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Gianni065

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  1. Qui ci sta un po' il succo della questione. L'Iran sta provocando Israele, quasi auspicando una sua reazione. Ci sono sicuramente motivi politici per cui persegue questa strategia, ma sono un po' OT. A me non preoccupa eccessivamente il rischio che l'Iran decida di suicidarsi lanciando una bomba contro Israele, ma il fatto che una tecnologia nucleare militare risieda nelle mani di chi ha già dimostrato di non esitare a fornire ai terroristi tutto ciò che essi desiderano. Mi preoccupa che un giorno il kamikaze di turno non avrà una cintura esplosiva, ma una atomica di qualche kiloton nel bagagliaio. Questa preoccupazione riguarda anche il Pakistan, ma almeno lì c'è una linea di separazione tra i suoi trascorsi e il "dopo 11 settembre" che consente di stare un "pelo" più tranquilli sulla fine che fanno uranio arricchito, plutonio e relative tecnologie. Bene o male il Pakistan è rientrato sotto controllo e adesso tutto quello che c'è da fare (e non è facile) è imporre un accordo di denuclearizzazione tra Pakistan e India.
  2. Ne approfitto per fare qualche considerazioni, in risposta un po' a braccio ad alcune cose che ho letto sia qui che nel 3d chiuso. Premetto che la posizione "filo-americana" di Ulisseita mi pare estremamente di facciata, visto che non trova alcun riscontro in ciò che poi ha scritto, ma questa è una riflessione personale. Passiamo a qualche punto: 1) Quando ho detto che c'è da vedere se si scaglierebbe una rappresaglia nucleare che distruggerebbe l'intero mondo, solo per scopo di vendetta, l'ho detto come elemento di riflessione. E la riflessione è: la deterrenza ha valore solo finchè non si passa ai fatti. Poi le cose potrebbero andare in modo del tutto diverso da quello proclamato. La vera forza della deterrenza sta proprio nell'assoluta incertezza di ciò che accadrà, una volta lanciati i dadi. 2) Nagasaki, Hiroshima e i bombardamenti sulla Germania non possono essere additati come esempio di quella vendetta di cui parlavo con scetticismo al punto precedente: quei bombardamenti hanno distrutto i loro bersagli, non l'intero mondo. Sono due cose ben diverse. 3) Perchè Nagasaki dopo Hiroshima? Perchè si voleva evitare che i giapponesi potessero pensare: "hanno sparato l'unica cartuccia che avevano". Una seconda bomba, chiarisce in modo inequivocabile che si dispone di un certo numero di armi simili. Ciò non toglie che qualcuno, nel suo intimo, possa aver auspicato un secondo lancio per provare un ordigno leggermente diverso dal primo... ma è solo un'illazione, peraltro priva di valore. Le bombe atomiche, infatti, hanno probabilmente risparmiato più vite giapponesi che americane. Gli americani non avrebbero mai invaso il Giappone, prima di averlo totalmente spianato con i bombardamenti a tappeto, e alla prova dei fatti quelli convenzionali non sono poi migliori di quelli nucleari. 4) I bombardamenti a tappeto vanno visti nel contesto del periodo. Non erano una ritorsione. Tutti hanno usato tutto quello che avevano. I tedeschi hanno cercato di bombardare Londra a tappeto, e se avessero avuto la potenza aerea che avevano gli alleati, l'avrebbero fatto. Così come lo avevano fatto in Spagna o in Polonia. I bombardamenti a tappeto erano uno strumento strategico di guerra, in quel periodo, che piaccia o no, così come lo erano i sommergibili tedeschi in Atlantico. Ognuno sparava le cartucce che aveva, e se ne avessero avute di più e migliori i tedeschi, la guerra l'avrebbero vinta loro. 5) Golfo del Tonchino. Oggi si ritiene che l'incidente fu un errore. Si badi bene che questa è cosa diversa dal dire che l'incidente fu provocato e artefatto. Innanzitutto le unità vietnamite avevano già attaccato le navi americane nelle ore precedenti. Questo non lo dicono solo gli americani: ancora oggi la marina del Vietnam festeggia l'evento come sua festa nazionale: http://vietnamnews.vnanet.vn/2004-08/05/Stories/01.htm Perfino per un anti-americano, almeno a loro c'è da credere, no? Se poi, con i nervi tirati, quel giorno nel Tonkino gli americani presero lucciole per lanterne, è possibile. Ma l'intervento americano in Vietnam sarebbe avvenuto comunque, a prescindere dall'incidente. Non dimentichiamo, infatti, che fino a prova contraria c'è stato un paese - il Vietnam del Nord - che aveva silenziosamente invaso il Vietnam del Sud. Gli americani non sono andati lì per conquistare il Vietnam del Nord ma per difendere quello del Sud. Prova ne è che quando gli americani se ne sono andati, il Vietnam del Nord ha smesso di fingere e ha invaso apertamente quello del Sud, conquistandolo. E subito l'URSS ci ha costruito la sua più grossa base aeronavale in quella fetta di mondo. Per come sono andate le cose, penso che gli americani avrebbero fatto bene a impegnarsi di più e meglio, altro che andarsene. Quella era guerra fredda, e le azioni della Bell non c'entrano proprio nulla. Scusate se sono andato OT anch'io, se volete spostate pure il messaggio in un altro topic, ma mi sembrava corretto precisare questi punti che rischiavano per passare senza repliche adeguate. I fatti sopra però dimostrano che le nazioni si muovono innanzitutto per tutelare la propria sovranità, il proprio predominio, la propria concezione di vita. Gli Stati assolvono a queste funzioni, al benessere e alla tutela dei propri cittadini innanzitutto. Hanno alleati e hanno nemici. L'olocausto nucleare non è un obiettivo di nessun paese, ma limitare la proliferazione delle armi nucleari è nell'interesse di tutti i paesi, non solo di chi le possiede. Il rischio non è un olocausto nucleare voluto, ma un olocausto nucleare in cui si finisce senza capire come ci si è arrivati. Concedere all'Iran di costruirsi armi nucleari significa allargare il club. Altri paesi potrebbero volerne in futuro. E se non si è detto di no a quelli, perchè dovresti dire di no a quegli altri? E quando hai qualche decina di paesi con le loro brave testate, il rischio di un conflitto locale che si trasformi in una guerra nucleare totale è estremamente elevato. Abbiamo già sbagliato con Israele, con l'India e con il Pakistan. Il Sudafrica si è ritirato da solo, se no le avrebbe anche lui. Se l'Iran può averle, perchè la Siria no? E perchè Taiwan no? Occhio che la ritorsione di Israele a un Iran nuclearizzato potrebbe anche non essere un attacco. Basterebbe fornire le tecnologie a Taiwan, e vedi che casino che combina. Non si può sostenere il discorso: "L'Iran è uno stato sovrano e può fare ciò che vuole". E' giusto, come no. Ma è un po' da suicidi avvallare questa filosofia. :-)
  3. No, lasciamo perdere i commenti in massa, quelle sono tecniche da Luogocomune e gliele lasciamo a loro. Peraltro quel tizio è così schizofrenico che ho rinunciato persino a debunkarlo: non c'è nulla di sensato in quello che scrive e mette delle castronerie incredibili (io ho fatto copia anche delle prime versioni dei suoi post, che poi ha modificato sulla base delle critiche ricevute su Undicisettembre...). :-)
  4. Le cose non sono così semplici. Innanzitutto i produttori di munizioni a DU non sono solo gli USA, ma anche India, Francia, Russia e Pakistan, e si ritiene che altri paesi abbiano prodotto queste munizioni non ufficialmente (tra cui Israele e Cina). Almeno 18 sono i paesi che le utilizzano regolarmente. I russi le hanno implementate anch'essi, sin dagli anni '70, anche se è dai primi anni '80 che si ha conferma di questo (sabot 3VBM10, 3VBM13 e successivi). Se siano stati usati o meno non è dato saperlo, visto che di solito solamente nelle guerre in cui sono coinvolti i paesi occidentali, i giornalisti si curano di approfondire certe tematiche. Ma è anche giusto così. In secondo luogo, non avete idea di quante siano le applicazioni dell'Uranio impoverito: si usa nei contenitori di sostanze radioattive, nelle corazze, negli schermi dei laboratori di analisi radiogene, ecc... Si usa regolarmente come zavorra sugli aerei civili: ogni Boeing 747 ne trasporta 1400 kg a bordo. E' fuorviante dire che "bastano poche spore per ammalarsi", nel senso che può bastare anche una sola radiografia in ospedale per ammalarsi, se è per questo. Le radiazioni sono nocive, così come lo è prendersi la tintarella al mare, se vogliamo. E' questione di probabilità statistiche, e di sicuro fa più male fumare. Ciò non toglie che l'uranio, impoverito o no, è comunque uranio, e quindi è una sostanza pericolosa e nociva, esattamente come tante altre. Gli scienziati hanno verificato che nelle aree dove se n'è fatto largo uso (ad esempio nei poligoni e in quelle di combattimento contro mezzi corazzati) non si rilevano valori di radiazione superiori a quella di fondo, a quella naturale. Ma è bene considerare che al momento le munizioni in DU sono le uniche in grado di penetrare le corazze avanzate dei mezzi corazzati più moderni. Si sta lavorando a soluzioni alternative e vedremo se saranno efficaci, ma oggi come oggi eliminare il DU comporta una significativa diminuzione delle capacità militari. Diversi carri sarebbero invulnerabili nei confronti del fuoco da 30 mm di aerei ed elicotteri, e sarebbero invulnerabili nei confronti di tiri a medie-lunghe distanze. Sono tutte cose che vanno considerate, e al momento non ci sono prove - a parte la campagna mediatica - che il DU sia realmente così pericoloso e responsabile delle malattie che vengono lamentate.
  5. Peraltro prendersela con l'uranio impoverito è del tutto fuorviante. Sul campo di battaglia (e anche nelle retrovie) esistono centinaia di sostanze potenzialmente letali. Dubito che inalare il fumo di una mitragliatrice che spara normalissime cartucce, sia una cosa piuttosto salutare. Per non parlare di fumogeni, solventi, liquidi di raffreddamento, lubrificanti, scorie metalliche di ogni genere, incendi e così via. Anzi, alla fine, insistendo sull'uranio, ove si dimostri che non c'è rapporto causa-effetto tra uranio e malattie, quei soldati rischiano davvero di restare senza nemmeno un'indennità, laddove puntando il dito contro il complesso degli agenti nocivi presenti in un ambiente di guerra, avrebbero ben maggiori probabilità di farsi riconoscere la dipendenza della malattia da cause di servizio.
  6. Ci sono delle situazioni di volo che sono tutt'altro che divertenti, per il pilota. Il rifornimento in volo è una di queste, assieme al volo di penetrazione a bassissima quota, al volo di trasferimento ecc... In queste situazioni, automatizzare la condotta del velivolo è una cosa buona e apprezzata... oltre che salutare. Non si può pilotare manualmente un aereo a 1000 km/h a 50 metri da terra senza finire per schiantarsi, e non si può restare concentrati sui comandi per un volo di trasferimento che può durare diverse ore. In queste situazioni, la condotta di volo automatica è molto apprezzata. Il rifornimento in volo è una di quelle situazioni in cui il rischio è elevato, le condizioni ambientali (turbolenze, scarsa visibilità) possono influire negativamente sul successo dell'operazione, ed il fallimento dell'operazione comporta la rinuncia alla missione, se non peggio. Un sistema del tutto automatico consentirebbe di togliere al pilota questa causa di elevatissimo stress ed incognita, e di farlo concentrare meglio sulla parte "viva" della missione. Inoltre, potrebbe portare a una elevatissima diminuzione di costi e ampliamento di capacità operative. Il rifornimento in volo richiede, infatti, molte ore di addestramento molto costoso e ci sono molte nazioni i cui piloti non sono per nulla qualificati (ad esempio perchè non dispongono di cisterne e non possono affrontare i costi per le abilitazioni). Con un sistema automatico, anche un pilota di una nazione che non effettua addestramento al rifornimento in volo può tranquillamente integrarsi in un pacchetto di missione internazionale. Ci sarebbero numerosissimi vantaggi, a ben vedere, per cui ben venga questa innovazione. ;-)
  7. E non hai idea di quanto mi faccia piacere che ce l'abbiano con me. Se mi trattassero bene, allora sì che sarei seriamente preoccupato...
  8. Gianni065

    Missile Phoenix

    Non giudico realistica una guerra che coinvolga USA e/o Russia e/o Cina. Ma mentre per la Russia l'ipotesi è del tutto irrealistica, con la Cina un fattore di rischio c'è, per quanto minimo. E spiego il perchè. Anzi, i perchè. 1) La Russia è passata oltre la sua rivoluzione ed è oggi avviata verso una democrazia piena. La sua cultura è estremamente vicina a quella europea. La Cina è ancora nell'assetto pre-guerra fredda e la sua cultura ci è ancora molto estranea. 2) La Russia non potrà mai più espandere le proprie capacità belliche, rispetto al passato, e si sta impegnando per mantenere una frazione del potenziale che aveva un tempo. La Cina è invece in continua espansione militare, ininterrotta nell'ultimo mezzo secolo. 3) Contro la Russia non c'è mai stata una guerra. Contro la Cina sì, si è combattuto in Corea e in Vietnam. 4) Bene o male non ci sono amici-nemici della Russia. Nei confronti della Cina ci sono invece diverse altre potenze che non hanno rapporti particolarmente felici. Oltre a Taiwan ci sono il Giappone e l'India. Le pressioni "interventiste" possono essere multiple. 5) Uno scontro su Taiwan potrebbe non essere (o non nascere) come una guerra totale fra le due superpotenze. La Cina mette un embargo navale, l'US Navy cerca di forzarlo, da qualche parte scappa un dito sul grilletto... la storia insegna che molte guerre sono nate o sono state vicine a scoppiare per questioni "navali". Ne sono un esempio la crisi Cubana, il Golfo del Tonkino, alcune guerre arabo-israeliane scoppiate attorno al blocco degli stretti di Tiran e del canale di Suez... voglio dire, nel XX secolo chi avrebbe mai pensato che due paesi civili si sarebbero scontrati per un pezzo di roccia? Eppure Argentina e Inghilterra l'hanno fatto, ma la guerra è rimasta circoscritta all'area delle Falkland. 6) La Cina è un paese con forti tensioni, e non possiamo essere certi che un domani non salga al potere una classe dirigente con pensieri folli. Nè possiamo prevedere le possibili conseguenze di una rivoluzione: a piazza Tien An Men ci si è andati vicini.... ma non è del tutto irragionevole pensare a uno scenario in cui parte della popolazione si solleva per reclamare democrazia e libertà... Taiwan ne approfitta per proclamare l'indipendenza, la ribellione cinese fallisce, il potere oligarchico riprende il controllo e attacca l'isola. Taiwan è un elemento di tensione fortissimo. La Cina non intende rinunciarvi e nè USA, nè India, nè Giappone intendono concederglielo. Lo status dell'isola è nel limbo, congelato persino dalle Nazione Unite, e finchè la questione non si risolverà, essa resterà una pericolosa miccia. Le forze militari cinesi vengono modulate con un occhio particolare a Taiwan. E' di questi giorni la notizia che la portaerei Varyag, così come gli analisti avevano preventivato, sarà resa operativa. Fonti riportano già il codice identificativo (83) e il nome: Shi Lang, il nome di un ammiraglio che nel 1681... conquistò Taiwan... E le stesse fonti riportano che la Cina costruirà altre portaerei, basate sul progetto della Varyag. Io non giudico realistica una guerra per Taiwan... ma nemmeno troppo irrealistica, e dico che non è il caso di allarmarsi troppo, ma nemmeno di sottovalutare troppo la faccenda.
  9. Gianni065

    sicko

    Non liquiderei così superficialmente il sistema sanitario americano. Teniamo a mente che, Bush o non Bush, se il popolo americano vuole una cosa la si fa e basta, così come - bene o male - funziona in tutti i paesi democratici. Evidentemente alla maggior parte del popolo americano quel tipo di sistema sanitario va bene. Le cose sono complesse, in realtà, perchè non bisogna vedere solo il sistema sanitario in sè, ma anche il contesto in cui si inserisce. Tanto per fare un esempio banale, in USA se un medico sbaglia il paziente ottiene risarcimenti miliardari. Inoltre gli equipaggiamenti e i farmaci sono all'avanguardia, i più costosi e sofisticati sul mercato. Ciò comporta costi altissimi del sistema sanitario, e l'impossibilità di assicurarlo gratuitamente. Chi non lavora può quindi contare solo sull'assistenza del volontariato e sui minimi garantiti dal sistema pubblico... ma sono proprio minimi. D'altro canto in USA è davvero difficile non lavorare, se si ha voglia di farlo. In Italia abbiamo un sistema sanitario che copre tutto per tutti, ma estremamente inefficiente. E non è un mistero che spessissimo si è costretti, per salvarsi la pelle, a ricorrere al privato o ad affrontare costosi viaggi all'estero. Siamo probabilmente di fronte a due eccessi opposti, ciascuno con i suoi limiti e i suoi vantaggi. L'ideale sarebbe trovare una soluzione intermedia, di modo che chi è (davvero) povero abbia diritto all'assistenza gratuita, e chi è (davvero) ricco provveda a pagarsela da sè, ma è tutt'altro che facile trovare un compromesso soddisfacente.
  10. Gianni065

    Ustica

    tutti parlano di fatti come sicuri E' la tecnica più usata dai complottisti: spacciare per sicuri fatti che non lo sono. Così si legge ovunque che Ustica E' STATA una battaglia aerea, che Kennedy E' STATO ucciso dalla CIA, che Bin Laden E' STATO addestrato dalla CIA, ecc... al punto che anche i giornalisti seri, spesso, finiscono per dare per scontate queste affermazioni. Nel caso di Ustica, purtroppo, le cose si sono complicate. Giudici e periti hanno davvero creduto alla storia del missile e hanno cercato - e persino creduto di trovarle - le prove, che si sono rivelate invece del tutto campate in aria. E per giustificare una teoria (quella del missile) che non stava in piedi, per cercare di farla passare nonostante le evidenze contrarie, si è dovuto ricorrere a tante fantasie: immaginare caccia nascosti dietro l'aereo, immaginare inesistenti congegni di inganno elettronico, e così via. Qualche reticenza dell'aeronautica, qualche diceria negli ambienti militari, e la storia ha preso corpo contro ogni logica, alimentata dal cinismo degli avvocati di parte civile che hanno intravisto la possibilità di lauti risarcimenti del danno (possibili solo con l'ipotesi del missile e del coinvolgimento dell'aeronautica militare). E' stata una delle peggiori pagine della storia italiana, anche perchè oggi, caduta inesorabilmente l'ipotesi del missile, non c'è la possibilità nè la volontà (a quanto vedo) di far ripartire l'inchiesta sui binari giusti. Non c'era nessun missile, Rotax, nessuna battaglia aerea, nessun aereo fantasma... queste cose non possono avvenire senza che lo si sappia, in pieno Mediterraneo, in piena guerra fredda, in un paese occidentale.
  11. Probabilmente anche il 156° Gruppo si trasferirà a Ghedi, quindi non solo le macchine ma anche il reparto.
  12. fresco di "stampa": http://www.af.mil/news/airman/1107/raptor.shtml
  13. Gianni065

    Il carro perfetto...

    Come ho detto nei primi post, un carro perfetto per tutte le esigenze non esiste, per cui molti di voi hanno ragione nelle considerazioni che fanno, tagliate però sul tipo di esigenza che hanno in mente. Penso anch'io che è un errore dare per scontato che il combattimento urbano sia il requisito di riferimento per il futuro, ma in ogni caso continuo a pensare che i carri armati "classici" non siano idonei a quel contesto. Già lo erano per definizione in passato (e ne sanno qualcosa i tedeschi, bloccati tra le macerie e le case delle città russe), e ancor più lo sono oggi (dove l'esigenza di evitare "danni collaterali" si sposa molto male con pezzi d'artiglieria da 120 mm ...). Poi l'ambiente urbano non è solo l'immagine del carro che sfila su una bella via larga fiancheggiata da case con tante finestre. Ambiene urbano significa che un carro pesante tende a sbrandellare l'asfalto delle strade su cui cammina (bisogna mettere i cingoli gommati, che poi però sono più vulnerabili e meno resistenti sul fuori strada) , significa che non può sterzare facilmente tra una via e l'altra e può trovarsi bloccato alla minima imboscata, significa che non può utilizzare la stragrande maggioranza dei ponti, cavalcavia, sottopassaggi in una città. D'altro canto, immaginare di poter equipaggiare un esercito con 6 linee di mezzi corazzati (MBT classico, IFV classico, MBT per ambiente urbano, IFV per ambiente urbano, cacciacarri blindato, AFV blindato) mi sembra improponibile per motivi economici. Per questo il discorso modulare a me piace molto, con elevata comunanza di parti tra MBT e IFV e facile trasportabilità. Non dobbiamo rifiutare la possibilità di sviluppare qualcosa di innovativo, bisogna ragionarci su e provarci. Vorrei poi spendere un paio di parole su quello che secondo me è stato un carro eccezionale, e nello stesso tempo fallimentare, l' M-551 Sheridan. Quel carro pesava 15 tonnellate in ordine di combattimento, montava un obice da 152 mm in grado di sparare una micidale granata HESH o HEAT (grazie al calibro e al peso la granata poteva aver ragione di qualsiasi corazzatura esistente) o un missile anticarro Shillelagh, era aviotrasportabile, paracadutabile e anfibio ! E' stato un fallimento, perchè la meccanica non era esaltante, la corazzatura di alluminio era troppo vulnerabile, il missile Shillelagh soffriva di scarsa affidabilità (ma quando funzionava era molto preciso ed efficace). Ma parliamo di un carro degli anni sessanta, e montava quello che oggi potremmo definire un ridicolo diesel da 300 Hp. Con le tecnologie attuali, con le corazzature composite e modulari esistenti, oggi ci si potrebbe riprovare.
  14. Con riferimento all'apparente doppia discussione su questo argomento, confermo che si tratta del "passaggio automatico" della notizia inserita sul blog. Purtroppo per problemi di tempo leggo con considerevole ritardo le informazioni che mi pervengono prevalentemente su carta e che poi provvedo a inserire nel blog. Solitamente filtro le notizie e lascio perdere quelle che ormai sono state già oggetto di discussioni, a meno che non contengano qualche particolare interessante. In questo caso, nonostante il rapportino risalisse al 10 settembre, si trattava del primo report da fonte professionale e non giornalistica, per cui ho ritenuto utile inserirlo anche per alcuni particolari citati. Nei post pubblicati prima che quella discussione fosse chiusa, ho notato che qualcuno si è meravigliato che gli aerei USAF non portassero armi nucleari reali dal 1968. La notizia è vera, ed è anche già nota. Nel giro di circa una quindicina di anni in cui i bombardieri americani hanno effettuato voli di deterrenza (almeno una sezione era sempre in volo, a turno) si sono verificati una serie di incidenti (24, se non ricordo male) che hanno coinvolto aerei con testate nucleari. In nessun caso c'è stata esplosione nucleare, ma in diversi casi c'è stato rilascio di materiale radioattivo e in qualche caso è stato un problema recuperare le testate prima che qualcun altro potesse appropiarsene. Per queste ragioni, dopo l'ennesimo incidente, nel 1968, gli USA decisero unilateralmente di non imbarcare mai più testate nucleari su bombardieri in volo. I bombardieri in allarme sarebbero rimasti pronti al decollo sulla pista, con le testate a bordo (o le testate sarebbero state imbarcate al momento del decollo) e sarebbero decollati solo in caso di imminente attacco nucleare. Dopo la fine della guerra fredda gli USA, sempre unilateralmente, decisero di cessare del tutto anche i servizi di allarme sulla pista. Spero di aver chiarito questo aspetto della guerra fredda, e ci tengo a sottolineare che queste due decisioni unilaterali (cessazione dei voli con testate, cessazione del servizio di allarme) rappresentano due importanti gesti di distensione unilaterale, che si aggiungono ad altri gesti analoghi: il ritiro di tutte le armi nucleari tattiche dalle unità navali e sottomarine, il ritiro di gran parte delle bombe nucleari tattiche nelle basi aeree all'estero (e il disassemblaggio della testata da quelle rimanenti), il ritiro dei missili cruise nucleari navali, il ritiro di tutti i missili nucleari aria-terra con eccezione degli ALCM ma compresi i nuovissimi ACM stealth oggetto di questa notizia, il ritiro dei nuovissimi missili MX e lo smantellamento di buona parte dei Minuteman, la riduzione del numero di testate sugli SLBM, la non omologazione al ruolo nucleare dei B-1B e dei B-2 (la loro capacità è solo teorica ma non è mai stata realmente implementata), la non omologazione al ruolo nucleare di quasi tutti i velivoli d'attacco, caccia, cacciabombardieri, ecc... Altre decisioni sono state concordate con la Russia sulla base di accordi non ufficiali e reciproci, come la "sprogrammazione" dei missili ICBM ed SLBM che oggi non contengono più, nel proprio computer di rotta, bersagli predefiniti: vanno programmati prima del lancio. Quest'ultimo accorgimento, ovviamente, è inverificabile: è rimesso alla reciproca fiducia. Un'altra cosa concordata è quella che tutti i lanci di prova, esercitazioni ecc... che riguardano le armi nucleari, sono effettuati in maniera tale che l'avversario possa intercettare tutti i dati. I dati telemetrici, ad esempio, sono in chiaro. Le fasi di approntamento al lancio sono ben visibili dai satelliti. Persino i bombardieri nucleari hanno segni distintivi che li rendono immediatamente riconoscibili dai satelliti, rispetto ai bombardieri convenzionali. Tutte queste misure dimostrano la concreta volontà, da parte delle due superpotenze, di dialogare, di dare segni di distensione, di abbassare il rischio di incidenti e di guerre scoppiate per errore. Sono cose di cui difficilmente si parla, perchè spesso si preferisce fornire l'immagine di superpotenze guerrafondaie e pronte ad azzannarsi. Purtroppo questi gesti non hanno minimamente influito su altre potenze nucleari, ed in particolare la Cina, che però ha sempre avuto un arsenale enormemente inferiore (per problemi tecnologici ed economici, non per buona volontà...)
  15. Gianni065

    Missile Phoenix

    Certamente... tante cose possono migliorare la situazione. Non dimentichiamo che oltre ai caccia, ci sono gli AEGIS delle unità di scorta. Ma quando si opera una portaerei a distanza così ravvicinata rispetto a un potenziale avversario che può lanciare ondate di molte decine di incursori supersonici, tutti armati di missili antinave potenti, e in più insidiarti con sottomarini convenzionali e unità lanciamissili di superficie, diventa davvero irragionevole pensare di evitare che le proprie difese vengano, semplicemente, saturate. Diciamo che l'unica, reale misura efficace, in questo caso, è mantenere il gruppo navale a una distanza tale che i propri aerei possano arrivare ad operare sulla zona, ma gli aerei nemici non possano portarsi a tiro rapidamente e con facilità al gruppo navale. In questo modo, un eventuale attacco aereo darebbe una manciata di minuti di preavviso e consentirebbe di ingaggiare gli avversari prima che essi giungano a distanza utile per lanciare i missili antinave. In questo contesto, più è lungo il braccio dei propri AAM e più possibilità ci sono di sfoltire gli incursori. Teniamo conto che non è salutare operare assieme missili antiaerei del sistema AEGIS e propri caccia intercettori: il rischio di fuoco amico è elevatissimo. L'ideale è quindi una difesa a lungo raggio affidata ai caccia, lasciando all'AEGIS il compito di ingaggiare i bersagli che sono penetrati attraverso le maglie degli intercettori (che non scordiamolo, sarebbero pochini: in condizioni operative reali e con effetto sorpresa, probabilmente non ci sarebbero più di 2-4 caccia a difesa della nave). Ancora meglio è lasciar fare prima all'USAF (con attacchi sulle basi aeree) e solo dopo avvicinare le portaerei...
  16. Gianni065

    Ustica

    Non capisco il motivo della tua perplessità, Rotax. L'autore del sito ha deciso di adottare una posizione estremamente equilibrata, non si spinge a ipotizzare quanto è successo (perchè l'autorità giudiziaria non lo ha accertato definitivamente ed esaurientemente) ma non si sottrae a spiegare correttamente cosa non è successo: la battaglia aerea e vari missili collegati (teoria definitivamente smentita dalle conclusioni giudiziarie e tecniche). L'autore sa che l'argomento è difficile, perchè - come egli stesso evidenzia - la stragrande maggioranza della gente ormai è convinta della teoria del missile, e per questo ha voluto fare un sito "soft" senza prese di posizione nette. Almeno così lo interpreto io . Sono contento che sia nato questo sito, su Crono911 avevo già iniziato a dedicare un angolino a Ustica, e la presenza di questa fonte di documentazione mi solleva un po' di lavoro! Ringrazio quindi davvero rotax per aver segnalato il link.
  17. Anche se bombe termobariche sono spesso associate alla distruzione di "bunker e bersagli interrati", esse sono estremamente efficaci anche contro rifugi ricavati in grotte, caverne, anfratti montuosi ecc... tutti bersagli che non mancano in Afghanistan, ad esempio, per cui non vediamo tutto come finalizzato all'Iran. :-)
  18. Gianni065

    Missile Phoenix

    Teoricamente il tuo discorso è corretto, Navigator, ma c'è un errore di fondo: stai trasportando attraverso oltre 30 anni di tecnologia aeronautica il Phoenix e il Tomcat. In realtà sarebbe corretto analizzare le potenzialità di un velivolo moderno, armato con missili moderni in grado di colpire a 200 km di distanza. Dal punto di vista tecnologico, nulla impedisce oggi di realizzare un missile (a dire il vero il Meteor è già su quella strada) che con una frazione del peso del Phoenix possa volare, mantendo e variando la spinta propulsiva, per 200 km, affidandosi per l'ingaggio a una molteplicità di sensori: infrarosso, radar, radar passivo, home-on-the-jam, perfino ottico (TV/IIR). Un sistema del genere consentirebbe anche a velivoli dalle prestazioni non esasperate di ingaggiare, a distanza, qualsiasi bersaglio immaginabile: missili cruise, bombardieri e aerei d'attacco a qualsiasi quota, caccia ecc... Non esageriamo, poi, con il mito dell'attacco a bassa quota: la penetrazione a bassa quota e alta velocità comporta un elevatissimo consumo di carburante per cui gli aerei d'attacco non possono volare migliaia di chilometri in quell'assetto, a meno di disporre di una profusione di cisterne. Di solito volano a quote medio-alte e solo la fase di attacco vera e propria è effettuata a bassa quota. Semmai il discorso vero è che è diventato estremamente improbabile pensare a una guerra con avversari in grado di portare attacchi simili fino al nostro territorio (nostro intendo in generale quello NATO e alleati) e la minaccia russa, al di là della propaganda dei voli dei Bear, non esiste veramente. I prevedibili scenari sono fatti di scontri con paesi come l'Iran, dove in genere la soppressione delle capacità aeree dell'avversario è affidata alle missioni di contro-aviazione e pertanto non v'è necessità di armi aria-aria a lungo raggio. Condivido con te che questo tipo di armi sono estremamente utili nella difesa delle portaerei e dei gruppi navali in genere (non dispiacerebbero nemmeno su una Cavour, per intenderci) tanto più adesso che i velivoli imbarcati oggi (F-18) e domani (F-35) non hanno le prestazioni di quelli di una volta. In questo senso, è vero che la Cina (la Russia non è nemmeno da considerare come nemico, la verità è che oggi è un alleato) non può andare a dare la caccia alle portaerei americane... ma è anche vero che sono queste ultime, di solito, ad andare a cacciarsi nei guai! Se immaginiamo una situazione di elevata tensione nell'area di Taiwan, con le portaerei americane che si avvicinano e le forze aeree cinesi pronte ad attaccarle con caccia supersonici classe Flanker armati di missili antinave supersonici... non tranquillizza l'idea che lo schermo avanzato sia affidato a qualche F-18 armato di AMRAAM... In conclusione: Phoenix ovviamente no, per la sua obsolescenza. Ma un missile a lungo raggio moderno e affidabile, non lo scarterei affatto.
  19. Penso che troverai un bel po' di dettagliate informazioni in questo documento: http://www.crono911.net/docs/Hindsight.pdf ;-)
  20. Non è mica il solo. In questi giorni c'è stato un certo Stuarthwyman che si è iscritto con tanti nick un po' dovunque (e ho idea che sia stato anche da queste parti) regolarmente beccato dagli IP, e che si spaccia per un esperto di aerei militari. Beh... ne capisce più un bambino di sei anni che lui. Non vi sto a raccontare la penosità delle sue affermazioni... sono centinaia, e non scherzo. Ne cito solo una: parlava di KC-135Q e quando gli ho fatto notare che un vero esperto dovrebbe sapere che il KC-135Q era un rifornitore speciale dedicato al Blackbird, e che tutti gli esemplari sono stati convertiti in KC-135T, e quindi uno che parla di KC-135 oggi, e anzichè dire KC-135E/R (o F, o T) mi va a nominare proprio il Q che non esiste più, significa che di aviazione militare non ci capisce nulla... ha detto che sbaglio io, perchè quello che riforniva il blackbird era "una variante" del KC-135Q.... Se vi andate a leggere le avventure del tizio qui: http://undicisettembre.blogspot.com/2007/0...-pentagono.html (tra i commenti, il suo nick è Tont) o sul forum di Luogocomune qui: http://www.luogocomune.net/site/modules/ne...847&forum=3 (il nick in questo caso è SHM) o sul suo blog bugietotali.blogspot.com , vi fate più di qualche risata, garantito. Nonostante tutte le mazzate tra i denti che ha preso, questo continua a voler far credere che se ne intenda di aerei. Leggetevi attentamente questo commento che ha messo sul blog di Aereimilitari, che non è stato approvato per ovvi motivi (tra l'altro, lo ha messo nel post che parlava dei siluri a guida GPS....): Ciao Jhon, stavo guardando 911 crono e ho visto il tuo link a questo sito, che mi pare più interessante del tuo resoconto dei fatti sul 9/11! Incontri direttamente una mia passione, da quando ho 12 anni seguo con attenzione le novità del ampo quindi da 20 anni! Ho notato tra le tue schede ometti il su-37, a mio avviso l’aereo in circolazione più forte per prestazioni rispetto agli aerei occidentali. http://www.youtube.com/watch?v=J1o3rov7cB4 Il link è al video che ti mostra le capacità di manovra ad un alto numero di g negativi e positivi. Ti correggerei ma non è tanto un appunto quanto un chiariment per il su 27 e il numero di missili portati: non 12 sempre, ma da 10 a 12 a seconda del tipo di missione. ritoranando al nostro su 37 Terminator, non credo che ci sia un aereo in grado di competere con un pilota che conosca bene i pregi di questa macchina. Prova a pensare al Cobra di Pugacev, l’F22 ha cercato di emulare la manovra ma ha compiuto un seppur rapidissimo pur sempre un loop. Non ha eguali, quest’aereo per i prossimi 10 anni non avrà concorrenti se non piloti di F 16 o F 22 super esperti e top gun, escludo l’F 18 per la mancanza di velocità nel momento in cui serve dare manetta per allontanarsi immediatamente dalla zona d’ingaggio. Credo che dovresti fare una scheda a parte per questa fantastica macchina che non ti farebbe mai sfigurare. Saluti Stuarthwyman P.S. ti faccio una domanda: a 13-14 avevo un amico con cui condividevo questa passione, facevamo a gara a riconoscere un aereo militare da un particolare: ti posso giurare che su un centinaio di indovinelli, su 99 facevamo centro. Spesso invalidavamo una scommessa perchè si fosse indovinato vedendo tutta l’ala, o tutta la fusoliera della foto! I partcolari erano pezzi d’ala, pezzi d’impennaggio verticale, pezzi d’attacchi alari, di pod, antenne di radome o sonda, dettagli dei tailerons o canard o pezzi d’ogiva del cockpit! Spesso in movimento e in lontananza… Le prestazioni le conoscevamo a memoria, le manovre, le tecniche, le regole d’ingaggio… Ti dico questo perchè, facendo un rapido OT, mi chiedo come mai se fossi stato in grado io a quell’età ad evere una cultura abbastanza approfondita, non può essere in grado quell’ingegnere strutturista di riconoscere nel crollo di WTC7 una demolizione controllata? Mi riferisco a quell’ingegnere cui Paolo Attivissimo avrebbe richiesto lumi in merito…! (lui ha risposto che un conto è un dettaglio statico e un conto è uno dinamico, ma la risposta non è il massimo della correttezza) Uno che non sa nemmeno che il SU-37 non è mai entrato in servizio, non sa delle manovre che può fare l'F-22, fa un'osservazione idiota sui missili del SU-27 dimostrando di non conoscere le differenti capacità delle varie versioni, non conosce le versioni del KC-135... e non vi sto a dire quello che trovate sui link che ho segnalato... continua letteralmente a "inseguirmi" su forum e blog per cercare di dimostrare che io non ne capisco nulla. Questo non è autolesionismo, ma isteria pura, credimi. EDIT Aggiungo... uno che scrive: "pezzi d'ogiva del cockpit" ...
  21. E c'è pure Mazzucco sul forum di Crono911... http://www.crono911.net/phpBB2/viewtopic.php?t=303 http://www.crono911.net/phpBB2/viewtopic.php?t=306
  22. Gianni065

    Missile Phoenix

    E pensare che 30 anni fa, quando si discuteva su quale aereo fosse il migliore tra F-15 ed F-14 (e non avete idea di che risse...) , i sostenitori dell'F-15, dopo la discussione, sotto sotto pensavano: "Certo che se sull'Eagle montassero il Phoenix..." :-)
  23. Anch'io penso che sovvenzioni, finanziamenti, detrazioni e incentivi siano una pericolosa via per stimolare l'evasione fiscale e le truffe ai danni dello Stato. Fosse per me le eliminerei del tutto, ma mi rendo conto che ci sono equilibri da salvaguardare e non si può cambiare sistema drasticamente dall'oggi al domani. Quanto al Sud, il mezzogiorno ha solo bisogno di una cornice di sicurezza. E' la malavita che soffoca l'imprenditoria, e questo comporta disoccupazione che a sua volta va ad alimentare la malavita. Un po' di pugno di ferro, un po' di magistrati che non siano locali, un po' di mezzi e risorse, e il mezzogiorno decollerebbe eccome, specialmente se si punta sulle risorse che ha (clima, agricoltura, turismo) e non su quelle che non ha (industrie pesanti). Imprenditori volenterosi ce ne sono, ma vorrebbero poter lavorare senza estorsioni, rapine, dipendenti assunti su imposizione della malavita, furti ecc... In ogni caso, questi dati dimostrano che certi risultati si possono ottenere proprio grazie al maggior gettito fiscale e alla riduzione della spesa pubblica. Quando si hanno i soldi, ci si può permettere di spenderli nei modi opportuni e persino di sbagliare nello spenderli (a patto di correggere gli errori, poi). A chi focalizzava lo scandalo dell'Ateneo di Bari... occhio che su certe cose emerge solo la punta dell'iceberg. A mio avviso bisogna valutare molto bene i meccanismi che stanno a monte di certe facoltà a numero chiuso. Il numero chiuso garantisce che determinati professionisti possano operare in un contesto di scarsa concorrenza, perpetuando certe caste e certi esagerati profitti. Bisogna studiare soluzioni strutturali al problema, perchè la soluzione giudiziaria ha un effetto effimero: al prossimo giro, saranno solo meglio organizzati e più attenti. ;-)
  24. Gianni065

    Bombe

    Non è che sia proprio così. Se fai una ricerca, è abbastanza difficile trovare una casistica di persone morte per ustioni a seguito dell'esplosione di una bomba al fosforo. Ti dovresti trovare proprio a pochi metri dal punto in cui esplode una grossa granata, per restare ustionato al punto di morire. Quando una bomba al fosforo esplode, i frammenti che proietta sono davvero molto piccoli. Il fosforo contenuto tende a polverizzarsi con l'esplosione e ogni singolo granello brucia fino a esaurirsi. Come è facile immaginare, la polverizzazione non è completa e può capitare che si creino "pezzetti" più corposi, e se ti becca uno di questi ti può causare ustioni molto profonde e perfino mortali, ma è un evento rarissimo (non ci sono casi documentati). La bomba al fosforo infatti è concepita per avere effetti fumogeni, illuminanti e incendiari. Questi ultimi sono ottenuti perchè chiaramente questa "massa" di particelle che bruciano ad altissima temperatura ha la capcità di innescare incendi in qualsiasi materiale e di generare un'altissima temperatura in prossimità del punto d'esplosione (e quindi si provoca l'esplosione di serbatoi, munizioni, esplosivi... si provoca la fusione di metalli, si provoca l'incendio di vari materiali). L'effetto anti-uomo di queste bombe è davvero poco rilevante. Da questo punto di vista il classico napalm è molto più efficace. Chiaramente le ustioni e il fuoco sono sempre stati un elemento estremamente efficace dal punto di vista psicologico, e questo è semmai il motivo per cui le bombe al fosforo sono considerate armi "terribili". Ustioni non mortali ma estremamente dolorose, con gente che urla di dolore tutto attorno, sono cose che atterriscono i soldati più di un ordigno veramente mortale. Per questa ragione in Irak alcuni reparti americani hanno usato le bombe al fosforo come strumento per snidare i guerriglieri o per farli fuggire. La cosa è stata oggetto di pesanti critiche, ma è evidente che se l'hanno fatto avevano i loro motivi, nel senso che al posto delle bombe al fosforo avrebbero potuto sparare granate ad alto esplosivo e distruggere e uccidere il bersaglio. Probabilmente non volevano ottenere questo effetto, ma soltanto mettere in fuga gruppi tra i quali potevano esserci civili o costringere i guerriglieri a uscire allo scoperto per evitare di sparare alla cieca e colpire anche civili. Si è ritenuto che era meglio un civile un po' ustionato e spaventato rispetto a un civile morto. In altri casi le granate sono state sparate in mezzo al nemico al solo scopo di fornire un punto di riferimento (fumo e luce) sul quale puntare l'artiglieria e le bombe che avrebbero scaricato materiale ben più letale. Se si tiene a mente che una granata HE è molto più efficiente, contro le persone, di una al fosforo, si comprende che non c'è altra ragione di usare queste ultime. Ciò non toglie che possa esserci stato qualche imbecille che ha sparato granate al fosforo per puro divertimento e sadismo, ma questo è un comportamento che non ha nulla a che vedere con le tecniche operative militari. Le granate HE sono brutte bestie, invece, e sul serio. La frammentazione delle schegge può provocare amputazioni a migliaia di metri dal punto di esplosione. L'onda d'urto provoca sordità permanente nel raggio di molte decine o centinaia di metri. La sovrapressione fa esplodere le finestre i cui vetri trafiggono chi sta dietro. Sempre l'onda d'urto fa sì che il corpo umano possa lacerarsi lungo le vie di resistenza: una cintura può indurre il corpo a tagliarsi in due, uno stivale può indurre a subire l'amputazione di mezza gamba, un elmetto allacciato può provocare la decapitazione. Non esistono ordigni buoni, in guerra, è solo un'impressione motivata più dai film che dalla realtà. Nella guerra vera, il numero di feriti è di gran lunga superiore al numero dei morti, e i militari, quando calcolano le perdite, sommano i feriti ai morti, perchè lo sanno bene. Un ferito in combattimento, nel 90 % dei casi ha finito di combattere e molto spesso determina un danno per il nemico ancora maggiore di un morto, visto che di un ferito bisogna prendersi cura, trasportarlo ecc... Se hai un reparto che ti sta attaccando, uccidere la metà dei suoi elementi potrebbe non servire a salvarti. Ferirne un decimo probabilmente annullerà la spinta degli attaccanti. Per questo buona parte degli ordigni HE sono concepiti per dilaniare e ferire anche a grandi distanze. Altro che fosforo.
  25. Lo sfogo di un padre è lo sfogo di un padre, non c'è da approvarlo o comprenderlo, è solo il dolore che ti pompa rabbia contro il mondo. C'è chi lo gestisce meglio, chi peggio. Secondo me lo schifo è dei giornali e delle TV che strumentalizzano questo dolore, lo sbattono in prima pagina, si compiacciono di un servizio in cui il padre sputa veleno contro tutto e tutti, e alla fine sminuiscono il valore e il coraggio del figlio, che probabilmente avrebbe preferito che in TV il padre dicesse: "Sono orgoglioso di mio figlio, è un eroe" punto. Non credo proprio che il ragazzo sia stato cooptato dal SISMI. Ci sono una marea di volontari che vorrebbero entrare nel SISMI, e il SISMI non ha che l'imbarazzo della scelta. Non deve cooptare nessuno. Al massimo, se lo ritiene, può proporre a qualcuno di entrare, ma non può certo costringerlo. Certi mestieri si fanno perchè si vuole farli, nessuno è così idiota da affidare funzioni così delicate a uno che non ha voglia di svolgerle. Quanto all'operazione militare, è presto per sapere come è andata. In questo caso, visto il tipo di reparti coinvolti e la delicatezza della questione, la versione definitiva sarà una versione ufficiale (qui sì che il termine ci sta bene), a meno che un'inchiesta della magistratura (che, sono pronto a scommetterci, non mancherà...) non determini la necessità di dire esattamente come sono andate le cose. E su quest'ultimo aspetto, non dobbiamo meravigliarci se poi si scopre che le forze italiane hanno agito solo come rincalzo. Nessuno vuol togliere nulla ai nostri reparti speciali, ma anche se il loro addestramento è all'altezza di quello dei reparti stranieri, l'esperienza operativa reale potrebbe essere, inferiore, specialmente se parliamo di SAS ed SBS. E pertanto, un comandante equilibrato, potrebbe preferire che siano altri a condurre il gioco, se quegli altri assicurano una percentuale di successo maggiore, e non rischierà un fallimento solo per poter dire "abbiamo operato noi". L'idea che invece si sia passata la palla agli altri per mere ragioni di politica interna, mi sembra un'illazione priva di logica e fondamento.
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