Te lo spiego io. A prescindere che i comunisti, come sempre, tradirono gli accordi presi a Parigi, poi, comunque, la guerra fu persa a Washington e fu persa dal primo momento che si decise di far comandare le truppe a un generale che veniva solo bene in foto (William Childs Westmoreland, per la cronaca) mentre le decisioni erano prese a Washington da un SecDef, curiosamente repubblicano in un’amministrazione democratica, che ci capiva meno di me. Per decisioni non intendo una strategia generale, intendo proprio tutto, dal tipo e tonnellaggio di bombe che l’aviazione doveva sganciare, alle rotte di entrata e uscita sui bersagli, a cosa si poteva colpire e cosa no, senza dimenticare che anche Johnson si fece prendere in giro sospendendo i bombardamenti dietro promessa di aprire delle trattative. E senza ancora dimenticare l’ingerenza papale nella guerra, Paolo VI che agitava il suo aristocratico ditino sotto il naso dei presidenti americani, perché, cattivi cattivi, bombardavano, mentre i comunisti facevano di tutto di più nel silenzio generale. E questo in sunto, perché ci sarebbero pagine su pagine da scrivere.