Quando qualcosa non funziona o non funziona come si vorrebbe (F-35) è normale si propongano alternative cantandone pure le lodi (con maggiore o minore credibilità che accarezza il pesce d’aprile).
Possiamo anche dire che la presa d’aria non presenta un cono diffusore un po’ fuori moda, ma un moderno diverterless stile F-35 (e provato per la prima volta proprio su un F-16 modificato).
Gli alettoni non sarebbero particolarmente piccoli e comunque il velivolo avrebbe superfici mobili anche all’interno delle derive, che dal canto loro non credo darebbero problemi di stabilità eccessiva (l’agilità richiesta è quella sull’asse del beccheggio e non di imbardata) o di particolari problemi di asimmetria in caso di avaria: parliamo comunque di derive e timoni distanziati (che comunque stabilizzano e creano in caso di deflessione un richiesto effetto imbardante) e non di motori che danno un’effetto imbardante spiacevole se uno si sfascia. Oltretutto ricordiamo che i moderni fly by wire riescono a riconfigurare le superfici superstiti in caso di avaria. Ci sono anche aerei con le derive all’estremità alari, ma strutturalmente non è certamente un bel posto per mettercele, anche perchè le superfici mobili interne interrompono la continuità strutturale dell’ala.
In ogni caso L’F-16 XL era solo un prototipo e quest’affare dell’F-16 (A, B, C, D, E, F o XL che sia) ha ben poco, richiederebbe comunque una montagna di soldi e di tempo per funzionare (di solito va sempre peggio di quanto sperano i sostenitori di certi tarocchi), ma farebbe ben poco di quel che è in grado di fare l’F-35, mentre chi punta al risparmio partendo da zero (ad esempio KF-21) farebbe più e meglio.
Crechiamo di riportare la palla al centro e di ricordare che questo è solo un disegnino buttato lì da un illustratore a seguito dell'iniziativa di una rivista d'aviazione online, per interpretare certe opinabili sparate degli alti papaveri e che a realizzarsi solleverebbe una tale levata di scudi, che il suo unico scopo potrebbe essere di contribuire a sollecitare l’abbassamento dei costi di gestione dell’F-35, che è ben più alla portata con la maturazione delle tecnologie di quanto lo sia questo tarocco mal riuscito.