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Il tunnel va sotto il fondale, non sopra... per quanto riguarda come si costruisce un tunnel sotto l'acqua, io non lo so. Ma se lo chiedi a inglesi e francesi te lo dicono, visto che l'hanno fatto sotto la Manica...
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Per Psycho. Bisogna partire da una constatazione, indipendentemente da come la si pensa. L'assemblea generale dell'ONU, così come molti organismi, conferenze e convenzioni che nascono su impulso di essa, è composta da tutti i paesi del mondo, dove ogni stato conta un voto (il consiglio di sicurezza, su queste materie, non ha alcun potere). Dagli anni '50 ad oggi, si è avuto modo di verificare che i paesi in via di sviluppo, o poveri che dir si voglia (tra i quali è compresa la Cina), costituiscono una maggioranza molto compatta. Si tende quindi ad approvare accordi, convenzioni e trattati che di fatto penalizzano il mondo industrializzato a vantaggio dei paesi in via di sviluppo. Per questa ragione alcuni paesi (USA e Canada in testa) sono sempre stati estremamente restii ad avvallare decisioni frettolose che, anche se in via di principio corrette, corrono il rischio di danneggiare fortemente le economie industrializzate. Questo discorso, come ho detto prima, può piacere o no, ma è un dato di fatto. ---------- Passiamo a Kyoto, e seguimi bene. Innanzitutto, la Wikipedia non è un'enciclopedia ufficiale. E' un'enciclopedia a contribuzione aperta: chiunque di noi, anche tu, puoi modificare o postare un articolo, e se scrivi una stratosferica fesseria, possono passare mesi, se non anni, prima che i curatori se ne accorgano e la modifichino. Questo è ancor più valido per l'edizione italiana, che è un catafascio di false informazioni. CLINTON NON HA MAI FIRMATO IL PROTOCOLLO DI KYOTO. E' stato AL GORE, suo vice presidente, che ha firmato il trattato, ma questa firma non aveva valore di ratifica. Infatti il trattato prevede (come tutti i trattati, di solito) che la firma del rappresentante (AL GORE) serve solo come "autenticazione del testo", che poi deve essere ratificato dal Capo dello Stato, che per gli USA è il Presidente. A sua volta, il Presidente (così è anche in Italia) per poter ratificare deve prima avere l'autorizzazione dell'organo parlamentare. In USA il Senato, con 95 voti contro ZERO, aveva preventivamente negato l'autorizzazione alla ratifica di quel protocollo. E CLINTON non ha nemmeno sottoposto il protocollo per la ratifica, perchè anche lui era contrario. Ricordate che in un trattato internazionale, la firma è soltanto una garanzia che il testo non possa più essere modificato, in maniera tale che tutti i capi di stato possano decidere su un testo uguale per tutti (se no qualsiasi dattilografo o traduttore potrebbe trasmettere un testo non corrispondente a quello autentico). Spero di essere stato chiaro. Questa è un'altra dimostrazione di quanto può essere subdola la disinformazione, e di quanto occorre stare bene attenti a ciò che si legge. Un'ultima cosa. Bene hanno fatto USA, Canada, Giappone e altri paesi a non ratificare. Il Protocollo di Kyoto, a fronte di un inaccettabile danno economico nei confronti dei paesi industrializzati, aveva l'obiettivo di una riduzione di 0,02 gradi di temperatura entro il 2050 ! Si tratta di un risultato assolutamente evanescente, inutile, difficilissimo da verificare. Infatti il Senato nella sua mozione di respingimento disse: "Non è che non vogliamo firmare. Ma se proprio il mondo industrializzato deve rimetterci migliaia di miliardi di dollari, almeno facciamolo per qualcosa che in concreto ottenga un risultato". Bush invece ha detto: "Non sono contrario in linea di principio. Ma prima mi dovete spiegare perchè per noi il trattato prevede tutti questi obblighi, mentre per la Cina che è il secondo produttore al mondo di emissioni nocive, non è previsto nessun tipo di obbligo". Peraltro, proprio Clinton propose di modificare il trattato con alcuni accorgimenti noti come "emendamento CDM" che avrebbero ottenuto gli stessi effetti del protocollo originario, ma con il 60 % di spese in meno ed entro il 2012, ma stranamente non è stato preso in considerazione. L'Europa invece come al solito si è calata al 100 % (sotto la spinta di una certa componente politica all'epoca predominante) e sapete come sta andando? Che a fronte di un aumento di costi valutato del 120 % per la produzione, si è ottenuta una riduzione di emissioni pari al 4,7 % anzichè il 12 % preventivato. E tenuto conto che l'Europa è responsabile del 21 % delle emissioni a livello mondiale, capirete bene che nemmeno quello 0,02 gradi sarà mai raggiunto. In compenso tutto ciò che si produce a livello di energia, acciaio, cemento, vetro, mattoni per costruzioni edili e carta, ha un costo doppio. Risultato: i prodotti aumentano di costo (e quindi non è solo colpa dell'euro) ed i paesi in via di sviluppo (Cina compresa) se la ghignano, visto che la loro produzione costa meno e invade i mercati europei. Adesso, vi sembra così strana la posizione degli USA? PS: non voglio convincervi a tutti i costi delle mie idee. Anch'io sono convinto che occorra darsi da fare per non distruggere il nostro ambiente. Ma voglio solo invitarvi a vedere sempre tutte le cose a 360 gradi, a rovesciare la medaglia per vedere l'altra faccia. Solo questo, nella vita, vi consentirà sempre di essere voi stessi e di non pensare con la testa degli altri.
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Se partiamo dal presupposto che una testata nucleare tattica NON è in grado di distruggere un carro armato a distanze superiori ai 1000-1500 metri, e che le portaerei nucleari sono quanto di più massiccio solchi attualmente i mari, ci rendiamo conto che affondare una portaerei non è facile. La II GM ha dimostrato che per affondare una portaerei o una corazzata spesso sono necessarie decine e decine di bombe e siluri. E' anche vero che è capitato che un solo colpo abbia disintegrato una corazzata o una portaerei (se per sfiga finisce nella Santa Barbara...) ma si ritiene che le portaerei moderne abbiano sistemi di sicurezza tali da rendere quasi impossibile questo evento. Peraltro, le moderne portaerei americane sono rigorosamente costruite per rendere impossibile anche una simile evenienza, come hanno dimostrato le esplosioni avvenute a bordo della Enterprise e della Forrestal nella seconda metà degli anni sessanta. La caratteristica degli hangar delle CVN americane (che sono aperti, con ascensori laterali) è quella che anche le peggiori esplosioni verrebbero deviate all'esterno. D'altro canto, in un conflitto spesso non è importante distruggere una nave, ma metterla fuori combattimento. E da questo punto di vista, un paio di siluri o di bombe ben assestate potrebbero costringere una CVN ad abbandonare il teatro di operazioni. Una carica nucleare, invece, anche se non riuscisse a distruggere fisicamente la portaerei, quasi certamente la ridurrebbe in un rottame galleggiante e radioattivo, motivo per cui sarebbe da considerare distrutta. Per difendere una portaerei, viene quindi creato uno schermo con unità aeree, navali e sottomarine, e la portaerei si muoverebbe in continuazione a velocità non inferiori ai 25 nodi. Questo significa che i sottomarini convenzionali non avrebbero possibilità di portarsi a distanza utile di tiro, mentre quelli nucleari dovrebbero filare ad alta velocità e produrre tanto rumore da poter essere avvistati con largo anticipo e distrutti. Nessuna unità navale nemica riuscirebbe mai a portarsi a distanza utile per il lancio dei suoi missili antinave (ne sa qualcosa la Libia) per cui l'unica maniera di colpire una portaerei è quella di coordinare un grosso attacco aereo per saturare le difese antiaeree con il lancio di numerosissimi missili antinave. Per contrastare questa minaccia, la portaerei si avvale dei velivoli Hawkeye da scoperta lontana (un piccolo AWACS) e dei suoi intercettori (ormai restano solo gli Hornet ed i Super Hornet) nonchè di almeno un incrociatore e un cacciatorpediniere con il sistema AEGIS, che è un sistema radar in grado di seguire oltre 600 bersagli in volo e di ingaggiarne contemporaneamente fino a 24, missili compresi. Due navi dotate di AEGIS, con una finestra temporale sufficiente a lanciare due salve, possono quindi teoricamente ingaggiare un centinaio di bersagli. Se proprio tutto questo non basta, alla fine restano i sistemi di difesa di punto: missili Sea Sparrow, cannoni a tiro rapido Phalanx e missili antimissile RAM. Se qualcosa ancora passa, probabilmente colpirà un'unità di scorta: le fregate e i cacciatorpediniere sono disposti a cerchio per fare scudo con la propria struttura alla portaerei, ed è ben difficile che un missile sea-skimming centri la portaerei. Tutto questo, ovviamente, vale solo alla condizione che la portaerei si trovi in mare aperto e in condizioni di allerta. Se si trova a ridosso della costa, i rischi aumentano tantissimo. E sono elevatissimi anche se non c'è prontezza operativa (come può accadere in tempo di pace o comunque in un attacco a sorpresa). Proprio su quest'ultima vulnerabilità si erano concentrati i sovietici. I sottomarini OSCAR e gli incrociatori KIROV erano progettati per avvicinarsi alle portaerei americane poche ore prima dello scoppio di un conflitto, e lanciare salve di grossi missili antinave supersonici (parliamo di salve nell'ordine dei 20 missili...) armati con testate molto potenti. Se l'attacco fosse riuscito, ci sarebbero state ben poche speranze per la portaerei.
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La cosa essenziale è abbattere i costi, sulle tratte dove c'è sufficiente richiesta. Chiaramente se usi un 500 posti per Dubai, difficilmente la spesa vale l'impresa. Ma se usi un 500 posti per New York e abbatti davvero i costi (roba che deve costare non più di 200-300 dollari andata e ritorno) anche attraverso un meccanismo più flessibile dei voli (ossia: compro il biglietto andata e ritorno, ma la data di ritorno non deve essere indicata: quando mi serve, torno), una volta ammortizzati i costi iniziali (perchè un bestione costa) è tutto in discesa. Purtroppo però le compagnie ragionano diversamente: ho comprato questa bestia di aereo e devo ripagarmelo, quindi all'inizio i biglietti costeranno. Poi quando ho ammortizzato la spesa, riduco i costi. La gente però non vola perchè i costi sono alti, la spesa non si ammortizza, e i costi restano alti. Le compagnie low cost hanno dato una bella scossa al mercato, ma subito sono state imbrigliate e ostacolate (rotte e orari non sono proprio comodi, gli aeroporti serviti sono decentrati e quantitativamente limitati, i biglietti bisogna prenotarli e pagarli con largo anticipo). Poi per assurdo, i posti disponibili sulle low cost sono fruiti in minima percentuale dalla gente comune. La maggior parte sono utilizzate dalle imprese, cioè proprio dai soggetti che non dovrebbero avere molti problemi a spendere qualche soldino per i biglietti. Le imprese hanno preso l'abitudine di comprare posti fissi: se hanno l'esigenza di un collegamento settimanale per due persone Milano - Parigi, comprano due biglietti per tutte le settimane future. Se si pensa a quante società hanno collegamenti costanti con le principali capitali in Europa e in America (e non solo) ecco che poi comprare un biglietto a 10 euro per una persona qualunque diventa quasi impossibile: tutto già venduto. Se l'Airbus ha deciso di costruire l'A-380, evidentemente ha tastato il polso delle compagnie ed è sicura che l'aereo si venderà, e malissimo ha fatto la Boeing a considerare spacciato il segmento 500 posti e oltre. Speriamo bene...
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Sai cos'è Dominus, questi grossi aerei (dai 500 posti in su) rappresentano sempre una scommessa. Un solo aereo, un solo volo, un solo equipaggio, un solo pieno di carburante, da dividere per 500-600-800 posti. Significa: posti in più per l'utenza, biglietti aerei meno costosi, costi di esercizio inferiori per la compagnia. A patto, però, di vendere tutti i posti o quasi. Questa è la scommessa. Con il Jumbo ha funzionato. Se USA e Italia (faccio un esempio) sono diventate così vicine, senz'altro questo è dovuto anche al fatto che un biglietto A/R costava 700.000 lire, grazie al Jumbo, mentre fino a qualche anno prima dovevi spendere il triplo. L'Airbus vincerà la scommessa?
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Quei limiti sono complessivi, poi ogni struttura (in pratica NATO e Patto di Varsavia) disciplina i sottolimiti interni. Comunque il trattato ormai non ha alcun valore: i livelli di forza, per effetto della fine della guerra fredda, sono diventati già molto più bassi rispetto a quelli stabiliti. Inoltre il crollo dell'URSS e del Patto di Varsavia hanno tolto validità al trattato, che può considerarsi estinto, tant'è vero che paesi che appartenevano al Patto di Varsavia (e che quindi erano conteggiati nel limite quantitativo del "nemico") appartengono oggi alla NATO o comunque all'Europa Occidentale (vedi ex Germania Orientale, Polonia, ecc...). In ogni caso nè i Leopard 1A5 nè i Leopard 2 sono carri adeguati alle necessità italiane. I carri tedeschi erano progettati per un conflitto in europa centrale, ed in particolare erano destinati a combattere sul suolo tedesco, in difesa o in controffensiva. Sono progettati per il combattimento controcarro e non hanno una protezione inferiore, specialmente contro le mine, adeguata (difficile saltare su una mina quando combatti sul tuo territorio). Oggi le missioni di peacekeeping e di peaceenforcement richiedono carri che abbiano una grossa capacità di resistenza passiva, specialmente al tiro di lanciarazzi e all'esplosione di mine, e che consentano all'equipaggio di rispondere al fuoco utilizzando mitragliatrici e cannoni automatici (non oltre il 30 mm, per intenderci). Queste caratteristiche non sono compatibili con un MBT, che per forza di cosa ha un cannone di grosso calibro e che non è adatto al combattimento urbano. Queste caratteristiche le si ritrovano nei mezzi di combattimento per la fanteria (MICV) ed è in quella direzione che bisogna lavorare. Quindi la soluzione è utilizzare MICV nei quali la protezione inferiore è progettata per resistere alle mine o quantomeno per deviare l'esplosione senza coinvolgere l'equipaggio, tutti e 4 i lati nonchè la parte superiore devono garantire la resistenza ai colpi delle armi leggere, dei fuciloni controcarro, dei lanciagranate e lanciarazzi portatili, l'equipaggio deve avere una chiara visione verso l'esterno senza la necessità di esporsi fisicamente all'esterno, e la squadra trasportata deve avere la possibilità di utilizzare, dall'interno, l'armamento individuale. Resta però il fatto che un MICV di questo tipo ancora non esiste (nemmeno il Bradley ha queste caratteristiche) e quindi si usano gli MBT che, almeno in fatto di protezione, si avvicinano un po' a quanto desiderato. Ma c'è da scommettere che nel futuro gli sforzi si concentreranno verso i MICV e non è un caso che in generale il mercato degli MBT è parecchio in crisi. Quindi gli studi di progettazione, oggi, vanno verso carri leggeri facilmente trasportabili (per garantire un primo appoggio di fuoco alle proprie truppe di spedizione), e MICV pesantemente corazzati in grado di addentrarsi negli ambienti urbani. L'USArmy, dal canto suo, sta seriamente studiando piccoli mezzi corazzati senza equipaggio che dovrebbero risolvere almeno il problema degli scontri urbani. Personalmente, credo che bisogna stare sempre molto attenti quando si traggono conclusioni generali da episodi isolati. Gli israeliani conoscono bene, da molti anni, le realtà di certi tipi di combattimento che oggi si definiscono "asimmetrici" e hanno messo a punto una serie di realizzazioni sulle quali varrebbe la pena di riflettere, prima di fare passi falsi.
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La vite rovescia non è altro che una vite piatta con l'aereo che si trova a rovescio. Molto rara, a dire il vero. Vite profonda non so a cosa si riferisca esattamente. Di solito si dice "è entrato in vite profonda" quando l'avvitamento raggiunge elevate velocità angolari, come a dire che un aereo entra in vite e se non lo recuperi subito entra in vite profonda. Altro termine utilizzato spesso è quello di vite irreversibile, e credo sia inutile da spiegare.
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Poco tempo fa qualcuno aveva postato un sito veramente bello sulla strumentazione dei cockpit... dà' un'occhiata ai topic di qualche settimana fa, o usa la funzione di ricerca.
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Il discorso dell'Alitalia lasciamolo perdere... ci sono regole europee che impediscono di sovvenzionare ulteriormente la compagnia... e già sono stati fatti strappi alle regole... Per il ponte: i 3 mm non sono un problema. I costruttori tengono conto di queste cose e certamente la struttura è progettata in maniera adeguata. Io credo che il ponte serva, è un'opera importante che consentirà di risolvere molti problemi di collegamento con la Sicilia (una volta, a causa del maltempo e poi di uno sciopero dei traghetti, quello che per me doveva essere un viaggetto di 10 giorni si trasformò in un incubo di 56 giorni....) e l'impatto ambientale in questi casi non può essere motivo di rinuncia. Semmai si dovrebbe capire se ci siano altre soluzioni praticabili, e se siano state investigate a fondo. Ad esempio, il fondale non mi sembra molto profondo in quel punto... un tunnel non si poteva fare?
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Ricordi benissimo, infatti questo sito è la trasposizione di quel doc. Siccome i più nuovi non ce l'hanno, penso che il sito tornerà utile.
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Ho capito che hai una predilezione per i "pezzi forti"... dalle corazzate agli MBT ! E' chiarissimo che un MBT è meglio di una blindo. Nessuno vuol dire il contrario. Io dico soltanto che è meglia una blindo di... niente! Se non ho uno strumento di trasporto idoneo a portare gli MBT in tutte le parti del mondo dove potrebbero servirmi, a che diavolo mi serve avere 1000 MBT? La blindo è un mezzo altamente mobile, idoneo per le azioni in cui è richiesta una rapidità di intervento. La blindo mi consente di avere una componente corazzata a sostegno delle truppe leggere, mi consente di avere una buona potenza di fuoco anticarro e di appoggio. Successivamente, se ho la possibilità di mandare carri armati, ce li mando, per carità. L'Iraq è un caso particolare, non capita tutti i giorni di addentrarsi in quartieri dove a ogni angolo c'è un guerrigliero armato di lanciarazzi controcarro. L'Italia deve misurarsi con le proprie necessità: l'EI non è l'USArmy! Inoltre un MBT serve a poco, se non è accompagnato da un mezzo corazzato per la fanteria MICV, come il Dardo. Con 200 Ariete, l'EI può equipaggiare tre brigate meccanizzate a componente trinaria (1 battaglione MBT, 2 battaglioni MICV, più i supporti di ricognizione, artiglieria semovente, antiaerea e controcarro) A queste tre brigate può affiancare un certo numero di brigate leggere (autoblindo Centauro e Puma, artiglieria leggera, sistemi antiaerei portatili). Quando si verifica un'emergenza, in poco tempo la zona operativa può essere raggiunta da una brigata leggera, facilmente aviotrasportabile. Successivamente arriverà la brigata pesante, che per forza di cosa dovrà arrivare via mare. E mi pare che per un'operazione di peace keeping o di peace enforcement, per quello che può essere il livello di forze richiesto all'Italia, sia sufficiente. Certo, 200 carri sono pochini... alla fine, per una nazione che fa parte della ristretta cerchia dei paesi più industrializzati del mondo... ma se i soldi non ci sono che vuoi farci?
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Quando l'AOA aumenta, è come se in acqua, anzichè nuotare orizzontale, ti metti a nuotare verticale. Il tuo corpo (e quindi la fusoliera e le ali dell'aereo) offrono maggiore resistenza all'aria. Pertanto, se la velocità è bassa e la resistenza è alta.... vai giù
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Due siti molto belli, che consiglio a Fabio di mettere tra i link del sito, se già non ci sono. http://home.iae.nl/users/wbergmns/ contiene schede tecniche, anche molto approfondite, di tutti gli aerei da caccia dal 1930 ad oggi. Consigliato alla grande, anche perchè è la trasposizione su Web di un costoso testo cartaceo. Il sito riporta anche la scheda sull'Aurora: prima che facciate domande, già vi dico che è una scheda di pura fantasia, ma carina. http://www.probertencyclopaedia.com/AIRB.HTM La Probert è una bellissima enciclopedia virtuale, disponibile anche su CD, dove sono presenti, ordinate alfabeticamente, le schede della stragrande maggioranza dei velivoli civili e militari nel mondo. A volte si tratta di schede sintetiche, ma la foto c'è quasi sempre e in ogni caso una volta che uno si è fatto un'idea ci vuole poco a trovare ulteriori informazioni in rete, avende bene a mente cosa cercare. www.globalsecurity.org oppure www.fas.org sono due siti pieni zeppi di informazioni militari, sono siti fotocopia uno dell'altro, e non sono molto aggiornati, ma comunque utilissimi anche perchè spulciando bene troverete schede di aerei, missili, navi, mezzi corazzati, sistemi radar ecc... nonchè vari link e documenti utili, comprese le forze aeree ecc... Purtroppo (per chi non lo conosce) sono tutti siti in inglese, ma mettetevi bene in testa che è IMPOSSIBILE avvicinarsi seriamente al mondo dell'aviazione (e a quello militare in genere) senza conoscere bene l'inglese. Peraltro, l'inglese tecnico aeronautico è abbastanza semplice e ripetitivo: le schede sono quelle, e ci vuole poco a capire che cosa significano i termini utilizzati in tutte le schede. Una volta imparati, sono sempre uguali. Buona navigazione...
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In effetti l'M-346 è nato da un programma congiunto YAK-Aermacchi. Non ha alcuna parentela con il 339, anche perchè il disegno di base era russo.
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La versione V/STOL o STOVL equipaggerà la Cavour, mentre la versione convenzionale equipaggerà l'AMI. Anche se di numeri ne sono stati "sparati" spesso, è difficile poter dire con esattezza quanti ne ordinerà l'Italia. Per equipaggiare la Marina ne servirebbero tra i 12 e i 20 esemplari, mentre se l'Aeronautica deciderà di sostituire sia gli AMX che i Tornado con gli F-35, potrebbero servirne non meno di 70-100 esemplari convenzionali. Molto dipende da quanti soldi ci saranno... ---- Per quanto riguarda i costi di una missione Strike o Scramble, teniamo presente che il costo orario di volo di un moderno jet si aggira intorno ai 20.000 - 30.000 dollari cui bisogna aggiungere il costo dell'armamento impiegato. Costi che salgono se poi si impiegano aerocisterne.
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Ok, apri pure una discussione o fammi le domande che ritieni, ne parlo con piacere.
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Io penso che 300 carri siano meglio di 200, ma poi bisogna fare i conti da un lato con le finanze, e dall'altro con i requisiti. E' molto improbabile che l'Italia rischi un'invasione (i confini settentrionali mi sembrano abbastanza sicuri ormai, e non mi pare che nel mediterraneo ci siano nazioni in possesso di significative forze anfibie, USNavy esclusa) e in ogni caso il problema principale è che non serve a nulla tenere 200 o 400 carri armati, se poi non si riescono a spostare lì dove serve. E' escluso che un MBT di 50 tonnellate e più possa spostarsi per centinaia di chilometri da un punto all'altro del paese. Per ogni MBT serve quindi un portacarri. L'Italia non dispone di aerei da trasporto in grado di movimentare gli MBT. Le forze anfibie navali italiane non sono in grado di sbarcare più di una piccola manciata di MBT. Tenuto conto di queste realtà, meglio avere una forza di autoblindo pesanti che possono spostarsi lì dove servono in poco tempo (autonomamente, a bordo di aerei, ecc...) piuttosto che tanti MBT che resteranno chiusi nelle caserme. Mezzo mondo invidia la situazione dell'EI. Le Centauro fanno gola a molti, perchè in passato molti tentativi di realizzare valide autoblindo pesanti sono naufragate. La Centauro è in servizio da molti anni e funziona bene. L'Ariete non è il massimo, ma è un buon carro ed è di produzione italiana. Per le esigenze italiane (operazioni di peace keeping e presidio territoriale) vanno più che bene. Poi tutto dipende da come si impiegano le risorse. 200 carri sono sufficienti per equipaggiare 3 battaglioni (50 carri l'uno) e ne avanzano una cinquantina per riserva e addestramento. Quei tre battaglioni possono essere impiegati per costituire un'unica brigata corazzata oppure possono essere integrati ciascuno in una brigata meccanizzata (1 battaglione carri e 2 battaglioni su Dardo o VCC) che nel contesto della guerra moderna è l'unità di manovra più idonea, dando vita così a tre brigate meccanizzate per gli interventi "pesanti". Per tutte le altre esigenze, le unità blindate vanno benissimo. Non sembra una scelta troppo strana, e credo che lo Stato Maggiore dell'EI ci abbia ragionato su parecchio.
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Vorrei solo fare un po' di chiarezza. Il G-91 era un aereo che ha generato varie versioni, di cui le più recenti sono: G-91R (monomotore, attacco e ricognizione) G-91T (monomotore, addestramento avanzato e conversione operativa) G-91Y (bimotore, attacco e ricognizione) La PAN utilizzava dei G-91 di preserie, monomotore, adattati per l'impiego acrobatico. Il G-91 è stato sostituito dall'AMX, sia nei compiti di attacco che in quelli da ricognizione e da addestramento avanzato e conversione operativa. -------- L'MB-339 è invece un addestratore, che si colloca a metà strada fra un addestratore intermedio e un addestratore avanzato o preoperativo. E' bene precisare che l'iter addestrativo, di solito, prevede l'impiego di vari aerei: - Nella primissima fase si usa un aereo per le pre-selezioni, di solito un aereo ad elica molto leggero. Questa fase non è sempre presente. - C'è poi la fase della formazione basica, che in molte aeronautiche è la prima fase. Si usa un addestratore basico (o leggero), a elica o a getto. In Italia per questa fase si usa l'SF-260, a elica, che è utilizzato anche per le pre-selezioni. In altre nazioni si usano aviogetti leggeri, come l'S-211 o l'S-311 offerti dall'industria Italiana. - In alcune aeronautiche (l'Italia è tra queste) c'è poi la fase intermedia, di solito con velivoli a getto. Questo è il regno dell' MB-339, la cui versione CD è però dotata di strumentazione molto avanzata, che la colloca un pochino più in alto rispetto alla fase intermedia. Prima del 339, in Italia si usavano i mitici 326. - Infine, c'è la fase avanzata o pre-operativa, che in Italia è attualmente appannaggio degli AMX-T i quali hanno sostituito i G-91T precedentemente impiegati. - Dulcis in fundo, c'è la fase di conversione operativa, dove il pilota si addestra direttamente sulla macchina che andrà a operare: è il caso dei Tornado biposto da addestramento, tanto per fare un esempio. Questa è la teoria, ma poi moltissime aviazioni hanno degli iter (si chiamano syllabus addestrativi) un po' diversi. C'è chi preferisce iniziare subito con un aereo a getto leggero (come l'S-311) e poi passare direttamente alla conversione operativa. C'è chi preferisce un aereo a elica per l'addestramento base, per poi passare a un supersonico per quello pre-operativo (vedi l'USAF con i T-38). In ogni caso, l'MB-339 è un addestratore intermedio, si colloca a metà strada fra l'S-311 basico e l'M-346 avanzato. Se quindi l'Italia deciderà di adottare l'M-346 (e io lo spero) probabilmente ci sarà un cambio di impostazione. Infatti l'M-346 è in grado di sostituire sia l'MB-339 intermedio, sia l'MB-339CD che è una specie di intermedio plus, sia l'AMX-T nell'addestramento preoperativo. Pertanto un domani i futuri piloti potranno prepararsi sull'SF-260 e sull'M-346 (quelli dei caccia e dei bombardieri oggi fanno anche uno stage ulteriore in USA a bordo dei T-38) e passare poi direttamente ai reparti da conversione operativa (Tornado IDS-T, Eurofighter biposto, AMX-T) e arrivare ai reparti operativi. Questo significa che se un dopodomani l'AMI radierà gli AMX e gli AMX-T, non verrà a mancare un anello della catena. ------ l'MB-339 ha anche una leggera capacità d'attacco. Poca roba, ma il velivolo può essere utile in situazioni di emergenza ed è idoneo anche ad intercettare gli "slow movers". L'M-346 ha una capacità di attacco un po' più sviluppata, e si può considerare effettivamente come un aereo a doppio ruolo: addestramento avanzato e attacco leggero. L'M-346 è oggi l'addestratore avanzato subsonico più moderno del mondo, e pertanto ha ottime chance di replicare il successo che fu dell'MB-326 (infatti il 339, per quanto sia stato un ottimo aereo, ha riscosso poco successo all'estero, mentre il suo predecessore 326 fu molto apprezzato, anche nelle versioni da attacco leggero Impala).
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Ma guarda... in America Moore è stato parecchio sbugiardato anche in pubblico. La maggior parte delle persone lo considera un pagliaccio, e la rielezione di Bush in un certo senso lo dimostra. Moore ha attecchito parecchio nel resto del mondo, dove c'è un sentimento di antiamericanismo sempre più diffuso.
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E sì gente, purtroppo quando una gloria va in pensione è difficile da accettare, specialmente per chi l'ha vista "vivere". Quando il Phantom fu ritirato dall'USAF (e dalla Navy) furono in molti a spendere lacrime, ma come sempre avviene in questi casi, è avanti che bisogna guardare, e non indietro. Non fosse così, si volerebbe ancora con i Sabre... L' F-4 è stato un grande aereo, con caratteristiche di tutto rispetto: aveva un'avionica potente, era armato di cannone Vulcan (in pod o fisso), poteva trasportare 4 missili Sparrow semiannegati e 4 missili Sidewinder oltre a 2-3 serbatoi ausiliari. Era quindi un aereo potente, veloce, con grande autonomia, affidabile, robustissimo e multiruolo sul serio. Peccava un po' di manovrabilità, ma era stato concepito decenni prima della moda "ultramanovrabile". Ma il tempo passa, e man mano che arrivavano F-15 ed F-16, F-14 ed F-18, il Phantom è andato in pensione. Nella fretta di liberarsene l'USAF radiò anche due versioni specializzate, la F-4G Wild Weasel e l' RF-4 da ricognizione, prima che l'F-16 fosse veramente pronto ad assumere questi ruoli (l'US Navy non aveva problemi, disponendo dei Prowler per il SEAD e degli F-14/TARPS per la ricognizione). Sta di fatto che gli F-16 in configurazione Wild Weasel non avevano una capacità elettronica paragonabile agli F-4G, mentre gli F-16 da ricognizione sono passati attraverso varie vicissitudini e cancellazioni e solo di recente il pod TARS è finalmente entrato in servizio, anche se di fatto ne sono equipaggiati solo un paio di squadrons. Ciò nonostante, il Phantom non poteva tirare avanti ancora, specialmente considerando che appartiene non più a due, ma a ben tre generazioni indietro. L'USAF ha risolto il problema del Wild Weasel utilizzando la versione F-16CJ integrata in un "pacchetto" di cui fanno parte anche altri aerei da ricognizione elettronica (l'F-22 ha invece una capacità elettronica nativa, il suo radar in modalità passiva è un vero e proprio sensore in grado di rilevare tutte le emittenti elettroniche e di colpirle con bombe JDAM) mentre la ricognizione tattica è devoluta ormai agli RPV. Per molti altri paesi, il Phantom resta un velivolo potente e poco costoso (i pezzi di ricambio sono molto economici) e con aggiornamenti avionici più o meno spinti il caccia è in grado di garantire ancora molti anni di onorevole servizio.
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E no, scusa Mazza... Moore ha montato il suo film in maniera che sembrasse che Heston avesse tenuto un discorso pochi giorni dopo la strage, e che anzi avesse tenuto in quella stessa zona un meeting della NRA. E per di più lo ha montato inserendo passaggi estrapolati totalmente dal contesto. In realtà il meeting era un meeting annuale, quindi non c'era nessun legame tra il meeting e l'episodio della scuola. Poi Heston aveva annullato tutti gli eventi del meeting, proprio per rispetto di quanto accaduto. Infine, Heston (nel discorso tenuto un anno dopo e in un altro posto) espresse parole di ringraziamento per aver ricevuto in dono un fucile (dicendo in pratica: non posso altro che mostrarvi le mie mani, per dire che non ho parole per ringraziarvi) e queste parole sono state anch'esse inserite in un contesto fasullo e inesistente. Tutto ciò è già di per sè menzogna pura, ed è scandaloso che questa accozzaglia di menzogne sia stata addirittura premiata come miglior documentario dell'anno in varie occasioni, compreso in Europa. Allo stesso modo, l'intervista di Moore a Heston è piena di tagli. Moore chiede ad Heston come mai in USA ci sono così tanti morti violente per armi da fuoco, rispetto alle altre nazioni, anzi, chiede esattamente: "Ma come mai in America ci si ammazza così facilmente l'uno con l'altro?" ed Heston risponde: "Well, we have, probably a more mixed ethnicity, than other countries, some other countries" Che significa: "Bhè, noi probabilmente abbiamo una maggiore multi-etnicità rispetto agli altri paesi, o almeno a vari altri paesi" E mi pare chiara e condivisibile questa risposta. Heston dice (e lo dice nell'intervista) che in altri paesi come il Canada, ci sono in percentuale molte più armi in possesso dei cittadini, ma i fatti violenti sono pochissimi. Heston spiega che in USA, probabilmente, la presenza di numerosissimi gruppi etnici aggiunge un elemento di tensione in più, favorisce l'esplosione di scontri fra un gruppo etnico e l'altro. Ciò è verissimo. Ad esempio, non solo la mafia italiana si regola i conti nel suo interno, ma in più è in guerra contro la mafia cinese e quella portoricana, e viceversa. Quindi allo scontro tra bande, si aggiunge anche lo scontro fra gruppi etnici. Heston è molto attento a usare il termine etnico: non usa il termine "colore" o "razza", ma proprio il termine "etnia", a sottolineare che con ciò intende tutte le realtà etniche del paese, di qualsiasi colore (italiani, irlandesi, tedeschi, ispanici, cinesi, africani, inglesi ecc...). Allora Moore gli dice: "Allora lei pensa che è tutta una questione razziale" e cambia argomento proprio mentre Heston precisa: "No. Non penso questo. Le mie parole non avevano quel significato. Abbiamo avuto tanti problemi con i diritti civili sin da quando il nostro paese è nato" Heston voleva dire che la convivenza tra le varie etnie è stato motivo di conflitti sin dagli albori della storia americana (riferendosi allo sterminio dei pellerossa, alle guerre contro i messicani, alla guerra civile per i diritti dei neri e agli episodi di intolleranza nel sud). Heston non è razzista. Moore si guarda bene dal dire che Heston è stato un ATTIVISTA della difesa dei diritti civili dei neri, ed ha marciato a fianco di Martin Luther King Jr. più di una volta. ----- Vedi Mazza, la gente come Moore è veleno. Avvelena la nostra società, il nostro vivere civile, perchè sparge odio. Costruisce giovani intrisi di rabbia perchè credono alla sua disinformazione e vogliono vendetta. E costruisce giovani intrisi di rabbia perchè si sentono ingiustamente accusati dalla sua disinformazione. Moore è di quelli che dice al signor X di colore nero: guarda che il signor Y bianco che vive vicino a te, ha detto ieri che i neri sono tutti bestie puzzolenti. Allora X guarda con odio Y e dice a tutti che Y è uno sporco razzista. Y lo sente e odia X. Alla fine i due si prendono nel vicolo e si ammazzano. Questa disinformazione sta avvelenando la dialettica, il confronto. Mette neri contro bianchi, rossi contro neri, operai contro imprenditori, militari contro cittadini, popoli contro governanti. Moore crea e alimenta odio. E ci guadagna sopra pure parecchio...
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Il problema dei barchini non è certo quello di affondarli o di metterli fuori combattimento. In fin dei conti basta una buona calibro .50 anche maneggiata a mano per chiudere la partita. Il vero problema è quello di vederli. Un barchino con scafo in materie plastiche (tipo vetroresina) alto poche decine di centimetri non è proprio il bersaglio migliore per un radar, specialmente in presenza di mare mosso, o a ridosso della costa. Se l'attacco avviene poi in scarse condizioni di visibilità, è ancora peggio. D'altro canto, è ben difficile che un barchino possa portare un attacco contro un'unità navale che stia navigando al largo. Molto più probabile che l'attacco sia portato contro una nave ormeggiata, o alla fonda nei pressi di un porto. In questi due casi, è assolutamente escluso che per l'autodifesa possa essere impiegato un sistema di grosso calibro, e anche un sistema di tiro automatico è poco consigliabile (in prossimità dei porti ci sono decine e decine di scafi piccoli e grossi in navigazione, e magari alcuni di essi si avvicinano alla nave per curiosità. Un sistema di difesa automatico farebbe una strage). Inoltre, in quelle condizioni praticamente nessun radar è efficiente (il clutter della costa sarebbe troppo forte). Per queste ragioni, la soluzione migliore è quella di un buon numero di vedette (con visori notturni) e un numero sufficiente di mitragliatrici di piccolo e medio calibro (il .50 è l'ideale). Così se una raffica parte nei confronti del bersaglio sbagliato, le conseguenze possono essere un po' limitate, mentre se il bersaglio è giusto... dovrebbe esplodere!
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Ok Mazza... adesso ho un po' di tempo a dedicare a questa storia: finalmente sono tornato nel mio covo! Allora, dimmi esattamente a cosa ti riferisci, a che parte del discorso di Charlton Heston. E in particolare: sintetizzami il discorso, così come lo hai capito, e il contesto in cui va collocato. Fallo spontaneamente, così come hai percepito i fatti e così come li ricordi ora, mentre leggi queste parole. Poi ti dirò qualcosa e giudicherai tu.
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Bhè sì, la nausea l'ho tenuta fuori dal contesto... in effetti chi non è abituato può fare degli splendidi patchwork nell'abitacolo...