PUC mette tutti quegli uomini sul piatto perchè sa di aver fatto una grossa fesseria e che nei prossimi anni dovrà compensare coi numeri ciò che ha dilapidato in qualità e mezzi, ma non necessariamente questo va letto in ottica aggressiva nei confronti della NATO: nel medio termine forse va più inserito in un quadro di autoisolamento e paranoia verso cui PUC sta riportando il suo paese per consolidare il suo altrimenti traballante potere.
Sicuramente il farabutto vorrà portare a termine la sua opera in Ucraina e quindi qualunque pace o armistizio con la Russia avrà il valore che la minaccia di ulteriori mazzate potrà dargli e non certo quello del pezzo di carta in se, che abbiamo visto contare come carta igienica usata quando parliamo di PUC...
L'Europa e l'Occidente tutto hanno un'impostazione sociale, culturale ed economica che PUC non comprende né condivide. Aiutare l'Ucraina significa difendere i nostri stessi interessi e il nostro mondo e ciascuno in quel mondo ci può mettere tutto, anche i nostri valori fondanti. Non ci trovo nulla di male ad affermarlo.
Francamente comprendo e, al di là delle critiche, rispetto anche la ritrosia e la prudenza della Germania, probabilmente l'unico paese che ha fatto seriamente i conti col suo pesante passato e il cui popolo sa cosa è successo l'ultima volta che i suoi panzer sono finiti da quelle parti e non me la sento di ridurle a solo frutto di un mero calcolo di convenienza economica. Dietro c'è tutto, anche quel pesante passato.
Faremo quello che dovremo e potremo fare: metterci i nostri uomini penso proprio di no: si può far tanto prima di arrivare a quello, mentre PUC può fare ancora poco che non abbia già fatto, ma la linea rossa lui la conosce...
Comprendo anche la posizione ucraina di volersi riprendere tutto il maltolto, ma so anche che il pragmatismo si può nascondere nelle pieghe di certi discorsi della sua dirigenza politica e militare. Gli ucraini sono i primi a sapere che un paese marcio come la Russia, dopo anni di ingerenza e occupazione, può aver trasformato Crimea e Donbass in un cancro che non è forse il caso di portarsi dentro...
Quando ci si siederà al tavolo, a meno che qualcuno non prevalga in modo schiacciante (cosa difficile, ma non c'è la sfera di cristallo per assicuralrlo...) ciascuno chiederà più di quello che può avere, per poi ottenere ciò che razionalmente sarà possibile avere. Insomma non è detto che dovremo essere noi a convincerli...
In quel caso la Russia è meglio che si faccia bastare quel cavolo di ponte, prima che qualche ATACMS o F-16 lo riempia di buchi... Ma qui stiamo decisamente correndo troppo, verso scenari che è difficile immaginare e di cui è facile solo ammetterne l'incosistenza e la precarietà.
Tornando suI campo, i missili di oggi sono un po' di più di una trentina, ma se (se) vogliamo dar credito agli ucraini, che dichiarano un tasso di abbattimenti superiore all'80%, a lanciarne pochi si ottiene che le difese aeree non si riescono a saturare e i missili finiscono male...
Evidentemente per PUC era indispensabile dare una risposta all'invio di carri occidentali, come se per l'ennesima volta, a guidare le modalità e le tempistiche delle azioni militari russe non fossero le esigenze tattiche ma quelle mafios...ehmm politiche.