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  1. Per prima cosa è necessario attivare lo scoppio al momento opportuno. Ogni missile dispone di una spoletta a contatto ma un impatto diretto non è molto frequente. Per questo è quasi sempre presente almeno una spoletta di prossimità. Questa può essere attiva o passiva, e opera su una banda di frequenza elettromagnetica (radio, microonde, infrarosso, visibile, ultravioletto). La spoletta rileva la presenza del bersaglio all'interno di specifici settori di emissione e ricezione. Il missile può disporre di un sistema di ritardo o di anticipo per provocare lo scoppio nel punto più vulnerabile dell'obbiettivo. La testata può essere di molti modelli diversi ma è in genere a scoppio-frammentazione, a barre multiple o a barra continua (continuous rod). Il primo tipo colpisce con l'onda d'urto e con le schegge, ma già a breve distanza i frammenti (cubici, sferici ecc.) si distribuiscono su un volume elevato, causando pochi danni. La testata a barre multiple proietta cilindri o parallelepipedi verso l'esterno. E' più efficace perchè le barre possono troncare parti del velivolo, sempre però a breve distanza. La "continuous rod" unisce le estremità di una barra a quelle di altre due barre, e così via per le successive. Forma una specie di barra continua a zig-zag. L'esplosione proietta le barre all'esterno ma queste, essendo unite, si aprono formando un anello sempre più grande che "taglia" strutture intere dell'aereo. Raggiunta la massima estensione il cerchio si rompe, ma le barre mantengono ancora un po' la loro pericolosità. Siccome non è facile da spiegare, ecco un disegno: Lo scoppio può essere sferico ma in genere viene diretto nel settore battuto dalla spoletta o in avanti. Tutto questo a grandi linee...
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