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Sì infatti è il reparto che ha in carico il maggior numero di velivoli rispetto a tutti gli altri. Ma quello che conta non è tanto il numero di velivoli, che è variabile, ma il numero di equipaggi effettivamente assegnati al gruppo.
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Le bombe di Londra sono un po' anomale, per tante ragioni che non sto a spiegare adesso, e infatti anche Blair è stato cauto nell'indicare i mandanti: atti terroristici, sì, ma non ci sono conferme sulla provenienza. Escludo categoricamente l'IRA: l'IRA ha rinunciato alla lotta terroristica all'indomani dell'11 settembre, e poi tornerò su questo argomento (adesso è tardi...) Sono convinto (ma ormai le notizie portano tutte in questo senso) che ci troviamo di fronte ancora una volta ad Al Qaida, sia pure nel senso lato del termine (anche su questo ritornerò), mentre non è ancora chiaro lo scopo che si voleva ottenere (perchè uno scopo c'è sempre in questi attentati, e non è quello di seminare terrore fine a sè stesso).
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Missioni Spaziali
Gianni065 ha risposto a nighthawk nella discussione Prototipi ed Aerei Sperimentali
Ma no... c'è già la missione STS-121 pianificata per settembre, tranquillo... comunque trovi tutto qua: http://www.nasa.gov/missions/highlights/schedule.html giraci un po'... chi meglio della NASA, su certi argomenti??? -
C' è stato un tempo in cui erano 18... in effetti. Oggi sono 12, che poi in realtà non sono mai 12, qualcuno in più c'è quasi sempre. Ma a 18 non si arriva... anche perchè 18x4 fa 72 e non ci sarebbe spazio sufficiente per le riserve e la rotazione.
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cavolo c'è gente che ha notizie di prima mano qui...
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In realtà gli organici prevedono 12 velivoli a gruppo. Ci sono 4 gruppi operativi (compreso quello OCU) per cui il totale è pari a 48 aerei in linea volo. Chiaramente per assicurare un buon numero di velivoli sempre disponibili è necessario che ci sia una certa riserva di velivoli, in maniera da garantire la rotazione per la manutenzione ed il ripianamento delle perdite. Un'idea di quanti aerei siano effettivamente utilizzati in questa "rotazione", ci viene dal numero di velivoli previsto inizialmente per l'aggiornamento MLU: si parlava di 57 velivoli tra IDS ed ECR. Aggiungendo la dozzina di IDS-IT si arriva quindi a poco meno di 70 velivoli. Fra i 48 operativi ed i 70 in totale, c'è quindi una differenza di 22 macchine, circa il 50 % della forza, il che rappresenta un valore ottimale di "riserva". Le macchine che mancano all'appello (una quindicina circa) sono probabilmente stoccate non in condizioni di volo, per fungere da fonte di pezzi di ricambio o in previsione di un (improbabile) reimpiego in caso di necessità.
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Per risponderti con precisione assoluta, dovrei verificare una a una la sorte di ogni singolo dei 100 Tornado consegnati, con il numero di matricola. Invece, dando un occhio ai dati sugli incidenti, posso dirti che 10 velivoli di serie sono andati persi in vari incidenti, ed 1 è stato radiato in seguito ai danni riportati per un altro incidente. In servizio restano quindi 89 velivoli. In realtà, alcuni di questi sono stati ritirati per varie ragioni, e al momento risultano in carico (comprese le riserve) circa 50 IDS, 16 ECR e 11 IDS-IT (doppio comando).
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Allora, adesso che ho qualche minuto in più, chiarisco il principio di funzionamento del sistema di attacco del Tornado. La missione viene prepianificata a terra. Pilota e navigatore tracciano la rotta di attacco, e inseriscono una serie di punti intermedi di controllo molto facili da identificare (castelli, montagne, laghi, ecc...) che serviranno per migliorare la precisione della navigazione. Questa pianificazione viene fatta utilizzando un sistema computerizzato, che alla fine genera una specie di cassetta dati. Questa cassetta va poi inserita nel computer di bordo del Tornado, il quale la legge ed è così in grado di pilotare da solo l'aereo per tutta la durata della missione. Ogni volta che viene raggiunto un punto intermedio di controllo (ad esempio un castello) il navigatore "informa" il computer che in quel preciso istante l'aereo è sul punto intermedio. Il computer fa questo ragionamento: "Ah ecco, in questo istante stiamo sorvolando il castello. Per i miei calcoli, invece, avremmo dovuto trovarci ancora mezzo miglio a sud-est dal castello. Siccome stiamo volando da 45 minuti a 1000 km/h, significa che il sistema di navigazione INS presenta un errore medio di circa 1,2 metri ogni chilometro percorso. Quindi devo tener conto di questo errore medio" Al successivo waypoint, il computer verifica nuovamente i suoi calcoli. Con 2-3 waypoint di controllo, ci si assicura che l'aereo arriva sul bersaglio con la massima precisione. Nei più recenti ammodernamenti (MLU) questo compito del navigatore (avvisare il computer che si è raggiunto un waypoint) non serve più, perchè grazie al sistema di navigazione satellitare GPS, il computer verifica da solo, costantemente, la corrispondenza tra i propri calcoli di posizione e la posizione reale dell'aereo, per cui la precisione è massima. E' chiaro che quando si opera con questa modalità il Tornado vola senza necessità che il pilota tocchi i comandi. Questo tipo di attacco è compatibile solo con l'utilizzo di bombe stupide o sistemi antipista non guidati o armi a traiettoria preprogrammata (come le JDAM). Nondimeno, l'intervento del pilota è quasi sempre necessario nella fase finale di un attacco operato con armi a guida laser, così come è sempre necessario in fase di atterraggio (quasi nessun pilota sceglie un atterraggio completamente automatico con l'uso dell'ILS, ammesso che sia disponibile). Esistono però numerose modalità di attacco nelle quali il computer di missione non serve affatto: si pensi a una missione di pattugliamento search and destroy, dove gli obiettivi non sono prepianificati, oppure a un pattugliamento SEAD, o a un attacco contro unità navali o colonne corazzate (le cui posizioni sono note solo approssimativamente e quindi il pilota deve individuarle e colpirle utilizzando i mezzi a propria disposizione: occhi, radar, sensori IR). In tutti questi casi il pilota controlla totalmente la condotta del velivolo. Questa è una foto dell'abitacolo del Tornado, posizione del pilota, con le pedaliere ben in evidenza...
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Holly.... non esiste al mondo un aereo - con equipaggio umano - che non abbia una pedaliera... Il computer di missione del Tornado è in grado di pilotare l'aereo senza intervento umano, verissimo, ma NON PUO' SAPERE SE E QUANDO IL PILOTA DECIDE DI VIRARE, al di fuori del contesto di una missione prepianificata. Sarò più chiaro con un esempio: se durante una missione controllata dal computer, arriva l'ordine che l'obiettivo va cambiato, o che bisogna rientrare subito alla base... il pilota che dovrebbe fare? Lo "specialista" con cui hai parlato, evidentemente si occupa di un aspetto particolare della macchina (i motori ad esempio) e di tutto il resto non ci capisce... un'acca! Lo stesso dicasi per le ali: in volo il Tornado ha una geometria alare controllata dal computer. Solo in casi particolari (malfunzionamento del computer, esigenze a terra) il pilota può comandare manualmente la geometria delle ali.
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Comunque, Hollywood... hai le idee un po' confuse... il Tornado ha la pedaliera. le ali a geometria variabile sono a controllo automatico. ecc... ecc... In attesa di inserire le schede su questo sito, consiglio di dare un'occhiata almeno a questi siti in italiani: http://it.wikipedia.org/wiki/Panavia_Tornado http://www.aeronautica.difesa.it/SitoAM/De...rg=9&idente=122 http://web.tiscali.it/Falcon/italia/tornado.html A proposito: il primo è meglio che ve lo memorizziate. La wikipedia ha tante di quelle informazioni sui mezzi militari che nemmeno vi immaginate...
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A questa domanda abbiamo già risposto tante volte. Mach non è un valore assoluto, ma un valore relativo, che dipende dalla densità dell'aria e quindi varia a secondo della quota. Se diciamo Mach 1 non diciamo nulla. Dobbiamo dire Mach 1 alla quota X, allora ha un senso. Infatti la velocità del suono (1 Mach) è di 1225 km/h circa al suolo (quota zero) e decresce fino agli 11.000 metri circa di quota, dove è pari a 1062 km/h circa, dopodichè si stabilizza. In effetti non è nemmeno così, perchè quello che conta davvero non è la densità dell'aria, ma la sua temperatura (e le due cose sono strettamente connesse: al suolo l'atmosfera è più densa e più calda, salendo è meno densa e più fredda, oltre gli 11000 metri la densità continua a diminuire, ma la temperatura ormai si stabilizza). Però per convenzione la velocità Mach si calcola in rapporto alla quota, che è un dato più immediato. QUI: http://www.globalaircraft.org/converter.htm trovate un calcolatore di Mach molto semplificato: inserite la quota (a scatti di 10.000 piedi, ossia circa 3000 metri ) e otterrete le velocità corrispondenti. Consiglio a Fabio di inserire il calcolatore nella pagina dei link, visto che questa richiesta (la velocità di Mach) è molto frequente. E' chiaro che quando non viene specificata la quota, e nei testi si dice semplicemente Mach 1 o Mach 2, allora si intende o la velocità al suolo o quella oltre gli 11000 metri: lo si può capire solo dal contesto.
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Sì, il cantiere è quello. L'allestimento invece sarà fatto al Muggiano.
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Secondo me, messa una croce sopra sul Blackbird, adesso si possono individuare tre esigenze di ricognizione: 1) ricognizione strategica sopra nazioni nei confronti delle quali non è praticabile la violazione dello spazio aereo nazionale, nemmeno con un UAV, per ragioni diplomatiche. In questo caso, l'unica alternativa resta quella della ricognizione satellitare. 2) ricognizione strategica sopra nazioni per le quali non c'è altrettanta cortesia diplomatica. In questo caso l'utilizzo di UAV ad alta autonomia (oltre ai satelliti) è senz'altro praticabile. Diciamo che attualmente un UAV come il Global Hawk (in grado di volare a 630 km/h a 19000 metri di quota per oltre 20.000 km) è abbastanza difficile da buttare giù, specialmente se la nazione spiata non dispone di caccia ad alte prestazioni delle ultime generazioni, o di sistemi terra-aria a lungo raggio. In questi casi occorrerà accettare il rischio di perdite sensibili (un Global Hawk costicchia... ci aggiriamo sui 50 milioni di dollari al pezzo...) 3) ricognizione tattico-strategica nei confronti di obiettivi su una nazione con la quale si è in stato di guerra. In questo caso si presuppone che sia stata acquisita la superiorità aerea, per cui la ricognizione a mezzo UAV non dovrebbe presentare problemi. C'è quindi solo una piccola nicchia che giustificherebbe un UAV supersonico o ipersonico, ed è improbabile che l'USAF intenda investire risorse - almeno a breve/medio termine - per coprire una nicchia residuale. In tutto questo, occorre poi tenere presenti alcune cose: - Gli UAV (specialmente i Predator) si sono dimostrati, nella realtà, abbastanza vulnerabili (più a incidenti di volo che a veri e propri abbattimenti) ma questo dipende dal fatto che si tratta di sistemi giovani, che necessitano ancora di tempi di rodaggio per mettere a punto le tecniche di impiego ottimali e rimediare ai problemi e difetti che man mano vengono fuori. - I Global Hawk sono concepiti per tenersi in collegamento con satelliti e con velivoli AWACS, e per evitare le minacce sulla base dei dati da essi ricevuti. Inoltre dispongono di un sistema di allarme radar e di una suite di ECM molto sofisticata.
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L'Aurora è solo una bufala, inventata per nascondere il vero scopo dei fondi che servivano allo sviluppo dell'allora segretissimo bombardiere B-2. Ne abbiamo parlato estesamente da qualche altra parte nel forum.
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In effetti, Davide, le cose sulle bombe a neutroni sono un po' più complesse. La bomba a neutroni è un'invenzione americana (i cinesi hanno lasciato intendere di essere riusciti a riprodurre questa tecnologia, ma non l'hanno mai confermato) sulla quale esiste un segreto militare strettissimo. In realtà non è nemmeno noto se gli USA l'abbiano prodotta in serie oppure no. Di certo l'hanno sperimentata in una serie di test tra il 1963 ed il 1976. In effetti, per molto tempo non si è saputo nulla sulla tecnologia costruttiva, sulle tattiche di impiego e sulle sue effettive capacità, e ancora oggi c'è molta confusione. Infatti il suo inventore, Samuel Cohen, ha scritto un libro in cui ha narrato la storia della bomba a neutrone e ha fornito una versione molto diversa da quelle ufficiali. Vediamo allora di fare chiarezza. In grosso problema è che una bomba a fissione è, appunto, una bomba in cui la fissione incontrollata (o meglio: amplificata) genera il rilascio di energia sotto forma di onda d'urto, calore e radiazioni. Nella bomba a fusione, una bomba a fissione viene utilizzata per fondere gli isotopi di idrogeno ottenendo così un'esplosione di vari ordini di grandezza più potenti (da 100 a 1000 volte). Ora, è chiaro che una bomba a fusione non può mai essere meno potente della bomba a fissione utilizzata per innescarla. Inoltre, una bomba a fusione deve essere necessariamente molto potente, per compensare l'aumento di peso derivante dalla presenza dell'ordigno a fissione. In altre parole: fino a una certa potenza è conveniente usare una bomba a fissione. Solo oltre una certa potenza è conveniente (o necessario) usare una bomba a fusione. Nella bomba a neutroni, invece, si usa il meccanismo della bomba a fusione per realizzare un'esplosione che potrebbe essere ottenuta, in maniera molto più economica, con una bomba a fissione. Il vantaggio sta nel fatto che si ottiene un'esplosione di potenza più o meno equivalente alla bomba a fissione utilizzata (e quindi anche solo 1-2-3 kt) ma con l'emissione radioattiva aumentata dalla presenza della fusione. La caratteristica dovrebbe essere quella di poter ottenere una bomba che ha un effetto di distruzione (onda d'urto e calore) limitato a pochissime centinaia di metri (proprio come una piccola bomba a fissione), e un effetto radioattivo che può arrivare a distanze triple o quadruple (ossia il doppio rispetto a una bomba a fissione di pari potenza). Ecco quindi la formula base: una bomba a neutroni ha la stessa forza distruttiva di una bomba a fissione di pari potenza, ma un'emissione di neutroni che è letale a una distanza doppia rispetto a una bomba fissione di pari potenza. E questo spiegherebbe la tesi di Cohen: per utilizzare davvero una bomba a neutroni in maniera che non distrugga comunque anche gli edifici (così come farebbe la bomba a fissione equivalente) occorre farla esplodere a una quota di circa 10.000 metri, in maniera che l'effetto distruttivo è neutralizzato, mentre quello radioattivo raggiunge il suolo. Che Cohen dica la verità, oppure no, poco importa. Infatti la bomba a neutroni non è mai stata concepita per salvare le città: questo è lo slogan utilizzato per rendere accettabile all'opinione pubblica (specialmente quella tedesca, visto che queste bombe erano destinate all'utilizzo difensivo in Germania) lo sviluppo di un nuovo ordigno nucleare. La verità è che la bomba a neutroni è stata concepita per colpire le formazioni corazzate. Infatti i carri armati, grazie alla spessa corazza di cui dispongono, si sono dimostrati molto poco vulnerabili rispetto alle esplosioni nucleari tradizionali, ed in particolare all'effetto di onda d'urto e di calore. Invece le radiazioni possono trapassare lo scudo, specialmente se si tratta di neutroni, e uccidere l'equipaggio. Inoltre l'acciaio della corazza reagisce con i neutroni emettendo raggi gamma, anch'essi nocivi. Infine, l'uranio impoverito presente nelle corazze e nelle munizioni, si "arricchisce" grazie ai neutroni che lo colpiscono, e produce un effetto di fissione che emette radiazioni letali. Una bomba a fissione da 1 KT può uccidere l'equipaggio di un T-72 alla distanza massima di 360 metri, mentre una bomba a neutroni fa la stessa cosa fino a 690 metri. Inoltre, se un equipaggio nuovo occupa il carro in sostituzione di quello morto, l'effetto neutronico (irradiazione della corazza e dei materiali in uranio impoverito) lo uccide entro le successive 24 ore. Questa è la vera funzione della bomba a neutrone. E Cohen ha detto anche un'altra cosa, che è senz'altro condivisibile: per le stesse ragioni, una bomba a neutroni è micidiale contro le portaerei e le grosse unità navali da combattimento. Scusate se mi sono dilungato, ma ho voluto fornire un quadro completo per dissipare dubbi e leggende su quest'arma.
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E' proprio questo il punto, Legolas. Gli americani sono stati un po' troppo affrettati ad eliminare la ricognizione pilotata. Radiati gli SR-71 e gli RF-4C, con gli F-14/TARPS anch'essi in radiazione, ormai restano a disposizione soltanto gli U-2 (che però non possono volare sopra un territorio nemico ben difeso e peraltro sono usati per ricognizione radar più che fotografica) e qualche pod più o meno adattato a F-16 ed F-18 le cui prestazioni però (specialmente in fatto di autonomia) sono del tutto insufficienti. Per il resto occorre afffidarsi a RPV a grande autonomia e ai satelliti. Vero è che gli americani contano sul fatto che sono comunque pochissime le nazioni che possono contrastare efficacemente un velivolo non pilotato, a bassa segnatura radar, che vola ben oltre i 20.000 metri di quota, ma è anche vero che queste nazioni esistono, e la Cina è tra esse. Vero pure che queste nazioni, oltre a non poter essere facilmente sorvolate, sono anche "politicamente" sensibili, per cui in ogni caso - almeno in tempi di pace - esse non sarebbero sorvolate da null'altro che non sia un satellite. Resta il fatto, però, che gli americani sono rimasti scoperti su un settore molto importante. Purtroppo, la capacità di operare il Blackbird è destinata a sparire presto. Messi a terra gli aerei, man mano che gli specialisti ed i piloti abilitati verranno meno, non ci sarà più nessuno che potrà operarlo. E che l'USAF non abbia alcuna intenzione di ripensarci, è testimoniato da un particolare illuminante: i manuali di volo del Blackbird, prima ultra-segreti, sono stati declassificati.
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Le bombe N (questa sigla genera confusione: molti infatti chiamano A le atomiche a fissione, H le atomiche a fusione, N quelle a Neutroni) , intendendo in questa sede le bombe Nucleari in generale, generano tutte una forte onda elettromagnetica, che chiama EMP o, in italiano, impulso elettromagnetico. Allora, diciamo subito che già di per sè le radiazioni "penetranti" emesse da un'arma nucleare sono distruttive, entro un certo raggio, di qualsiasi apparecchiatura elettronica. Questo non è un vero effetto EMP, ma un effetto distruttivo vero e proprio, che si aggiunge agli altri (infatti i tre effetti distruttivi principali sono calore, sovrapressione e radiazioni). A questi effetti si aggiunge l'impulso EMP, che al contrario dei precedenti non è distruttivo in senso stretto (non è nocivo agli esseri viventi, ad esempio) ma manda in tilt le apparecchiature elettroniche, quanto più esse sono sofisticate e sensibili. L'effetto EMP è sempre presente nelle esplosioni nucleari, ed è direttamente proporzionale alla potenza dell'esplosione e alla quota alla quale essa avviene. Infatti per ottenere il massimo effetto EMP, la bomba andrebbe fatta esplodere negli strati più alti dell'atmosfera, nel qual caso creerebbe una vera e propria tempesta magnetica. Gli apparati elettronici colpiti da questo impulso possono andare in tilt, come abbiamo detto, o addirittura bruciarsi. Si è scoperto che i sistemi a valvole sono meno sensibili rispetto ai più sofisticati circuiti integrati e transistor, per cui molti apparati sensibili militari - destinati a operare in ambiente di guerranucleare reale - sono costruiti con valvole.
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All'apertura della campagna aerea contro l'Irak nella prima guerra del golfo del 1991, gli americani utilizzarono alcune decine di missili ALCM, trasportati da bombardieri B-52, nei quali la testata era costituita da filamenti di materiale elettro-conduttore a base di grafite. Questi filamenti, dispersi sopra le linee elettriche e sopra le centrali elettriche, provocarono subito una serie di corto circuiti che misero fuori uso le centrali, togliendo energia elettrica a gran parte del paese. Il sistema aveva il vantaggio di non distruggere le centrali, per cui si trattava di un sistema "soft kill" , una specie di arma non letale. Successivamente è stata costruita un'arma appositamente progettata, la cluster bomb CBU-94 con testata BLU-114B, impiegata per la prima volta contro i serbi nel 1999. L'arma è chiamata Graphite Bomb, o Black Out Bomb.
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Il vero motivo della radiazione del Blackbird sta proprio nel fatto che ormai nessuno rischierebbe un incidente diplomatico per dare un'occhiata dietro i confini di una nazione non belligerante. Ma questo non significa che la cosa non potrebbe tornar utile. Gli UAV, almeno le attuali generazioni, hanno ben poche speranze di riuscire a superare una difesa aerea ben equipaggiata, come quella cinese. I satelliti invece, è bene tenere a mente una cosa. Esistono due grandi famiglie di satelliti: quelli di sorveglianza/comunicazione/posizionamento, che sono in orbita geostazionaria a 36000 km di altezza e coprono tutto il globo, ma non hanno alcuna capacità di "spiare"; ed i satelliti spia veri e propri, destinati a riprendere immagini con i propri sensori. Questi ultimi devono per forza utilizzare orbite basse e veloci (perchè una foto ripresa da migliaia di km di altezza serve a poco), orbite che possono essere anche nell'ordine dei 100-200 km di altezza. Queste orbite basse significano due cose: la prima è che il satellite ha una vita utile molto bassa, perchè più l'orbita è bassa, più c'è attrito con gli strati esterni dell'atmosfera (e precisamente termosfera ed esosfera) e quindi il satellite perde progressivamente velocità e quota e rientra distruggendosi. La vita utile di un satellite spia è quindi molto breve: può essere anche di poche settimane, specialmente se il carburante di riserva viene utilizzato per frequenti riposizionamenti (anzichè per mantenersi in quota). La seconda conseguenza di un'orbita bassa è che la zona da fotografare non può essere coperta per lungo tempo: orbite basse sono anche velocissime (oltre 30.000 km/h) e "traslate" per cui un satellite ci passa mediamente una-due volte al giorno e ha a disposizione solo pochi secondi per fare le foto. Ma quel che è peggio, è che anche un bambino con una calcolatrice sa calcolare l'orbita di un satellite e sapere esattamente quando passerà. Per cui basta nascondere ciò che c'è da nascondere per una manciata di secondi e il gioco è fatto. Invece, un SR-71 ti arriva addosso a sorpresa.... Dimenticavo: per riattivare 3 Blackbird e mantenerli in operazione per 5 anni, l'USAF ha speso in tutto (calcolando tutto: dai piloti alla logistica ecc...) appena 100 milioni di dollari. Nemmeno la metà di quanto costa un singolo F-22...
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no... io non faccio testo...
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Il gioco non vale la candela, forse, oggi che non c'è più un nemico come l'URSS. Ma tieni conto di una cosa: cambiare l'orbita di un satellite per scattare foto su un obiettivo imprevisto, è operazione che richiede tempo. Possono servire anche molte ore, se non giorni, e non è detto nemmeno che sia possibile: può essere necessario addirittura lanciare un altro satellite. Se ho la notizia che tra poche ore nella base ultrasegreta di Chissàdove nel cuore della Cina, sta per fare il primo volo un nuovissimo caccia ultrasegreto che nessuno ha mai visto prima, ben difficilmente riuscirò a orbitare in tempo un satellite spia sulla verticale. Posso solo impiegare un UAV Global Hawk: è l'unico che abbia un'autonomia sufficiente per la missione. Peccato che il Global Hawk vola non oltre i 19.000 metri e ad appena 600 km/h: un bersaglio perfettamente intercettabile dai Flanker cinesi e dai missili terra-aria a lungo raggio. Invece, in mezz'ora (anzi, ad essere precisi 25 minuti) posso far decollare un SR-71 e nel giro di poche ore ho le foto che voglio, sulla mia scrivania, ad altissima risoluzione. Di Blackbird ne sono stati realizzati 32, senza contare gli A-12 della CIA. Ritirati nel 1989, appena 5 anni più tardi l'USAF dovette riattivarne tre esemplari per coprire il buco che si era creato nella ricognizione. Furono definitivamente ritirati nel 1999. Tutti gli esemplari sopravvissuti sono esposti in vari musei americani.
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E che cavolo... un prototipo... non serve a niente... nessun valore militare... Ehiiiiiiii !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Kelly Johnson si rivolterebbe nella tomba, a leggere queste cose... L'SR-71 è ancora oggi l'aereo più veloce mai realizzato dall'uomo (Mach 3.5) (e parlo di aereo serio, non un razzo o simili) e quello che vola più alto (oltre i 24.000 metri effettivi: ossia in volo realmente operativo). E' stato ritirato dal servizio dall'USAF soltanto per motivi economici, visto che la sua cellula era praticamente eterna (per via del processo di tempera che avveniva ogni volta che l'aereo attraversava la "barriera del calore"). Il Blackbird, così si chiamava, è stato un mito, e lo è ancora. E all'USAF lo piangono ancora oggi. Perchè i satelliti devono ancora arrivare a fare le foto che riusciva a fare un Blackbird... mai abbattuto nonostante le centinaia di missili che gli sono stati lanciati contro ed i centinaia di tentativi di intercettazione ad opera dei caccia di oltre cortina... Altro che prototipo...
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CIWS significa, tradotto, sistema di protezione ravvicinata. In questa categoria si includono quindi tutti i sistemi da ultima spiaggia, solitamente cannoni Gatling come il Phalanx, ma anche sistemi che non usano il Gatling ma cannoni a tiro rapido (solitamente pluricanna, come il Goalkeeper) o anche sistemi missilistici a cortissimo raggio (come il RAM). Non mi risulta che il Davide sia in grado di ingaggiare siluri in avvicinamento, ma teniamo conto che da un punto di vista strettamente fisico nulla impedisce di sparare un proiettile ad alta velocità verso un bersaglio che arriva sott'acqua. Il problema è semmai quello di ottenere una soluzione di tiro abbastanza precisa. A questo scopo i russi utilizzano i sistemi RBU che sparano un gruppo di razzi nella direzione del sìiluro in avvicinamento, allo scopo di "saturare" una grossa area e compensare l'errore, mentre si ritiene che i più avanzati siluri occidentali (sia leggeri che pesanti) abbiano una qualche capacità antisiluro, anche se essa non è mai stata testata operativamente. Tornando al Davide, l'USNavy, se ricordo bene, ha sviluppato una sequenza di ingaggio che prevede di sparare 4 colpi contro il missile in avvicinamento, e sembra che il sistema abbia dimostrato di poter distruggere una salva di 4 missili antinave supersonici, in arrivo da più direzioni contemporaneamente, distruggendo l'ultimo dei 4 a non meno di 1000 metri dalla nave protetta. Si tratta di prestazioni eccezionali, che i CIWS non hanno (i CIWS ingaggiano a 1500, massimo 3000 metri di distanza per cui dopo il primo ingaggio difficilmente c'è tempo per un secondo. E in ogni caso la distruzione del bersaglio avviene a una distanza così minima che è probabile che l'esplosione del missile coinvolga comunque le infrastrutture della nave). L'unico vantaggio dei CIWS è quello di poter essere lasciati sempre in condizione di fuoco automatico (la scarsa portata delle munizioni consente di limitare i danni in caso di falsi allarmi) e di poter intervenire più efficacemente in caso di un attacco da parte di missili lanciati mentre la nave si trova sottocosta, quindi con preavviso di pochissimi secondi).
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Diciamo che un reattore nucleare ben difficilmente esplode, in presenza di un evento di tipo "traumatico". Un reattore nucleare potrebbe "esplodere" solo se per qualche ragione (mancanza di raffreddamento, superamento della soglia critica di controllo della reazione) arriva a produrre una reazione incontrollata e incontrollabile. Ma anche in questo caso, non sarebbe una vera e propria esplosione nucleare. Un evento traumatico, invece, probabilmente provocherà la rottura del guscio di contenimento e quindi una contaminazione radioattiva molto grave. Il peggio è se il guscio di contenimento tiene, e quindi il reattore continua a funzionare senza essere più raffreddato nè controllato: in questo caso fonderebbe il guscio e provocherebbe una contaminazione molto maggiore, proporzionale alla potenza del reattore. L'unica cosa da fare sarebbe quella di distruggerlo (l'ideale sarebbe una piccola carica nucleare ma questa soluzione non è facilmente praticabile, per cui si dovrebbe usare alto esplosivo) e poi coprire l'area con colate di cemento, per contenere la fuoriuscita radioattiva. Sarebbe in ogni caso un grosso casino...
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Da sempre l'Oto Melara ha creduto tenacemente nell'efficacia di sistemi antiaerei e antimissili di medio calibro, e secondo me ha sempre avuto fondamentalmente ragione. In fin dei conti, se devo installare su una nave un pezzo da 76 mm o uno da 127, perchè non dargli piena capacità antiaerea e antimissile? Con il sistema Davide/Dart, che accoppia al classico 76 mm una munizione sottocalibrata e radioguidata, la OTO ha realizzato un sistema antimissile veramente efficace. L'importante, secondo me, è che questo sistema sia sempre visto come complementare dei classici CIWS di piccolo calibro, e mai sostitutivo. Per tutta una serie di ragioni, infatti, i sistemi CIWS di piccolo calibro consentono di affrontare con maggior efficacia minacce improvvise in ambienti ristretti e a cortissimo raggio, mentre il David è più adatto in ingaggi di portata più elevata. L'US Navy sta ormai completando le campagne di tiri, per cui è probabile che molto presto il sistema sarà pronto per la produzione di serie.