Reggiane Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 ciao a tutti, volevo chiedervi quali aerei conoscete della Aviazione giapponese durante la WWII...mi sono sempre interessato agli aerei italiani ( e come avrete capito sopratutto ai Reggiane) e ultimamente mi sono incuriosito delle altre aviazioni......sui tedeschi, inglesi e americani si trova di tutto, sui giapponesi un po' meno, e poi il giappone mi ha sempre affascinato.... quindi dite pure tutto quello che sapete.... Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
josh™ Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 (modificato) A6M Zero - Sen! Modificato 13 Marzo 2008 da josh™ Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
vorthex Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 (modificato) in liena generale erano aerei molto agili e leggeri, dotati di grandi doti di autonomia. tuttavia, pagavano questi pregi con una struttura il più delle volte fragilissima (basti pensare all' Oscar che andava in frantumi con 2 colpi da 12.7 o ai Betty, noti anche come accendino volante o al fatto che molti caccia giapponesi non potevano picchiare per inseguire un avversario, pena il distacco delle ali), senza protezioni passive e con un armamento spesso inadeguato (sopratutto i bombardieri). curiosità... erano tutti aerei con motori radiali, tranne il Tony (un caccia dell'esercito). tipico esempio di questa filosfia ne è lo Zero-Sen. aereo dalle doti acrobatiche e di autonima eccezzionale, che in mani esperte era un avversario pericolosissimo. tuttavia, pagava queste doti con una struttura leggerissima e quasi del tutto priva di protezione, con un armamento scarso e con prestazioni velocistiche che rimasero "al palo" (cioè mentre all'inizio era in linea con altri aerei, col tempo iniziò a rimanere sempre più indietro). inoltre, questa filosofia costruttiva esigeva al pilota molta bravura e ciò verrà pagato con perdite apocalittiche, nel momento in cui i piloti del sol levante non potranno godere di un buon addestramento. in definitiva, io sono contrario a questa filosofia costruttiva. privilegio molto di più quella americana, con aerei potenti e molto corazzati, che oltre a salvare la pelle a molti novellini, hanno permesso di far strage di Zero e compagni. ricordiamoci, infatti, che il Wildcat, quella specie di barile volante in dotazione alla marina americana nei primi 2 anni di guerra e che certo non era un campione di caccia, aveva un pregevole 5 a 1 contro i caccia nipponici, proprio per le sue doti di incassatore e di piattaforma molto armata (ovviamente accompagnata da accurate tattiche di combattimento). Modificato 13 Marzo 2008 da vorthex Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Reggiane Inviato 13 Marzo 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 (modificato) hanno mai fatto degli aerei a reazione? a parte quello kamikaze di cui non ricordo il nome.... PS se li avete, mettete pure dei link in liena generale erano aerei molto agili e leggeri, dotati di grandi doti di autonomia. tuttavia, pagavano questi pregi con una struttura il più delle volte fragilissima (basti pensare all' Oscar che andava in frantumi con 2 colpi da 12.7 o ai Betty, noti anche come accendino volante o al fatto che molti caccia giapponesi non potevano picchiare per inseguire un avversario, pena il distacco delle ali), senza protezioni passive e con un armamento spesso inadeguato (sopratutto i bombardieri). curiosità... erano tutti aerei con motori radiali, tranne il Tony (un caccia dell'esercito). grazie per la panoramica.... Modificato 13 Marzo 2008 da Reggiane Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Blue Sky Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 (modificato) Ciao Reggiane, così di getto mi vengono in mente Questi: A6M2 Zero Uno degli aerei più affascinanti costruiti nel paese del sol levante!!! Mitsubishi_J2M Nakajima_Ki-43 Kawasaki_Ki-61_Hien Nakajima KI-84 Hayate Kawasaki Ki 100 Kawanishi_N1K_Shiden In effetti, il Giappone riuscì ad opporre alle forze americane degli aerei fantastici (che avevano però come pecca una marcata fragilità sottolineata dall'incapacità di incassare colpi, ad esempio le prime versioni dello zero non avevano i serbatoi autosigillanti ), che se ben pilotati potevano avere la meglio sugli Yankee, si può inoltre sostenere che l'equilibrio che si veniva a creare (Maggior robustezza strutturale contro agilità), faceva emergere le qualità dei piloti, dando vita a dei duelli tra i più cruenti della II War!!!!!! Il mio preferito è il KI 61 Hien considerato come il miglior caccia equipaggiato con l'onnipresente e venerabile DB 601!!!! (Anche se arrivato in ritardo nei confronti del BF 109 e del Mc202) Japan Fighters Modificato 13 Marzo 2008 da Blue sky Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Reggiane Inviato 13 Marzo 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 (modificato) uuuuuuu quanta roba...grazie blue sky nessuno sa di modelli a reazione? Modificato 13 Marzo 2008 da Reggiane Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Blue Sky Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 (modificato) nessuno sa di modelli a reazione? Pronti!!!!!!!!!!!! Nakajima Kikka Nakajima Kikka Ohka In Italiano Modificato 13 Marzo 2008 da Blue sky Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
vorthex Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 (modificato) di aerei alla "arma finale tedesca" ce ne sono vari, tra cui abbiamo: Kyushu J7W1 Shinden, con elica spingente, canard ed una specie di ala a freccia... risultato: 1 prototipo volò per 45 minuti. Mitsubishi J8M1 Shusui, copa tedesca del Komet... risultato: 1 solo prototipo volo con esiti disastrosi Nakajima Kikka, molto simile al Me.262, ne eranbo state ideate versioni per molteplici impieghi... risultato: volò solo 2 volte e la seconda con esiti disastrosi diciamo, comunque, che a parità di pilota, c'era un discerto vantaggio "di macchina" a favore degli americani, dato che, è inutile far finta di non vedere, i loro aerei erano migliori di quelli giapponesi. l'unica speranza per il nipponico era di portare il nemico in un combattimento acrobatico, dove aveva maggiori speranze di vittoria. questo era un dato risaputo ai piloti statunitensi, che per questo, evitavano i combattimenti manovrati a bassa velocità (ed infatti i P-38 fecero stragi di veivoli ben più agili di loro, mentre in europa ebbero più difficoltà). al contrario, i piloti di sua maestà, non conoscendo la letalità dei cacciatori giapponesi, nei combattimenti manovrati, si gettarono nella mischia, forti dei loro Spitfire e delle loro vittorie in europa (parliamo del 1943-44), accumulando una marea di pessime figure. Modificato 13 Marzo 2008 da vorthex Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Blue Sky Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 (modificato) Kyushu J7W1 Shinden, con elica spingente, canard ed una specie di ala a freccia... risultato: 1 prototipo volò per 45 minuti. Però bisogna ammettere che era Intrigante!!! al contrario, i piloti di sua maestà, non conoscendo la letalità dei cacciatori giapponesi, nei combattimenti manovrati, si gettarono nella mischia, forti dei loro Spitfire e delle loro vittorie in europa (parliamo del 1943-44), accumulando una marea di pessime figure. Modificato 13 Marzo 2008 da Blue sky Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Reggiane Inviato 13 Marzo 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 grazie a tutti e due per le info!!! Però bisogna ammettere che era Intrigante!!! è spettacolare! Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Deneb Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 Sul "kikka", si trattava di un caccia-bombardiere e, nonostante la somiglianza con il Me-262, era un prodotto nipponico quasi del tutto originale. Il ki-61 fu un caccia eccellente (diede origine al ki-100, da molti considerato il migliore insieme al ki-84), ma i Giapponesi ebbero sempre gravi noie al motore, un DB-601 costruito su licenza. Qualcuno ha parlato di una copia evoluta del He-112. In generale, come detto sopra, gli aerei giapponesi (specie all'inizio del conflitto) erano aerei molto agili, ben costruiti e aeronauticamente robustissimi, ma estremamente fragili (cioè pessimi incassatori) e, spesso, poco armati (il ki-43, per esempio, era armato con solo 2 mitragliatrici da 7,7 mm!) Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
vorthex Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 aeronauticamente robustissimi non lo so... basta pensare che ai caccia americani bastava gettarsi in picchiata per salvarsi, perchè ai caccia giapponesi si staccavano le ali. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Deneb Inviato 13 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 13 Marzo 2008 aeronauticamente robustissimi non lo so... basta pensare che ai caccia americani bastava gettarsi in picchiata per salvarsi, perchè ai caccia giapponesi si staccavano le ali. Mah, non saprei... Ricordo un commento sulla struttura trapezoidale delle ali dello "Zero" (la versione A6M5, ad essere precisi) dove si parlava di "robustezza a tutta prova". In compenso, so che erano i Tedeschi sul Me-109 ad essere sempre sul chi vive per il problema di cui parli... Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Blue Sky Inviato 14 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 14 Marzo 2008 Raro filmato di un'intercettazione molto particolare!!! Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gian Vito Inviato 15 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 15 Marzo 2008 Molti appassionati di aerei da combattimento tendono a sottovalutare ampiamente gli aerei prodotti dal Giappone nel secondo conflitto mondiale. Questo è dovuto a molti fattori, la difficoltà nel reperire libri e riviste sull’argomento, il fatto che gli storici tendano a trascurare i teatri bellici lontani dall’europa, la pessima pubblicità orchestrata a danno dei giapponesi dai vincitori e così via. Molti conoscono lo“Zero”, ma ritengono tale velivolo inferiore ai vari P47, P51, F4U, F6F ecc. ecc. Pertanto lo liquidano in breve come di scarso interesse. E non vanno oltre. Cerchiamo allora di fare una analisi, se possibile obiettiva, di tutti i caccia giapponesi più famosi. E non dimentichiamo che hanno dominato il Pacifico per mesi, seminando il panico tra i piloti alleati. Partiamo dai due aerei che hanno affrontato per primi gli alleati: il caccia della marina imperiale Mitsubishi A6M Reisen (tipo zero) (nel codice alleato Zeke) ed il caccia dell’esercito imperiale Nakajima Ki43 Hayabusa (falco pellegrino, Oscar) Il celeberrimo zero è l’aereo da caccia giapponese costruito in maggior numero di esemplari, 11000. Caratterizzato da una estrema leggerezza, aveva tra i suoi punti di forza l’armamento (2 cannoni da 20mm e due mitragliatrici da 7,7mm), una buona velocità di salita, una autonomia eccezionale, un raggio di virata ridottissimo e prestazioni a bassa velocità insuperate. Tra i difetti: la pessima velocità di rollio ad alta velocità, la mancanza di qualsiasi protezione per il pilota ed i serbatoi, la scarsa velocità in orizzontale (da 535 a 565 km/h) e in picchiata. Allo scoppio del conflitto lo Zero era superiore ai vari F2 Buffalo, F4F Wildcat, P36 Hawk, P39 Airacobra, Hurricane e solo il P40 Warhawk o lo Spitfire potevano affrontarlo ad armi pari. Si tentò di migliorare la versione iniziale A6M2 attraverso varie versioni (tra le principali: A6M3 ad ala squadrata e A6M5) introducendo qualche corazzatura, armi da 20mm migliorate, mitragliatrici da 13,2mm, motori più potenti. L’aggravio di peso, col tempo, rese l’aereo meno manovrabile e questo, unito al pessimo addestramento ed alla soverchiante superiorità numerica americana degli ultimi anni di guerra, ne decretò la fine. I progetti finali A6M6 e 7 conclusero la carriera in attacchi kamikaze, l’A6M8 non vide la luce. Ma, fino alla fine della guerra, in mano a piloti esperti lo Zero si sarebbe rivelato sempre un osso duro. Saburo Sakai riuscì a sopravvivere contro 16 caccia Hellcat! Gli americani poterono studiare accuratamente il velivolo quando venne rinvenuto un esemplare intatto, e vennero svelati i suoi segreti. I successivi F6F Hellcat ne fecero tesoro. La migliore difesa contro lo Zero? Mantenere alta la velocità, rollare in posizione capovolta e picchiare. Curiosità: lo Zero aveva anche una versione idrovolante, il Nakajima A6M2-N (Rufe nel codice alleato). Il Nakajima Ki43 Hayabusa era più pericoloso dello Zero. Poco conosciuto, benché simile sotto molti aspetti, pur essendo più lento (495-535 km/h) e armato con due sole mitragliatrici (da 7,7 poi da 12,7mm), lo superava in rollio, salita, picchiata ed accelerazione e virava persino più stretto grazie ad ipersostentatori “a farfalla”particolarmente efficaci. Costruito in 6000 esemplari, venne migliorato attraverso tre versioni, con l’aggiunta di corazzature e motori più potenti. L’ultimo modello (con 560km/h) rimase sperimentale. Non subì trasformazioni sostanziali ma, a differenza dello Zero, costituì la base per il successore, il micidiale Ki84 Hayate. Ancora oggi viene ricordato con terrore dai piloti che hanno avuto la ventura d’incontrarlo. Completamente diverso dai contemporanei caccia giapponesi a motore radiale, l’elegantissimo Kawasaki Ki61 Hien (rondine), con motore in linea, venne ritenuto inizialmente un progetto d’origine italiana o tedesca , da cui il nome in codice Tony. Il caccia venne messo a confronto , nel 1942, con il Me109E, il Ki43-II Hayabusa, il Ki44-I Shoki (poi lo descriverò) ed un P40E catturato, risultando il migliore. Con una velocità variabile tra 560 e 610 km/h soffriva di un armamento insufficiente, solo 4 mitragliatrici. Su alcuni velivoli si installarono 2 cannoni da 20mm MG151/20 importati dalla Germania, poi sostituiti con armi Ho5 da 20mm, armi arrivate a 4 sulle ultime versioni o cannoni da 30mm. Veloce sia in salita che in picchiata, rendeva vane le tattiche difensive alleate, rivelandosi sempre un eccellente avversario. Costruito in 3000 pezzi soffrì per la scarsa affidabilità dell’unità motrice. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gian Vito Inviato 15 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 15 Marzo 2008 Ed ora gli intercettori. I giapponesi non vedevano di buon occhio questa categoria. Le loro valutazioni privilegiavano sistematicamente gli aerei lenti ma molto manovrabili. Così, l’elevato carico alare era visto come il fumo negli occhi. L’arrivo dei bombardieri ad alta quota scortati, dimostrò presto l’errore di impostazione, costringendo a correre ai ripari. Solo due aerei erano disponibili: il Mitsubishi J2M Raiden (fulmine, Jack) ed il Nakajima Ki44 Shoki (demonio, Tojo). Meno manovrabili dei contemporanei (ma non così scarsi come, alle volte, descritti) , godevano di eccellente velocità di salita, buona velocità orizzontale (605-615 km/h) ed adeguato armamento (4 cannoni da 20mm il primo, 4 mitragliatrici pesanti il secondo,poi sostituite con armi da 20, 37 e 40mm (!) con munizioni senza bossolo). Facile preda dei caccia alleati , erano però letali per i B29. Arrivati solo nella seconda parte del conflitto e costruiti solo in pochi esemplari (500 Raiden e 1200 Shoki) non poterono far valere le loro doti. Febbraio del 1945: il tenente Kinsuke Muto, asso giapponese, incontra 12 caccia Hellcat , li affronta da solo, ne abbatte 4 e costringe gli altri ad allontanarsi! Il suo aereo: il potente Kawanishi N1K2-J Shiden-Kai (in codice George). La storia di questo aereo risale all’idrocaccia Kiofu che non aveva avuto molto successo. La prima versione di serie N1K1-J si rivelò fin dal primo momento un pericoloso avversario non solo per gli F6F Hellcat a cui era superiore, ma anche per gli F4U Corsair. Con un armamento finalmente adeguato (4 cannoni da 20mm e 2 mitragliatrici da 7,7mm) lo Shiden (lampo violetto) era velocissimo in salita, virava molto stretto grazie ad ipersostentatori automatici, e con 585 km/h reggeva il confronto con gli avversari meglio dello Zero. E finalmente la capacità di incassare colpi non era inferiore a quella dei nemici. La successiva versione (Kai=modificato) aumentò la velocità a 595-605 km/h. L’ala da media diventò bassa, e vennero eliminate le due mitragliatrici, ormai inutili. Non potè far sentire il suo peso, a causa dei bombardamenti che limitarono la produzione a soli 1400 esemplari. Il Nakajima Ki84 Hayate (Tempesta, Frank) aspira al titolo di miglior caccia giapponese della seconda guerra mondiale. Il più veloce, con 630 km/h , maneggevolissimo, ben armato, Con ottima velocità di salita e picchiata. Un degno successore per il Ki43. Superiore anche alle prime versioni dell’F4U e del P38, dava il meglio di se’, come tutti i caccia giapponesi, alle quote medie e basse alle quali, a differenza del teatro europeo, avveniva la maggior parte dei duelli. Finalmente robustezza, corazzature, armamento, velocità, erano alla pari con gli avversari. Curiosità: a qualcuno non sarà sfuggita la scarsa velocità orizzontale dei caccia nipponici, rispetto ai vari P38, P47, P51, F4U. Ebbene, quando gli americani vennero in possesso di vari caccia catturati li sottoposero a prove comparative, ovviamente utilizzando la loro benzina ad elevatissimo numero di ottano equivalente. I risultati furono sbalorditivi. Il Ki84 Hayate raggiunse i 687 km/h a 6000 m di quota, velocità leggermente superiore a quella del P51 alla stessa quota! Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
super64des Inviato 15 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 15 Marzo 2008 Interessantissimo topic!Complimenti a Gianvito per le informazioni !Vorrei aggiungere una piccolissima osservazione riguardo i motori giapponesi;la scelta di equipaggiare la maggioranza dei caccia con motore radiale(a parte l'ecccezone del Ki61)era da attribuire alla particolarità del teatro del Pacifico rispetto a quello Europeo ed in definitiva per la maggior robustezza e semplicità ripetto a quelli in linea.Infatti le operazioni avvenivano per lopiù su le grandi distese marittime,dove un motore in in linea,se danneggiato (con conseguente perdita di liquido),non garantiva il ritorno alla base(sulla miriade di isole) o alla portaerei. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gian Vito Inviato 15 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 15 Marzo 2008 (modificato) Il Nakajima Ki100 Goshikisen nacque per caso. Erano rimaste disponibili 275 cellule di Ki61 Hien, senza motore, perché la produzione di quest’ultimo andava a rilento. A qualcuno venne l’idea di provare a montare un radiale al posto del motore in linea. Dopo aver studiato l’installazione del motore del FW190 tedesco, i progettisti giapponesi riuscirono a raccordare splendidamente la sottile fusoliera dello Hien al grosso motore radiale disponibile. Il risultato fu un caccia potente, veloce e senza i difetti di scarsa affidabilità che avevano afflitto il predecessore. Buono anche ad alta quota. Nella seconda serie, riveduta e corretta, la fusoliera venne modificata ed il tettuccio sostituito con uno a visibilità migliorata. L’armamento era lo stesso del Tony, la velocità simile, con 590 km/h. Il più famoso caccia pesante nipponico è stato il Kawasaki Ki-45 Toryu (ammazza-draghi, Nick nel codice alleato). Veloce (sui 550 km/h) manovrabile e ben armato, con armi da 20 e 37 mm. Utilizzato inizialmente come assaltatore ed in missioni antinave, venne costruito in 1700 esemplari. Sul finire della guerra, munito di armi dorsali a tiro obliquo (simile alle installazioni equivalenti sui caccia tedeschi), divenne un efficacissimo, letale, distruttore notturno di B29. Ma nel compito di migliore caccia notturno, la palma spetta al potente Nakajima J1N Gekko (chiaro di luna, Irving). Concepito come caccia pesante a lungo raggio, poi passato al ruolo di ricognitore, divenne infine un potente caccia notturno. Dotato di due coppie di cannoni da 20mm in installazione obliqua, una puntata verso l’alto, l’altra verso il basso, i Gekko dotati di radar si rivelarono efficacissimi contro i B24. Nota sulla pronuncia: G si legge Gh, anche davanti a E ed I, Shi=Sci, Sho=scio, W=U, J=gi. Y=I, H sempre aspirata, Ch=Ci,Tsu=zu Così Kawanishi Shiden si legge Cauanisci Sciden. Le doppie consonanti si pronunciano leggermente staccate, es.: Gekko= Ghec-co. Modificato 15 Marzo 2008 da gianvito Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Blue Sky Inviato 15 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 15 Marzo 2008 (modificato) aeronauticamente robustissimi non lo so... basta pensare che ai caccia americani bastava gettarsi in picchiata per salvarsi, perchè ai caccia giapponesi si staccavano le ali. Penso che questa tua affermazione sia un tantino eccessiva, in virtù del fatto che gli aerei giapponesi, rinomati per la loro agilità verrebbero in contraddizione con quello che hai detto, anche perchè per effettuare manovre "Acrobatiche" devi avere una certa robustezza aeronautica; al limite si può in parte concordare sulla scarsa resistenza di sopportare i danni dovuti al combattimento, accertata in alcune versioni, ma generalizzare ciò che hai detto applicandolo su tutti i caccia nipponici, è esagerato; anche perchè gli analisti occidentali che credevano che lo Zero fosse stata una copia dei progetti appunto d'occidente, dovettero ricredersi nei primi scontri contro questo formidabile aereo!!! (Ovviamente poi si corse ai ripari riuscendo ad adottare le dovute correzioni e tattiche adeguate) Modificato 15 Marzo 2008 da Blue sky Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
vorthex Inviato 15 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 15 Marzo 2008 ehm... l'agilità non è sinonimo di resistenza... un conto è fare manovre acrobatiche a velocità tutto sommate basse, un altro è eseguire manovre, anche "semplici" ad elevata velocità, come può essere seguire un aereo nemico in picchiata o condurre un combattimento aereo a 600km/h. comunque dire che due armi da 7,7mm e due cannonicini da 20mm fossero un armamento tale da rappresentare un punto di forza, mi sembra eccessivo, sia per la pochezza oggettiva che per i problemi di traiettoria dei diversi proiettili. infatti, Sakai usava usare solo uno dei due calibri alla volta, preferendo addirittura il minore dei due. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Reggiane Inviato 15 Marzo 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 15 Marzo 2008 (modificato) grazie mille a tutti! azz gianvito quanto ne sai...... avete tutti elencato i principali caccia, e mi avete incuriosito un casino.....sapete qualcosa anche sui caccia-bombardieri o bombardieri? Modificato 15 Marzo 2008 da Reggiane Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Blue Sky Inviato 15 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 15 Marzo 2008 (modificato) ehm... l'agilità non è sinonimo di resistenza... un conto è fare manovre acrobatiche a velocità tutto sommate basse, un altro è eseguire manovre, anche "semplici" ad elevata velocità, come può essere seguire un aereo nemico in picchiata o condurre un combattimento aereo a 600km/h. Non sarà sinonimo di resistenza, ma considera che per qualsiasi manovra, la cellula dell'aereo viene sollecitata comunque, quindi immagina che se fosse vero quello che dici,con "manovre spinte" affrontate dai Giappo anche se a velocità modeste, partirebbero subito le ali Inoltre, anche per un Hellcat a 600Km/h una virata eccessiva sostenuta ed improvvisa, sarebbe sconsigliabile. A quelle velocità si effettuano combattimenti legati a passaggi veloci ed incrociati. Non dico che ad esempio gli zero avessero la robustezza degli F4 Corsair, ma da qui a perdere le ali in una picchiata ce ne vuole!!! Modificato 16 Marzo 2008 da Blue sky Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gian Vito Inviato 16 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 16 Marzo 2008 L’armamento dello Zero, ad inizio guerra, era perfettamente adeguato alle esigenze. Ricordo che era sostanzialmente lo stesso del Me109E. E’ vero che le differenze balistiche nelle armi di bordo possono creare problemi. E’ anche vero che le 8 armi da 7,7 dello Spitfire I erano decisamente insufficienti contro i bombardieri. Non è un caso che gli inglesi, per i successivi Spit, abbiano preferito 2 armi da 20mm e 4 da 7,7 (e le due dello Zero erano sincronizzate!), guarda caso non troppo impensieriti dalle differenze balistiche di armi diverse. E che dire dei vari Buffalo, P 36, i primi P 40 o peggio il P39 (1 da 37mm, 2 da 12,7 e 4 da 7,62?) ? Certo una batteria di 6 mitragliatrici da 12,7 (non 4, come il Wildcat iniziale o i primi P51) è sicuramente più efficiente, ma , se è per questo, meglio ancora 4 cannoni da 20mm (Shiden-Kai, Fw190A, Tempest, ecc… E moltissimi altri, anche nel dopoguerra). Aprire il fuoco con le mitragliatrici e poi proseguire con i cannoni era pratica comune, anche tra i piloti tedeschi, tanto più visto che le munizioni per i cannoni assicuravano pochi secondi di fuoco. La velocità in picchiata era il punto dolente dei primi caccia giapponesi, persino gli A6M5 Zero 52 non superavano, se ben ricordo, i 660km/h in picchiata, contro gli 800 di molti caccia americani. La possibilità di cedimenti strutturali era temuta da tutti i piloti (basti pensare ai tedeschi sui Me109), anche alleati. Lo Zero poteva sopportare solo 6G (solo?), certo meno di un P51 (+8 e -4G), ma alla pari col P38 (+6 e -3,5G). Le ali possono cedere nel caso di richiamo troppo violento da una picchiata, i piloti del tempo lo sapevano e sapevano, in genere, fin dove potevano spingersi. La robustezza della struttura dopo aver incassato decine di proiettili, invece, è qualcosa di diverso. Ma non ha a che vedere con le capacità acrobatiche. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Blue Sky Inviato 16 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 16 Marzo 2008 (modificato) La possibilità di cedimenti strutturali era temuta da tutti i piloti (basti pensare ai tedeschi sui Me109), anche alleati Infatti, questo ci fa capire che anche altri rinomati aerei (Vedi Bf109) potevano avere dei problemi strutturali, ma adottando le dovute tattiche adeguate, si poteva ovviave ai suddetti problemi legati al proprio aereo. Lo Zero poteva sopportare solo 6G (solo?), certo meno di un P51 (+8 e -4G), ma alla pari col P38 (+6 e -3,5G) Su questi dati, possiamo renderci conto della bontà del progetto "Zero" anche perchè il Mustang arrivò molto dopo mentre il Lightning anch'esso un ottimo caccia adottava tecniche adeguate proprio per non incorrere in combattimenti manovrati e perdere di conseguenza energia di manovra diventando facile preda dello Zero. Le ali possono cedere nel caso di richiamo troppo violento da una picchiata, i piloti del tempo lo sapevano e sapevano, in genere, fin dove potevano spingersi. La robustezza della struttura dopo aver incassato decine di proiettili, invece, è qualcosa di diverso. Ma non ha a che vedere con le capacità acrobatiche. Quoto su tutto. Infine volevo ricordare che , ad Akutan nelle Aleutine (Pacifico Settentrionale) gli americani ne catturarono uno in perfette condizioni. Questo prezioso bottino venne esaminato a San Diego, dove vennero messi in luce tutti i difetti, elaborando i dovuti accorgimenti atti a far risaltare i punti deboli dello Zero!!! Modificato 16 Marzo 2008 da Blue sky Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Deneb Inviato 16 Marzo 2008 Segnala Condividi Inviato 16 Marzo 2008 A proposito di sollecitazioni strutturali, vado un momento OT per ricordare un piccolo aneddoto letto non ricordo più dove. Per quanto più moderno e migliore del Bf109, l' FW190 non incontrava il favore di tutti i piloti della Luftwaffe (Hartmann, per esempio, preferì sempre il Messerschmitt al gioiello dell'ing. Tank). Qualcuno, all'inizio, sospettava che non fosse neppure più robusto del me109. Per provare che i colleghi che denigravano il Focke Wulf avevano torto, un pilota Luftwaffe (già pilota Lufthansa, e per questo, ancora più incredibile nell'incoscienza...) portò il suo "190" alla massima altitudine consentita e, a tutta manetta, cominciò una pazzesca picchiata verso il suolo. Secondo quanto riportava il testo, se, quel giorno, non si arrivò a Mach 1 fu solo perchè l'elica, a quella velocità, opponeva un eccessivo freno aerodinamico!! Comunque, richiamatolo con un certo sforzo all'ultimo momento per evitare lo schianto col suolo, il pilota raccontò che mai avrebbe pensato che un aereo potesse gemere e scricchiolare tanto. Ma, comunque, vinse la pazzesca scommessa: una volta atterrato, insieme ai commilitoni esaminò l'aereo e tutti rimasero piuttosto stupiti nel constatare che non mancava nemmeno un bullone... Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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