Questa secondo me rappresenta la più grande sconfitta strategica non solo per l'operazione speciale, ma anche per tutto l'ambaradan scatenato da Putin nel 2014.
Con buona pace della scusa per le invasioni rappresentata dalla necessità di difendere le popolazioni russofile del Donbass (delle quali a Putin non fregava niente, malgrado le dichiarazioni di un ex premier italiano recentemente scomparso e di altri umanitaristi a senso unico) era la Crimea e la sua sicurezza la vera preda irrinunciabile.
Ora, IMO, la Crimea per la marina russa è praticamente inutile, anzi un fardello se non un incubo, e così resterà fintanto che la NATO continuerà a fornire all'Ucraina ISR di livello superiore. Anche al di la della disponibilità occidentale a fornire missili a lunga gittata, gli Ucraini stanno sviluppando le loro armi stand-off.
Svaniti anche i sogni di prendersi Odessa e di instaurare a Kiev un regime fantoccio e filorusso, si evidenzia anche l'latro enorme fallimento strategico russo: l'entrata di Finlandia e Svezia nella NATO, altro che il ritiro delle truppe USA dalle regioni ex PDV, che Putin aveva richiesto nella sua bizzarra missiva diretta a Biden, tra le condizioni per non invadere l'Ucraina nel 2022.