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  1. Un radar operante su banda submillimetrica, oltre la banda M, si comporta come un LIDAR, però su frequenze meno elevate (lontano IR). L'assorbimento atmosferico è elevatissimo, con solo alcune ristrette "finestre", e la potenza richiesta è alta. E' fattibile ma non ne vedo l'utilità. La portata sarebbe molto ridotta e troppo dipendente dal tempo atmosferico. Sarebbe ottimo, invece, come sensore sui velivoli da ricognizione.
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  2. De-classificato ... https://www.nro.gov/Freedom-of-Information-Act-FOIA/Declassified-Records/Special-Collections/D-21/
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  3. Prima dicevano che bastano i VHF, ora dicono i terahertz. Domani? Mazinga? Vedremo.
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  4. https://theaviationist.com/2019/03/25/here-are-the-first-shots-of-the-russian-navy-tu-142mk-asw-aircraft-escorted-by-the-italian-typhoons-off-iceland/
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  5. I due progetti sono ancora in alto mare , nonostante le immagini pubblicate. Per entrambi manca ancora un vero requisito operativo da parte delle forze aeree interessate e , in questo momento, si configurano come iniziative aziendali , da imporre alle forze aeree stesse , grazie ai classici meccanismi delle pressioni politiche ( = lobbying ) . Dal punto di vista finanziario , il progetto franco - tedesco parte da una base economica più solida , non dovendo , tra l'altro, spendere soldi per far evolvere una macchina simile allo F-35 . I problemi sorgono a livello di ripartizione del lavoro , cosa normale nelle collaborazioni europee . L' aereo lo fa Dassault , lo dice il governo francese e quello tedesco tace ,quindi acconsente . E Airbus che fa ? Forse qualcosa di dettaglio e una certa quota di lavoro sul software e sull' avionica ma dovrà adattarsi a essere subalterna. Storicamente parlando , Dassault non è mai apparsa disponibile a formare consorzi su base paritaria ( " Noi i caccia li sappiamo fare, voi no , quindi tasi e sgobar " ) . Ah , gli spagnoli, dicevi ? Non possono fare diversamente da quanto deciso , dato che CASA è una dépendance di Airbus ( = EADS ) , ergo , se vogliono lavorare .... ; ma è probabile che racattino le briciole. Quindi per noi , è meglio star lontani . Restano gli inglesi che , in piena febbre da brexit, si sono messi in testa di essere americani e partono con l'idea di farsi da soli ( ? ) un caccia di 6a generazione , macchina sulla quale nemmeno oltreoceano le idee sono chiare. La sensazione, però è che , in questa fase cerchino un riccone finanziatore piuttosto che un partner industriale : non sono arrivate ancora notizie significative sugli esiti dei contatti avuti con svedesi e giapponesi. Almeno, non mi pare; aggiornatemi nel caso. Forse può entrarci qualche riccone arabo , voglioso di buttar soldi dalla finestra ? Figuratevi contattare noi , col governo , si fa per dire , che ci ritroviamo . E allora noi cheffamo ? La storia in realtà ci indirizzerebbe proprio verso Albione, con la quale ci sono state collaborazioni ancor prima che l'Euro vedesse la luce ( Tornado , EH-101 , nonchè i motori inglesi usati da aerei italiani ). Quindi direi Tempest , ma puntando a entrare in un eventuale consorzio con le idee chiare su : --- ciò che l' aereo deve operativamente fare in Italia , dato che le esigenze inglesi sono diverse da quelle italiane , trovandoci noi con le potenziali fonti di minaccia a distanze più brevi, --- ciò che sappiamo e vogliamo fare in un progetto del genere , per non metterci a litigare sul numero di pannelli da costruire. Si tratta, pertanto , di spremersi i cervelli sia a livello di vertici militari che di ambienti industriali . Questo , ammesso e non concesso che sua maestà ci prenda nella cordata. Finirà come la TAV ?
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  6. Da qualunque punto di vista la di guardi, l’adesione a uno dei 2 programmi presenta rischi. Guardiamone alcuni: - i due prodotti rischiano di farsi la guerra a vicenda in ambito commerciale, riducendo le possibilità di ricavi. Lo abbiamo già visto. - il T-50 / SU-57 ha dimostrato che non ci si sveglia una mattina e si fa un caccia stealth. Lo studio e le risorse da investire sono enormi. - Come andrà con la Brexit nel caso si guardasse al Tempest? A che livello possiamo coinvolgere le nostre aziende? Come andrà con i francesi che ultimamente non sembrano gradirci troppo e che vorranno sicuramente avere il ruolo trainante? Quale peso abbiamo per chiedere porzioni più ampie di partecipazione (e ricavo)? Ecco, il nostro governo dovrebbe porsi e poi rispondere a queste domande e poi decidere verso chi guardare perché lo stare a guardare comporterebbe la perdita di questo treno, qualunque esso sia
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