. Non fosse così, sarebbe una bazzecola rimuovere gli ordigni.
  18. Gianni065

    proiettile elettromagnetico

    Vero, però teniamo conto che un carro non deve sparare un proiettile di due chili. Basta un penetratore di 300-400 grammi, e ci si può accontentare di una velocità nell'ordine dei 2000/3000 metri al secondo. Il motore del carro dovrebbe essere in grado di fornire l'energia sufficiente agli accumulatori per ricaricarsi. Il punto è che siamo agli inizi di questa tecnologia. Possiamo immaginare che in futuro essa sarà compatibile persino per le armi da fianco. Inoltre un grosso vantaggio, specialmente per alcuni utilizzi, è che il sistema di produzione e accumulo di energia può essere impiegato sia per azionare il rail-gun, sia per azionare un'arma laser, per cui è probabile che una prima applicazione si avrà proprio sulle navi da battaglia. Per inciso una variante del railgun è il coilgun, dove anzichè le slitte ci sono una serie di anelli induttori. Per il resto il principio di funzionamento è identico, ma pare che i coilgun siano più efficienti per gestire "grossi pesi", tanto che la NASA sviluppo' un progetto in grado di accelerare fino a 300 kg alla velocità di 36000 km/h, sufficiente per raggiungere una posizione orbitale. La cosa fantastica è che il costo di un lancio, dal punto di vista meramente energetico, si aggirava attorno ai 200-300 dollari... (forse è per questo che non l'hanno più fatto... sono maligno...). Un'altra cosa carina è che uno dei paesi non USA che si è interessato molto ai railgun è stato... l'Iraq. Agenti iraqeni negli anni '80 compratono da un gruppo di studenti del Maryland un modello di railgun che essi avevano costruiti nell'ambito degli studi universitari. Si trattava di un modello in scala ridotta, che sparava un proiettile con caratteristiche cinematiche simile a un colpo di fucile, ma era appunto in scala: ingrandendo le misure si otteneva il cannone serio. Gli iraqeni si cimentarono nel progetto, nella speranza di realizzare un'arma in grado di colpire Israele, ma pare che il prototipo esplose e non se ne fece più nulla. Allora si rivolsero a Gerard Bull, che probabilmente voi non conoscete, ma che è stato un mito degli anni '70 - '80 per chi seguiva l'artiglieria. Era un genio. Se oggi i cannoni sparano alle distanze a cui sparano (un semovente da 155 mm spara a oltre 30-40 km contro i 15-20 km di un tempo) lo si deve a lui. Egli progettò i primi cannoni da 155 a canna lunga e inventò la tecnologia "base bleed" che consentiva a un proiettile di sfruttare l'aria che spostava durante il suo movimento per ottenere una spinta aggiuntiva alla base (l'aria, spostata dalla punta, si richiudeva alla base spingendo il colpo). I primi a introdurre questi sistemi furono i sudafricani, poi imitati dagli israeliani e dalla NATO. Purtroppo per Bull, scaduti i brevetti tutti si buttarono a progettare e vendere questi cannoni, così cadde in povertà o quasi. L'offerta era iraqena era allettante, si trattava di progettare un supercannone che doveva sparare un proiettile (convenzionale o atomico) fino a Israele (circa 1000 km), in cambio di una lautissima ricompensa. Bull accettò l'incarico nel 1985. Il programma fu denominato "Babylon". Per prima cosa Bull progettò e costruì un prototipo su scala ridotta, con canna lunga 40 metri, che fu sperimentato in Iraq nel 1989. Poi si mise al lavoro su un paio di armi intermedie, con canna lunga 45 metri e un calibro di 350 mm, e la prima fu realizzata pochi mesi dopo, sempre in Iraq. Gli israeliani (che già avevano distrutto la centrale nucleare iraqena di Osirak nel 1981) decisero di intervenire, quando si resero conto che Bull aveva progettato per Saddam un cannone del calibro di 424 mm in grado di sparare un proiettile pesante 250 kg a oltre 2500 km, con l'obiettivo finale di realizzare un cannone con calibro doppio in grado di sparare alla stessa distanza una testata da 600 kg. Il 22 marzo del 1990 ignoti bussarono alla porta di Bull nel suo appartamento di Bruxelles e quando aprì lo freddarono con alcuni colpi di pistola. Dopo la prima Guerra del Golfo, i cannoni furono scoperti e provati dagli esperti ONU: funzionavano perfettamente. Poi furono distrutti. L'intelligence inglese rintracciò grazie a una soffiata anche i pezzi che dovevano servire per assemblare gli altri cannoni, e li sequestrò. Morto Bull, pare che nessun altro sia stato in grado di riprenderne il lavoro, o comunque se c'è ha preferito non rischiare... Queste sono alcune foto del cannone Babylon:
  19. Gianni065

    Mina ballerina...

    Bhè di nomi coloriti i militari ne danno sempre tanti!!! Comunque tutte le mine antiuomo, comprese quelle "saltanti", sono oggi dotate di meccanismi per il disinnesco o meglio ancora per la disattivazione, trascorso un certo periodo di tempo dalla posa. Anch'io ho visto film in cui i soldati attivavano questo tipo di mine e poi restavano immobili su di esse per non farle esplodere: si tratta di mera finzione. Una volta calpestata la mina, anche se non togli il piede, esplode ugualmente. Visto che siamo in argomento, vi dico che le mine antiuomo, generalmente, non sono concepite per uccidere ma per ferire. Infatti un soldato ferito costituisce un impedimento molto maggiore di uno morto. Ovviamente le ferite possono essere comunque abbastanza gravi da determinare la morte del malcapitato. In Vietnam, i soldati USA molto spesso sostituivano gli stivaletti di ordinanza con altri, fuori ordinanza e più corti. Infatti è stato dimostrato che molto spesso le amputazioni da scoppio di mina seguono il "percorso più comodo", e la giuntura tra stivale e gamba è solitamente il punto in cui si verifica lo strappo dell'arto. Quindi, più corto il gambale dello stivale, più corta la parte amputata della gamba.
  20. Ogni marina ha le sue tradizioni e le sue usanze. Premesso questo, diciamo che normalmente il centro di comando di una flotta è installato su una determinata nave, nella quale opera il comandante della flotta stessa, ossia l'ammiraglio. Questa nave non è necessariamente la più potente, ma può essere anche una nave particolarmente attrezzata per svolgere le funzioni di centro di comando. Può essere una nave permanentemente adibita a questo compito, oppure una nave scelta tra quelle che compongono una formazione. Il primo caso è quello del comando della sesta flotta, e quindi la nave comando, sede dell'ammiraglio, porta la bandiera dell'ammiraglio: è un simbolo che vuol dire che è quello il comando della flotta.
  21. Gianni065

    CAVITARE...

    Non c'è nulla di peggio per un sottomarino, di far cavitare l'elica. Quando l'elica cavita, si produce un rumore che lo rende "visibile" a lunghe distanze. La cavitazione si produce a certe condizioni di velocità dell'elica e di densità dell'acqua, per cui cambia secondo la quota e le temperature. Ogni comandante sa (o dovrebbe sapere), data la condizione in cui si trova (profondità e temperatura) qual'è la velocità a cui le eliche inizieranno a cavitare, e ci si mantiene sotto, a meno che non ci sia l'imprescindibile esigenza di raggiungere alte velocità. Chiaramente in un sottomarino non si pone il problema dei "danni": le vibrazioni causate dalla cavitazione, infatti, non arrecano alcun danno alla struttura. E' solo un problema di rumore.
  22. Gianni065

    Mina ballerina...

    Credo si riferisca a un tipo di mina antiuomo che è progettata per "saltare" nel momento in cui è attivata, e poi esplodere a mezz'aria. E' abbastanza diffusa, e molto micidiale, specialmente nel modello M16 utilizzato sin dai tempi del Vietnam. L'attivazione può avvenire inciampando nei fili predisposti, o calpestandola: una piccola carica esplosiva la fa saltare ad altezza uomo o oltre, e poi la carica principale la fa esplodere scagliando le schegge nelle varie direzioni. E' una gran brutta bestia. I militari le chiamano "Jumping Jack".
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