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Reputazione Forum
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Come macchina di difesa, risponderei che il Tifone gli e' superiore, non fosse altro che e' stato concepito innanzitutto come caccia (il Tifone, intendo). L'EF2000, inoltre, ha dimostrato di avere un'affidabilita' eccezionale ogni volta che e' stato impiegato, di essere, cioè, una piattaforma eccellente cui poter chiedere ancora molto, anche in ruoli di attacco/interdizione (come intendono fare i Tedeschi, che non mi pare siano stupidi). L'F35, al contrario, ha ancora così tanti e così gravi problemi da risolvere, che persino i militari dell'USAF (almeno qualcuno) sono stati sorpresi a "sparare" giudizi tutt'altro che lusinghieri nei suoi confronti. Pare che la Boeing, approfittando di questo massacro, stia intervenendo sui suoi "Super Hornet" per renderli ancora più longevi e appetibili. E, questo, non mi sembra un buon segno per il Lightening II. Ma quello che e' davvero importante, secondo me, e' l'aspetto tecnologico, industriale e politico, come dicevo sopra. Infine, per tutelare gli interessi di una media Potenza come l'Italia e, per dire, coprire nostre Forze di mare e di terra proiettate, per esempio, nel nord Africa o nei Balcani, non sono sufficienti Tifone, Tornado e AMX (col tempo questi due sostituiti coi Tifone) in numero sufficiente, ben condotti e in piena efficienza? C'e' davvero la possibilità di rimpiangere i nostri F35 non acquistati perchè dovremo bombardare Mosca o Pechino? se anche fosse, la mancanza di 90 F35 da utilizzare come bombardieri temo sarebbe un problema non così prioritario.
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E' vero che gli Americani hanno investito tanto, ma non mi sembra che abbiano molte alternative. Sull'efficacia del'F35, come forse voleva intendere vorthex, la risposta temo sia difficilissima, visto le variabili da considerare. L'articolo de "Il Fatto Quotidiano" sopra riportato, al di la' della imprecisioni tecniche, mi sembra che riassuma ottimamente lo stato della vicenda, almeno per quello che concerne il nostro Paese. Le valutazioni devono essere innanzitutto politiche ed economiche, alla luce della tutela degli interessi nazionali che anche le FF.AA sono chiamate a soddisfare. Purtroppo, allo stato attuale delle cose, tali interessi non sono tutelati. Non lo sono economicamente, industrialmente, tecnologicamente e anche sotto il profilo della politica del lavoro. Anzi, il programma in questione sottrae fondamentali risorse ad altri progetti più paganti (uno su tutti, appunto, il Typhoon). Quindi, pur con tutti i distinguo del caso, ti risponderei che il programma F35, allo stato attuale, per il nostro Paese, non solo non e' efficace, ma e' addirittura dannoso.
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Da "Il Fatto Quotidiano" del 21/06/2013 Alla vigilia del tanto atteso dibattito parlamentare sugli F-35, il ministro della Difesa Mario Maurorilancia l’ipotesi di acquistarne addirittura 131 invece dei 90 decisi dal suo predecessore Di Paola, nella speranza di far passare come rinuncia la quota già decisa. Come quei venditori di tappeti che provano a fregarti alzando il prezzo per poi farti lo sconto così da vendere a prezzo pieno. Ma di quei costosissimi 90 tappeti volanti l’Italia non ha alcun bisogno. Vediamo perché, attenendoci ai fatti e considerando le possibili alternative. Il mantra ossessivamente ripetuto dalla Difesa è che gli aerei da guerra in servizio sono ormai decrepiti e l’unico sostituto possibile è l’F-35. La nostra forza aerea attuale non solo basta e avanza a difendere lo spazio aereo nazionale (tanto che ci permettiamo addirittura il lusso di difendere pure i cieli di Albania, Slovenia e Islanda), ma consente anche di cimentarsi, in spregio all’articolo 11 della Costituzione, in campagne estere di bombardamento (basta pensare alla partecipazione della nostra aeronautica alla campagna di Libia del 2011, definita dal generale Bernardis “un contributo di prim’ordine, l’impegno più imponente dopo il secondo conflitto mondiale”). Queste invidiabili performance sono garantite da una flotta operativa ad oggi composta da 128 aerei da attacco (non 250 come continua a ripetere la Difesa) e 48 da difesa (i nuovissimi caccia Eurofighter Typhoon). I velivoli da attacco che si vuol sostituire con gli F-35 sono tutt’altro che rottami da buttare: i 58 Tornado aggiornati negli ultimi anni sono perfettamente operativi almeno fino al 2025/2030, gliHarrier fino al 2027/2030 (lo dice il comando dei Marines americani, certo non poco esigente) e gliAmx, se ammodernati come quelli che Alenia ha venduto al Brasile, potrebbero rimanere in servizio addirittura fino al 2032. Ma soprattutto – questo è il vero scandalo della questione – gli Eurofighter possono facilmente essere modificati in chiave multiruolo, diventando quindi utilizzabili anche come aerei da attacco al pari degli F-35 (salvo per l’invisibilità ai radar, che secondo gli esperti è una caratteristica inutile vista l’evoluzione dei sistemi di rilevamento): lo stanno facendo i tedeschi, che così possono fare a meno degli F-35, e gli inglesi, che hanno usato gli Eurofighter per bombardare la Libia. Scegliere di agganciarsi al programma di Berlino e puntare tutto sull’Eurofighter consentirebbe di risparmiare miliardi di euro. Come spiega in una recente intervista l’ex pilota ed ingegnere aeronautico di Alenia, Armando Armando, “avere una sola linea di velivoli da combattimento sarebbe un grandissimo risparmio nei costi di esercizio contro i costi esorbitanti che si avrebbero per mantenere la linea F-35. Il sistema Eurofighter ormai non ha più rischi tecnici e sarebbe garantita un’altissima efficienza di linea, contro il rischio di avere gli F-35 perennemente fermi per manutenzione, aggiornamento e incognite tecniche, oltre che per motivi di costi”. Un incremento di costi esorbitante e inevitabile a causa dell’assurdo sistema della ‘concurrency’ (consegna di velivoli non ancora testati), criticato l’anno scorso anche dall’allora capo del progetto americano F-35, il viceammiraglio David Venlet: “La concurrency ci costringe a consegnare questo nuovo jet con l’impegno di rimandarcelo indietro dopo un anno per apportare modifiche strutturali senza le quali l’aereo volerebbe solo per altri 3-5 anni”. Ma soprattutto, l’alternativa Eurofighter – rara concretizzazione della tanto auspicata integrazione europea della difesa – rappresenterebbe una scelta politica di indipendenza nazionale ed europea rispetto agli Stati Uniti, quando invece con gli F-35, come più volte ricordato dall’esperto militareGianandrea Gaiani, “saremo totalmente nelle mani di Washington perché acquisiremo sì alcune tecnologie, ma non l’hardware: il sistema computerizzato dell’aereo, il suo cuore elettronico, è accessibile esclusivamente agli statunitensi” e senza quello, semplicemente non funziona. Se quindi un giorno dovessimo usare questi aerei per operazioni sgradite agli Usa, a Washington basterebbe schiacciare un bottone per spegnere i nostri F-35. Concorda il già citato ingegner Armando, exAlenia: “Il controllo delle informazioni tecnico-operative segrete, necessarie all’impiego del sistema d’arma e al controllo della logistica, rimarrebbero prerogativa degli Usa: appare evidente il rischio di un forte quanto inammissibile condizionamento delle nostre scelte politico-strategiche”. E la Difesa italiana che fa? Decide di ridurre il numero di Eurofighter già ordinati e in servizio per far spazio al cacciabombardiere americano. Nel luglio 2010 l’allora ministro Ignazio La Russa cancellò l’ordine dell’ultima tranche di velivoli riducendo il programma Eurofighter da 121 a 96 aerei, dicendo che così si sarebbero risparmiati due miliardi. Ora la Difesa annuncia un’ulteriore riduzione a 72 caccia, derivante dal progetto di svendita – ancora non concretizzato – di 24 aerei già acquistati, che si vuole cedere alla Romania o ad altri nuovi membri Nato con la scusa che sono vecchi: stiamo parlando di aerei nuovissimi, entrati in servizio nel 2004. Conseguentemente, l’Italia decide di chiamarsi fuori dai progetti di sviluppo dell’Eurofighter Typhoon, una scelta criticata anche dagli esperi militari della rivista specializzata americana Defense News: “Nazioni come l’Italia hanno optato per l’F-35 come aereo da attacco, indebolendo i progetti per lo sviluppo di un Typhoon multiruolo”. Progetti, questi sì, che favorirebbero lo sviluppo tecnologico dell’industria italiana in quanto partner del consorzio Eurofighter e non semplice sub-fornitrice come lo è nel programma F-35, dal quale le nostre aziende non trarranno alcun beneficio in termini di ricaduta tecnologica: l’assemblaggio e la manutenzione che verranno svolte a Cameri, ha dichiarato ad Analisi Difesa l’ingegner Cesare Gianni, ex direttore responsabile dei velivoli militari di Alenia, sono “attività di mera esecuzione di processi e specifiche predeterminate, senza conferimento di valore aggiunto e senza la possibilità di ricavarne alcun vero know how, del resto fortemente protetto. Che la scelta F-35 favorisca l’industria italiana, per la quale il caccia americano rappresenterebbe un’occasione irrinunciabile, è un’affermazione che non si può assolutamente accettare e che va contestata con determinazione” poiché, al contrario, questa scelta avrà “conseguenze penalizzanti per l’industria”. Falsa anche la propaganda sui ricavi economici e le ricadute occupazionali. “L’Italia spende 11,8 miliardi di euro e ne ricaverà 15 miliardi, quindi ci guadagniamo 3,2 miliardi”, sentenziava giorni fa il ministro della Difesa con assoluta certezza. Peccato che secondo le stime fatte dagli stessi vertici di Finmeccanica – sempre molto ottimistiche e del tutto ipotetiche – il ricavo non supererà i 10 miliardi da qui fino al 2050, periodo nel quale gli F-35 ci saranno costati in tutto almeno cinque volte tanto. Un affare. Poi c’è il mito, di berlusconiana memoria, dei “diecimila posti di lavoro” che secondo la Difesa gli F-35 creerebbero nello stabilimento di Cameri e nelle piccole e medie aziende dell’indotto. Secondo le ultime previsioni di Finmeccanica, gli addetti di Cameri saranno al massimo 2.500: tutte risorse interne in esubero per il tagli al programma Eurofighter che verranno ricollocati sul nuovo progetto, non nuovi posti di lavoro (quelli, per ora, saranno solo ottanta); inverosimile immaginare che altri 7.500 posti verranno garantiti dalle quaranta aziende dell’indotto (oggi tutte sotto i 120 dipendenti) a botte di quasi 200 assunzioni per azienda. Più realistica l’ipotesi dei sindacati consultati dalla Rete Disarmo, che prevedono una media di 200 occupati a Cameri (con picchi di 600 nelle fasi di produzione intensa) più altri 800 nell’indotto. Alla luce dell’incertezza sulle prospettive occupazionali del programma F-35, risulta ancor più incomprensibile la decisione di uscire dal programma Eurofighter con la certezza di perdere migliaia di posti di lavoro, know how industriale e indipendenza politica. E per cosa? Per dotarsi di un aereo come l’F-35 che di cui lo stesso Pentagono in un recente rapporto denuncia gli incorreggibili difetti strutturali che ne fanno un aereo nato male e nato vecchio, inferiore non solo ai suoi futuri equivalenti stranieri, ma a tutti i caccia già oggi in servizio. “Proprio ieri il Gao (la Corte dei conti statunitense, ndr) in audizione di fronte al Senato americano ha definito il programma F-35 un metodo ‘rotto’ che comporta ritardi e risultati già obsoleti al momento della realizzazione” commentaFrancesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo. “Questo ci preoccupa molto in quanto contribuenti”. “Ma a parte i costi e i problemi – conclude Vignarca – la vera domanda da porsi è: a cosa ci serviranno gli F-35? Perché la Difesa li ritiene così indispensabili? In base a quali prospettive? Sarebbe necessaria una ridiscussione globale del ‘modello di Difesa’ di questo paese, anche con alternative non armate, prima di poter certificare con assoluta sicurezza cosa sia realmente indispensabile per la vita degli italiani”.
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Sperando di non postare un post doppione, non sarebbe meglio, per il nostro Paese, cancellare l'ordine per i 90 F-35 (cosa che mi parrebbe sensata, specie alla luce di un incremento futuro di EF-2000, alla luce del ritorno occupazionale e tecnologico che, invece, il JSF non garantirebbe) o, al limite, acquistare solo i 15/18 per la MM. E anche questi ultimi, non si potrebbero sostituire con (per dirne una) MiG-29K modificati? Bisognerebbe ricostruire mezza "Nave Cavour"? Non sarebbe meglio incrementare al massimo le capacità (e il numero) dei "nostri" Tifone? non sono stealth, vero, ma, se non già oggi, non credo che quel che è "invisibile" oggi lo sarà anche domani. I nostri interessi strategici (quando li vogliamo tutelare) non hanno bisogno degli F-35, specie quando Tornado, Amx e Harrier, se ben protetti, possono durare ancora qualche anno e dire ancora la loro egregiamente (specie i Tornado). Grazie
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grazie! lo stavo giusto cercando...
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Lo posto qui, i moderatori valuteranno dove è meglio metterlo http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+...amp;pdfIndex=10 In pratica, stiamo parlando di tagli: il 7% per il 2009 ed il 40% per il 2011 Ragazzi, se è vero...beh, io non trovo le parole... Insomma, non sono nemmeno 100 giorni ed il nano mafioso di Arcore e cricca varia ha già: 1) Smantellato (o, nei fatti, questi saranno gli effetti, con buona pace dei Fede di turno) il sistema giudiziario o quel (poco) che funzionava ancora decentemente (e lo chiamano "Decreto Sicurezza"!!!) per i suoi porci comodi (ancora!! ) 2) Coperto di ridicolo il Paese con un governo di Yesmen e mignotte da calendario (i Tedeschi, con noi sempre teneri, hanno riempito per quasi una settimana i loro giornali con le tette e il culo della nostra celebre neoministra...) 3) Garantito al Vaticano esenzioni fiscali, entrate extra ed immunità giudiziarie come mai dai tempi dello Stato della Chiesa 4) Garantito l'appoggio delle nostre truppe (a questo punto, però, mi viene da chiedermi "con quali mezzi?") per la tutela di non si capisce bene quali nostri interessi ed incassato il ""vaffanc*lo, grazie" a proposito del "5+1" per le questioni iraniane 5) Annunciato provvedimenti fiscali a dir poco inutili come la cd "Robin tax" 6) Confermato nelle sue linee più demenziali una legge già demenziale come la Bossi-Fini che, per un fine degno e giusto, utilizza mezzi e procedure assurde ed inattuabili che sortiscono, in definitiva, l'effetto di tener lontani i lavoratori stranieri e spalancare le porte ai delinquenti stranieri. 7) Riaffermare la necessità (???) di opere inutili o non prioritarie (Ponte sullo Stretto) quando non dannose (TAV) e utili solo per gli amici degli amici 8) Mi fermo solo perchè è tardi Insomma, con questi figuri dovremmo affrontare le varie crisi globali e quelle di casa nostra? :unsure: Che il cielo ci aiuti!
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Anch'io credevo (ma senza alcuna cognizione di causa) che per il "balzo" verso Marte fosse sensato partire da una base lunare. Invece leggo (sorry, ma non ricordo la fonte) che, da un punto di vista economico, sarebbe addirittura una fesseria. In pratica, si tratterebbe di allestire la spedizione in orbita e da lì partire. I costi, altrimenti, sarebbero enormi (persino per un consorzio internazionale) e, in fin dei conti, sarebbe uno spreco che nessuno potrebbe permettersi. La Luna (e, pare, ancor più gli asteroidi) sono una miniera di cui presto avremo assoluto bisogno: sulla Terra non è solo il petrolio in via di esaurimento. Inoltre, se davvero le future centrali saranno a fusione, per farle funzionare mi dicono serva l'elio3, elemento molto abbondante sulla Luna e praticamente inesistente qui.
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http://it.youtube.com/watch?v=rTt457Yxb50
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PRIMO: Non sono il clone di nessuno. SECONDO: Se sono fascista, a te non l'ho mai dichiarato. Di sicuro, non ho mai fatto apologia di fascismo. Insomma, se non capisci quanto leggi, prenditela solo con te stesso. TERZO: Se c'è qualcuno che assomiglia "ai comunisti", quello sei proprio tu. Al contrario di te, io non mi sono mai accontentato di spiegazioni superficiali in salsa "arrivano i nostri". Di sicuro, sono sempre stato pronto a modificare (o cambiare) le mie idee, arricchendole di nuove conoscenze e nuove informazioni. QUARTO: Comunque sia, io non devo rendere conto ad un bamboccio cresciuto a "guerra d'eroi". Fine della lezione.
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Non basta dare risposte troppo semplicistiche. E' inutile e pericoloso, oltre che sciocco. Hitler sarebbe divenuto Cancelliere se la Germania non fosse stata umiliata e rovinata nel '18? Se gli USA non avessero strangolato economicamente il Giappone, credi che Pearl ci sarebbe stata? Non ti piace pensare alla guerra? credi che "pippo" fosse in vacanza? credi che non fosse guerra? in effetti, certe azioni sono porcate. E le porcate ci sono state da tutte le parti. Ti piaccia o meno.
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Le isterie collettive nascono quando mancano fonti e testimonianze dirette. Personalmente, non conosco il modello di aereo utilizzato da "Pippo", nè la sua funzione tattica o strategica e, ai fini di quanto ho postato, nemmeno mi interessa. Quando ti capita di rovistare tra le macerie di una casa alla ricerca di cadaveri di gente con cui hai vissuto, bene: TU puoi definirti fonte diretta. Se a te piace pensare alla guerra come ad un vecchio film western dove i cattivi sono solo da una parte, questo è un problema tuo.
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A proposito di sollecitazioni strutturali, vado un momento OT per ricordare un piccolo aneddoto letto non ricordo più dove. Per quanto più moderno e migliore del Bf109, l' FW190 non incontrava il favore di tutti i piloti della Luftwaffe (Hartmann, per esempio, preferì sempre il Messerschmitt al gioiello dell'ing. Tank). Qualcuno, all'inizio, sospettava che non fosse neppure più robusto del me109. Per provare che i colleghi che denigravano il Focke Wulf avevano torto, un pilota Luftwaffe (già pilota Lufthansa, e per questo, ancora più incredibile nell'incoscienza...) portò il suo "190" alla massima altitudine consentita e, a tutta manetta, cominciò una pazzesca picchiata verso il suolo. Secondo quanto riportava il testo, se, quel giorno, non si arrivò a Mach 1 fu solo perchè l'elica, a quella velocità, opponeva un eccessivo freno aerodinamico!! Comunque, richiamatolo con un certo sforzo all'ultimo momento per evitare lo schianto col suolo, il pilota raccontò che mai avrebbe pensato che un aereo potesse gemere e scricchiolare tanto. Ma, comunque, vinse la pazzesca scommessa: una volta atterrato, insieme ai commilitoni esaminò l'aereo e tutti rimasero piuttosto stupiti nel constatare che non mancava nemmeno un bullone...
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Mah, non saprei... Ricordo un commento sulla struttura trapezoidale delle ali dello "Zero" (la versione A6M5, ad essere precisi) dove si parlava di "robustezza a tutta prova". In compenso, so che erano i Tedeschi sul Me-109 ad essere sempre sul chi vive per il problema di cui parli...
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Sul "kikka", si trattava di un caccia-bombardiere e, nonostante la somiglianza con il Me-262, era un prodotto nipponico quasi del tutto originale. Il ki-61 fu un caccia eccellente (diede origine al ki-100, da molti considerato il migliore insieme al ki-84), ma i Giapponesi ebbero sempre gravi noie al motore, un DB-601 costruito su licenza. Qualcuno ha parlato di una copia evoluta del He-112. In generale, come detto sopra, gli aerei giapponesi (specie all'inizio del conflitto) erano aerei molto agili, ben costruiti e aeronauticamente robustissimi, ma estremamente fragili (cioè pessimi incassatori) e, spesso, poco armati (il ki-43, per esempio, era armato con solo 2 mitragliatrici da 7,7 mm!)
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Vorrei solo puntualizzare una cosa. Si parla di Pippo, mi pare, come di un nemico, ma, fondamentalmente, simpatico rompiscatole. Sono, per metà, veneto (zona di Caorle, più o meno...) e in famiglia mi è capitato di sentire parlare di "Pippo" e delle sue imprese. E ne ho sentito parlare sempre con un certo livore, sicuramente mai con (diciamo così) rispetto. Questo perchè il soggetto in questione prendeva di mira tutto quello che gli capitava, facendo il tiro a segno non rischiando nulla anche perchè gli obiettivi erano quasi sempre case di contadini. Una famiglia di quasi 20 persone, per esempio, fu interamente massacrata. Donne e bambini compresi.