Purtroppo c’è da dire che il tempo è passato facendo invecchiare parecchio il velivolo e la richiesta di autonomia dev’essere diventata più pressante di quanto l’idea alla base del Tejas consentisse di andare e questo al di là dei suoi problemi tecnici.
La stessa logica che ha portato all’ingrasso l’F-18, l’F-16 e soprattutto il pariclasse Gripen, ha spinto sempre più aeronautiche a non ritenere più seriamente percorribile la strada del caccia leggero, che sarà anche il sogno della fighter mafia, ma che di fatto nel ventunesimo secolo si è rivelata un mezzo bidone nel momento in cui un piccolo aereo, tutto ali e motore, non riesce efficacemente a portarsi appresso l’avionica a cui nessuno ormai è disposto a rinunciare e l’armamento reale che non può essere costituito da un paio di missili, mentre nemmeno le prestazioni possono essere quelle farlocche senza uno straccio di carico esterno.
Gli indiani ne son venuti fuori col fly by wire della versione navale coi levcon, vediamo se faranno altrettanto per quella con canard.
Certo che, pensando alle future declinazioni di questo discutibile velivolo, stupisce un po’ il fatto che anche il Tejas MK 2 navale subirà un potenziamento di avionica, motore e (forse) dimensioni rispetto all’MK 1 che vola oggi, ma in teoria dovrebbe mantenere i levcon e la sua velatura, mentre l’MK 2 terrestre punta su una cellula allungata però con una velatura differente e dotata di canard.
http://defensenews-alert.blogspot.com/2017/09/naval-tejas-mk-2-advanced-variant-of.html