Sì, vero. Ma il dato significativo non è tanto che abbia fatto quelle dichiarazioni ma che quelle dichiarazioni fossero totalmente opposte a quanto lo stesso Stoltenberg ha detto fino a dieci minuti prima. Quindi, o Stoltenberg è un irresponsabile che non si rende conto di ciò che dice, oppure ci sono ragioni a monte di tali esternazioni.
E comunque, il dato che mi preoccupa di più in prospettiva è la diatriba fra Biden e il Congresso: le elezioni presidenziali si avvicinano, ed è ovvio che sia i repubblicani che i democratici comincino a prendere posizioni sui vari temi su cui si confronteranno le rispettive propagande. Tutto sta a capire quanto possa essere rilevante il tema ucraino in questo contesto: se, a torto o a ragione, gli analisti dei due rispettivi staff dovessero arrivare alla conclusione che l'esito della vicenda ucraina sia rilevante e spendibile dal punto di vista dell'acquisizione del consenso, entrambi cercheranno di volgere la situazione a proprio vantaggio; stante il dato oggettivo che dal punto di vista militare il conflitto in Ucraina è sempre più una guerra fra poveri e che almeno per i prossimi mesi appare destinata a rimanere in stallo, un ostruzionismo repubblicano tale da ridurre il supporto economico e militare all'Ucraina a livelli di mera sostenibilità difensiva sarebbe conveniente, oltre che per l'ala repubblicana trumpista-putiniana, anche per i democratici, a cui non si potrebbe evidentemente assegnare la colpa di non aver aiutato l'Ucraina a "vincere", in quanto potrebbero sempre dire agli elettori "non ce lo ha permesso il Congresso a maggioranza repubblicana, prendetevela con loro".
Alla fine, in effetti, la speranza è che ad averci visto giusto siano i CdA delle aziende interessate a fare business in Ucraina.