Questo aereo anni fa sembrava poter condurre l’India verso una principio di autarchia con soluzioni aerodinamiche tutto sommato interessanti, ma col passare del tempo si è rivelato essere un eterno incompiuto, una frustrante rincorsa allo sviluppo aeronautico nel resto del mondo (che a dire il vero tutto fa fuorchè correre ultimamente). Ciononostante l’India resta indietro e anzi fa la voce grossa quando non è soddifatta degli altrui progetti (leggi Pak Fa). L’altra faccia della medaglia è la constatazione che un velivolo va sempre molto al di là della sua aerodinamica e delle sue prestazioni, sebbene troppo spesso ancora si giudichi un aereo da ciò che appare. Un velivolo richiede esperienza e capacità che non si costruiscono dall’oggi al domani e richiedono di essere alimentati con progetti. Questo era l’obiettivo mai raggiunto dal Tejas. Gli impianti del Tejas e il suo sistema nel complesso, il suo essere un velivolo da combattimento con dei requisiti e delle specifiche, beh, semplicemente non ha mai funzionato come doveva e dopo il fallimento del motore Kaveri, l'avionica segue a ruota...o meglio a rotoli...
In India però si guardano bene dal mandare a ramengo l’aeronautica e quindi comprano cacciabombardieri a destra e a manca, perchè l’autarchia è figlia della stessa paura di mettersi nelle mani degli altri. Se bisogna farlo, meglio non siano le mani di uno solo.