Ogni pilota tende ad amare e ad evidenziare i pregi del velivolo su cui ha volato (con un’obiettività tutta da soppesare), ma non credo che la cosa possa essere vera in assoluto, considerate le tante versioni presenti e quanti altri aerei siano venuti dopo l'F-16 in quasi mezzo secolo: aerei mageri complessi come avionica, ma con eccezionale intuitività e facilità di pilotaggio grazie ad interfacce uomo macchina impensabili quarant’anni fa.
Non direi comunque che un Soufa israeliano o un Desert Falcon degli EAU possano essere definiti ultra maneggevoli con quel carico alare. Stabile poi in che senso? Il velivolo è stato il primo esempio di velivolo a stabilità rilassata e di fatto, come in tutti quelli che lo hanno seguito, è il fly-by-wire a rendere stabile qualcosa che altrimenti sarebbe semplicemente indomabile dal pilota.
Se parliamo delle qualità di volo sappiamo che queste erano globalmente di vertice sulle prime versioni, A e B. Poi il velivolo, con la sempre maggior connotazione multiruolo, è andato progressivamente appesantendosi, con nuove versioni del motore che riuscivano a malapena a compensare la cosa. Dico a malapena perché se il motore poteva tenere alto il rapporto spinta/peso e garantirgli un’accelerazione da dragster, oltre che di andarsene in giro con pesanti armamenti esterni, non poteva però far nulla per tenere basso il carico alare e infatti negli anni ottanta si cominciò a parlare di Agile Falcon: cellula in gran parte identica alla precedente, con le stesse sezioni anteriore e posteriore di fusoliera, ma con una nuova sezione centrale abbinata a un’ala di maggior apertura e superficie.
Fu una delle nuove velature che si pensò di far indossare all’F-16 e come per le altre viste in tutti questi anni (delta, delta composito, canard e persino freccia inversa), non se ne fece nulla sia come retrofit (costoso in un’epoca in cui il dogfight a colpi di cannone e Sidewinder lasciava sempre più spazio alle nuove capacità implementabili con l’AIM-120) che come velivoli di nuova produzione (che furono i “normali” block 40) e l’unica traccia di questo sforzo si trova sull’F-2 giapponese.