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Mostra il contenuto più apprezzato di 07/02/22 in tutte le aree

  1. Oh Baby Jebus, come traduttore tecnico con 25 anni di esperienza, soprattutto nella localizzazione di software e manualistica, potrei scrivere per pagine e pagine delle difficoltà e dei problemi inerenti. Con particolare riferimento ai CAT tool che aiutano i traduttori nella localizzazione e ai problemi relativi alla terminologia militare, particolarmente riservata. Metti anche in conto che almeno qui in Italia la massa non distingue più tra un interprete, un traduttore e un software di traduzione automatica. I testi si moltiplicano e la loro persistenza diminuisce (già sto divagando). Cercando di tornare allo specifico, diciamo che un professore di lingue bravissimo potrebbe anche non essere capace di tradurre il semplice menu di un ristorante. La documentazione tecnica avrebbe bisogno di un linguista esperto in traduzione e di un revisore con esperienza specifica nel settore tecnico di applicazione. Avrebbe inoltre bisogno di tempo; come intuisci e sottolinei. Non so se l'uso dei moderni sistemi NATO per gli ucraini preveda la localizzazione della manualistica (i tempi potrebbero essere troppo stretti). L'addestramento pratico potrebbe non richiederlo ma per quello teorico sarebbe fondamentale. Tralasciò le problematiche sull'oralità. Quelle sulle unità di misura dovrebbero essere invece paradossalmente limitate (se vuoi elaboro ulteriormente). Le buone notizie: 1) Gli Ucraini hanno diffuso notizie positive sulla localizzazione nella loro lingua del software dei Caesar e mi pare anche di altri pezzi di artiglieria. Ciò mi stupisce un po' visti i tempi stretti, ma potrebbe essere possibile. 2) Come scritto da Ale9, il personale selezionato ad essere addestrato dovrebbe avere una discreta conoscenza dell'inglese (sono tecnici e ogni tecnico di ogni Paese, dovrebbe avere una buona conoscenza dell'inglese). Oltre, auspicabilmente ad avere la capacità di trasmettere le competenze acquisite almeno in forma orale. Se hai altri quesiti in tema, scrivi, ma già mi vergogno per il muro di testo di questo messaggio.
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  2. Se il ritiro dall'isola dei Serpenti fosse stato un evento programmato in anticipo e portato a termine nelle tempistiche previste, e se tale ritiro fosse stato inteso come definitivo, ci saremmo aspettati 1. che tutto ciò che non si poteva portar via sarebbe stato distrutto pima dell'abbandono del sito, e 2. che l'isola venisse minata per rendere ostico agli ucraini un eventuale tentativo di riprenderne possesso. Ma il fatto di aver condotto un attacco aereo su ciò che rimaneva di installazioni e materiali dimostra che la ritirata non era affatto programmata ma era un evento attuato in fretta e furia (a casa mia si chiama "fuga") come conseguenza degli attacchi missilistici ucraini e che quindi non c'è stato il tempo materiale per minare il posto e per distruggere ciò che non poteva essere trasferito. Adesso credo che per il momento possiamo considerare chiusa la questione, poiché è stato dimostrato che entrambi i contendenti possono attaccare l'isola pesantemente qualora venisse occupata dall'avversario e quindi il gioco non vale la candela per nessuno dei due.
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  3. I russi ci tenevano ad avere l'ultima parola sull'Isola dei Serpenti. Nessuna difesa aerea, obiettivo bello grosso e statico, ma niente, anche qui ci tenevano a dimostrare che la precisione non sanno manco dove stia di casa: tre bombe su quattro finiscono ai pesci fuori bersaglio... In primo luogo questo conferma (se mai ce ne fosse bisogno...) che non c'è stato nessun gesto di buona volontà o missione compiuta ad andarsene, ma solo una rovinosa ritirata dall'isola con necessità di distruggere quanto lasciato lì. Poi si conferma che, se anche avessero la superiorità aerea per colpire in profondità (e non ce l'hanno visto che si son ridotti a sparare missili anti-nave contro bersagli terrestri...), questi userebbero gli aerei nell'unico modo che conoscono: bombardare alla membro di segugio e distruggere tutto e tutti (esattamente ciò che fanno con l'artiglieria...). Imbecilli con licenza di uccidere insomma.
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  4. Grazie, Scagnetti per la risposta molto esauriente. Sarebbe certamente molto interessante saperne di più, anche se non so se questo può essere il "luogo" adatto. Sicuramente, né sulla stampa generalista né su quella di settore mi è capitato finora di leggere nulla su questo particolare argomento. Lo specifico contesto della guerra ucraina vede da parte russa un indubbio vantaggio dal punto di vista della formazione, la quale, essendo svolta "in casa", non presenta né barriere linguistiche né problemi di reperimento della documentazione di supporto relativa ai sistemi d'arma, alle procedure e alle dottrine di utilizzo. L'esercito ucraino invece deve affrontare due ulteriori sfide: quella delle giovani reclute da addestrare sui sistemi d'arma occidentali, le quali potrebbero avere difficoltà di apprendimento partendo da zero, e quella dei militari già "del mestiere" (questo potrebbe essere appunto il caso dei soldati della 46th Air Assault Brigade mandati in UK avendo un background professionale presumibilmente già consolidato).
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