E' interessante osservare che alcune delle osservazioni fatte dal Col. Stirpe sono assimilabili - fatta ovviamente salva la differente prospettiva - alle posizioni espresse da Alessandro Orsini in questa trasmissione anche se poi le conclusioni a cui giungono i due oratori sono diametralmente opposte: uno ritiene che prevarrà l'Ucraina e l'altro pensa che vincerà la Russia.
E' degna di nota, in particolare, la diversa interpretazione della compattezza occidentale nell'affrontare la crisi ucraina: se per Stirpe ciò è dovuto a una unanimità di visione basata su una ferrea logica politica, per Orsini le istituzioni europee sono semplicemente "serve" di Washington e si limitano ad andare al traino dei diktat di oltre Atlantico.
Ma per tornare alle cose serie (non me ne voglia il novello Churchill intervenuto a Carta Bianca), Stirpe prefigura il rischio del progressivo sgretolamento della suddetta compattezza politica europea qualora la guerra dovesse durare ancora a lungo (e questo può essere in effetti un problema, tant'è che Mosca punta molto su questa carta) e pone alcuni interrogativi sulla capacità dell'industria occidentale di ripristinare in tempi adeguati le scorte di materiali inviati al fronte ucraino. In effetti, soprattutto quando parliamo di sistemi per loro natura complessi come per esempio i mezzi corazzati, non è mai un solo soggetto industriale che li produce ma la loro fabbricazione è il risultato dell'azione di una filiera fatta di fornitori e subfornitori che non è affatto semplice portare contemporaneamente ai ritmi produttivi richiesti dalle nuove esigenze.
Basti pensare alle difficoltà avute da tutto il comparto produttivo del mondo globalizzato a causa della pandemia da Covid.