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Il pod è doppiamente un’eresia perché sull’F-22 sarebbe stato un’aggiunta legata a un’estensione di capacità per un velivolo nato come caccia puro, mentre per il Su-57 era chiaro fin dall’inizio un utilizzo polivalente della macchina. Visto che il pod è stato realizzato per questo velivolo, forse avrebbero dovuto sprecarsi di più e realizzare qualcosa di analogo al pod cannone per l’F-35B e C, cioè qualcosa di conforme e allineato con i pannelli di fusoliera. Il problema è che invece che piazzarlo sotto il muso (dove indiscutibilmente c’era poco spazio per un pod, ma eventualmente solo per un sistema integrato stile F-35), hanno usato uno dei due punti d’attacco presenti sotto le prese d’aria (tra l’altro apparentemente leggermente spostato verso l’esterno con l'evoluzione del velivolo). Stando così le cose, forse anche per dare il massimo campo visivo al pacco sensori durante una virata a destra, lo hanno distanziato dal velivolo dotandolo di un pilone. A quel punto non si sono sprecati manco a sfaccettare il corpo del pod e l’insulto alla RCS era completo. Sul Mig 29/35, sebbene senza pretesa di stealthness, qualcosa di simile a quello a cui mi riferisco l'avevano pensato. Assieme ad altri orrori... Beh, il flir sotto la presa d'aria sinistra è già più carino...come lo sono gli ipersostentatori Kruger sulle estensioni di bordo d'attacco della versione navale. Fatto sta che il risultato sul Su-57 è abbastanza insensato, essendo la missione AS quella per la quale la stealthness andrebbe maggiormente tutelata. Considerato però il diverso approccio russo e l'accento posto sulle prestazioni piuttosto che sull'abbattimento della RCS, è da vedere quanto infilare l'armamento in stiva sia legato alla steathness e quanto all'avere delle linee aerodinamicamente pulite. Se il problema del contenimento della RCS non fosse stato pressante nelle scelte tecniche fatte (e il sospetto che non lo sia non è cosa di oggi...) allora l'insulto del pod sarebbe già più comprensibile.1 mi piace
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Non credo possa definirsi un flop totale, altrimenti non lo produrrebbero e non lo comprerebbero tutti, ma soprattutto non è un consorzio: è una partnership, ed è probabilmente il motivo per cui alla fine ha funzionato. I consorzi in Europa hanno dato risultati altalenanti, spesso con discussioni infinite sui requisiti e sulle quote, con conseguenti ritardi e aumenti di costo, quando non con divorzi e cancellazioni. Tante inefficienze che hanno spesso penalizzato i prodotti sul mercato. La strada di questa cooperazione Francia-Germania è già ora in salita: esigenze (rimpiazzare l’accoppiata Rafale/Typhoon o il Tornado) e tempistiche dei due paesi (il Tornado va rimpiazzato ora) non coincidono. Difficile dire cosa succederà nei prossimi anni, perché di anni ce ne vorranno parecchi e di acqua sotto i ponti ne passerà in abbondanza. Consorzi, partnership, acquisti off the shelf o sviluppi autoctoni, comunque tutto fa brodo. Non esiste a prescindere una ricetta vincente. Si valuta caso per caso. Nel farlo, ogni paese deve avere una visione strategica e il pianificatore deve tenere a mente le esigenze delle Forze Armate, ma anche della propria industria, che è il motore economico di ciò che quelle Forze Armate sono preposte a difendere. Nella visone strategica quindi possono essere anche contemplate quelle che apparentemente sono inefficienze e investimenti a fondo perduto (magari meglio farlo con una classe politica decente…), perché portare al declino un’industria e il suo indotto non sostenendo un progetto, può condurre alla lunga a danni economici per il Paese ben superiori all’esborso per quello specifico sistema d’arma, che non sarà magari il migliore acquistabile, ma lo diventa nel momento in cui contribuisce a mantenere e sviluppare competenze e ulteriori prodotti per il futuro. L’A129 e l’AMX (tanto per citare due programmi aeronautici…) in questo senso un ruolo lo hanno avuto. Possiamo certamente dire che non sono stati velivoli eccellenti, al massimo onesti. Sicuramente son stati un flop commerciale, questi si. Facendo uno sterile esercizio di “what if” magari sarebbe potuta andare diversamente sul mercato facendoli un po’ meglio (la scelta dei motori ad esempio è stata un disastro), ma se ora con certezza possiamo dire che non sono stati mezzi di successo, possiamo dire con altrettanta certezza che senza avremmo avuto ancora un’industria della difesa di buon livello come quella che altri paesi non hanno saputo costruire o che proprio hanno invece buttato alle ortiche? Ecco, qui la risposta sarebbe già meno scontata, perfino in un paese sprecone come l’Italia. Quanto al concept in se, quella dell’architettura che si vede dalle immagini (sempre ammesso sia quella e non solo una di quelle valutate) mi sembra una strada logica e coerente. Ai francesi è sempre piaciuta la configurazione a delta e le superfici mobili di bordo d’attacco sembrano una scelta intelligente per coniugare una configurazione “simil canard” con i requisiti stealth. Certo, la soluzione è ripresa dal Su-57, ma la velatura non contempla taileron in coda e nemmeno il tunnel centrale e i condotti dritti di alimentazione e i motori in pod, che aumentano la superficie bagnata e la traccia radar. Almeno finalmente le derive sono due invece della solita “vela all’europea” eretta in aria a dire ai radar “sono qui”! Beh, magari il futuro che ci si aspetterebbe da un velivolo di sesta generazione è proprio farle sparire le derive, ma vedremo: i concept e i rendering lasciano il tempo che trovano quando alla fine appare un aereo che ci assomiglia solo vagamente o magari manco quello.1 mi piace
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Le portaerei hanno diverse declinazioni e le piccole e spesso trascurate portaerei di scorta nella Seconda Guerra Mondiale hanno fatto parecchio con pochi aerei, che spesso erano gli stessi imbarcati sulle unità maggiori. Il Cavour non è una portaerei con cui combattere la Terza guerra Mondiale, ma il mezzo aereo ha indiscutibilmente una flessibilità ineguagliabile e un piccolo numero di cacciabombardieri proteggono anche loro la flotta e possono proiettare lontano le sue capacità, anche sulla terraferma. Per l’Italia è più che sufficiente la sua mezza portaerei specie ora che è disponibile un vero aereo polivalente e non un surrogato come l’Harrier. Quantitativamente F-35+Cavour resta comunque una combinazione relativamente modesta, ma non si può dire altrettanto qualitativamente. Avere tale nave rappresenta la differenza tra poter fare o non fare certe missioni. Parlando di qualità è probabilmente più difficile arrivare a rinunce radicali se sono disponibili adeguati compromessi (e da come sta nascendo il Trieste sembrerebbe che sono compromessi di cui la MM vuole disporre con continuità). Diverso il discorso francese (e qui ritorno più in argomento dopo questa divagazione cui non ho resistito). Se l’aereo di cui si parla è il sostituto del Rafale, dovrebbe rimpiazzare con un'apposita variante anche quelli sulla De Gaulle. Qui ci sarà una maggiore richiesta di quantità e di capacità di generare sortite. E’ una cosa che ha un costo molto elevato, in primis dalla nave che sarebbe meglio fosse nucleare e necessariamente dedicata e disponibile in più esemplari (non c'è LHD che temporaneamente la rimpiazzi), ma , oltre che economicamente insostenibile, è sicuramente più di quanto servirebbe all’Italia.1 mi piace
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