Credo che in Europa e in Italia si sa fatto molto. Certo, ci sono distinguo e divisioni, ma è la democrazia che è la nostra forza.
Giustamente si guarda agli interessi nazionali, ma non è che appoggiare l’Ucraina e ribellarsi alle vaccate di PUC vada contro i nostri interessi, anzi.
In Italia non sono poi certo solo in tre a dettare la linea politica e quanto sta facendo il governo ha avuto l’avallo del Parlamento.
Certo, ora ci sono i distinguo elettorali di Conte che ci fa i pipponi sulle armi difensive e le infelici uscite di chi pensa di essere il ministro degli esteri, salvo poi tornare ai ranghi e limitarsi a indossar magliette e cappellini in base a dove tira il vento dei sondaggi.
Questo però non significa che ci sottrarremo dalle nostre responsabilità e né che l’Europa verrà condizionata dai tentennamenti dei populisti nostrani o tenuta in ostaggio da quello di Orban.
Sanzioni o non sanzioni con relativi pacchetti o pacchettini, ciascun paese pensa a come andare a reperire energia altrove nei prossimi mesi/anni e a come lasciare PUC a gongolarsi per il rublo forte mentre l’economia Russa va a rotoli con percentuali a due cifre.
Sottolineare o peggio fomentare le divisioni fuori e dire che va tutto bene in casa e che la barra è salda sono cose scontate che ci si aspetta dai dittatori, che però non dormono mai sonni tranquilli, perché per loro stare attaccati alla poltrona è un modo per cercare di morire di vecchiaia.
Credo che solo questo resti a PUC che sta trascinando il suo paese verso il baratro, nonostante cerchi in Ucraina una vittoria...inevitabilmente di Pirro.