Non stento a crederci, la Russia è enorme e ha una storia variegata di conseguenza. Probabilmente i territori a ovest degli Urali possono essere grosso modo considerati e riconosciuti come culturalmente europei a tutti gli effetti, con una maggiore accentuazione di tale identità nelle aree più industrializzate e nei grandi centri abitati e al netto di eccezioni derivanti da specifiche particolarità etniche.
Da questo punto di vista, la volontà putiniana di "ri-russificare" l'Ucraina è totalmente antistorica e priva di senso logico perché caso mai è la Russia che dovrebbe rientrare nell'alveo europeo dopo la cesura causata dal comunismo e portata alle sue estreme conseguenze dalla guerra fredda.
Posso invece capire che in aree dove per secoli vi è stato l'influsso di culture e filosofie di provenienza asiatica (Cina e Giappone, essenzialmente, ove il significato di una singola vita umana viene calcolato secondo parametro del tutto estranei all'Occidente) i valori di fondo possano essere ben diversi.
Tuttavia ho la sensazione che l'elemento principale su cui il Cremlino conta per mantenere il consenso dell'opinione pubblica non sia tanto una supposta e fumosa identità culturale quanto piuttosto il fortissimo nazionalismo diffuso a tutti i livelli della società civile. Un elemento che sia a Kiev che in Occidente bisognerebbe tenere molto ben presente.