Il segretario dell’Air Force Heather Wilson esprime la sua legittima posizione in coerenza con quanto finora deciso.
Costruttori e analisti altrettanto legittimamente sottolineano esigenze e possibilità future che potrebbero rimescolare la carte.
Boeing propone un vecchio ma collaudato velivolo ancora in produzione, mentre LM vuole tirar giù dalla soffitta (è il caso di dirlo visto dov’è ora la linea dell’F-22…) un formidabile ma problematico velivolo di quinta generazione.
Indipendentemente da quello che sia successo con le esportazioni, l’F-15 non è più prodotto per l’USAF da un bel pezzo e i caccia acquistati allora erano monoposto, mentre l’F-22 è venuto dopo e con un solo pilota.
Nell'era degli stealth e dei velivoli optionally manned, l’incrociatore lanciamissili di Boeing apparirebbe fuori dalla storia e se proprio si vuole un gap filler in attesa della 6 generazione, la logica vorrebbe l’acquisto di qualcosa della generazione in corso e non certo di un vecchio dinosauro riempito di AIM-120, che più che guardare avanti sembra guardare indietro alle innumerevoli interpretazioni del Su-27 russo, tenute in pista a suon di radaroni e missiloni .
Il salto generazionale non si fa facendo di più, ma facendo qualcosa di diverso.
Nel breve periodo c’è quindi l’F-35 e solo se la sesta generazione incontrasse ostacoli (tutt’altro che improbabili), si potrebbe pensare a come farvi fronte: l'F-15 sarà ancor più lontano dalla visione strategica dell’USAF, la linea dell’F-22 avrà ancora più polvere sulle attrezzature in soffitta e l’F-35 sarà lì ad accogliere motori e avionica allo stato dell’arte. Chi vivrà vedrà…
Al momento comunque le porte della suddetta soffitta non sembra si apriranno per l'USAF e il Giappone è prudente tenga assieme i suoi F-15 anche con lo scotch (non difficile considerando quel che può fare quella cellula), tiri avanti acquistando altri F-35 e si accodi al Tempest che (quanto a soldi buttati e tempo spercato) è meglio non faccia come il Typhoon.