Riguardo l'osservazione che nella citazione ho evidenziato, direi che questo è un dato di fatto e non ci possono essere dubbi. Sappiamo tutti che senza il supporto occidentale l'Ucraina sarebbe già stata militarmente sconfitta (poi naturalmente un conto è la vittoria sul campo e un conto è la capacità di tenere e mantenere stabilmente sotto controllo il territorio conquistato - vedi Irak e Afghanistan... ma questo è un altro discorso).
Comunque, è opinione comune di tutti gli analisti (salvo quelli che hanno studiato geopolitica su Topolino) che uno degli elementi fondamentali della strategia russa consista proprio nel cercare di spezzare il legame fra Ucraina e Occidente. E questo, considerando quali fossero le ottimistiche intenzioni e gli obiettivi politici sbandierati dal Cremlino all'inizio dell'invasione, deve essere già considerata a tutti gli effetti una sconfitta russa clamorosa e senza scusanti. Ne deriva che quello che i russi stanno facendo da diversi mesi a questa parte non fa certamente parte del progetto iniziale ma è semplicemente il tentativo di porre rimedio al disastro di cui sopra.
Anche questo è un dato di fatto.
Quello su cui oggi si può certamente discutere è quanto "disperato" debba essere considerato tale tentativo, nel senso di interrogarsi su quali realistiche possibilità di successo possa avere.
Il problema è che per noi, semplici osservatori esterni, al momento esiste la difficoltà virtualmente insormontabile di non conoscere quali siano gli ATTUALI obiettivi strategici (cioè politici) di Mosca, ovvero se essi si sono rimodulati rispetto a quelli iniziali, poiché solo avendone un'idea ragionevolmente attendibile potremmo avanzare ipotesi razionalmente altrettanto plausibili.
Ma noi NON siamo nella testa del caro zio Vladimir, quindi l'unica cosa che possiamo fare è limitarci a basarci solo su quanto di attendibile ci perviene dal fronte ucraino e dalle rispettive retrovie. In questo contesto, mi sembra del tutto illogico considerare paragonabili motivazioni e preparazione dei due eserciti.
Gli ucraini, in quanto soggetto aggredito, hanno la motivazione di difendere la loro terra, il loro popolo e il loro futuro. I russi assolutamente no, poiché gli unici combattenti che nelle loro file possono sentirsi "difensori della patria" sono i miliziani del Donbass.
Gli ucraini godono dell'addestramento allestito sia in patria e sia all'estero con il pieno supporto dell'Occidente e delle sue risorse finanziarie, materiali e organizzative.
I russi non hanno alcun supporto estero, devono fare tutto in casa, e poiché il PIL russo non è nemmeno minimamente paragonabile come capacità di finanziare tale operazione rispetto alle risorse che l'Occidente ha messo finora e continua a mettere in campo, la netta sproporzione è evidente... e torniamo al punto in cui si sottolinea il costante tentativo russo di spezzare politicamente tale legame simbiotico.
Quanto "disperato", anche questo tentativo?