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Nord Corea [Discussione Ufficiale]
Runaway ha risposto a mats88 nella discussione Discussioni a tema
Nell'articolo di parla di "transfer", ossia, se non mi sbaglio, la Russia sta per passare suoi asset aeronautici di prima linea dalla propria forza aerea a quella Nord-Coreana. -
Aggiungiamo che Putin ha fatto dire dal suo passacarte in Europa, Orban, che ci potrebbe essere una piccola tregua per Natale. Così, tanto per avere il tempo di ripristinare i magazzini e farsi mandare un po' di munizioni Nord Coreane. Ma Orban dice che Zelensky ha "rifiutato la tregua".
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F-16 Fighting Falcon - discussione ufficiale
Runaway ha risposto a Dark Angel nella discussione Caccia
Tra kit di upgrade e manutenzione dell'F16 il governo Ucraino si appresta a fare spese negli USA per 266 milioni di dollari e rotti. Si tratta certo di un investimento utile e necessario. Ma forse è anche una campagna di captatio benevolentiae verso l'amministrazione entrante e i lobbyisti dell'industria della difesa. https://aresdifesa.it/supporto-per-gli-f-16-ucraini/ -
Forse Russi e Iraniani non sono troppo dispiaciuti di tutta quella distruzione di materiale bellico che Israele sta compiendo... Sperano che nessuno andrà a chiedergli di togliere gentilmente il disturbo, mancando di validi mezzi di persuasione. Nel caso che Russi e Iraniani decidano di restare, naturalmente... Per ora stanno ancora lì.
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O anche sparare senza mirare a niente. Lo show of force per intimidire l'avversario è una pratica ben codificata, e il cannone dell'F-35 è il modo più economico per farlo. Anche se "economico" non è la parola giusta per il PGU-48/B, che è la munizione scelta dall'US Air Force per l'F-35, e che costa 131 dollari a colpo... E' una via di mezzo tra un penetratore cinetico e un proiettile a frammentazione.
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L'US Air Force ordina a BAE System e SAAB nuovi radar per la protezione delle basi in Europa. Sono gli AESA Giraffe4A... https://aresdifesa.it/radar-giraffe-4a-per-lusaf-in-europa/ In tempi recenti ho cominciato a chiedermi se gli USA non potrebbero essere tentati di sostituire la NATO con una serie di accordi bilaterali in Europa con i singoli paesi. Si tengono Ramstein, si tengono Sigonella, si tengono Redzikowo... così la loro capcità di proiezione è conservata. Ma intanto si liberano degli obblighi dell'articolo 5 e mettono l'Europa in uno stato di maggiore dipendenza in quanto più debole e divisa. Non che questo faccia parte della visione strategica degli USA come noi la conosciamo, intendiamoci... credo che al Pentagono una simile idea sarebbe aborrita. Ma siamo in tempi di rapidi cambiamenti e Trump si permette espressioni che mai nessun presidente USA si era permesso prima di lui. Si direbbe che gli alleati lui li disprezza.
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B-21 Raider - Discussione Ufficiale
una discussione ha risposto a Runaway in Bombardieri & Attacco al suolo
I B52 che bombardarono l'Afghanistan partivano dal Qatar. Ora Austin dice che il B21 è il bombardiere con più lungo raggio operativo mai esistito, e che non ha bisogno di "essere in teatro". Significa che può fare sortite in Cina partendo dagli USA? https://www.airandspaceforces.com/article/b-21-shape-of-the-future/ -
Non sono riuscito a entrare nella pagina di FlightRadar24 dedicata all'argomento dove c'era anche il radar plotting, credo che sia a pagamento. Cito dalla BBC la ricostruzione fatta da FlighRadar24 e Reuters.
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L'orientamento autonomo del velivolo non è "pericolosissimo" perché il pilota non perde mai il controllo. E questi aggiustamenti sono più che altro della stabilizzazioni, non impongono al velivolo vertiginose cabrate o virate. In circostanze tattiche con modalità assistite come l'auto acquisition mode il joystick segnala con resistenze asimmetriche la perdita di allineamento col bersaglio. Anche nelle manovre tattiche dell'autopilot il pilota può interrompere all'istante una virata evasiva premendo un pulsante del joystick. E comunque l'autopilot è capace di inseguimento automatico di un bersaglio, che non è un concetto molto diverso. Inoltre nell'F16 il sistema di targeting dell'AIM-9 Sidewinder e dell'AIM120 AMRAM comprende compensazioni automatiche della rotta da parte del computer al momento del lancio.
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Condivido qualche riflessione un po' più a freddo che ho fatto su Al Jolani ********** La figura di Al Jolani, nuovo leader siriano, emerge come un enigma che l'Occidente non può permettersi di ignorare. La sua ascesa non è solo un fatto politico, ma un invito a riflettere su come si intrecciano ideologia, fede e potere in una regione costantemente attraversata da tensioni. Eppure, è proprio qui che commettiamo spesso il nostro errore più grave: sottovalutare la diversità profonda di visioni del mondo. Nel 1995 il politologo USA Benjamin Barber scrisse un libro dal titolo "Guerra Santa contro MacMondo" in cui esprimeva la sua frustrazione sulla ostinazione di noi occidentali nel rifiutarci di guardare attraverso gli ochi di coloro che sbrigativemente etichettavamo come Jihadisti, e in cui non volevamo vedere una visione del mondo irriducibile alla nostra. Al Jolani non è un leader come quelli a cui siamo abituati. La sua visione del mondo è profondamente radicata nella tradizione coranica e in un'interpretazione fondamentalista della fede islamica. Questo non significa che sia un uomo necessariamente violento o crudele — la sua strategia e le sue azioni politiche recenti lo dimostrano — ma è essenziale riconoscere che il suo pensiero segue logiche lontane da quelle occidentali. Per noi occidentali, abituati a pensare in termini di razionalismo secolare e democrazia liberale, il quadro mentale di un leader come Al Jolani può apparire imperscrutabile. La sua visione del mondo non contempla la separazione tra sfera religiosa e politica (tema su cui insisteva l'esperto di medio Oriente Bernard Lewis nel suo libro "Il linguaggio politico dell'Islam") , che è invece uno dei pilastri della modernità occidentale. Al Jolani vede la società attraverso il prisma di un ordine divino, dove la legge islamica è non solo norma giuridica, ma anche fondamento etico e sociale. Ignorare questa differenza significa cadere nella trappola di un provincialismo intellettuale che non possiamo più permetterci. Ma cosa significa tutto questo in termini pratici? Significa che la prudenza deve guidare ogni nostro passo. Non è sufficiente etichettare Al Jolani come un jihadista, un termine spesso svuotato di significato e usato come una comoda scorciatoia per demonizzare. Bisogna invece comprendere che la sua agenda, pur essendo modellata da un'ideologia religiosa, non è necessariamente sinonimo di terrorismo o fanatismo indiscriminato. Tuttavia, questa agenda è per noi imprevedibile proprio perché sfugge alle categorie con cui siamo abituati a interpretare il mondo. E naturalmente c'è il tema del legame con la Turchia, e il neo-ottomanesimo di Erdogan, che è un'agenda apertamente espansionista e tutt'altro che coincidente (pur sotto la patina della comune appartenenza alla NATO) con la nostra visione di un Medio Oriente ideale. Il rischio più grande, comunque, non è Al Jolani in sé, ma la nostra incapacità di affrontare la complessità che rappresenta. La prudenza non deve tradursi in immobilismo o paranoia, ma in uno sforzo sincero di comprendere e anticipare le mosse di un leader il cui orizzonte valoriale non è il nostro. Al Jolani non pensa come noi, e questo semplice fatto è già una sfida strategica. L'Occidente, se vuole evitare nuovi errori in Medio Oriente, deve accettare che non tutto il mondo ragiona secondo i suoi parametri. Solo così potremo evitare di sottovalutare — o peggio, fraintendere — un leader che, nel bene o nel male, sarà una delle figure chiave del futuro della Siria.
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Tra HMS del pilota che segue il bersaglio, sensori radar e flir che ne tracciano il movimento, l'aereo intero si allinea da sé sul bersaglio per permettere il puntamento del cannone. Si tratta comunque di aggiustamenti minimi. Naturalmente c'è anche un calcolatore balistico per scegliere la traiettoria ottimale.
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Per la verità i miei post sul Mako dipendono interamente dal fatto che questo thread è dedicato alle armi ipersoniche. Prendo atto che Northrop Grumman adesso si sbilanci a dire che il SiAW ha una velocità di quattro Mach, cioè il doppio delle piattaforme di cui rappresenta un'evoluzione. Ma la soglia della velocità ipersonica è cinque Mach, e il Mako sembra avere questa capacità. I sistemi ipersonici poi hanno capacità di manovra diversiva e variabilità di quota operativa, e su questi requisiti a proposito del SiAW le fonti autorizzate sono un po' evasive.
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Però il discorso riguardava le armi ipersoniche. Il SIAW appartiene a una classe di missili che vanno attorno a Mach 2. Il Mako va a Mach 5. E in quanto missile aria-superficie se LM non lo vende a USAF a chi lo vende? Forse non se ne fa niente, ma l'idea è quella. E' anche un missile piccoletto, oltre ai due nella baia ne può portare altri quattro sui piloni subalari.
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Sto guardando la diretta sul canale di Parabellum. Il generale Capitini ha detto che nel 2011 stava in Libia, e lui in questo momento sta vedendo in Siria la riedizione dello stesso scenario dei giorni della morte di Gheddafi. Tutti contenti tutti tranquilli, tutti pieni di speranza, ma poi le cose non sono andate bene...
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Firmammo il TNP quando gli USA ci dissero che ci dovevamo far bastare l'ombrello USA, e a quei tempi a Salto di Quirra si sperimentava il missile Alfa. Proprio oggi c'è la notizia che durante l'amministrazione Trump gli USA potrebbero uscire dalla NATO. Parole di Trump all'ABC...
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In Alpha Scramble la distanza è di poche decine di metri (direi anche solo una ventina), e deve permettere il contatto visivo addirittura tra pilota e pilota per eventuale scambio di segnali. I russi sono noti per le loro provocazioni e le loro manovre intimidatorie, che attuarono in diverse occasioni prima di ritirarsi dall'accordo Open Skies. E per quanto un missile a corto raggio sia capace di manovra non può colpire un bersaglio fuori dall'envelope.
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Qui c'è un articolo abbastanza recente che spiega le ragioni della presenza del cannone sull'F-35. Si ritorna alla storia delle difficoltà che gli F-4s incontrarono in Vietnam con i Mig-21. Non dico che non sia così, ma per me la vera ragione è un'altra. L'F-35 è abbondantemente usato in Europa per il programma di Air Policing della Nato, e in questo tipo di missioni la possibilità di entrare in contatto visivo con un aereo avversario sono alte. E durante uno scramble si arriva a distanze che sono troppo corte persino per i missili a corto raggio. E' meglio avercelo un cannone. https://nationalinterest.org/blog/buzz/why-does-f-35-have-machine-gun-213909
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Lo stile diplomatico di Kaya Kallas è proprio lo stesso, preciso, identico sputato di Antonio Tajani... https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/12/08/damasco-in-mano-ai-ribelli-il-futuro-e-nostro.-caccia-agli-uomini-del-regime_4fde72d2-8de7-4405-a5d5-7b921994c251.html
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Altro che ICBM sarebbe il Vega se venisse militarizzato...
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I don't need ammunition, I need a ride....
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Nei voti e nelle speranze di Lockheed Martin l'USAF dovrebbe prendere il MAKO per la baia dell'F-35 e dell'F-22. Ma anche in questo caso a me risulta che ci sono ancora parecchi problemi da risolvere. Per questo trovo un po' sorprendente che l'US Navy stia già installando i lanciatori per gli ipersonici, e dopo che il programma originario per le munizioni da 155mm delle Zumwalt è andato a farsi benedire. E' proprio un altro universo finanziario rispetto a quello a cui siamo abituati noi... Missile MAKO
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Marina Militare Italiana - Discussione Ufficiale
Runaway ha risposto a FedeKW11 nella discussione Marina Militare
Bella foto del Trieste circolata nel contesto della cerimonia di consegna di oggi alla presenza del Presidente della Repubblica. -
Se capisco bene dovrebbe essere la versione navale di questa roba qui: E' la testata che si separa dal resto del missile, e funziona come una gliding bomb ipersonica. Non è chiaro se si sia andati oltre il livello del prototipo. Immagino che se stanno mettendo altri soldi sulle Zumwalt il missile sia pronto.
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Se il Podlet-1k è stato progettato per essere integrato ai sistemi S300 e S400 probailmente quello catturato era gestito dai russi. Le forze armate siriane non hanno S400, e una piccola consegna di S300 nel 2022 fu successivamente revocata.
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Ci vuole pazienza, non si può imparare che dall'esperienza. La lotta contro le troll farm non è persa in partenza: l'UE sembra consapevole del problema, le piattaforme online che operano in Europa devono assumersi la responsabilità della disinformazione che attraverso essa viene promossa. In futuro dovranno essere più trasparenti sugli algoritmi che usano, così che tutti possano vedere se stanno facendo abbastanza contro l'abuso del sistema. Il concetto di "net neutrality" si è rivelato essere un grosso cavallo di tro*a contro la qualità e la trasparenza del dibattito politico. Occorrono regole. Un grosso aiuto può venire dai big data e dall'intelligenza artificiale, e l'UE sta investendo anche in questo. Il fact-checking deve diventare una modalità sempre più comune del sistema dei media, anche se qui, naturalmente, è più difficile dare delle regole. La domanda è se le democrazie si rendono contro di essere sotto attacco, e che è necessario reagire con strategie nuove a minacce nuove. L'Italia purtroppo non pare tra i paesi che aspirano a guidare la controffensiva.