admin Inviato 15 Ottobre 2009 Segnala Condividi Inviato 15 Ottobre 2009 Infrarosso : tecniche difensive. Subito dopo le onde millimetriche, ma prima del visibile, incontriamo l’infrarosso (IR). Una regione estesa, per convenzione, da 1000 fino a circa 0,75 micron. Viene divisa in 3-4-5 settori (un esempio nella tabella), a seconda delle necessità. Benché esistano sensori infrarossi attivi, ci occuperemo solo di quelli passivi, ampiamente utilizzati su moltissimi missili a corto e medio raggio. Anche in questo settore si sono verificati enormi progressi. Nei sensori e nelle contromisure adatte a contrastarli. Un velivolo emette energia infrarossa in molti modi. Allo scarico: un tipico motore raggiunge temperature variabili tra 600 e oltre 800°C senza postbruciatore (ma vi sono motori “freddi” che non superano i 400°C) e fino a 2000°C con il postbruciatore inserito. La scia calda, ad oltre 100 metri dietro il velivolo, raggiunge ancora oltre 100°C col postbruciatore inserito. Sulle lamiere di rivestimento dei motori. Per il calore emesso dai componenti elettronici. Sulle superfici, a causa del riflesso solare. Un velivolo in alluminio non verniciato riflette la luce solare a molte decine di Km di distanza (fino a 100 km). Le vernici riducono la riflessione al 50-60% (ancor più i grigi anti-IR : 5-15%). Ma l’emissione è rilevabile. Sul tettuccio, che riflette così tanto i raggi solari da consentire l’aggancio di un sensore moderno. Sul cono anteriore, sui bordi delle prese d’aria e delle ali per attrito aerodinamico. Continua... Contromisure all'infrarosso Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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