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Giorni Vinti
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Tutti i contenuti di Gianni065
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Non voglio offendere nessuno... però nel panorama delle riviste militari italiane, vi dico subito che quelle realmente professionali, a parere mio, sono soltanto RID e Rivista Marittima. Premesso che parlo a titolo del tutto personale, ritengo che Panorama Difesa sia pure una buona rivista (ma la RID è agganciata al gruppo Monch e questole consente di accedere alle risorse di Military Technology che è un colosso giornalistico del settore). Anche JP4 è valida ma orientata - come Volare - sull'intero settore aerospaziale, quindi anche il mondo civile. Aerei e Aeronautica Difesa sono orientati verso il grande pubblico e molto spesso si lasciano andare a parlare di cose che hanno poco valore tecnico ma stimolano la fantasia del lettore. Niente di male, a ben vedere, purchè non si prenda per oro colato tutto quello che scrivono. C'è rimasta Rivista Aeronautica, che però è un po' povera di contenuti e molto "ufficiale", almeno per quanto ricordo io. Rivista Marittima è davvero una spendida realizzazione: per quel poco che costa, offre contenuti tecnici eccezionali, e regala allegati che da soli sono spesso veri e propri libri o manuali.
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L' U-2 è nato come un velivolo spia, negli anni '50. Per quanto possa sembrare strano, è parente stretto dell' F-104: identica l'azienda costruttrice (Lockheed), identico il progettista (il magico Kelly Johnson), identico il team di sviluppo (gli Skunk Work). Infatti la formula, a ben vedere, è quella: una specie di Starfighter con le ali troppo cresciute! La sua caratteristica fondamentale è quella di volare a quote elevatissime: l'U-2 volava regolarmente a quote nell'ordine dei 27.000 metri (!!!) compensando la rarefazione dell'aria con le ali di grandissima superficie. Nonostante fosse relativamente lento (poco più di 800 km/h) la quota lo metteva al sicuro da qualsiasi possibilità di essere intercettato da missili o caccia nemici, e pertanto diventò il protagonista delle missioni con cui la CIA (e l'USAF) sorvolavano l'Unione Sovietica, la Cina e gli altri paesi del blocco comunista, portando a casa preziosissime fotografie che documentavano gli sviluppi militari di quei paesi. Tra i suoi grandissimi successi, quello di aver scoperto i missili nucleari che l'URSS stava installando a Cuba, sbugiardando cubani e sovietici che sostenevano il contrario all'ONU, nel 1962. Da parte loro, gli americani ufficialmente negavano che i propri aerei sorvolassero i territori sovietici, ma questa volta toccò ai sovietici sbugiardare gli americani: nel 1960 un missile SA-2 Guideline riuscì a colpire e ad abbattere un U-2 sullo spazio aereo sovietico, ed il pilota, il Maggiore Powers, fu catturato. Un altro U-2 andò perso su Cuba e altri due sulla Cina. Nonostante l'avvento dei satelliti e dell' SR-71, l'U-2 non è mai stato radiato. Fu oggetto di un esteso programma di aggiornamento che diede vita alla variante TR-1, specializzata nella ricognizione a mezzo radar laterale ad apertura sintetica: il TR-1 era in grado di scattare "immagini radar" mantenendosi al di qua dei confini, ed è stato di importanza fondamentale per monitorare le mosse del Patto di Varsavia (scongiurando il rischio di un attacco terrestre a sorpresa). Attualmente tutti gli U-2 ed i TR-1 sono stati portati allo stesso standard, denominato U-2S, con un nuovo motore F-118 che ha sostituito il datato J-75. L'USAF ne mantiene in servizio circa un trentina, cui si aggiungono 5 biposto per addestramento e altri 2 sono in servizio con la NASA con la denominazione ER-2. Il moderno U-2 è dotato di una suite estremamente sofisticata, può scattare foto ad altissima risoluzione, può scattare immagini radar a grandissima distanza, ed è in grado di rilevate le impronte elettroniche dei sistemi elettronici presenti in ampie aree. Se e quando l'USAF deciderà di radiarlo, probabilmente lo farà con gli RPV.
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Bhè, 9x21 IMI o 9x19 Para, le caratteristiche balistiche sono le stesse. In Italia il calibro .45HP è l'equivalente civile del .45 ACP, ma ormai entrambi sono liberalizzati (di fatto in Italia sono rimasti vietati solo il 9 Para ed il 7.62 NATO, mentre per il 7.62x39 esiste solo una carabina al momento legalizzata). Quindi una 1991 (o derivati, come la 1991) si possono liberamente acquistare, nel calibro originale (.45 ACP). La Beretta 92 non ha difetti: facile da smontare, caricatore ad ampia capacità, robusta, non si inceppa mai. L'ergonomia è ottima, la sicurezza massima. Dà il meglio di sè nel tiro mirato. La 1911 ha un'ergonomia molto migliore (l'inclinazione dell'impugnatura e il caricatore monofilare sono determinanti) e i suoi organi di mira sono ottimizzati per il tiro istintivo, dove eccelle. Per tutto il resto (specie in sicurezza e manutenzione) non può competere. Le Glock sono stupende, molto leggere (ma non sempre la leggerezza è un bene) ma danno una sensazione di precarietà: non è raro che impugnando l'arma senza la dovuta decisione, il fusto in polimeri si rivela incapace di offrire la sufficiente contro-resistenza al movimento del carrello, e - specialmente con cariche non molto spinte - l'arma non riesce a completare il ciclo di espulsione inceppandosi. Ogni arma ha le sue caratteristiche, poi spetta al tiratore scegliere quella che fa al suo caso. Un'arma ad alta capacità di fuoco, ben dominabile, può essere la soluzione per chi si trova nel rischio di affrontare una minaccia seria da solo (ad esempio, una guardia giurata). Un'arma di grosso calibro (il massimo che il tiratore riesce a gestire e controllare con efficacia) anche se con pochi colpi (5-7) è indicata per la difesa personale di un civile (di solito il rapinatore da strada non si impegna in un conflitto a fuoco prolungato): i revolver danno il meglio di sè in queste circostanze. Nelle esigenze militari, dove si presuppone che il tiratore agisca in un contesto articolato, in cooperazione con altri tiratori, le esigenze cambiano. E così via, potremmo individuare decine e decine di esigenze diverse, e per ognuna può essere un gruppetto di armi idonee, tra le quali il tiratore può scegliere quella che più riesce a gestire.
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Approfitto per correggere la lista sopra: avevo dimenticato l'Arabia Saudita, che ha in servizio gli E-3 AWACS. ------- In media l'Italia partecipa con 4 componenti alle missioni di ogni singolo E-3 AWACS NATO. Ma questa partecipazione può variare secondo le caratteristiche della missione e la zona operativa. Ma oltre a questo, l'Italia è anche una base di spiegamento avanzato degli AWACS, e pertanto contribuisce a tenere in piedi la relativa struttura logistica. Sugli AWACS schierati in Italia, la componente di volo italiana è solitamente molto maggiore di 4.
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Comunque quelle immagini, trittici e artist impression sono poco indicative. Che io sappia, partono tutti dal lavoro di un grafico che interpretò la foto di un modellino in galleria del vento, e ci ha messo di suo in fantasia. La Sukhoi è molto riservata su questo progetto: non si capisce bene se è perchè vuole garantire il massimo effetto sorpresa... o perchè il lavoro è molto indietro con i tempi. Lo sapremo presto: il 2006, è vicino.
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Bhè... un pezzettino degli E-3 AWACS della NATO è pur sempre italiano, no?
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L' U-2 non ha bisogno di leggende. La sua storia vera è meglio di una leggenda!
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Lo so Dominus, ma non sono solo questioni nazionalistiche. Anch'io ritengo la 92 più idonea all'uso militare e certamente più moderna... tant'è che l'ho scelta anche come arma personale. Però se ti capiterà nella vita (e non è difficile farselo capitare) prova a sparare con entrambe le pistole (una 1911 o un suo clone, e una serie 92/98). Poi ne riparliamo. Se la 1911 è ancora l'arma più usata (in tutte le sue evoluzioni e customizzazioni) in tutte le gare di tiro pratico e dinamico ecc..., dai migliori campioni mondiali, una ragione c'è. E si chiama ergonomia. La 1911 diventa un tutt'uno con la mano... e va in puntamento quasi da sola... ed ha un bilanciamento da paura... non c'è arma che la batta ancora oggi.
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Sì, mi sono limitato ai sistemi già in servizio. Molte nazioni hanno ordinato o stanno valutando sistemi AEW, Italia compresa.
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A dire il vero gli inglesi avevano un sistema antiaereo/antimissile, il Sea Wolf, che è uno dei migliori, se non il migliore della categoria: si è dimostrato in grado di intercettare anche proiettili di artiglieria. Era imbarcato sulle fregate classe Broadsword, che dovevano fornire protezione anche alle altre unità del corpo di spedizione (non avrebbero comunque salvato lo Sheffield, che fungeva da avviso radar avanzato). Purtroppo però, il Sea Wolf aveva un banale errore di programmazione del software: si rifiutava di partire se il suo bersaglio non stava puntando proprio sulla nave dove era installato! Quindi le Broadsword erano efficientissime nel difendere... sè stesse! Ma non erano in grado di difendere le altre navi! Ovviamente dopo le Falkland quel difetto è stato corretto...
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sono stealth
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E' vitale. Infatti le migliori tecniche di fanteria per contrastare una formazione corazzata, sono quelle di buttarsi nei fossi, o comunque nascondersi, e lasciare che i carri sopravanzino, per poi colpirli alle spalle. La cosa è ancor più fattibile in ambiente urbano. Per questo la fanteria deve sempre accompagnare i carri, in questi contesti, fornendosi mutua protezione.
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Per Dread. Quando si esamina il potere lesivo di una pallottola, due sono le cose che si prendono in considerazione: POTERE DI ARRESTO, ossia la quantità di energia trasferita sul bersaglio. PENETRAZIONE, ossia la capacità di penetrare (ovviamente non il corpo umano, quello si penetra facilmente... ma protezioni antiproiettile, blindature, mattoni, elmetti ecc...) Purtroppo i due effetti sono in antitesi: se una palla è fortemente penetrante, tenderà ad attraversare da parte a parte un corpo umano e quindi a rilasciare poca energia (se lo trapassa e va oltra, significa che conserva energia). Allora, si cerca di studiare conformazioni di palla che servano a ottenere i risultati voluti. Se una palla è troppo veloce, ho interesse ad aumentare il potere d'arresto, per cui la costruirò in piombo dolce (si deforma all'impatto) o con punta più o meno piatta (tronco conica) o addirittura cava (di modo che tende a fermarsi all'impatto). Se una palla non è molto veloce, cercherò di accentuarne le capacità di penetrazione utilizzando una camiciatura dura, non deformabile (metalli duri) attorno a un nocciolo di piombo (sempre presente, perchè fornisce peso e quindi stabilità e costa poco), e la punta sarà ogivale o a "spillo". Oggi come oggi, le capacità di penetrazione sono ritenute più importanti, specialmente nei fucili d'assalto. Infatti è ormai abitudine indossare corpetti protettivi, per cui la capacità di perforarli è essenziale. Peraltro, le convenzioni "umanitarie" del diritto di guerra vietano l'uso di palle deformabili (che effettivamente producono ferite disumane). Pertanto, tutte le palle moderne sono FMJ Full Metal Jacketed ossia completamente incamiciate in metallo duro, e la punta è sempre ogivale o appuntita. Nelle armi a canna lunga (fucili ecc...) la velocità della palla è così elevata da fornire una grande energia, motivo per cui anche se la palla trapassa il corpo, l'energia rilasciata è comunque sufficiente a disabilitare il bersaglio. Nelle armi a canna corta (pistole) invece il problema si fa sentire, perchè l'energia rilasciata è spesso insufficiente a garantire un buon potere d'arresto. E' il problema, ad esempio, del calibro 9 Parabellum. Una palla calibro 9 in piombo nudo ferma chiunque, una incamiciata deve attingere un punto vitale, per arrestare l'avversario, altrimenti quest'ultimo può conservare la capacità di agire e reagire (specialmente se si tratta di un individuo forte e massiccio, oppure sotto effetto di sostanze alcoliche e droghe). Per questa ragione nelle armi corte c'è una certa tendenza ad aumentare il calibro e ridurre la velocità della palla, in maniera che a parità di energia rispetto a una palla più piccola e veloce, il potere d'arresto sia maggiore. Questa era la "ricetta" della famosa Colt 1911, che aveva una palla pesantissima e lenta, ma in grado di fermare chiunque, arma sostituita in America dalla Beretta 92, e tutt'ora rimpianta.
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Gli M-1 non sono concepiti per essere invulnerabili al fuoco di armi controcarro, sia pure leggere come l'RPG. Lo scopo di questi carri è assicurare la sopravvivenza dell'equipaggio anche nei confronti di un colpo perforante sparato da un cannone da 125 mm. E' chiaro che un colpo di RPG-7, se colpisce i cingoli o il treno di rotolamento in generale, è in grado di immobilizzare qualsiasi carro armato. Persino una banale Molotov può riuscire nell'intento: fumo e fuoco possono rendere inutilizzabili periscopi (o iposcopi) nonchè altre attrezzature indispensabili al corretto funzionamento del carro (visori, sistemi di puntamento laser, ecc...). Se vogliamo, pure una manciata di biglie d'acciaio nella canna può fare casini, ammesso che si riesca ad avvicinarsi così tanto. Il carro armato non deve mai commettere l'errore di farsi circondare dalla fanteria, ma deve travolgerla e andare oltre senza impegnarsi in pericolosi scontri ravvicinati.
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Succede, succede... pensa a quando tolsero i cannoni dai caccia nella convinzione che non sarebbero più serviti...
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Il Kasatka è entrato in produzione da pochissimo, nel 2003, ed è un elicottero da trasporto medio, nella classe dell'UH-60. ==== Mi pare che qui si parlasse di elicotteri da attacco con capacità di trasportare fucilieri. Il vantaggio ovviamente c'è, e si capisce subito: immagina che una decina di elicotteri MI-8 è teoricamente in grado di sbarcare due compagnie di fanteria e fornire tutto il fuoco di appoggio e controcarro occorrente. In realtà non è proprio così, perchè il carico utile va suddiviso tra armamento esterno e passeggeri, per cui in condizioni operative una decina di elicotteri può trasportare una sola compagnia (circa 120 uomini) conservando un armamento di missili, razzi e cannoni. Il MI-24 è più limitato: può trasportare un massimo di 8 fucilieri. Ma anche in questo caso, 10 elicotteri possono mettere a terra 80 uomini, ossia l'equivalente di un paio di plotoni, ed è cosa che può tornare utilissima in operazioni di assalto dall'aria. Nell'esperienza pratica, però, questa soluzione si è rivelata poco efficace. Per trasportare fanti, l'elicottero da combattimento dev'essere più grosso, più pesante e meno maneggevole. Quindi è più vulnerabile, e perdere un elicottero con l'intera squadra di fanti non fa molto piacere. Molto meglio, quindi, lasciare che siano i bombardieri e gli elicotteri da attacco puri ad "ammorbidire" l'area prima dell'arrivo degli elicotteri da trasporto, che senza rischi possono atterrare con calma nel posto più idoneo e sbarcare le truppe che provvederanno a conquistare l'obiettivo con idonea copertura aerea.
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Quella parte centrale dell'anello arancione, nel disegno sopra.
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E' una specie di disco che si trova al centro dell'anello di postcombustione.
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La Buran ha fatto un solo volo completo, orbitale, senza equipaggio, nel 1988. Prima di allora, hanno volato solo esemplari test in scala 1 a 8. La Buran si è rivelata un grande successo dell'industria aerospaziale russa, tenuto conto anche del perfetto funzionamento del sistema automatico che ne consentì il rientro e l'atterraggio. Davvero notevole, e tanto di cappello ai progettisti sovietici. Si pensi che delle 38.000 piastrelle ceramiche del rivestimento, solo 5 si persero durante il volo (in ogni caso mi chiedo sempre perchè diavolo non le fissano come Dio comanda, le piastrelle... ma questo è un altro discorso). Dopo quel volo, e una presentazione a Parigi sul dorso dell' AN-225, il programma fu cancellato. L'approssimarsi della fine della Guerra Fredda sconsigliò i sovietici di continuare a investire in un programma costosissimo (e forse la valutazione costo-efficacia che fecero fu corretta: dal punto di vista economico lo Shuttle si è rivelato un fallimento). Dubito che la Buran potesse impiegare armi nucleari: ai sovietici non sono mai mancati vettori ben più efficienti ed efficaci a questo scopo. In ogni caso, il prototipo della Buran ed i potenti vettori Energia che servivano per lanciarla, furono accantonati tutti allo spaziodromo di Baikonur, nel Sito 112 che era un gigantesco shelter. Un banale incidente segnò la fine di queste reliquie: nel 2002, sotto il peso della neve, il tetto di cemento dello shelter collassò distruggendo la Buran e i propulsori Energia. Una magra fine, per un progetto così tecnologicamente avanzato.
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Gessetti, vernice bianca... comunque sono gli specialisti a scrivere quelle frasi, non i piloti.
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In effetti non hai tutti i torti Typhoon. Ma sai qual'è il problema? I missili, purtroppo, costano molto più di un proiettile da cannone. Oggi un carrista bene o male si addestra e spara i suoi colpi in poligono. Con i missili... solo pochi eserciti potrebbero permettersi addestramento live. Ma in ogni caso, quello che dici è da tempo preso in considerazione anche dagli esperti e dagli addetti ai lavori.
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Se gli USA non vendono l' F-35 chiudono bottega ! L' F-35 è l'unico caccia disponibile per l'esportazione dopo che sarà finita l'era F-16... se non lo offrissero, sai come sarebbero contenti Eurofighter e Rafale ? Parliamo di centinaia di miliardi di dollari di esportazioni, eh! -------- Un SU-35 (ma vale anche per le altre versioni avanzate del Flanker) ha un costo che si aggira tra i 40 e i 70 milioni di dollari, secondo la configurazione e il numero di esemplari ordinati.
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Velivoli AEW sono attualmente in forza alle seguenti nazioni: USA (E-2 ed E-3) UK (E-3) Francia (E-2 ed E-3) Giappone (E-2) Cina (Il-76 Phalcon, programma fermato) Taiwan (E-2) Israele (B-707 Phalcon) Singapore (E-2) Egitto (E-2) Messico (E-2 ed EMB-145 AEW) Brasile (EMB-145 AEW) Grecia (EMB-145 AEW) Australia (B-737 AEW) India (A-50 Phalcon) Russia (A-50) Il Phalcon è un sistema radar di produzione israeliana, montabile su qualsiasi aereo da trasporto di grandi dimensioni (B-707, A-50, IL-76 ecc...) L'A-50 è il velivolo AEW standard russo, considerato poco efficace (infatti la versione indiana monta il sistema Phalcon). L'EMB-145 monta un radar svedese Erieye, ed ha capacità abbastanza modeste.
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A proposito di missili antinave, ne approfitto per fare due chiacchiere su un aspetto poco noto delle costruzioni navali. Negli anni '70 i cantieri navali cominciarono ad utilizzare sempre più spesso l'alluminio al posto dell'acciaio nelle costruzioni delle nuovi classi di navi, specialmente corvette, fregate e cacciatorpediniere. L'alluminio era molto più leggero (oltre che economico) e navi più leggere significava anche propulsori meno potenti a parità di prestazioni, con costi quindi sensibilmente più ridotti. La nuova moda fu abbracciata senza indugio dalla cantieristica europea, mentre quella americana fu molto più prudente e restia ad abbandonare l'acciaio. Questa è una ragione per cui le navi americane erano più grosse e pesanti di quelle europee, a parità di prestazioni e armamenti. Inoltre in Europa si costruivano navi piccole ma molto armate, mentre in USA si costruivano navi molto grandi e relativamente sottoarmate per le dimensioni, ma anche in questo caso la ragione c'era: le unità americane, oltre a prevedere elevati livelli di confort per l'equipaggio (considerato che le missioni oltre oceano di luna durata erano la norma) avevano anche una compartimentazione interna molto articolata, in maniera da assicurare il galleggiamento anche in condizioni di gravi falle allo scafo, nonchè un'elevata ridondanza dei sistemi di sicurezza. Il risultato di queste diversissime filosofie è stato che le navi di progettazione americana si rivelarono particolarmente robuste e resistenti nei confronti dei missili antinave (come nell'episodio della fregata Stark che resistette all'impatto ed esplosione di due missili Exocet) mentre cacciatorpedinieri di costruzione europea come lo Sheffield andarono distrutti addirittura per l'impatto di un singolo Exocet inesploso. Infatti ci si rese conto che l'alluminio, alle temperature causate da incendi ed esplosioni, bruciava come un fiammifero. La lezione è stata imparata, tanto che oggi anche i cantieri europei utilizzano l'alluminio solo per le infrastrutture della nave, mentre scafo e strutture principali sono costruite con il buon vecchio acciaio.