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  1. Anche no, l'articolo non mi pare dica questo: proprio perchè le consegne si concretizzeranno tra qualche anno, non riguardano questa guerra, ma solo l'approvvigionamento futuro in un'ottica di progressivo e ovvio sganciamento dal materiale bellico di origine sovietica. La ricognizione russa non è esattamente così a terra e, proprio perchè parliamo di una testata da alcuni kilotoni e non di un Iskander, non è che si finisca col colpire un fienile. Il punto è che non esistono in Ucraina concentrazioni di truppe tali da giustificare un utilizzo di tale arma, il cui effetto (senz'altro dirompente) sarebbe quindi più politico-strategico che tattico. Si è vista anche questa... E poi anche questa... ...e anche, purtroppo, questa... Poi ci sono le botte di culo... Mentre il volo a bassa quota di elicotteri e aerei ucraini ricorda sempre che la superiorità aerea russa non esiste manco dopo 7 mesi....
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  2. L'autorità di decidere lo strike nucleare tattico è affidata a sole 3 persone: Putin, Shoigu e Gerasimov. I 3 custodi sono loro. Non credo, e per ovvie ragioni, che l'uso di un qualsiasi vettore nucleare venga dato in mano a qualcuno con la scritta "Spara quando ti serve". Ogni obiettivo, anche tattico, deve essere approvato dai più alti vertici della catena di comando, trattandosi di armi il cui uso, sia tattico che strategico, può comportare a gravissime ripercussioni quasi esclusivamente strategiche per la Rodina. I principi di base di utilizzo in ambito tattico sono abbastanza noti: Escalate to De-escalate, tipo quando stanno prendendo i ceffoni a mani giunte la loro dottrina prevede l'impiego tattico non solo per la valenza dell'obiettivo ma anche per scoraggiare l'escalation della guerra. Sono previsti lanci dietro la linea del fronte in aree non popolate (intimidazione), lanci al confine, detonazioni sottomarine e tutto quel ventaglio di opzioni che in questi giorni ci sono state poste davanti. E' stato anche abolito il concetto di "nucleare solo per difesa" (di matrice sovietica) e si può fare un "first use", anche nel caso in cui il suolo russo sia "minacciato" (il problema è che non definiscono cosa questa minaccia possa essere, è a libera interpretazione). Si possono usare anche nel caso in cui le loro forze convenzionali siano gravemente compromesse, e in risposta a minacce/strikes convenzionali.
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  3. Mentre PUC, vittima della sua stessa ottusità, tra siluri dell'apocalisse e video di trenini (magari carichi di innocui camion), gioca con le bombe nucleari, ad est, nel Donbass, ormai gli ucraini sono saldamente oltre il fiume Oskil e puntano verso Svatove: a quel punto, calando da nord e procedendo da est, si creerebbe una morsa con in mezzo Lysichansk e Severodonesk. Il fronte di Kherson invece ormai sta implodendo, con i russi in rotta verso Mylove, nel tentativo di creare una linea di difesa a protezione del passaggio sulla diga di Nova Kachovka, perso il quale a migliaia di uomini e relativi mezzi oltre il Dnepr resterebbero solo le chiatte, visto che l'Antonowsky bridge è stato di nuovo bombardato. https://militaryland.net/news/invasion-day-223-sloboda-kherson-front/ In realtà anche queste informazioni sembrerebbero superate, perchè lo schianto nell'oblast di Kherson come un domino si sta estendendo anche più a est dove le difese cedono terreno in direzione di Kherson stessa. Da chiarire nuove schifezze scoperte nell'oblast di Karkiv liberato a settembre e che al momento non credo possano contribuire alla popolarità dei russi in Ucraina... ...nemmeno agli occhi di chi erano venuti a salvare... Sul fronte degli approvvigionamenti c'è un altro pacchetto di aiuti americano con altri obici da 105 e 155 (+ realtivo munizionamento) e altri 4 HIMARS (se non erro per un totale di 38). Con questi gli ucraini colpiscono dove fa più male, disarticolando in primis la logistica russa; si, quella cosa noiosa e mai trattata nei discorsi da bar dello sport, che però fa vincere o perdere le guerre...
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  4. Che Minsk sia inapplicabile, sono del tutto d'accordo. Infatti ho precisato che "magari" si potrebbe partire da quel punto per cominciare un colloquio mettendo in discussione sul tavolo sia il suo contenuto sia l'evoluzione della situazione che si è determinata dopo il 24 febbraio. Se poi le parti dovessero preferire altri punti di partenza, beh, tanto meglio. L'importante è sedersi. Ma il punto è che, se si vuole far partire la diplomazia, entrambe le parti devono essere disponibili a cedere qualcosa. Entrambe. Questo è un concetto generale, che nel caso specifico vale anche per russi e ucraini. Riguardo Putin, anche su questo sono purtroppo d'accordo. Si è spinto troppo in avanti e ora "non può più permettersi di perdere". Constatazione ormai assodata e già condivisa praticamente da tutti anche in questo forum. Ma proprio per questo, qualsiasi ipotesi di avvio di una trattativa deve contemplare anche un contentino - quale che sia - ai russi, sia per facilitare da parte di Putin una per il momento problematica exit strategy che gli garantisca la sopravvivenza politica e non solo, e sia perché se Putin venisse defenestrato, dubito che il suo posto verrebbe preso da personaggi più "tranquilli" come Aleksej Navalnyj. Zelenskij invece dice chiaro e tondo che lui con Putin non parla e che la guerra terminerà in Crimea. Legittimo e comprensibile, per quanto riguarda gli interessi ucraini. Ma Zelenskij sta facendo i conti senza l'oste, ovvero l'Occidente che letteralmente gli consente - attraverso il suo indispensabile supporto - di continuare a difendere in armi l'Ucraina e che quindi ha tutto il diritto di avere voce in capitolo. E se l'Occidente dovesse ritenere che cominciare a dar voce alla diplomazia è più conveniente che continuare la guerra, anche Zelenskij dovrà prenderne atto e credo che in fin dei conti anche lui lo sappia benissimo. Riguardo il fatto che NS2 non sia stato colpito mi sono basato sulle parole dell'ing. Sergio Cappelletti, al minuto 7,00 nel citato link alla live di Difesa OnLine. Che nel NS2 vi potesse essere gas, potrebbe essere, non dico di no. Riguardo il fatto che nel NS2 non ci fosse gas, non avendo conferme o smentite da fonti attendibili, ho fatto solo una mia ipotesi che vale esclusivamente come mera opinione personale. Riguardo le inchieste: come ho avuto modo di sottolineare, al momento qualsiasi ente che sia dotato della competenza tecnica necessaria per effettuare analisi e stilare conclusioni, non sarebbe un'autorità indipendente che agisce per conto di una istituzione esterna (es. l'ONU) ma verrebbe chiamata a operare per conto di una o più delle parti in causa. In ambito giuridico, ciò corrisponde a quelli che si definiscono comunemente "periti di parte": professionisti, sicuramente, ma le cui conclusioni non hanno automaticamente valore di prova di fronte alla legge come quelle del CTU o del perito nominato direttamente dal giudice e iscritto al relativo albo. Mi scuso per la digressione, ma è per spiegare compiutamente il contesto (per inciso, il NIST, nel caso specifico delle TT, era un'agenzia governativa appositamente chiamata a indagare dalle autorità competenti, quindi non può essere tecnicamente considerata di parte). Nel caso delle indagini sul sabotaggio del NS, senza avere la benché minima competenza in materia, azzardo che l'unica vera e propria "pistola fumante in mano russa" potrebbe essere l'acquisizione dell'evidenza che le slabbrature delle condutture in corrispondenza delle esplosioni siano rivolte verso l'esterno (il che dimostrerebbe inconfutabilmente che l'esplosivo era stato posizionato dentro la condotta) e non verso l'interno (il che invece dimostrerebbe solo che qualcuno lo ha portato lì). Staremo a vedere. La cosa mi incuriosisce.
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