Guardando il velivolo si nota una certa somiglianza con l’F-22 e ancor di più con l’YF-22 che del Raptor era il dimostratore. C’è un muso allungato e le stesse prese d’aria avanzate che consentono di avere delle stive laterali anche se il carrello principale si ritrae (sembra) verso l’avanti. La visibilità verso il basso ne è penalizzata come lo era sull’YF-22 e quella verso il dietro non sembra il massimo vista la conformazione del tettuccio, ma i tempi probabilmente sono cambiati e certe cose sono meno importanti oggi. Da vedere quanto i sensori di bordo possano compensare la cosa.
I motori sembrano ben distanziati fra loro lasciando spazio ventralmente per una stiva che si presume possa essere più stretta, ma più profonda di quella dell’F22 consentendo il trasporto di armi di grosso calibro nel tunnel centrale fra i condotti delle prese d’aria. Queste però si vengono così a posizionare più o meno davanti ai motori (un po’ come nel Su-57 russo) e quindi è da capire come abbiano ottenuto il mascheramento delle ventole dei compressori che sono un invito a nozze per i radar. Se per caso non ci sono dei condotti ad S, quanto meno davanti ai motori devono esserci delle palette fisse frontali che ripropongono una schermatura a S come sull’F-18E.
In effetti a progettare la cellula non è sto grandissimo problema per chi comunque ha una certa esperienza in questo senso, ma nelle soluzioni per sopprimere la traccia elettromagnetica e nell’integrazione dei sistemi sappiamo che si nascondono i problemi. Ad esempio qui l’avionica è un punto di domanda grande quanto quello dei motori che sono degli F110…per ora.
Le prestazioni non saranno quindi quelle di un supercruiser, ma è indiscutibile che il velivolo sia comunque ambizioso per essere un caccia indigeno, apparendo come un F-15 in salsa stealth, quindi anche più grande del KF-21 coreano che non a caso si fa bastare i meno potenti F414 e che nella sua prima declinazione non ha le stive.