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zander

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  1. Finalmente il progetto A400M sta cominciando a respirare. L'Armée de l'Air ha ricevuto il 15° esemplare il 26 aprile presso la base di Orléans-Bricy. L'aereo ha capacità di: uso presso terreni semipreparati, atterraggio autonomo ogni tempo. Le prove di 2 nuove caratteristiche saranno completate in autunno: aerolancio di paracadutisti dalle porte laterali, rifornimento in volo di altri velivoli, A400 e C160, dalla stazione centrale. Inoltre la soluzione definitiva al problema delle gear box è entrato in produzione. Attualmente l'AdlA ha in servizio operativo dai 5 ai 6 velivoli. I retrofit sono in fase di consegna e 3 velivoli sono già stati sottoposti all'aggiornamento. Per la metà del 2021 Airbus terminerà di collaudare il rifornimento in volo di elicotteri. Prove di fattibilità di usare una sonda di rifornimento allungata da 90 (27.4 m) a 120 piedi (35.5 m), sono in corso da inizio anno. Airbus deve anche validare la capacità di lancio di 58 paracadutisti ma non è riuscita a trovare un'area di prova adeguata. In autunno Airbus consegnerà la capacità di aerolancio di carichi pesanti fino a 16 t e rifornimento in volo dalla stazione centrale. Ad oggi sono in servizio 75 velivoli su 174 ordini complessivi. Airbus da parte sua sta risolvendo i problemi finanziari del programma. https://www.latribune.fr/entreprises-finance/industrie/aeronautique-defense/a400m-l-avion-phenix-enfin-pret-pour-sa-seconde-vie-815815.html
  2. E' ufficiale: il Regno Unito "malauguratamente" parteciperà alle elezioni europee 2019. E' prevista una durissima batosta sia per i conservatori che per i laburisti. Intanto proseguono i colloqui tra conservatori e laburisti per firmare un accordo di uscita dall'UE. Ufficialmente entrambi i partiti auspicano di raggiungere un accordo prima del 2 luglio, giorno di insediamento del nuovo parlamento, nella speranza di non prendere parte alla prossima legislatura europea. https://www.repubblica.it/esteri/2019/05/07/news/brexit_partecipazione_del_regno_unito_alle_europee_inevitabile_-225688050/?ref=RHRS-BH-I225692143-C6-P2-S1.6-T1 Sabato 4 maggio, 30-35000 persone hanno marciato a Glasgow in favore dell'indipendenza scozzese. https://www.bbc.co.uk/news/uk-scotland-glasgow-west-48154679
  3. La situazione è molto complessa. Ad oggi la politica estera britannica compete solo ed in maniera esclusiva al governo inglese di Londra. Se i parlamentari fossero eletti ed il governo britannico dichiarasse l'uscita dall'UE, tutti i parlamentari dovrebbero lasciare il parlamento europeo. Però fino adesso nessuno ha mai lasciato l'UE, e i trattati non prevedono casi come quello che hai proposto. Se davvero i parlamentari scozzesi non uscissero dal parlamento europeo, appigliandosi a qualunque gabola legislativa, la macchina dell'UE potrebbe addirittura bloccarsi. Penso che siano questi i pensieri che non fanno dormire Macron e che per tale motivo non vuole che i britannici partecipino alle elezioni: se qualche parlamentare scozzese si intestardisse, penso (ma non sono sicuro...) che potrebbero bloccare l'UE dall'interno. Comunque sono casi talmente complessi che al momento non vale la pena discuterne. Aspettiamo e vediamo cosa accadrà in questi 20 giorni prima delle elezioni. Comunque le ultimi notizie parlano di contatti frenetici se non drammatici tra conservatori e laburisti. Il governo May sarebbe disposto forse a concedere l'unione doganale, richiesta dai laburisti di Corbyn, ma pare anche che diversi deputati laburisti pro UE abbiano invece ribadito che senza un secondo referendum non voterebbero l'accordo. Alcune voci non confermate riportate da fonti giornalistiche, sostengono che forse il governo May sarebbe pronto a capitolare anche alla richiesta di un secondo referendum, pur di ottenere i voti per un accordo. Vi ricordate che il referendum del 2016 era stato vinto dichiarando che l'UE era un'inutile pozzo di denaro senza fondo? E' notizia d oggi che il governo dopo numerosi sprechi (vedasi ad esempio i contratti per i traghetti supplementari in caso di No Deal), abbia firmato una spesa di 160 milioni di sterline per mettere sotto contratto consulenti esterni capaci di mandare avanti la trattativa sulla Brexit. https://www.bbc.co.uk/news/business-48181004
  4. Un altro pezzo di UE, la sede del Tribunale dei Brevetti, sta lasciando la Gran Bretagna e l'Italia lavora per portarla a Milano. Il Tribunale porterebbe un indotto calcolato tra i 500 milioni di euro e i 1,5 miliardi di euro. Vediamo se l'Italia riuscirà ad avvantaggiarsi di questo trasferimento. https://www.lastampa.it/2019/05/02/milano/brexit-dopo-londra-milano-al-lavoro-per-ottenere-la-sede-del-tribunale-dei-brevetti-ts9xepOjZ0fHUkowN45gHP/pagina.html Si sono tenute ieri le elezioni locali in Inghilterra ed in Nord Irlanda. Il partito conservatore in primis e quello laburista poi hanno subito forti perdite, a favore di altri partiti minori. Benché siano lezioni locali, evidentemente lo scontento sulla gestione della Brexit ha fatto votare i cittadini contro i due grandi partiti del parlamento. Tra 20 giorni, a meno di eventi imponderabili come la dichiarazione della firma dell'accordo di Brexit, anche la Gran Bretagna parteciperà alle elezioni europee. Tuttavia il rischio è che i 2 grandi partiti risultino fortemente perdenti nei confronti di partiti "minori", prima di tutti il Partito della Brexit di Nigel Farage che è dato in testa i sondaggi. https://www.lastampa.it/2019/05/03/esteri/brexit-alle-amministrative-lo-stallo-punisce-tory-e-labour-Fy6TFCkhSdVZX9x6z7FXmN/pagina.html In ultimo il primo ministro Theresa May ha cacciato il ministro della difesa Gavin Williamson, accusato di avere passato al giornale Daily Telegraph informazioni sensibili sulla partecipazione dei cinesi di Huawei alla futura rete 5G britannica. https://www.lastampa.it/2019/05/02/esteri/la-may-caccia-il-ministro-della-difesa-LH5gsj8e7NZk5CeMfgpreL/pagina.html Insomma al di là della Manica la situazione è sempre più caotica.
  5. zander

    BAe Systems MAGMA

    Le prove con il prototipo MAGMA procedono. In Galles, presso l'aeroporto di Llanbedr, BAe Systems e l'Università di Manchester hanno condotto delle prove in volo in cui il drone è stato manovrato in volo usando aria soffiata supersonica, rimuovendo la necessità di superfici mobili. Le tecnologie sono state progettate per migliorare il controllo e le prestazioni del drone. Sostituendo le superfici mobili con aria soffiata, le prove spianano la strada per creare aerei performanti più leggeri, affidabili e economici da operare. Le tecnologie potrebbe anche contribuire a ridurre la RCS dei velivoli. Le tecnologie testate nelle prove sono state: Wing Circulation Control Fluidic Thrust Vectoring https://www.baesystems.com/en/article/magma-the-future-of-flight
  6. A seguito di una ripianificazione del proprio business, Bombardier ha deciso di vendere lo stabilimento aeronautico di Belfast in Nord Irlanda, dove lavorano 4000 lavoratori. Anche le strutture in Marocco saranno cedute. Bombardier, che ha recentemente acquisito un programma negli USA, sta tentando di ridurre i costi nello stabilimento in perdita di Belfast, il cui prodotto più importante sono le ali per l'Airbus A220. Un acquirente potrebbe essere Airbus, che però negli ultimi tempi ha sempre manifestato la sua contrarietà alla Brexit. Il mese scorso Bombardier aveva chiesto al governo di escludere l'opzione del no deal dal tavolo dei negoziati con l'UE. https://www.theguardian.com/business/2019/may/02/bombardier-puts-belfast-wing-making-plant-up-for-sale Il nuovo Land Rover Defender sarà costruito a Nitra in Slovacchia stabilimento inaugurato ad ottobre, e non a Solihull in Gran Bretagna. Benché fosse una decisione ampiamente prevista, questo annuncio segue quello dello spostamento della produzione del Discover, l'anno scorso. L'industria dell'auto ha ribadito che una Brexit senza accordo avrebbe come conseguenze un drammatico calo della produzione a livello nazionale. https://www.theguardian.com/business/2019/apr/30/new-land-rover-defender-to-be-built-in-slovakia-not-the-uk
  7. Macron e la Merkel hanno opinioni diverse su numerosi temi. La Brexit costituisce un grosso punto di contrasto tra i 2 politici. Macron vorrebbe che la Gran Bretagna uscisse dall'UE il più velocemente possibile, magari già il primo di giugno, e che si astenesse dalle elezioni europee, mentre Frau Merkel vorrebbe che la Gran Bretagna rimanesse nell'UE o che almeno uscisse però sottoscrivendo un accordo. Macron non sopporta più la situazione di una Gran Bretagna che dice "forse esco, ma anche no", in quanto crede che esista il rischio concreto che la Brexit possa indebolire se non addirittura distruggere le istituzioni europee. Continuare con questa situazione sarebbe peggio di una Hard Brexit (vista dal fronte UE) in quanto paralizzerebbe anche le attività del consiglio europeo, che sta affrontando temi e trattative particolarmente calde (sanzioni USA, Cina, ecc.). Oltre a ciò si affaccia anche il rischio che i partiti britannici anti-UE possano ottenere il pieno di voti, facendo sì che il prossimo parlamento possa essere popolato da partiti che potrebbero tentare di bloccare le istituzioni, se non addirittura di distruggere l'UE dall'interno. Ad oggi i primi sondaggi indicano il nuovo partito anti UE di Nigel Farage sia ampiamente in testa con i laburisti (28%). https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/public-thinks-eu-referendum-was-a-bad-idea-says-poll chttps://interactive.guim.co.uk/charts/embed/apr/2019-04-27T18:06:29/embed.html La Merkel invece ritiene che la Gran Bretagna abbia bisogno di aiuto per rimanere nell'UE. La sua visione rispecchia anche le conseguenze economiche di una Brexit sulla Germania. La Brexit ed il worst case scenario No Deal rappresentano per lei un disastro economico pari alla crisi finanziaria del 2008. La Gran Bretagna, tanto per fare un esempio, è il principale mercato di export dell'industria automobilistica tedesca. Intanto la Gran Bretagna continua a essere in empasse: governo e parlamento continuano a essere divisi, i colloqui tra partito conservatore e laburista sono in stallo, nel partito conservatore i membri continuano a tramare per fare cadere la prima ministra. Parigi spera che la prospettiva di tenere le elezioni europee possa convincere il partito conservatore a spingere verso la Brexit, anche senza un accordo, così come ha dichiarato il ministro degli esteri britannico Jeremy Hunt: "Se ci fosse una scelta binaria tra il" no deal "e l'assenza di Brexit, sceglierei il" no deal "perché altrimenti penso che il rischio democratico sarebbe alto ed è qualcosa qualcosa che qualsiasi persona ragionevole vorrebbe evitare . Per quanto riguarda la Brexit, la mia opinione è molto chiara: dobbiamo andarcene, dobbiamo partire in fretta, dobbiamo partire in modo pulito". https://www.latribune.fr/economie/union-europeenne/la-france-perd-patience-avec-le-royaume-uni-sortez-et-vite-815475.html Intanto la battagliera prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon, si batte per avere un nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia entro il 2021, e possibilmente abbandonare la sterlina come moneta corrente, se l'indipendenza diventasse realtà. https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/scottish-independence-campaign-must-learn-from-brexit-snp-told https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/snp-votes-for-scotland-having-its-own-currency-if-it-leaves-the-uk Per il primo ministro britannico, il più grosso successo della Brexit sarà non tanto di avere accordi economici più vantaggiosi di quelli garantiti dall'UE, ma di impedire la disgregazione del paese.
  8. Stanotte sono scoppiati violenti scontri tra la polizia e membri della New IRA a Derry, in Nord Irlanda. Gli spari di pistola di un rivoltoso hanno ucciso la giornalista Lyra McKee, di 29 anni. Bombe molotov sono state lanciate verso i mezzi della polizia e non solo. I disordini sono cominciati dopo che la polizia ha perquisito alcune abitazioni in cerca di armi, esplosivi e munizioni legati all'attentato esplosivo del 20 gennaio (vedi post del 20 gennaio). La perquisizione è cominciata in concomitanza con l'anniversario dei disordini della vigilia di Pasqua del 1916 che contrassegnano l'inizio della rivolta irlandese contro Londra e che condusse l'Irlanda all'indipendenza cinque anni più tardi, nel 1921. La New IRA, formazioni che non ha mai riconosciuto gli accordi del Venerdì Santo, ritiene che la Brexit sia il terreno di scontro che permetterà di ottenere l'indipendenza. La Brexit ha aperto un vaso di Pandora che non so come verrà richiuso. Se anche il governo ritirasse l'Articolo 50, sorgerebbero problemi di altra natura. Infatti i servizi di sicurezza di Londra affermano che in caso di mancata Brexit, le formazioni di estrema destra del regno scatenerebbero tumulti. Ricordiamo che durante la campagna elettorale del 2016, poco prima del referendum, un estremista di estrema destra uccise la deputata laburista Jo Cox. In passato alcuni esponenti politici della Brexit estrema hanno affermato che non temevano alcuna recrudescenza dei tumulti in Nord Irlanda perché ritenevano che la stagione della violenza fosse ormai sepolta. Mi piacerebbe conoscere l'opinione di questi personaggi dopo i fatti i ieri sera. https://www.theguardian.com/uk-news/2019/apr/19/derry-woman-killed-in-terrorist-act-say-northern-ireland-police https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/19/irlanda-del-nord-scontri-a-creggan-derry-fanno-rivivere-il-bloody-sunday-da-qui-parti-il-corteo-del-1972/5122990/
  9. Grazie Scagnetti per i complimenti. Ho iniziato il thread perché avevo trovato una notizia che legava la Brexit all'aviazione civile. Poi ho continuato sia perché le informazioni aumentavano sia perché i giornali e i siti di informazione in lingua italiana (ma in generale anche europei) ignoravano la Brexit. A mano a mano che leggevo i siti web inglesi (in primis The Guardian, che ha fatto un grandissimo lavoro, e BBC) ho capito che la Brexit avrebbe avuto impatti enormi sia sul Regno Unito che sul continente. Il thread che ho avviato ha debordato dall'argomento aeronautico a temi molto più generali. Ne approfitto per ringraziare i moderatori che non mi hanno né fermato né richiamato a trattare solo temi prettamente aeronautici quando sono andato off topic. Questo viaggio nella Brexit per me è stato anche una palestra di riflessioni. Da diversi anni in Italia (e non solo) alcune realtà politiche affermano o di volere lasciare l'UE o di abbandonare l'euro, promettendo che così facendo l'Italia rifiorirebbe nuovamente. Ciò che sta accadendo in Gran Bretagna in realtà è l'amara realtà di cosa significhi divorziare dall'UE e il benessere e la pace sociale quotidiana che diamo per scontati in realtà dipendono molto da questa unione. Questo thread è stato una riflessione sui sistemi politici italiano e britannico. La Gran Bretagna è una monarchia parlamentare e non è dotata di una costituzione. Governo e parlamento procedono secondo prassi consolidate. La Brexit ha messo in crisi queste prassi, mandando in stallo il governo del paese ed evidenziando i limiti di un sistema che non ha una moderna costituzione e che accentra il potere in poche persone. Il sistema politico italiano è basato su una costituzione che è nata dopo una durissima guerra, dopo avere lasciato alle spalle una dittatura e una guerra civile ed è stata promulgata dai padri costituenti definendo i ruoli (parlamento, governo, presidenza della repubblica) e attribuendo i poteri secondo un sistema di pesi e contrappesi che impedisce di accentrare in una o poche persone un potere eccessivo. Il sistema italiano è un sistema dove il potere è molto più distribuito: il parlamento (l'Italia è una repubblica "parlamentare"), il governo, il Presidente della Repubblica in qualità di arbitro e un presidente del consiglio debole rispetto al primo ministro britannico. Il presidente del consiglio italiano, non potrebbe mai indire un referendum o sciogliere il parlamento per andare ad elezioni, compito che spetta solo al Presidente della Repubblica. La Brexit è nata come una scommessa dell'ex premier David Cameron che ha concesso il referendum solo per mettere a tacere la parte minoritaria del suo partito che ha sempre invocato la Brexit, pensando erroneamente di vincere. E invece, come un giocatore di carte da bar, si è giocato tutta la casa. Poi è subentrata Miss Theresa May e anche lei ha deciso di scommettere, indicendo nuove elezioni, da cui ne è uscita fortemente indebolita, per cui il suo governo ha dovuto chiedere aiuto al piccolo partito nord irlandese DUP da cui è rimasto fortemente condizionato. Nel frattempo si acuivano le distanze all'interno dei movimenti del suo partito, ingigantendo la crisi del partito conservatore. Un sistema politico diverso avrebbe permesso a questi scellerati di giocarsi la casa in una partita di carte al bar? Il referendum è uno strumento di democrazia diretta potentissimo ma anche pericolosissimo, se non usato correttamente. La scelta di uscire dall'UE tramite un referendum è stata la più scellerata che si potesse fare: se si decide di uscire dall'UE, occorre poi decidere che tipo di rapporto da mantenere dopo la separazione. Non è certo un referendum sì/no che può deciderlo. Inoltre certe scelte non possono essere proposte alla popolazione senza un'opportuna campagna di informazione. La campagna referendaria del 2016 è stata basata su una montagna colossale di menzogne. I Brexiteers hanno detto: "uscendo dall'UE non pagheremo più 39 miliardi di fondi che spenderemo nel servizio sanitario nazionale, in scuole migliori, faremo trattati commerciali migliori di quelli dell'UE, ecc." Tutte promesse volate via nel giro di un amen. Abbiamo anche capito che nelle trattative internazionali l'UE è uno dei più temibili interlocutori del pianeta. L'UE ha affidato ad alcune delle migliori menti del continente il compito di definire regole, norme e trattati per dialogare con il resto del mondo secondo le direttive dettate dal parlamento e dalla commissione europea. Funzionari provenienti da Svezia, Germania, Francia, Portogallo, Italia, ecc. lavorano e trattano, non per favorire il proprio paese, ma per portare avanti le richieste avanzate da tutti e 28 i paesi. Se da una trattativa ne vengono fuori dei vantaggi, ne beneficiano tutti e 28 i paesi e non uno solo. La trattativa sulla Brexit, Gran Bretagna da una parte e i 27 dall'altra, è stato un lampante esempio. L'UE ha raccolto le richieste dei 27 paesi e poi ha affrontato la Gran Bretagna. In questo modo un paese piccolo come l'Irlanda è riuscita a far prevalere le proprio ragioni sulla Gran Bretagna per la prima volta nella sua storia. L'unione fa la forza. In termini economici è risultato evidente quanto interlacciate siano le economie dei paesi europei: politiche agrarie, industriali, trasporti, servizi dipendono tantissimo dai rapporti con gli altri paesi. Affermare che rinchiudersi nel proprio guscio sia la soluzione a tutti i mali è l'errore più grosso che si possa commettere.
  10. Ehhh, a saperlo!! E se qualcuno non volesse andarsene e presentasse qualche istanza alla Corte di Giustizia Europeo o chissà cos'altro? Si aprirebbero scenari impensabili. Fare una campagna elettorale costa parecchio. Chi ha voglia di pagarsi una campagna elettorale per stare in parlamento pochi mesi? Ma neanche Farage... I 73 parlamentari britannici saranno di nuovo in parlamento. Se la Gran Bretagna fosse uscita in tempo, all'Italia sarebbero toccati 3 parlamentari in più. Qui di seguito qualche spiegazione: https://www.termometropolitico.it/1411414_2019-04-11-elezioni-europee-2019-parlamentari-per-nazione-come-cambia-con-brexit.html Scommettiamo ? Il paese del teatrino perenne ? ?? ( " Ce lo chiede l'Europa ! " )  E' piuttosto ironico che il casino sia stato causato dalla Gran Bretagna che ha sempre accusato l'UE di essere un pozzo senza fondo di denaro e che si è sempre lamentata di essere un contribuente netto per le spese di funzionamento degli apparati dell'Unione. I soldi che noi tutti stiamo pagando per pagare il processo di Brext, chi li rifonderà? Mah ... Diverse prese di posizioni recenti sembrano indicare che la strada preferita dai militari e dall'industria sia quella del progetto britannico. Il governo Conte in questo momento non ha nemmeno gli occhi per piangere ed ha enormi difficoltà a mantenere gli impegni già presi, vedremo se si imbarcherà su un nuovo progetto. Sarebbe comunque stato più difficile giustificare un progetto di alleanza militare industriale con un paese che rifiutava in toto i principi sociali, politici, diplomatici ed economici sottoscritti dall'Italia, in caso di No Deal Brexit. Ora penso che la strada sia più lineare, e che l'adesione dell'Italia al progetto britannico sia più vicina, anche se ricordiamolo, il worst case scenario di No Deal non è ancora completamente escluso.
  11. Il 10 aprile Gran Bretagna e Unione Europea hanno sottoscritto che la Gran Bretagna ritarderà l'uscita dall'UE al più tardi il 31 ottobre di quest'anno. Alla fine l'UE è riuscita a convincere i più duri sostenitori del ritardo prolungato di un anno, come Macron, e Miss May ha accettato di ritardare dal 30 di giugno al 31 ottobre l'uscita. Una scelta salomonica. Se però riuscisse a raggiungere un'intesa parlamentare sul Withdrawal Agreement, la Gran Bretagna potrebbe uscire anche prima. In parallelo la Gran Bretagna si impegna a non bloccare o osteggiare processi di integrazione europea durante il periodo di interim. Questo accordo però sottintende che la Gran Bretagna dovrà prepararsi alle elezioni del parlamento europeo del 26-29 maggio. Queste elezioni saranno un test importantissimo, e saranno sicuramente usate, anche se tutti smentiscono, per capire l'umore popolare e decidere come proseguire. Nigel Farage, il promotore della Brexit, aveva visto lungo già a fine 2018 quando aveva capito dove sarebbero finito il processo della Brexit e pertanto all'inizio dell'anno ha lanciato un nuovo partito per spingere ancora più forte sulla Brexit. Sia ben chiaro tutto può ancora accadere: No Deal Brexit, Brexit con il Withdrawal Agreement, Brexit con un accordo diverso, revoca dell'articolo 50 e nessuna Brexit, nuovo referendum, elezioni generali, ecc. E' chiaro però che l'attuale governo non vuole uscire dall'UE se non dopo avere sottoscritto un accordo . https://www.bbc.co.uk/news/uk-politics-46393399 Dopo l'accordo del 10 aprile, il governo inglese ha rimosso dai loro incarichi con effetto immediato tutte le 6000 persone designate per fronteggiare il worst case scenario di No Deal Brexit. Il governo ha scongiurato il pericolo di No Deal e le ha riassegnate ai precedenti incarichi, dopo però avere speso circa 1 miliardo e mezzo di sterline. Rimane ancora non chiaro il ruolo di 4500 funzionari assunti alo scopo ora che l'articolo 50 è stato esteso al 31 ottobre. Complessivamente 16000 funzionari pubblici hanno lavorato per la Brexit. In Kent al porto di Dover, l'autorità locale ha revocato l'operazione Brock che avrebbe trasformato l'autostrada di accesso al porto in un enorme parcheggio all'aperto per camion e auto. Tempo poche settimane e saranno rimossi tutti le barriere di cemento che lì erano stati portati e nel frattempo i funzionari sono in via di riassegnazione. In Francia, Irlanda, Belgio e Olanda, dove si temevano effetti analoghi, chissà cosa staranno facendo e chissà se qualcuno si chiederà chi deve pagare il conto di tutto questo bel teatrino...? https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/11/uk-stands-down-6000-no-deal-brexit-staff-after-spending-15bn Tornando all'Italia, penso che il nostro paese possa ora guardare con maggior tranquillità alla possibilità di sottoscrivere un accordo di partecipazione al programma Tempest, se alla fine il governo-giallo verde deciderà di andare in quella direzione.
  12. Miss May è a Bruxelles per cercare di strappare un prolungamento breve della permanenza della Gran Bretagna nell'UE fino al 30 giugno. Pare che Bruxelles, dietro pressioni francesi, abbia bocciato la proposta e che abbia contro proposto una permanenza flessibile fino a un anno, con la promessa che la Gran Bretagna potrà uscire anticipatamente se troverà un accordo. Sono giorni difficili per la prima ministra in quanto è poco supportata dal suo partito e quindi per poter andare avanti sta trattando con l'acerrimo rivale Jeremy Courbin, il labourista rosso che sta spingendo per una Gran Bretagna fuori dall'UE ma nell'unione doganale, opzione che però farebbe scoppiare definitivamente il partito conservatore. Vedremo nei prossimi giorni. Comunque pare che la Gran Bretagna dovrebbe partecipare alle elezioni europee per il rinnovo del Parlamento Europeo. https://www.bbc.co.uk/news/uk-politics-47874367 https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/09/conditions-for-short-brexit-delay-have-not-been-met-says-berlin Nel frattempo il gruppo Jaguar Land Rover ha deciso di farsi sentire chiudendo i suoi stabilimenti di Castle Bromwich, Solihull, Wolverhampton nel West Midlands e Halewood nel Merseyside per una settimana a causa delle incertezze sulla Brexit e per fare capire al governo cosa significhi non raggiungere un accordo con l'UE. https://www.bbc.co.uk/news/uk-england-47845057 La Gran Bretagna rilascerà nei prossimi mesi, con un po' di ritardo sul calendario, un documento di programma sulla strategia spaziale del paese, anche a seguito dell'abbandono dell'UE. Le priorità sono: - lo sviluppo di un'orbita geostazionaria per le comunicazioni per rafforzare la costellazione Skynet degli Stati Uniti; - il progetto del sostituto del programma Galileo con un programma nazionale. Infine il Regno Unito sta esaminando i pregi di una costellazione in orbita terrestre bassa per una "varietà di potenziali usi". Va notato che anche il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta dando priorità alla creazione e al lancio di una Terra bassa orbita costellazione. Dati stretti legami tra gli Stati Uniti e il Regno Unito in materia di difesa, compresa la condivisione dell'intelligence e le armi strategiche, è possibile che i due possano trovare un terreno comune su tale sistema. https://www.defensenews.com/digital-show-dailies/space-symposium/2019/04/05/what-does-britain-have-in-the-works-for-its-upcoming-space-strategy/
  13. Mentre a Londra va avanti la drammatica crisi politica (domani è il 29 marzo!!), un interessante intervista al direttore dell'ASI affronta un aspetto che ho citato nel post del 4 marzo di questo thread. Qui avevo scritto che in futuro è prevista una maggiore sinergia tra UE ed ESA, e che quest'ultima potrebbe diventare braccio operativo dell'UE nel settore spaziale. L'articolo di Formiche.net sembra confermare questa visione. https://formiche.net/2019/03/italia-spazio-europa-cina-benvenuti/ Quindi l'UE preme per prendere le redini del coordinamento delle attività spaziali, mentre le agenzie spaziali cercano di preservare la loro autonomia. Bisognerà aspettare per vedere come prenderà forma questa cooperazione e se, in caso di No Deal Brexit, veramente potrà portare a contrasti così accentuati con la Gran Bretagna tali da provocare un doloroso divorzio. Tornando alla Brexit, domenica scorsa, il presidente francese Macron aveva affermato che prima del colloquio a Strasburgo con Miss May, pensava che l'accordo del governo inglese sul Withdrawal Agreement avesse una possibilità del 10% di successo. Dopo il colloquio, la sua speranza di successo era scesa al 5%. Le cronache londinesi di questi giorni, il parlamento che prende l'iniziativa di votare 8 possibili forme di rapporto con l'UE, la disponibilità di Miss May alle dimissioni in cambio dell'approvazione dell'accordo, la grande manifestazione di sabato contro la Brexit, sono un diario della follia.
  14. La prima ministra May ha incontrato a Bruxelles la commissione europea per concordare un possibile spostamento dell'uscita dalla UE al 22 maggio, il giorno antecedente le elezioni del parlamento europeo (23-26 maggio). Il ritardo però è vincolato ad un terzo voto parlamentare (lo stesso già bocciato per ben 2 volte e rifiutato dallo speaker della House of Commons) dell'accordo sottoscritto a novembre con l'UE. In caso di bocciatura, la commissione ha concesso un'estensione dell'articolo 50 fino al 12 aprile in vista di una Brexit senza accordo, per concedere tempo alla Gran Bretgna di decidere come procedere, eventualmente anche con la revoca dell'articolo 50. La commissione in realtà spera o in un nuovo referendum o in elezioni generali. https://www.repubblica.it/esteri/2019/03/22/news/brexit_l_ultima_chance_di_theresa_may-222199974/ https://www.repubblica.it/esteri/2019/03/22/news/brexit_tusk_tutte_le_opzioni_aperte_per_londra_fino_al_12_aprile_may_lasceremo_l_ue_-222198261/ Nel frattempo i giornalisti del Guardian hanno messo gli occhi su documenti governativi riservati che descrivono i piani del governo nel caso di No Deal. Ne risulta una previsione fosca, confusa se non drammatica e che il paese non pare pronto ad affrontare uno scenario di Brexit senza accordo. Il Ministero della Difesa ha allestito un bunker sotterraneo nella sede di Whitehall per coordinare ogni risposta militare alla Brexit. Le principali criticità sono quelle che ho descritto nei mesi scorsi: carenza di cibo fresco, medicinali, energia, trasporti limitati, emergenze sanitarie, ecc. Il governo ha predisposto manuali operativi per comando, controllo e coordinamento da Whitehall per ogni tipo di problema che possa insorgere. La fase critica prevede che il centro di controllo lavorerà a tempo pieno dalle 12 alle 24 settimane. La risposta alle emergenze e alle crisi di ogni genere sarà assegnata al European Union exit and trade (preparedness) subcommittee e prenderà decisioni radicali, come ordinare, sbarazzarsi di regolamenti, mobilitare i militari e ordinare misure di emergenza. Diverse opinioni sostengono che la pianificazione sia troppo scarsa e fatta troppo tardi. https://www.theguardian.com/politics/2019/mar/22/secret-cabinet-office-document-reveals-chaotic-planning-for-no-deal-brexit Una buona notizia. Un grosso distributore ha predisposto scorte di un'importante risorsa: https://www.theguardian.com/politics/2019/mar/21/uk-biggest-toilet-roll-supplier-wepa-stockpiling-no-deal-brexit-avoid-customs-delays Ora che la data finale si sta avvicinando e che si possono trarre le prime conclusioni, alcuni politici europei si sono espressi sul comportamento britannico: patetici, incoerenti, caotici. La reputazione della diplomazia britannica, il suo pragmatismo e autocontrollo, un tempo riconosciuti unanimamente, sono ormai un lontano ricordo, dicono dall'UE. I politici britannici appaiono ai colleghi europei su un altro pianeta, incapaci di vedere le infinite complicazioni della Brexit. Nathalie Loiseau, ministra francese agli affari europei, ha detto: “ mi ricordano il miagolio del gatto quando vuole uscire all'aperto. Quando apro la porta, si siede indeciso. Poi mi guarda male quando lo caccio fuori.” Il senatore francese André Gattolin ha affermato che al giorno d'oggi è patetico osservare Westminster e i parlamentari britannici che ragionano senza alcun aggancio con la realtà. Il ceco Tomáš Prouza ricorda che ancor prima del referendum del 2016, si avvide dell'impreparazione di David Cameron e della sua ignoranza sul funzionamento dell'UE e dei suoi trattati. Poi Prouza ha continuato: "Il diritto ... prima era tutto. Poi, ... "siamo nel Regno Unito, siamo grandi. Avete bisogno di noi per gli affari, in termini di sicurezza, esportate così tanto sul mercato britannico." Il risultato? Abbiamo sempre considerato la Gran Bretagna come un esempio di come un paese potrebbe essere idealmente gestito. Tutto ciò che è andato in fiamme." Bobby McDonagh, un passato da ambasciatore irlandese a Londra, ha affermato che molti connazionali guardano alla Brexit come a un gran pezzo di televisione, ma non divertente. I politici irlandesi ancora non si capacitano di quello che accade a Londra. McDonagh sostiene che il venerabile passato di Westminster forse ha giocato un brutto scherzo. La sua storia e la tradizione hanno autogiustificato un senso importanza eccessivo. La Brexit ha acceso un revival Churchilliano non giustificato: non è un caso che nel 2017 siano usciti sui grandi schermi film come "Churchill" e "Dunkirk". Il mondo è cambiato ma i Brexiteers sono ancorati ai retaggi dell'impero e ritengono che sarà l'UE a patire dell'uscita britannica. Il belga Geert Bourgeois accusa i britannici di mancanza di una leadership politica responsabile e negativo è anche il giudizio di Marcin Święcicki, in passato sindaco di Varsavia e oggi parlamentare polacco. Complessivamente il giudizio è che la reputazione e la capacità diplomatica britannica siano drasticamente diminuite e che in futuro l'influenza diplomatica britannica nel mondo sarà oltremodo ridimensionata. https://www.theguardian.com/politics/2019/mar/20/pathetic-incoherent-chaotic-europes-verdict-on-brexit-shambles Se tutto ciò si verificherà, per l'Italia avrà ancor senso associarsi ai britannici per costruire progetti militari come il Tempest, nel caso di Brexit senza accordo?
  15. Altro colpo di scena al parlamento britannico. Lo speaker della camera ha annunciato che il governo non potrà presentare per la terza volta la proposta di voto sullo stesso accordo sottoscritto con l'UE già bocciato pesantemente per 2 volte, facendo valere una procedura parlamentare utilizzata l'ultima volta 99 anni fa. Saltano quindi i piani del governo. A 11 giorni dal 29 marzo, che cosa farà il governo? Andrà verso una Brexit senza accordo, farà saltare la Brexit, chiederà di votare la proposta laburista (ovvero la permanenza nell'unione doganale) che risulta molto più digeribile all'UE di quella del partito conservatore, oppure riuscirà a modificare in poco tempo l'accordo? In teoria il governo ha tempo fino a mercoledì (2 giorni) per rivedere l'accordo. Ricordo che l'UE ha ribadito più volte che non intende modificare un accordo che è il frutto di quasi 2 anni di lavoro, se non per chiarire articoli e postille. E ora, come uscirà il governo dalla più grave crisi politica degli ultimi decenni? http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2019/03/18/brexit-non-ce-svolta-il-voto-slitta_cdf2cc26-84da-47b5-ad52-92936d86e166.html https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/18/brexit-lo-speaker-della-camera-vieta-il-terzo-voto-sullaccordo-bocciato-ue-pronta-a-valutare-rinvio-fino-al-29-marzo/5046311/
  16. Bell'articolo di commento alla Brexit. https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2019/03/17/rinvio-brexit-ultime-notizie/230164/ Pienamente condivisibili le opinioni dell’ex premier laburista australiano Kevin Rudd: I doganieri hanno scioperato di nuovo. Oggi l'Eurotunnel sta vivendo ritardi e alcuni soppressioni di treni. Eurotunnel invita i passeggeri a non viaggiare. I doganieri stanno applicando con zelo le leggi e i regolamenti di frontiera per sensibilizzare i governi su cosa accadrà il 30 marzo se non sarà firmato un accordo tra UE e Gran Bretagna. https://www.bbc.co.uk/news/business-47602573
  17. Gli scozzesi si stanno facendo sentire a livello nazionale e presso gli ambienti del'UE. Nicola Sturgeon, prima ministra scozzese (Partito Nazionale Scozzese - SNP), critica veementemente la decisione britannica di lasciare l'UE ogni volta che può. Tuttavia Miss May continua a ricordarle che la politica internazionale spetta solo al parlamento di Londra e che nel 2014 gli scozzesi votarono un referendum che rigettava l'indipendenza scozzese dalla Gran Bretagna. In diverse occasioni Miss Sturgeon però le ha rinfacciato come l'UE abbia caldamente sostenuto le richieste di uno stato relativamente piccolo come l'Irlanda in un contenzioso molto complesso, mentre invece il governo di Londra abbia sempre trascurato quelle della Scozia. Francia e Germania in realtà sono molte arrabbiate con Londra in quanto sono partner commerciali molto importanti. Il più importante mercato europeo dell'industria automobilistica tedesca è la Gran Bretagna e le industrie tedesche in caso di no deal temono di vedere sfumare un importante mercato. Airbus ha stabilimenti molto importanti sia in Germania che in Francia e che risentiranno dell'uscita della Gran Bretagna dall'UE. Il principale export olandese di agricoltura si riversa in Gran Bretagna. Un'ampia parte della produzione di Prosecco italiano va in Gran Bretagna, ecc.. E in ultimo, ma non per importanza, gli stati dell'UE temono che la Brexit possa essere la prima cricca che possa spaccare l'unione. Nell'UE tutti temono la Brexit. Il 4 marzo, ultimi giorni prima del 29 marzo, la tensione dei doganieri dei porti di Dunkerque e Calais ha fatto scatenare uno "sciopero di zelo", ovvero l'applicazione alla lettera dei regolamenti al fine di sensibilizzare i governi inglese e francese su quello che accadrà il 30 marzo in assenza di accordi: km di code sulle autostrade in attesa dell'imbarco. https://www.lemonde.fr/international/article/2019/03/04/brexit-la-greve-du-zele-des-douaniers-a-calais-et-dunkerque-genere-des-kilometres-de-bouchons_5431264_3210.html
  18. Il parlamento britannico ha votato la mozione del governo per chiedere all'UE di ritardare l'uscita dall'Unione dal 29 marzo a fine giugno, al fine di fare votare ancora una volta l'accordo sottoscritto tra Gran Bretagna ed UE a novembre e già bocciato sonoramente per ben 2 volte. Ma l'UE deve valutare le motivazioni della richiesta, perché non ha senso ritardare l'uscita per ritrovarsi a fine giugno nella stessa situazione, e perché i 27 paesi devono essere unanimi. A Bruxelles sono esasperati dai tentennamenti e dalle incertezze britanniche. Quotidianamente Commissione, Consiglio e Parlamento discutono di trattati commerciali con tutto il mondo, ma nessuno sa dire se i prossimi accordi riguarderanno 27 o 28 paesi. Business is business... Un'altra votazione odierna del parlamento ha poi bocciato, almeno per ora, un secondo referendum. Negli stessi minuti in cui i deputati britannici votavano, il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit Michel Barnier affermava che di fronte a questa situazione di incertezza, l'UE si deve eventualmente preparare ad una Brexit senza accordo, la tanto temuta "Brexit by accident", perché la scadenza del 29 marzo è ormai imminente. Vediamo se nei prossimi giorni si sbloccherà la più grave crisi politica della storia della Gran Bretagna moderna. https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/14/brexit-il-parlamento-uk-da-lok-al-rinvio-delluscita-di-londra-da-ue-al-30-giugno-bocciata-possibilita-di-un-2-referendum/5038057/ Un piccolo OT, ma sempre in ambito britannico. Per la prima volta un tribunale britannico ha incriminato un soldato dell'esercito britannico per la strage conosciuta come il Bloody Sunday avvenuta a Londonderry (Irlanda del Nord) il 30 gennaio 1972. Durante una manifestazione per i diritti civili, soldati dell'esercito britannico spararono sulla folla uccidendo 14 persone, tra cui alcuni adolescenti, e ferendone altre 14. Da questo episodio, l'escalation di violenza non fece che crescere negli anni successivi, per volgere al termine solo quando i governi britannico e irlandese e varie associazioni/partiti politici firmarono l'accordo del Venerdì Santo il 10 aprile 1998 sotto l'egida dell'UE che sancì la fine della violenza. Sarà un caso che proprio nei giorni in cui la Gran Bretagna sta lasciando l'UE con il rischio di riaprire questo conflitto, un tribunale riapra questa pagina di violenza della storia britannica? https://www.bbc.co.uk/news/uk-northern-ireland-47540271 Il Bloody Sunday ha ispirato numerosi artisti. Una delle più toccanti canzoni scritte per ricordare questo episodio è stata scritta dagli U2, "Sunday Bloody Sunday": https://www.youtube.com/watch?v=EM4vblG6BVQ
  19. Da notare che la votazione è stata persa per soli 4 voti. Quasi mezzo parlamento avrebbe voluto tenere l'opzione dell'uscita senza accordo sul tavolo delle trattative con l'UE per essere più forte nei colloqui finali mentre invece l'altra metà del parlamento ha sentenziato che il rischio era troppo grosso. Il parlamento ha quindi spuntato questa arma di contrattazione: se la Gran Bretagna lascerà l'UE, dovrà farlo con un accordo. Come? Vedremo... Domani votazione in parlamento per decidere se rimandare l'articolo 50 oppure se mantenere la data originale del 29 marzo. Ricordiamo che se il rinvio eccedesse la fine di maggio, la Gran Bretagna dovrebbe partecipare alle elezioni del parlamento europeo. Nigel Farage, il leader del referendum sulla Brexit del 2016, che evidentemente aveva intuito il rischio di veder sfuggire la Brexit, a febbraio ha fondato un nuovo partito per partecipare alle eventuali elezioni europee e alle eventuali elezioni generali, casomai la May le avesse indette. Nel frattempo Miss May continua a minacciare che se non verrà sostenuta, la Gran Bretagna perderà defintivamente la Brexit.
  20. Questa sera il governo inglese ha subito in parlamento un'ultra batosta sull'accordo da firmare con l'UE. 242 voti a favore e 391 voti contrari hanno demolito la proposta del governo di votare a favore dell'accordo con l'UE definito a novembre 2018. La prima votazione si tenne a gennaio, con un'umiliante sconfitta, la peggiore della Gran Bretagna moderna. Il voto di oggi era abbastanza scontato, ma non era certa l'entità della sconfitta, che è stata pesante. Domani il parlamento voterà se lasciare l'UE con un accordo o senza accordo. Quindi se il parlamento voterà per l'accordo, il giorno successivo voterà se chiedere all'UE un'estensione dell'articolo 50 per un periodo di tempo limitato, fino a fine maggio o fine giugno. Il punto cruciale sta nel fatto che a maggio i cittadini dell'UE voteranno per il rinnovo del parlamento europeo. Se il parlamento britannico voterà per un'estensione dell'articolo 50 a fine giugno, i britannici dovranno partecipare al rinnovo del parlamento europeo! Vedremo nei prossimi giorni la decisione. https://www.corriere.it/esteri/19_marzo_12/brexit-gran-bretagna-respinge-nuova-proposta-may-de5f4596-44f2-11e9-b3b0-2162e8762643.shtml?refresh_ce-cp Passando all'industria, la BMW ha dichiarato che in caso di no deal, sposterà la produzione della Mini dalla Gran Bretagna (Cowley vicino ad Oxford - 4500 lavoratori e 234501 auto prodotte lo scorso anno) ad uno stabilimento nell'UE. https://www.theguardian.com/business/2019/mar/05/bmw-mini-cowley-no-deal-brexit-toyota https://www.bbc.co.uk/news/business-47457219 A 17 giorni dalla Brexit (29 marzo 2019), lo scenario No Deal spaventa l'industria e non solo.
  21. Ultimi giorni di servizio per i Tornado GR4 della RAF. Giovedì 28 febbraio una formazione di 9 Tonka ha sorvolato le basi RAF Cranwell, dove ha sede l'Accademia Aeronautica della RAF, e RAF Marham. https://www.youtube.com/watch?v=quLuy_nxwgo https://combataircraft.keypublishing.com/2019/02/28/raf-salutes-tornado-gr4/ http://warbirdsnews.com/warbirds-news/tonka-farewell-panavia-tornado-bowing-out-of-raf-service.html
  22. Nei giorni scorsi 2 altri parlamentari laburisti hanno lasciato il partito e 3 deputate del partito conservatore hanno fatto altrettanto. In più 3 ministri di governo hanno dichiarato che daranno le dimissioni se si andrà verso un'uscita dall'UE senza accordo. Vari deputati degli schieramenti e ministri hanno dichiarato di essere pronti a fare altrettanto. Corbyn, leader del maggior partito di opposizione, quindi ha deciso di sposare eventualmente l'ipotesi di un secondo referendum. Miss May a sua volta ha allestito un nuovo piano: 12, 13 e 14 marzo votazione in parlamento sull'accordo di novembre: se sarà votato sarà Brexit, altrimenti la sua strategia sarà di ritardare la Brexit a fine giugno. Diversi politici ed osservatori però sono convinti che il parlamento arriverà alla data del voto disunito e frammentato come lo è stato fino adesso. Va notato che Michel Barnier ha però detto che la Gran Bretagna può ritardare la Brexit solo fino a fine maggio: oltre questa scadenza la Gran Bretagna dovrà partecipare alle elezioni europee di maggio! Possibile che Miss May abbia fatto questo clamoroso errore di valutazione? Oppure la sua reale intenzione è quella di ritardare la Brexit per potere rientrare in UE dalla porta di servizio? Se non fosse così, allora perchè Nigel Farage, il fautore del referndum sulla Brexit, avrebbe creato un nuovo partito ad inizio febbraio? Will Marshall, il fondatore della compagnia britannica Planet che gestisce la più grande rete di satellite per osservazione del pianeta, con 150 satelliti in orbita, ha criticato pesantemente la Brexit e le sue conseguenze. L'industria spaziale britannica, dice, rischia di "perdersi nello spazio". Planet è un'azienda basata in California, con una sede europea in Germania. Fondata con Robbie Schingler e Chris Boshuizen nel 2010, Planet ha cambiato l'osservazione della Terra, basandola su satelliti low-cost e di piccole dimensioni. La critica è rivolta principalmente al divorzio dal progetto Galileo, che ha costretto il governo britannico a creare un progetto autonomo ex novo in fretta e furia. Il rischio, dice lo scienziato imprenditore, è che la Gran Bretagna gestisca un progetto tecnicamente inferiore ma che assorbirà la maggior parte del budget allocato dal governo per le attività spaziali. ESA e UE sono 2 enti diversi, dove l'UE contribuisce al primo. Ma negli ultimi anni l'influenza dell'UE nell'ESA è aumentata notevolmente: l'UE non solo finanzia Galileo, ma anche il sistema di osservazione della Terra Copernicus/Sentinel. Inoltre l'ESA e l'UE si stanno allineando sempre di più, con Bruxelles che è diventata la contribuente più importante, con €1.25 miliardi su un budget totale di 5.72 miliardi. L'UE usa l'ESA come suo agente tecnico e di procurement. Molti opinionisti credono che la crescente influenza dell'UE nell'ESA condurrà a tensioni, che termineranno solo quando la Gran Bretagna lascerà l'ESA. In tutto ciò, pare che la politica spaziale britannica sia solo un problema minore tra i tanti che il governo sta affrontando nel suo percorso verso la Brexit: ovvero non esiste una chiara strategia futura da adottare per il futuro. Tuttavia un portavoce dell'Agenzia Spaziale Britannica ha contestato la visione di Marshall, affermando che la maggior parte delle industrie britanniche vede in termini positivi la sfida della Brexit e che le previsioni delle industrie sono di elevati guadagni economici. https://www.bbc.co.uk/news/science-environment-47440551
  23. zander

    Concorde

    Ieri, 2 marzo, è caduto il cinquantesimo anno dal primo volo del Concorde (Concorde 001) avvenuto a Tolosa, pilotato dal pilota collaudatore André Turcat. Il Concorde 001 decollò alle 15.30 ed il volo durò in tutto 27 minuti. Il 9 aprile 1969 decollò in Gran Bretagna il prototipo inglese Concorde 002 pilotato da Brian Trubshaw. https://www.thisdayinaviation.com/2-march-1969/ https://phys.org/news/2019-03-concorde-sky-years.html
  24. I Tornado GR4 della RAF stanno facendo un tour attraverso le principali basi della Gran Bretagna per commemorare la prossima dismissione dal servizio operativo. https://www.bbc.co.uk/news/uk-england-47291557
  25. Esatto, ed è lo scenario più temuto da ambo le parti. Oggi Honda ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Swindon per il 2022, lasciando a casa 3500 persone. La motivazione sarebbe il cambiato target del mercato e le incertezze sulla Brexit. Swindon è stato uno dei primi stabilimenti inglese ad essere acquistati da Honda negli anni '80. Qui Honda ha prodotto l'anno scorso 160000 Civic, esportando il 90% della produzione sul continente. https://www.theguardian.com/business/2019/feb/18/carmaker-honda-plans-to-close-swindon-factory-reports https://www.theguardian.com/business/2019/feb/18/workers-blame-brexit-for-demise-of-hondas-swindon-plant https://www.bbc.co.uk/news/business-47282603 7 parlamentari laburisti hanno lasciato il partito denunciando che il leader Corbyn non ha condannato alcune posizioni antisemitiche di membri del partito ed in contrapposizione alla linea adottata dal partito nella Brexit. Potrebbero seguire le loro orme altri parlamentari, stanchi e preoccupati dello stallo sulla negoziazione a meno di 40 giorni dal 29 marzo. Questo importante evento della vita parlamentare serve a dimostrare una volta di più che la questione Brexit sta dilaniando tutti i partiti dell'arco parlamentare, e non solo il partito conservatore. https://www.corriere.it/esteri/19_febbraio_18/03-esteri-t1corriere-web-sezioni-de6d1366-33c1-11e9-8ba2-1cae66b0283a.shtml Se i partiti si spaccano, si spaccano anche le famiglie. La giornalista Rachel Johnson si è spogliata in diretta televisiva su Sky per testimoniare contro la Brexit. Ma la Johnson non è nient'altro che la sorella del più famoso Boris Johnson, già sindaco di Londra e poi leader della campagna pro Brexit e sorella di Jo Johnson, deputato conservatore che fino pochi giorni fa era ministro per i trasporti, fervente EU remainer e poi dimissionario. https://tg24.sky.it/mondo/2019/02/15/brexit-news-rachel-johnson-nuda-protesta-video.html Il segretario per il commercio estero Liam Fox ha finora sottoscritto 7 accordi di commercio internazionale con paesi esteri per un totale di 18.6 miliardi di sterline, contro i 69 accordi già in essere dell'UE che valgono 117 miliardi di sterline e sarà altamente improbabile che il governo britannico riuscirà a sottoscriverne altri prima del 29 marzo. Tra i 7 paesi abbiamo le Isole Faroe, il Cile, le Seychelles, la Svizzera (che da solo vale 14 miliardi di sterline), Israele e la Palestina. I partner commerciali più importanti, Canada, Giappone, Corea del Sud e Turchia sono ancora in piena trattativa e ben al di là di essere pronti a firmare. In pratica allo stato attuale quando la Gran Bretagna lascerà l'UE il 29 marzo passerà da una condizione in cui ha 69 paesi con cui commercia con accordi più o meno favorevoli (+ i 27 dell'UE...) a soli 7. Inoltre l'UE sta approvando un accordo di libero scambio con Singapore che eliminerà quasi tutte le tariffe e aprirà i mercati dei servizi, tra cui il retail banking, le telecomunicazioni, le imprese e l'IT. Se il Regno Unito lascerà l'UE senza un accordo, perderà immediatamente i benefici dell'accordo di Singapore. Ma se l'accordo sulla Brexit sarà approvato dal parlamento, continuerà a commerciare con Singapore secondo i termini dell'accordo europeo durante il periodo di transizione. Una situazione ben strana per un paese che ha votato la Brexit accusando l'UE di avere impostato un modello economico fallimentare e che indicava il modello economico di Singapore come l'ideale da perseguire, e vederselo sfuggire in dirittura d'arrivo. https://www.theguardian.com/business/2019/feb/13/brexit-uk-trade-deals-eu https://www.theguardian.com/business/2019/feb/16/leavers-discovering-difficult-truth-trade-deals-brexit https://www.bbc.co.uk/news/uk-47213842 https://www.bbc.co.uk/news/business-47168866 Desta parecchi pensieri la trattativa che la Gran Bretagna sta conducendo con il Giappone, che al momento si è impantanata. Mentre l'UE può godere dei benefici dell'accordo di libero scambio Giappone-UE, la Gran Bretagna ne beneficerà fino a fine marzo e poi chissà. I giapponese sono abili negoziatori e hanno fatto notare che i britannici mancano di questi skills, avendo delegato per oltre 40 anni la negoziazione internazionale all'UE. Mark Rutte, il primo ministro olandese, ha evidenziato ciò che lui e gli altri amici europei della Gran Bretagna considerano una verità sgradevole. La Gran Bretagna è "un paese in declino" che è "troppo piccolo per apparire sul palcoscenico mondiale da solo", ha detto la scorsa settimana. https://www.theguardian.com/world/2019/feb/18/fox-and-hunts-japanese-fumble-is-a-sign-of-uks-weakness https://www.theguardian.com/world/2019/feb/18/japan-almost-cancelled-brexit-talks-high-handed-letter-liam-fox-jeremy-hunt Nel frattempo molte aziende britanniche stanno dislocando sul continente. Circa 250 aziende si stanno trasferendo dalla Gran Bretagna in Olanda. Paesi come Irlanda, Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo stanno cercando di attrarre aziende britanniche sul loro territorio. Molte aziende britanniche hanno sviluppato notevole tecnologia in diversi campi, IT in primis: gli head hunter di tutta Europa sono scatenati per attrarre le menti migliori in vari paesi cercando di convincere queste persone a cambiare paese. Molte aziende britanniche stanno vedendo depauperare i loro uffici delle migliori risorse che giorno dopo giorno lasciano il posto per migrare in EU. La Gran Bretagna sta disperdendo un patrimonio immenso umano, di tecnologia e di gestione aziendale che ha costruito negli ultimi decenni a favore dei paesi dell'UE che ne stanno beneficiano a costo quasi nullo. D'altra parte la Brexit non è stata indetta anche per mandare a casa gli immigrati? https://www.theguardian.com/politics/2019/feb/09/brexit-uk-companies-discuss-moving-to-netherlands Arrivano proteste anche dalla Formula 1. 7 dei 10 team di F1 sono insediati in Gran Bretagna ed impiegano personale di varie nazioni e fanno affidamento su materiali ed equipaggiamenti provenienti da diversi paesi dell'UE. Ogni rallentamento al confine e nuove tasse rovineranno l'industria della F1 in Gran Bretagna. https://www.theguardian.com/sport/2019/feb/18/toto-wolff-no-deal-brexit-nightmare-f1-teams-uk Le industrie britanniche dell'aerospazio sono preoccupate, perché la Brexit imporrà costi aggiuntivi non facili da sopportare. L'impatto su alcuni beni varrà fino al 38% del valore del prezzo di vendita. Airbus ha avvisato che uno scenario No Deal significherà un extra costo di 875 milioni di sterline a settimana, costo assolutamente insostenibile. Il settore difesa e aerospazio impiega in UK 260000 persone, business che però sarà minacciato in caso di No Deal. https://www.theguardian.com/politics/2019/feb/18/what-are-brexit-contingency-plans-for-aerospace-and-defence
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